Omelia Solennità di Gesù Cristo Re dell Universo Rito di Ammissione tra i candidati agli Ordini Sacri di Cantoni Stefano e di Forchetto Manuel

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1 Carissimi! Omelia Solennità di Gesù Cristo Re dell Universo Rito di Ammissione tra i candidati agli Ordini Sacri di Cantoni Stefano e di Forchetto Manuel Riuniti dal Signore attorno al suo altare celebriamo l Eucarestia nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell Universo, nell ultima domenica dell anno liturgico, dedicata alla Giornata diocesana per il Seminario, che ci vuole ricordare la necessità di sostenere spiritualmente e materialmente questa istituzione così preziosa per la vita della nostra Chiesa. Oggi, poi, lo sguardo di benevolenza del Signore si posa sulla nostra comunità diocesana e ci viene donata la gioia di accogliere, in modo pubblico e solenne, la domanda di due giovani di essere ammessi all itinerario di formazione fra i candidati al Sacramento dell Ordine. Saluto con viva cordialità tutti i presenti, con i Superiori e gli alunni del Seminario, e della Comunità vocazionale, con i sacerdoti che concelebrano. Saluto Stefano e Manuel con le loro famiglie, e le loro parrocchie di origine e di esperienza pastorale, con un ricordo particolare per i giovani presenti, affinchè questa celebrazione possa aiutarli nel cammino di crescita cristiana e di discernimento vocazionale. La solennità di Cristo Re si pone a sigillo dell anno liturgico concludendone il ciclo; e ci esorta a tenere desta l attesa del Signore risorto, che siede alla destra del Padre e di nuovo tornerà per il giudizio, per porre definitivamente la sua Signoria sulla storia e sul mondo. Come si può descrivere questo Regno di Gesù? Lo sentiremo nel prefazio della Messa: Regno eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace. Ma cosa significa che Gesù è Re? Significa riconoscere la signoria di Gesù sulla nostra vita, e attraverso la nostra vita e la vita della Chiesa, sulla vita della intera umanità, chiamata a conversione di fede e di amore, e di speranza. Alla signoria di Gesù siamo chiamati a partecipare fin d ora, divenendo sempre più simili a Lui-Gesù, cooperando nella Chiesa alla sua maggior gloria e riconoscendolo presente in ogni uomo. 1

2 Ma quali immagini vengono usate per esprimere questo mistero della nostra fede? La Parola di Dio (lo abbiamo sentito nelle letture bibliche della Messa di oggi) ne usa di molto semplici ma eloquenti: quelle del re, del pastore, del giudice. La pagina del profeta Ezechiele, ci riporta ad un momento difficile del popolo d Israele, di fronte al quale, Dio in prima persona si pone come pastore e guida di salvezza: Io stesso cercherò le mie pecore...; io stesso lo condurrò al pascolo.... E lui, Dio, il Pastore, è lui la salvezza. Anche nella nostra esperienza personale o di comunità può capitare di vivere situazioni difficili, di non trovare sostegno e aiuto. Anche oggi, e forse molto più oggi, dove tutto sembra dissipato e dove la solitudine nelle difficoltà può mettere in pericolo i nostri giorni, questa parola e questo atteggiamento amorevole di Dio infondono in noi speranza e coraggio per credere in Lui e in noi stessi e nel futuro della vita. Se può avvenire nel cammino dell esistenza di perdersi o di allontanarsi dal gregge di Dio, mai però il Signore si dimentica di noi, o smette di cercarci, di bussare alla porta del nostro cuore. Nell Esortazione Apostolica Tertio millennio adveniente del Beato Giovanni Paolo II, leggiamo alcune parole che ho citato anche questa mattina nella Visita pastorale alle monache del Carmelo, dice il Papa: «Tocchiamo qui il punto essenziale... non è soltanto l uomo a cercare Dio, ma è Dio che viene in persona a parlare di sé all uomo ed a mostrargli la via sulla quale è possibile raggiungerlo» (n. 6). Ogni cristiano, e in particolare ogni sacerdote deve saper mostrare agli uomini questa verità. Aggiungo alcune parole che il Santo Padre Benedetto XVI ha pronunciato nella omelia durante la Messa con i seminaristi a Madrid nel contesto della Giornata Mondiale della Gioventù dello scorso agosto; dice il Papa: Cristo, è il Buon Pastore che custodisce le proprie pecore...per imitare anche in ciò il Signore, il vostro cuore deve andare maturando in seminario, rimanendo totalmente a disposizione del Maestro. Tale disponibilità, è quella che ispira la decisione di vivere nel celibato per il Regno dei cieli, il distacco dai beni terreni, l austerità della vita e l obbedienza sincera senza dissimulazione. 2

