ESCo: Nuovo soggetto imprenditoriale per lo sviluppo sostenibile

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1 Provincia Autonoma di Trento Servizio Rapporti Comunitari e Sviluppo Locale Tirocinio presso l Ufficio per i Rapporti con l Unione europea (Bruxelles) della Provincia Autonoma di Trento Relazione di stage (25/02/ /05/2008) ESCo: Nuovo soggetto imprenditoriale per lo sviluppo sostenibile dott.ssa Elisa Tranquillini

2 INDICE Premessa: il quadro di riferimento europeo 1. La Direttiva sull efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici 2. Il terzo pacchetto energia e gli obiettivi comunitari al Opportunità nel settore dello sviluppo dell energia sostenibile 4. Nuove Società di servizi energetici Cenni conclusivi ALLEGATO I: Riferimenti legislativi comunitari Liberalizzazione del mercato dell energia Efficienza energetica Energie rinnovabili Aiuti di stato per la tutela ambientale Partenariati pubblici-privati ALLEGATO II: Schema di Statuto ESCo Allegati di pertinenza Presentazione dell iniziativa Business plan Schema organizzativo (modello) ALLEGATO III: Siti web di riferimento ALLEGATO IV: Bibliografia specifica su ESCo e PPP 2

3 Premessa: il quadro di riferimento europeo La politica del rilancio economico europeo trova la sua affermazione nel Consiglio europeo straordinario di Lisbona del 23 e 24 marzo 2000, nel quale si e adottata una strategia per rendere l Europa l area più competitiva del mondo entro il 2010, fondata sull innovazione e la conoscenza. I tre assi portanti a tal fine sono stati individuati nella crescita, nella sostenibilità ambientale e nell occupazione, con lo scopo generale dello sviluppo sostenibile dell Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e miglioramento della qualità dell ambiente. Il propulsore della strategia e stato quindi affidato essenzialmente all innovazione, che seguendo un approccio/modello sistemico, doveva e deve consistere nella produzione, nell'assimilazione e nello sfruttamento con successo delle novità in campo economico e sociale. Si tratta di una risposta alla globalizzazione con il fine di rendere l Europa all avanguardia e competitiva a livello internazionale. Lo sviluppo delle ICT ha posto, infatti, la necessità di cogliere le opportunità create dalle stesse e di proporre strumenti di risposta ai cambiamenti in atto. L innovazione risulta importante per le imprese, che si trovano al centro del processo di innovazione, poiché consente alle stesse, in particolare sfruttando i risultati della ricerca, di competere e di conquistare nuovi mercati. In tale contesto risulta fondamentale il ruolo delle amministrazioni locali, nazionali e comunitarie che devono collaborare mediante l attuazione di una politica d innovazione attenta alle sfide mondiali. A livello europeo vengono orientati agli obiettivi di Lisbona numerosi programmi di tipo cooperativo, in particolare i programmi quadro di ricerca al fine di migliorare la relazione tra la ricerca e l'innovazione e i programmi per la crescita e l innovazione. Gli Stati membri sono chiamati a collaborare attivamente mediante una procedura di coordinamento e dovranno cercare di rafforzare l'apprendimento reciproco e la loro cooperazione per sviluppare l'innovazione nell'ambito dell'ue. 3

4 A livello locale la Commissione sostiene gli sforzi delle autorità al fine di rafforzare la cooperazione fra le imprese con la creazione di centri di formazione per evitare la compartimentazione. Il processo di innovazione interagisce con altre politiche quali la concorrenza, il mercato interno, la politica regionale e l'ambiente. Le politiche energetiche, nello specifico, si integrano strettamente con la strategia di Lisbona 1, la quale vede il completamento del mercato unico come un passo fondamentale per la propria realizzazione. In particolare l UE ha bisogno di un effettiva liberalizzazione dei settori economici chiave quali i servizi, le telecomunicazioni, i trasporti, l energia e il mercato finanziario. Tali settori offrono consistenti potenzialità in termini di crescita e occupazione e sono di importanza immediata per i consumatori. La liberalizzazione del settore dell energia elettrica e la sua riorganizzazione hanno l obiettivo di stimolare l efficienza e la modernizzazione nel rispetto dei diritti del consumatore e della tutela ambientale, quindi offrire prezzi competitivi, una migliore qualità del servizio agli utenti e garantire la sicurezza della fornitura e dell approvvigionamento di energia. La liberalizzazione è volta a conseguire il rilancio degli investimenti, la riduzione dei costi del servizio in modo da contribuire alla crescita economica degli Stati europei, la separazione delle attività di trasporto e distribuzione da quelle di produzione ed erogazione dei servizi. Nell Europa a 15, mentre la maggioranza dei prodotti e dei servizi venivano già scambiati in regime di libera concorrenza, i prodotti energetici rimanevano controllati da imprese pubbliche operanti spesso in regime di monopolio, con effetti negativi sulla competitività delle imprese interessate. Il Libro Bianco sull Energia, adottato dalla Commissione europea il 13 dicembre 1995, conteneva le proposte ufficiali di azione comunitaria per la realizzazione del mercato interno dell energia, per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Nel maggio del 1997 falliva, tuttavia, la proposta della Commissione di introdurre un capitolo energia nel Trattato di Amsterdam, ma veniva dato nuovo impulso grazie a tre direttive: direttiva del dicembre 1996, 96/92/CE, con la quale il Parlamento europeo avviava la liberalizzazione e l apertura dei mercati dell elettricità nazionali in maniera decisiva; direttiva del 1 gennaio 1997, 94/22/CE, per la liberalizzazione della ricerca e della 1 Cfr. Conclusioni della Presidenza: COM(2003)112 def.; COM(2005)24. 4

