Edizione Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2013

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1 Edizione 122 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

2 Edizione 1

3 Indice Lettera dell Amministratore Delegato 5 Executive summary 6 Introduzione I piani europei per l economia digitale L ICT per la crescita, l innovazione e la competitività L avanzamento dell agenda digitale europea I finanziamenti europei per lo sviluppo digitale Le iniziative Europee per le Smart Cities I progetti paese per l economia digitale L agenda digitale italiana Il posizionamento dell italia nel contesto europeo La governance dell agenda digitale italiana Dal decreto crescita 2.0 Al decreto del fare L evoluzione nella gestione dei fondi europei Le politiche per lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi I piani digitali nelle regioni L innovazione nelle Regioni italiane Le agende digitali regionali Le best practice nell attuazione dell agenda digitale nelle regioni L esperienza dei check-up digitali regionali Obiettivi del check-up digitale Metodologia del check-up digitale 114 Bibliografia 119 Allegato: schede regionali 123 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 2 3

4 Lettera dell Amministratore Delegato Il recente Consiglio europeo del Ottobre, nel ribadire l importanza dell economia digitale e la sua centralità nella strategia di crescita dell Europa, ha confermato gli obiettivi dell Agenda Digitale Europea ed ha formulato una serie di indirizzi per la promozione degli investimenti nelle reti di nuova generazione, per incentivare l uso del cloud computing, per la digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, per la crescita delle competenze digitali. L Agenda Digitale Europea non è quindi più solo un documento di analisi e indirizzo, ma è diventata uno strumento di politica industriale comunitaria che individua obiettivi, definisce regole e norme, rende disponibili risorse. In questo contesto, l Italia, come noto, deve recuperare ritardi rilevanti anche se, recentemente, sono stati fatti passi in avanti con nuovi provvedimenti, una nuova governance, la definizione di obiettivi prioritari, ma soprattutto con una nuova consapevolezza, come dimostra il fatto che il Presidente del Consiglio ha definito l Agenda Digitale come la riforma dello Stato. La disponibilità di infrastrutture di rete a banda larga in linea con gli obiettivi indicati dall Unione Europea è certamente una priorità per il nostro Paese e Telecom Italia continuerà a fornire un contributo decisivo in tale direzione. L accelerazione prevista nel nuovo Piano nella realizzazione delle reti di nuova generazione renderà infatti disponibili, già entro la fine del 2016, connessioni ad alta velocità di rete fissa ad oltre il 5 delle unità immobiliari e, alla stessa data, oltre l 8 della popolazione sarà raggiunto dalle reti mobili di quarta generazione. Tuttavia, i ritardi più rilevanti del nostro Paese non riguardano le infrastrutture bensì l uso dei servizi digitali da parte di individui, aziende e pubblica amministrazione e, proprio per questo motivo, le priorità indicate dal Governo riguardano soprattutto la modernizzazione della Pubblica Amministrazione ed il miglioramento della relazione con cittadini ed imprese. In questa opera di trasformazione il ruolo delle Regioni resta fondamentale, non solo perché esse hanno responsabilità e competenze rilevanti nell erogazione dei servizi pubblici e nelle politiche industriali, ma soprattutto perché conoscono profondamente le specificità territoriali e sanno mettere a fuoco le esigenze dei cittadini e delle imprese, intercettandone le istanze. Con l iniziativa Italia Connessa lanciata nel 2012, Telecom Italia ha contribuito ad innescare una riflessione sui diversi livelli di sviluppo digitale dei territori e, nel corso del, ha affiancato alcune Amministrazioni Regionali che, proprio prendendo spunto dai dati comparati presentati nel rapporto Italia Connessa, hanno realizzato un vero e proprio check up digitale, identificando i principali gap, definendo le priorità di intervento e disegnando delle roadmap concrete all interno del processo di innovazione territoriale. Questa seconda edizione presenta un aggiornamento dell insieme delle tematiche relative allo sviluppo digitale, arricchisce il quadro degli indicatori e riporta le principali iniziative a conferma dell intenzione di fare di Italia Connessa uno strumento di confronto e stimolo per favorire la formulazione e l attuazione delle Agende Digitali Regionali. Marco Patuano Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 4 5

5 Executive summary La seconda edizione del Libro Bianco Italia Connessa - Agende Digitali Regionali intende fornire una fotografia dell attuazione dell Agenda Digitale Europea a livello locale, a partire dall analisi dello stato dell arte della pianificazione e delle risorse finanziarie per l ICT, a livello europeo, nazionale e regionale. Nel documento si approfondiscono i Key Performance Indicator (KPI) più significativi su dati regionali, ICT e Innovazione, compresi quelli della Digital Agenda, cercando di coprire un vasto campo di osservazione, dall innovazione alla dotazione infrastrutturale, dalla digitalizzazione della PA alla diffusione delle dotazioni ICT e dei servizi digitali presso le famiglie e le imprese. In Europa, a livello nazionale, pressoché tutti i Governi hanno iniziato una revisione dei loro piani per la Società dell Informazione, per allinearsi agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea. A livello locale, poi, si assiste, anche grazie all avvio delle procedure per il nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per il periodo , ad un generale ripensamento delle politiche territoriali per lo sviluppo del digitale. Il ruolo dei territori - e delle Regioni in particolare - è importante per attivare anche una spinta dal basso, con i singoli territori che sono molto diversi tra di loro, hanno vocazioni e priorità diverse e partono da situazioni di partenza diverse. Le Regioni hanno una conoscenza approfondita del proprio territorio e sono quindi in grado di definire politiche adeguate alle aspettative ed alle esigenze locali. Le Regioni inoltre sono in grado di attivare meccanismi di ascolto dei cittadini e delle imprese più efficaci rispetto agli organismi centrali, e riescono così a mettere a fuoco delle azioni mirate a soddisfarne le esigenze. L Agenda Digitale Europea Gli obiettivi prioritari toccano tutti gli ambiti dell economia digitale, non soltanto quelli infrastrutturali, con particolare riguardo alle tematiche dell utilizzo dell ICT nella vita quotidiana. La successione temporale degli obiettivi evidenzia un primo traguardo di breve periodo, da conseguire entro il : garantire l accesso a tutti i cittadini europei ai servizi a banda larga di base. Nel medio periodo, entro il 2015, i Paesi europei sono chiamati a realizzare tutti gli obiettivi connessi con la diffusione di Internet e l utilizzo dei servizi in rete. Entro il 2020, e quindi con un ottica di più lungo periodo, l Europa dovrà garantire a tutti la possibilità di accedere a servizi a banda larga più performanti, avviandosi così a completare il nuovo ciclo di investimenti per la realizzazione delle reti di nuova generazione, oltre che lavorare con l obiettivo di raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo nel settore dell ICT e ridurre i consumi energetici. La Commissione Europea, attraverso la Digital Agenda Scoreboard, fornisce annualmente un quadro di valutazione sui progressi compiuti dagli Stati membri verso la realizzazione degli obiettivi fissati nell ambito dell Agenda Digitale. Figura 1, 15 Ð LÕ avanzamento UE27 rispetto agli obiettivi dellõ Agenda Digitale Europea Figura 1 L avanzamento UE27 rispetto agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea Fonte: European Commission - Digital Agenda Scoreboard, Tabella 1 Obiettivi dell Agenda Digitale Europea Fonte: European Commission - A Digital Agenda for Europe, 2010 AMBITO Banda larga Mercato unico digitale Inclusione digitale Servizi pubblici Tra le iniziative chiave per raggiungere gli obiettivi di crescita economica e sociale, la Commissione ha proposto di adottare un Agenda Digitale Europea, con cui accelerare la diffusione di Internet e sfruttare appieno i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese. Per verificare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi indicati nell Agenda, la Commissione ha definito gli indicatori di performance su cui i Paesi membri sono chiamati a confrontarsi annualmente, al fine di verificare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi prioritari. OBIETTIVO Copertura con banda larga di base per il 10 dei cittadini dell'ue, entro il Copertura con banda larga pari o superiore a 30 Mbps per il 10 dei cittadini UE, entro il 2020 Il 5 delle famiglie dovrebbe usare una connessione superiore a 100 Mbps, entro il 2020 Il 5 della popolazione dovrebbe fare acquisti on-line, entro il 2015 Il 2 della popolazione dovrebbe fare acquisti on-line all'estero, entro il 2015 Il 33% delle piccole e medie imprese dovrebbe effettuare vendite e acquisti on-line, entro il 2015 La differenza fra tariffe in roaming e tariffe nazionali dovrebbe essere inesistente, entro il 2015 Portare l'uso regolare di Internet al 75% della popolazione (6 per categorie deboli), entro il 2015 Dimezzare il numero di persone che non hanno mai usato Internet (portandolo al 15%), entro il 2015 Utilizzo dell'egovernment da parte del 5 della popolazione, entro il 2015 Rendere disponibili in rete tutti i servizi pubblici fondamentali transfrontalieri, entro il 2015 Ricerca e innovazione Raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo per l ICT, entro il 2020 Economia a basse emissioni di carbonio Ridurre del 2 il consumo globale di energia per l illuminazione, entro il 2020 MANCA TABELLA Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Fonte: European Commission - Digital Agenda Scoreboard, Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 6 7

6 L Agenda Digitale Italiana A seguito della definizione dell Agenda Digitale Europea, ogni Stato membro dell Unione Europea è tenuto ad analizzare il contesto nazionale per elaborare una propria strategia di recepimento dell Agenda Digitale Europea, individuando le priorità e le modalità di intervento. Successivamente, con decreto-legge n. 69/, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell economia, noto come Decreto Fare, pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel giugno, sono state introdotte alcune novità sull Agenda Digitale Italiana, ridefinendone la governance e prevedendo che la cabina di regia sia presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri o da un suo delegato. Figura 2 Gli organi di governo dell Agenda Digitale Italiana Fonte: Between, A tal fine il Governo italiano ha definito l Agenda Digitale Italiana, per alimentare l innovazione e stimolare la crescita economica, incentivare la trasparenza, la responsabilità e l efficienza del settore pubblico, rendendo liberamente disponibili i dati delle pubbliche amministrazioni. Per rispettare gli impegni stabiliti in sede europea e definire la strategia italiana sul digitale, nel marzo 2012, con decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, è stata istituita una Cabina di Regia, per riunire in un unica sede le diverse competenze di attuazione dell Agenda Digitale Italiana. In tale ambito sono stati creati sei gruppi di lavoro, ognuno dei quali cura alcuni dei target dell Agenda Digitale. Per raggiungere gli obiettivi e attuare gli interventi definiti dalla Cabina di Regia, nel 2012 è stata, inoltre, istituita l Agenzia per l Italia digitale, con l obiettivo di promuovere gli interventi in ambito ICT e monitorarne l attuazione. Nell ambito della Cabina di Regia è stato successivamente istituito, con decreto-legge 69/ ( Decreto Fare ), il Tavolo Permanente per l innovazione e l Agenda Digitale Italiana, organismo consultivo permanente composto da esperti in materia di innovazione tecnologica e da esponenti delle imprese private e delle università, presieduto dal Commissario del Governo per l attuazione dell Agenda Digitale (Francesco Caio), posto a capo di una struttura di missione per l attuazione dell Agenda Digitale appositamente istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La figura seguente sintetizza ruoli e compiti degli organi di governo istituiti per l attuazione dell Agenda Figura 2, Digitale 40 Ð Gli Italiana. organi di governo dellõ Agenda Digitale Italiana Istituita con Decreto MISE il 1 marzo 2012 Articolata in 6 gruppi di lavoro sui principali target dellõ Agenda Digitale Cabina di Regia Tavolo permanente per lõinnovazione e lõadi Rivitalizzata dal DL Ç FareÈ del 15 giugno Entro 90 giorni deve presentare un quadro di norme, programmi avviati, stato dõavanzamento e risorse disponibili per lõ Agenda Digitale Commissario del Governo per lõattuazione dellõadi Fonte: Between, Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio Istituita con DL Sviluppo 2012 del 15 giugno 2012 Garantisce lo sviluppo dei temi dell'agenda Digitale Italiana Agenzia per lõitalia Digitale Coordina le iniziative per lõ erogazione dei servizi in rete della PA a cittadini e imprese La tabella seguente riporta le principali tematiche trattate dal decreto Crescita 2.0 e dal Decreto Fare e i relativi contenuti. Aree Identità digitale P.A. digitale e Open Data Istruzione digitale Sanità digitale Divario digitale e pagamenti elettronici Giustizia digitale R&I e Comunità intelligenti Ulteriori misure per la crescita Contenuti Documento digitale unico Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e interoperabilità anagrafi di rilevanza nazionale Censimento continuo della popolazione e delle abitazioni e Archivio nazionale delle strade e dei numeri civici PEC - Domicilio digitale cittadino PEC - indice nazionale degli indirizzi delle imprese e dei professionisti Trasmissione di documenti per via telematica, contratti della pubblica amministrazione e conservazione degli atti notarili Trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore pubblico Sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e Bigliettazione elettronica Trasporto Pubblico Locale Open data e inclusione digitale Anagrafe nazionale studenti e fascicolo elettronico studente universitario Libri e centri scolastici digitali Fascicolo sanitario elettronico Prescrizione medica digitale e cartella clinica digitale Completamento Piano Nazionale per la Banda Larga Semplificazioni normative (specifiche scavi, accesso edifici per posa fibra) Pagamenti elettronici Comunicazioni e notificazioni per via telematica Notificazioni telematiche per procedure fallimentari Grandi progetti di ricerca e innovazione in sinergia con Horizon 2020 Piano Nazionale Comunità intelligenti Consolidamento e razionalizzazione dei siti e delle infrastrutture digitali del Paese (Data Center) Tabella 2 I contenuti del Decreto Crescita 2.0/Decreto Fare Fonte: Governo Italiano, A fine 2012 il Governo ha approvato un pacchetto normativo, il cosiddetto Decreto Crescita Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI 2.0, contenente Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese, convertito nella Legge 3 n. 221 del 17 dicembre 2012, che racchiude una serie di misure di incentivazione