II Modulo Parte speciale e prelievo
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1 Settore Politiche per l Agricoltura e Gestione Faunistica CORSO PER L ABILITAZIONE ALLA CACCIA AL CINGHIALE IN FORMA COLLETTIVA II Modulo Parte speciale e prelievo Morfologia e biologia del Cinghiale Guido Tosi 00
2 Sistematica SUPERORDINE: Ungulati ORDINE: Artiodattili SOTTORDINE: Ruminanti Suiformi Bovidi Cervidi Suidi Stambecco Cervo Cinghiale Camoscio Daino Muflone Capriolo Capra di Montecristo
3 Famiglia dei Suidi (Suidae) Canini superiori e inferiori : a crescita continua; ricurvi; rivolti verso l alto.
4 Sistematica della Famiglia dei Suidi
5 Sottofamiglia Babirussinae Babirussa o Porco cervo
6 Sottofamiglia Suinae Facocero
7 Cinghiale
8 Distribuzione del genere Sus (cinghiale) nel mondo L areale di questo genere copre gran parte del continente eurasiatico e include l Africa settentrionale
9 Sistematica del genere Sus Rappresentato da (7) specie Sus scrofa, cinghiale eurasiatico Sus verrucosus, cinghiale delle verruche di Giava Sus barbatus, cinghiale barbato (Sus philippinensis, cinghiale dalle verruche delle Filippine) (Sus cebrifons, cinghiale dalle verruche di Visayan) (Sus celebensis, cinghiale di Sulawesi) (Sus salvanius, cinghiale pigmeo)
10 Sistematica e distribuzione della specie Sus scrofa
11 Sistematica e distribuzione della specie Sus scrofa in Italia In Italia sono state descritte tre distinte sottospecie: Sus scrofa scrofa, cinghiale centro-europeo Sus scrofa majori, cinghiale maremmano Sus scrofa meridionalis (o sardous), cinghiale sardo
12 In Italia la sistematica del Cinghiale a livello sottospecifico risulta fortemente influenzata da due fattori principali: incrocio con cinghiali del centro Europa (immessi spesso abusivamente) con caratteristiche biologiche diverse; incrocio dei cinghiali selvatici con i conspecifici domestici (Maiale: Sus scrofa domestica).
13 Incremento delle popolazioni di Cinghiale in Europa (965-98)
14 Distribuzione del Cinghiale in Europa prima e dopo il 970
15 Evoluzione della distribuzione del Cinghiale in Italia 9 950
16 Evoluzione della distribuzione del Cinghiale in Italia
17 Distribuzione del Cinghiale in Italia: 000 Origini delle attuali popolazioni di Cinghiale in Italia Espansione naturale Immissioni a scopo venatorio Fughe da recinti (Ibridazione con maiali domestici)
18 Dinamica del Cinghiale in Provincia del Verbano-Cusio-Ossola ( ) 0,6 0,5 0, capi/00 ha 0, 0, 0, Anno Indice cinegetico venatorio del cinghiale (N /00 Ha)
19 Origine delle popolazioni di Cinghiale in Lombardia Scomparsa dal territorio lombardo a causa della eccessiva pressione venatoria nella seconda metà dell 800, con nuclei residui solo nella Valle del Ticino. Ricomparsa negli anni 70 (immissioni ed espansione naturale).
20 Ricomparsa del Cinghiale in Provincia di Varese: : immissione di alcune femmine di provenienza toscana nell area del CAC e fuga da recinto di presunti ATC ibridi in Valcuvia-Valtravaglia; altre immissioni fino al 99; 989: prime segnalazioni di presenza nel Parco Campo dei Fiori.
21 Evoluzione delle popolazioni di Cinghiale in Lombardia:
22 Distribuzione attuale del Cinghiale in Lombardia e in Provincia di Varese VARESE Presenza regolare in CAC, ATC e Parco del Ticino Segnalazioni puntiformi più a sud, lungo corsi d acqua e aree umide (Bevera, Brabbia)
23 Anatomia scheletrica: arti Lo scheletro del Cinghiale si distingue per: arti con e 5 dito sviluppati e funzionali (Speroni o guardie).
