LA CANTINA. Vajont : è tempo di ricordare Quando l uomo si rovina con le sue mani. Anno 12, Numero 34, Dicembre 2013

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1 P e r i o d i c o d i i n f o r m a z i o n e, c u l t u r a e c u r i o s i t à e d i t o d a l l a r e d a z i o n e g i o r n a l i s t i c a d e l G. B. C e r l e t t i V i a X X I I I A p r i l e, C o n e g l i a n o ( T V ) w w w. s c u o l a e n o l o g i c a. i t ; e - m a i l : i n f i s i s s c e r l e t t i. i t Cari amici de La Cantina, ben ritrovati! Come vedete qui a fianco, l apertura di questo numero del giornalino scolastico è dedicata ad un triste anniversario, quello della sciagurata tracimazione della diga del Vajont. Sono passati 50 anni, ma non per questo il ricordo di uno dei disastri ambientali più gravi del continente può essere dimenticato o ridimensionato. Anche perchè la responsabilità va addebitata all incuria degli uomini che purtroppo ancora oggi inquinano e rovinano l ambiente in cui vivono. A volte si ha l impressione che il mezzo secolo che è trascorso sia passato invano. E che i 2000 morti di Longarone in fondo non abbiano insegnato nulla, se in Valtellina, in Sicilia, in Pianura Padana e da ultimo in Sardegna le persone e le case continuano a finire travolte dagli eventi atmosferici. Dicevano i latini che natura non facit saltus, che la natura cioè non fa salti, piuttosto è l uomo che glieli fa fare pagando poi un prezzo altissimo e con gli interessi. Ad ogni tragedia ci chiediamo come sia stato possibile, come sia potuto accadere, come se non dipendesse da noi e dalle scelte miopi che facciamo, tutte inesorabilmente interessate ed egoistiche. Come qualcuno sostiene, più che di calamità naturali si dovrebbe parlare di calamità provocate dall uomo, perché gli eventi che travolgono (continua a pag 16) Anno 12, Numero 34, Dicembre 2013 LA CANTINA Il PUNTO Vajont : è tempo di ricordare Quando l uomo si rovina con le sue mani Cinquant anni, sono passati cinquant anni da quel maledetto 9 ottobre in cui le vite di migliaia di persone vennero spazzate via, cancellate da una gigantesca ondata d acqua, proprio come fa uno straccio umido con tante formule scritte su una lavagna, proprio come le onde del mare con le dolci parole scritte sul bagnasciuga. Questo è stato purtroppo il risultato di una guerra combattuta per molti anni, un conflitto tra la popolazione del monte Toc e la S.A.D.E., società italiana di elettricità. Credo sia giusto ricordarla così, come una guerra, una contesa voluta dai più ricchi e potenti per indebolire i poveri, gli inermi; per togliere loro il poco che possedevano. Il progetto Grande Vajont venne concepito dall ingegner Carlo Semenza e prevedeva la realizzazione di una diga a doppio arco, alta 202 m il cui bacino idrico artificiale aveva una capacità d invaso pari a m³ d acqua. Il piede della diga si trovava a 460 m sul livello del mare, all altezza del paese di Longarone, ciò sta a significare che lo sviluppo complessivo rispetto al punto zero sarebbe corrisposto a 662 m. La concessione venne accordata con D.P.R. nr. 729 del 21 marzo Durante lo stesso anno, si sviluppò l idea di innalzare lo sbarramento di ulteriori 20 m, aumentando così la sua capacità d invaso e sfruttando appieno le caratteristiche geologiche del Calcare del Vajont. Tutto questo sarebbe stato possibile, se non per una piccola incongruenza: il versante destro su cui poggiava la diga era destinato a franare provocando danni inestimabili. I rilevamenti del professor Giorgio Dal Piaz, però, non dimostravano tale tesi; egli, dal 1937 al 1960 continuò a sostenere che il danno più grave sarebbe potuto essere uno sgretolamento superficiale della roccia, la quale, cadendo nel bacino, non avrebbe apportato danni né alla valle né al fondo valle. Infatti, per ogni perizia geologica richiesta dal ministero delle infrastrutture alla S.A.D.E, lui si limiterà a firmare la stessa per ben vent anni. Si riveleranno inutili le perizie di altri geologi sostenenti il contrario, in quanto verranno nascoste e archiviate dalla S.A.D.E., che non porterà mai a conoscenza dello Stato la loro esistenza. Furono numerose le battaglie sostenute dagli abitanti del Toc; prima fra tutti la giornalista Tina Merlin, la quale scrisse a lungo,nel suo giornale di partito, articoli di protesta contro la costruzione e l attività della diga, accettando, seppur ingiustamente, di essere processata. Passarono gli anni, tra dissensi e paura, tra rabbia e disperazione. Passarono forse troppo in fretta. E quanto più veloce fu il tempo in cui, giorno dopo giorno, vennero sbattute in faccia ad un intera popolazione le impotenti sconfitte, tanto più eterni furono i pochi istanti in cui tutto ebbe fine. Erano le 22:39 del 9 ottobre Erano le 22:39 di una sera come tante, dove la morte sorprese inaspettata le vite di migliaia di persone, dove la distruzione si fece spazio in ben cinque paesi lasciando su di essi una traccia indelebile. Oggi, a mezzo secolo di distanza da questo avvenimento, non vi è un libro di storia che riporti quanto successo, non una canzone in suffragio di quanto accaduto; perché, come dice Marco Paolini: il dolore andrebbe cantato, ma probabilmente la canzone più bella rimarrà il silenzio, come segno di rispetto e commemorazione da parte di ognuno di noi. Ilaria Zambon 4BVE (vignetta di G. Spinato 4AVE)

2 Pagina 2 SPECIALE SCAMBI CULTURALI IL VIAGGIO AGLI ANTIPODI, LA NUOVA ZELANDA. È dal 2003 che ogni anno viene effettuato lo scambio culturale tra il Cerletti di Conegliano e l Eastern Institute of Technology di Hawke's Bay, in Nuova Zelanda. Quest anno, nel 2013 dopo 10 anni, io, Alice Bottarel, ho avuto l onore di essere stata scelta per questo emozionante viaggio alla scoperta della viticoltura ed enologia dall altra parte della terra. Lo scambio è intitolato a Romeo Bragato, un ex allievo della nostra scuola, considerato il fondatore della viticoltura neozelandese, che nel lontano 1898 mise a dimora un vigneto sperimentale in quelle terre; da allora la Nuova Zelanda ha iniziato la sua ascesa nel mondo della viticoltura. Il mio viaggio agli antipodi è durato un mese, esattamente dal 2 agosto al 3 settembre. Durante il mio lungo volo d andata, ben 29 ore, avevo mille dubbi e incertezze che mi riempivano la testa: Sarò all altezza? Riusciranno a capirmi? Saprò orientarmi? Piacerò alle persone?. Arrivata all aeroporto di Auckland, grazie ad una calorosa accoglienza, tutti i miei pensieri erano svaniti, rimpiazzati da un grosso sorriso e dalla pazza voglia di visitare ogni angolo di quel bel Paese, al punto tale che l adrenalina è riuscita a tenermi sveglia per 41 ore! Il week end è passato in un batter d occhio, ed era già ora di cambiare zona della città e famiglia ospitante. La settimana era iniziata, e con essa la visita alle cantine, ai vigneti e agli incredibili panorami di Auckland, situata a nord del paese. Questa zona non è particolarmente adatta alla coltivazione della vite a causa del terreno troppo argilloso e delle abbondanti piogge, ma si continua a coltivare e a produrre vino per un motivo storico: ricordare i HO PRESO UN THE A BRIGHTON Conoscere persone provenienti da diversi Paesi, confrontare le proprie idee, i propri pensieri, stringere nuove amicizie e soprattutto migliorare il proprio livello di inglese. Queste sono solo alcune delle opportunità offerte dallo scambio culturale. La città dove sono stata la scorsa estate è Brighton, in Inghilterra. Sono stata ospitata da una famiglia cordiale, socievole e accogliente che abitava nella periferia del Paese. Erano una coppia solare, giovanile e avevano due figli e la bellezza di sei gatti. Frequentavo la British Study Centres, un college situato ad una quarantina di minuti da casa con il bus. Esso ospita studenti di tutto il mondo di età superiore ai sedici anni: la maggioranza erano italiani, francesi e cinesi. Le lezioni cominciavano alle 9.30 per proseguire fino alle ed erano suddivise in: Grammar, Speaking, Listening e Writing, a seconda del livello di ogni studente che veniva valutato primi vigneti, che sono stati piantati proprio qui. Già dopo 3 giorni avevo visitato 6 cantine, la sede del New Zealand Winegrower Association, ovvero l organizzazione che rappresenta le cantine neozelandesi, e assaggiato 61 vini tra i quali Pinot gris, Syrah, Chardonnay, Merlot e Malbec. Era il momento di cambiare città: Gisborne, situata a nord est. Per arrivarci ho preso un piccolo aereo per gli spostamenti nazionali. All arrivo, ad aspettarmi c era una signora molto gentile e simpatica che mi ha subito portata a pranzo nonostante fossero le e are la loro azienda. subito dopo la famiglia mi ha portata a visit Nei giorni che ho passato in quella regione viticola ho visitato un vivaio, un vigneto biodinamico, due cantine e ho assaggiato 37 vini tra i quali Sauvignon blanc, Chardonnay, Pinot gris e Viognier. Quindi è stato il turno di Hawke s Bay, la seconda regione viticola più estesa. Dopo 3 ore di auto su strade piene di curve, sono arrivata a Napier, dove ho conosciuto Kevyn e Corinne Moore, i due organizzatori dello scambio, con i quali ho visitato il centro della città e ho incontrato il sindaco, una donna molto cordiale e disponibile. Nel pomeriggio ho visitato l EIT, ovvero l Eastern Institute of Technology, la scuola che partecipa allo scambio, nella quale ho assistito ad alcune lezioni di degustazione e di analisi sensoriale. Alice Bottarel 6VA Un esperienza di studio al British Study Centres in base ad un test scritto e uno orale. Gli insegnanti ci facevano spesso lavorare a coppie o a piccoli gruppi cercando di farci relazionare l'uno con l'altro. A volte venivamo portati in giro per la città o nei parchi pubblici per intervistare le persone del posto, al fine di creare dei sondaggi sui gusti e/o sulle abitudini inglesi. La scuola organizzava inoltre degli incontri pomeridiani, delle visite guidate e delle attività facoltative anche nel fine settimana. L'unico punto ''critico'' di quest'avventura è stato il cibo, infatti molto spesso abbiamo dovuto ricorrere al McDonald's e al KFC. E' stata un'esperienza di crescita personale e culturale che mi ha permesso di conoscere persone con abitudini, usanze e tradizioni differenti dalla mia. Nicole Dalla Torre 4AVE

