UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE Facoltà di Psicologia
|
|
- Adelina Lamberti
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE Facoltà di Psicologia Corso di Laurea Magistrale in Psicologia Curriculum in Psicologia dello Sviluppo e dell Educazione LA DEFINIZIONE DEL CYBERBULLISMO IN ADOLESCENZA: UN ANALISI EVOLUTIVA Relatore Chiar.ma Prof.ssa Ersilia Menesini Candidato Lucia Pitti Anno Accademico
2 INTRODUZIONE Il bullismo può essere considerato una nuova forma di devianza aggressiva molto diffusa tra i preadolescenti ed adolescenti, e proprio le continue e preoccupanti sollecitazioni che giungono dai mezzi di comunicazione di massa, i quali riportano episodi di sempre maggior violenza ed aggressività, portano a riflettere e ad occuparsi di questo fenomeno (Petrone, Troiano, 2008). Esiste inoltre un ampia parte di letteratura da cui emerge come episodi di bullismo, subiti e perpetrati, nell infanzia e nell adolescenza abbiano forti probabilità di sfociare in gravi disturbi della condotta in tarda adolescenza e nell età adulta (Menesini, 2000). Il problema del bullismo con l avvento del XXI secolo ed in particolare con la rivoluzione tecnologica che a questo ha fatto seguito, ha portato a dover riconsiderare queste dinamiche non più e non solo all interno del contesto scolastico, ma anche al di fuori di questo, ponendo inoltre particolare attenzione anche all uso che viene fatto delle nuove tecnologie (Li, 2007). Tutto ciò ha influenzato a livelli profondi le strategie relazionali e comunicative utilizzate fra i giovani non sempre, in maniera positiva e proficua; nasce perciò a seguito di questa rivoluzione tecnologica un nuovo tipo di bullismo, elettronico, chiamato cyberbullismo, che seppur nuovo si è ampiamente diffuso portando a conseguenze dannose e pericolose, sia per il bullo che per la vittima (Genta et al., 2009).
3 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 2 La necessità di prendere coscienza del fenomeno e di combatterlo emerge quindi come conseguenza; i filoni del bullismo e del cyberbullismo si caratterizzano da una parte per l interesse e l urgenza di intervenire per eliminare e ridurre i suoi effetti negativi, ma anche per l interesse e la primaria necessità di conoscerlo (Menesini, 2000). Infatti, come verrà più volte dibattuto in questo studio, è necessario conoscere e studiare le principali caratteristiche e definizioni del fenomeno, in questo caso, in particolar modo del cyberbullismo, per poter arrivare ad una partecipe ed unanime comprensione che permetta di partire da una base comune per poter arrivare non solo ad una conoscenza specifica del proprio contesto, ma anche alla possibilità di condividere le molteplici esperienze fra i vari paesi e quindi stabilire interventi comuni che permettano di ridurre o eliminare questo fenomeno che riguarda ormai in maniera diffusa la popolazione preadolescenziale e adolescenziale. RINGRAZIAMENTI Ringrazio la Professoressa Ersilia Menesini, la Dottoressa Annalaura Nocentini e la Dottoressa Benedetta Palladino, per l aiuto e i preziosi consigli. Ringrazio inoltre le scuole, gli insegnanti e gli alunni senza la cui partecipazione e collaborazione questa ricerca non sarebbe stata possibile.
4 1.BULLISMO 3 1.BULLISMO 1.1 Definizione Johnny: Johnny un ragazzo tranquillo di tredici anni, era diventato una specie di gioco umano per alcuni dei suoi compagni di classe. Questi lo tormentavano, gli rubavano i soldi, lo costringevano ad ingoiare erbacce e a bere latte misto a detersivo, lo picchiavano nel bagno, gli legavano delle stringhe intorno al collo e lo portavano in giro come un cagnolino. Quando i torturatori di Johnny vennero interrogati sulle loro prepotenze, affermarono che perseguitavano la vittima perché la cosa, dissero testualmente, era divertente. (Olweus,1993). Le ricerche sullo sviluppo umano si interessano ormai da tempo, allo studio delle relazioni tra pari e al tema dell aggressività fra questi. Gli studi in campo scientifico hanno sottolineato l importanza per bambini e adolescenti del legame amicale durante l arco della vita, prendendo atto dell importanza che può avere l essere accettati o rifiutati dai propri compagni di classe. Allo stesso modo gli studi portati avanti sull aggressività hanno riscontrato un apparente impulso all attacco fra coetanei, arrivando anche a descriverne cause, forme e conseguenze a seconda dell età, del genere e del contesto (Tremblay et al., 2005).
5 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 4 Le ricerche sul bullismo hanno beneficiato dei risultati provenienti da entrambe queste aree, ma per molto tempo il bullismo non ha ricevuto un adeguata attenzione scientifica tale da poterne permettere un approfondita conoscenza (Berger, 2006). Storicamente, infatti il bullismo non era considerato un problema che necessitava di attenzione, in quanto accettato e riconosciuto come una manifestazione normale e fondamentale del periodo di sviluppo infantile e adolescenziale (Limber e Small, 2003). Negli ultimi tre decenni, tuttavia, quest idea è cambiata e attualmente il fenomeno del bullismo è visto e trattato come un serio problema che giustifica l attenzione a cui è sottoposto (Campbell, 2005). In particolare la nascita di interesse da parte degli studiosi verso questo fenomeno ha inizio nel 1982 quando due studenti norvegesi si suicidano, non essendo più in grado di sopportare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni. Per commissione del governo norvegese Dan Olweus, allora professore di Psicologia all Università di Bergen in Norvegia, iniziò a studiare questo fenomeno scoprendo come un notevole numero di studenti norvegesi, circa il 15.0%, fosse coinvolto in atti di bullismo (Olweus, 1993). Il termine bullismo deriva dalla traduzione letterale della parola inglese bullying e viene usato per connotare il fenomeno delle prepotenze tra pari in un contesto di gruppo (Menesini, 2000). Tradurre in italiano il termine bullying ha comportato delle difficoltà, poiché il termine inglese to bully significa proprio usare prepotenza. In italiano non esiste un espressione che
6 1.BULLISMO 5 traduca esattamente questo concetto, pertanto si è dovuto coniare un nuovo termine per indicare questo fenomeno, appunto bullismo (Civita 2006). La parola usata nei paesi del Nord Europa (Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia) per riferirsi al bullismo è mobbing o mobbining, parola che nel 1973 viene usata per la prima volta da Heinemann per identificare il fenomeno, la radice della parola originale inglese mob si riferisce ad un gruppo di persone, implicato in azioni moleste, ed è usato anche per indicare una persona che critica, molesta, o picchia un altra (Heinemann, 1972). E possibile quindi includere nel concetto di mobbing o bullismo sia le situazioni in cui il singolo individuo molesta un altro, sia quelle in cui ad essere responsabile della molestia è un gruppo (Olweus,1993). In queste prime definizioni l enfasi viene posta particolarmente sulle modalità fisiche e verbali, solo successivamente si è riconosciuta l importanza delle modalità di prevaricazione indirette e psicologiche (Arora,1996). Un primo riconoscimento di questi aspetti si può rintracciare nella definizione di Olweus (1978) secondo cui: Il bullo è un individuo, per lo più maschio, che spesso opprime e molesta i compagni, i bersagli di queste azioni possono essere ragazzi e ragazze, l attacco può essere sia fisico che mentale. Le definizioni che si sono succedute poi negli anni hanno aggiunto ulteriori particolari, ad esempio Björkqvist e collaboratori (1982) hanno enfatizzato la disparità di potere e la natura sociale del bullismo; Besag (1989) ha sottolineato la sistematicità e la durata nel tempo dell azione aggressiva ed inoltre anche l intenzionalità nel causare il danno alla vittima.