24 Parte terminale del piede anteriore sinistro di un maschio adulto di cinghiale Distanza fra la linea ideale che congiunge le estremità degli speroni e quella che individua l inizio dei fettoni negli zoccoli anteriori e posteriori di cinghiale. Parte terminale del piede posteriore destro di un maschio adulto di cinghiale -9 mm. 0 mm. 50 mm. Lunghezza fettone. mm. 75 mm. Lunghezza totale zoccolo. 70 mm. Una caratteristica distintiva importante è rappresentata dagli speroni del cinghiale, che sono più lunghi e robusti di quelli di tutti gli altri ungulati e sono inoltre posizionati molto vicino agli zoccoli, a tal punto che la linea ideale che congiunge le estremità degli speroni è pressoché tangente ai fettoni negli arti posteriori, mentre in quelli anteriori tale linea interseca addirittura i fettoni a circa centimetro dalla loro linea iniziale. I fettoni sono molto voluminosi (circa / dello zoccolo) ed è questa una importante caratteristica discriminativa dell impronta del cinghiale rispetto a quelle degli altri ungulati (Solo il daino presenta dei fettoni di grandezza simile ma leggermente inferiore, circa metà dello zoccolo). Anche nel cinghiale l unghia esterna è leggermente più grande ed arcuata di quella interna, anche se in modo meno evidente rispetto ai maschi di cervo, daino e muflone.
25 Anatomia scheletrica: apofisi dorsali Lo scheletro del Cinghiale si distingue per: sviluppo delle apofisi delle vertebre dorsali;
26 Anatomia scheletrica: apofisi dorsali Lo scheletro del Cinghiale si distingue per: sviluppo delle apofisi delle vertebre dorsali;
27 Anatomia e morfologia: Gibbosità Garrese, fronte, quarti posteriori
28 Anatomia scheletrica: cranio Lo scheletro del Cinghiale si distingue per: grandi dimensioni del cranio, caratterizzato dall allungamento della parte facciale a detrimento di quella frontale; presenza del cosiddetto osso del grugno, disco osseo collegato con la porzione facciale per mezzo di cartilagini
29 Anatomia scheletrica: osso del grugno Osso del grugno: adattamento per lo scavo del terreno alla ricerca del cibo..insieme a dentatura Grugno
30 Anatomia scheletrica:forma del cranio Cinghiale Convessità del cranio Maiale Concavità del cranio
31 Anatomia: dentatura Canini a crescita continua, grandi e sporgenti (per un terzo della loro lunghezza). Molari bunodonti, provvisti di tubercoli a forma di isolette, sporgenti sulla superficie del dente.
32 Denti: se la dentatura è completa, sono, nella mandibola e nella mascella: incisivi (6+6), canini (+), 6 premolari (8+8) e molari (6+6). La dentatura, molto diversa da quella di altri ungulati, rispecchia le abitudini alimentari della specie e le caratteristiche dell apparato digerente e dello stomaco in particolare. Il cibo viene strappato a morsi e non è brucato, deve quindi essere masticato e lacerato per poter essere digerito. Molari Canini M M M Premolari P P P P M Molari M M P P P P Premolari Canini Incisivi
33 MANDIBOLA I molari sono tipicamente bunodonti, cioè provvisti di tubercoli a forma di isolette sporgenti sulla superficie del dente; a questi denti è affidata la masticazione vera e propria. I premolari costituiscono arnesi robusti e potenti atti (più che a masticare) a tagliare, frammentare e spezzettare il cibo. Il primo premolare inferiore è separato dagli altri, più piccolo e in alcuni individui può mancare del tutto. I canini sono grandi e sporgenti; quelli superiori, che prendono il nome di coti, sono ripiegati verso l esterno e verso l alto. Quelli inferiori, chiamati zanne o difese, hanno uno sviluppo maggiore, sono anch essi rivolti verso l alto e l esterno e appaiono molto lunghi e appuntiti soprattutto nei maschi. Gli incisivi sono ben sviluppati; quelli superiori hanno una forma tale da consentire una prima frammentazione del cibo. Quelli inferiori, a forma di scalpello, vengono usati per estrarre gli alimenti dal terreno durante le operazioni di scavo. MASCELLA
34 Formula dentaria Dentatura da latte (- mesi) i c p = 8 Dentatura definitiva (a circa anni) I C P M () / = /
35 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) A circa 8 mesi () () Emimascella Emimandibola 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi A tre anni Nascita mesi () () Emimascella Emimandibola Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
36 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) A circa 8 mesi () () Emimascella Emimandibola 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi A tre anni 6 (8) mesi () () Emimascella Emimandibola Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
37 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) A circa 8 mesi () () Emimascella Emimandibola 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A tre anni (0 ) mesi Emimascella Emimandibola (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
38 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) 5-6 mesi A circa 8 mesi () () Emimascella Emimandibola 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A tre anni Emimascella Emimandibola (definitiva) 7-8 mesi ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
39 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) A circa 8 mesi () () Emimascella Emimandibola 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A tre anni 9-0 mesi Emimascella Emimandibola (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
40 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) A circa 8 mesi () () Emimascella Emimandibola 0 ( da latte) - mesi A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A tre anni Emimascella Emimandibola (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
41 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno A circa 8 mesi () () () () () () () Emimascella () Emimandibola (7) - 0 mesi Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A tre anni Emimascella Emimandibola (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
42 Evoluzione della dentatura Tabella delle tavole dentarie del cinghiale dalla nascita ai tre anni (ad intervalli semestrali). Età Incisivi Canini Premolari Molari Semiarcata Denti totali Alla nascita Emimascella Emimandibola 6 (tutti da latte) A circa 6 mesi () () () () Emimascella Emimandibola 6 (8 da latte) Ad un anno () () () () () () Emimascella Emimandibola 0 (0 da latte) A circa 8 mesi () () Emimascella 6 mesi Emimandibola 0 ( da latte) A due anni () () () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A circa 0 mesi () () Emimascella Emimandibola (nessuno da latte) A tre anni Emimascella Emimandibola (definitiva) ( ) = fase iniziale di eruzione del dente. In grassetto i denti definitivi.