dello sviluppo dell economia e per la realizzazione dell Agenda Digitale Italiana. Tali norme puntano a far sì che l innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese, attraverso lo sviluppo del digitale in alcuni settori prioritari e le disposizioni in tema di start-up innovative, per favorire lo sviluppo di un sistema economico-sociale basato sulla condivisione delle informazioni pubbliche, su standard aperti e interoperabili, sulla possibilità di sviluppare imprenditorialità facendo leva su tecnologia e attività di Ricerca e Sviluppo, e diffondendo le nuove tecnologie digitali presso la popolazione, attraverso la digitalizzazione della P.A. e la spinta al pagamento elettronico. Le misure contenute nel Decreto toccano numerosi temi: dall identità digitale all adozione delle nuove tecnologie nel campo dell istruzione, della salute, della giustizia, dell inclusione sociale, all accelerazione del loro impiego nel settore dei pagamenti. Ad un anno dalla pubblicazione del Decreto Crescita 2.0, il Governo ha definito tre priorità per dare avvio all attuazione dell Agenda Digitale: l Anagrafe digitale, per rendere operativa l Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) entro il 2014, l Identità digitale, per rendere disponibile ai cittadini un unico strumento di identificazione per i servizi on-line, la Fatturazione elettronica, importante strumento di controllo di gestione ed efficientamento della spesa. Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 8 9

7 Tabella 3 Risorse pubbliche per la banda ultra larga nel Piano di Azione Coesione Fonte: Mise, Le politiche per lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi Il Piano Nazionale Banda Larga, avviato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2009, si pone l obiettivo di consentire a tutta la popolazione italiana di potersi dotare di una connessione a banda larga ad almeno 2 Mbps, ricorrendo ad un mix di tecnologie fisse e mobili: la realizzazione del piano è portata avanti grazie a risorse del Ministero dello Sviluppo Economico, a fondi comunitari FEASR destinati allo sviluppo broadband nelle aree rurali e a fondi che le Regioni hanno messo a disposizione del Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso la stipula di appositi accordi. Per la chiusura del piano, sono state messe a disposizione risorse per circa 370 milioni di euro, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, delle Regioni o nell ambito della quota del Piano di Azione Coesione destinata al completamento del Piano Nazionale Banda Larga. D altro canto, per stimolare la realizzazione delle infrastrutture a banda ultra larga, il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato un progetto per dare attuazione agli obiettivi sui servizi broadband evoluti fissati dall Agenda Digitale Europea. Il progetto nazionale è stato avviato a partire dalle regioni del Sud, con particolare riguardo alle aree a fallimento di mercato, con interventi quindi in non sovrapposizione con quelli previsti dagli operatori privati di telecomunicazioni. In particolare, il Progetto Strategico per la Banda Ultra Larga prevede interventi per il cablaggio in fibra ottica, con l utilizzo di fondi pubblici come leva per accelerare gli investimenti privati, prioritariamente indirizzati ad aree maggiormente popolate, aree industriali strategiche, scuole, strutture sanitarie, tribunali e aree strategiche per favorire la banda larga mobile. L avvio del progetto nelle regioni del Sud è stato reso possibile attraverso il Piano di Azione Coesione, predisposto per accelerare l attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali europei 2007-, che programma complessivamente sulla banda ultra larga interventi per circa 380 milioni di euro. REGIONI Banda Ultra Larga Basilicata 54,8 Calabria 126,9 Campania 122,4 Molise 4,0 Sicilia 75,0 TOTALE 383,1 Il progetto intende finanziare la realizzazione di nuove infrastrutture ottiche passive abilitanti alle reti NGAN per erogare servizi alle pubbliche amministrazioni, alle imprese e ai cittadini, abilitando la popolazione a connessioni con velocità di 30 Mbps e 100 Mbps. Obiettivo del progetto è portare la banda ultra larga a oltre 1,6 milioni di unità immobiliari (circa il 25% del totale delle unità immobiliari nelle 5 regioni del progetto), distribuite su un totale di circa 200 comuni. Sul fronte della Sanità, il processo di digitalizzazione, già ben avviato dopo la pubblicazione delle linee guida sul Fascicolo Sanitario Elettronico da parte del Ministero della Salute nel 2011, ha subito nel corso dell ultimo anno un importante accelerazione: sono stati ben tre infatti i decreti approvati in tema di sanità digitale, tutti con particolare riferimento proprio al Fascicolo Sanitario Elettronico, identificato ormai come il collettore di tutte le iniziative nazionali e regionali in tema di sanità elettronica. Con il decreto Balduzzi (convertito in Legge n.189 dell 8 novembre 2012) era stato assegnato un ruolo di rilevanza all adozione delle tecnologie ICT in sanità attraverso l introduzione dell obbligo per le Regioni di realizzare un infrastruttura di rete per il collegamento tra professionisti ed enti sanitari sul territorio. A seguire, attraverso il Decreto Crescita 2.0 è stato definito e costituito ufficialmente il Fascicolo Sanitario Elettronico a livello nazionale, istituito da Regioni e Province Autonome a fini di ricerca e studio, gestione, prevenzione, diagnosi e cura. Infine, il Decreto Fare, nel contesto delle misure previste per il potenziamento dell Agenda Digitale Italiana, ha modificato gli articoli contenuti nel Decreto Crescita 2.0 e fissato scadenze temporali, investimenti e passaggi chiave per arrivare all effettiva realizzazione e diffusione del Fascicolo sul territorio. Entro dicembre le Regioni e le Province Autonome dovranno presentare all Agenzia per l Italia digitale e al Ministero della Salute un piano per la realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico. L Agenzia per l Italia digitale lavorerà congiuntamente con il Ministero della Salute alla progettazione dell infrastruttura centrale per il Fascicolo Sanitario Elettronico ed all approvazione dei piani di progetto presentati dalle Regioni e Province Autonome monitorandone poi la realizzazione. Il Fascicolo, inoltre, dovrà essere istituito ufficialmente dalle Regioni e dalle Province Autonome entro dicembre Il rinnovamento della Scuola è da sempre un tema centrale delle politiche di livello europeo. Anche l Italia, come gli altri Stati membri, ha avviato negli ultimi anni diverse iniziative e progetti per rinnovare il sistema scolastico nazionale e diffondere l innovazione digitale nelle scuole. In particolare, a partire dal 2008, il MIUR (Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca) ha realizzato il piano Scuola Digitale, che concentrava l attenzione su tre obiettivi chiave: la diffusione di Lavagne Interattive Multimediali (LIM) nelle scuole, l allestimento di classi tecnologicamente avanzate (progetto Cl@ssi 2.0) e la realizzazione di un modello di didattica avanzato per le zone territorialmente disagiate attraverso il progetto Isole in rete. Nel 2012 è stato introdotto il nuovo Piano Nazionale Scuola Digitale, che sviluppa le linee d azione precedentemente intraprese (LIM, Cl@ssi 2.0, Isole in rete ) e ne introduce di nuove: Scu@le 2.0 (per estendere il progetto Cl@ssi 2.0 ad interi istituti scolastici), Centri Scolastici Digitali (programma per piccole scuole di zone disagiate), Editoria Digitale scolastica, Il Cloud nazionale della scuola e Scuola in chiaro. Infine, con il Decreto Crescita 2.0 è stata meglio definita la costituzione di centri scolastici digitali per garantire l