PARALLELISMI LINGUISTICI, LETTERARI E CULTURALI

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1 SKOPJE Università Ss. Cirillo e Metodio di Skopje Facoltà di Filologia Blaže Koneski PARALLELISMI LINGUISTICI, LETTERARI E CULTURALI Convegno internazionale in occasione dei 55 anni di Studi italiani presso l'università Ss. Cirillo e Metodio di Skopje Ohrid, settembre 2014 Libro degli abstract Skopje, 2014 UNIVERZITET»SV. KIRIL I METODIJ«FILOLO[KI FAKULTET»BLA@E KONESKI«MINISTERSTVO ZA KULTURA NA REPUBLIKA MAKEDONIJA

2 Универзитет Св. Кирил и Методиј Скопје Филолошки факултет Блаже Конески ЈАЗИЧНИ, КНИЖЕВНИ И КУЛТУРНИ ПАРАЛЕЛИ Меѓународен научен собир по повод 55 години италијански студии на Универзитетот Св. Кирил и Методиј Скопје Охрид, септември 2014 Книга на апстракти Скопје, 2014

3 Издавач: Универзитет Св. Кирил и Методиј Скопје Филолошки факултет Блаже Конески За издавачот: Проф. д-р Славица Велева, декан Научен одбор: Александра Бањевиќ, Никшиќ Данило Капасо, Бања Лука Изабела Кјари, Рим Весна Дежељин, Загреб Клодета Дибра, Тирана Анастасија Ѓурчинова, Скопје Патриција Мацота, Бари Дарија Мертељ, Љубљана Радица Никодиновска, Скопје Невин Оцкан, Анкара Елена Пирву, Крајова Нели Раданова, Софија Мила Самарџиќ, Белград Александра Саржоска, Скопје Раниеро Спелман, Утрехт Јилијана Вучо, Белград Вана Ѕакаро, Бари Организационен одбор: Радица Никодиновска (претседател) Анастасија Ѓурчинова Александра Саржоска Лучиана Гуидо Шремпф Љиљана Узуновиќ Валентина Милошевиќ-Симоновска Руска Ивановска-Наскова (секретар) Приредувачи: Радица Никодиновска и Руска Ивановска-Наскова Печати: БороГрафика - Скопје Тираж: 120

4 Università Ss. Cirillo e Metodio di Skopje Facoltà di Filologia Blaže Koneski PARALLELISMI LINGUISTICI, LETTERARI E CULTURALI Convegno internazionale in occasione dei 55 anni di Studi italiani presso l Università Ss. Cirillo e Metodio di Skopje Ohrid, settembre 2014 Libro degli abstract Skopje, 2014

5 Edizione dell Università Ss. Cirillo e Metodio di Skopje Facoltà di Filologia Blaže Koneski Slavica Veleva, Preside della Facoltà Comitato scientifico: Aleksandra Banjević, Nikšić Danilo Capasso, Banja Luka Isabella Chiari, Roma Vesna Deželjin, Zagabria Klodeta Dibra, Tirana Anastasija Gjurčinova, Skopje Patrizia Mazzotta, Bari Darja Mertelj, Ljubljana Radica Nikodinovska, Skopje Nevin Ozkan, Anсara Elena Pîrvu, Krajova Neli Radanova, Sofiја Mila Samardžić, Belgrado Aleksandra Saržoska, Skopje Raniero Speelman, Utrecht Julijana Vučo, Belgrado Vanna Zaccaro, Bari Comitato organizzatore: Radica Nikodinovska (presidente) Anastasija Gjurčinova Aleksandra Saržoska Luciana Guido Shrempf Ljiljana Uzunović Valentina Milošević-Simonovska Ruska Ivanovska-Naskova A cura di: Radica Nikodinovska e Ruska Ivanovska-Naskova Tipografia: BoroGrafika Skopje Tiratura: 120

6 SEDUTA PLENARIA Armando Gnisci (Università La Sapienza di Roma) Transculturazione e Migrazione in Europa Alla fine dell impero romano di Occidente i popoli invasori dal Nord e dall Est dell Eurasia fondarono l Europa insieme con i latini, oggi le persone e i popoli della Grande Migrazione dal Sud e dall Est del mondo portano un nuovo futuro in Europa. I primi agirono con le guerre e poi con la transculturazione, i secondi agiscono con la transculturazione di un progetto eutopico condivisibile. Paolo Balboni (Università Ca Foscari di Venezia) Che cosa significa sapere una lingua Se chiediamo cosa significa sapere una lingua la risposta standard è saper le parole e le regole, data dagli studenti, conoscere il lessico e padroneggiare la grammatica, data da molti docenti. In realtà da almeno 40 anni la ricerca internazionale ha superato questa semplicistica definizione, proponendo la nozione di competenza comunicativa anche questa intesa intuitivamente da molti come l importante è saper comunicare, riuscire a far passare i propri messaggi, con conseguente depauperazione del ruolo della grammatica, svilimento del ruolo della cultura a mera conoscenza della forma della colazione e della differenza tra tipologie di treni. Sapere una lingua (competenza descritta in 11 videolezioni gratuite in è una realtà a. mentale, perché è come rappresentazioni mentali che classifichiamo lessico, pronuncia, morfosintassi, testualità, cinesica, prossemica, oggettemica, varietà di lingua, grammatiche culturali e interculturali un complesso di grammatiche che viene contemporaneamente attivato anche per chiedere un caffè; b. contestuale, perché è nel contesto socioculturale che si realizzano gli eventi comunicativi, ciascuno governato da grammatiche ben precise un abstract è un evento diverso dalla realizzazione della conferenza, dal saggio scritto, dal dibattito in aula o dalla conversazione al bar sempre su quel tema, e sono diversi una barzelletta, una cena, una negoziazione e tutti questi eventi hanno grammatiche stringentissime, dove gli errori hanno effetti assai più dirompenti degli errori linguistici. Tra mente e mondo c è poi la padronanza, cioè il sistema cognitivo e pragmatico delle abilità, che non solo quelle canoniche (comprensione e produzione orali e scritte e dialogo) ma anche il saper riassumere, scrivere sotto dettatura, parafrasare, prendere appunti e soprattutto tradurre (dalla e alla lingua straniera, con o senza supporti come dizionari ecc., in maniera sincrona o asincrona). Sapere una lingua significa costruire grammatiche mentali, possedere grammatiche sociocontestuali, saper realizzare e recepire testi (orali, scritti, multimediali) nella lingua oggetto di apprendimento. È complesso ma è possibile, e lo si fa in molte istituzioni ma certo il primo passo per poterlo fare è convincere lo studente che sapere una lingua non significa solo sapere le parole e le regole. 5