3 Pagina 3 Vacanza studio nella terra di Joyce Un esperienza capace di cambiarti la vita Di questi tempi parlare di vacanze studio all estero potrebbe sembrare una cosa un po fuori luogo, visti i chiari di luna degli ultimi anni. È sicuramente un impegno economico, che va visto però come investimento per il futuro. Per la stragrande maggioranza dei casi, le vacanze studio hanno come meta Paesi anglofoni, e Londra è al top della classifica. Nel mio caso, era la prima volta (e anche la prima volta per l aereo sigh): come destinazione ho scelto la fredda costa oceanica irlandese, nello specifico Galway. Dopo la partenza un po ritardata e l arrivo a casa nel cuore della notte, ci aspettava il fatidico test (per la serie, spariamo a caso che è meglio, sperando di imbroccare l opzione giusta). Questo, ahimè, non è stato l unico trauma: sicuramente il primo è stato quello di vedere frontali ovunque la causa? Senso di marcia al contrario, il che si è rivelato un grosso problema quando si doveva prendere l autobus (esattamente sul marciapiede opposto). La giornata tipo si divideva in tre parti: mattinata a scuola, pomeriggio dedicato a varie attività di uscita e sera divertimento puro. Il bello della mattina stava di ritrovarsi in classi internazionali (10 persone) ed essere così obbligati a parlare solo l inglese per riuscire a capirci; nel mio gruppo c erano infatti 3 italiani, 2 spagnoli, 2 arabi, 1 russa e 2 svizzere, di età anche notevolmente diverse tra loro. Gli insegnanti erano sempre disponibili e gentili ma se per sbaglio scappava una parola in italiano Penso però che durante questi corsi il vantaggio principale arrivi dal fatto che ti devi arrangiare da solo in situazioni normali, soprattutto al di fuori della scuola, con una lingua che non è la tua, e la soddisfazione più grande è quella di riuscire a capire ed a farti capire. Scuola a parte, ho avuto modo di conoscere un bellissimo Paese, sia dal punto di vista paesaggistico (l Irlanda è verde per definizione) che culturale. Ho potuto visitare Dublino, con le sue attrattive principali (St Patrick s Cathedral, il meraviglioso Trinity College, Temple Bar), mancando però il grande obiettivo: la Guinness Storehouse. Altre uscite sono state dedicate alle Cliffs of Moher (lì ho assaporato il classico umorismo angloirlandese: alla domanda quante volte cadono le persone da quassù?, la risposta è stata ah beh, cadono una volta sola perché poi muoiono! ), al Connemara e, dulcis in fundo, alle strepitose (anche se molto ventose) Isole Aran. Anche gli irlandesi, come mi avevano detto, si sono dimostrati molto ospitali e calorosi : tutti quelli che ho incontrato sono stati veramente gentili e disponibili. Ah.. dimenticavo di ringraziare Ann per avermi ospitata e fatto assaggiare i cibi tipici, e suo marito Bernard per le lezioni sul Chelsea Football Club!! E un saluto va anche a Charlie, gatto onnipresente in casa! Un consiglio che voglio dare? Ragazzi, se potete, fate un esperienza simile ne vale davvero la pena!! Marta Battistella 4BGT Studiare e divertirsi a Los Angeles L anno scorso è passata a scuola una circolare su una vacanza studio a Los Angeles. Incuriosita dalla proposta, ne ho parlato con i miei genitori e li ho convinti a presentarsi alla riunione a scuola. Dopo svariati calcoli, sacrifici e documenti compilati arrivò il fatidico giorno della partenza. Il mio viaggio ebbe inizio dall aeroporto Marco Polo di Venezia: l aereo fece uno scalo a Francoforte e poi puntò dritto verso la mèta. Sono state undici ore, lunghe ed estenuanti, durante le quali ho ammazzato il tempo guardando film, ridendo, dormendo e per fortuna non spesso- mangiando gli assurdi pasti offerti dalla compagnia aerea (Bleah!) Arrivata Los Angeles mi hanno portata dove avremmo alloggiato, nella zona denominata The Claremont Colleges, una zona dedicata alle varie facoltà di studio: immensi prati verdi, fontane, due piscine e i vari edifici per le classi, in più la mensa! Tanti tavoli e cibo a non finire! La mattina seguente, dopo una colazione più che abbondante fatta di montagne di pancetta, muffin e altre americanate, abbiamo fatto i test di inglese per vedere il nostro livello ed essere assegnti alle classi. Ogni mattina, dopo colazione andavamo a lezione, poi tornavamo in mensa per il pranzo e poi partivamo per una nuova escursione! Verso l una del pomeriggio salivamo in pullman per essere scarrozzati in diversi posti, tra cui spiagge e luoghi famosi: avevamo più di un ora di tempo libero in cui potevamo visitare i luoghi, poi si ritornava al college per passare la serata in tranquillità. Oltre Los Angeles, Hollywood, Beverly Hills e le spiagge dell Orange Country, abbiamo passato due notti a Las Vegas in un albergo a quattro stelle enorme, visitando naturalmente la capitale dei casinò e il Gran Canyon. Eravamo moltissimi ragazzi, qualche centinaia forse, tra italiani, francesi, argentini e anche russi, abbiamo fatto amicizia con moltissima gente e ci siamo divertiti più che mai. Abbiamo riscontrato situazioni diverse dalle nostre, modi di approcciarsi tra i più disparati e mentalità differenti che ci hanno permesso di metterci a confronto con gli altri. Devo dire che queste sono esperienze che ti cambiano e che ti portano ad essere una persona migliore e più aperta e anche chi ti sta vicino te lo fa notare positivamente. Gaia Spianto 4AVE

4 Pagina 4 Razzismo non fa rima con sport Ogni domenica siamo daccapo Se saltelli muore Balotelli. E una delle tante strofe dei cori razzisti che viene cantata allo stadio per punire, in questo specifico caso, un giocatore che sembra impegnarsi sia dentro che fuori dal campo di calcio per far accendere il sentimento razzista che si conserva nel cuore dei suoi avversari. L ultimo ad essere stato preso di mira pur non essendo di colore è il francese Mexes, che in occasione della partita giocata dal Milan domenica 6 ottobre a Torino contro la Juventus ha approfittato della confusione di un calcio d angolo a favore degli ospiti per tirare un pugno (per quanto il gesto sia stato discusso) a Chiellini. E per la cronaca, lo stesso tipo di insulto è stato rivolto più volte a De Rossi dai tifosi laziali nei vari derby. Caso emblematico di tifo razzista in Italia è rappresentato senza dubbio dall amichevole disputata dal Milan a Busto Arsizio a gennaio contro la Pro Patria. In quell occasione Boateng, stremato dalle offese che gli venivano rivolte dai tifosi padroni di casa, ha interrotto il gioco al 26 del primo tempo scagliando la palla contro le tribune avversarie. La partita non è stata mai terminata perché Boateng e compagni hanno deciso di abbandonare il campo per protesta. Ma il razzismo non si manifesta solamente negli stadi di calcio. Tutti gli appassionati di atletica, e della maratona nello specifico, ricorderanno sicuramente l intervento che fece il consigliere provinciale Pietro Giovannoni in occasione dell organizzazione della maratona del Santo di Padova del 17 aprile Giovannoni durante la seduta del Consiglio provinciale sostenne con convinzione che fosse necessario tagliare i finanziamenti alla manifestazione per evitare che i premi in denaro riservati ai primi classificati andassero ai soliti atleti africani o comunque extracomunitari in mutande. Ciò testimonia non solo incompetenza, ignoranza ed anche invidia nei confronti dei padroni indiscussi di questo nobile sport, ma anche incapacità di sostenere il confronto sportivo con i Paesi di tutto il mondo e di imparare dai più forti. Probabilmente il consigliere provinciale non era al corrente del fatto che molti atleti provenienti da tutta Europa, mezzofondisti e fondisti in particolare, scelgono di stabilirsi temporaneamente nei centri di allenamento dei monti di Kenya ed Etiopia, a 3000 m, dove l aria che si respira è decisamente più rarefatta, per potenziare il proprio fisico dal punto di vista anaerobico. Lo stesso Andrea Lalli, uno dei migliori mezzofondisti italiani e membro del corpo delle Fiamme Gialle, ha deciso di trascorrere la stagione in Kenya per prepararsi (e vincere) i campionati europei di corsa campestre che si sono tenuti a Budapest il 9 dicembre Nonostante lo stesso Adolf Hitler, uomo che fece del razzismo uno dei fondamenti della sua politica, si fosse arreso in occasione delle olimpiadi di Berlino del 1936 davanti alla straordinaria potenza atletica di Jesse Owens, il razzismo è ancor oggi un problema che continua a persistere nello sport. Ma, come dice Morgan Freeman, per avere una sola, misera possibilità di sanare questa piaga sociale bisogna smettere di parlarne. Io smetto di chiamarti uomo bianco e tu smetti di chiamarmi uomo nero. Filippo Gobbi 5CB Simboli fascisti sulle bandiere Nelle gare sportive le maglie con l immagine del Duce e le scritte e i simboli inneggianti al regime fascista non potranno più essere tollerate. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione, confermando la condanna inflitta dalla Corte d appello di Trento - sezione distaccata di Bolzano - a un 31enne finito sotto processo per «aver fatto uso di simboli delle organizzazioni nazionaliste, indossando in occasione di un incontro sportivo di hockey una maglietta con l immagine di Benito Mussolini e riproducente scritte proprie dell ideologia fascista». Il 31enne, dopo i primi due gradi di giudizio, si era rivolto alla Cassazione sostenendo che «indossare una maglietta o altro capo di abbigliamento richiamante motti, scritte o simbologia del partito fascista non può in sé integrare le fattispecie di reato» previste dalla legge. Inoltre, il 31enne si era difeso spiegando che non aveva «alcuna intenzione di discriminare e offendere l altrui dignità». Ma la Suprema Corte non ha voluto sentire ragioni e ha rigettato il ricorso, sostenendo che «il reato sussiste per il solo fatto che taluno acceda ai luoghi di svolgimento di manifestazioni agonistiche recando con sè emblemi o simboli di associazioni o gruppi razzisti e simili, nulla rilevando che a tali gruppi o associazioni egli non sia iscritto». La Cassazione ritiene dunque corretto il verdetto dato dai giudici in secondo grado, che hanno «dato atto che l essersi presentato esibendo la maglietta con le scritte e i simboli inneggianti al regime fascista e ai valori dell ideologia fascista nel contesto dello specifico incontro sportivo di hockey svoltosi in Alto Adige, notoriamente caratterizzato da contrasti delle opposte tifoserie, integra la condotta di uso di simboli propri delle organizzazioni nazionaliste e i comportamenti vietati e sanzionati dalla legge». (F.G. 5CB)