7 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 6 Il bullismo può essere perpetrato da un singolo individuo, il bullo, o da un gruppo, il bersaglio del bullismo può essere un singolo individuo, la vittima, o un gruppo; in ambito scolastico è comunque, in genere, uno studente (Olweus,1993). Vi è poi un altra parte di studenti, né bulli né vittime, che possono essere implicati in modo diverso, ovvero come spettatori, testimoni degli atti di bullismo, ma non direttamente coinvolti e che solitamente non interferiscono nelle azioni di bullismo anche per paura di diventare possibili vittime (Campbell, 2005). La scuola sembra essere il luogo in cui vengono perpetrate maggiormente le prepotenze; dai primi lavori di Olweus (1983), condotti su oltre ragazzi norvegesi tra gli 8 e i 16 anni, l autore trovò come il 15.0% degli studenti era coinvolto, come attore o vittima, in episodi di prepotenza a scuola. Successivi studi hanno confermato l incidenza e la diffusione di questo fenomeno nelle scuole. Nel contesto italiano i primi dati raccolti negli anni 90, con un campione di alunni tra gli 8 e i 14 anni indicano come il 42.0% di alunni nelle scuole primarie e il 28.0% nelle scuole secondarie di primo grado riferiscano di aver subito prepotenze (Menesini, 2003). Questi studi permettono quindi di evidenziare come la scuola possa diventare possibile luogo di persecuzione e violenza (Petrone e Troiano, 2008). Per Olweus (1993): Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. Lawson (2001) definisce il bullismo come: Un interazione in cui un
8 1.BULLISMO 7 individuo o un gruppo di individui più dominanti causano intenzionalmente sofferenze a un individuo o un gruppo di individui meno dominanti. Anche Farrington (1993) ha fornito una sua spiegazione del fenomeno definendolo: Un azione negativa che può essere sia fisica che verbale, con intenti ostili, che vengono ripetuti nel tempo, e prevedono anche uno squilibrio di potere. Possono inoltre essere coinvolti più perpetratori ed anche più vittime. Whitney e Smith (1993) hanno successivamente sviluppato una nuova definizione, traducendo e modificando quella originaria di Olweus, da questa versione è nata quella italiana (Genta et al., 1996) secondo cui: Diciamo che un ragazzo subisce delle prepotenze quando un altro ragazzo, o un gruppo di ragazzi gli dicono cose cattive e spiacevoli. E sempre prepotenza quando un ragazzo riceve colpi, pugni, calci e minacce, quando viene rinchiuso in una stanza, riceve bigliettini con offese e parolacce, quando nessuno gli rivolge mai la parola e altre cose di questo genere. Questi fatti capitano spesso e chi li subisce non riesce a difendersi. Si tratta sempre di prepotenze anche quando un ragazzo viene preso in giro ripetutamente e con cattiveria. Non si tratta invece di prepotenze quando due ragazzi, all incirca della stessa forza, litigano tra loro e fanno la lotta. 1.2 Caratteristiche Le definizioni appena presentate pongono l accento su caratteristiche significative e peculiari, che permettono di distinguere il fenomeno del bullismo da altri fenomeni di diversa natura, come comportamenti non
9 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 8 aggressivi (giochi quasi aggressivi, ritualizzati con reciprocità di ruoli, lotte per gioco) o da vere e proprie attività criminali ed antisociali (attacchi con armi, abusi sessuali, minacce gravi) (Menesini, 2003). Il bullismo ha una natura multidimensionale, indica infatti lo squilibrio di potere presente nel rapporto tra colui che pone in atto la prevaricazione, e colui che la subisce, nel bullismo deve perciò esistere un asimmetria nella relazione, poiché se due studenti con simile forza fisica o psicologica litigano o discutono, non si ha bullismo. Perché si possa parlare di bullismo è necessario che ci si riferisca ad una violenza fisica, verbale o psicologica, ripetuta o protratta nel tempo, in cui vi è uno squilibrio tra prevaricatore e vittima (Petrone e Troiano, 2008). I tre criteri che caratterizzano questo fenomeno sono quindi: 1) intenzionalità; 2) ripetizione; 3) squilibrio di potere. Il primo di questi criteri fa riferimento all intenzionalità, cioè la messa in atto di comportamenti fisici, verbali o psicologici con lo scopo di offendere l altro e di arrecargli danno o disagio (Olweus, 1999; Menesini, 2000). I bulli, sono raffigurati come ragazzi per lo più maschi, più forti fisicamente o psicologicamente rispetto ai compagni che inoltre presentano un elevata autostima e con un atteggiamento favorevole verso la violenza (Menesini, 2000); utilizzano comportamenti aggressivi in maniera intenzionale per ottenere ciò che desiderano, assumendo poi per giustificarsi atteggiamenti di
10 1.BULLISMO 9 indifferenza e scarsa sensibilità morale nei confronti della vittima (Menesini et al., 1999). Il bullismo si esplica quindi in una modalità proattiva, ovvero senza provocazione da parte del partner ed è rivolta a perseguire il fine dell aggressore (Coie et al.,1991). Gli stessi autori hanno ulteriormente suddiviso l aggressività proattiva in due sottoclassi: l aggressività strumentale, finalizzata al possesso di un oggetto; ed il bullismo, in cui l aggressività intenzionalmente manifestata, trova la sua motivazione nell affermazione di dominanza interpersonale che conseguentemente prevede l offendere e l arrecare danno nei confronti degli altri. Anche altri autori come Sharps e Smith (1994) hanno messo in luce varie forme di bullismo a seconda del tipo e dell intensità del comportamento aggressivo: fisico, caratterizzato da botte, spinte o prepotenze di tipo fisico; verbale, rappresentato da ingiurie, ricatti, intimidazioni, vessazioni, insulti; e indiretto, come la manipolazione sociale, ovvero l uso di altri soggetti come mezzi per attaccare la vittima, i pettegolezzi fastidiosi e offensivi e l esclusione sistematica della persona dalla vita di gruppo. L uso di queste diverse modalità di attacco si differenzia non solo in base al singolo soggetto o al genere, ma anche in base all età infatti al crescere dell età diminuiscono le modalità fisiche e aumentano quelle verbali e indirette (Menesini, 2000). Il secondo criterio riguarda la persistenza, infatti sebbene anche un singolo episodio possa essere considerato una forma di bullismo, l interazione bullovittima è caratterizzata dalla ripetitività di comportamenti di prepotenza protratti nel tempo (Olweus, 1999; Menesini, 2000). Questo bisogno da parte