43 Determinazione dell età in base all usura dei molari in soggetti di oltre anni
44 Determinazione dell età in base al diametro del foro radicale del primo e secondo incisivo ( e mm a anni) (Metodo di Iff - 98)
45 Determinazione dell età dei maschi in base al rapporto tra i diametri delle difese alla base e al punto di affilatura (Indice di Brandt 965)
46 Determinazione dell età dei maschi in base al rapporto tra i diametri delle difese alla base e al punto di affilatura (Indice di Brandt 965)
47 Determinazione dell età delle femmine in base alle dimensioni del foro radicale, alla posizione del massimo diametro dei canini inferiori e alla comparsa dell affilatura
48 Valutazione del trofeo di Cinghiale Costituito dai quattro canini: difese o zanne, quelli della mandibola, e coti, quelli della mascella, è valutato esclusivamente nei maschi. Per estrarre difese e coti dagli alveoli è necessario bollire la mandibola e la mascella. Dopo la bollitura, si lasciano raffreddare per circa - ore in sede e, di seguito, con l'aiuto di una pinza, si estraggono. Una volta lavati ma mai decolorati con acqua ossigenata e ripuliti dei nervi delle radici, si lasciano asciugare lontani da fonti di calore. Per la misurazione del trofeo si utilizza il nastro metrico ed il calibro.
49 Lunghezza media zanne Va misurata in centimetri, con approssimazione al millimetro, lungo la grande curvatura esterna, dalla radice all apice della punta. Le lunghezze delle due zanne si sommano e la loro media moltiplicata per il coefficiente corrisponde al numero dei punti di lunghezza. X coefficiente
50 Larghezza media zanne Va misurata in millimetri (con precisione al decimo di millimetro) nel punto più largo. La media della larghezza delle due zanne moltiplicata per il coefficiente, dà il numero dei punti. Per questa misurazione si usa il calibro. X coefficiente Somma circonferenza coti Il punteggio è dato dalla somma delle circonferenze delle due coti, presa nel punto più largo, e moltiplicata per il coefficiente. Le coti si misurano in centimetri, con il metro a nastro, o meglio con cordicella non elastica. X coefficiente
51 Aggiunte Si possono aggiungere un massimo di 5 punti per la bellezza del trofeo. Per le zanne non si possono dare più di punti valutando uniformità e intensità del colore, uniforme convessità interna ed esterna e armoniosità della curvatura, grandezza del piano di masticazione, conformazione delle punte. Per le coti non si possono dare più di punti valutando curvatura e colore coi criteri utilizzati per le zanne. Coti Colore e curvatura da 0 a Zanne Colore, curvatura, uniforme convessità e integrità da 0 a Detrazioni Si possono detrarre sino a 0 punti per difetti nel piano di masticazione delle zanne, per l asimmetria nella lunghezza, larghezza e forma delle zanne e/o delle coti, per incongruenza tra zanne e coti, ecc.. Le detrazioni devono sempre essere motivate nelle schede di valutazione e non sono previste per la rottura del trofeo. Sviluppo eccezionale Questa aggiunta viene considerata solo se il trofeo presenta lunghezza e spessore eccezionali e arriva ad un max. di 5 punti.
52 Lum = lunghezza media Lam = larghezza media Cs = somma circonferenza coti Ag = aggiunte SE = sviluppo eccezionale D = detrazioni MEDAGLIE (C.I.C.) Bronzo: da 0,00 a,99 punti Argento: da 5,00 a 9,99 punti Oro: da 0,00 a...
53 Morfologia: struttura corporea Animale di aspetto robusto, caratterizzato da uno spostamento del peso sull avantreno. 50% 50% 0% 70%
54 Morfologia: struttura corporea Testa di dimensioni pari a più di un terzo della lunghezza del corpo.
55 Morfologia: struttura corporea Struttura generale interpretata come un adattamento per il movimento all interno della vegetazione fitta ed intricata.