5 Pagina 5 INTERVISTA DOPPIA Faccia a faccia tra i proff. Magaton e Pasquale Nome: Firminio Soprannome: non ne ho Quali sono i suoi hobby? Le camminate in montagna Generi musicali preferiti: il rock, mi piace la buona musica in generale Piatto preferito: baccalà alla vicentina Dove se lo concederebbe un viaggio? Cile on the road; dai deserti dell Atacama fino alla Terra del Fuoco Come era da giovane? Guardatemi, non sono maturato ( come adesso) Cosa voleva fare da bambino? Il costruttore edile Si sarebbe mai aspettato di diventare insegnante? no Un aspetto positivo ed uno negativo del suo lavoro: di positivo c è che il contatto con i giovani mi fa rimanere sveglio ( attivo); in negativo, invece, è la troppa burocrazia Un aspetto positivo ed uno negativo della scuola: aspetto positivo: la maggioranza delle persone che lavora all interno della scuola, negativo: l ultima riforma approvata. Quanto vale una laurea oggi? Una laurea magistrale continua a valere molto In che animale si rispecchia? In un orso perché non sono molto espansivo nei rapporti La prima cosa che guarda in una donna: il sorriso Crede in dio? No, sono un fervente anticlericale Cosa c è dopo la morte? Il nulla Favorevole o contrario ai matrimoni gay? Favorevole, ognuno fa quello che vuole della propria sessualità Favorevole o contrario all aborto? favorevole Favorevole o contrario alla legalizzazione della cannabis? favorevole Dia un consiglio ai suoi colleghi: continuate a lavorare bene Dia un consiglio agli studenti non fatevi plagiare Nome: Antonella Soprannome: Quello di famiglia è Ziminunno. Di personali ne ho tanti, quasi tutti affibbiatimi dalle mie otto sorelle e dai miei quattro fratelli. Quello a cui sono più affezionata è Nenette. Generi musicali preferiti: mi piacciono tutti i generi, dalla musica colta alla musica popolare e folk-etnica; ho peraltro, sin da ragazzina, una particolare preferenza per il jazz. Piatto preferito: Mangiare è una delle mie passioni e di piatti preferiti ne ho tantissimi. Oggi sceglierei frutti di mare crudi, paccheri con pescatrice e pomodorini, calamari ripieni con patate. Dove se lo concederebbe un viaggio? In Perù che ritengo terra molto affascinante per Storia e Ambiente. Come era da giovane? Idealista, ribelle, ottimista e. simpatica. Cosa voleva fare da bambina? Scoprire qualcosa di importante per l umanità e sposare un principe. Si sarebbe mai aspettata di diventare insegnante? No, non faceva parte dei miei progetti. La mia presenza al Cerletti è stata la conseguenza di un momento di ribellione; non ho avuto dubbi però quando mi sono trovata a scegliere tra l assunzione in una azienda privata e l Insegnamento. Un aspetto positivo ed uno negativo del suo lavoro: L aspetto positivo è la possibilità di inebriarmi continuamente sentendo il profumo della freschezza e della genuinità dei ragazzi, quello negativo è l appartenenza ad una categoria di professionisti che non ha il giusto riconoscimento sociale ed economico. Un aspetto positivo ed uno negativo della scuola: L aspetto positivo è l equità di accesso a tutte le classi sociali e a tutti gli individui, seppur manifestanti difficoltà; quello negativo è che spesso risulta poco aggiornata, un po troppo teorica, poco attrezzata e autoreferenziale. Direi però che il nostro Istituto, avendo continui scambi con il mondo del lavoro, con il territorio e con l Università, risulta molto poco autoreferenziale. Quanto vale una laurea oggi? Tantissimo, la laurea continua a rimanere un investimento per il futuro, anche se i media ci propongono spesso modelli di successo basati sul nulla, sui lustrini, sull apparenza e che prescindono dalle capacità, dal talento e dall impegno personale. In che animale si rispecchia? Alcune volte in un gabbiano, altre in un leone. La prima cosa che guarda in un uomo? Quando non sono distratta e non sempre lo sono stata, l onestà e l intelligenza. Crede in Dio? Tutte le volte quando non mi faccio tante domande e quando non prevale con prepotenza la ragione. Cosa c è dopo la morte? Cosa certa è che le nostre molecole, che sono eterne, costituiranno qualcos altro. Favorevole o contraria ai matrimoni gay? Molto favorevole al matrimonio e al riconoscimento dei loro diritti. Sulle adozioni da parte di coppie gay ho tanti dubbi non conoscendo le conseguenze che potrebbe avere sui bambini la circostanza di possedere genitori non standard. Favorevole o contraria all aborto? Considerati i valori che mi sono stati trasmessi dai miei genitori e la conseguente numerosità dei miei fratelli e delle mie sorelle, non posso che dichiararmi categoricamente contraria! Favorevole o contraria alla legalizzazione della cannabis? Favorevole perché credo che spesso il proibizionismo porti a risultati peggiori. E ovvio che preferirei che non si facesse uso di qualsiasi tipo di droga. Dia un consiglio ai suoi colleghi: mi trovo in difficoltà a dare consigli ai mie colleghi. Consiglierei a me stessa di cercare di essere, quanto più possibile, comunicativa, coerente, equilibrata e soprattutto appassionata. Dia un consiglio agli studenti: inviterei loro ad essere curiosi, non superficiali, ad esprimere le proprie idee, a sapersi confrontare in modo civile e a modificare le proprie opinioni quando ci sono le ragioni per farlo. Consiglierei, inoltre, di vivere ogni attimo, ogni giorno, coscientemente: non ce ne saranno altri uguali; certamente altri, ma diversi. Interviste a cura di Ilaria Zambon 4BVE, Manuel Dal Bianco 5VB

6 Pagina 6 Racconto 3 classificato al Concorso Testimonianze del passato, l agricoltura di una volta Areo Gino, te te ricorda na volta, ai tempi deo strazer? A partire dagli anni 40, fino agli anni 60, noi contadini eravamo tutti mezzadri per il Conte. Beh, mezzadri per modo di dire; infatti, durante la Guerra, el Paron 1 invece di farci pagare il 50% della produzione, ce ne faceva pagare il 60%, e a noi e alle nostra numerosa famiglia, non rimaneva che vivere con il rimanente 40%. Solamente con la fine del conflitto e con la ricostruzione la quota diventò pari.a quei tempi la fame era dilagante nelle campagne ed era comune a tutte le famiglie di contadini. Non si riusciva a sfamare tutta la famiglia con l esigua ricompensa che ci veniva data perché eravamo in tanti nelle vecchie casere 2.Per riuscire a dare da mangiare a tutti il capo-famiglia spesso era costretto ad andare dal Conte per farsi dare un po di soldi in più, in cambio di lavoro extra o con la promessa di tornarglieli con il successivo raccolto. Il capofamiglia si recava all ufficio del Padrone delle terre, chiamato mezzà, e lì, girandosi il cappello fra le dita per farsi coraggio, si faceva dare do - tre franchi 3 per tirar vanti 4.La nostra vita dipendeva dal lavoro nei campi, in particolare, dalla primavera all autunno, si tagliava il fieno con la falce. Gli uomi- ni partivano in gruppo alla mattina, a raccogliere l erba medica o spagna per le poche vacche nella stalla che possedevamo, e andavano avanti fino a sera. Facendo questo lavoro, i contadini si imbattevano in grossi cumuli di terra e sassi portati in superficie dalle rumole 5 che scavano in questi terreni smossi e fertili. Il contatto tra il faldin 6 e queste mutere di terra e sassi provocavano la rottura o lo smussamento della lama; i contadini dovevano, quindi fermarsi e aggiustare la lama per poter proseguire con il loro lavoro. Da questo problema comune e diffuso, a partire dagli anni 40, nacque una piccola risorsa supplementare per vivere: la vendita delle pellicce di talpa.gli uomini andavano a caccia di rumole prima di andare a lavorare, verso le 4 di mattina, armati di tamaj 7 e badile. Le trappole venivano posizionate nei cunicoli scavati dagli animali, mentre il cacciatore armato di badile aspettava, immobile e paziente; quanto vedeva una talpa buttare su la terra, si avvicinava lentamente per non creare vibrazioni nel terreno e poi, con uno scatto fulmineo, piantava il badil 8 con il piede nella terra smossa e la sollevava. La preda era ormai condannata. Solitamente in una mattina si catturavano una decina di talpe, e se andava bene se ne catturavano fino a venti. Beh, una volta non c erano mica tante strade come adesso! C erano solo campi ed era molto più facile trovare talpe. Mi ricordo che con 15 pelli di talpa, tuo nonno si riusciva a comprare un pacchetto di sigarette Alfa, le più economiche, ovviamente. Arrivati a casa le talpe catturate venivano uccise, veniva praticato un taglio dal collo alla pancia, e stando ben attenti a non rovinarle, venivano spellate lasciando le zampette e la pelle della testa, in questo modo valevano ancora di più. La pelle: veniva inchiodata al sole sui balconi, mi ricordo ancora i chiodini sottili che chiamavamo le broche da tamigio 9. Una volte secche le pelli venivano impilate con sopra un peso, in modo che le mantenesse ben distese. Uno o due volte a settimana, passava un mercante ambulante, chiamato bepo strazer, il quale ci comprava le pellicce di talpa a peso, le ossa di maiale bollite per fare il sapone (venivano bollite in modo da staccare tutta la carne dalle ossa e per mangiare di più) e le piume di gallina per fare i piumoni. Il bepo strazer poi rivendeva la merce ai pellicciai, vivendo di questa intermediazione fra venditore e compratore. La pelle di rumola serviva per fare le scarpe e il colletto dei cappotti per i più siori 10, ma anche le barete 11 più costose. Il Bepo comprava anche la pelliccia dei conigli che uccidevamo, per fare i manicotti da moto al fine di proteggere le mani dal freddo. Con l avvento dei primi trattori, il problema delle talpe non si poneva più, perché non creavano più ostacolo, dato che non veniva più tagliato il fieno a mano. Successivamente, con il boom economico degli anno 60 le fabbriche presero il nostro posto e tutto sparì, così come iniziò. Ormai il bepo strazer e le sue pelli rimangono solo nella memoria della mia giovinezza Note: 1: proprietario dei terreni, spesso un nobile 2: case coloniche 3: 2-3 soldi 4: arrivare a fine mese 5: talpe 6: falce 7: trappola per la caccia alle talpe caricata a molla 8: badile 9: chiodi molto fini di forma quadrata 10: benestanti 11: berretti invernali con i copri orecchie Denis Zanin 4agt L angolo della poesia Sole d ogni stagione Splende il sole dietro le finestre cielo chiaro verde sulle colline cipressi e pini stagliati curve delle Prealpi facciate dorate occhi illuminati sole d ogni stagione Prof. Saverio Eronia