offerta formativa anche in contesti territoriali svantaggiati, e l introduzione dei testi scolastici digitali, che saranno introdotti a partire dall anno scolastico 2014/2015. La digitalizzazione della Giustizia, in ottica sia di contenimento dei costi che di efficienza del servizio e riduzione delle tempistiche dei processi, è un obiettivo sul quale il Ministero della Giustizia ha iniziato a lavorare già da qualche anno. I principali interventi avviati nell ambito del Piano egov2012 riguardavano l adozione delle notificazioni telematiche delle comunicazioni e degli atti processuali ad avvocati ed ausiliari dei giudici nell ambito del processo civile (Processo Civile Telematico, già sperimentato a partire dal 2006), la trasmissione telematica delle notizie di reato tra forze di Polizia e Procure, la registrazione telematica degli atti giudiziari presso l Agenzia delle Entrate, il rilascio telematico di certificati giudiziari. Per accelerare ulteriormente il processo di innovazione avviato e ridurre i tempi di attivazione di alcuni dei servizi digitali previsti, nel 2011 è stato poi varato il Piano straordinario per la digitalizzazione della giustizia, pensato per favorire l applicazione a regime delle soluzioni già sperimentate e diffondere un approccio più integrato sul territorio. Infine, nel Decreto Crescita 2.0 sono state inserite disposizioni dedicate alla riduzione dei tempi di tutte le comunicazioni e le notificazioni delle cancellerie o delle segreterie degli uffici giudiziari, che devono essere effettuate obbligatoriamente per via telematica nei procedimenti civili. Sul tema delle città (Smart Cities & Communities), nel Decreto Crescita 2.0 sono delineati i passaggi e la struttura amministrativa da realizzare per supportare lo sviluppo delle Smart Communities in Italia, con un ruolo chiave svolto dall Agenzia per l Italia digitale. Attraverso il Comitato Tecnico delle comunità intelligenti, l Agenzia dovrà istituire la piattaforma nazionale delle comunità intelligenti, articolata in almeno tre componenti: il catalogo del riuso dei sistemi e delle applicazioni, il catalogo dei dati e dei servizi informativi, il sistema Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 10 11

8 di monitoraggio. A partire da queste tre componenti dovrà essere poi sviluppato lo Statuto Nazionale delle comunità intelligenti, da sottoscrivere obbligatoriamente dalle città per ottenere la qualifica di comunità intelligente. Regioni Nome Periodo di Riferimento L Agenzia per l Italia digitale avrà inoltre il compito di catalogare i dati ed i servizi informativi prodotti dalle comunità intelligenti sul territorio, con l obiettivo di realizzare una mappa nazionale delle soluzioni che ne renda più accessibile il riuso. Abruzzo Basilicata Piano strategico di Sviluppo Regionale per l'innovazione e la Società dell Informazione Strategia Regionale per la Ricerca, l'innovazione e la Società dell Informazione Calabria Strategia Regionale per lo sviluppo della Società dell Informazione Le Agende Digitali Regionali Le Regioni e le Province Autonome rappresentano uno snodo fondamentale per l attuazione dell Agenda Digitale, perché hanno una competenza specifica di pianificazione territoriale, gestiscono direttamente molte materie (ad esempio la sanità) e sono quindi in grado di implementare processi importanti di digitalizzazione. Esse sono inoltre più vicine alle esigenze dei cittadini e delle imprese, e sono quindi in grado di attivare meccanismi di ascolto, che forniscono importanti stimoli e orientano le politiche. Il processo di pianificazione è in corso di ri-orientamento in tutte le Regioni, nel momento in cui i Piani per la Società dell Informazione vengono rivisti ed aggiornati proprio per adeguarli alle tematiche poste dall Agenda Digitale Europea ed Italiana. Le prime strategie regionali per la Società dell Informazione e dell egovernment furono lanciate all inizio degli anni 2000, e successivamente aggiornate con la programmazione sui fondi strutturali 2007-, con la finalità di riportare entro un quadro strategico di obiettivi e di complementarietà di risorse l intera programmazione sulla Società dell Informazione. L attuale periodo coincide con la fase finale di questo ciclo di programmazione e contemporaneamente con le fasi preliminari del nuovo ciclo , che le Regioni stanno iniziando a mettere in cantiere. Questo processo di pianificazione si sovrappone parzialmente ai piani di legislatura regionale, che per la maggior parte delle Regioni riguarda il periodo Dall incrocio di questi due processi deriva spesso uno sfasamento dei piani regionali, che non sono tutti allineati tra di loro. Inoltre, in molte Regioni il processo di pianificazione si è stratificato nel tempo, per piani aggiuntivi che hanno varato nuovi interventi accanto agli interventi pre-esistenti. Molto diversificata è anche l articolazione dei piani: in alcune Regioni ad un piano strategico pluriennale sono abbinati piani operativi annuali, molto più stringenti e dettagliati. In altre Regioni a documenti di tipo generale si abbinano piani operativi settoriali (per esempio il piano ehealth). Per alcuni filoni di intervento (ad esempio la scuola digitale), le politiche regionali si innestano sulle politiche nazionali, potenziandole, attraverso la sottoscrizione di Protocolli di Intesa o Accordi Quadro diversificati, ma che consentono comunque la ricostruzione di un quadro complessivo di intervento. Nella tabella seguente sono riportati i piani regionali per la Società dell Informazione rilevati nelle Regioni e Province Autonome, con particolare riguardo agli ultimi piani approvati o in corso di approvazione. Campania Le linee strategiche per la ricerca, l'innovazione e la diffusione della Società dell Informazione Emilia-Romagna PiTER - Piano Telematico dell'emilia-romagna Friuli Venezia Giulia Piano Triennale dei Sistemi Informativi Lazio Piano Strategico Triennale Liguria PTsil - Programma Triennale di Sviluppo della Società dell Informazione Lombardia Agenda Digitale Lombarda Marche Agenda Digitale Marche (*) Molise Piano STM Sistema Telematico Molise 2004 Piemonte Piano Strategico ICT Piano per la competitività Prov. Aut. Bolzano Programma egovernment Prov. Aut. Trento PSP - Piano di Sviluppo Provinciale Piano degli Investimenti SIEP Piano di miglioramento della PA Piano 2012 delle iniziative ICT e di innovazione 2012 Puglia Documento Strategico della Regione Puglia Sardegna Documento Strategico Regionale Quadro di riferimento strategico regionale per lo sviluppo della Società Sicilia dell Informazione PITRE - Piano per l'innovazione Tecnologica della Regione Siciliana Toscana Programma regionale per la promozione e lo sviluppo dell amministrazione elettronica e della Società dell Informazione e della conoscenza nel sistema regionale Umbria Piano Strategico per la Società dell Informazione per la Regione Umbria Agenda Digitale dell Umbria Valle d'aosta Piano pluriennale per il triennio per lo sviluppo del sistema informativo regionale Veneto Agenda Digitale del Veneto *In pubblicazione Tabella 45 Piani Regionali per la Società dell Informazione Fonte: Between, Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 12 13