7 Massimo Arcangeli (Università degli studi di Cagliari) Le espressioni idiomatiche nell'italoromanzo e in altre aree linguistiche europee. Un'analisi comparativa Le expressions figées (polirematiche, frasi fatte, motti, adagi, proverbi, ecc.), anche in un'ottica contrastiva/comparativa, sono da tempo sotto i riflettori della ricerca in diversi paesi europei, anche in quanto fenomeno ritagliato entro la più generale questione delle "collocazioni" (nel nostro caso cristallizzate) e delle loro matrici: perlopiù, o principalmente, semantico-cognitive. Non tutte le lingue, naturalmente, segmentano il mondo, e ne traducono le esperienze in forme linguistiche, allo stesso modo. Si pensi, alle tante espressioni fisse che contengono numeri. "(Abbiamo) fatto trenta, facciamo trentuno è sostenuto dal milanese "de già ch èmm faa trenta, fèmm anca trentun e dal pavese s a s è fat trenta, a s pœ fa trentœn (Voghera); dal genovese chi ha fæto trenta, pœu fa trentun e dal piemontese s è fac tranta, as peur fa trentuno" (Monferrato); dal friulano "vês fat trente, faseit trenteùn" e dal romanesco già ch avemo (o amo) fatto trenta, famo trentuno". Altra faccenda se chiamiamo a testimoniare parlanti lingue straniere: gli inglesi direbbero in for a penny, in for a pound ; gli angloamericani in for a dime, in for a dollar ; i tedeschi wer A sagt muß auch B sagen". Anche nel caso dei dialetti, però, il gioco dei riscontri puntuali (o quasi puntuali) in rapporto all idioma nazionale non sempre funziona; non sempre, perlomeno, sul piano del confronto con l italiano corrente. Fare qualcosa in quattro e quattr otto, senza frapporre indugi, se a Napoli diventerebbe "quatto e quatto fann otto", in siciliano suonerebbe "senza diri nè unu nè-ddui"; e un agrigentino, se la velocità dell operazione è quella dell italiano in un batter d occhio" o "in fretta e furia", direbbe "ê quattru ê cincu" ('ai quattro e ai cinque'). "Dirne quattro" a qualcuno, a Bologna, sarebbe 'dirne sette e quattro' ("diren sèt e quater"); "gridare ai quattro venti" e "prendere fischi per fiaschi", rispettivamente, 'attaccare i manifesti' ("atachèr i manifèst") e 'prendere l otto per il diciotto' ("to l òt pr al dsdòt"). E "senza dire né a né ma" (o "senza dir né ai né bai"), nel "Dizionario del dialetto veneziano" di Giuseppe Boerio (Venezia 1829), si dà come "senza dir né tre né quatro". * * * Rossella Abbaticchio (Università degli Studi di Bari Aldo Moro ) ma ti senti come parli? Riflessione metalinguistica e metadialogica in studenti di italiano L2 L analisi frequente di esperienze di accoglienza, più stabile o transitoria, di studenti stranieri nel contesto universitario nazionale sembra confermare l assunto che alcuni contenuti e manifestazioni della diversità linguistica e culturale più immediatamente percepibili (comportamenti extralinguistici, discrepanze lessicali, dinamiche dei processi comunicativi e successivi sviluppi interrelazionali) passano assai spesso per il tramite della riflessione degli studenti sulle scelte linguistiche compiute, particolarmente quando, in un contesto di L2 o LS, la lingua di arrivo presenti tratti - prossemici, regole di turn-taking e di cortesia verbale - differenti da quelli delle lingue di partenza. Sicchè, oltre che il processo di apprendimento linguistico propriamente detto, anche i processi di comprensione e accettazione della dimensione interculturale e del ruolo che essa ricopre nel buon esito dei processi socio-comunicativi possono trovare un sostegno concreto nella riflessione dei 6

8 parlanti sul loro modo di usare la lingua per recepire, rielaborare, acquisire forme e contenuti culturali differenti da quelli già noti. Obiettivo dell intervento è quello di illustrare il ruolo della riflessione metalinguistica e metadialogica svolta da studenti di italiano come L2 e LS (prevalentemente LLP-Erasmus) nei processi di comprensione e accettazione della dimensione interculturale intesa come produttivo contesto di scambio comunicativo, palestra linguistica e arricchimento individuale. Јасна Андреевска (Универзитет Св. Кирил и Методиј - Скопје) Употреба на деминутивите во италијанскиот јазик Во темата ќе биде претставена продуктивноста и креативноста на деминутивните суфикси во италијанскиот јазик. Деминутивите можат да бидат насочени кон лице или предмет и можат да покажуваат многу различни емоции на сожалување, почит, љубов, презир, потсмев итн., можат да се употребат за убедување, за искажување на љубезност спрема некого, за ублажување на негативниот ефект при искажување на некоја непожелна информација итн. Темата ќе содржи примери на употреба на деминутивите во италијанскиот јазик во различни говорни ситуации. Natka Badurina (Università degli studi di Udine) Gli studi sulla traduzione in Italia dalla critica stilistica alla svolta culturale Il contributo intende analizzare le recenti tendenze degli studi sulla traduzione in Italia. Si ripercorreranno brevemente le tappe precedenti alla svolta culturale, cercando soprattutto di trovare elementi di continuità fra un approccio stilistico e quello poststrutturalista. Dalla visione dinamica della traduzione in Benvenuto Terracini e Gianfranco Folena, attraverso l importanza data al concetto della negoziazione nelle riflessioni sulla traduzione di Umberto Eco, fino agli studi più recenti caratterizzati da un marcato interesse per gli aspetti culturali nel processo di traduzione, si cercherà di delineare il percorso teorico e il contesto storico che hanno portato a una massima estensione del concetto di traduzione, inteso oggi come modo privilegiato di interpretare la pluralità delle culture in genere. Ljiljana Banjanin (Università di Torino) Globalismo giornalistico ne La Stampa torinese La relazione si incentrerebbe su una scelta tra i contributi intitolati Globalisti a Torino, usciti nel quotidiano torinese La Stampa nel periodo , nell inserto TO 7/ Torinosette. Settimanale di spettacolo, cultura e tempo libero, firmati da Jasmina Tešanović (1954), traduttrice, scrittrice, giornalista serba e da Bruce Sterling (1954), scrittore e giornalista americano. I brevi contributi si rivelano un materiale interessante per le indagini da almeno due punti di vista: partendo dal loro contenuto, sono testimonianza su una città che cambia e in cui gli stranieri, ormai una presenza fissa, trovano voce nella quotidianità. Le osservazioni dei due firmatari spesso sono segnate da noti cliché stereotipati sulla città e sui suoi abitanti, sulle abitudini comportamentali, culinarie ecc., ma contengono anche una visura dell altro che si può rivelare interessante. Dal punto di vista linguistico, i brevi testi offrono altri spunti di 7