11 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 10 del bullo di dominare ed aggredire la vittima, fa si che questi comportamenti possano protrarsi nel tempo, e quindi una vittima subisca atti di bullismo per più tempo e più volte; inoltre alcuni studi hanno enfatizzato la natura di gruppo del fenomeno e gli effetti del rinforzo reciproco tra partecipanti. Gli studi di Craig e Pepler (1997) hanno osservato come l 85.0% degli episodi di bullismo avviene in presenza dei coetanei, i quali possono assumere ruoli diversi all interno del gruppo, ponendosi dalla parte del bullo, intervenendo a sostegno della vittima o rimanendo semplici osservatori. La dominanza del bullo e la ripetitività delle sue azioni sembrano perciò essere rafforzate dall attenzione e dal supporto dei sostenitori, dall allineamento degli aiutanti, dalla condiscendenza di coloro che hanno paura e dalla mancanza di opposizione della maggioranza silenziosa (Menesini, 2003) ed in più molte vittime, invece di reagire, tendono ad accettare la propria sorte negando il problema, cercando di annullare la propria sofferenza emotiva (Berdondini e Dondi, 1999) o mettendo in atto comportamenti di auto colpevolizzazione (Graham e Juvonen, 1998). Questi dati, riferiti sia al comportamento dei bulli, ma anche delle vittime, necessitano di una riflessione sulle possibili conseguenze a breve e lungo termine; infatti i ragazzi che compiono prepotenze manifestano maggiori problemi scolastici (Nansel et al. 2001) e incorrono in comportamenti devianti e antisociali in età adulta (Menesini, 2003). Le vittime di bullismo manifestano significative difficoltà di relazione con i compagni di classe, ed
12 1.BULLISMO 11 anche di performance scolastiche (Holt et al., 2007), con possibili problemi a lungo termine di ansia ed insicurezza (Olweus, 1993). In terzo luogo, tale interazione è asimmetrica, fondata sullo squilibrio e sulla disuguaglianza di forza e potere tra bullo che agisce e la vittima che non è in grado di difendersi (Olweus, 1999; Menesini, 2000). Infatti, sebbene il fenomeno del bullismo si manifesti nelle relazioni tra pari, ovvero tra coetanei, vi è un sostanziale squilibrio di forza e potere tra il bullo e la vittima, che spesso, proprio per questa ragione non è in grado di difendersi. Anche per questo motivo, si registra un maggior coinvolgimento dei maschi nel ruolo di bullo a tutti i livelli di età (Olweus, 1993; Whitney e Smith, 1993; Genta et al., 1996; Smith et al., 1999). Questo dato non deve però indurre nel ritenere che le femmine non siano coinvolte in fenomeni di bullismo, o che possano essere coinvolte solo nel ruolo di vittime; difatti come già accennato, il comportamento di attacco può essere perpetrato con due principali modalità, fisiche o verbali di tipo diretto (botte, calci, pugni, offese e minacce) o con modalità di tipo psicologico e indiretto (esclusione o diffamazione) (Olweus, 1999; Menesini, 2000). Sin dai primi studi condotti da Olweus (1983) emerge come le femmine presentino maggiormente forme di bullismo, di tipo indiretto rispetto a quelle di bullismo diretto, specialmente fisico, nel quale invece, sono più frequentemente coinvolti i maschi. Anche Björkqvist (1994) in uno studio successivo afferma come le prepotenze di tipo diretto, verbale e fisico, si manifestano con più frequenza nei maschi mentre quelle indirette caratterizzano spesso le relazioni tra femmine.
13 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva Diffusione Le ricerche che si sono avvalse di vari strumenti, come ad esempio dei questionari, per valutare la diffusione di questo fenomeno a scuola e nelle varie realtà geografiche hanno dimostrato come il bullismo sia più diffuso di quanto si possa pensare. Buona parte degli alunni vittimizzati ammettono di non parlare con i genitori e con gli insegnanti, che d altra parte sembrano essere i primi a non sollevare il discorso con gli studenti. Non a caso Smith (1991) definisce il fenomeno incubo celato, che solo da pochi anni si sta rivelando nella sua reale portata (Menesini, 2003). Studi condotti in vari paesi rivelano infatti, a conferma di quanto detto, come una percentuale tra l 8.0% e il 38.0% di studenti dichiari di subire atti di bullismo (Limber et al., 1998; Glover et al., 1998; Sampson, 2002), alcuni di questi, tra l 8.0% e il 20.0% subiscono atti di bullismo regolarmente, una o più volte a settimana (Farrington, 1993; Ortega et al., 2000; Salmivalli, 1991). Dagli studi pioneristici di Olweus si è potuto vedere infatti come il fenomeno del bullismo fosse esteso ed integrato all interno della popolazione studentesca, ed infatti, come già accennato, dagli studi condotti dall autore è risultato come il 15.0% degli studenti fossero coinvolti nel fenomeno come bulli o vittime. Il successo avuto dall autore in questi suoi primi studi ha inspirato ed influenzato le successive ricerche ed interventi attivati poi nel resto d Europa, indicando come il problema non solo esistesse ma fosse anche molto diffuso. Ad esempio Whitney e Smith (1993) in un campione di studenti inglesi hanno trovato come la percentuale di bambini delle scuole
14 1.BULLISMO 13 primarie che dichiaravano di aver subito prepotenze arrivava al 27.0% e nelle scuole secondarie di primo grado al 10.0%. Sempre in Inghilterra lo studio di Rivers e Smith (1994), su un campione di studenti, rivela come nelle scuole primarie il 29% dei maschi e il 24.0% delle femmine abbiano subito atti di bullismo, nelle scuole secondarie di secondo grado invece le percentuali diminuiscono al 12.0% per i ragazzi e al 5.0% per le ragazze. In Svezia il 15.0% degli studenti di scuola primaria riporta di aver subito atti di bullismo una o più volte a settimana (Boulton e Underwood, 1992). In Australia, Rigby e Slee (1991) hanno osservato come il 15.0% dei bambini delle scuole primarie subisca delle prepotenze e che la percentuale di chi subisce ogni giorno arriva anche all 8.0%. Un recente studio cross-culturale (British Council, 2008) condotto in 47 scuole europee, con ragazzi tra i 13 e i 16 anni rivela come in Gran Bretagna l 11.0% dei soggetti dichiari di aver subito atti di bullismo negli ultimi tre mesi,in Italia il 4.0%, mentre è la Spagna con il 2.0% ad avere la percentuale più bassa di atti di bullismo agiti negli ultimi tre mesi, con una media europea, fra i vari paesi presi in esame, del 9.0%. Il bullismo è un problema diffuso anche in Canada il 49.0% del campione di studenti partecipanti ad uno studio (Charach et al., 1995) condotto a Toronto riporta di aver subito atti di bullismo. Sempre in Canada (O Connell et al., 1997) uno studio condotto su studenti tra i 9 e i 14 anni, riporta come il 15.0% del campione ammetta di aver subito atti di bullismo una o più volte a settimana. In uno studio condotto negli Stati Uniti, nel 2001, (Nansel et al, 2001) gli autori stimano come il 30.0% degli studenti, tra la scuola secondaria