5 produzione di petrolio e di gas, che eliminava le restrizioni alle parità di accesso tra le imprese; direttiva del 22 giugno 1998, 98/30/CE, per la liberalizzazione del mercato del gas naturale. Il vertice di Bruxelles dei Ministri dell Energia dell UE del 25 novembre 2002 approvava un accordo per la creazione del più vasto mercato al mondo dell energia elettrica e del gas e il relativo pacchetto legislativo veniva adottato dal Parlamento europeo il 4 giugno 2003: era cosi autorizzata l apertura dei mercati agli utenti industriali dal primo luglio 2004 e a tutti i consumatori dal primo luglio Era previsto, inoltre, al fine di evitare posizioni di privilegio sul mercato, una separazione delle società di distribuzione da quelle di produzione e migliori interconnessioni fra le varie reti nazionali. L accordo, che concludeva un iter iniziato nel 2000 con la pubblicazione da parte della Commissione europea del Libro verde Verso una strategia per la sicurezza dell approvvigionamento energetico nel rispetto dell ambiente e dell obiettivo di raddoppiare la quota di energia proveniente da fonte rinnovabile (dal 6% del 1998 al 12% nel 2010), assume una grande rilevanza in quanto ha consentito un elevato grado di apertura dei mercati. Attualmente, nell UE, sono liberalizzati i due terzi della domanda elettrica e circa l 80% della domanda di gas 2. Nel dicembre 2002 viene emanata anche la direttiva EBPD Energy Buildings Performance Directive relativa alle prestazioni energetiche degli edifici. L Unione europea chiede agli Stati membri di introdurre, nel proprio ordinamento, un sistema di certificazione del rendimento energetico e l applicazione di norme minime negli edifici di nuova costruzione e in ristrutturazione al fine di promuovere uno strumento di salvaguardia ambientale che consenta di ridurre il consumo energetico. Da un punto di vista tecnico la Direttiva 2002/91/CE, recepita in Italia ad opera del D.Lgs. 19/08/2005 n. 192 e del D.Lgs. 29/12/2006 n. 311, richiede l impiego di misure di risparmio energetico negli edifici ricorrendo all integrazione di fonti rinnovabili ad esempio nell isolamento 2 In Italia, la liberalizzazione del mercato elettrico è iniziata con il recepimento della direttiva del 1996 mediante il decreto Bersani (D. Lgs. 16 marzo 1999, n. 79) e seguito nel 2000 dal decreto governativo che disponeva l alienazione delle c.d. GenCo ENEL. I decreti rivoluzionavano l assetto del settore riservando allo stato la sola gestione delle attività considerate di pubblico interesse come ad esempio la trasmissione e il dispacciamento, inoltre, venivano costituite la Borsa Elettrica (gestita dal GME - Gestore del Mercato Elettrico) sulla quale gli operatori possono liberamente acquistare e vendere energia; e l' Acquirente Unico, quale soggetto garante della fornitura di energia elettrica ai clienti vincolati. Nel 2004 la Legge Marzano (L. N. 239 del 23 agosto 2004) riordinava il settore energetico delegando al Governo il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia. 5

6 termico, nelle caratteristiche dei materiali, nell impiantistica, ecc. Gli Stati membri avevano tempo fino all'inizio del 2006 per recepire tale direttiva, ciò significa che tutti gli edifici di nuova realizzazione devono oggi avere una certificazione energetica e che gli impianti di riscaldamento e di condizionamento dell'aria, al di sopra di una certa potenzialità, dovranno essere controllati periodicamente. La direttiva stabilisce, inoltre, le regole per mantenere un soddisfacente livello di qualità ambientale indoor nel rispetto delle performances energetiche degli impianti. Il Libro Verde Una strategia europea per un energia sostenibile, competitiva e sicura 3 lanciato dalla Commissione europea nel 2006 proponeva delle possibili soluzioni per superare gli ostacoli alla creazione di un mercato interno dell energia e presentava oltre 20 proposte concrete per dei possibili interventi al fine di conseguire i tre obiettivi fondamentali della politica energetica: ovvero sviluppo sostenibile, competitività e sicurezza dell'approvvigionamento, alla luce del fatto che il completamento del mercato interno, la lotta ai cambiamenti climatici e la sicurezza dell'approvvigionamento sono problemi energetici comuni che richiedono soluzioni comuni. Una strategia diventava indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di crescita ed occupazione, oltre che al rispetto degli impegni di Kyoto. Il testo individuava sei settori prioritari di intervento: 1) il mercato interno dell'energia, le reti energetiche europee e un piano prioritario di interconnessione; 2) la sicurezza dell'approvvigionamento nel mercato interno dell'energia con l'obiettivo di assicurare la solidarietà fra gli Stati membri; 3) un mix energetico più sostenibile, efficiente e diversificato; 4) una serie di misure per far fronte ai problemi del riscaldamento globale, in particolare da affrontare in un piano d'azione sull'efficienza energetica che la Commissione ha adottato. Il piano di azione ha individuato le misure necessarie affinché l'ue possa risparmiare il 20% dell energia che altrimenti sarebbe stata consumata entro il Inoltre si proponeva l elaborazione di una road map sull'energia rinnovabile nell'ue 3 COM(2006)105 def. del 22 giugno

7 che fissava possibili obiettivi per il 2020 e oltre per favorire un clima stabile per gli investimenti e per generare più energia rinnovabile competitiva in Europa; 5) il piano strategico per le tecnologie energetiche ad elevata efficienza energetica e basse emissioni di carbonio, che costituiscono un mercato internazionale in rapida crescita; 6) la necessità di una politica energetica esterna comune per reagire alle sfide rappresentate dalla crescita della domanda, dai prezzi elevati e volatili dell'energia, dalla crescente dipendenza dalle importazioni e dal cambiamento climatico. La Commissione si attendeva un risparmio di circa 60 miliardi di euro, derivante da interventi sui consumi dei cittadini e delle industrie e sulle tecnologie del settore, dall implementazione e all applicazione coerente a livello nazionale della legislazione comunitaria già esistente, nonché dall attuazione di politiche innovative e creative basate su incentivi finanziari o sulla determinazione di obiettivi annui concreti, dall informazione e dalla formazione. 1 La Direttiva sull efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici La direttiva 2006/32/CE del 5 aprile 2006, concernente l efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici, riprende le indicazioni contenute nel Libro Verde sull efficienza energetica pubblicato dalla Comunità Europea nel La direttiva nasce con lo scopo di attuare misure di risparmio energetico negli Stati membri fornendo gli obiettivi da raggiungere, tali da assicurare la riduzione dei fabbisogni energetici della comunità europea del 9% entro il Gli Stati membri sono invitati a predisporre i necessari programmi e le relative misure, assieme ai meccanismi, gli incentivi ed i mezzi istituzionali, finanziari e legali atti a rimuovere le barriere ora esistenti. La Direttiva dovrà essere applicata dagli operatori del sistema energetico quali i fornitori di sistemi per il risparmio, i produttori ed i distributori di vettori energetici. Gli articoli della direttiva sono preceduti da 33 considerando che ricordano gli impegni di Kyoto, il contributo che un orientamento favorevole a tecnologie più efficienti sotto il profilo energetico può dare all'innovazione e alla competitività della Comunità, come 7

