FEDERAZIONE ITALIANA DELLA CACCIA

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1 FEDERAZIONE ITALIANA DELLA CACCIA UFFICIO AVIFAUNA MIGRATORIA Dott. Michele Sorrenti Milano, 27 marzo 2014 CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT DA PARTE DEI CACCIATORI DI PICCOLI PASSERIFORMI IN ITALIA SETTENTRIONALE Introduzione Nelle regioni settentrionali d Italia, in particolare Lombardia, Veneto e Friuli, esiste una forte tradizione di caccia alle specie di passeriformi migratori, attraverso impianti di caccia specializzati (appostamenti fissi). Questi impianti sono installati nell area prealpina, alpina ed in misura inferiore in pianura, e coinvolgono gruppi di cacciatori variabile fra 2 e 4-5. L impianto è costituito da un capanno fisso e da un area circostante variabile fra i 2000 e i mq. Le specie cacciate sono i Turdidi, ovvero Merlo, Tordo bottaccio, Tordo sassello e Cesena. In alcune stagioni venatorie passate sono stati autorizzati prelievi in deroga a specie diverse quali Fringuello, Peppola e Storno. Area di presenza degli appostamenti e specie presenti L arco alpino e prealpino è un territorio dove avviene un intenso fenomeno migratorio di piccoli passeriformi, in particolare durante la migrazione post nuziale, appartenenti a moltissime specie, alcune delle quali sono anche svernanti o presenti anche nelle migrazione pre nuziale. Oltre ai Turdidi cacciabili sopra citati, transitano o svernano anche molte altre specie tra cui Fringuello, Peppola, Storno, Cinciallegra, Cinciarella, Cincia bigia, Cincia mora, Pettirosso, Lucherino, Luì varie specie-, Verdone, Frosone, Scricciolo, Beccafico, Pispola, Prispolone, Passera scopaiola, Codirosso, Cardellino, Crociere etc. A queste specie di Passeriformi si aggiungono anche specie residenti come rapaci diurni e notturni, ed i Picidi e la Beccaccia che può usufruire delle aree prative mantenute nei siti dell appostamento. L area alpina e prealpina è costituita da boschi di latifoglie e di conifere, in incremento come estensione, a

2 causa dell abbandono della montagna da parte dell uomo, con conseguente scomparsa delle coltivazioni e delle attività di utilizzo e gestione del legname dei boschi. Tale situazione ha come conseguenza un impoverimento della diversità ambientale dell area montana e collinare, con incremento della copertura boschiva ed in generale della monotonia del paesaggio. Attività di conservazione degli habitat L esercizio venatorio in questi impianti si svolge con l uso di richiami vivi e mediante lo sparo, quasi sempre a fermo, sugli uccelli posati sugli alberi presenti nell area dell appostamento fisso. Per questo motivo l area dell impianto di caccia e gli alberi presenti sono oggetto di manutenzione continua da parte dei cacciatori che utilizzano l appostamento, al fine di predisporre un habitat idoneo e ricettivo per le specie cacciabili. L attività di manutenzione consiste nei seguenti interventi: Potatura alberi ed arbusti presenti nell area dell appostamento, mantenimento di siepi arbustive. Piantumazione alberi ed arbusti idonei per alimentazione passeriformi. Sfalcio delle infestanti e dell erba sul terreno dell area dell appostamento, questo intervento di fatto mantiene un prato stabile nell area stessa. Alberi ed arbusti oggetto degli interventi di potatura: querce, acero campestre, acero montano, robinie, carpino, castagno, olmo, ciliegio, spaccasassi, sorbo comune, orniello, pioppo. Alberi ed arbusti piantumati che offrono alimentazione ai piccoli passeriformi: Kaki, Prugnolo, Sambuco, Melo, Pero. Sfalcio infestanti e taglio erba sul terreno Vengono eliminati i Rovi ed altre infestanti, il prato viene mantenuto sfalciato mediante 3-4 tagli all anno. Il complesso di queste attività di manutenzione della vegetazione negli appostamenti fissi di caccia, di fatto realizza isole di habitat sgombro da infestanti e da copertura arborea spontanea che interrompono il bosco naturale, offrendo aree di sosta ed alimentazione più aperte, che differenziano le risorse alimentari e di conseguenza incrementano il numero di specie che utilizzano il territorio complessivo in cui esistono gli appostamenti di caccia. Come noto la presenza di prati offre opportunità alimentari diverse rispetto a quelle presenti

3 nei boschi, permettendo l alimentazione a terra di numerose specie (es. Merlo, Pettirosso, Cesena, Tordo bottaccio, Pispola, Prispolone, Beccaccia). Per dare l idea di quale sia l entità di questa attività di manutenzione ambientale si veda la sottostante cartina riferita alla sola provincia di Brescia. Provincia di Brescia: geo referenziazione degli appostamenti fissi per piccola migratoria, si evidenzia la capillare distribuzione sul territorio. Come è evidente la densità di questi appostamenti comporta un effetto di differenziazione degli habitat, distribuito in particolare nell area prealpina ed alpina, dove le zone boscate sono preponderanti.