15 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 14 di primo grado e la scuola secondaria di secondo grado, siano coinvolti in atti di bullismo, anche secondo i dati statistici del centro nazionale per l educazione americano (National Center for Education Statistics, 2007) il bullismo è uno dei principali problemi, maggiormente diffuso nelle scuole statunitensi, il 21.0% degli studenti di scuola primaria, il 43.0% di scuola secondaria di primo grado ed il 22.0% di scuola secondaria di secondo grado, riporta infatti problemi di bullismo. Anche dalle ricerche svolte in Italia (Fonzi, 1997) appare un quadro del fenomeno articolato ed ampio, emerge infatti come il 38.0% dei ragazzi intervistati nelle scuole primarie e il 22.0% nelle scuole secondarie di primo grado denuncino di aver subito prepotenze più volte nell ultimo periodo. L incidenza dei comportamenti agiti è del 27.0% nella scuola primaria e del 20.0% circa nella scuola secondaria di primo grado. Le pubblicazione successive, hanno confermato queste percentuali e in alcuni casi la stima del fenomeno è risultata più elevata (Baldry, 2001; Caravita, 2004; Marini e Mameli, 1999). In uno studio condotto a Roma da Baldry e Farrington (1999) su 138 studenti fra gli 11 e i 14 anni risulta come la metà di questi dichiari di aver subito atti di bullismo, in particolare il 34.0% delle femmine e il 25.0% dei maschi. Nel 2000 nel 1 Rapporto Nazionale sulla Condizione dell Infanzia e dell Adolescenza (Eurispes e Telefono Azzurro, 2000), compare il tema della prevaricazione tra i bambini, nell indagine furono messe a confronto le risposte relative alle prepotenze subite e a quelle agite, i dati evidenziarono come le prepotenze di entrambe le tipologie coinvolgessero maggiormente l universo maschile; in particolare, erano
16 1.BULLISMO 15 prevalentemente i bambini del Sud e delle Isole a dichiarare di agire le prepotenze (18.8%) e quelli del Nord a dichiarare di subirle (18.1%). Nel 3 Rapporto di Eurispes e Telefono Azzurro (2002), si sono registrati i primi risultati significativi riguardo al bullismo. Alla domanda Ti è mai capitato di picchiare o minacciare qualcuno?, più della metà dei bambini (55.3%) e degli adolescenti (63.8%), ha risposto affermativamente. Ancora un terzo dei bambini maschi (33.4%) ha affermato di aver visto verificarsi, nella propria scuola, minacce o atti di prepotenza continui da parte dei compagni e quasi il 20.0% ha riferito, addirittura, il verificarsi di continue violenze fisiche da parte dei compagni. Per quanto concerne gli adolescenti, tra il 2002 e il 2004 si riscontra, in particolare, un aumento di due forme di prevaricazione: le minacce o atti di prepotenza continui da parte dei compagni (dal 33.5% nel 2002 al 35.4% nel 2004) e le continue violenze fisiche da parte dei compagni (dal 10.9% al 16.8%). Nel sondaggio del 2010, (Eurispes e Telefono Azzurro, 2010) tra i comportamenti identificati come atti di bullismo è stata inserita l opzione diffusione di informazioni false o cattive su di te. Questo item è stato indicato da un numero più alto sia di bambini (22.0% circa) che di adolescenti (26.6%). Ciò dimostra che sono maggiormente diffuse forme di prevaricazione di tipo psicologico che si manifestano sottoforma di diffamazione. È importante sottolineare come l incidenza di questo fenomeno dipenda dalla definizione e dall arco di tempo considerato significativo dai vari autori per considerare un episodio un atto di bullismo, per questo motivo, si è creata nel
17 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 16 tempo la necessità di trovare una definizione ed una terminologia adeguata che permetta di ottenere misure statistiche il più possibile accurate per arrivare ad una misura comune e condivisa relativa all incidenza del fenomeno (Smith et al., 2002). 1.4 Differenze d età: incidenza in un ottica evolutiva L aggressione è una caratteristica che si acquisisce attraverso l influenza di fattori psicologici ed ambientali. Già dai primi anni di vita è presente nei bambini e si manifesta con la rabbia, che raggiunge il suo culmine in questa fase, per poi diminuire nell età scolare e risalire nuovamente durante l adolescenza (Petrone, Troiano, 2008). Il fattore età gioca perciò un ruolo importante nell escalation dell aggressività ed è per questo che l età risulta essere un importante variabile spesso studiata in relazione al fenomeno del bullismo (Menesini, 2000). Concentrandosi perciò in particolare sulle differenze di età, come appare dai primi studi condotti da Olweus (1983), emerge come la percentuale di studenti vittime di bullismo nelle scuole primarie diminuisca con l aumentare dell età, sono infatti gli studenti più giovani e deboli che riportano di essere stati prevaricati con maggior frequenza, mentre nella scuola secondaria di primo grado le curve discendono meno rapidamente. La percentuale media degli studenti che riporta di essere stata prevaricata nelle classi che vanno dalla II alla V elementare, è dell 11.6% maggiore di quella registrata nelle classi che vanno dalla II alla III secondaria di primo grado, ovvero del 5.4%. Esiste inoltre una chiara tendenza ad un minor ricorso alla violenza fisica nelle classi
18 1.BULLISMO 17 superiori rispetto a quelle inferiori, dai risultati dello studio condotto in Norvegia, si desume inoltre che le condotte di prevaricazione siano messe in atto maggiormente dagli studenti più grandi. Il bullismo è sicuramente un fenomeno molto diffuso e pervasivo, in cui un alta percentuale di bambini viene coinvolta come attore o vittima, nella scuola secondaria di primo grado il fenomeno coinvolge un minor numero di ragazzi, spesso sempre gli stessi, che più degli altri faticano ad uscire dal ruolo di bullo o vittima. Il bullismo si trasforma nel bisogno di primeggiare, di avere una vita sociale ed il suo decremento può essere valutato anche come conseguenza dello sviluppo delle capacità empatiche nei ragazzi più grandi (Fonzi, 1997). In un certo modo, tali ruoli sembrano radicalizzarsi e diventare sempre più rigidi, come dimostra anche il fatto che il coinvolgimento nel fenomeno è correlato con difficoltà future in adolescenza ma, anche in età adulta (Menesini, 2003). Perciò nonostante la frequenza dei comportamenti aggressivi sia più elevata nella prima e seconda infanzia, il periodo in cui questo comportamento si configura come più pericoloso è l adolescenza (Coie, Dodge, 1998). Allo stesso modo è possibile assumere che gli episodi più gravi avvengano proprio tra i ragazzi più grandi, scuola secondaria di primo grado e inizio scuole secondarie di secondo grado, nonostante una diminuzione della frequenza del fenomeno nelle classi relative. In una delle prime ricerche italiane di Genta e colleghi (1996) in cui hanno partecipato alunni tra gli 8 e i 14 anni, i risultati indicano come una percentuale molto alta di soggetti riferisce di aver subito prepotenze nel periodo considerato dal questionario, il 45.9% per le scuole