8 sottolineato nella strategia di Lisbona e il ruolo del settore pubblico nell applicazione di criteri di efficienza energetica nelle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici. All articolo 3 la direttiva riporta una serie di definizioni utili al fine non solo di comprendere la direttiva, ma che sono anche fondamentali per l applicazione della stessa. In particolare in riferimento al presente lavoro, si riportano rispettivamente le definizioni di efficienza energetica, miglioramento dell efficienza energetica e di società di servizi energetici (ESCo) : il rapporto tra i risultati in termini di rendimento, servizi, merci o energia e l immissione di energia ; un incremento dell efficienza degli usi finali dell energia, risultante da cambiamenti tecnologici, comportamentali e/o economici ; persona fisica o giuridica che fornisce servizi energetici e/o altre misure di miglioramento dell efficienza energetica nelle installazioni o nei locali dell utente e, ciò facendo, accetta un certo margine di rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa (totalmente o parzialmente) sul miglioramento dell efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli altri criteri di rendimento stabiliti. Nel settore pubblico l efficienza degli usi finali dell energia viene particolarmente richiamato poiché vi si ripone un importante ruolo esemplare, spingendo ad adottare le misure necessarie ai vari livelli, locale, regionale e nazionale. Inoltre, gli Stati membri sono chiamati ad assicurare agli operatori del mercato tutti i possibili incentivi per permettere l offerta e la realizzazione dei servizi energetici anche mediante l adozione di accordi volontari o di altri strumenti orientati al mercato (ad esempio i certificati bianchi). Gli Stati devono, poi, provvedere a fare in modo che il settore pubblico utilizzi le misure previste dall allegato VI compatibilmente con la normativa nazionale e comunitaria in materia di appalti pubblici. Le misure contenute nell allegato VI sono per esempio i contratti di rendimento energetico, l acquisto di attrezzature e veicoli con ridotto consumo energetico, l obbligo di acquistare edifici a basso consumo energetico e l obbligo di utilizzare diagnosi energetiche. L allegato III, invece, contiene alcuni esempi di misure di miglioramento dell efficienza energetica in edilizia. Infine, la direttiva prevede che a livello nazionale siano pubblicati degli orientamenti in materia, che le PA possano utilizzare come criteri di valutazione in sede di aggiudicazione di appalti pubblici. Gli Stati comunque hanno tempo di conformarsi alla 8

9 direttiva entro il 17 maggio Il governo italiano ha attualmente in discussione uno schema di decreto legislativo che recepisce tale Direttiva 4. Per quanto riguarda i recenti sviluppi del mercato dell energia il 19 ottobre 2006 la Commissione europea ha presentato il Piano d azione per l efficienza energetica. Il Piano ha una validità di sei anni, nei quali gli Stati membri sono chiamati a realizzare una serie di azioni cost-effective volte all applicazione di norme minime di rendimento energetico ad un ampio ventaglio di apparecchiature e prodotti per gli edifici e per i servizi energetici (dagli elettrodomestici come i frigoriferi e i condizionatori fino alle pompe e ai ventilatori industriali). L'obiettivo è quello di eliminare dal mercato i prodotti che consumano troppo, informare i consumatori sui prodotti più efficienti e trasformare il mercato rendendolo più efficiente sotto il profilo energetico. Il piano di azione elenca 10 azioni prioritarie: - etichettatura delle apparecchiature e definizione delle caratteristiche energetiche minime con particolare riferimento alle perdite in stand-by. La Comunità europea inizierà fissando le performance energetiche minime mediante una opportuna Direttiva che sarà emessa entro il 2008; - caratteristiche energetiche degli edifici e delle passive house. La Commissione procederà alla emissione di nuove direttive che saranno formalizzate nel 2009 nel Energy Performance of Buildings. Entro il 2008 sarà inoltre messa a punto una nuova strategia per le case passive (caratterizzate dall assenza di un sistema di riscaldamento convenzionale) al fine di arrivare, entro il 2015 ad una diffusione generalizzata di tali tipologie costruttive; - conseguire una maggiore efficienza nei settore della generazione di potenza e della distribuzione. La Commissione europea svilupperà entro il 2008 nuovi limiti di prestazione per i sistemi di produzione di energia elettrica e di calore aventi potenze inferiori ai 20 MW. Saranno inoltre definite nuove regole di funzionamento al fine di aumentare l efficienza media di produzione delle centrali termoelettriche e di diminuire le perdite di trasmissione; 4 Cfr.: 9

10 - migliorare l efficienza energetica delle automobili. La Commissione, allo scopo di ridurre le emissioni, fisserà nuove norme al fine di portare entro il 2015 il limite di emissione della CO 2 al valore di 120 g/km; - facilitare le possibilità di finanziamento per la realizzazione di sistemi energeticamente validi. Mediante iniziative specifiche che saranno sviluppate entro il 2008 la Commissione inviterà il sistema bancario ad offrire pacchetti di finanziamento alle piccole e medie imprese allo scopo di favorire l adozione di sistemi per il risparmio energetico. Sarà inoltre favorito l accesso a finanziamenti europei (Green Investment Funds) cofinanziati anche dal Competitiveness and Innovation Framework Programme per progetti eco-innovativi; - facilitare le misure di contenimento energetico nei nuovi Stati membri. La Commissione incoraggerà l accesso ai fondi Strutturali e di Coesione da dedicare al miglioramento dell efficienza nel settore domestico e multifamiliare per i nuovi Stati membri; - mettere a punto nuove normative per un uso coerente dei sistemi di tassazione al fine di favorire le iniziative e gli impianti a miglior risparmio energetico. La Commissione preparerà entro il 2007 un Libro Verde sul sistema di tassazione indiretta e provvederà a rivedere la Direttiva sul sistema di tassazione dei prodotti energetici. Sarà inoltre presa in considerazione, nel 2007, la possibilità di utilizzare appropriati Tax Credits per promuovere la produzione certificata di energia. La Commissione, inoltre, si farà carico di promuovere la possibilità di introdurre sistemi di tassazione per i veicoli correlati ai consumi energetici; - diffondere una nuova cultura energeticamente corretta rivolta ai manager industriali; - istituire un network permanente con i Sindaci delle principali città europee per favorire lo scambio delle esperienze e per l attuazione di Best practices negli ambienti urbani; - promuovere metodologie e culture energeticamente compatibili a livello mondiale. A tale scopo la Commissione prenderà l iniziativa per raggiungere un accordo con i Paesi che non fanno parte dell Unione europea e con altre Organizzazioni estere per 10