9 riflessione: sono scritti in un italiano per lo più scorrevole e con ogni probabilità non filtrato ; tuttavia, oltre agli anglicismi contengono a volte espressioni e modi di dire che rivelano la provenienza linguistica degli autori. Daniela Cacia, Elena Papa (Università di Torino) La fraseologia nei dizionari italiani per il primo apprendimento linguistico La proposta di comunicazione nasce nell ambito delle ricerche avviate dalle autrici negli ultimi anni, finalizzate ad indagare le scelte lessicografiche impiegate nei dizionari italiani per il primo apprendimento linguistico, mettendole a confronto con le modalità proprie della definizione naturale (cfr. bibliografia, in particolare il recente volume D. Cacia, E. Papa, S. Verdiani, Dal mondo alle parole. Definizioni spontanee e dizionari d apprendimento, Roma, SER, 2013). Nello specifico del presente contributo, la riflessione verterà sulla fraseologia a corredo della voce, di cui si valuterà l adeguatezza, in relazione al livello cognitivo e linguistico degli apprendenti (italiani o stranieri), e la funzionalità, in relazione alle necessità comunicative e disciplinari, anche in contesto scolastico. Danilo Capasso (Università di Banja Luka) Ma che caxxo dici? La coprolalia: una strategia glottodidattica contro l approccio grammaticale-traduttivo Insegnare l italiano come LS a un gruppo di studenti abituati a un approccio grammaticaletraduttivo preclude l aspetto comunicativo della lingua. Usare l approccio comunicativoaffettivo con dei discenti cresciuti didatticamente con un metodo che prevede solo le competenze della lettura e della traduzione con l applicazione pavloviana delle regole grammaticali, può provocare uno shock demotivante. In questi casi solo una terapia d urto può scardinare un abitudine metodologica della quale le/i discenti molto spesso, pensano che sia l unica possibile. L uso di disfemismi coprolalici in tecniche di role-making e roleplay può far scoprire alle/ai discenti la necessità urgente della comunicazione. Antonia Casamassima La letteratura in viaggio: paesaggi ideali e visione del mondo (Università degli studi Aldo Moro di Bari; l Università Aristotele di Salonicco) La letteratura rappresenta uno dei luoghi maggiormente interessati al tema del viaggio quale oggettivo veicolo di trasmissione, nel tempo e nello spazio, delle idee e dei relativi contesti dai quali scaturiscono; la letteratura rispecchia il contesto, il paesaggio, dal quale nasce e nel quale si inquadra come elemento naturale. In tempi odierni molto più che in passato, complice o causa la globalizzazione che coinvolge tutti i settori del quotidiano esistere non escluse le relazioni umane e le connesse attività, si pone la possibilità nonché la volontà di trasferire altrove la conoscenza dei paesaggi i quali ineriscono e sono strettamente connessi al modo di vedere e vivere il mondo di ogni singolo ambito culturale. In tale maniera la visione del mondo di ognuno diviene elemento di confronto, paesaggio da indagare e comunicare con l ausilio della lingua, strumento capace di trasferirne il senso ideale. 8

10 In un siffatto contesto, per il compimento del viaggio nel modo di esistere dell Altro, si rende veicolo la parola e si presta come mezzo la traduzione. La traduzione è portare oltre, portare al di là, portare altrove, in un altro luogo, in altri contorni geografici uno dei modi di intendere la vita e di vivere. Il portare altrove una visone del mondo con destinazione l Altro per mezzo della traduzione, adducendo come riferimento ed esempio la traduzione in italiano di stralci di resoconti di viaggio di N. Kazantakis, sviluppa una conoscenza nuova e apre nei contorni geografici varchi per scambi e relazioni tra popoli e culture. Sandro Cergna (Università di Pola) Quadreti, vino, schizzi e ritratti nei Colori in dialetto triestino di Virgilio Giotti Il vino, le osterie della Trieste di una volta, le ciacole e i lavoratori del porto, le mule, l ambiente e gli affetti familiari, sono solo alcuni motivi frequenti nelle poesie di Virgilio Giotti, ma ogni volta elaborati con sensibilità e stile diversi, consoni al tono e al dettato del discorso e alla musicalità del dialetto, mirabile e policromo strumento espressivo nelle mani del poeta-pittore. Ma sono, soprattutto, le immagini di rara e limpida freschezza, semplici ma al contempo calde e fedeli nella rappresentazione della realtà che il poeta coglie, che avvicinano il triestino, come ha rilevato Pasolini, alla sensibilità poetica di Pascoli e all impressionismo francese. Possiamo dire che la poesia di Giotti è pittura in versi. Le due espressioni artistiche sono consustanziali all uomo-artista Giotti. In questo lavoro, partendo da tali premesse, ci si sofferma, ponendoli in evidenza, sui diversi, luminosi esempi di contaminazione pittorico-poetica nei componimenti in dialetto di Virgilio Giotti. Isabella Chiari (Università di Roma La Sapienza ) Lingua comune e discorso parlamentare dalla Prima alla Seconda Repubblica Il discorso parlamentare e in generale il discorso politico e quello istituzionale si nutrono con modalità diverse e diversi obiettivi della lingua comune. Il lessico della politica risulta infatti per molti versi ibrido tra caratteristiche e meccanismi tipici dei linguaggi settoriali ed elementi, modalità e tessuti lessicali caratteristici della lingua comune e delle sue fasce più profonde. L intenso interscambio tra linguaggio politico, in tutti i suoi registri e varietà, e lingua comune è osservato in questo contributo attraverso la cartina di tornasole del vocabolario di base, indagando le incidenze, specificità e variazioni d uso, anche diacroniche, che questo ha assunto sia nel corpus complessivo, sia nelle due fasce cronologiche della Prima e Seconda Repubblica. Silvia Corino Rovano (Università di Torino) Dietro le quinte di un grande dizionario: il GDLI e il suo archivio Il grande e famoso dizionario conosciuto dagli studenti come l'utet-battaglia o anche solo il Battaglia ha una storia lunga e ricca. Per tracciarla il suo archivio può esserci d'aiuto. Nato cent'anni dopo l'unità d'italia presso una casa editrice torinese, sotto la direzione del napoletano Salvatore Bettaglia e in seguito del piemontese Giorgio Bàrberi Squarotti, 9