56 Morfologia: principali misure biometriche Dimensioni degli adulti Lunghezza: 0-80(0) cm (maschio) 0-50 cm (femmine) Altezza al garrese: 90-0 cm (maschio) cm (femmine)
57 Morfologia: dimensioni corporee degli adulti MASCHI ADULTI Peso pieno (kg.) Peso vuoto (kg.) % del pieno Altezza al garrese (cm.) 90-0 FEMMINE ADULTE Peso pieno (kg.) Peso vuoto (kg.) % del pieno Altezza al garrese (cm.) Lunghezza totale (cm.) 0-80 Lunghezza totale (cm.) 0-50 Le forme mediterranee sono notevolmente più piccole di quelle di origine centroeuropea. Questo giustifica la forbice molto ampia fra i dati biometrici minimi e massimi.
58 Morfologia: pesi massimi (interi) nelle diverse sottospecie Femmine Maschi S. s. meridionalis kg S. s. majori kg S. s. scrofa kg (S. s. attila) (00 50) kg Le dimensioni molto variabili del Cinghiale dipendono principalmente dalle origini della popolazione e/o dal grado di ibridazione con il maiale.
59 Morfologia: pesi massimi (interi) nelle diverse sottospecie S. s. attila / lybicus
60 Morfologia: pesi alle diverse età Il peso alla nascita è di circa 700 grammi L accrescimento corporeo è relativamente rapido (90 00 grammi al giorno nel primo anno) e raggiunge i 0-0 (5) kg alla fine del primo anno di vita Successivamente l accrescimento diventa più irregolare e soggettivo, più lento nelle femmine, ed il peso aumenta di circa 0-5 kg ogni anno. Il massimo sviluppo ponderale viene raggiunto dopo i 6 anni.
61 Morfologia: dimensioni corporee alle diverse età
62 Morfologia: mantello Pelo di giarra (setole) e ridotta presenza di pelo di borra (sottopelo), con conseguente ridotta capacità di isolamento termico.
63 Morfologia: mantello PICCOLI (Striati): da 0 a /5 mesi Mantello a strisce longitudinali chiare e brune, che viene mantenuto fino a circa quattro/cinque mesi di vita.
64 Morfologia: mantello ROSSI O PORCASTRI: da 5 a mesi Mantello rossiccio, che permane fino alla primavera successiva a quella della nascita (e anche oltre).
65 Morfologia: mantello SUBADULTI ( anno) E ADULTI ( e più anni) Mantello bruno più o meno scuro la cui tonalità dipende dalla popolazione di provenienza e risulta caratterizzata da un ampia variabilità individuale.
66 Morfologia: muta del mantello Muta estiva: Maggio Muta invernale: fine Settembre- Ottobre Viene effettuata di norma prima dagli individui giovani, poi dai subadulti e dagli adulti per terminare con gli animali più vecchi o defedati e con le femmine accompagnate dalla prole.
67 La muta dal mantello invernale a quello estivo è molto vistosa: la sostituzione del pelo inizia da spalle e cosce, poi si estende sul dorso e a tutto il corpo; il pelo invernale si stacca in grandi ciuffi lasciando temporanee chiazze chiare di pelle nuda, mentre la muta invernale è più graduale.
68 Morfologia: pelle e tessuto adiposo Pelle con spessore variabile a seconda delle parti del corpo, più spessa nella regione delle spalle, del collo, della parte alta dei fianchi (sino a cm = armatura ). Tessuto adiposo particolarmente consistente, più sviluppato sui lati del tronco, sulle spalle e sulle cosce. Costituisce una protezione contro i rigori del clima e una riserva energetica. Pelle piuttosto povera di ghiandole sudorifere e sebacee: principale motivo per cui i cinghiali sono costretti a frequenti bagni in pozze fangose per mantenerla umida.
69 Morfologia: ghiandole odorifere La ghiandola rostrale, posta sul grifo, svolge la funzione di lubrificazione durante i lavori di scavo. La ghiandola prepuziale, ovviamente presente solo nel maschio e posta sopra al pene, è di notevoli dimensioni e svolge un ruolo molto importante durante i periodi riproduttivi. Le ghiandole carpali, situate sulla parte posteriore degli arti anteriori a livello della piega del ginocchio, hanno funzione di marcamento e riconoscimento e secernono un odore molto acre.