11 incrementare l efficienza energetica dei sistemi di produzione e dei sistemi di utilizzazione dell energia in tutte le sue forme 5. Gli obiettivi sono indubbiamente ambiziosi, ora rimane agli Stati membri impegnarsi affinché si realizzino. Le implicazioni della direttiva e del Piano d Azione ricadono sugli Stati in modo importante portando numerose novità nel mercato dell energia, quali le attività d impresa basate sui servizi che vanno dunque oltre la semplice distribuzione di energia elettrica e di gas. 2 Il terzo pacchetto energia e gli obiettivi comunitari al 2020 La politica energetica europea si basa essenzialmente su tre pilastri: combattere i cambiamenti climatici in linea con gli accordi internazionali sottoscritti dall Unione europea, promuovere l occupazione e la crescita e limitare la vulnerabilità esterna della UE sotto il profilo delle importazioni di gas e petrolio. L'8 e 9 marzo 2007 si è svolto a Bruxelles il Consiglio europeo di primavera 6. Nelle conclusioni della Presidenza i Capi di Stato e di Governo della UE-27 ribadivano l'importanza delle azioni svolte da Stati e istituzioni europee per la modernizzazione dell'ue e della sua economia. Le conclusioni della Presidenza invitano a proseguire nelle azioni volte a: - rafforzare il mercato interno e la competitività, creare migliori condizioni generali per l'innovazione e maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo, promuovere l'occupazione di qualità e migliorare la coesione sociale; - rinvigorire l'agenda per il miglioramento della regolamentazione al fine di creare un contesto imprenditoriale più dinamico; - sviluppare una politica europea climatica ed energetica integrata e sostenibile. I Capi di Stato e di Governo europei, affrontando le questioni dell approvvigionamento energetico, dei cambiamenti climatici e dello sviluppo industriale proponevano una serie di misure: un aumento del 20% dell efficienza energetica, una riduzione del 20% delle 5 Cfr.: 6 Cfr.: 11

12 emissioni di gas serra, una quota pari al 20% di energie rinnovabili sul consumo energetico globale dell UE entro il 2020 ed una quota di biocarburanti pari al 10% dei carburanti nei trasporti entro il Nello specifico, per quanto attiene all oggetto in esame si decise comunemente: - di conseguire al 2020 un incremento dell efficienza energetica del 20% con una riduzione dei consumi energetici di 390 Mtoe/anno, con un risparmio risultante valutato in 100 miliardi di euro/anno; - di predisporre e mettere in opera dei piani d azione nazionali (si veda in particolare il Piano Italiano di luglio 2007, ma mancano da definire gli obiettivi regionali - di applicare tutti gli strumenti legislativi disponibili, ispirati in particolare alle più recenti Direttive UE in materia, il rafforzamento dell attività di ricerca & sviluppo (7 Programma Quadro, Energia Intelligente per l Europa e Programma Quadro Competitività ed Innovazione), la trasformazione dei risultati di R&S in prodotti e servizi ad elevata efficienza energetica; - di regolare l estensione dei requisiti di efficienza energetica, ivi inclusa la riduzione dei consumi in stand by, degli apparecchi, sulla base della Direttiva sull Eco Design; - di sensibilizzare i consumatori per promuovere comportamenti tesi al risparmio energetico, anche attraverso l aggiornamento della Direttiva sull etichettatura dei prodotti; - di implementare la Direttiva Edilizia per conseguire ulteriori risparmi nel settore. L ultima risposta, al momento della redazione del presente testo, da parte della Commissione europea in linea con il Consiglio di marzo è la Comunicazione, COM(2008)11 def., sulla prima valutazione dei piani nazionali d azione per l efficienza energetica ai sensi della direttiva 2006/32/CE concernente l efficienza degli usi finali dell energia e i servizi energetici procedere insieme nel campo dell efficienza energetica 7 e la Comunicazione della Commissione europea Due volte 20 per il L opportunità del cambiamento climatico per l Europa 8 : 7 Cfr.: 8 COM(2008) 30 definitivo reperibile sul sito internet: 12

