STARESTE TRANQUILLI avendo comprato un appartamento

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1 Finanza DERIVATI, UNA BOMBA DA DISINNESCARE Diffusissimi ma poco conosciuti, i contratti derivati presentano rischi reali che molti cercano di nascondere o minimizzare: scopriamo le carte STARESTE TRANQUILLI avendo comprato un appartamento in un palazzo in cui il primo piano è largo 50 metri, il secondo 95 metri e il terzo addirittura 466 metri, costruito in una zona ad alto rischio sismico? Se rispondete sì, siete amanti del rischio ma in maniera del tutto fuori luogo; se rispondete no, siete una persona ragionevole, ma purtroppo probabilmente abitate al primo piano di questa folle piramide rovesciata senza esservene resi conto. Gianluigi De Marchi 16 0TT0BRE 2012

2 Se parliamo di questa bizzarra costruzione è perché essa rappresenta esattamente la situazione del mercato finanziario odierno. Alla base ci sono i titoli azionari, che in tutto il mondo valgono circa miliardi di dollari, sopra di loro sono state emesse obbligazioni (titoli di debito) per miliardi (il doppio quindi del patrimonio sottostante) e al di sopra ancora sono stati costruiti i famigerati contratti derivati (privi assolutamente di qualunque riferimento all economia reale, rappresentativi di pure e semplici scommesse che però influenzano i mercati con i loro devastanti effetti moltiplicativi). Pensiamo che il pil mondiale (cioè il totale della produzione di tutti i paesi del mondo) non raggiunge i miliardi: si è fatto sorgere sul nulla (o sul poco) un mostruoso castello senza che nessuno sia intervenuto per bloccarne la costruzione, chiaramente abusiva. E fra l altro, anche il pil non è esente da aspetti critici che ne mettono in discussione il suo significato e la sua consistenza (vedi box a pagina 19). Cos è un derivato? Ancora oggi, a distanza di oltre un decennio dalla loro nascita, ben pochi sanno cosa siano i contratti derivati di cui parla anche la stampa non specializzata. In linea generale possiamo dire che un contratto derivato è un contratto basato su un altro contratto, dal quale prende vita, e di cui in ogni caso non può modificare la sostanza, anche se la sua forma appare totalmente diversa. Esempio tipico è quello dei titoli obbligazionari derivanti dalla cosiddetta cartolarizzazione dei mutui ad altissimo rischio concessi negli Stati Uniti sul finire del secolo scorso (correntemente definiti subprime, cioè prestiti al di sotto del livello normale di affidabilità). I mutui concessi a famiglie prive di reddito o con bassissimi introiti (insufficienti, fin dalla stipula, a rimborsare il prestito) sono stati erogati dalle banche per due motivi: il primo l illusione che il mercato immobiliare potesse crescere all infinito, consentendo così (grazie alla crescita del valore reale posto a garanzia) di assicurare comunque il rimborso. Il secondo la certezza di potersi sbarazzare dell ingombrante e rischiosissima operazione cedendola sul mercato a investitori attraverso obbligazioni speciali che incorporavano i mutui. Se queste obbligazioni fossero state offerte descrivendone esattamente la natura (altissimo rischio legato alle elevate insolvenze future) sarebbero state ri- Si è fatto sorgere sul nulla un mostruoso castello senza che nessuno sia intervenuto per bloccarne la costruzione, chiaramente abusiva OTTOBRE