9 Le risorse complessivamente disponibili per la programmazione regionale nella Società dell Informazione superano i 5 miliardi di euro: oltre la metà delle risorse derivano da fondi regionali, quasi un quarto da fondi nazionali, poco più di un quinto da fondi comunitari. Per quanto riguarda le risorse allocate al 2012 nei diversi settori di intervento, sanità, enti locali e Ricerca & Innovazione assorbono le quote maggiori, come riportato nella figura seguente. Figura 3, 89 Ð Risorse allocate al 2012 nei principali settori di intervento Figura 3 Risorse allocate al 2012 nei principali settori di intervento Fonte: CISIS, 2012 Mln Il check-up digitale regionale Fonte: CISIS, 2012 ehealth Enti locali Ricerca & Innovazione ICT per le imprese Infomobilitˆ Digital inclusion Interoperabilitˆ Sistemi informativi territoriali Dematerializzazione Le Regioni possono costruire la propria Agenda Digitale Regionale, o, dove questa già esista, allinearla agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea e dell Agenda Digitale Italiana, attraverso un percorso che parte dalla misura dello stato di digitalizzazione della regione e che punta ad indirizzare le capacità e le risorse progettuali esistenti per meglio finalizzarle al raggiungimento dei target dell Agenda Digitale, pur sempre nel rispetto delle priorità regionali. Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Vi è infatti la necessità, per le Regioni, di raccordare la propria pianificazione con quella indotta sia dall Agenda Digitale Europea (che fissa obiettivi sfidanti su varie aree) sia dall Agenda Digitale Italiana. Molte delle azioni e degli adempimenti che scaturiscono dall Agenda Digitale Europea ed Italiana ricadono infatti sul territorio, non solo sull Ente Regione, ma anche sugli Enti Locali. Il ruolo delle Regioni diviene pertanto importante proprio come snodo tra la pianificazione top-down indotta dall ADE e dall ADI, e la pianificazione bottom-up che proviene dall analisi e soddisfacimento delle specifiche esigenze del territorio. Diventa quindi fondamentale l utilizzo di una metodologia che supporti la Regione a rivedere la propria pianificazione, allineandone target e azioni a quelle nazionali ed europee, aiutandola a calarli sulle realtà locali, e consentendole di svolgere anche il ruolo di accompagnamento e facilitazione nella diffusione delle tecnologie digitali nel proprio territorio. Il percorso di costruzione/allineamento dell Agenda Digitale Regionale prevede un lavoro di analisi articolato in tre Fasi: Fase B: Aree Prioritarie e Gap Analysis; attraverso un analisi più puntuale dei gap e dei possibili interventi per colmarli, tale fase consente di individuare delle possibili aree di intervento e quindi di focalizzare ed indirizzare le linee di azione. In questa fase può essere condotto un momento di ascolto delle filiere, cioè dei sistemi amministrativi o produttivi locali nelle aree prioritarie, in merito alle esigenze riguardo ai processi di digitalizzazione in atto. Fase C: Roadmap Digitale ; tale fase identifica indirizzi e proposte di progetti finalizzati a colmare i gap e a raggiungere i target fissati dall Agenda Digitale, nelle aree individuate nella Fase B, cercando il più possibile di inserirli nel processo di pianificazione della Figura Regione. 4, 96 Ð Metodologia di analisi delle Agende Digitali Regionali ATTIVITË Fase A Check-Up Digitale 1. Benchmarking regionale Misurazione indicatori di innovazione Focalizzazione su indicatori dellõ Agenda Digitale Europea 2. Analisi Piani per lõ innovazione digitale Mappatura rispetto Agenda Digitale Europea/Italiana Identificazione dei progetti strategici regionali La Fase A, quella del Check-up Digitale, presuppone la conoscenza di alcuni elementi chiave, tra i quali l esistenza e l avanzamento del processo di pianificazione dell Agenda Digitale Regionale, l esistenza di progetti già avviati e/o pianificati in ogni area tematica, l entità dei fondi disponibili. 5 Il Check-up Digitale riguarda tutti gli ambiti dell Agenda Digitale, dalle infrastrutture di telecomunicazione (Digital Divide, NGAN, LTE, Distretti Industriali), ai servizi digitali (ecommerce, egovernment, alfabetizzazione digitale, servizi digitali nella Sanità, nell Education, nelle Smart Cities, etc.). Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI 4 Fase B Aree Prioritarie e Gap Analysis 1. Aree prioritarie di intervento Selezione delle aree prioritarie di intervento 2. Analisi esigenze delle filiere amministrative e produttive Incontri per la raccolta delle esigenze delle amministrazioni e delle imprese nelle aree prioritarie 3. Gap Analysis Misurazione dei gap rispetto agli obiettivi ADE/ADI Fonte: Telecom Italia, Fase C Road Map Digitale 1. Progetti di innovazione digitale Individuazione e selezione possibili progetti allõ interno delle aree tematiche ADE/ADI 2. Programmazione interventi Verifica fattibilitˆ progetti e allineamento con le strutture interne 3. Road Map digitale Definizione contenuti e tempistica della nuova programmazione La Fase B, quella delle Aree Prioritarie e Gap Analysis, prevede l identificazione delle aree di intervento ritenute prioritarie dalla Regione tra quelle dell ADI (eventualmente anche con un momento approfondito di ascolto dei soggetti rilevanti delle varie filiere) e l effettuazione di una analisi dei gap rispetto ai target fissati, sia con riferimento alla situazione attuale, sia in prospettiva futura, avendo valutato anche il contributo al miglioramento dei KPI derivante dall implementazione dei progetti in corso. L ultima fase, Fase C, è incentrata sulla Roadmap Digitale che finalizza il lavoro attraverso l individuazione di indirizzi e di proposte progettuali utili per l impostazione del nuovo ciclo di programmazione regionale ( ), in coerenza con i nuovi orientamenti comunitari e le iniziative governative sull Agenda Digitale Italiana. Figura 4 Metodologia di analisi delle Agende Digitali Regionali Fonte: Telecom Italia, Fase A: Check-Up Digitale; attraverso la misura del livello attuale dei KPI della Digital Agenda e l analisi dei piani e progetti in essere relativi alle diverse aree, tale fase effettua una valutazione prospettica di verifica di raggiungibilità dei target fissati, evidenziando sia i gap da colmare sia il ranking rispetto alle altre Regioni italiane. Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 14 15

10 Introduzione Vi è quindi spazio da un lato per un pieno sfruttamento della dotazione finanziaria ancora in corso, accelerando l utilizzo dei fondi non spesi per recuperare il gap rispetto all Europa, e dall altro per inserire l Agenda Digitale tra i temi prioritari della nuova programmazione. L attuazione dell Agenda Digitale Il processo di attuazione dell Agenda Digitale è in pieno sviluppo a tutti i livelli. L Agenda Digitale Europea, che nel 2010 diede l avvio a tale sviluppo, è ormai giunta alla prima milestone : a fine infatti è posizionato l obiettivo del 10 del broadband base per tutti. L ultima rilevazione, pubblicata a metà anno e che fa riferimento a fine 2012, indicava una copertura del 95,5% della banda larga fissa, e la Commissione ha dichiarato che includendo anche il satellite tra le tecnologie che abilitano la banda larga, l obiettivo verrà raggiunto. Più impegnativi appaiono gli obiettivi intermedi del 2015, riguardanti l adozione di Internet da parte di cittadini ed imprese, anche se alcuni Paesi li hanno già raggiunti con largo anticipo. Mentre appaiono ancora molto ambiziosi gli obiettivi al 2020, in particolare sulla banda ultra larga, con la copertura del 10 della popolazione con la banda larga superiore ai 30 Mbps e il 5 di famiglie abbonate ai 100 Mbps. In Europa, a livello nazionale, pressoché tutti i Governi hanno iniziato una revisione dei loro piani per la Società dell Informazione, per allinearsi agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea. Alcuni dei Paesi più avanzati hanno già raggiunto gli obiettivi per alcuni indicatori (alfabetizzazione e acquisti in rete), altri Paesi, tra cui, come vedremo, l Italia, mostrano consistenti ritardi e devono accelerare i loro piani nazionali. E infine, a livello locale, si assiste, anche grazie all avvio delle