7 Pagina 7 Libera dalle mafie Campo di volontariato a Palermo "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" è nata il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. I giovani possono scegliere di fare un'esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. E una opportunità di essere "protagonisti" e di voler tradurre il proprio impegno in una azione concreta di responsabilità e di condivisione. Durante l estate del 2013, anch io ho partecipato a un campo di volontariato a Marina di Cinisi (PA). E stata, davvero, un esperienza entusiasmante. Mi sono trovato insieme a tante altre persone provenienti da tutta Italia, tutti decisi a dare un contributo concreto alla lotta contro le mafie. Ho maturato la consapevolezza che tali esperienze permettono di venire a contatto con situazioni che altrimenti non si conoscerebbero mai per esperienza diretta ma solo attraverso la mediazione di giornali o fiction. L'esperienza diretta sui campi ci ha avvicinato al lavoro agricolo che spesso, i ragazzi provenienti dalle città non hanno la possibilità di toccare con mano. Spesso dopo la confisca dei terreni i clan Il giorno undici ottobre a Conegliano, come in tutta Italia, si è svolta una manifestazione per fare sentire le opinioni degli studenti in merito alle problematiche che affliggono il mondo della scuola; gli studenti sono scesi in piazza per far giungere la loro voce indignata ai nostri politici ed alle istituzioni che continuano a massacrare la scuola, gli studenti e i professori. La battaglia che i ragazzi, coordinati da associazioni studentesche come la Rete degli Studenti Medi, combattono riguarda i più svariati temi, dalla preparazione professionale decisamente inferiore ai nostri coetanei europei allo spreco gratuito di fondi pubblici per "modernizzare" gli ambienti scolastici digitalizzandoli invece di intervenire su strutture che cadono a pezzi. I nostri combattenti sono scesi in strada anche il giorno quindici Novembre per continuare la lotta, e per festeggiare la giornata sono soliti distruggere il bene confiscato per ridurlo in condizioni disastrate. L azione dei volontari è proprio quella di sistemarlo per renderne possibile la piena restituzione alla collettività tramite il riutilizzo sociale. Infine, il clima di solidarietà, di gioia, la consapevolezza di "fare la cosa giusta" insieme a tante persone fino a quel momento sconosciute, fa nascere nuove amicizie. All interno dei campi estivi, Libera organizza dei momenti di incontro e confronto con le comunità locali. Durante il mio soggiorno a Cinisi ho avuto l opportunità di ascoltare la testimonianza del fratello minore di Peppino Impastato, giornalista, attivista e poeta italiano, noto per le sue denunce contro le attività mafiose a seguito delle quali fu assassinato, vittima di un attentato il 9 maggio Auguro a tutti i ragazzi di vivere questa esperienza perché: Ti accorgi che un' esperienza così forte e bella non l'avevi mai provata. Ti accorgi che hai imparato un sacco di cose e vuoi saperne ancora di più. Ti accorgi che hai voglia di raccontare e confrontarti con altre persone e condividere con loro l'esperienza vissuta. Ti accorgi che hai incontrato sulla tua strada persone meravigliose. Andrea Carbonere 4APT La pantera si è risvegliata mondiale per il Diritto allo studio, giorno simbolo di cambiamento e di protesta studentesca sin dall'epoca del Nazismo. Gli studenti della provincia di Treviso si sono riuniti nel centro della città sotto una pioggia torrenziale che non li ha fermati ma li ha spinti a dare il massimo. Lo slogan che è risuonato per la strade di tutta Italia è stato : " 15 novembre Change the Way!", lo scopo di queste proteste è quello di far cambiare le scelte della politica sulla scuola e per favorire i giovani e dar loro un futuro nel nostro meraviglioso Paese, che ha una possibilità immensa se la si sa valorizzare. Quindi ragazzi non restiamo a guardare mentre decidono per noi, tarpandoci le ali e soffocando i nostri sogni: bisogna pensare, parlare e fare tutti insieme perchè qualsiasi cosa si decida ci coinvolge tutti, dal primo all'ultimo. Jacopo Brunati 5OB Dalla redazione de LA CANTINA

8 Pagina 8 La fantasia in classe In ritardo a causa dei calzini spaiati R.P. si autoestrae un dente nell ora di filosofia La classe festeggia il Natale con 6-7 mesi di anticipo. O 5 di ritardo. Durante il cambio dell'ora gli alunni S. e B. si picchiano, B. si giustifica dicendo <le stavo solo prendendo! Al suono della campanella che separa la prima dalla seconda ora di chimica, tutti gli alunni della classe si gettano a terra iniziando a rotolarsi e a contorcersi, fingendo un attacco epilettico collettivo. Gravissimo è il comportamento del professor G., che a due settimane dal pensionamento, anzichè aiutarmi a sedare la classe, ride saporitamente e in modo irrispettoso. L'alunno B. lancia una pallina verso il cestino ma sbaglia P. rimane fuori a mangiare un panino, ma non torna più! ma quanto era grande questo panino? L'alunna S. giustifica l'assenza del giorno 12/04/13 con la seguente motivazione: 'stare a casa quando gli altri sono a scuola che fanno il compito in classe non ha prezzo' L'alunno F. giustifica l'entrata in ritardo con ' avevo i calzini spaiati' L'alunno L.M., al mio invito fatto ieri a vivere la filosofia, metaforicamente parlando, in abiti monacali, si presenta a scuola questa mattina vestito da frate francescano, con tanto di bibbia e sandali, tentando di evangelizzare i compagni. A voi le conclusioni L'alunno L. P. alla consegna delle verifiche di inglese, allega alla sua verifica dieci euro Motivo del ritardo: non trovavo il cucchiaio e ho bevuto il latte con la forchetta. Giustifico l'entrata di mio figlio alle ore 10:45, causa: La sorellina lo ha chiuso nello sgabuzzino mentre giocavano a una partita di nascondino mattutino. Ne sono stata informata solo un'ora dopo da mia figlia, affranta dai sensi di colpa. L'alunno P. entra in classe vestito da vichingo con tanto di casco con corna, sventolando una rudimentale ascia grida ripetutamente sono Pdor, figlio di Kmer. Richiedo l'intervento di uno psicologo. Rubrica a cura di Michele Olcese 4BGT LA NOVITA DEL REGISTRO ELETTRONICO Ecco iniziato un nuovo anno scolastico. Gli studenti di tutta Italia tornano a darsi da fare dietro i banchi di scuola dopo il lungo letargo estivo. Una novità è però riservata agli studenti dell'istituto G.B. Cerletti : il registro elettronico. Adottato secondo il Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia d'istruzione, questo strumento nella teoria dovrebbe facilitare il lavoro degli insegnanti, e rendere trasparenti le comunicazioni tra scuola e famiglia; entrambe infatti potranno avere un quadro generale della situazione scolastica dell'alunno, delle sue assenze e delle sue insufficienze. Nella pratica questo mezzo, soprattutto nel primo periodo dell'anno scolastico, ha reso molto dura la vita dei docenti che un po' per disabitudine, un po' per problemi legati alla rete ed al software online utilizzato, hanno subito continui contrattempi dovuti al mal funzionamento del registro. Ma era veramente necessario questo sviluppo tecnologico della scuola o il registro cartaceo era più che funzionale? Innanzitutto bisogna considerare che l'hardware comporta un certo costo, e in un momento come questo di nera crisi economica lo spreco di soldi pubblici non è irrilevante, considerando anche che il registro cartaceo da sempre svolgeva il suo lavoro egregiamente; inoltre a causa di queste tecnologie viene NECESSITA' O CAPRICCIO? quasi eliminata la mediazione dello studente tra scuola e famiglia. E' da considerare comunque che la password di accesso all'account personale non è ancora stata fornita a nessuno, per tanto questo sistema non è ancora totalmente operativo, ma la domanda che ora sorge è: arriverà mai? E poi i dati sensibili di ciascun utente saranno facili o meno da violare? La casistica è ampia. Chiedendo pareri agli insegnanti per i corridoi si può capire come in molti considerano i primi disguidi solo i fastidiosi inconvenienti di un iniziale periodo di rodaggio che prima o poi si risolverà, molti però hanno da lamentarsi a proposito del touch poco funzionale e dell'hardware che può ricordare un computer di inizio secolo. Quanto può essere costata questa attrezzatura non si sa. Ma non c'erano forse altre soluzioni meno costose e più efficaci rispetto a quelle prese? Gli interrogativi sul registro elettronico sono molti, ne sarà valsa la pena? Michele Olcese 4BGT