11 ebbe inizialmente un compito relativamente modesto (la revisione del Dizionario del Tommaseo) per poi ampliarsi nei quarant'anni successivi fino a costituire a tutt'oggi il più importante dizionario storico italiano. L'ultimo volume è uscito nel 2002 nel bicentenario della nascita del Tommaseo: il forte valore simbolico legato sua data di nascita si conservò involontariamente anche alla sua conclusione. Il Battaglia si caratterizza prima di tutto come opera di ricchissima e preziosa documentazione storica, perché riserva un'attenzione speciale alla lingua letteraria di tutti i secoli, in modo particolare a quella del Novecento, alla letteratura contemporanea, visto che gran parte dei volumi è uscita nel XX secolo 1. In effetti, tra gli elementi che spiccano immediatamente nell'archivio vi è una cospicua biblioteca i cui volumi (oltre seimila) rappresentano la storia della letteratura italiana. Ma l'archivio è ricco di molti materiali attraverso i quali è possibile seguire il lavoro del dizionario quasi nella sua quotidianità. È possibile fare una sorta di viaggio nel tempo per tornare a un passato da seguire nel suo divenire. Ciò può essere fatto attraverso i carteggi numerosi e ricchissimi: dalla prima lettera del '50 in cui il Professor Battaglia riflette sul numero minimo dei volumi e per restringere a tre volumi, rischiamo d'impoverirlo eccessivamente 2. Ma la ricerca si arricchisce con le note relative ai criteri di lavoro e naturalmente attraverso una delle serie che caratterizzano da sempre i dizionari cioè le schede per la formazione dei lemmi. Diventa un viaggio appassionante confrontare le voci pubblicate nel Dizionario con le schede preparatorie dei lemmi, le schede manoscritte, le schede contenti le voci o gli esempi scartati. Si può quindi seguire la storia del dizionario da diversi punti di vista ponendosi al bivio delle decisioni, prima della scelta tra le diverse possibilità nonché nel confronto tra la redazione e il Professor Battaglia. Si può seguire, per esempio nel carteggio della redazione il quotidiano e faticoso lavoro delle grosse prove della terribile C 3. A distanza di oltre dieci anni dalla pubblicazione dell'ultimo volume l'archivio può costituire un ulteriore strumento di analisi per approfondire ciò che è presente e per indagare su ciò che è assente. Vesna Deželjin (Università di Zagabria) La lingua italiana dei testi letterari italiani contemporanei La lingua è un sistema composito, dinamico e mutevole, dato che ogni lingua è inscindibilmente legata alla comunità dei parlanti che la usano in più variati modi, ambienti e tempi. Di conseguenza, tutto quello che avviene in una società ha un suo riflesso anche nella lingua, e in particolare in una delle sue numerose varietà. Partendo, quindi, dall'ipotesi indicata, il contributo si propone di rispondere alla domanda come e in che misura un testo letterario contemporaneo rispecchi le novità e i cambiamenti percepibili nell'attuale ambiente italiano. Per l'occasione abbiamo preso in esame due testi letterari italiani, scritti da Enrico Brizzi e Matteo Galiazzo, autori giovani e appartenenti al 1 Marazzini 2009, ASTO, Sezioni Riunite, Archivio della relazione del Grande Dizionario della Lingua Italiana di Salvatore Battaglia. Serie 1: Documenti relativi alla progettazione dell'opera, m. unico, f. 1, lettera 25/12/ ASTO, Sezioni Riunite, Archivio della relazione del Grande Dizionario della Lingua Italiana di Salvatore Battaglia. Serie 16: Corrispondenza tra la Redazione e Salvatore Battaglia, m. unico, f. 1, lettera 22/11/

12 filone di letteratura contemporanea. Si tratta dei loro romanzi Jack Frusciante è uscito dal gruppo e Il mondo è posteggiato in discesa, pubblicati, rispettivamente, nel 1994 e 2002, di cui soprattutto quello cronologicamente primo, ha suscitato parecchio successo anche fuori Italia. L'analisi linguistica dei testi succitati rivela che nella loro lingua, tuttora marcata come letteraria, troviamo degli elementi che nel passato (e nella maggior parte del Novecento) erano in prevalenza propri, sull'asse diamesico, delle varietà orali, sull'asse diafasico, delle varietà informali e colloquiali e, sull'asse diastratico, delle varietà medie e basse. Oltre a questo, nella loro lingua si osserva la tendenza di oscillare tra distopico e diatopico e di aprirsi verso tante parole straniere proprie delle lingue datrici tradizionali ma anche nuove. Sara Di Gianvito La memoria albanese nei versi italiani di Gezim Hajdar Il percorso ventennale tracciato dall opera di Gëzim Hajdari poeta albanese esule in Italia dai primi anni 90 necessita ormai di essere letto andando oltre i tradizionali schemi interpretativi spesso riservati dalla critica alle scritture della migrazione. Nella poesia hajdariana, infatti, l urgenza testimoniale lascia presto il posto alla volontà di ottenere uno spazio autonomo nel panorama della letteratura d arrivo, che sia al contempo differenziato rispetto all etichetta, spesso riduttiva e fin troppo generalizzante, di letteratura migrante. In Hajdari questo tentativo di affrancamento pur prendendo le mosse, a livello tematico, sin dalle poesie della fine degli anni 90 si identifica, ai suoi massimi livelli, con il recupero, nei versi italiani, della tradizione epica e popolare della terra d origine. Scopo di questo studio sarà prendere in esame le forme e le funzioni di questo recupero, a partire dalle prime opere dell autore, Erbamara e Antologia della pioggia la cui analisi contribuirà ad attenuare l ipotesi di una ripresa tardiva della tradizione albanese nella poesia hajdariana per giungere alle prime raccolte italiane Ombra di cane e Sassi controvento, fino alla svolta rappresentata da Corpo presente, che prelude a quella ripresa ad un livello nettamente differente rispetto ai primi scritti che caratterizza la produzione cronologicamente più matura del poeta, in opere più recenti quali Stigmate, Spine nere, Maldiluna e Peligòrga, fino alla poesia del ritorno che contraddistingue il poema drammatico in due atti Nûr. Eresia e Besa. Tutto questo tenendo sempre presente il retroterra culturale di partenza, in un analisi quanto più possibile esaustiva delle fonti albanesi, per quanto il materiale raccolto e successivamente tradotto in italiano lo consenta. A tal proposito, si prenderanno come punti di riferimento le traduzioni di Ernest Koliqi e Mitrush Kuteli curatori di importanti raccolte di leggende e canti popolari balcanici, spesso tramandati oralmente ma anche fonti di prima mano quali i poemi epici di Gjergj Fishta e la produzione arbëreshe di Girolamo De Rada, senza trascurare la traduzione dei canti dei nizàm recentemente portata a termine da Hajdari stesso. Ma la ripresa in Hajdari va al di là del semplice atto di recupero di un materiale preesistente, poiché essa contribuisce a strutturare dall interno la poesia dell autore stesso, assegnando ai versi un ruolo profondamente attivo e insieme innovativo: da un lato il poeta si fa portavoce, nel panorama della cultura d arrivo, di una tradizione pressoché sconosciuta, contribuendo a mettere in evidenza punti di contatto spesso sottovalutati; dall altro lato, attraverso l inserimento, nei versi, di richiami così frequenti e puntuali ad un patrimonio di tradizione prevalentemente orale, l autore ritaglia per sé un ruolo di moderno aedo, ultimo cantore epico della propria stirpe. 11