70 Ghiandola carpale, posizionata sulla faccia posteriore degli arti anteriori, a livello della piega del gomito.
71 Morfologia: ghiandole odorifere DENOMINAZIONE: G. rostrale G. carpale G. prepuziale LOCALIZZAZIONE: Grugno Arti anteriori Pene FUNZIONE: Lubrificazione Marcaggio Sensi Olfatto Udito + + Vista +
72 Morfologia: ibridi con maiale domestico Il fenomeno dell ibridazione tra cinghiale e maiale risale a tempi storici; sembra appurato infatti che già i romani, nel I secolo dopo Cristo, usassero mandare le scrofe di maiale in bosco per farle ingravidare dai maschi di cinghiale. Tale fenomeno, pur se molto limitato in natura, comporta la possibilità che sul territorio siano presenti ibridi di vario grado e con caratteristiche morfologiche le più disparate. Cinghiale Praticamente mai monocromatico con diverse sfumature di colore Mantello Ibrido con maiale Quasi sempre monocromatico o al più pezzato Relativamente lunghe, soprattutto negli individui giovani Zampe Piuttosto corte (soprattutto se incrociato con il Large White ) Piuttosto corte e portate diritte Orecchie Più lunghe e/o portare piegate Con peli fin dall inizio, ciuffo terminale vistoso, diritta Profilo fronto-nasale lungo, aguzzo, rettilineo (o solo leggermente concavo) Quarti posteriori e diametri trasversali poco sviluppati, peso e dimensioni contenute Coda Cranio Tronco Con pochi peli, ciuffo terminale ridotto o assente, ritorta Profilo fronto-nasale corto, tozzo e marcatamente concavo Quarti anteriori uguali ai posteriori diametri trasversali più sviluppati, peso e dimensioni maggiori
73 Morfologia: ibridi con maiale domestico
74 Riconoscimento in natura di sesso e classi d età
75 Determinazione del sesso: dimensioni MASCHI ADULTI FEMMINE ADULTE Peso pieno (kg.) Peso pieno (kg.) Peso vuoto (kg.) % del pieno Peso vuoto (kg.) % del pieno Altezza al garrese (cm.) 90-0 Altezza al garrese (cm.) Lunghezza totale (cm.) 0-80 Lunghezza totale (cm.) 0-50
76 Determinazione del sesso: elementi di valutazione
77 Maschi: figura, testa, criniera, zampe, pene, difese.
78 Maschi Caratteristiche salienti del maschio ) Testa triangolare, larga alla base, con la parte terminale del profilo fronto-nasale leggermente convessa ) Criniera evidente (in inverno) ) Pennello penico e testicoli evidenti soprattutto con il mantello estivo (in estate o in fase di muta, il pennello è visibile anche negli individui giovani) 5) Canini che fuoriescono dalla rima labiale (bene dal - anno). ) Coda che, in movimento, è generalmente portata orizzontale
79 Maschi
80 Femmine: figura, testa, (criniera), zampe, capezzoli, (difese).
81 Femmine Caratteristiche salienti della femmina ) Testa triangolare più stretta alla base ed acuta; profilo fronto-nasale del cranio rettilineo o leggermente concavo, portamento più leggero ) Capezzoli tirati e ben visibili soprattutto col mantello estivo, coda portata più frequentemente pendente ) Minore differenza tra quarti anteriori e quarti posteriori di quanto si verifichi nel maschio
82 Femmine
83 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione Classe 0 (da 0 a anno) Striati Rossi Classe I (da a anni) Subadulti Classe II ( + anni) ( o - anni compiuti) Classe (III) ( + anni) Adulti
84 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione Dimensioni corporee
85 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione La classe 0 comprende i soggetti dell anno, dalla nascita al compimento di un anno di vita. La compongono: gli striati (che a /5 mesi perdono le strie). Il peso alla nascita è di circa 700 grammi; presentano sul muso una sorta di anello di peli più scuri che va dal grugno fino alla fine della rima labiale. Dal mese le strie iniziano a ridursi, il colore del mantello tende a diventare più uniforme e scompare progressivamente l anello scuro del muso. Durante gli spostamenti seguono in fila indiana la madre o si muovono all interno di un cerchio creato dalle femmine adulte; al pascolo si allargano a raggiera, mantenendo le distanze dagli adulti del gruppo; sono molto vivaci e poco sospettosi; i rossi, soggetti da 6 mesi a 0 () mesi ( anno). Oltre il 6 mese le strie sono scomparse ed i piccoli assumono un colore rosso giallastro.
86 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione La classe I (subadulti) comprende animali da anno compiuto fino al compimento del anno. All inizio hanno il mantello uniformemente rossastro (acquisito già a 5-6 mesi) che gradatamente tende a diventare sempre più scuro (con il progredire dell età) fino ad essere praticamente già nerastro alla fine del secondo anno di vita. La testa è proporzionalmente più corta di quella degli adulti, ed è più stretta all estremità; il peso va da 0 a circa 0/5 kg. Nei maschi i canini non sporgono ancora dalla rima labiale mentre la criniera, benché ancora corta, e già visibile anche se non è mai portata eretta come nei maschi più anziani.
87 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione La classe II (adulti) sono gli animali che hanno più di anni e presentano, in modo più o meno accentuato in relazione all età, tutte le caratteristiche degli individui maturi: muso più allungato, testa massiccia, sbilanciamento del peso sui quarti anteriori, mantello prevalentemente bruno più o meno scuro, ecc. Al compimento del secondo anno, il mantello può avere ancora delle tonalità rossastre mentre in età avanzata aumenta la quantità di pelame grigio.