9 Pagina 9 I CERVI IN CANSIGLIO Problematiche economiche e sociali La seconda foresta più grande d Italia è quella del Cansiglio, che si estende per circa 6500 ha, dalla provincia di Belluno e Treviso fino a quella di Pordenone; essa è importante non solo perché ha un grande fascino, ma anche perché è ricca di storia. Il problema più grave che riguarda questa foresta è la presenza dei cervi, che negli ultimi anni sono aumentati di numero. Oggi si registrano più di 3000 esemplari, che oltre tutto sono consanguinei; un numero al di sopra della norma, ed il Cansiglio diventa troppo piccolo per ospitare questi ungulati a causa della scarsa presenza di cibo. Per ovviare a questo problema, i cervi sono costretti ad allontanare altri animali per poter sopravvivere. Ad esempio, i caprioli sono quasi scomparsi, inoltre i cervi hanno ridotto drasticamente la presenza dell abete bianco, simbolo centenario del bosco del Cansiglio. La presenza di cibo è molto scarsa, quindi, i cervi sono costretti a cibarsi nei pascoli della piana del Cansiglio, dove gli allevatori cercano di raccogliere fieno per le vacche durante il periodo estivo, ma non solo: i cervi hanno anche razziato il fieno direttamente dalle rotoballe! Questo è successo l inverno scorso, in un azienda agricola nel comune di Tambre, dove i cervidi hanno rovinato quasi 10 tonnellate di fieno! Altri allevatori hanno già provato a scacciare gli ungulati dall azienda utilizzando filo elettrico disposto intorno alle stalle, ma senza successo, perché i maschi, con le corna, riescono abilmente a superare l ostacolo favorendo il passaggio di tutto il branco negli allevamenti. A causa di questo gli imprenditori hanno subito un grave danno economico e produttivo, perché sono costretti a comprare fieno dall estero, di conseguenza si riduce la quantità prodotta di latte e quindi anche di formaggi, ricotta, burro ed altri latticini. Inoltre vi è il profondo disinteressamento da parte di Veneto Agricoltura, che non ha dato l ordine alla guardia forestale di portare balle di fieno di seconda scelta nel bosco per nutrire i cervi in modo per impedirgli di saziarsi negli allevamenti. Già, da più di un anno molte associazioni accompagnate da tanti allevatori si sono lamentate inviando numerose richieste con lo scopo difendere e di reintegrare l abete bianco, ma soprattutto di eliminare un numero rilevante di questi ungulati, al fine di riportare il numero di esemplari ai parametri consentiti dalla norma. A parte queste associazioni, altre non sono d accordo nel sopprimere i cervi, compreso lo stesso governatore Luca Zaia, il quale propone di sterilizzarli: un idea che non rispetta il ciclo naturale della vita dell animale. Ottocento anni fa, l uomo uccideva il cervo seguendo la legge del più forte per sopravvivere, oggi, accade il contrario: a causa di animalisti ed associazioni contrarie all abbattimento di questi ungulati, è il cervo che uccide l uomo per sopravvivere. Silvio Bortoluzzi 5 OB CERLETTI: TRADIZIONI DA RECUPERARE? IL SALUTO DEI RAPPR. D ISTITUTO Festa di Natale, castagnata, festa di Carnevale, festa di fine anno scolastico, carro mascherato, Baccanale Feste, certo, ma anche tradizioni della nostra scuola. Tradizioni che ormai mi pare, ma non voglio essere troppo pessimista, sono viste solo come un pretesto per saltare qualche ora di lezione.ma sono, o forse erano, molto di più; ora invece forse perché sono sempre le stesse, sono diventate noiose.il carro mascherato da ormai 2 anni non viene più costruito, a causa della ridotta, o meglio, inesistente partecipazione degli studenti; l autonomia culturale ogni anno viene organizzata dai rappresentanti d istituto con l invito (o minaccia?) da parte della preside alla partecipazione. Il risultato? I rappresentanti si impegnano per organizzare diversamente e meglio rispetto agli anni precedenti, cercando di accontentare tutti, ma alla fine ci si ritrova sempre con un infinità di assenti. 20,30 anni fa, la scuola organizzava il Baccanale, che però non si è più portato avanti e tutti gli ex alunni dicono di non ricordarsi cosa fosse. Troppo noiosa? O troppo trasgressiva visto il nome? Ebbene, anche se più o meno le feste sono state sempre le stesse, negli anni forse si è persa un po la passione con cui si organizzavano. Ma allora, la scuola sta perdendo il fascino che una volta aveva sugli studenti? Per alcuni va svecchiata, per altri invece deve mantenere le sue decennali tradizioni. Forse l unica soluzione è quella di combinare queste due opzioni, ovvero rimodernare qua e là, magari con proposte degli studenti, mantenendo però le tradizioni che gli ex alunni ricordano ancora dopo tanti anni. Chiara Da Ros 5CB Salve a tutti: ragazzi, professori, personale e dirigenza. Siamo i nuovi rappresentanti d istituto, non un istituto qualsiasi, ma un grande istituto riconosciuto in tutta Italia ed all estero, un posto in cui le tradizioni sono fondamentali e noi le vogliamo mantenere. Siamo davvero lieti e nello stesso tempo ci sentiamo responsabili di questo grande ed onorevole impegno da noi assunto, che porteremo avanti al meglio, con l aiuto di ciascuno di voi. Noi siamo: Pietromaria Cella (5 OB), Jacopo Brunati (5 OB) e Gian Mario Zaros (5 OB). Il testimone ci è stato passato dai vecchi rappresentanti che hanno lavorato molto bene lo scorso anno e li ringraziamo di cuore. Dopo aver appreso la notizia della nostra elezione, tra di noi è nato un ottimo rapporto di cooperazione (frequentiamo la stessa classe) e di dialogo e questo vogliamo che venga trasmesso anche a voi. Come dice un vecchio detto L unione fa la forza, ecco noi lavoreremo molto uniti, sia tra di noi rappresentanti sia con tutti voi ragazzi, cosi da riuscire a sistemare le cose che non vanno. Vorremmo che si creasse un dialogo con tutti, proprio tutti, per arrivare ad un giusto compromesso seguendo le idee di ciascuno. Vorremmo che questa scuola portasse avanti le vecchie tradizioni, aggiungendo anche alcune novità che con il passare del tempo si costituiranno, e poi portare avanti con tutto il nostro impegno le lotte necessarie per risolvere i problemi che dovessero sorgere durante l'anno. Con questo vorremmo augurarvi un buon anno scolastico. Non esitate a contattarci, saremo disponibili per ogni chiarimento e richiesta. Ciao a tutti!! I Rappr. d'istituto ITA Pietro Cella, Jacopo Brunati, Gian Mario Zaros