13 Danijela Djorović (Università di Belgrado) Le presentazioni orali degli studenti universitari: un analisi qualitativa e criteri di valutazione Gli obiettivi formativi specifici dei corsi di lingue straniere al livello universitario vengono di solito verificati, oltre che attraverso prove scritte in cui si accerta l'acquisizione di nozioni e concetti, attraverso la valutazione di presentazioni orali tenute dallo studente, in cui si accertano le competenze comunicative orali. La valutazione di presentazioni orali rimane un tema di costante riflessione e costituisce un nodo problematico, soprattutto quando si tratta della valutazione degli studenti dei curricula non filologici. In questo lavoro viene proposta un analisi qualitativa delle presentazioni orali tenute dagli studenti di Storia, Storia dell arte, Archeologia, Etnologia e Antropologia iscritti alla Facoltà di Filosofia di Belgrado, che hanno quale insegnamento obbligatorio una lingua straniera per scopi specifici (nel nostro caso l italiano) di durata biennale. Inoltre vengono discussi i criteri di valutazione da adottare nonché alcuni dei descrittori maggiormente usati per le presentazioni orali quali: contenuti delle idee, organizzazione, scioltezza nell esposizione, uso della lingua e pronuncia, tenendo in mente la specificità degli obiettivi del corso di lingua in questione che vertono sullo sviluppo delle competenze linguistiche e comunicative in ambito disciplinare. Anastasija Gjurčinova (Università Ss Cirillo e Metodio di Skopje) I mondi paralleli della traduzione letteraria Questo intervento sta cercando di riflettere i parallelismi nell ambito dellа traduzionе letterariа. Si parte dal presupposto che la traduzione sia mediatrice tra due mondi, espressi tramite due lingue: quella di partenza e quella d arrivo. Le due lingue cosí esistono e persistono parallelamente, nelle due culture che partecipano in questo scambio interculturale. Ma qui si vuole anche smentire questa tesi, perché la letteratura è quella che produce mondi possibili, perciò si cerca di provare che tramite la traduzione questi mondi paralleli, contrariamente alla geometria euclidiana, alla fine riescono ad avvicinarsi, ad incontrarsi, perfino ad intrecciarsi. La traduzione allora diventa uno scrivere tra le lingue una scrittura in cui le nostre parole trasmettono altre realtà, mentre le nostre storie cominciano a suonare in altre lingue. Queste tesi vengono elaborate su esempi di alcune recenti traduzioni letterarie dall italiano in macedone (il Decameron di Boccaccio, (3 voll.) Skopje, 2013), ma anche viceversa (La letteratura del sogno: antologia della nuova letteratura macedone, Nardò-Lecce, 2012), dove la lingua italiana non è solo una lingua di partenza, ma è diventata un veicolo per trasmettere versi e storie di altri mondi. 12

14 Athanasia Drakouli, Sofia Mamidaki e Georgia Milioni Bertinelli (Università Nazionale e Capodistriaca di Atene) Stili di studio e strategie di apprendimento dell italiano come LS: riflessioni generali e conclusioni ricavate dagli esiti offerti da un esperimento svolto tra gli studenti universitari di alcuni Atenei in Grecia Gli stili e le strategie di studio, legati al particolare ambito dello studio linguistico, svolgono un ruolo fondamentale, in quanto sono mediatori operativi che sollecitano, facilitano, velocizzano e ottimizzano i processi di apprendimento di quanti studiano una lingua straniera. Vengono, in genere, elaborati e modificati in ragione della loro efficacia e utilità, hanno un ruolo significativo nell apprendimento di una lingua straniera. Essi non costituiscono ricette standardizzate ma sono strettamente personali e -in quanto presuppongono delle operazioni mentali- sono osservabili solo in parte. Conoscere le strategie preferenzialmente seguite da chi è impegnato nello studio di una lingua straniera aiuta l insegnante a impostare una didattica più attenta ai bisogni di apprendimento dei propri allievi e quindi a portarli a usare la lingua target in modo comunicativamente efficace. La presente indagine, svolta in classi d italiano presso alcune università greche, aspira ad essere un occasione di riflessione sul ruolo delle strategie più frequentemente usate nello studio dell italiano in quanto LS- dagli apprendenti greci e sulle relazioni tra strategie di apprendimento preferite e lingua e cultura greca. Si cerca quindi di verificare se e come la lingua e la cultura di partenza influenzino o determinino gli stili di studio della lingua straniera e gli atteggiamenti nei confronti delle attività didattiche e dei compiti di apprendimento. L indagine inoltre prende in considerazione anche le convinzioni e gli atteggiamenti degli studenti universitari greci verso la disciplina oggetto di studio e le opinioni circa l utilità delle pratiche didattiche e delle strategie di insegnamento. Лидија Капушевска Дракулевска (Универзитет Св. Кирил и Методиј - Скопје) Лириката на Леопарди во контекст на европскиот романтизам Џакомо Леопарди е еден од најголемите лиричари во италијанската книжевност на XIX-от век. Иако во Италија не постои силно романтичарско движење како во Германија или Франција, на пример, одделни индивидуални поетски фигури како: Уго Фосколо, Леопарди и др., со своето оригинално творештво, даваат несомнен придонес во обликувањето на книжевната мапа на европскиот романтизам. Леопарди се смета за поет-ерудит, меланхоличен и етеричен во исто време, филозофски ориентиран кон песимизмот - како во историска, така и во космичка смисла. Важи за творец на оригинален поетски облик кој води потекло од најдобрата класична традиција; во поглед на темите и мотивите, пак, неговата лирика ги користи најфреквентните и најтипичните романтичарски топоси како што се: контемплација на природата, копнежот по бесконечното, митот за мртвата сакана, осамата, Еросот и Танатосот, убавината како идеал, итн. Во оваа смисла, можни се компаративни согледби на стиховите на Леопарди со творештвото на некои европски романтичари. Текстот ќе се обиде да ги илустрира токму тие паралели. 13