88 Maschi adulti + anni (Classe II) - anni - anni 5-6 anni 6 + anni
89 Femmine adulte + anni (Classe II) 5 + anni - anni
90 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione Dimensioni corporee
91 Determinazione delle classi d età: elementi di valutazione Sintesi ETÀ DENOMINAZIONE PESO EVISCERATO (kg) -(5) mesi 5-0 mesi Striati (redi-meloni) Sub-adulti (porcastri-bestie rosse) CARATTERI MORFOLOGICI SOCIALITÀ M/F -5/0 Mantello a strisce (sia M che F) In gruppo con F 0-5 Mantello bruno-rossastro Coda senza fiocco Pennello non visibile In gruppo con F anno Sub-adulti (porcastroni-bestie da branco o da compagnia) 0-5 Mantello scuro lucente Coda corta con fiocco arruffato Testa stretta apparentemente lunga Criniera corta, visibile Pennello appena visibile In gruppo con F anni Maschi sub-adulti /(Adulti) (bassotti) Femmine adulte (5) anni Adulti (terzigni, quartani) (5)6+ anni Adulti (solenghi) 90 Criniera collo-spalle Setole lunghe Difese spuntano Pennello ben visibile Lunga criniera Difese ben visibili Pennello ben visibile Testa grande-collo forte Criniera lunga, spesso eretta Collo forte Testa corta (mezza L. TOT) Zampe corte Gruppo M.5-/ Gruppo F M isolati o con M giovani/ Gruppo F M isolati o con M giovani/ Gruppo F
92 Habitat utilizzati Il Cinghiale frequenta una vasta gamma di tipologie ambientali e tutti i livelli altitudinali, dalle paludi planiziali alle foreste di conifere ma tende a rifuggire zone con innevamenti persistenti
93 Habitat preferenziali Benchè possa essere considerato ubiquitario, gli ambienti ideali sono: la foresta planiziale, la macchia mediterranea ed i boschi di latifoglie (preferibilmente con elevata presenza di essenze quali querce e/o castagno) con fitto sottobosco, radure e e prati - pascoli, anche limitrofi a zone coltivate.
94 Habitat preferenziali Predilige aree ricche di acqua, utilizzata sia per esigenze di approvvigionamento idrico che per l insoglio
95 Altitudine Dal livello del mare al limite della vegetazione arborea (stagionalmente anche oltre), purché con scarso innevamento. Habitat: sintesi Preferenze ambientali del cinghiale Esposizione Molto gradita, alle quote medio alte, la presenza di versanti a sud/sudovest in funzione della maggiore insolazione e minore permanenza del manto nevoso. Habitat Boschi puri e misti di latifoglie produttrici di frutta (ghiande, faggiole, castagne), ricchi di sottobosco ed alternati a radure e prato-pascoli, secondariamente anche boschi degradati e macchie. Disturbo Specie molto adattabile all uomo ed alle attività agricole, può parzialmente soffrire un disturbo antropico generalizzato e costante. Necessità vitali Acqua, nutrimento e copertura.
96 Alimentazione Onnivoro (Monogastrico) Alimento pro capite: 5-6 chili al giorno, circa 0 quintali all anno
97 ALIMENTAZIONE STAGIONALE DEL CINGHIALE TIPO DI ALIMENTO Carogne, topi, vermi Insetti Radici, tuberi Erbe (anche coltivi) Cespugli, piante erbacee Frutta, semi Altro ESTATE 5 % % 0 % 50 % 0 % 0 % % INVERNO 7 % - % 0 % - 50 % % Il Cinghiale è caratterizzato da una notevole adattabilità: animale eurifagico ed opportunista è in grado di utilizzare alimenti di origine sia animale che vegetale, sfruttando al meglio ciò che offre l habitat. La percentuale di utilizzo si diversifica in funzione della disponibilità stagionale. In ambienti mediterranei il consumo di alimenti di origine animale si può ulteriormente ridurre a favore di frutta e semi.
98 Eurifagico ed opportunista / Predatore e necrofago
99 Alimentazione: sintesi Modalità alimentare Forte mangiatore di vegetali grezzi, con necessità di assumere anche materiale proteico di origine animale Caratteristiche alimentari del cinghiale Definizione del tipo Monogastrico eurifagico, nomade-utilitarista, iper-trofodipendente. Periodi giornalieri di attività alimentare principali al crepuscolo, prevalente quello serale che spesso si prolunga nella notte. In inverno adotta spesso un solo lungo periodo N di ore al giorno dedicate all alimentazione 8-9 Fabbisogno calorico giornaliero Circa 05 Kcal.