3 Nel testo evangelico del capitolo 25 di Matteo, che abbiamo ascoltato, il Giudizio sul bene e sul male e la divisione fra buoni, benedetti del Padre, e cattivi, maledetti nel fuoco eterno, si fonda sul criterio della carità, dell amore, della attenzione nei confronti di coloro che hanno bisogno del nostro aiuto, perchè poveri, perchè ammalati, perchè emarginati. Con due attenzioni importanti: * che la salvezza, conseguenza del Giudizio positivo, è riferita, è collocata in riferimento al Regno dei cieli, al Regno di Dio, già presente fra di noi nel Figlio di Dio e che sarà pienamente realizzato nel Paradiso della vita eterna. * E poi, non meno importante, che il giudizio sull amore e sulla vita spesa per gli altri, è riferito a Lui, a Gesù: avevo fame e mi avete dato da mangiare.., avevo sete e mi avete dato da bere.... In questo contesto e con queste attenzioni, il cammino della vita dentro le sue mille difficoltà, i possibili disorientamenti e le possibili illusioni, può assumere, se accogliamo il messaggio del vangelo, un orientamento positivo, che sceglie di camminare lungo una strada certo non facile, impegnativa, diversa dalla strada di molti altri, ma piena di senso, perchè dà un senso fondato alla vita, riconoscendo nei fatti e nelle scelte quotidiane la signoria di Gesù, che dice ascolto della sua Parola, decisione in suo favore, fedeltà e coerenza, amore: amore come criterio di vita, amore per il Signore e per i fratelli. Infondo non è un criterio diverso da quello che oggi, nella Giornata del Seminario viene giustamente evocato per parlare della vocazione al sacerdozio ministeriale, dentro il contesto del senso vocazionale della vita, a sua volta legato al senso religioso dell esistenza umana. Cari Stefano e Manuel, oggi, di fronte al Signore e a tutta la comunità, in maniera pubblica e solenne, chiedete di essere ammessi fra i candidati agli Ordini Sacri. Il cammino di discernimento che fin qui avete compiuto, vede in questa celebrazione un significativo passaggio, ma è un cammino che non deve certo arrestarsi, ma farsi ancor più serio e impegnato. 3

4 Questa sera siete, pronti ad accogliere la divina chiamata con le parole del profeta: Eccomi, manda me (cfr Rito). Tutti noi siamo invitati ad accompagnarvi con la nostra amicizia e soprattutto con la nostra preghiera, chiedendo al Signore che vi doni la fedeltà e che porti a compimento l opera che ha iniziato in voi (cfr Rito). Permettete che mi soffermi sul Rito di Ammissione che stiamo per celebrare, perchè possiamo coglierne alcune caratterisitiche significative: la prima sottolineatura è che la vostra scelta di disponibilità è una risposta ad una chiamata. Fra poco il vostro nome sarà pronunciato in questa assemblea e voi risponderete: Eccomi!. Al principio sta la voce di Dio che chiama; la sua grazia che sceglie, cui deve seguire la risposta libera e sincera dell uomo. Il Rito, poi, ci fa comprendere come ci sia bisogno che qualcuno nella Chiesa attesti e aiuti a fare discernimento sul cammino vocazionale: ecco il Seminario con i suoi Superiori e con il Vescovo. Ancora, a questo passo non si giunge senza adeguata preparazione. Nessuno è pronto a rispondere pienamente e totalmente alla chiamata del Signore. Il cammino formativo che avete intrapreso, vi ha aiutato e vi aiuta ad avere una solida formazione, umana, spirituale, culturale, pastorale, affinchè la vocazione al presbiterato plasmi tutto il vostro essere così da assumere gli stessi sentimenti di Gesù. Infine il Rito sottolinea come il cammino da voi intrapreso sia indirizzato verso il ministero Ordinato. Un dono grande, non mai pienamente meritato, cui si deve rispondere con disponibilità e passione. Sappiamo come il presbitero debba configurarsi a Cristo e ciò comporta, l identificarsi sempre di più con Colui che per noi si è fatto servo, sacerdote e vittima. Configurarsi a Lui è, in realtà, il compito per il quale ogni sacerdote deve spendersi per tutta la vita. Cari amici, preparatevi ad essere apostoli con Cristo e come Cristo, per essere compagni di viaggio e servitori degli uomini. 4

5 Ai giovani presenti, desidero affidare una parola di sant Agostino che credo possa aiutarli nel cammino di riflessione sulla loro vita. Il santo si domanda: Cosa voglio? cosa desidero? cosa bramo?... perché vivo? se non per il proposito che tutti vivano in Cristo? (Disc. 17,2). Carissimi! In questa cappella maggiore dedicata a Maria Regina degli Apostoli, si elevi la nostra preghiera per il bene della Chiesa universale e della nostra Diocesi che si prepara a celebrare il Congresso Eucaristico Diocesano, per impetrare il dono di numerose e sante vocazioni al sacerdozio ministeriale e per chiedere la grazia della perseverenza. Maria Santissima e tutti i Santi, nei quali il potere Regale di Cristo ha operato meraviglie, sostengano la Chiesa nella difficile e permanente opera di instaurare omnia in Christo! + Giuseppe Merisi Vescovo di Lodi 5