15 Jelena Drljević (Università di Belgrado), Deja Piletić (Università del Montenegro) Il ruolo della traduzione nell insegnamento del lessico di lingua italiana come LS a livello universitario Questo lavoro si propone di presentare i possibili vantaggi dell uso della traduzione nell insegnamento e apprendimento del lessico d italiano come LS a livello universitario. Nella prima parte del lavoro saranno riportati alcuni degli aspetti principali della competenza lessicale e si cercherà di spiegare quali sono le fasi principali del processo dell acquisizione del lessico di una LS, che cosa significa conoscere una parola, quali sono i metodi glottodidattici nell insegnamento del lessico, quali sono i fattori che ne influenzano l apprendimento e quali sono i modi per presentare parole nuove. Nella seconda parte del lavoro ci soffermeremo sugli errori lessicali più frequenti nelle traduzioni degli studenti eseguite in direzione LS-L1 che riveleranno alcune delle fasi dell apprendimento/acquisizione del lessico e che ci aiuteranno a capire quali sono i fattori che ostacolano questo processo. Tiziana Emmi (Università di Catania) Lo stato attuale degli studi di morfologia lessicale dei dialetti d Italia (con particolare riferimento al siciliano) Negli ultimi anni, in Italia, il numero degli studi dedicati alla Morfologia lessicale dei dialetti italiani è stato veramente esiguo. Questo quadro è in contrasto con la ricchezza degli studi sulla Formazione delle parole nelle lingue europee, romanze e non (si vedano ad esempio, tra gli altri, gli atti dei convegni biennali dedicati alla morfologia: Meeting Mediterranean Morphology, arrivati ormai alla loro nona edizione). Solo per pochi dialetti della penisola (Sicilia, Sardegna), infatti, sono comparsi trattati sistematici sulla formazione delle parole (Emmi 2011, Pinto 2011) ispirati alle più recenti acquisizioni teoriche e metodologiche sviluppatesi in questo campo di studi. Per gli altri dialetti esistono solo analisi, e nemmeno particolarmente recenti, su aspetti circoscritti della formazione delle parole (regole di determinati affissi o pattern compositivi), ma non studi sistematici che tengano conto di tutti i processi di creazione e analisi di parole complesse. Nella prima parte del mio intervento vorrei quindi mostrare lo status degli studi di Morfologia lessicale nei dialetti italiani. Attraverso la consultazione di alcune riviste italiane di dialettologia (Rivista italiana di dialettologia, Rivista italiana di linguistica e di dialettologia, L Italia dialettale) e di alcuni altri studi, metterò in evidenza le questioni morfologiche comunemente trattate dai dialettologi per dimostrare, di conseguenza, la mancanza di recenti (e sistematici) studi sulla morfologia lessicale. Sarà utile anche una comparazione con gli studi dialettologici in altre lingue europee (romanze e non romanze). Nella seconda parte della mia relazione vorrei soffermarmi invece sulla descrizione di alcuni (pochi) casi specifici. Partirò dall analisi di parole complesse del siciliano (vedi Emmi 2011), discutendo, a titolo esemplificativo, qualche specifico affisso, più o meno produttivo, (ad es. dis-/sdis-, -aru, -iddu etc.). Passerò quindi alla comparazione della regola di formazione di parola così individuata in una prospettiva contrastiva con quelle di altri dialetti italiani, avendo come costante punto di riferimento la stessa lingua italiana e, perché no?, la regola corrispondente in lingue romanze (spagnolo, catalano, ecc.) e in lingue di origine differente (inglese). Attraverso tale intervento, partendo dalle analisi sul dialetto siciliano, intendo sottolineare la necessità di indagini più approfondite sulla morfologia lessicale dei dialetti italiani. La 14

16 riflessione sulla formazione delle parole può favorire gli studi su aspetti più generali del lessico e può offrire utili strumenti anche alla etimologia diacronica. Inoltre, gli studi di Morfologia lessicale delle lingue e dei dialetti neolatini possono contribuire a successive analisi tipologiche delle lingue romanze, senza perdere di vista la prospettiva paneuropea. Dana Feurdean (Università "Babes-Bolyai" di Cluj-Napoca) Il linguaggio economico nella stampa italiana. Dagli aspetti teorici alla prassi didattica dell'italiano come LS Il presente articolo intende accennare ai tratti del linguaggio economico della stampa italiana e rispecchiare qualche attività didattica e alcuni metodi d insegnamento dell italiano specialistico agli studenti romeni. Finco Franco (Università di Fiume) Il confronto tra volgari italiani nel dibattito sulla lingua nel XVI secolo Nei suoi Avvertimenti della lingua sopra l Decamerone (Venezia 1584, Firenze 1586) Lionardo Salviati ( ), animatore dell Accademia della Crusca, tratta molti temi del dibattito corrente intorno alla lingua italiana e sostiene la tesi della continuità e sostanziale identità tra la lingua trecentesca del Boccaccio e il fiorentino contemporaneo, istituendo per la prima volta un raffronto tra testi in volgare. Egli confronta una novella del Decameron, con una versione nel fiorentino popolare a lui contemporaneo e le corrispondenti versioni in altri 11 volgari d Italia. L idea di un confronto tra il fiorentino moderno e gli altri volgari italiani, basato sul grado di comprensione della lingua delle Tre Corone, fu proposta primariamente da Lodovico Martelli ( /28) nella sua Risposta alla Epistola del Trissino (1524). Quest idea piacque a Benedetto Varchi ( ), maestro del giovane Salviati, e in un passo del suo dialogo L Hercolano (pubblicato postumo nel 1570) propose un confronto tra testi scritti da persone non istruite nei diversi volgari d Italia, compreso il fiorentino contemporaneo, per verificare quale di essi fosse più affine alla lingua dei tre classici del Trecento. Tale raffronto fu poi concretamente realizzato dal Salviati. Ma la preminenza di Firenze in fatto di lingua letteraria era ulteriormente consolidata, nell opinione dell Infarinato, anche dall aver dimostrato come il fiorentino avesse regola e forma, mentre gli altri volgari «ne lor nomi, e ne lor verbi, non hanno, ne terminazioni, ne numeri, ne distinzioni, ne regola, che sia». Di fatto egli sancisce la separazione, anche sul piano teorico, tra il registro parlato concesso a tutti i dialetti e lo scritto (letterario) concesso al solo toscano. All accettazione della netta discriminazione linguistica si giunge, pur con accese discussioni, all inizio del XVII secolo. Ad esempio, il senese Scipione Bargagli ( ) nel suo dialogo Il Turamino (Siena 1602) da un lato consiglia ad ognuno di esprimersi nel proprio dialetto natio, ma ritiene che non si possa trattare «materia alta e grave co puri e propi vocaboli della sua contrada; essendo povarissima la sua lengua di parole belle, dilicate, soavi, anzi di chiare, distinte, intere e terminate, e privata della maggiore e della miglior parte di quelle conditioni e qualità più volte ridette, che sono pronte come necessarie a formar vago e nobile e gratioso linguaggio». 15