10 Pagina 10 I N T E R V I S T A Alla luce di questi primi anni appena trascorsi nella cantina del Cerletti, vorremmo farle alcune domande. Certo ragazzi, molto volentieri e grazie per lo spazio dedicato Il fatto che lei sia riuscito a rilanciare la cantina del Cerletti è una cosa che la farà sentire orgoglioso e che sicuramente rende orgogliosi tutti noi studenti, ma ripensando per un attimo all esperienza che ha vissuto, qual è stato il momento in cui ti si è sentito più demoralizzato? Ampia e profonda domanda, bravi! La mia avventura con la storica cantina della Scuola Enologica di Conegliano inizia ad agosto 2010 dopo 3 momenti di confronto (i primi 2 andati non linearmente) con la dirigenza della scuola tra i mesi di giugno e luglio. Fin da quei momenti nutrivo in me ampissimo entusiasmo e desiderio di rilancio; era infatti dal 2003 che collaboravo (come collaboratore esterno) con il centro di micro vinificazione di Conegliano, che ha sede confinante con la cantina, ed ho sempre avuto tantissime idee dai momenti di vinificazione all affinamento su lieviti dei vari vini. Sapevo ( e con me i tantissimi amici vicini da subito) che sarebbe stato tutto difficile e complicato nella forma, negli equilibri e nella burocrazia gestionale.. ma l entusiasmo era tale che tutte queste difficoltà le ho superate subito. Momenti demoralizzanti potrebbero presentarsi ogni giorno, ma mantengo vivo l obbiettivo di un rilancio continuo sempre più ampio ogni anno; la cantina della Scuola ha obbiettivi di sperimentazione, di didattica e, per motivi di autonomia, di commercializzazione. Ovviamente vanno ringraziate anche delle persone (non molte) che hanno sostenuto il progetto fin dall inizio; in prima fila, le 2 sommeliers del punto vendita, Walter, Rita e tutti coloro che si sono allineati in un secondo momento. Già dopo 2 mesi si respiravano brezze diverse ed ora, dopo 4 vendemmie possiamo contare una moltitudine di riconoscimenti e premi in diversi concorsi nonché un ampia moltiplicazione degli introiti senza svendite o periodi di sconti. Pensa che lo sviluppo dell azienda sia stato in qualche modo compromesso da limiti di tipo economico oppure la questione dei finanziamenti non ha mai pesato sull azienda? Sicuramente, essendo momenti di difficoltà, le prime fasi sono state di difficile propositività verso la dirigenza; le idee erano tantissime, molti i progetti ma essendo appena arrivato dovevo dimostrare tantissimo e chiedere nulla.. dopo pochi mesi però è stata capita la mia programmazione e linearità di gestione tecnica. Come in qualsiasi altra realtà lei è stato chiamato ad interagire con gli operai dell azienda. Saprebbe dire qual è il loro peggior difetto ed il loro miglior pregio? Che tipo di difficoltà ha incontrato da questo punto di vista e in che modo sono state superate? Fortunatamente avevo ipotizzato questo ampio problema poco prima; in cantina ho chiesto carta bianca dal punto di vista operativo e manuale mentre in azienda partecipavo alle prime Parla il Dott. Serafin enologo del Cerletti riunioni settimanali di programmazione con gli operai (i primi mesi) senza esigere nulla ma provando a confrontarmi, poi arrivarono le vendemmie e finirono i tempi del confronto.. in vendemmia non si scherza neppure sul secondo e ciò che serviva (in termini di programmazione, precisione, pratiche agronomiche funzionali a certe tipologie di maturazione e raccolta) per l attività di vinificazione doveva ottenere risposta in tempi utili. Da allora cambiò tutto positivamente avendo poi discreta disponibilità in ogni momento (ringrazio Giolo Franco e tutti) fino ad oggi. Come difetto, scherzando, individuo l eccessiva precisione nella timbratura dell orario di uscita giornaliero cosa comune però anche in altre aziende. Dopo questo piccolo salto nel passato è ora di farne uno nel futuro. Sempre avanti! Ha in mente di fare un ulteriore salto di qualità dal punto di vista professionale?...curioso... però ti confesso ciò. Sei mesi dopo l inizio della collaborazione (come Enologo esterno) con la cantina della Scuola Enologica ricevetti una telefonata da un Enologo Veneto (che abitava però da molti anni a Montalcino) di cui avevo letto solamente su qualche rivista, Roberto Cipresso. Parlammo di visioni viticole ed enologiche, di terroir, di viticoltura estrema, di prodotti non conformi alla media dei vini commerciali e da lì decidemmo di vederci un venerdì mattina a Bassano per parlarne meglio di persona. Il passo fu breve così entrai nel suo staff, Winemaking, dove da allora, ogni anno ho con loro delle collaborazioni (più o meno momentanee) dalla Sardegna a Hvar passando per il Veneto.. Quindi nel complesso la mia volontà di sostenere esperienze variegate e vivere realtà diverse rimane al momento prioritaria Quale sarà la sua prossima proposta/innovazione? Per i prossimi periodi in cantina affineremo i prodotti della vendemmia 2013 e per il futuro non escludo l apertura alla produzione di un vino Senza solfiti Quanto biologica potrà essere l azienda fra pochi anni? Il prof. Walter Da Rodda, responsabile della gestione dei vigneti (12 ha), ha sostenuto la difficile annata vegetativa 2013 senza il ricorso a prodotti classificati nocivi, tossici o molto tossici nonché l apertura all utilizzo dei famosi microrganismi. Qualora in futuro si decida di optare per una conduzione biologica consiglio di concentrarsi sulla fascia collinare più alta retrostante il convitto e comunque senza particolari accanimenti con Rame e zolfo.. rischieremo di avere vini sensorialmente poco esplosivi e poco complessi al palato; apriamoci a microrganismi (ancora comunque in fase di esplorazione) ampelomyces e derivati di micorrize piuttosto. Ti dico però anche cosa penso in cuor mio, nei nostri contesti Veneto Friulani la coltivazione della vite Bio è non poco impegnativa, personalmente condivido il percorso della lotta integrata. Filippo Gobbi 5CB

11 Pagina 11 CARPE DIEM Vivi come se dovessi morire domani, impara come se non dovessi morire mai. Così il Mahatma Gandhi spiegava l essenza del tempo, la sua importanza. Carpe Diem (cogli l attimo) sentiamo spesso dire anche alla tv. Si corre veloce, oggi, quindi è bene non rimanere indietro, imparando a cogliere ogni attimo per poter avanzare. Abbiamo dalla nostra parte la forza della conoscenza illimitata reperibile in tempo reale, ma, si sa, la potenza senza controllo non porta a buoni risultati se privata della responsabilità. Se ognuno imparasse a sfruttare al meglio tutti gli strumenti a disposizione, tra questi l ormai potentissima tecnologia, si disporrebbe di infinite nozioni e di una sempre più ampia cultura. Allearsi con la tecnologia può dare vantaggi anche ai più conservatori. Magari qualcuno meno giovane potrà dire solennemente: Si stava meglio quando si stava peggio! E innegabile che ogni epoca abbia i suoi pregi e difetti; molta gente avrebbe venduto l anima al diavolo per avere l enormità di informazioni reperibili in ogni istante dal palmo della propria mano, questo però ha compromesso un po le care vecchie relazioni, oggi si litiga tramite Whats App, ad esempio. Ma è un idiozia rimpiangere il passato, non ci si gode il presente e non si costruisce il futuro, quindi alleiamoci con la tecnologia, stiamo al passo coi tempi Carpe Diem! Metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va (Lucio Anneo Seneca) Jasmine D Ambroso 4 APT Analfabetismo di ritorno Lo sapevate che l analfabetismo è una delle maggiori piaghe d Italia e ha dimensioni drammatiche per un paese industrializzato? Il 5% degli italiani tra i 14 e i 65 anni è incapace di decifrare lettere e numeri ossia è privo di ogni capacità alfabetica. Il 33% fatica a leggere e a capire delle semplici frasi ed oltre il 70 % delle persone italiane è tagliata fuori completamente da ogni informazione veicolata in forma scritta tra cui avvisi al pubblico, tracciabilità di alimenti, indicazioni su medicinali, cautele contro infortuni, istruzioni per l uso e, ovviamente, libri e giornali. Un fenomeno che ha anche conseguenze politiche, sociali ed economiche. A questo dramma collettivo ne consegue la fragilità e la manipolazione di ogni singolo italiano che viene reso incapace di essere consapevole dei propri diritti e incapace di costruirsi un opinione autonoma. A livello economico la crisi ha poi provocato un aumento delle disparità nelle opportunità di studio e di formazione e quindi non scommette più sul fatto che studiare possa consentire di migliorare la propria condizione sociale ed economica. Insomma, si ha uno scenario di un Italia sempre più diseguale in cui i ricchi studiano, guadagnano e comandano. Tamara Fiorot 3 AGT IL TEMPO DI TORNARE Driiiiin. Il segnale antipatico della sveglia rompe bruscamente il sonno beato. Chiunque vorrebbe tornare a dormire, ma quel suono acuto ha ormai annunciato l arrivo del tanto odiato Primo Giorno di Scuola. E tempo di ricominciare, di riprendere in mano la vita, quella vita fatta di strillanti campanelle, maledetti orari da rispettare e tristi banchi ormai freddi. Quando gli alberi iniziano a tingersi di sole e fuoco la malinconia inizia ad invadere i cuori, ma come possono dei colori così ardenti regalare emozioni così fredde? L autunno non è la fine di una magica vita, ma il passaggio ad una fresca rinascita. Il dover tornare alla routine è vissuto come un dovere, contrapposto al piacere dell estate vagabonda e spensierata. Eppure il fatidico ritorno non sarebbe così tragico se lo si vedesse per ciò che in realtà è: la possibilità di ricominciare, l occasione di rifarsi. Il grande ritorno è per tutti un nuovo colorato inizio. E un ritrovarsi. Riconoscersi. Perché chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita..., insomma, ci si deve riscoprire. Gli amici e compagni di vita scolastica non sono più le stesse persone che avevamo lasciato. E nemmeno noi siamo più gli stessi. Ogni giorno abbiamo la possibilità di ripartire. Perché se nulla può eguagliare l eccitazione della partenza, è altrettanto vero che non si comprende veramente la bellezza del viaggiare fino a quando non si sperimenta la dolcezza del ritorno a casa. Infondo esiste un tempo per tutto: per ricordare il passato, per vivere la vita, per crearsi una cultura, per costruirsi un futuro. E c è un tempo per partire e un tempo per tornare. LA FATTORIA DIDATTICA CRESCE (J. D A. 4APT) Sul lato nord della nostra collina trova sede la fattoria didattica dell istituto. La fattoria accoglie più di ottanta animali : dalle galline(che sono quasi i ¾ degli animali presenti in fattoria) a oche, caprette, pecore di razza alpagota, pony e anche un asino. Le bestie vengono seguite soprattutto del sign. Carlo Battistella,operaio dell azienda, ma ogni classe del professionale,perlopiù gli allievi di prima,seconda e terza, sono coinvolti, a vari livelli, nella cura degli animali e nel mantenimento e miglioramento dell azienda. Si impegnano a pulire le casette in cui vivono gli animali e a sistemare le stradine che portano all azienda. La fattoria è visitata principalmente da classi di bambini della scuola materna e di quella primaria che, durante la visita, hanno un contatto ravvicinato con il animali e svolgono attività come: il riconoscimento piante, l estrazione di olii essenziali,la preparazione di talee e, nel periodo di settembre inizio ottobre, la vendemmia e pigiatura dell uva. Lo scorso anno si sono registrate ben 300 presenze. I responsabili dell azienda sono i docenti dell Ipaa Ferraro Guglielmo e Da Dalt Renato che, aiutati da altri insegnanti, creano i percorsi personalizzati attraverso l azienda adatti ai piccoli visitatori. Francesca Dabbà 4BGT

