La politica pensionistica RIFORME SOTTRATTIVE E TRANSIZIONE A UN SISTEMA PENSIONISTICO MULTIPILASTRO
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1 La politica pensionistica RIFORME SOTTRATTIVE E TRANSIZIONE A UN SISTEMA PENSIONISTICO MULTIPILASTRO
2 (Riforma dei trattamenti pensionistici dei lavoratori autonomi)
3 La politica pensionistica
4 La politica pensionistica Riforme sottrattive e transizione a un sistema pensionistico multipilastro Tra il 1992 e il 2016 si possono distinguere 3 diverse fasi del processo di riforma del sistema pensionistico italiano: 1) La fase dell emergenza: le riforme nel nome del risanamento e dell Europa ( ) (la riforma Amato, la riforma Dini, la riforma Prodi) 2) Le riforme nella fase dell alternanza bipolare (la riforma Maroni-Tremonti, la riforma Damiano, la mini-riforma del 2010) 3) Il ritorno dell emergenza (la riforma Fornero)
5 La stagione delle riforme. Prima fase (dal 1992 al 1997) Obiettivo di fondo: superare la crisi del sistema pensionistico riducendo il più possibile la spesa.
6 Riforma Amato (l. 421/1992) 1a D.Lgs. n. 503 del 30 dicembre 1992: ristrutturazione del sistema pubblico a ripartizione (primo pilastro). Introducendo l innalzamento dell età pensionabile per la vecchiaia fino ai 65 anni di età per gli uomini e i 60 per le donne (da 15 a 20 anni i contributi), e prevedendo, altresì, per tutti i lavoratori, pubblici e privati, una contribuzione pari almeno a 35 anni ai fini dell accesso alla pensione di anzianità.
7 Riforma Amato (l. 421/1992) 1a D.Lgs. n. 124 del 1993: definisce con il il primo framework regolativo per lo sviluppo dei pilastri complementari in Italia Introduzione di forme pensionistiche complementari a capitalizzazione, che erogano prestazioni a contribuzione definita Possibilità di utilizzare il TFR Individuazione di due diversi tipi di fondi complementari: a) i fondi pensione chiusi (o negoziali), da creare tramite contrattazione collettiva, gestiti da rappresentanti delle parti sociali; b) i fondi aperti, istituiti e gestiti direttamente da istituzioni finanziarie (banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio)
8 IL TRATTAMENTO di FINE RAPPORTO L. 297/82 è indennità di fine servizio che le imprese devono obbligatoriamente corrispondere ai loro dipendenti in ogni caso di risoluzione del rapporto di lavoro (pensionamento, cambio di occupazione, licenziamento) è concepito come una forma di salario differito per tutti i dipendenti privati, e prevede un rendimento modesto (1,5% + 75% tasso inflazione) ma garantito, il rendimento si annulla se inflazione=6% è finanziato da contributi sociali (6,91% della retribuzione lorda) poiché l accantonamento dei contributi versati è soltanto virtuale, il Tfr costituisce un importante e relativamente conveniente fonte di finanziamento per le imprese Il Tfr ha talvolta assolto la funzione di sussidio di disoccupazione. Con l affermarsi di un mercato del lavoro fondato su contratti a tempo indeterminato il Tfr ha sempre più operato come uno schema pensionistico a prestazione definita per i dipendenti del settore privato. La prestazione è però erogata in un unica soluzione (no rendita) 8
9 Riforma Dini 2a Introdotta dalla Legge n. 335/1995. Prima grande svolta, in quanto istituisce per la prima volta, per i soggetti assicurati a decorrere dal 1 gennaio 1996, il sistema di calcolo contributivo, basato sui contributi effettivamente versati. I contributi accantonati vengono convertiti in rendita attraverso coefficienti di trasformazione calcolati in ragione dell età di pensionamento e della conseguente attesa di vita. Età pensionabile flessibile (tra 57 e 65 anni)
10 Riforma Dini 2a
11 La fase di transizione Si individuano tre gruppi di lavoratori: a) I salvati : i lavoratori che, al 31 dicembre 1995, avrebbero raggiunto almeno diciotto anni di anzianità, per cui ad essi non sarebbe stato applicato il metodo contributivo; b) I parzialmente protetti : quelli con anzianità inferiore a diciotto anni nel 1996, la cui pensione sarebbe stata calcolata in base alla regola retributiva per l'anzianità maturata al 1995 e a quella contributiva per l'anzianità accumulata dal 1996 in poi; c) Gli indifesi : gli assunti a partire dal 1996, la cui pensione sarebbe stata interamente contributiva.
12 Riforma Prodi 3 Legge n. 449 del 27 dicembre 1997 (Legge Finanziaria 1998, art. 59) In particolare, per quanto concerne le pensioni di anzianità, per i dipendenti privati è stato innalzato il requisito dell età anagrafica, portando a regime i 57 anni a partire dal 2002 anziché a partire dal 2008; l innalzamento del requisito anagrafico è stato previsto anche per i dipendenti pubblici (57 anni a partire dal 2004).
13
14 Seconda fase. Le riforme nella fase dell alternanza bipolare Riforma Maroni-Tremonti 1b Legge 23 agosto 2004, n. 243, che introduce il famigerato scalone prevedendo l innalzamento dell età pensionabile da 58 a 60 anni a partire dal 1 gennaio 2008: i lavoratori la cui pensione è liquidata esclusivamente con il sistema contributivo possono accedere al pensionamento: - a 60 anni, per le donne e a 65 anni, per gli uomini, con una anzianità contributiva effettiva di almeno 5 anni; - - a prescindere dal requisito anagrafico con un anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni.