13 le proposte della Commissione avviano l'europa verso il futuro, esse vogliono fornire il quadro e lo stimolo necessari per mettere in pratica le ambizioni politiche delineate dall'unione europea nella primavera del 2007 e ribadite alla conferenza di Bali. Si tratta insomma di un elemento centrale dello sforzo dell'europa per modernizzare la propria economia in vista delle sfide del XXI secolo. L attività legislativa in corso nell Unione europea si è intensificata in modo imponente dopo il Consiglio di marzo 2007, in particolare il 19 settembre 2007 è stato presentato il terzo pacchetto energia e lo scorso 23 gennaio un pacchetto integrato "Energia e Cambiamenti climatici". Quest ultimo è composto da varie proposte: una proposta di direttiva per la promozione delle energie rinnovabili ed una seconda per la modifica del sistema europeo di scambio delle quote di emissione. A queste si aggiunge, una proposta di decisione destinata a distribuire tra gli Stati membri gli sforzi necessari a ridurre emissioni provenienti da settori non rientranti nel sistema europeo di scambio delle quote di emissione. Infine, un ultima proposta è quella relativa alla cattura e allo stoccaggio del carbonio 9 ed una nuova disciplina relativa agli aiuti di Stato per la protezione dell ambiente 10. Per quanto riguarda la prima, la proposta di direttiva sulla promozione dell energia da fonti rinnovabili cerca di riportare in un solo testo una serie di provvedimenti legislativi che prima si trovavano riportati singolarmente in vari testi e riguardano l energia elettrica, il riscaldamento, il raffreddamento e i trasporti. L obiettivo posto dalla Commissione europea del raggiungimento del 20% di energie rinnovabili ha determinato la necessità di distribuire gli sforzi fra tutti gli Stati membri, ma lasciando ai Paesi la libertà di poter conseguire i risultati mediante differenti misure ritenute pertinenti, anche grazie all introduzione del regime di garanzie dell origine, ossia certificati attestanti che l energia è prodotta da fonti rinnovabili. Gli Stati potranno quindi anche acquistare l energia da altri Paesi, dove questa viene prodotta a costi inferiori. Inoltre, è prevista una sempre maggiore rimozione degli ostacoli di tipo amministrativo alla crescita delle energie rinnovabili, ad esempio semplificando le procedure per lo sviluppo di nuove fonti o di quelle più efficienti fissando dei criteri di sostenibilità. Nei trasporti, poi, per assicurare la coerenza fra tutti 9 Cfr.: Cfr.: 13

14 gli Stati membri l obiettivo del 10% di energie rinnovabili è stato fissato per tutti allo stesso livello. La seconda proposta di direttiva innova il sistema europeo di scambio delle quote di emissione 11 (Emission Trading Scheme ETS). E uno dei pilastri della strategia dell Unione europea ed uno degli strumenti volti a ridurre le emissioni di gas serra delle centrali elettriche e dei grandi impianti industriali. Prima di tale proposta di direttiva il quantitativo totale di quote di emissione da distribuire alle imprese veniva definito sulla base dei piani nazionali di assegnazione, ora è stato proposto, invece, un tetto unico a livello comunitario per le emissioni rientranti nel sistema ETS, ciò al fine di garantire pari condizioni di concorrenza. Il pacchetto prevede anche, in una proposta di decisione 12, di ripartire lo sforzo di riduzione dei gas serra tra gli Stati membri, assegnando ad ognuno degli obiettivi individuali espressi in percentuale, in modo che la media risulti del 10%. Gli obiettivi nazionali sono stati calcolati utilizzando il PIL pro capite al fine di assicurare una ripartizione il più equa possibile e una crescita più rapida nei Paesi meno ricchi. 3 Opportunità nel settore dello sviluppo dell energia sostenibile Al sistema tradizionale dei grandi impianti di produzione alimentati da fonti fossili e della rete centralizzata di trasporto e di distribuzione si incomincia ad affiancare oggi un sistema di tipo locale, relazionato alla disponibilità delle fonti primarie sul territorio, in particolare di tipo rinnovabile. Il territorio viene così ad avere un ruolo centrale nella catena della domanda e dell offerta, ruolo che prima della liberalizzazione del settore era assunto esclusivamente a livello centrale (Stato ed Enti monopolistici di stato). Con la liberalizzazione del settore dell energia si fa strada la possibilità di realizzare, secondo i bisogni e la disponibilità di fonti primarie, impianti di produzione di energia distribuita, consumata localmente. Si tratta di impianti di piccola-media dimensione per la produzione combinata di elettricità e calore o alimentati da fonti energetiche rinnovabili (solare fotovoltaico, solare termico, eolico, biomasse, biogas, geotermia, ecc.) 11 Cfr.: 12 Cfr.: 14

15 idonei alla copertura del fabbisogno energetico dell intera comunità, riservando alla rete elettrica il ruolo tampone di copertura delle punte e di accumulo delle eccedenze. Lo scenario può essere raffigurato come una rete interconnessa, in cui ogni nodo è utilizzatore o produttore di energia (elettrica, calore o freddo). Un esperimento realizzato in Germania ha dimostrato come una piccola rete costituita da impianti a fonti rinnovabili possa soddisfare ad ogni ora del giorno e nelle più svariate condizioni meteo tutto il fabbisogno di elettricità di base e di picco Cfr.: 15

16 In tale configurazione, gli Enti Locali possono assumere un ruolo trainante nel settore essendo responsabili della gestione del patrimonio immobiliare e di servizi (edifici pubblici, edilizia sociale, scuole, piscine, strutture sanitarie, illuminazione pubblica). La riqualificazione del sistema edificio/impianto può costituire una opportunità per integrare gli impianti tradizionali con sistemi innovativi ad alta efficienza e/o processi che sfruttano fonti rinnovabili di energia. l Comuni potrebbero dare il buon esempio mettendo in atto politiche di risparmio energetico in vari campi di intervento, dai trasporti alle utilities. I Comuni hanno la capacità di attuare progetti di risparmio nelle loro attività, stipulare convenzioni con i distributori locali di gas ed elettricità, promuovere aziende che operino come ESCo o proporsi essi stessi come ESCo attraverso controllate o partecipate e sono in grado di mettere in diretto contatto distributori ed ESCo consentendo così la completezza del sistema del risparmio energetico: possono essere parte attiva al sistema. Energia e territorio vengono in questo modo ricollegati trovando il punto di incontro nello sviluppo di un modello energetico sensibile alle caratteristiche territoriali, poiché vengono in questo modo pianificate e progettate delle fonti di energia rinnovabile più attente alle relazioni con il contesto territoriale, al consenso sociale, alle caratteristiche della domanda e dell offerta oltre che alle caratteristiche fisiche e tecniche delle reti di distribuzione. Le soluzioni verranno cosi scelte tenendo conto delle vocazioni territoriali, dell identità locale e delle caratteristiche locali, in questo modo si potrebbe cominciare a porre in discussione il principio di autodeterminazione settoriale dei caratteri progettuali degli impianti per la produzione di energia rinnovabile, pensati spesso solo sulla base di logiche interne al mondo dell energia, disinteressandosi del territorio, che invece dovrebbe essere considerato un valore attivo da cui partire per fissare le condizioni locali per lo sviluppo energetico. L attenzione dovrebbe essere posta sulla conservazione del patrimonio paesaggistico e sulla visione d insieme del processo di localizzazione e di progettazione degli impianti (sono fondamentali gli studi preliminari che coinvolgano ingegneria, economia e finanza). I progetti di alta qualità oggi prendono in considerazione non soltanto la dimensione tecnica, ma anche e soprattutto la sua dimensione più propriamente territoriale. 16