procedure per il nuovo ciclo di programmazione dei fondi europei per il periodo , ad un generale ripensamento delle politiche territoriali per lo sviluppo del digitale. Di fatto quindi l Agenda Digitale Europea, indicando dei target quantitativi e pubblicando il benchmark annuale, ha di per sé sollevato il dibattito e stimolato i Governi nazionali e locali a muoversi nella direzione di un maggior impulso del digitale nella società e per la crescita economica. L edizione del Libro Bianco Italia Connessa Agende Digitali Regionali La seconda edizione del Libro Bianco Italia Connessa - Agende Digitali Regionali intende fornire, come la prima, una fotografia dell attuazione dell Agenda Digitale a livello locale, articolando i contenuti su due livelli: Lo stato dell arte della pianificazione e delle risorse finanziarie per l ICT, a livello europeo, nazionale e regionale; L analisi dei Key Performance Indicator (KPI) più significativi su dati regionali, ICT e Innovazione, compresi quelli dell Agenda Digitale Europea, cercando di coprire un vasto campo di osservazione, dall innovazione alla dotazione infrastrutturale, dalla digitalizzazione della PA alla diffusione delle dotazioni ICT e dei servizi digitali presso le famiglie e le imprese. In particolare, questa seconda edizione costituisce da un lato l aggiornamento della prima edizione, con l evidenziazione dei fatti salienti accaduti durante il, dall altro l approfondimento di alcuni aspetti specifici, come il punto sulle principali politiche settoriali (sanità elettronica, scuola digitale, smart cities, etc.) a livello europeo, nazionale ed anche regionale, utili per identificare best practice e modelli virtuosi di digitalizzazione delle filiere amministrative. Una particolare attenzione è stata posta sulla rivisitazione delle schede regionali, aggiornando il quadro dei KPI, inglobando alcuni nuovi indicatori del (ad esempio i dati ISTAT sull ICT nella PAL) ed ampliando alcune sezioni come quella sull Innovazione e sui servizi digitali per le imprese. L importanza delle politiche territoriali nell attuazione dell Agenda Digitale Accanto a questa spinta propulsiva dall alto, dalla Commissione verso i Governi nazionali e a loro volta verso quelli locali, si registra anche una spinta dal basso, proveniente dai territori locali. Anche la Commissione Europea ha riconosciuto l importanza del territorio, attraverso l iniziativa Digital Agenda going local, che ha l obiettivo di aumentare la sensibilità politica degli amministratori locali ai temi dell Agenda Digitale. Il ruolo dei territori - e delle Regioni in particolare - è importante perché questi sono molto diversi tra di loro, hanno vocazioni e priorità differenti e partono da situazioni di partenza disomogenee. Le Regioni hanno una conoscenza approfondita del proprio territorio e sono quindi in grado di definire politiche adeguate alle aspettative ed alle esigenze locali. Le Regioni inoltre gestiscono direttamente alcuni dei servizi che hanno grande impatto sulla vita dei cittadini (ad esempio la sanità) e governano le dinamiche territoriali di molti altri settori ad elevato impatto sociale, come la mobilità. La digitalizzazione di questi settori è una parte importante dell Agenda Digitale ed è in grado di portare significativi benefici in termini di riduzione dei costi e di miglioramento del livello dei servizi offerti. Le Regioni infine sono in grado di attivare meccanismi di ascolto dei cittadini e delle imprese più efficaci rispetto agli organismi centrali, e riescono così a mettere a fuoco delle azioni mirate a soddisfarne le esigenze. Per le Regioni, del resto, la fase attuale è una fase di riprogrammazione dei fondi europei, essendo al termine del ciclo ed all inizio del ciclo : si stanno vedendo i risultati degli interventi avviati in passato, ma ancora non è possibile intravedere chiaramente le linee di azione future. 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11 1. I piani europei per l economia digitale 1.1 L ICT per la crescita, l innovazione e la competitività Le tecnologie dell informazione e della comunicazione (ICT, Information and Communication Technologies) hanno un impatto sempre più rilevante sui differenziali nei tassi di crescita e sull accelerazione della produttività delle economie più virtuose nell ultimo decennio. L OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) sostiene, ad esempio, che esistono tre canali principali attraverso i quali l ICT influenza la produttività e la crescita di un Paese: Effetto produzione: è un impatto sul settore che produce queste stesse tecnologie e che, con un accelerazione della produttività, diventa più efficiente del resto dell economia e tende ad aumentare la produttività media del sistema; Effetto utilizzo: le imprese degli altri settori, dotandosi di tecnologie digitali, aumentano lo stock di capitale per addetto, facendo crescere, di conseguenza, la produttività del lavoro; Effetto produttività totale: l adozione di nuove tecnologie, migliorando il modo in cui le aziende combinano i fattori produttivi, ha un effetto di ricaduta sulla produttività totale dei fattori, grazie agli effetti di un loro migliore utilizzo. L innovazione tecnologica è un fattore determinante per lo sviluppo economico e sociale: la banda larga in particolare, con la possibilità di fare accedere il maggior numero di persone a un sistema di informazioni evoluto, è diventata essa stessa sinonimo di crescita economica ed inclusione sociale. L analisi del ruolo dell ICT sullo sviluppo economico dimostra infatti che questi investimenti hanno significative ripercussioni sulla crescita di un Paese. Tali effetti, tuttavia, si manifestano solo quando agli investimenti in infrastrutture si affiancano quelli per lo sviluppo degli assets complementari, come la formazione e la riorganizzazione dei processi che l ICT, come tecnologia abilitante, richiede per dispiegare a pieno i propri effetti. In questo senso, gli interventi per l alfabetizzazione digitale dei cittadini rendono ancor più penetrante ed efficace l impatto economico positivo degli investimenti in nuove tecnologie ICT. Numerosi sono gli indicatori proposti da autorità e istituti di ricerca, al fine di misurare le performance economiche dei vari Paesi ed evidenziare il contributo dell ICT alla crescita economica, all innovazione ed alla competitività. Il Global Competitiveness Index, ad esempio, misura diversi aspetti microeconomici e macroeconomici di 148 Paesi per determinarne il livello competitivo. La competitività è intesa come un sistema di istituzioni, politiche e fattori che determinano la produttività di un Paese. La classifica internazionale è stilata dal World Economic Forum tenendo in considerazione 12 fattori di competitività, raggruppati in 3 sotto indicatori, nonché un sondaggio d opinione tra gli imprenditori: 4. La salute e l istruzione di base, in mancanza dei quali risulta difficile migliorare la produttività e accrescere lo sviluppo economico; Efficiency Enhancers: 5. L elevato livello di istruzione e la formazione sono fondamentali per trasferire maggior valore aggiunto ai prodotti e ai servizi e per mantenere il vantaggio competitivo nel tempo; 6. L efficienza del mercato, che consente al Paese di produrre il giusto mix di prodotti e servizi in grado di soddisfare la domanda (la maturità del consumatore è un fattore decisivo di stimolo verso il miglioramento continuo del mercato); 7. Un mercato del lavoro efficiente e flessibile, che favorisce un incontro equilibrato tra domanda e offerta di lavoro e migliora la capacità di un Paese di rispondere ai cambiamenti macroeconomici globali; 8. Il settore finanziario, di fondamentale importanza per dare