15 Seconda fase. Le riforme nella fase dell alternanza bipolare Riforma Damiano2b La Legge 247/2007, n. 247 introduce il c.d. sistema delle quote, con il quale il trattamento pensionistico viene conseguito solo se si è raggiunto un determinato valore dato dalla somma tra età anagrafica e anzianità contributiva.
16 Riforma Damiano
17 Seconda fase. La mini-riforma del b Con il Decreto Legge n. 78 del 31 maggio 2010, convertito dalla Legge n. 122 del 30 luglio 2010, sono state disposte 2 principali modifiche ai requisiti anagrafici e contributivi per il pensionamento: 1. un nuovo regime della decorrenza per i trattamenti pensionistici: si stabiliva un ritardo costante tra maturazione dei requisiti pensionistici e decorrenza del trattamento; il ritardo era pari a 12 mesi per i lavoratori dipendenti e a di 18 mesi per i lavoratori autonomi (le cosiddette finestre scorrevoli ); 2. a partire dal 2015, i requisiti di età per il pensionamento di vecchiaia e di anzianità anagrafica dovevano essere adeguati alle variazioni della speranza di vita a 65 anni.
18 Terza fase. La riforma Fornero Con Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito nella Legge n. 214 del 22 dicembre, è stata varata una riforma strutturale del sistema previdenziale.
19 Aspetti problematici della fase di transizione Scarso collegamento tra contributi versati e prestazioni ricevute Rendimento troppo generoso, e cioè superiore a quello finanziariamente sostenibile, con conseguente sistematica violazione del criterio della sostenibilità e del principio dell'equità tra generazioni.
20 La generosità del metodo retributivo Present Value Ratio (PVR): indicatore che misura, al momento del pensionamento, il "valore attuale atteso" dei benefici pensionistici ai quali l'individuo ha diritto. Montante contributivo versato: equivale al saldo attuale disponibile di un ipotetico conto corrente in cui l'individuo abbia depositato, senza mai ritirarli, i contributi previdenziali versati lungo la vita lavorativa
21 L entità del regalo Fatto pari a 100 euro il montante, un valore del PVR superiore a 100 indica che il sistema remunera i contributi corrisposti nella vita attiva a un tasso di rendimento superiore a quello che il sistema "può permettersi". Ciò comporta una redistribuzione di risorse (ossia "un regalo") alle generazioni anziane da parte delle generazioni giovani presenti e future
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23 I principi della riforma Fornero Semplificazione e armonizzazione delle regole; unificazione dei requisiti di pensionamento per tutti, con deroghe solo per i più deboli; flessibilità nelle scelte di pensionamento; adeguamento dei requisiti anagrafici e contributivi alle variazioni della speranza di vita
24 I contenuti principali 1. Estensione a tutti i nuovi pensionati del sistema di calcolo contributivo a partire dal 2012 e pro-quota ; 2. superamento del sistema delle finestre di uscita attraverso la completa eliminazione del ritardo tra maturazione dei requisiti e decorrenza del trattamento; 3. unificazione delle prestazioni pensionistiche in due sole tipologie: pensionamento di vecchiaia e pensionamento anticipato; 4. progressivo aumento delle aliquote contributive dei lavoratori autonomi dal 20 per cento al 24 per cento.
25 5. annullamento dell indicizzazione all inflazione nel biennio per i trattamenti superiori a tre volte il trattamento minimo Inps.
26 Come cambia la previdenza obbligatoria a) La pensione di vecchiaia - Requisito anagrafico: viene maturata nell intervallo di età compreso tra i 66 e i 70 anni, intervallo che viene adeguato periodicamente all incremento della speranza di vita - Requisito contributivo: 20 anni
27 b) Pensione anticipata - Requisito contributivo: 42 anni e un mese di anz. contributiva per gli uomini, 41 anni e un mese per le donne nel Requisito anagrafico: per i lavoratori per i quali il metodo di calcolo del trattamento è misto, cioè sia retributivo che contributivo, il trattamento viene ridotto se l età al pensionamento è minore di 62 anni
28 c) Applicazione delle variazioni della speranza di vita a 65 anni a tutti i requisiti sia anagrafici che contributivi - In base alle previsioni Istat, il limite massimo per il pensionamento di vecchiaia salirebbe a 71 anni e un mese nel 2019, a 72 anni e un mese nel 2031, a 73 anni e un mese nel 2043, e infine a 73 e sette mesi nel Analogamente il requisito contributivo per il pensionamento di anzianità contributiva per gli uomini salirebbe a 43 anni e 4 mesi nel 2019, a 44 anni e 4 mesi nel 2031, e a 45 anni e 10 mesi nel 2049
29 IL SISTEMA PENSIONISTICO ITALIANO DOPO LE RIFORME In transizione verso un assetto multi-pilastro Schemi pubblici obbligatori 42 Fondi CHIUSI memb: 2 milioni dei quali Dip. Priv: 1,9 mil. 81 Fondi APERTI memb: PIP memb: 1,8 milioni A ripartizione Contributivi TFR Assegno Sociale 1 Pilastro 29 2 Pilastro 3 Pilastro
30 Il primo pilastro in cifre Spesa complessiva per pensioni = milioni di euro (16,6% del PIL) dati 2010 Le pensioni di vecchiaia (anzianità inclusa) assorbono il 71% della spesa complessiva; quelle assistenziali il 7,9% Numero complessivo pensionati = 16,7 milioni (53% donne) Età: il 70% ha più di 64 anni (di cui il 22% sopra gli 80 anni) Prestazione pensionistica media = annui (i.m. pensioni di vecchiaia = ) Redditi pensionistici: le donne, gli uomini; il 14,4% riceve meno di 500 /mese, il 31% tra i 500 e i 1000, il 23% tra i 1000 e i 1500, il 31% oltre i 1500
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