12 Pagina 12 L'AGRICOLTURA DOMANI Mark Post, un medico vascolare, annuncia di avere fra le mani la soluzione a molti problemi del mondo odierno: un hamburger. Ma non un hamburger qualsiasi: fame, epidemie e riscaldamento globale non saranno più un problema se ce lo troveremo sul piatto. Post e i suoi ricercatori stanno coltivando cellule staminali che poi diventeranno fibre muscolari. Perplessità? "Non abbiamo scelta" dice. Il 20% dei gas serra è emesso dalla produzione di carne e l'ingrasso del bestiame impiega quasi un decimo delle acque dolci consumate. E se pensiamo che entro il 2050 il consumo di carne raddoppierà, non solo per l'aumento dei "posti a tavola", ma anche per il fatto che nei paesi in via di sviluppo sempre più persone vogliono mangiare carne, trovare una soluzione è d'obbligo. Se fossimo tutti vegetariani il mondo potrebbe sfamare 10 miliardi di persone, ma sono ben poche quelle persone che si privano della carne, quindi se non vogliamo sostituirla, qualche "grande mente" ha pensato di reinventarla. E se possibile, facendo anche qualche aggiustamento, ad esempio sostituendo i grassi nocivi con grassi omega 3. L'idea di base è quella di isolare delle cellule staminali adulte dei muscoli di bovini e suini sani, per poi crescerle in un piattino di coltura che funge da bioreattore. Quando si formano dei piccoli muscoli i ricercatori li tenderanno tra minuscoli pali di polimeri di zucchero che si disgregheranno. Il risultato? Una fascetta gelatinosa bianca e trasparente. Il gusto? Sarà dato da aromi aggiunti, ancora non si sa cosa dia il sapore alla carne. La domanda più importante pero è: siamo disposti a mangiare carne artificiale? Bisogna ricordare che buona parte del ricco occidente ha rifiutato di nutrirsi di un immensa fonte di proteine predisposta anche all'allevamento: gli insetti. A Busum invece Carsten Shulz, direttore scientifico della GMA (Associazione per l'acquacoltura marina) afferma che oggi Le piante officinali E' una pianta vivace, alta dai 30 agli 80 centimetri, con fiori uniti in una specie di corimbo di un colorazione giallo dorato che fioriscono fino a settembre. Le foglie sono di colore verde glauco e glabre, la radice è rizomatica. Questa pianta officinale cresce in luoghi incolti dai 500 m slm fino ai 1500 m slm. Oltre ad essere una pianta erbacea officinale è anche medicinale; infatti l'olio di iperico è usato per ogni specie di ferita, scalfitture della pelle, piaghe, ulcere ed ustioni. Questo rimedio si prepara raccogliendo i fiori e mettendoli in un vaso di vetro chiaro colmo per 3/4 e per il rimanente aggiungere olio di oliva. Lasciare macerare per circa giorni al sole. Successivamente si filtra l olio che a quel punto avrà assunto una colorazione rossa. Il rimedio è pronto, in caso di evenienza spalmare un po d olio sulla ferita. Se si hanno problemi di dissenteria, di ulcere ai reni o alla vescica si possono prendere due le tecniche di sfruttamento delle risorse ittiche sono piuttosto primitive. Infatti l'acquacoltura è una pratica che provoca danni ambientali e alla salute. Acquacoltura vuol dire anche foreste di mangrovie disboscate nelle filippine per fare spazio all'allevamento industriale di gamberetti o anche tonnellate di pesticidi, disinfettanti e antibiotici scaricati nelle acque vietnamite oppure scarti di fosforo e azoto delle recinzioni galleggianti dei salmoni in Cile. L'acquacoltura del futuro prevede pesci dotati di chip radio individuali che sguazzano in cisterne piene di sensori. L'idea è di creare all'interno di queste cisterne un ambiente ottimale per la crescita dei pesci mantenendo comunque un ecosistema naturale: potremmo trovarci infatti sia molluschi, alghe e una buona parte della flora e della fauna sottomarina. Ma c è dell altro. In Corea del Sud a Suwon, dove cespi di insalata crescono a tempi di record senza essere bagnati dalla pioggia o irradiati dal sole, ma non ci sono nemmeno freddi improvvisi, lumache o altre minacce. Ci troviamo in un laboratorio dove lattuga, cavolo basilico e salvia crescono in aiuole di sette piani: nelle mensole più in basso le piantine, in quelle più alte le piante pronte per essere raccolte. "Prima di entrare bisogna passare per una doccia d'aria che evita il trasporto di batteri all'interno del laboratorio" dice Choi Kyu Hong, un agronomo che lavora in questa fattoria futuristica. La temperatura è mantenuta sui C, una sostanza nutritiva viene vaporizzata nell'aria e i diodi rossi, blu e bianchi che irradiano le piante da 20cm di distanza sostituiscono il sole, sono addirittura migliori, dosati al con precisione soddisfano perfettamente il fabbisogno in luce delle piante. Jonathan Zalamena 5VB IPERICO Hypericum perforatum cucchiai di quest olio al giorno, oppure tre tazzine al dì dell'infuso di iperico. Il lenimento di iperico si prepara mettendo in un vaso ben chiuso due manciate di fiori di iperico in un litro di alcool puro ed esponendolo al sole per un mese. Successivamente si asportano i fiori dopo averli ben spremuti e al liquido si aggiungono cinque tavolette di canfora poi si agita finché le stesse si siano sciolte. Il lenimento è ottimo per curare energiche frizioni sulle parti dolenti in caso di gotta, di reumatismi o di sciatica. Oltre all uso medicinale, utilizzando una manciata di fiori in un litro di grappa si potrà ottenere una squisita grappa di iperico molto indicata come aperitivo, come digestivo e per lenire l'acidità di stomaco, vomito e nausea. (a cura di S. Bortoluzzi 5 OB)

13 Pagina 13 R I S O L V I I L G I A L L o FUMETTO6.DOCX Testo e fumetto di Mauro Montesel La soluzione l'ispettore sospetta del ragazzo perchè è l'unico ad avere l' orologio come il colpevole ( 2a vignetta- penultima). NEWS Complimenti alla classe 4AGT che ha vinto il concorso Inventore sostenibile inserito nella Green Schools Competition, concorso provinciale che ha visto il Cerletti piazzarsi al terzo posto Un caloroso in bocca al lupo agli 11 neo diplomati del corso di formazione biennale ITS (foto a fianco) Ci ha lasciato improvvisamente il Prof. Giovanni Stabile ex insegnante di matematica presso la ns. scuola. Condoglianze sincere alla sua famiglia da tutto il Cerletti.

14 Pagina 14 Lo sponsorargenta Per finanziare l ecobonus anche la pausa caffè sarà + amara, dal 1 gennaio 2014 aumenta l Iva sui prodotti venduti nei distributori automatici. L aliquota passa dal 4 al 10%. E così che si aggrava la crisi. Non solo dei consumi ma anche occupazionale afferma Lucio Pinetti, presidente di Confida, Associazione italiana Distribuzione Automatica Con l inasprimento dell imposta infatti sono a rischio centinaia di posti di lavoro se i consumi caleranno. L incremento dell imposta sui prodotti somministrati attraverso i distributori automatici comporterà un aumento di 5 centesimi sul caffè e le bevande calde, e di 10 centesimi sulle bevande fredde e gli snack. Per questo motivo da settembre - annuncia il presidente Pinetti - è partita una campagna per informare i consumatori attraverso un milione di adesivi che verranno affissi su tutti i distributori automatici installati in Italia. Il messaggio è chiaro: l aumento dell IVA non è una nostra decisione C o r s a C a m p e s t r e CATEGORIA JUNIORES 1 ZANARDO LUCREZIA 4AVE 4'59 2 SANDEL FEDERICA 5CB 5'16 3 ZANDONA' ILARIA 3 BVE 5'37 CATEGORIA ALLIEVE 1 LOT LUISA 1B 5'00 2 PEGORARO GIOVANNA 3DVE 5'08 3 MISASI AGNESE 1AGT 5'32 CATEGORIA SENIOR ANDREETTA FRANCESCO 5OA 4'35 2 PEDERIVA MATTEO 6AVT 4'36 3 ZANARDO MASSIMO RICCARDO 5 BAC 4'37 CATEGORIA JUNIORES ZANETTE MARTINO 5CC 4'06 2 MARCON DAVIDE 5CC 4'11 3 GOBBI FILIPPO 5CB 4'12 CATEGORIA JUNIORES BITTO ANDREA 4BGT 4'04 2 BORTOLUZZI ENRICO 4AVE 4'07 3 DE VECCHI MICHELE 4B4'11 CATEGORIA ALLIEVI KELM FRANCO AGUSTIN 2APT 4'10 2 DE NARDI MATTIA 3APT 4'12 3 DE NADAI GIACOMO 2APT 4'17 CATEGORIA ALLIEVI ZANDONA' GABRIELE 1BPT 4'08 2 FREGONAS MIRCO 2CVE 4'13 3 DA RODDA MARCO 2AVE 4'23 CATEGORIA ALLIEVI NAIBO GIOVANNI 1CGT 4'21 2 BENETTON STEFANO 1BGT 4'22 3 DE BONA BRYAN 1AVE 4'25 Iva: pausa caffè... amara ma un imposizione del Governo che, attraverso D.L. 63 del 4 giugno 2013 stabilisce l inasprimento della stessa sulle somministrazioni di alimenti e bevande attraverso i distributori automatici. Sorprende - continua Pinetti - come lo Stato abbia voluto colpire 20 milioni di consumatori che, in particolare in questi anni di crisi, grazie al favorevole rapporto qualità - prezzo al distributore automatico, hanno fin ora trovato una valida soluzione di acquisto. Ma per adeguare i distributori automatici installati nei luoghi pubblici il settore del vending (30 mila addetti e più di mille imprese) dovrà spendere tra i 30 e i 50 milioni di euro. Inoltre, per sostituire i prezzi occorreranno dai 4 ai 5 mesi, difficile quindi essere pronti per il primo gennaio Come se non bastasse, se i consumi dovessero subire una flessione allora saremmo costretti a rinunciare alla prestazione di centinaia di dipendenti.