19 La definizione del cyberbullismo in adolescenza: un analisi evolutiva 18 primarie di Firenze e il 37.0% per quelle di Cosenza. Nelle scuole secondarie di primo grado la percentuale diminuisce, rispettivamente al 29.6% e al 27.4%. Secondo le ricerche condotte dall istituto IFOS (2008) su un campione di studenti tra gli 11 e i 20 anni nel 2008 il 35.0% degli studenti delle scuole secondarie di primo grado dice di aver subito prepotenze a scuola, percentuale che scende al 20.0% nelle scuole secondarie di secondo grado, di questi però solo il 6.0% della scuola secondaria di primo grado e il 4.7% della scuola secondaria di secondo grado, dice di aver subito attacchi in maniera continuativa nel tempo; per quanto riguarda i bulli il 34.0% dei soggetti alle scuola secondaria di primo e secondo grado ammettono di aver preso parte a prepotenze, di questi però solo l 1.0% per quelle secondarie di primo grado e il 3.2% di quelle secondarie di secondo grado in maniera continuativa. Nello studio di Whitney e Smith (1993) svoltosi in Gran Bretagna su di un campione di studenti, hanno rilevato come la percentuale di bambini delle scuole primarie che dichiara di aver subito prepotenze è del 27.0% e nelle scuole secondarie di primo grado del 10.0%. In età prescolare la maggior parte degli episodi aggressivi sono costituiti da conflitti per il possesso degli oggetti, associate a collera, lotta tra pari. Verso la tarda età prescolare si assiste ad un declino dell aggressività dovuta alle maggiori competenze linguistiche del bambino. Con il tempo e nell età scolare, sempre meno bambini mostrano comportamenti aggressivi, ma una minoranza diventa sempre più problematica. Si evidenzia così un cambiamento nella natura di tale comportamento e delle sue funzioni (Menesini, 2000). Come afferma Schaffer
20 1.BULLISMO 19 (1998) il comportamento diventa sempre più intenzionale e rivolto ad attaccare l altro, Loeber (1985) afferma inoltre che vi sono ulteriori decrementi della condotta aggressiva nella fase iniziale dell adolescenza, ma è anche l età in cui le azioni violente più serie aumentano. Nello studio condotto da Loeber e Hay (1997) sui giovani di Pittsburgh emerge un ordine progressivo di insorgenza dei fenomeni in relazione alla gravità: le forme di aggressività minore presentano un aumento lineare dai 3 ai 14 anni, l aggressività fisica aumenta dai 10 anni seguita dalla violenza che ha un incremento dagli anni in poi. Ancora dallo studio di Smith e colleghi (2007) emerge come per il bullismo vi sia un maggior decremento delle vittime con l età, i bulli rimangono invece piuttosto costanti, mostrando inoltre un passaggio in base all età da tipologie di bullismo fisico a tipologie di bullismo più indirette e relazionali. Inoltre anche i dati basati su questionari di autovalutazione inglesi e americani (Elliott, 1994; Farrington, 1995), evidenziano un incremento significativo di questi comportamenti tra i 12 e i 20 anni e una tendenza alla diminuzione dopo tale età. In un importante studio di Smith (2002) emerge come i soggetti più piccoli, a differenza dei più grandi, trovino maggior difficoltà a distinguere fra differenti forme di aggressività (aggressione fisica, bullismo diretto, aggressione verbale ed esclusione sociale) secondo l autore questo problema terminologico potrebbe spiegare anche il motivo per cui il fenomeno del bullismo sia maggiormente presente fra i più piccoli, infatti sono proprio i più piccoli ad includere nel fenomeno aspetti che non lo caratterizzano direttamente e specificatamente. Interessante da sottolineare è
IL BULLISMO. Dott.ssa Maria Giuseppina Bartolo
IL BULLISMO Dott.ssa Maria Giuseppina Bartolo Bullying Bullismo Prepotenze Bullying Dan Olweus 1978 Bullo = persona arrogante, violenta o anche colui che ostenta la sua vanità maschile mediante atteggiamenti
DettagliUfficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti
Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere
DettagliPROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado
PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono
DettagliCorso di formazione edizione 2012-13
CYBERBULLYING, CYBERSTALKING L USO INCORRETTO DELLA RETE FRA RAGAZZI E RAGAZZE Corso di formazione edizione 2012-13 CYBERBULLYING Cyberbullying cyberbullismo è l uso delle tecnologie informatiche per commettere
DettagliIl campione regionale
Difensore Civico Regione Emilia-Romagna CORECOM Regione Emilia-Romagna La Rete siamo noi Iniziative per un uso sicuro della rete Internet e del cellulare da parte dei minori Dati regionali Il campione
DettagliRestituzione dati bullismo, cyberbullismo e uso problematico di Internet. a.s. 2014-2015
Indagine sul fenomeno del bullismo e del cyberbullismo nella scuola secondaria superiore di San Marcello Pistoiese (PT): Incidenza e correlati individuali Restituzione dati bullismo, cyberbullismo e uso
DettagliSicur@mente in Rete. Cittadinanza, Costituzione e Sicurezza
Sicur@mente in Rete Cittadinanza, Costituzione e Sicurezza INDICE CYBERBULLISMO PEDOFILIA ON LINE STALKING ON LINE CYBERBULLISMO Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine
DettagliLa Rete siamo noi. L uso del cellulare, i rischi del bullismo elettronico
Difensore Civico Regione Emilia-Romagna CORECOM Regione Emilia-Romagna La Rete siamo noi L uso del cellulare, i rischi del bullismo elettronico Elena Buccoliero, sociologa Ufficio del Difensore civico
DettagliIndagine sul Cyber-bullismo
Indagine sul Cyber-bullismo Realizzata da O.N.F. Osservatorio Nazionale Federconsumatori sul comportamento dei ragazzi italiani dai 12 ai 17 anni RISULTATI DI SINTESI Più di 8 ragazzi su 10 possiedono
DettagliCyberbullismo in Italia: alcuni dati di ricerca in Emilia Romagna
Cyberbullismo in Italia: alcuni dati di ricerca in Emilia Romagna Annalisa Guarini, Antonella Brighi, Maria Luisa Genta Dipartimento di Psicologia 8 Febbraio 2012, Combattere il cyberbullismo in Italia:
DettagliGRUPPI DI INCONTRO per GENITORI
Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione
DettagliRapporto dal Questionari Insegnanti
Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la
DettagliTELEFONO AZZURRO. dedicato ai bambini COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO?
COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO? 1 Ehi, ti e mai capitato di assistere o essere coinvolto in situazioni di prepotenza?... lo sai cos e il bullismo? Prova a leggere queste pagine. Ti potranno essere utili.
DettagliQuestionario di interessi professionali Q.I.P.
Questionario di interessi professionali Q.I.P. Gli interessi professionali Nella vita di una persona, la scelta del percorso formativo e della professione rappresentano momenti importanti e significativi.
DettagliI rischi della navigazione dei minori sulla rete Internet
I rischi della navigazione dei minori sulla rete Internet Dott. Marco Valerio Cervellini Sost. Commissario della Polizia di Stato Responsabile dei progetti di educazione alla legalità e navigazione sicura
DettagliPROGETTO: TEATRO FORUM
24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per
DettagliL intelligenza numerica
L intelligenza numerica Consiste nel pensare il mondo in termini di quantità. Ha una forte base biologica, sia gli animali che i bambini molto piccoli sanno distinguere poco e molto. È potentissima e può
DettagliComparazione dei Risultati dell Indagine
Comparazione dei Risultati dell Indagine DOCTAE (Agr. nr. 2007-1983 001/001) Questo progetto è stato finanziato con il supporto della Commissione Europea. Questo documento riflette unicamente il punto
DettagliCONTESTO EDUCATIVO E BENESSERE PSICOLOGICO
CONTESTO EDUCATIVO E BENESSERE PSICOLOGICO Prima rilevazione nell istituto comprensivo Virgilio di Roma a cura di Pietro Lucisano Università degli studi di Roma La Sapienza, con la collaborazione di Emiliane
DettagliOGGETTO: Linee guida Progetto PERCORSO DI ORIENTAMENTO in collaborazione con la FS Prof. Sergio.