equilibrio all intero sistema e per garantire agli investitori privati un valido business climate; 9. L ICT, sempre più indispensabile in un mondo globalizzato ed altamente competitivo per garantire il diffondersi della conoscenza; 10. La dimensione complessiva del mercato (comprendente anche le esportazioni), che determina la possibilità di raggiungere economie di scala; Innovation and Sophistication Factors 11. La sofisticazione del business, che si evince dal sistema di relazioni d affari nel suo insieme (presenza di cluster produttivi, etc.) e dalle aziende più virtuose che lo compongono; Figura 5 Ð Global Competitiveness Index: lõ Italia rispetto ai 148 Paesi analizzati 12. L innovazione tecnologica, essenziale per generare valore e aumentare la produttività e il processo di crescita di un Paese Institutions 25 Infrastructure 101 Macroeconomic environmrnt 26 Health and primary education 42 Higher education and training 87 Goods market efficiency 137 Labor market efficiency 124 Financial market development 37 Technological readiness 10 Market size 27 Business sophistication ITALIA Innovation Figura 5 Global Competitiveness Index: l Italia rispetto ai 148 Paesi analizzati Fonte: World Economic Forum, Basic Requirements 1. Il contesto istituzionale, che rappresenta lo scenario legale e amministrativo all interno del quale cittadini, imprese e istituzioni pubbliche interagiscono per creare ricchezza; 2. Le infrastrutture, fondamentali per ridurre i costi e i tempi di spostamento delle merci e delle persone, per integrare i sistemi produttivi, per garantire la circolazione delle informazioni; 3. Il quadro macroeconomico di riferimento, di vitale importanza per le imprese che possono ben operare solo in presenza di tassi di interesse non troppo elevati, debito pubblico e inflazione sotto controllo, politica fiscale equilibrata; Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Fonte: World Economic Forum, 6 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 18 19

12 Rispetto al totale dei Paesi analizzati, la posizione occupata dall Italia è la quarantanovesima. I maggiori ostacoli riscontrati per fare business sono attribuiti all elevato livello della tassazione, alla burocrazia inefficiente e allo scarso accesso ai finanziamenti. Per quanto riguarda invece la classifica dell Italia rispetto ai Paesi europei, essa si colloca al diciottesimo posto. I punti di forza del sistema Paese italiano sono rappresentati da: Dimensione del mercato, che consente interessanti economie di scala; Infrastrutture e sofisticazione del business che, grazie alla presenza di numerosi cluster produttivi efficienti, permette la realizzazione di prodotti ad alto valore aggiunto; Benessere ed educazione di base. I punti di debolezza vengono invece ricondotti a tre fattori strutturali: Rigidità del mercato del lavoro; Arretratezza del mercato finanziario; Diffusa corruzione, scarsa fiducia nell indipendenza del sistema giudiziario e contesto istituzionale che fa crescere i costi per le imprese e gli investitori. L IMD World Competitiveness misura la modalità con la quale l ambiente nazionale sostiene la competitività nazionale e globale delle imprese che operano nelle 60 nazioni più sviluppate. L analisi, realizzata dall International Institute for Management Development, è incentrata sulla valutazione degli indicatori economici fondamentali, dell attitudine a competere sul mercato globale, a essere innovativi e a implementare incisive riforme della struttura produttiva, misurando come ciascun Paese utilizza le proprie risorse economiche e umane per aumentare il grado di prosperità rispetto alle altre nazioni. La graduatoria complessiva è calcolata combinando quattro fattori di competitività: Performance economica; Efficienza del Governo; Efficienza del mercato; Infrastrutture. Figura 6 Ð IMD World Competitiveness: lõ Italia rispetto ai 60 Paesi analizzati Figura 6 IMD World Competitiveness: l Italia rispetto ai 60 Paesi analizzati Fonte: IMD, ITALIA 44 IL Italia si posiziona al quarantaquattresimo posto della classifica globale (e al diciassettesimo in Europa), perdendo alcune posizioni rispetto al 2012 (quando occupava il quarantesimo posto), manifestando ancora un forte ritardo rispetto alla gran parte dei Paesi dell Europa occidentale, con una situazione meno critica solo sul fattore infrastrutture, che comprende le infrastrutture di base, tecnologiche e scientifiche, il benessere e lo sviluppo, l educazione. Il Global Innovation Index (GII) realizzato da INSEAD classifica 142 Paesi/economie sulla base della capacità di innovazione e dei risultati ottenuti. Il GII si basa su due sub-indici: Innovation Input, costituito da cinque pilastri: Istituzioni; Capitale umano e ricerca; Infrastrutture; Evoluzione del mercato; Evoluzione del business. Innovation Output, costituito da due pilastri: Conoscenza e tecnologia; Creatività. Figura 7 Ð Global Innovation Index: lõ Italia rispetto ai 142 Paesi analizzati 37 Institutions 34 Human capital & research 20 Infrastrtucture Market sophistication Fonte: INDEAD - WIPO, Business sophistication 21 Knowledge & technology outputs ITALIA Creative outputs Figura 7 Global Innovation Index: l Italia rispetto ai 142 Paesi analizzati Fonte: INSEAD - WIPO, 25 Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI 8 0 Economic Performance Government Efficirncy Business Efficiency Infrastrtucture Fonte: IMD, Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre

13 Nel ranking mondiale l Italia si classifica al ventinovesimo posto, recuperando alcune posizioni rispetto al 2012, mentre in quello dei Paesi europei occupa la diciassettesima posizione. Tra i punti deboli del nostro Paese vi è la produzione creativa, la ricerca e capitale umano e la sofisticazione del mercato. Punti di forza risultano invece le infrastrutture, la produzione di tecnologia e conoscenza, come pure la sofisticazione del business. L Innovation Union Scoreboard, che rileva le performance in materia di innovazione da parte degli Stati membri dell Unione Europea, pubblica periodicamente il Summary Innovation Index, con il quale vengono raggruppati gli indicatori che esprimono i progressi che i singoli Paesi hanno ottenuto relativamente al capitale umano, ai finanziamenti pubblici e privati alla ricerca e sviluppo, agli investimenti delle imprese, alle innovazioni introdotte dalle aziende innovatrici e agli effetti economici dell innovazione nei Paesi. Sulla base di tale indice, i Paesi europei sono raggruppati in 4 cluster: Secondo tale indicatore, l Italia si colloca nel terzo cluster (Moderate Innovators), al quindicesimo posto della classifica, ben al di sotto della media europea. Le maggiori criticità riguardano fattori quali le risorse umane e gli investimenti in innovazione, mentre la proposta di prodotti e servizi innovativi da parte delle aziende rappresenta un punto di forza relativo per il nostro Paese. Il Networked Readiness Index (NRI) è invece un indice composito mediante cui si esaminano i singoli Paesi in rapporto all impatto che l ICT ha sullo sviluppo economico di ogni Paese. Questo indicatore combina dati statistici tratti da fonti pubbliche con i risultati dell Executive Opinion Survey, un indagine annuale condotta dal World Economic Forum in collaborazione con enti di ricerca leader e organizzazioni di imprese presenti nei 144 Paesi esaminati. Il NRI valuta il relativo livello di sviluppo dell ICT attraverso l analisi di 56 indicatori eterogenei, raggruppati in 10 pilastri, a loro volta riuniti in 4 sub-indici: Figura 8 Summary Innovation Index Fonte: European Commission, Innovation leaders; Innovation followers; Moderate Innovators; Catching up/modest Innovators. Figura 8 