15 Pagina 15 ENPA: la tutela degli animali La testimonianza di un volontario Enpa: acronimo che significa Ente Nazionale Protezione Animali, e nasce nel 1871, fondato da Giuseppe Garibaldi; dal 1979 diventa un ente morale privato, ovvero che non riceve contributi dallo Stato, e nel 2004 viene classificata dalla legge ONLUS. L ENPA offre riparo e cure a migliaia di animali, attraverso più di 130 sedi in tutta Italia, con circa 1700 volontari che gestiscono 64 strutture di ricovero per randagi o selvatici. La sede di Treviso è composta da diverse centinaia di soci, con le loro strutture (rifugi) sparse nel territorio; i principali clienti sono perlopiù cani e gatti anziani, oltre ai numerosi cuccioli abbandonati. Oltre a curare i pelosetti, si forniscono consulenze, interventi di soccorso, segnalazioni di denunce di maltrattamenti o abbandoni. Ultimamente l ENPA ha attivato il Progetto Spagna, una iniziativa che si occupa di cani e gatti catturati e rinchiusi nelle famose perreras spagnole, dei veri e propri lager sovraffollati, dove, se non vengono reclamati dopo dieci giorni, vengono uccisi con un iniezione letale o la camera a gas, senza contare quelli che muoiono prima a causa di malattie, mancanza di igiene, fame, sete, o sbranati da altri cani. I canili percepiscono circa 60 per ogni cane che entra, ma nulla per il suo mantenimento; inoltre l eutanasia è legale, perciò i cani vengono uccisi per fare spazio a nuovi animali, e per fare questo ogni perreras è dotata di un forno crematorio. Solamente lo scorso anno a Madrid sono state registrate 6 tonnellate di cadaveri tra cani e gatti: una vera e propria carneficina autorizzata dalla legge! Da poco la sezione di Treviso ha instaurato una collaborazione con un gruppo di volontari bergamaschi, organizzati per raccogliere in stallo in particolare levrieri e galghi, usati dai cacciatori e nelle gare in quanto molto veloci. Questi cani vengono allevati dai galgueros spagnoli, che, dopo aver fatto una prova in campagna, selezionano gli esemplari più veloci, mentre quelli restanti sono condannati ; i più fortunati vengono abbandonati lì vicino, altri uccisi nei modi più atroci tra grandi sofferenze, perché, secondo questi veri e propri assassini, un levriero non vale una pallottola. Gli affidi avvengono gratuitamente con animali vaccinati e microchippati, e sempre controllati nel tempo. Anch io sono volontaria EN- PA della sezione di Treviso; è un esperienza che consiglio a tutti gli amanti degli animali; potete aiutare in vari modi: diventando volontari, adottando, condividendo in rete le foto dei nostri pelosetti, portare cibo, coperte, oppure fare una piccola donazione per le loro cure mediche. A Sarano di Santa Lucia di Piave trovi cagnolini e a Conegliano i micetti. Approfittate del vostro tempo libero, per dedicarlo agli ospiti dei canili- rifugi, loro vi ricompenseranno sicuramente e non vi dimenticheranno. Chiara Da Ros 5CB UN PAPA RIVOLUZIONARIO Per la grande gioia di tutti i cristiani (e non) del mondo, il 13 marzo è stato eletto il nuovo papa: Jorge Mario Bergoglio, con il nome di Papa Francesco. Primo papa nella storia ad avere questo nome, segno di povertà e di rinuncia. Si è capito subito che è arrivato un papa semplice ma ben determinato (come San Francesco d Assisi), con idee e valori fondamentali in un periodo di crisi della chiesa e del mondo. Infatti appena si è presentato la sera del 13 marzo alle migliaia di persone accorse in piazza San Pietro, è piaciuto subito a tutti e con un saluto schietto, tranquillo, di grande umanità ha legato tutti i fedeli come fratelli dicendo loro una parola semplicissima come può essere un Buonasera ed una preghiera per il precedente pontefice. Da quel momento è iniziato un pontificato diverso dai precedenti per numerosi aspetti, quali il senso di povertà della chiesa, la visione riguardo agli omosessuali, alle donne, agli aborti ed ai divorzi. Temi, questi, molto caldi ai nostri tempi che fanno sempre molto scalpore soprattutto se è il papa a parlarne, rispondendo in modo schietto e con idee decise. Riguardo, ad esempio, all aborto afferma che se una donna ha interrotto la gravidanza, né è consapevole, la cosa le pesa enormemente ed è pentita, bisogna aver misericordia, comprensione di essa. Riguardo ai gay ripete più volte che se una persona omosessuale è di buona volontà ed in cerca di Dio, lui non è nessuno per giudicarla. Dice che bisogna considerare sempre la persona, che Dio la accompagna e perciò anche noi la dobbiamo accompagnare a partire dalla sua condizione, guidandola con misericordia. Non crea più quella completa opposizione che negli anni si era susseguita, ma vuole una chiesa aperta, inclusiva, misericordiosa, che abbraccia tutti, anche i gay, le donne che hanno abortito, i divorziati risposati. Proprio tutti perché la chiesa è come un ospedale da campo dopo una battaglia, è la casa di tutti, non una piccola cappella che può contenere solo un gruppetto di persone selezionate. Queste sono le parole che afferma, in cui mette in risalto la completa uguaglianza degli uomini di fronte a Dio. Sinceramente l ideologia di questo papa mi piace assai, anche la posizione che ha preso riguardo ai temi precedentemente descritti. Perché, per esempio, anche i gay sono delle persone normali che fino ad ora sono sempre state emarginate, purtroppo, sia dalla chiesa che da molte persone ignoranti Ed anche delle persone divorziate che si sono rifatte una famiglia con un altra persona ed ora vivono bene e sono contente.

16 Pagina 16 VENDO COMPRO (tra il serio e il faceto) Cercasi paroliere per Prof. che ha difficoltà nell'esprimersi. Cercasi compagno che sparisce quando ci sono le verifiche. Proponiamo baratto: ragazza attraente per maschio morbido con seni prosperosi. Cercasi nuovo pelapatate per un nostro compagno che si nutre esclusivamente di carote. Cercasi hacker disponibile a modificare i voti nel nostro registro elettronico. Vendo magliette artigianali in stile tye-dye per fattoni in erba (per info chiedete di Zagna) Cercasi Tatano di un tempo. Cercasi musica della castagnata. Cercasi altro futile motivo per essere sospesi un'altra settimana. Il dramma della mortalità infantile 1 milione di bambini muoiono nel primo giorno di vita. Ogni anno, oltre 6 milioni di bambini con meno di 5 anni nel mondo muoiono per malattie banali come morbillo, diarrea o polmonite. Questo è dovuto alle disuguaglianze tra paesi sviluppati e in via di sviluppo. In Norvegia si ha in media un medico ogni 53 pazienti, in Guinea uno ogni 7143 pazienti. Questo diverso trattamento sanitario non è dovuto solamente a fattori economici, ma anche a fattori sociali e culturali. La carenza di servizi sanitari è rafforzata per esempio dalla mancanza di informazioni. Le famiglie, soprattutto nei paesi più poveri, spesso ignorano l importanza delle vaccinazioni e non sanno neppure quando sia giunto il momento di cercare un medico per il bambino che sta male. Per combattere questa poca informazione è fondamentale l istruzione delle donne, future madri. Un altro fattore che alimenta le già precarie condizioni di vita dei popoli in via di sviluppo è la guerra. I molteplici conflitti che vi sono in territori come il Medio Oriente o l Africa Subsahariana hanno come vittime una grande quantità di bambini, che rimane facilmente vittima di scontri con armi da fuoco; se va bene riescono a perdere solamente un braccio o una gamba. La guerra uccide anche in un altro modo; le comunità colpite da questi scontri vivono in condizioni igieniche disagiate. Esse facilitano la proliferazione di malattie infettive, quali morbillo o colera, che attaccano molto facilmente il già abbastanza cagionevole sistema immunitario dei bambini. Per cercare di migliorare questa situazione alcune organizzazioni si stanno impegnando per aiutare, donando denaro o mandando volontari, questi popoli straziati dalla guerra e dalle carestie. Secondo l UNI- CEF (Fondo delle Nazioni Unite per l Infanzia), dal 2005 al 2012 vi è stata una riduzione della mortalità infantile del 3,9%, ma è troppo poco per raggiungere l Obiettivo di Sviluppo del Millennio numero 4, che si propone di ridurre il tasso di mortalità sotto i cinque anni di due terzi tra il 1990 e il Giulia Botteon 5VA La Redazione Direttore resp. Prof. Dino Benacchio In redazione: Studenti: C. Da Ros, F. Gobbi, J. Zalamena, M. Montesel, G. Botteon, L. Marsura, F. Dabbà, M. Battistella, S. Bortoluzzi, I. Zambon, A. Carbonere, M. Olcese, G. Spinato, P. Cella, J. D Ambroso, M. Dal Bianco, T. Fiorot, N. Dalla Torre, D. Vacilotto. Grafica e impaginazione: F. Sonego Scrivete a: info@isisscerletti.it Sito: LA CANTINA continua dalla prima il nostro ambiente non sono poi così rovinosi, ma siamo noi a renderli tali e ad ingigantire le loro conseguenze. Lo sfregio del territorio deve essere suturato dalla presa di coscienza e dal cambio di mentalità di ciascuno, se no sarà sempre peggio. Come scuola enologica, trovandoci in simpatia con le tematiche ambientali, dobbiamo necessariamente impegnarci a sensibilizzare una politica votata al bene comune e non alla speculazione di pochi. Detto questo, nel numero che tenete tra le mani si è voluto approfondire il tema dello scambio culturale attraverso le testimonianze di alcuni nostri studenti che l estate scorsa si sono recati all estero per motivi di studio e di esperienze sul campo. Ci sembra un buono stimolo per tutti ad allargare i propri orizzonti mentali e a prepararsi anche ad un eventuale partenza per ragioni di lavoro oltrechè di studio. Ma le esperienze si possono fare anche nel nostro paese, si legga a questo proposito il racconto di chi è stato come volontario nelle terre sottratte alla mafia e oggi gestite dall asso- ciazione Libera di Don Ciotti. Voltiamo pagina. Con l elezione dei nuovi rappr. d istituto, c è una ritrovata voglia di riprendere le blasonate tradizioni del Cerletti, ma non bastano le belle parole: ci vogliono i fatti e soprattutto la disponibilità per realizzarli. Non si perda, è un appello ai rappresentanti, questa opportunità: c è il fondato rischio che le belle pagine della nostra tradizione scolastica vengano affossate per sempre. Meditate. Di sicuro a tenere alto il nome della scuola enologica ci sta pensando l enologo della nostra cantina, Emanuele Serafin (all interno l intervista), capace di realizzare ottimi vini e di saperli promuovere con altrettanta sapienza manageriale. I premi gli danno ragione, i bilanci, una volta in profondo rosso, anche. Infine un plauso e un augurio ai neo diplomati dell ITS perché possano segnare l inizio di un percorso di formazione qualificata e un opportunità in più per affermarsi professionalmente nel mondo del lavoro. Buon Natale a voi e alle vostre famiglie. In alto i calici e salute a tutti! Prof. Dino Benacchio

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