17 Radeya Gesheva (Universita' di Sofia "San Clemente d'ocrida") L'omertà di una donna nel romanzo "La lunga vita di Marianna Ucria" di Dacia Maraini Oggetto della presente relazione è l opposizione della parola al silenzio nel romanzo di Dacia Maraini La lunga vita di Marianna Ucria. Non è la prima volta che viene usato questo scontro da parte della scrittrice, ma in questo caso funziona in maniera molto vivida, manifestando l'omertà di un aristocrate. Silenzio che è in netto contrasto con le parole pronunciate da parenti e vicini. La scrittura sarà considerata una sorta di identità per le donne nella società siciliana, un modo di riconferma della loro posizione, evitando in maniera elegante l omertà impostale da secoli. Luciana Guido Shrempf (Università Ss Cirillo e Metodio di Skopje) Errori dovuti ad interferenze interlinguistiche e intralinguistiche nelle traduzioni narrative svolte da apprendenti macedoni di lingua italiana L2 (livello C1) Il presente contributo ha per scopo quello di individuare gli errori interlinguistici ed intralinguistici commessi a livello morfosintattico e lessicale da apprendenti macedoni di lingua italiana L2 nella traduzione di testi narrativi. Il corpus della ricerca in oggetto si basa sulle traduzioni italiane di brani di testi narrativi di scrittori macedoni contemporanei svolte da 6 apprendenti macedoni di lingua italiana (livello avanzato c2) iscritti al quarto anno del corso di laurea in lingua e letteratura italiana presso la Facoltà di Filologia Blaze Koneski di Skopje. Una volta individuati gli errori, si procede all analisi qualitativa e quantitativa al fine di rilevare le ragioni inter ed intralinguistiche come le maggiori deviazioni occorrenti. I risultati della ricerca faranno emergere quali sono le maggiori difficoltà che affrontano i discenti in oggetto nelle scelte traduttive e stabilire il ruolo ed il grado di interferenza delle due lingue a confronto negli errori commessi da tali apprendenti. Јоана Хаџи-Лега Христоска (Универзитет Св. Кирил и Методиј - Скопје) Аромански, италијански и македонски фразеолошки изрази: контрастивна анализа Фразеолошките изрази се јазични елементи, но истовремено поседуваат една црта која им дава посебност во однос на останатите јазични знаци: тие воспоставуваат однос меѓу јазикот и културата зашто нивниот идиоматичен карактер и механизмот кој е во неговата основа се тесно поврзани со заедницата што ги создала, ги употребува и им ги пренесува на идните генерации. Предмет на нашиот труд е контрастивната анализа на аромански, италијански и македонски фразеолошки изрази. Изборот на јазиците е мотивиран од повеќе причини. Од една страна, анализата ќе укаже на многу веројатните сличности меѓу ароманскиот (чиј статус во рамките на романскиот свет е сè уште предмет на дискусии и дилеми) и италијанскиот јазик кои се очекувани со оглед на нивното заедничко потекло. Од друга страна, сличности би се очекувале и меѓу македонскиот и ароманскиот јазик имајќи го предвид фактот дека се работи за балкански јазици со долгогодишен меѓусебен контакт. Примерите од корпусот најпрво ќе бидат разгледани од морфосинтаксичка, а потоа и од лексичка и од семантичка гледна точка, што ќе ни овозможи да фрлиме 16

18 поглед и врз начинот на восприемање на реалноста од страна на говорителите на разгледуваните јазици. Ioan Istrate (Istituto di Linguistica e Storia Letteraria "Sextil Puscariu"di Cluj- Napoca) Parallelismi stilistici: Alessandro Tassoni e Ion Budai-Deleanu Nella storiografia letteraria romena è già unanime il fatto che, tra gli altri, all alba della nostra modernizzazione sta anche la personalità di Ion Budai-Deleanu, insigne letterato e pensatore del tardo Settecento, che creò un nuovo genere nella lelleratura romena: il poema eroicocomico. In più, negli ultimi anni, pareva indubbia anche l opinione secondo la quale, nella redazione della Zingariade,, il suo poema eroico-comico, uno dei modelli inseguiti fu il poema La secchia rapita di Alessandro Tassoni, noto scrittore dell età barocca italiana. La nostra relazione mette in discussione le opinioni emesse ultimamente, appartenenti ad alcuni storici letterari della Romania, che riprendono l argomento dei parallelismi culturali italoromeni accertati da molto tempo grazie allo studio filologico dell opera del grande scrittore romeno. Formate negli anni dell ultimo dogmatismo politico, queste opinioni sostengono l idea che Ion Budai Deleanu diede corpo, nella sua opera, a delle correnti estetiche autoctone, senza alcun riguardo europeo. Basate su modelli culturali incerti, senza l appoggio della minima e necessaria argomentazione stilistica, tali pareri paiono d esistere, a nostro avviso, solo nell immaginario collettivo di tali persone, di ristretta istruzione nel campo dei rapporti culturali italo-romeni, rispecchiando un modo di valutare la letteratura a cui manca, sfortunatamente, una capacità adatta per approfondire l indagine. Mariana Istrate (Università "Babes-Bolyai" di Cluj-Napoca) Proverbio e contesto. Studio contrastivo italo romeno Prima di procedere con la nostra analisi riguardante i proverbi adoperati nel romanzo I Malavoglia di Giuseppe Verga e le soluzioni traduttologiche trovate in romeno, data la divergenza terminologica nei vari studi, consideriamo utile fare qualche precisazione sui termini del campo di ricerca. Analizziamo poi i contesti in cui si ricorre a questo tipo di paremie nel linguaggio odierno e perché se ne fa uso anche nel romanzo verista. Un primo motivo è l intenzione di esprimere una valutazione generale su un certo stato di cose; un altro può essere quello di determinare il destinatario a fare o non fare qualcosa. Nell analisi della traduzione in romeno, partiamo dalla premessa che i proverbi rispecchiano le credenze e la mentalitá dei parlanti di lingue e culture diverse e devono essere considerati quali elementi appartenenti ai realia e, di conseguenza, la trasposizione/traslazione in un altra lingua non è sempre un impresa facile. Tanto quanto nei casi in cui vengono usati nella letteratura con l intento di creare un mondo possibile, come accade nel romanzo verghiano. Tenteremo di analizzare le paremie intratestuali dal punto di vista lessico-semantico e di mettere in luce l esistenza di espressioni linguistiche simili o diverse oppure di messaggi affini o no. L analisi ci porterà alla conclusione che esistono proverbi esclusivi di una lingua e di un popolo, però esiste anche un fondo comune a più culture, se teniamo conto che tutto il mondo è un paese. 17