3 Finanza I mutui prima casa abbinati a contratti derivati hanno generato utili stratosferici per le banche e perdite altrettanto elevate per le aziende e addirittura per i privati fiutate dal mercato; invece, con la complicità delle agenzie di rating (guarda caso possedute dalle stesse banche che procedevano alle operazioni di cartolarizzazione) sono state classificate ad altissima affidabilità, con la tripla A, sinonimo di sicurezza. Il bello è che l avidità delle banche e dei loro dirigenti (che intascavano premi faraonici da queste operazioni, grazie agli altissimi profitti conseguiti) ha generato obbligazioni di secondo livello (costruite raggruppando obbligazioni create sui subprime) e poi addirittura di terzo livello, moltiplicando il nulla Tutta questa carta che gira nel mondo (e che è finita a investitori inconsapevoli o a fondi comuni compiacenti che hanno sostenuto il meccanismo inserendo le obbligazioni nei portafogli dei partecipanti!) ormai non vale quasi nulla e ha generato perdite enormi, i cui effetti si sono scaricati dapprima sulle banche (caso limite: Lehman) e poi sull intero sistema economico, che ha subito una recessione legata all improvvisa rarefazione del credito (perché le banche dovevano destinare risorse crescenti a tappare i buchi della finanza). I derivati uccidono A peggiorare la situazione è intervenuta anche l attività di costruzione di prodotti derivati basati sui prestiti concessi alle aziende o agli enti territoriali (regioni, province, comuni). Il meccanismo è semplice: si offre a un soggetto che ha già un prestito la possibilità di fronteggiare il rischio tassi. L operazione avrebbe un senso se il debitore avesse un credito a tasso variabile, che lo esponga al rischio di dover pagare interessi crescenti nel tempo (ma, attenzione, con il beneficio di pagare interessi calanti se, come negli ultimi cinque anni, i tassi scendono!); ma non ne ha se l operazione sottostante è a tasso fisso! Invece è stato un dilagare di operazioni derivate vendute a tappeto, con strutture sempre più complesse che ben difficilmente i debitori (specie quelli meno attrezzati) riuscivano a capire. E così si sono generati utili stratosferici per le banche, e perdite altrettanto elevate per le aziende (e addirittura per i privati, perché anche i mutui prima casa sono stati abbinati a contratti derivati!). La stampa specializzata da anni segnala i casi di malafinanza che hanno provocato pesanti perdite di bilancio o addirittura provocato il fallimento di aziende, sommerse dai costi finanziari aggiuntivi (e inutili) dei derivati. Perché, come ha detto anni fa un lungimirante esperto di finanza, i contratti derivati venduti dalle banche sono come una roulette russa, solo che nel tamburo della pistola ci sono cinque pallottole su sei del caricatore. 18 OTTOBRE 2012

4 IL PIL, QUESTO SCONOSCIUTO Tutti ne sentono parlare, pochi lo conoscono, nessuno sa come si calcola. Parliamo del pil, questa sigla assurta a bussola di economia, finanza, politica, intorno alla quale si discute, si formulano strategie, si determinano le sorti di un paese. Cominciamo con la definizione più semplice possibile: il pil (prodotto interno lordo) è il valore di mercato di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un dato periodo di tempo. Quindi: i beni e i servizi che entrano nel pil sono valutati al valore di mercato (cioè ai prezzi a cui sono venduti), sono tutti quelli prodotti e venduti legalmente (senza tener conto di quelli prodotti e consumati all interno delle famiglie, ad esempio la frutta di un contadino che è utilizzata in casa) e sono solo quelli finali (cioè quelli venduti e consumati come tali). I beni e i servizi considerati sono quelli prodotti, non quelli che sono venduti (ad esempio, valgono le auto nuove di fabbrica ma non quelle usate). E per finire, il calcolo è effettuato esclusivamente sulla produzione del paese, con esclusione di quanto è prodotto all estero da aziende italiane (ad esempio, tessuti filati in Cina da società tessili italiane con stabilimenti in quel paese), ma considerando quanto prodotto in Italia da aziende straniere (ad esempio, cioccolato prodotto in Italia da una società svizzera). Detto così, sembra facile; ma c è l ostacolo di cosa calcolare e di dove reperire i dati. Il compito è stato affidato all Istat, delegato a tutte le rilevazioni statistiche nazionali. Per la produzione industriale o agricola in teoria nessun problema: si prende il fatturato di tutte le aziende, si sottraggono i costi di approvvigionamento delle materie prime e il valore è pronto. Ma per quanto la metodologia sia rigorosa (e infatti è sottoposta a precise procedure, standardizzate a livello europeo, per facilitare i confronti) è pur sempre frutto in gran parte di stime. Come si fa a determinare con esattezza il valore della produzione di centinaia di migliaia di unità produttive e come si fa a essere certi della depurazione dei vari passaggi da un azienda a un altra? Ma vi sono altri problemi. Una parte consistente del pil è dato dalla Pubblica amministrazione, per la quale, in via semplificata, si considera reddito prodotto la somma degli stipendi pagati! Quindi, se per assurdo tutti gli italiani fossero assunti dallo Stato per timbrare pratiche, passare carte, rilasciare carte d identità ecc., il pil crescerebbe a ogni rinnovo contrattuale; ma ovviamente senza produrre nulla! Insomma, gongolare o disperarsi per la variazione del pil è come commuoversi di fronte a scene che si svolgono in Second life : emozionanti sì, ma virtuali OTTOBRE