Distretto Scolastico N 53 Nocera Inferiore (SA) Prot. n. 1676 C/2 Nocera Superiore,18/10/2012 A tutti i docenti All attenzione della prof. Sergio FS di riferimento All attenzione di tutti i genitori Tramite
DettagliVERSO L ESAME DI STATO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO PROVA DI ITALIANO. Comprensione della lettura. Scuola... Classe... Alunno...
VERSO L ESAME DI STATO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO PROVA DI ITALIANO Comprensione della lettura Scuola..........................................................................................................................................
DettagliLezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)
Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l
DettagliElaborazione questionari somministrati nel Liceo Pitagora di ISILI
SERVIZIO DI MEDIAZIONE SCOLASTICA PLUS SARCIDANO E BARBAGIA DI SEULO Elaborazione questionari somministrati nel Liceo Pitagora di ISILI Classe 2 A Area supporto sociale e familismo Comprende gli item da
DettagliCampo d esperienza: IL SE E L ALTRO
Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO 1. Il bambino sviluppa il senso dell identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato
DettagliLE STRATEGIE DI COPING
Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono
DettagliDai comportamenti aggressivi al bullismo
Dai comportamenti aggressivi al bullismo Ricercatore e Docente di Psicopatologia Clinica Università degli Studi di Udine I LIVELLI DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO Livello 1. irritabile Livello 2. indisciplinato
DettagliLaboratorio di Pedagogia Sperimentale. Indice
INSEGNAMENTO DI LABORATORIO DI PEDAGOGIA SPERIMENTALE LEZIONE III INTRODUZIONE ALLA RICERCA SPERIMENTALE (PARTE III) PROF. VINCENZO BONAZZA Indice 1 L ipotesi -----------------------------------------------------------
DettagliPRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA
PRESENTAZIONE Mostra VIOLENZA ASSISTITA La nostra Associazione Mariposa si pone come obiettivo quello di approfondire la percezione ed il grado di conoscenza del tema della violenza assistita dai minori
DettagliISTITUTO ONNICOMPRENSIVO CELANO REGOLAMENTO PER L USO DEI CELLULARI E DEI DISPOSITIVI MOBILI
ISTITUTO ONNICOMPRENSIVO CELANO REGOLAMENTO PER L USO DEI CELLULARI E DEI DISPOSITIVI MOBILI Adottato dal Commissario Straordinario con delibera n. 7 del 11/09/2015 INDICE Art. 1 - Soggetti Art. 2 Modalità
Dettagli«CYBERBULLISMO» LE INIZIATIVE DEL GARANTE DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA. Italo Tanoni www.ombudsman.marche.it
«CYBERBULLISMO» LE INIZIATIVE DEL GARANTE DELL INFANZIA E DELL ADOLESCENZA Italo Tanoni www.ombudsman.marche.it Fermignano, 18/10/2013 DEFINIZIONE Con il termine cyberbullismo si identificano le azioni
DettagliModalità operativa un percorso didattico in 4 incontri con relativa scheda di rilevazione
Allegato 1: Modalità operativa un percorso didattico in 4 incontri con relativa scheda di rilevazione Premessa Il video didattico Noi due del sud offre una istantanea sul bullismo nella scuola media inferiore,
DettagliSCHERZO..LITIGIO...BULLISMO...?
IL BULLISMO SCHERZO..LITIGIO...BULLISMO...? M. è il più bravo della classe. Prende regolarmente in giro L. perché studia poco e rischia la bocciatura. Il primo giorno di scuola un ragazzo di quinta, nell
DettagliLa Rete siamo noi. Iniziative per un uso sicuro della rete Internet e del cellulare da parte dei minori. Dati raccolti in provincia di Bologna
Difensore Civico Regione Emilia-Romagna CORECOM Regione Emilia-Romagna La Rete siamo noi Iniziative per un uso sicuro della rete Internet e del cellulare da parte dei minori Dati raccolti in provincia
DettagliCriteri di selezione del collettivo e definizioni
Appendice A Criteri di selezione del collettivo e definizioni Introduzione L indagine sull integrazione sociale delle persone con disabilità è stata realizzata nell ambito del progetto Sistema di Informazione
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO 1 BOLOGNA
ISTITUTO COMPRENSIVO 1 BOLOGNA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO G. DOZZA n. di classi 18 n. alunni 458 di cui 116 stranieri ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA Est Europa: 42 Estremo oriente:37 Maghreb: 19
DettagliE possibile prevenire l abuso di alcolici? I risultati della sperimentazione del progetto PAASS
CONEGLIANO, 19 OTTOBRE 2012 E possibile prevenire l abuso di alcolici? I risultati della sperimentazione del progetto PAASS Bolzonello Igor & Massimo Santinello -Il progetto P.A.A.S.S. è la conseguenza
Dettaglicome nasce una ricerca
PSICOLOGIA SOCIALE lez. 2 RICERCA SCIENTIFICA O SENSO COMUNE? Paola Magnano paola.magnano@unikore.it ricevimento: martedì ore 10-11 c/o Studio 16, piano -1 PSICOLOGIA SOCIALE COME SCIENZA EMPIRICA le sue
DettagliCOMMISSIONE QUALITA. Oggetto: Relazione valutazione questionario soddisfazione genitori a.s. 12/13
COMMISSIONE QUALITA Bergamo, 10 maggio 2013 Oggetto: Relazione valutazione questionario soddisfazione genitori a.s. 12/13 Il sondaggio effettuato via mail ha sostituito alle quattro opzioni indicate una
DettagliPsicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice
INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------
DettagliDIMENSIONI CRITERI INDICATORI
Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari
DettagliTOLLO CH -VIA CAVOUR N.2
TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO
DettagliI libri di testo. Carlo Tarsitani
I libri di testo Carlo Tarsitani Premessa Per accedere ai contenuti del sapere scientifico, ai vari livelli di istruzione, si usa comunemente anche un libro di testo. A partire dalla scuola primaria, tutti
DettagliINDAGINE PROFESSIONI A CONFRONTO: COME I RELATORI PUBBLICI E I GIORNALISTI ITALIANI PERCEPISCONO LA PROPRIA PROFESSIONE E QUELLA DELL ALTRO
INDAGINE PROFESSIONI A CONFRONTO: COME I RELATORI PUBBLICI E I GIORNALISTI ITALIANI PERCEPISCONO LA PROPRIA PROFESSIONE E QUELLA DELL ALTRO Analisi elaborata da Chiara Valentini e Toni Muzi Falconi SINTESI
DettagliIl Bullismo. Cos è? I protagonisti. http://www.squarciagola.net/cyberbullismo/images/fbfiles/imag es/bullismo.jpg
Il Bullismo Cos è? Il bullismo è un comportamento violento che può implicare molestie verbali (parolacce o dicerie sulla vittima), aggressioni fisiche, anche dovute a discriminazioni etniche, confessionali
DettagliLa gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici. Dott.ssa Monica Dacomo
La gestione delle emozioni: interventi educativi e didattici Dott.ssa Monica Dacomo Attività per la scuola secondaria di I grado Chi o cosa provoca le nostre emozioni? Molti pensano che siano le altre
DettagliPREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica
PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,
DettagliDISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI
GIORNATE DI SUPPORTO ALLA FORMAZIONE DEI REFERENTI PER LA DISLESSIA DELLA LOMBARDIA 22 Aprile 2008 DISLESSIA ED ADOLESCENZA: ASPETTI PSICOLOGICI ED EMOTIVI Rosy Tavazzani Montani PERCHE L INSEGNANTE DOVREBBE
Dettagliuna prospettiva europea
Cyberbullismo: una prospettiva europea Annalisa Guarini Bologna, 7 settembre 2011 Introduzione Nuova generazione di adolescenti cresciuta in una società in cui essere connessi è un esperienza integrante
DettagliFORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo. Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari
FORMAZIONE DEI FORMATORI Disagio e bullismo Dr Fabio Muscionico U.O. Gestione Consultori Familiari Cosa è il BULLISMO Il termine bullismo è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno
DettagliQUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14
QUESTIONARI INCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2013/14 Questionari per: - docenti dell istituto - alunni classi terze secondaria - genitori classi terze secondaria Composti da tre punti di analisi con 8 domande
DettagliArea Marketing. Approfondimento
Area Marketing Approfondimento CUSTOMER SATISFACTION COME RILEVARE IL LIVELLO DI SODDISFAZIONE DEI CLIENTI (CUSTOMER SATISFACTION) Rilevare la soddisfazione dei clienti non è difficile se si dispone di
DettagliIstituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016
Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo
DettagliIntroduzione. L avvento delle nuove tecnologie della comunicazione in. tutte le società moderne ha sollecitato ad interrogarsi
Introduzione L avvento delle nuove tecnologie della comunicazione in tutte le società moderne ha sollecitato ad interrogarsi sull impatto che esse avranno, o stanno già avendo, sul processo democratico.