17 L elaborazione, in quest ottica, avviene mediante gruppi interdisciplinari al fine di avere una visione più ampia del territorio e possibilmente avere una condivisione fra i vari attori, ivi comprese le comunità locali. In questa prospettiva lo sforzo che le regioni dovranno fare, insieme alle aziende produttrici di energia, alle comunità locali e alle università, sarà quello di trovare un ragionevole punto di equilibrio tra le varie logiche. Si intende, in questo paragrafo, dare spazio alla presentazione di alcune esperienze realizzate in Europa ai fini di una valutazione dell implementazione imprenditoriale e finanziaria delle misure di efficienza energetica, nello specifico, nell edilizia, con particolare riferimento all edilizia pubblica (scuole, uffici della pubblica amministrazione, piscine e centri sportivi), considerando il fatto che questo settore assorbe oggi il 40% della domanda energetica complessiva. Diversi gruppi energetici, ma anche gli enti locali, in Italia a livello comunale/provinciale, si stanno organizzando per offrire servizi di efficienza energetica sia in fase di progettazione che di gestione e manutenzione dei dispositivi e degli impianti. Le ESCo si insidiano nella catena del valore dell energia introducendo un valore aggiunto dato dalla prestazione di servizi. I seguenti esempi mirano a far comprendere in che misura le ESCo agiscono sulla catena del valore e le modalità di intervento possono essere assai differenti. Siemens Switzerland mediante un partenariato pubblico privato (PPP) con il Comune di Berlino ha attivato un ampio progetto di risparmio energetico in una serie di edifici pubblici. In carenza della disponibilità di finanziamenti pubblici a causa del forte indebitamento del comune di Berlino, l investimento è assicurato dal prestatore d opera che si incarica dei lavori di ammodernamento e adeguamento energetico e della successiva gestione e manutenzione degli impianti, coperto da un contratto di servizio della durata di anni. Al cliente è contrattualmente garantito un risparmio del costo energetico del 20%, su una baseline di partenza valutata per ogni specifica unità. L esperienza riportata ha riguardato oltre 164 edifici pubblici della città di Berlino, in particolare un insieme di piscine coperte, la prigione (la più grande della Germania), l Università Tecnica e l Università delle Arti. Il costo dei consumi energetici complessivi di riferimento sono stati valutati in 45 M /anno con un risparmio previsto di 11 M /anno ed una riduzione stimata delle 17

18 emissioni di CO 2 di 281 t/anno. L investimento Siemens realizzato è ammontato complessivamente a 50 M. La filosofia dei PPP, l assegnazione da parte di una pubblica amministrazione di opere ad una società privata, che ne assume il relativo onere finanziario, contro un vincolo di erogazione di servizi per un lungo periodo (fino a anni) è presentata da Axima Services del Gruppo Suez con specifico riferimento al settore di fornitura dell energia e di correlati servizi energetici (fatturazione, controllo e manutenzione e/o adeguamento degli impianti) e servizi indotti. La realizzazione di un sito può comportare, oltre alla sua gestione tecnica complessiva, anche lo sfruttamento commerciale con realizzazione delle relative infrastrutture e la fornitura dei servizi annessi (negozi, ristoranti, servizi di catering, servizi di pulizia, di sicurezza, di pronto soccorso, ecc.). L esempio fornito è quello di una grande centro ricreativo comunale comprensivo di un area sportiva, centro congressi, area piscina e sauna; area ricreativa, sale da ballo, ristoranti e bar. Il complesso ha comportato l investimento di 35 M con un contratto di 35 anni per un ritorno operativo annuo di 6,2 M (contro un costo di gestione tecnica di /anno). L offerta di servizi energetici integrati (all-in-one), dallo studio di fattibilità, al progetto esecutivo, finanziamento, realizzazione degli impianti, gestione e manutenzione e gestione amministrativa dei certificati verdi e/o di risparmio energetico, formazione del personale è riscontrabile, invece, in Dexia con particolare riferimento a progetti con integrazione di energie rinnovabili e a risparmio energetico (cogenerazione), con tempi di ritorno degli investimenti di 3-8 anni. I progetti di interesse si concentrano nel settore sanitario (ospedali, case di cura e di riposo), dell istruzione (scuole con più di alunni), delle attività ricreative (piscine e centri acquatici), dell edilizia sociale (condomini con riscaldamento centralizzato) e della pubblica amministrazione (uffici con superfici maggiori di m2). Fedesco, società con un capitale di 6,5 M, 100% pubblico, è stata recentemente istituita in Belgio per la gestione energetica degli edifici pubblici (in Belgio consistono in palazzi di cui di proprietà e 600 in affitto, per complessivi 8 milioni di m2 e con una bolletta energetica di oltre 10 M /anno). Questa ESCo si colloca tra le sussidiarie dei grandi gruppi energetici e le ESCo create dalle grandi industrie impiantistiche (quali ad esempio Siemens), limitando il suo settore di intervento esclusivamente a livello di edilizia pubblica. La logica di una ESCo pubblica nella sua 18