19 Ruska Ivanovska- Naskova (Università Ss Cirillo e Metodio di Skopje) I costrutti condizionali italiani nel linguaggio dei social network I costrutti condizionali sono un fenomeno molto complesso dal punto di vista formale, semantico e pragmatico e presentano un ampia gamma di realizzazioni nelle varietà dell italiano. Un polo di questa gamma è rappresentato dalle forme che si riscontrano nelle varietà più formali dell italiano, più specificamente nello scritto; l altro invece è rappresentato dalle diverse realizzazioni dei costrutti condizionali nelle varietà meno formali, in particolare nel parlato. L obiettivo del presente contributo è quello di esaminare alcuni tratti di questi costrutti nel linguaggio della comunicazione mediata da computer (CMC). Il recente interesse per questa varietà dell italiano, attestato da numerosi studi sull argomento, deriva dalla sua natura ibrida rispetto allo scritto e al parlato. Il contributo esamina in particolare i costrutti condizionali in una delle tipologie asincrone della CMC, i social network. Gli esempi presi in esame sono tratti da Web2Corpus_IT, un corpus pilota italiano di CMC che, tra le varie tipologie, comprende anche un sottocorpus dei social network di circa parole. L analisi è incentrata soprattutto sulla concordanza dei tempi e dei modi in quanto fattore principale della suddivisione del sistema dei costrutti condizionali italiani in due sottosistemi, standard e substandard. Si esamina, inoltre, l eventuale presenza di altri tratti che attestano una maggiore o minore formalità (connettivi condizionali complessi, ipotetiche libere, costrutti conversazionali). Lo scopo del contributo, in tal senso, è quello di individuare a quale dei due poli si avvicinano i costrutti condizionali rintracciati nei social network. Nella parte finale del contributo si esaminano le prospettive di estendere la ricerca verso altre tipologie della CMC, quali blog, forum, newsgroup e chat, in modo da ottenere un quadro più preciso del sistema dei costrutti condizionali nella CMC. Светлана Јакимовска, Универзитет Гоце Делчев Штип Преводните решенија во македонскиот превод на збирката раскази Продавница на тајни од Дино Буцати Збирката раскази Продавница на тајни од Дино Буцати е избор од најубавите раскази на овој мошне познат италијански автор, преведена на македонски јазик од страна на Радица Никодиновска во 2005 година. Станува збор за раскази чие дејствие редовно е на работ меѓу реалното и надреалното, раскази кои сликаат метафизички патувања низ кои се претставени суштинските човечки состојби и кои затоа изобилуваат со симболи и стилски фигури. Ваквата оригиналност на стилот наметнува огромни предизвици пред преведувачот со кои тој се соочува на повеќе рамништа: на фонетско ниво, на лексичко и на синтаксичко рамниште. Во таа смисла, овој труд има за цел да ги анализира преводните решенија на сите рамништа, но со особен осврт на лексиката, која го оддава богатиот вокабулар на преведувачот, должен да внесе во овој превод зборови и од природните науки, и од техниката, а воедно и да пренесе детални нијансирани описи на предели, но и на звуци и на внатрешни состојби. Конечно, ваквата анализа остава простор за проучување и на одлуките на преведувачот соочен со одредени културни елементи 18

20 Nataša Janićijević, Dragana Radojević (Università di Belgrado) I verbi sintagmatici in italiano L2 Benché molti verbi sintagmatici (VS) italiani, come per esempio andare via, mandare giù, fare fuori ed altri, vengano spesso usati nell italiano contemporaneo, fino a una quindicina d anni fa erano stati completamente trascurati nei lavori teoretici e lo sono tuttora nelle grammatiche e nei manuali di italiano L2. Ne consegue che molti apprendenti di italiano L2 sono poco coscienti della loro esistenza, forme, significati e registri d uso. Lo scopo di questo contributo è quello di esaminare la quantità e la qualità di input riguardante i VS italiani al quale gli apprendenti serbi di italiano L2 sono esposti, nonché di analizzare le maggiori difficoltà che gli stessi apprendenti affrontano nell acquisizione di questi verbi. Il mezzo di cui ci avvalleremo per raggiungere il nostro obiettivo è un esperimento condotto su 100 studenti universitari di italiano L2 (livelli B1-B2) che sono parlanti nativi di serbo, contenente esempi d uso contestualizzati dei più frequenti VS italiani. I risultati dell esperimento dimostrano una quasi completa assenza oppure una comprensione sbagliata di questi verbi non solo al livello produttivo, bensì anche a quello ricettivo, specialmente negli esempi di VS col significato idiomatico, mentre negli esempi col significato più trasparente la percentuale di errori è molto più bassa. Infine, si arriva alla conclusione che i motivi principali della scarsa acquisizione dei VS italiani da parte degli apprendenti serbi sono l inesistenza dell input adeguato nelle grammatiche e nei manuali, nonché l assenza di simili costruzioni verbali analitiche nella loro madrelingua. Danijela Janjić (Università di Kragujevac) Impressioni italiane di Ivo Andrić Ivo Andrić nella sua enorme produzione dedica molto spazio all Italia riflettendo sulla letteratura e sulla cultura italiana, ma anche su quello che possiamo definire attualità. La sua forte oggettività offre un particolare approccio al mondo del paese vicino e ci rende partecipi degli eventi oggi ritenuti di grande importanza. Il suo invito a dialogare non si limita a critica letteraria e alla cronaca e si inoltra anche nelle traduzioni degli scritti italiani. Nel nostro lavoro cercheremo di raggruppare i suoi scritti in ambiti tematici per riuscire a individuare meglio i suoi interessi, prima di tutto, e poi il suo pensiero di partenza, la sua visione e le sue impressioni alla fine. Vedremo un Andrić critico e filosofo, un Andrić cultore della civiltà italiana. Il nostro tentativo di sistematizzazione include anche una scelta degli scritti su Ivo Andrić in italiano e delle traduzioni delle sue opere in italiano in quel modo riusciremo a capire i legami di Andrić con l Italia che si protraggono fino a oggi. La nostra analisi e la nostra rassegna di altri studi in questa sede sono adeguate allo spazio limitato però offrono una visione complessiva e soddisfano l essenziale curiosità. Arjan Kallço (Università "Fan S. Noli" di Korça) Lo scrittore arbëresh Carmine Abate fra tre culture Carmine Abate viene considerato, uno scrittore italiano di origini arbëresh (L Albania odierna), una delle voci più originali, autorevoli ed un fenomeno della letteratura contemporanea italiana. Autore di numerosi romanzi, racconti e saggi, quasi tutti nel loro panorama raccontano di uno dei temi più interessanti e universali, la migrazione, che è anche 19

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