5 Finanza IL LISTINO DELLA BORSA Sia riportata la Borsa al suo ruolo naturale di mercato della circolazione dei titoli rappresentativi di aziende, non di pezzi di carta a prevalente contenuto speculativo Oggi in Borsa non sono quotate solo obbligazioni e azioni (come è stato per due secoli, quando si campava più tranquilli ), ma una serie di titoli o strumenti finanziari, raggruppabili in varie sezioni: azioni, obbligazioni, Etf e fondi immobiliari, certificate, covered warrant, oltre ai famigerati futures. Figurano in totale la bellezza di oltre valori trattati quotidianamente, un numero elevatissimo ma il cui contenuto è abbastanza misero. La sezione principale, quella delle azioni (oggi intorno a 300), è costituita da un centinaio di società appartenenti al settore manifatturiero (quello che produce), mentre la maggioranza rientra nell ampio settore dei servizi primari o secondari (quello che assiste chi produce). Insomma, il nostro paese appare come un economia in cui chi lavora e produce vale solo un terzo di chi lo aiuta, senza partecipare direttamente alla produzione! Nella sezione certificates sono trattati circa pezzi di carta, costituiti da scommesse in cui chi compra in teoria cerca di coprirsi dal rischio di un investimento, ma in realtà effettua una speculazione pura: investe una cifra relativamente piccola facendo affidamento sull effetto leva che consente di moltiplicare i guadagni. Insomma, carta emessa su carta Nella sezione Etf sono trattati parecchie centinaia di fondi quotati, investimenti di secondo livello (cioè non rappresentano società produttive, ma investono in società quotate: carta emessa a valere su carta). Insomma, la quasi totalità di quello che oggi figura presente alla Borsa italiana è carta pura che poggia su altra carta che poggia su altra ancora, e solo un infima minoranza rappresenta aziende che producono, danno lavoro, creano ricchezza. Per dare l idea della consistenza del listino della Borsa possiamo dire che è simile a quella di un cantiere stradale in cui due operai stanno lavorando, alcune decine di geometri stanno sorvegliando gli operai, altre decine di ingegneri controllano che i lavori si svolgano secondo i disegni, poi una cinquantina di sfaccendati si accalca con le mani attaccate alla griglia di protezione del cantiere 20 OTTOBRE 2012

6 Barack Obama con il senatore Chris Dodd e Barney Frank alla cerimonia della firma della legge di tutela del consumatore. Come uscirne La situazione è ormai a un punto di rottura, sia a livello micro che macro economico; dal 2008 (anno del fallimento Lehman) si cerca di uscirne ma invano. L amministrazione statunitense ha messo a punto un corposo piano (il progetto noto come Dodd-Frank, dal nome degli studiosi che l hanno elaborato) che è stato bloccato dalla potentissima lobby finanziaria perché metteva una serie di limitazioni all operatività delle grandi banche d affari, oggi libere di fare quello che vogliono senza dover rendere conto a nessuno. L Europa sta annaspando tra varie proposte che non riescono a vedere la luce per veti contrapposti, perché ogni paese vuole difendere certi privilegi (vedi la Gran Bretagna, patria della gran parte dei contratti derivati venduti in Europa alle aziende). La strada maestra è quella dell abolizione immediata di ogni forma di contratto derivato. Sia vietato alle banche di vendere i propri crediti, se ne accollino la responsabilità e se ne tengano le perdite se concessi con eccessiva faciloneria. Sia vietato agli enti locali di sottoscrivere contratti di questo tipo, di cui non conoscono struttura e meccanismo (gli esempi sono infiniti, le perdite per i cittadini enormi). In Germania e in Inghilterra è già così da anni, possibile che da noi non si possa fare altrettanto? Sia imposto alle banche di contabilizzare le operazioni in essere al valore di mercato (come imposto per qualunque altra forma di investimento finanziario) anziché al valore finale : salterebbero immediatamente fuori le enormi perdite accumulate e il pubblico dei risparmiatori potrebbe trarne le dovute conseguenze nell orientare le proprie scelte. Sia riportata la Borsa al suo ruolo naturale (e indispensabile) di mercato della circolazione dei titoli rappresentativi di aziende, non di pezzi di carta a prevalente contenuto speculativo (vedi box a fianco). Si blocchino i faraonici bonus ai dirigenti bancari legati ai risultati di brevissimo periodo e li si consentano solo in azioni della banca (mai in contanti!) e con obbligo di detenere i titoli per cinque anni, in modo da evitare la monetizzazione a breve termine. Il progetto statunitense che doveva regolare l eccesso di rischio da parte delle banche è stato bloccato dalla potentissima lobby finanziaria perché avrebbe limitato troppo l operatività delle grandi banche d affari E per finire, si riporti l etica nella finanza, facendo capire ai manager finanziari che il loro settore non è come gli altri, perché ha una responsabilità sociale enorme, quella di supportare l attività produttiva vera, quella che produce reddito, non carta. OTTOBRE

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