19 attività di fornitura energetica e di EPC (Energy Performance Contracting) è stata accuratamente descritta, sia in termini di compiti operativi che di obiettivi ricercati, quale quelli di una promozione attiva delle misure di efficienza energetica e di integrazione di fonti rinnovabili. L obiettivo di promuovere l efficienza energetica attraverso misure di risparmio nelle aree urbane coinvolge, dunque, attivamente il sistema produttivo. Per lo sviluppo delle ESCo è determinante, inoltre, l impegno di guida degli enti locali, in particolare delle Province alle quali il Decreto legislativo 112/1998 delega la promozione e il controllo di interventi di risparmio energetico nell ambito dei Piani Energetici Regionali. Altra condizione per lo sviluppo è la maturazione di un settore di credito finanziario che arrivi a considerare questo tipo di investimento capace di dare garanzie al pari di altri investimenti e la presenza di un sistema produttivo adeguato. Tuttavia, rimangono da considerare alcuni aspetti, primo fra tutti quello dell importanza di attuare azioni sinergiche fra i vari attori coinvolti, poi la semplificazione delle procedure amministrative e burocratiche, anche per l accesso ai finanziamenti ed agli incentivi. Gli istituti di credito devono essere capaci di sostenere le ESCo capitalizzandole e l attore pubblico deve dal canto suo offrire una maggiore disponibilità di fondi di garanzia pubblici. Resta anche l esigenza di avere operatori di mercato preparati, è necessaria una formazione ed un aggiornamento adeguati (anche mediante la certificazione delle ESCo, dell energy management e degli esperti di gestione dell energia). Serve, dunque, infine, un quadro di regole chiare e definite. 4 Nuove Società di servizi energetici Approfittando di questa contingenza le ESCo (acronimo di Energy Service Company, ovvero Società di Servizi Energetici) hanno occupato il risultante spazio di mercato dovuto alla necessità di risparmio energetico e di integrazione di fonti rinnovabili. In Europa la situazione si presenta in maniera piuttosto diversificata, ma a livello generale il mercato dei servizi energetici e in espansione, specie in seguito agli indirizzi UE. Una ESCo può essere definita come una società di servizi energetici che fornisce ai propri clienti servizi integrali per la realizzazione e l eventuale successiva gestione degli 19

20 interventi di miglioramento dell efficienza energetica, in una logica di finanziamento tramite terzi. Sinteticamente la società è finalizzata alla progettazione, all installazione, alla manutenzione ed alla gestione degli impianti, comporta, dunque, delle attività che abbiano un valore aggiunto. Si riportano qui di seguito due esempi di missione/attività per comprendere la possibile configurazione di una ESCo. La società Senio Energia S.r.l. ha per oggetto: la realizzazione di interventi nel campo energetico mirati alla compressione dei consumi, all'uso razionale dell'energia, all'impiego delle risorse energetiche rinnovabili e la conservazione del patrimonio immobiliare, ambientale e naturale ai fini del conseguimento di uno sviluppo sostenibile del territorio. La società per il raggiungimento dello scopo sociale potrà svolgere in via diretta e/o attraverso società ed enti di partecipazione attività nel campo della ricerca, produzione, approvvigionamento e trasporto, trasformazione, distribuzione, acquisto, vendita, utilizzo e recupero delle energie provenienti da fonti rinnovabili ed esauribili, ivi inclusi i sistemi logistici integrati e la conservazione del patrimonio immobiliare ed ambientale, promovendo anche le capacità professionali e d impresa esistenti sul territorio perseguendo la riduzione ed il contenimento dell'inquinamento e la conseguente ricerca/approvvigionamento di tecnologie adatte allo scopo. In tali ambiti la società potrà anche svolgere attività di studio, consulenza e progettazione ad eccezione delle attività per le quali esiste un espressa riserva di legge. La società potrà assumere iniziative dirette alla costituzione o alla partecipazione in altri enti e/o fondazioni e/o associazioni, se consentito dalla legge. La società, per il perseguimento dello scopo sociale, si prefigge in particolare di: - promuovere e realizzare I ottimizzazione dei consumi energetici mediante le tecniche del T.P.F. (third party financing) e del P.F. (project financing) per ottenere la compressione della domanda energetica, I'impiego delle risorse energetiche rinnovabili e la riduzione delle emissioni inquinanti; - sviluppare, promuovere e partecipare ad accordi con i soggetti finanziari e bancari, pubblici e privati, al fine di agevolare I'accesso al credito per i soggetti che vogliano sviluppare interventi anche sulla base del T.P.F. e del P.F. come pure promuovere e sviluppare I'accesso alle fonti di finanziamento derivanti da programmi comunitari, fondi nazionali e regionali, ivi inclusi tutti gli strumenti di ingegneria finanziaria in accordo 20

21 alla legislazione regionale, nazionale e comunitaria; promuovere, anche mediante corsi di formazione specialistici, la creazione e formazione di professionalità nuove nel settore dell'energia, e tutelare le capacità occupazionali nel settore a favore preferibilmente di PMI, aziende artigiane, Cooperative di produzione o di servizi, aziende di trasformazione agricola e comunque ad imprese sotto qualsiasi forma costituite ovvero in via di formazione o costituzione, nonché a professionisti, operanti prima di tutto sul territorio regionale e in forma residuale nel territorio regionale e nazionale; - operare in veste di E.S.Co. (Energy Service Company) secondo i canoni e le filosofie indicate in sede europea con particolare riferimento alla PMI ed agli utenti finali operanti nella regione Emilia Romagna e zone confinanti; - promuovere e attivare i meccanismi di finanza innovativa, aggregativi dei risultati conseguiti creando, ove se ne presenti I'opportunità e nei limiti fissati dalle leggi vigenti, uno o più Fondi ambientali alimentati dai meccanismi di finanza innovativa, da dedicare alla diffusione dei concetti e della cultura del risparmio energetico in senso lato; - promuovere e realizzare I'aggregazione in tutte le forme di legge consentite, soggetti interessati al conseguimento del risparmio, dell'efficienza energetica e dell'impiego delle risorse energetiche rinnovabili; - promuovere i programmi europei, nazionali e regionali inerenti energia ed ambiente anche sottoscrivendo accordi con le entità preposte allo sviluppo degli stessi; - organizzare, progettare, gestire, installare e verificare sistemi sia energetici che logistici e relativi servizi ausiliari, in proprio o tramite professionalità e/o aziende terze; gestione in outsourcing di consorzi, associazioni di impresa, e società, accordi volontari, patti territoriali, aggregazioni miste pubblico/privato con particolare riguardo alle realtà operanti nel settore energetico logistico ed ambientale; fornire servizi reali, assistenza e consulenza tecnica, progettuale, amministrativa, organizzativa, legale e finanziaria, finalizzati, tra I'altro, a studio, progettazione, pianificazione, gestione di servizi per I'osservazione, rilevamento, monitoraggio dell'ambiente in cui operano le produzioni o utilizzazioni energetiche logistiche. La società potrà inoltre dedicarsi: - alla promozione e realizzazione di forme o sistemi organizzativi di carattere consortile o associativo fra imprese, soggetti ed enti anche territoriali, pubblici e privati, con particolare riferimento alle infrastrutture energetiche e logistiche di qualsiasi genere per le finalità di cui sopra, compreso I'impiego diffuso delle risorse 21