100 Interazioni con attività economiche Le interazioni che una popolazione di Cinghiale contrae con gli ambienti naturali e con gli ecosistemi agrari variano in maniera sensibile non solo da area ad area ma anche, all interno della stessa zona, in relazione a periodi differenti. Generalmente tale impatto si traduce in un danno diretto, dovuto al prelievo delle parti vegetali utilizzate come alimento, ed indiretto determinato dal calpestio e dall attività di scavo che danneggiano le piante mettendone a nudo le radici. Tipologia del danneggiamento Danneggiamento diretto. Danneggiamento indiretto. Prelievo delle parti vegetali utilizzate come alimento Calpestio e attività di scavo che danneggiano le piante, estirpandole o mettendone a nudo le radici. L impatto del Cinghiale sulle diverse tipologie ambientali, è determinato essenzialmente dalle abitudini alimentari della specie e dalle caratteristiche dell habitat stesso; infatti la composizione floristica, la struttura e la produttività di un determinato ambiente, comportano presenze di cinghiale più o meno consistenti e pesanti.
101 Interazioni con attività economiche: colture agrarie In ecosistemi agrari i danni assumono entità economiche evidentemente più rilevanti. E opportuno quindi individuare le cause che spingono le popolazioni di cinghiale verso le colture agrarie. Tra queste cause vale la pena ricordare: lo sviluppo e rinaturalizzazione delle zone marginali fra bosco e aree aperte coltivate, la presenza di alberi da frutto e, soprattutto, la scarsa disponibilità di alimenti energetici in bosco (ghiande, faggiole, castagne) in annate di scarsa produzione o in boschi con scarsa presenza di queste essenze forestali. Cause che inducono il cinghiale a frequentare le coltivazioni Sviluppo e rinaturalizzazione delle zone marginali fra bosco e aree aperte coltivate Presenza di alberi da frutto e/o di essenze forestali o coltivazioni particolarmente appetite Scarsa disponibilità di alimenti energetici in bosco (ghiande, faggiole, castagne) in annate di scarsa produzione.
102 Interazioni con attività economiche: colture agrarie Si ritiene comunemente che il contenimento dei danni all agricoltura causati dal Cinghiale sia attuabile soltanto con il mantenimento della densità di popolazione entro limiti economicamente sopportabili. Fattori che determinano elevate entità di danneggiamento alle colture Densità molto elevate Contrariamente a quanto comunemente si ritiene, non è l unico fattore di rischio e probabilmente neppure il più importante Destrutturazione sociale: Causata spesso da un errata tecnica venatoria, poco selettiva, che tende a favorire la consistenza delle classi giovani e la formazione di branchi erratici Nomadismo stagionale: Spostamenti anche considerevoli conseguenti in prevalenza all azione di disturbo esercitata dalle cacce collettive L incidenza di tali fattori sull entità del danneggiamento provocato dal Cinghiale alle colture agricole, può essere ridotta (se non eliminata) mediante l adeguamento e la correzione della strategia gestionale globale del cinghiale, mentre i metodi diretti di prevenzione dei danni possono consistere nella tutela e difesa delle coltivazioni e/o in interventi di foraggiamento.
103 Interazioni con attività economiche: ambienti forestali Danni che una popolazione di cinghiale può apportare al bosco Diminuzione della biomassa vegetale (fortemente ridotta quantitativamente ma non nel numero di specie) per l asportazione ad uso alimentare; Danneggiamento (localizzato) di alcuni alberi di notevoli dimensioni per attività di pulizia (grattatoi) e sfregamento delle difese ; Diminuzione delle capacità di rinnovazione del bosco per l asportazione di semi e frutti (ghiande, faggiole, castagne); Innesco di fenomeni erosivi per l apertura di ferite nel cotico erboso a causa dell attività di scavo. In realtà da alcuni studi appare come, l azione di rimescolamento determinata dall attività di scavo del cinghiale in bosco, consenta una più facile germinazione di alcune specie forestali ed un aumento del ritmo di crescita a causa dell interramento dei semi, del rimescolamento del terreno e del trasporto in superficie delle sostanze minerali.
104 Interazioni con attività economiche: danni da Cinghiale in Provincia di Varese Euro
105 Danni da Cinghiale nel Parco Nazionale Val Grande mq - euro 0 n eventi superficie danneggiata numero di eventi importo risarcito 0 Danni da cinghiale risarciti dal Parco (ribaltamento cotica erbosa campi coltivati orti) Sup. media:.000 mq N medio: 7 - Risarcimento medio: Euro.7
106 Numero di eventi di danno da Cinghiale nel PNVG nel corso dell anno ( ) 0 8 n eventi 6 0 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre
107 0 Interazioni con attività economiche: investimenti in Provincia di Varese 5 0 CINGHIALE CERVO CAPRIOLO
108 Segni di presenza del Cinghiale Tipici segni di presenza del Cinghiale legati all alimentazione sono i siti di scavo (grufolate), la cui estensione e profondità varia in relazione alla densità di animali, all umidità del terreno ed al tipo di cibo reperibile.