DettagliSERVIZIO NAZIONALE DI VALUTAZIONE 2010 11
SERVIZIO NAZIONALE DI VALUTAZIONE 2010 11 Le rilevazioni degli apprendimenti A.S. 2010 11 Gli esiti del Servizio nazionale di valutazione 2011 e della Prova nazionale 2011 ABSTRACT Le rilevazioni degli
DettagliPROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro
Dettagli5 La popolazione disabile
5 La popolazione disabile Problematiche inerenti alle fonti dei dati sulla disabilità L Osservatorio per le politiche sociali dell Amministrazione Provinciale ha intrapreso un complesso lavoro di censimento
DettagliScuola Triennale di Counseling Integrato. CORSO DI COUNSELING INTEGRATO STEP by STEP. Formazione teorico - pratica. Empowerment
Scuola Triennale di Counseling Integrato CORSO DI COUNSELING INTEGRATO STEP by STEP Formazione teorico - pratica Empowerment Più attenzione sulle risorse che sui problemi. Roma, 7 giugno 2017 www.felicianocrescenzi.com
Dettaglia cura dott.ssa Maria Cristina Theis
Essere genitori «nell era digitale: implicazioni delle nuove tecnologie (internet, cellulari, televisione, videogiochi) nella crescita dei bambini e modalità di approccio al loro utilizzo. a cura dott.ssa
DettagliLe storie sociali. Francesca Vinai e Clea Terzuolo
Le storie sociali Francesca Vinai e Clea Terzuolo . Qual è il punto di forza delle Storie Sociali??? PENSIERO VISIVO Uso di strategie visive migliora la comprensione, lo svolgimento delle attività, ma
DettagliQUESTIONARIO CONCORSO CORTOMETRAGGI - ZONA 4 SCUOLE SUPERIORI E CENTRI GIOVANI
QUESTIONARIO CONCORSO CORTOMETRAGGI - ZONA 4 SCUOLE SUPERIORI E CENTRI GIOVANI Definizione e Forme Di Cyber-Violenza Definizione di violenza (OMS 2002) L uso intenzionale della forza fisica o del potere,
DettagliAggressività: violenza, furti e bullismo
Aggressività: violenza, furti e bullismo Numero del Questionario Completato Attenzione! Ogni questionario completato deve riportare il numero progressivo di compilazione (es. per primo questionario completato
DettagliLe strategie di promozione della lettura messe in atto dalla. biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano abbastanza
CAPITOLO QUARTO ANALISI DEI SERVIZI DI PROMOZIONE PER UNA VALUTAZIONE DEI BENEFICI 1. Premessa Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano
DettagliInternational School of Siena. Procedura di ammissione. Le procedure
International School of Siena Procedura di ammissione L International School of Siena accoglie culture e nazionalità diverse. Offriamo un educazione generale utilizzando l inglese come lingua veicolare,
DettagliPer i giovani e il loro futuro, per le scuole secondarie di primo grado d Italia CENPIS STUDIO PSICOLOGIA E PSICOSOMATICA
Per i giovani e il loro futuro, per le scuole secondarie di primo grado d Italia a cura del Prof Antonio Popolizio Progetto nazionale di orientamento a cura di CENPIS STUDIO PSICOLOGIA E PSICOSOMATICA
DettagliLa Leadership efficace
La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2
DettagliServizio di Psicologia Scolastica SPAZIO ASCOLTO I.C. via De Andreis. www.spazioascolto.it CRESCERE GENITORI
Servizio di Psicologia Scolastica SPAZIO ASCOLTO I.C. via De Andreis www.spazioascolto.it CRESCERE GENITORI I PROSSIMI INCONTRI 28 APRILE Bullismo: azioni efficaci per contrastarlo 19 MAGGIO Rapporto famiglia-scuola:
DettagliUNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA
ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare
DettagliQUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO. La valutazione dovrà essere espressa in scala da 1 (per niente) a 5 (pienamente).
QUESTIONARIO DI EFFICACIA DELL INCONTRO Gentile genitore, le sottoponiamo il presente questionario anonimo al termine dell incontro a cui ha partecipato. La valutazione da lei espressa ci aiuterà a capire
DettagliASSOCIAZIONE L AMICO CHARLY - ONLUS CYBERBULLING
CYBERBULLING di Mariagrazia Zanaboni 1 Congresso Nazionale I MODERNI PREDATORI: IL BULLI SMO Milano, 23-24 ottobre 2009 1 Il bullo nel villaggio globale Costruiamo una cintura di salvataggio! 2 Cyberbulling
DettagliI processi decisionali all interno delle coppie
9 aprile 2003 I processi decisionali all interno delle coppie Nel 2001 l indagine Panel europeo sulle famiglie ha dedicato una particolare attenzione agli aspetti legati ai processi decisionali all interno
DettagliIl fenomeno del bullismo
Milano, 16 marzo 2013 + VOLONTARI BULLI Il VOLONTARIATO come antidoto al BULLISMO L esperienza di AVIS nazionale Il fenomeno del bullismo C.R.I.d.e.e. Dott.ssa SIMONA CARAVITA C.R.I.d.e.e. - Università
DettagliIL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:
IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti
DettagliA.D.H.D. DISTURBO DA DEFICIT DELL ATTENZIONE E DELL IPERATTIVITA Negli ultimi anni, con una frequenza superiore rispetto al passato, si sente parlare di bambini e adolescenti iperattivi o con problemi
DettagliConflitto e mediazione tra pari: una proposta per prevenire e gestire il bullismo Dott. Mirko Q. Antoncecchi
Conflitto e mediazione tra pari: una proposta per prevenire e gestire il bullismo Dott. Mirko Q. Antoncecchi Introduzione al fenomeno. Il bullo è un individuo che usa la propria forza o il proprio potere
DettagliAlessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma
Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE
DettagliBULLISMO: COSA PUO FARE LA SCUOLA?