22 energetiche rinnovabili in ottemperanza all'art. 31 del D.L.vo 112/98, alla legge 10/91, al DPR 412/93 ed al D.Lgs. 192/2005; - alla promozione, all'organizzazione e al coordinamento di interventi e programmi comunque finalizzati allo sviluppo economico e sociale nei diversi comparti della produzione, dei servizi e delle infrastrutture, nonché all'equilibrio territoriale ed ambientale delle aree interessate ivi compresi la tutela, I'uso razionale e la valorizzazione delle risorse energetiche e ambientali; - all'elaborazione di analisi settoriali atte a fornire informazioni sulle potenzialità dei mercati energetici; da risorse rinnovabili ed esauribili, nazionali, comunitari ed esteri e sui loro eventuali effetti sulla produzione e sulle più adeguate forme di organizzazione dei soggetti utilizzatori delie fonti energetiche; - alla promozione, organizzazione e coordinamento di iniziative o interventi - con la collaborazione di Università, Enti ed Istituti specializzati finalizzati alla ricerca scientifica e alla ricerca applicata nel campo energetico, alla produzione di nuovi impianti, alla acquisizione e alla produzione di nuove tecnologie, alla loro applicazione e al loro finanziamento; - alla promozione ed organizzazione di aree destinate all'insediamento di nuove attività produttive, di strutture e infrastrutture per centri direzionali e di riqualificazione urbana, per centri di servizi coordinati, per centri di studi e ricerche, per infrastrutture o insediamenti ricettivi, congressuali e sociali introducendo in esse, progettazione, fornitura, installazione e gestione di impianti energetici anche nelle forme del "chiavi in mano" e della successiva totale gestione e manutenzione, ricercandone la pianificazione finanziaria e I'ottimizzazione di esercizio; a partecipare direttamente, con conferimenti in capitale o in servizi, alle iniziative anche di tipo societario che conseguano o comunque derivino dalle attività promosse o realizzate per il raggiungimento del proprio scopo sociale, anche promovendo legislazioni di sostegno regionali, nazionali e/o dell'unione Europea. Essa potrà, inoltre, compiere tutte le attività connesse alla ottimizzazione, razionalizzazione dell'utilizzo dell'energia, della logistica e dell'impiego diffuso delle risorse energetiche rinnovabili in ottemperanza all'articolo 31 del D.lgs. 112/1998 alla legge 10/1991 nonché DPR 412/1993 e loro successive modificazioni o integrazioni e, sempre nei limiti fissati dalla normativa europea e nazionale, concludere tutte le operazioni finanziarie, societarie ed economiche, mobiliari ed immobiliari, che siano necessari ed utili alla realizzazione degli scopi sociali, nonché ogni altro atto avente per oggetto il perseguimento di tali finalità, ivi compresa, se consentita dalla legge, la partecipazione in società e a consorzi con oggetto e scopo sociali analoghi, affini o 22

23 complementari. Ha inoltre per oggetto I'esercizio delle attività nel campo dei servizi pubblici collegati all'energia, ai servizi di rete, ivi inclusi quelli che prevedano I'impiego diffuso delle risorse energetiche rinnovabili in ottemperanza dell'articolo 31 del D.lgs. 112/1998, la posa in opera di reti in fibra ottica od altre tecnologie per la trasmissione di dati e successive elaborazioni ed utilizzazioni al fine della gestione dei dati energetici. La società potrà concedere in uso gratuito o remunerativo, sotto qualsiasi forma contrattuale, beni utili o necessari al perseguimento del risparmio energetico, all'uso razionale dell'energia, all'impiego di risorse energetiche rinnovabili ed al risanamento ambientale. La società potrà compiere qualsiasi operazione commerciale industriale, immobiliare, mobiliare e finanziaria (quest'ultima non in maniera prevalente), atta al raggiungimento dello scopo sociale, compresa la facoltà di rilasciare avalli, fideiussioni, ipoteche ed in genere garanzie reali e personali. E' fatto divieto di contemporaneo svolgimento dell'attività di concessionario e di commercializzazione della pubblicità in forma sia diretta che indiretta. Un altro esempio si riferisce alla ESCo Tuscia S.P.A. 14 : 14 Cfr.: 23

24 La costituzione di una ESCo potrebbe essere importante per una serie di motivi: è uno strumento più forte di un Accordo volontario; è espressione degli indirizzi non solo europei; è in grado di aggregare gli interessi di vari attori coinvolti nella gestione e nell uso dell energia sul territorio (enti pubblici, industriali, soggetti privati), è una società operativa, potrebbe portare prestigio e immagine alla Provincia, gli investimenti sono a costo zero e i risparmi garantiti, aiuta la crescita della coscienza ambientale. Si lega, inoltre, alla legge provinciale n. 6. e al Piano energetico ambientale provinciale. Le potenzialità di una ESCo in Trentino potrebbero essere molte, dalle capacità tecniche/finanziarie, di disseminazione del progetto (è importante il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio ed in particolare degli utenti finali se si vuole massimizzare l intervento) alla creazione di nuovi posti di lavoro, di nuove imprese (o più competitive), dalla riduzione dei costi dell energia al miglioramento dell ambiente. Il possibile assetto societario potrebbe andare da una società totalmente pubblica ad una completamente privata. Si ritiene che una società di tipo misto per il Trentino possa essere una buona soluzione. I motivi sono da ricercare nell aggregazione delle procedure sotto un unica entità, nella semplificazione delle procedure per l affidamento da parte delle P.A., nel coinvolgimento dell imprenditoria locale, nel controllo delle attività da parte della clientela, nella garanzia verso gli istituti di credito e in una maggiore facilità di prestito, infine nella sicurezza di lavoro. D altra parte la società dovrà assumere un assetto formalizzato, un capitale necessario alla copertura degli investimenti previsti e allo svolgimento dei compiti operativi e 24

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