109 Legati all attività di alimentazione sono anche i boli alimentari, costituiti in prevalenza da radici e graminacee che il Cinghiale mastica ma non sempre ingerisce e che si ritrovano sul terreno in masse compatte e allungate. I boli sono particolarmente abbondanti nei campi di avena, probabilmente a causa di una maggiore quantità di materiale poco digeribile e/o nutriente presente nella spiga di questo cereale. Boli alimentari ai bordi di un campo di avena
110 Gli escrementi del Cinghiale sono di colore nerastro ed hanno forma allungata (tipo salsiccia); le dimensioni variano molto in funzione della massa corporea e vanno dai ai 6 cm di diametro, e dai 5 ai 0 cm di lunghezza (). Col passare del tempo tendono a diventare di colore marrone o grigiastro ed a separarsi in piccole masse rotondeggianti del diametro di -5 cm ().
111 In primavera, conseguentemente alla grande quantità di vegetali freschi ingeriti, le fatte si presentano più compatte e mollicce, costituiscono quindi masse piuttosto informi (A) che rapidamente si disgregano (in seguito anche all opera degli insetti che si nutrono di escrementi) mostrando il materiale indigerito che non è stato finemente sminuzzato come avviene negli erbivori ruminanti, così che è possibile identificare ad occhio nudo gran parte delle componenti animali e vegetali (B). A B
112 Un altro segno di attività è rappresentato dagli insogli, pozze d acqua a cui il cinghiale si reca abitualmente per il bagno di fango; la pozza non deve essere profonda né di acqua limpida in quanto la funzione che deve assolvere il bagno è quella di inglobare nel fango i parassiti per poi eliminarli, una volta che questo si è seccato, mediante energici sfregamenti contro rocce o tronchi d albero.
113 Nel bosco, in prossimità delle pozze di insoglio (ma a volte anche ad una certa distanza), si trovano appunto i grattatoi, di norma alberi, che possono avere la corteccia completamente asportata a causa del continuo sfregamento di numerosi cinghiali.
114 I siti di riposo, le lestre, sono più difficili da notare in quanto sono prevalentemente costituiti da piccole depressioni del terreno con limitati accumuli di lettiera, situati prevalentemente nel fitto della vegetazione o in luoghi asciutti e soleggiati (se abbastanza tranquilli); le lestre dei vecchi maschi e delle femmine in procinto di partorire sono invece più voluminose e vistose poiché di solito il terreno viene approfondito ulteriormente con operazioni di scavo e vengono apportate erbe, ramaglie e foglie secche in discreta quantità.
115 La traccia (o pista) del Cinghiale, come quella degli altri ungulati, è diversa in funzione dell animale che la lascia e soprattutto del tipo di andatura (passo, trotto o galoppo). Al passo e al trotto lento le orme, o impronte, si presentano doppie (a gruppi di due), lo zoccolo posteriore calpesta l orma dell anteriore in modo più o meno sovrapposto in funzione della velocità (andatura più veloce, sovrapposizione maggiore); al trotto veloce la pista diventa diritta e le peste appaiono a distanza regolare e costante (immagine A), mentre al galoppo le impronte sono a gruppi di quattro (piuttosto distanziate fra loro) con le orme degli arti posteriori più allargate e che sopravanzano quelle degli anteriori. A
116 Mobilità e organizzazione spaziale Il Cinghiale in talune condizioni è soggetto a notevole mobilità sia considerando i movimenti giornalieri che quelli che compie in un anno Home range annuale (Marsan, 990): femmine ha maschi ha Svizzera (Baettig, 980): sub-adulti: distanze giornaliere max di km Francia (Mauget, 979): distanze giornaliere di - km maschi -9 km femmine Francia (nord, Klein 98): 90% dei capi marcati ucciso entro 0 km Camargue (Dadaillon, 98): 75% dei capi marcati ucciso entro 5 km Polonia (Andrzejwski, 978): 80% dei marcati uccisi tra 90 e 50 km
117 Utilizzo temporale dello spazio Fase di riposo diurno in aree costanti (lettiere con foglie o erba secca infossate nel suolo), nelle zone montuose esposte a Sud o a Est. Fase di attività crepuscolare e notturna con spostamenti rapidi per raggiungere le zone di alimentazione.
118 Parte della presente lezione è stata tratta dai MODULI: - CACCIATORE DI CINGHIALE ABILITATO ALLA CACCIA COLLETTIVA - OPERATORE ABILITATO AI RILEVAMENTI BIOMETRICI Si ringraziano per la disponibilità: ISTITUTO NAZIONALE PER LA FAUNA SELVATICA ST.E.R.N.A.
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