BULLISMO: COSA PUO FARE LA SCUOLA? LUOGHI COMUNI SUL BULLISMO IL BULLISMO ESISTE SOLO NEI CONTESTI DEGRADATI IL BULLISMO E UNA QUESTIONE TRA MASCHI LA VIOLENZA FISICA VA CONTRASTATA, LE ALTRE PREPOTENZE
DettagliApertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella
Apertura dello Sportello C.I.C. Referente scolastica-counselor prof.ssa Gerardina Gonnella In una scuola che ormai è concepita come luogo non solo deputato alla trasmissione del sapere, ma anche connesso
DettagliOperatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega?
Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega? Pordenone, Marzo 2014 Dott.ssa Catia Cassin Delega In ambito gestionale per delega
DettagliIL COUNSELING NELLA SCUOLA: un esperienza diretta. Valeria Aquaro
IL COUNSELING NELLA SCUOLA: un esperienza diretta Valeria Aquaro E essenzialmente un attività di AIUTO, con proprie e specifiche caratteristiche. Si è sviluppata a partire dagli anni 60 come fenomeno sociale
DettagliSiamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.
DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti
DettagliIl settore moto e il credito al consumo
Il settore moto e il credito al consumo Rapporto di ricerca ISPO per Marzo 2010 RIF. 1201V110 Indice 2 Capitolo 1: Lo scenario pag. 3 Capitolo 2: Il Credito al Consumo: atteggiamenti 13 Capitolo 3: Il
DettagliGenitori e figli al tempo di Internet. Dott.ssa Barbara Forresi Psicologa e Psicoterapeuta
Genitori e figli al tempo di Internet Dott.ssa Barbara Forresi Psicologa e Psicoterapeuta Di cosa parleremo stasera? I nativi digitali I bambini da 6 a 10 anni 38% usano smartphone o tablet 1 su 3 li usa
DettagliLA PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA: MILLE ANNI DI STORIA TRA ARCHEOLOGIA E AMBIENTE
LA PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA: MILLE ANNI DI STORIA TRA ARCHEOLOGIA E AMBIENTE Scuola: Istituto comprensivo Fratelli Cervi - Scuola secondaria di I grado Dante Alighieri di Nonantola (Modena) MUSEO:
DettagliPRINCIPI DI TERAPIA COGNITIVA
PRINCIPI DI TERAPIA COGNITIVA Secondo la terapia cognitiva, l uomo possiede la chiave della comprensione e soluzione del suo disturbo psicologico entro il campo della sua coscienza. I problemi dell individuo
DettagliModulo: Scarsità e scelta
In queste pagine è presentato un primo modello di conversione di concetti, schemi e argomentazioni di natura teorica relativi all argomento le scelte di consumo (presentato preliminarmente in aula e inserito
DettagliManifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile
Manifesto TIDE per un Educazione allo Sviluppo accessibile Pagina 2 Contenuto Il progetto TIDE...4 Il manifesto TIDE...6 La nostra Dichiarazione...8 Conclusioni...12 Pagina 3 Il progetto TIDE Verso un
DettagliIstituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare. Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata NADIA VANDI
Istituto Scolastico comprensivo G. Lanfranco Gabicce Mare Educare nell era digitale ARGG! : un esperienza di didattica aumentata Perché la scuola si è occupata di tecnologie digitali Esperienza di didattica
DettagliQuestionario di Gradimento Seminario Il Questionario Insegnante e il Questionario Scuola: teorie, strumenti e risultati
Questionario di Gradimento Seminario Il Questionario Insegnante e il Questionario Scuola: teorie, strumenti e risultati Principali Evidenze e Risultati Sommario Introduzione... 3 Le principali caratteristiche
DettagliS i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i
S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p
DettagliISTITUTO COMPRENSIVO LUIGI CAPUANA MINEO PROGETTO SALUTE ED. ALL AFFETTIVITÀ ALLA SESSUALITÀ E ALLA RELAZIONE
ISTITUTO COMPRENSIVO LUIGI CAPUANA MINEO PROGETTO SALUTE ED. ALL AFFETTIVITÀ ALLA SESSUALITÀ E ALLA RELAZIONE A. S. 2013-2014 1 CARATTERISTICHE DEL PROGETTO 1. Titolo del progetto Educazione Salute Educazione
DettagliProgetto. Educazione alla salute e psicologia scolastica
Progetto Educazione alla salute e psicologia scolastica Il progetto di psicologia scolastica denominato Lo sportello delle domande viene attuato nella nostra scuola da sei anni. L educazione è certamente
DettagliLABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione
LABORATORIO a cura di Pier Cesare Rivoltella e Andrea Garavaglia La Formazione a distanza di Terza Generazione Laboratorio 2 Apprendimento collaborativo in rete Laboratorio 2 Apprendimento collaborativo
DettagliIl corso di italiano on-line: presentazione
Il corso di italiano on-line: presentazione Indice Perché un corso di lingua on-line 1. I corsi di lingua italiana ICoNLingua 2. Come è organizzato il corso 2.1. Struttura generale del corso 2.2. Tempistica
DettagliQuando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI
Quando decidi di crescere? LE DIFFICOLTA EMOTIVO-RELAZIONALI Le difficoltà emotivo-relazionali in ambito evolutivo Tutti quei segnali di disagio e di sofferenza, che coinvolgono la dimensione emotiva e
DettagliIndagine sul personale in servizio presso le Sedi Centrali del Ministero della Salute Risultati 2011
Stress Lavoro-Correlato e Indagine sul personale in servizio presso le Sedi Centrali del Ministero della Salute Risultati 2011 Obiettivi Rilevare il livello di benessere percepito dai lavoratori attraverso
DettagliSi verifica quando qualcuno compie atti di
CYBER BULLISMO E IL TERMINE USATO PER INDICARE IL BULLISMO ONLINE Si verifica quando qualcuno compie atti di vessazione, umiliazione, molestia, diffamazione, o azioni aggressive nei confronti di un altro,
DettagliCORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI
CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI I I figli crescono Primo incontro 25.11.06 La scuola superiore: l adolescente l tra scuola e famiglia Secondo incontro17.02.07 La relazione tra genitori e figli adolescenti:
DettagliInternet un nuovo MONDO. COSTRUIAMOLO
Internet un nuovo MONDO. COSTRUIAMOLO Conoscere E importante conoscere internet tanto quanto l evoluzione avvenuta nel mondo della comunicazione lungo la storia dell essere umano. Con la nascita della
DettagliMANUALE MOODLE STUDENTI. Accesso al Materiale Didattico
MANUALE MOODLE STUDENTI Accesso al Materiale Didattico 1 INDICE 1. INTRODUZIONE ALLA PIATTAFORMA MOODLE... 3 1.1. Corso Moodle... 4 2. ACCESSO ALLA PIATTAFORMA... 7 2.1. Accesso diretto alla piattaforma...
DettagliI DATI DELLA CHAT DI TELEFONO AZZURRO 7 DICEMBRE 2010 3O GIUGNO 2014
I DATI DELLA CHAT DI TELEFONO AZZURRO 7 DICEMBRE 2010 3O GIUGNO 2014 L implementazione della chat in Telefono Azzurro è partita il 7 dicembre 2010, allineando l Italia ai diversi servizi di consulenza
Dettagli