4 Per dare invece un idea quantitativa del territorio oggetto degli interventi sugli habitat, è possibile stimare, per la provincia di Brescia, l estensione delle aree totali degli appostementi fissi alla piccola migratoria: Totale appostamenti fissi in provincia di Brescia alla piccola migratoria stagione : 6884 Media area oggetto di manutanzione negli appostamenti fissi: 6000 mq = 0,6 ha. Totale habitat oggetto di conservazione manutanzione favorevole agli uccelli migratori e residenti : 6684*0,6= 3442 ha. Si può quindi calcolare che, a livello delle regioni Lombardia e Veneto, diverse migliaia di ettari di territorio sono oggetto di interventi di manutenzione e conservazione ambientale che risultano in un incremento della ricettività per uccelli passeriformi e di altri ordini, sia cacciabili che protetti. E infatti evidente che le attività di manutenzione, contenimento della vegetazione, piantumazione e creazione di aree libere manifestano il loro effetto favorevole per l avifauna durante tutto l anno, sia quando la caccia è aperta sia quando la caccia è chiusa, ovvero per circa 8 mesi l anno. Di seguito si presenta documentazione fotografica degli interventi compiuti e dell effetto degli stessi sugli habitat, con esempi di differenza rispetto alle aree non mantenute dall uomo per scopi venatori. Come è evidente le aree degli appostamenti fissi si presentano con alberi liberi da infestanti (es. edera), con siepi arbustive mantenute, con aree prative sfalciate, e con presenza di fonti alimentari naturali.

5 Alberi mantenuti nell area dell appostamento Prato stabile sfalciato nell area dell appostamento

6 Alberi, cespugli e terreno mantenuti nell area dell appostamento Area non soggetta a manutenzione con conseguente sviluppo di infestanti (Rovo)

7 Foto di impianti di caccia in stato di abbandono: vedasi crescita infestanti su alberi ed a terra.

8 Presenza invernale di fonti alimentari per piccola migratoria in area di appostamento di caccia

9 Presenza tardo invernale di bacche fonti di alimentazione per piccola migratoria in area di appostamento fisso di caccia

10 Conservazione-mantenimento di siepe arbustiva ricettiva per piccola migratoria in area di appostamento fisso di caccia. CONCLUSIONI Sulla base di quanto esposto e documentato si ritiene che la presenza degli appostamenti fissi contribuisca in misura significativa a migliorare la qualità degli habitat delle aree prealpine ed alpine delle regioni dell Italia settentrionale, grazie al lavoro gratuito dei cacciatori di piccoli passeriformi. Per questo motivo, così come accade in altre forme di caccia, l interesse venatorio si configura come uno strumento per la conservazione ambientale complessivamente favorevole all avifauna, che se in alcuni periodi è oggetto di caccia, solo alcune specie, dall altra utilizza e sfrutta le aree oggetto di manutenzione ambientale operate dai cacciatori. Si applica in questo caso un concetto base dell ecologia di conservazione, cioè che solo il saggio uso delle risorse (wise use) ha come risultato la conservazione nel tempo delle risorse stesse, che in questo caso sono gli uccelli. Allo stesso modo il coinvolgimento delle popolazioni locali nei progetti di conservazione è un altro principio cardine per il mantenimento favorevole delle specie animali e vegetali degli habitat naturali. Nelle regioni Veneto e Lombardia i cacciatori di piccoli passeriformi da appostamento fisso sono quindi identificabili come i fruitori conservatori della risorsa piccola

11 migratoria, coinvolti direttamente nella gestione degli ambienti, con un risultato di beneficio per la comunità. Ovviamente sono possibili ed auspicabili suggerimenti per migliorare e guidare le attività di manutenzione e conservazione, proposte da Enti di ricerca, tuttavia con un approccio costruttivo verso le popolazioni locali coinvolte ed interessate allo sfruttamento venatorio della risorsa avifauna migratoria. Ne consegue che qualsiasi intervento che penalizzi l attività di caccia radicata nel territorio, si tradurrebbe in un abbandono delle attività di manutenzione e conservazione, perdendosi così il beneficio ambientale e faunistico collegato all interesse venatorio. In questo contesto la concessione di caccia in deroga, strettamente regolamentata, ad alcune specie di passeriformi, come ad esempio il Fringuello, avrebbe il risultato di incentivare i cacciatori da appostamenti fissi a continuare ed incrementare le attività di manutenzione degli habitat sopra descritte. Dott. Michele Sorrenti Ufficio Avifauna Migratoria Federazione Italiana della Caccia Tel E mail acma_ricerche@yahoo.com

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