Ð Summary Innovation Index 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 Innovation Leaders Innovation Followers Moderate Innovators Modest Innovators Il contesto generale economico, normativo e infrastrutturale per le ICT; Il grado di preparazione di individui, imprese e pubblica amministrazione a utilizzare le ICT e a trarne vantaggio; L effettivo uso delle tecnologie dell informazione e della comunicazione da parte di questi tre soggetti chiave; Figura 9 Ð Networked Readiness Index: lõ Italia rispetto ai 144 Paesi analizzati L impatto delle ICT sul sistema Paese ITALIA Figura 9 Networked Readiness Index: l Italia rispetto ai 144 Paesi analizzati Fonte: World Economic Forum - INSEAD, 0,1 0 SE DE DK FI NL LU BE UK AT IE FR EU 27 SI CY EE IT ES PT CZ EL SK HU MT LT PL LV RO BG Fonte: European Commission, Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI 9 0 Political and regulatory environment Business and innovation environment Infrastructure and digital content Affordability Skills Individual usage Business usage Government usage Economic impacts Social impacts Fonte: World Economic Forum - INSEAD, L Italia si colloca al cinquantesimo posto della classifica mondiale e al ventitreesimo di quella europea, in ritardo rispetto agli altri Paesi per via anche dello scarso sforzo del Governo di Libro Bianco Ð AGENDE spingere DIGITALI le REGIONALI ICT per aumentare la competitività, per la debolezza del settore regolamentare e dei sistemi dell istruzione e dell innovazione. L Italia è invece in buona posizione sugli indicatori di utilizzo individuale, impatto economico ed infrastrutture e contenuti digitali. 10 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 22 23

14 RANK Global Competitiveness Index Nella tabella riepilogativa seguente viene evidenziata la posizione dell Italia rispetto agli altri Paesi dell Unione Europea per i differenti indicatori di innovazione e competitività esaminati. IMD World Competitiveness Global Innovation Index Summary Innovation Index Networked Readiness Index 1 Finland Sweden Sweden Sweden Finland 2 Germany Germany U.K. Denmark Sweden 3 Sweden Denmark Netherlands Germany Netherlands 4 Netherlands Luxembourg Finland Finland U.K. 5 U.K. Netherlands Denmark Netherlands Denmark 6 Denmark Ireland Ireland Luxembourg Germany 7 Austria U.K. Luxembourg Belgium Luxembourg 8 Belgium Finland Germany U.K. Austria 9 Luxembourg Austria France Austria Estonia 10 France Belgium Belgium Ireland Belgium 11 Ireland France Austria France France 12 Estonia Lithuania Malta Slovenia Ireland 13 Spain Poland Estonia Cyprus Malta 14 Malta Czech Rep. Spain Estonia Lithuania 15 Poland Estonia Cyprus Italy Portugal 16 Czech Rep. Latvia Czech Rep. Spain Cyprus 17 Lithuania Italy Italy Portugal Slovenia 18 Italy Spain Slovenia Czech Rep. Spain 19 Portugal Portugal Hungary Greece Latvia 20 Latvia Slovak Rep. Latvia Slovak Rep. Czech Rep. 21 Bulgaria Hungary Portugal Hungary Hungary 22 Cyprus Slovenia Slovak Rep. Malta Poland 23 Slovenia Greece Croatia Lithuania Italy 24 Hungary Romania Lithuania Poland Croatia 25 Croatia Bulgaria Bulgaria Latvia Slovak Rep. 26 Romania Croatia Romania Romania Greece 27 Slovak Rep. - Poland Bulgaria Bulgaria 28 Greece - Greece - Romania L impatto di Internet sull economia Gli indicatori sopra descritti sono finalizzati a misurare sotto differenti profili il grado di innovazione, competitività e utilizzo delle nuove tecnologie. Tutto ciò si traduce in un diverso impatto di Internet sull economia e sul PIL in particolare. Boston Consulting Group nel rapporto The $4.2 Trillion Opportunity The Internet Economy in the G-20 del 2012, ha misurato la Internet Economy nei 20 Paesi più sviluppati. Nella figura seguente è riportato il confronto in merito al peso di Internet sul PIL (al 2010); in tale contesto l Italia si posiziona al quattordicesimo posto con una percentuale pari al 2,1%, inferiore sia alla media del G-20 (4,1%) sia dell EU27 (3,8%). Figura 10 Ð LÕ impatto di Internet nei Paesi del G-20 (al 2010) Secondo le proiezioni al 2016, l Italia migliorerà leggermente la sua posizione portandosi al dodicesimo posto (3,5% del PIL) e riducendo il gap sia rispetto al G-20 (5,3%) che rispetto all EU27 (5,7%). Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Fonte: Boston ConsulHng Group, 2012 Figura 11 Ð LÕ impatto di Internet nei Paesi del G-20 (al 2016) Figura 10 L impatto di Internet nei Paesi del G-20 (al 2010) Fonte: Boston Consulting Group, Figura 11 L impatto di Internet nei Paesi del G-20 (al 2016) Fonte: Boston Consulting Group, 2012 Tabella 5 5 Indicatori di innovazione e competitività: l Italia rispetto ai Paesi europei Fonte: Analisi Between su fonti varie, Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Fonte: Boston ConsulHng Group, Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 24 25

15 Figura 12 Ð LÕ Internet Economy in Italia Figura 12 L Internet Economy in Italia Fonte: Boston Consulting Group, 2012 Il rapporto analizza anche la situazione nei singoli Paesi evidenziando per ciascuno di essi come si articola il contributo di Internet nell Economia. Nel caso dell Italia, lo studio valuta la spesa di Internet considerando le seguenti componenti: Consumo: costituito da beni, servizi e contenuti digitali acquistati attraverso Internet e spesa per accesso alla rete, sia in termini di mezzi che di canoni corrisposti a fornitori di accesso, con un ammontare pari a circa 31 miliardi di dollari nel 2010; Investimenti del settore privato: fanno riferimento agli investimenti relativi alle infrastrutture a banda larga fissa e mobile, hardware, software, equipaggiamenti di telecomunicazione e installazione e sviluppo di sistemi informativi, sostenuti sia dalle società di telecomunicazioni che dalle altre aziende, e ammontano nel 2010 a circa 14 miliardi di dollari; Spesa istituzionale: composta dalla spesa in ICT effettuata delle amministrazioni centrali e periferiche, vale nel 2010 circa 7 miliardi di dollari; Esportazioni nette: sono costituite da beni e servizi on-line e prodotti ICT esportati, al netto delle analoghe importazioni e ammontano ad un deficit di circa 9 miliardi di dollari nel Considerando tali contributi, l Internet economy in Italia nel 2010 ha raggiunto un valore di circa 43 miliardi di dollari. La competizione fra Paesi sarà sempre più dominata dalle economie che meglio riusciranno ad integrare risorse e competenze ICT nei rispettivi processi produttivi. Inoltre, l incremento nella diffusione delle tecnologie digitali e gli investimenti delle infrastrutture telematiche hanno un elevato fattore moltiplicativo in termini di sviluppo, risultando un vero e proprio fattore abilitante per la crescita di un Paese. Un recente studio della Commissione Europea, The socio-economic impact of bandwidth, ha un analizza l impatto dell adozione della banda larga sulla crescita economica (espresso in impatto sul PIL) e i benefici sull occupazione. Per calcolare i benefici socio-economici, viene considerato lo sviluppo previsto delle reti a banda ultra larga, tenendo conto anche del ruolo dei progetti finanziati con fondi pubblici, secondo tre possibili scenari: 1. Do nothing. È lo scenario base, che fa affidamento esclusivamente al mercato per lo sviluppo delle infrastrutture NGAN (Next Generation Access Network); 2. Modest intervention. Scenario che prevede investimenti pubblici in infrastrutture e una stima conservativa dell impatto di misure normative, che portano a una riduzione del 5% del costo di realizzazione delle reti; 3. Major intervention. Scenario che prevede maggiori investimenti pubblici in infrastrutture e una stima più ottimistica dell impatto di misure normative, che portano a una riduzione del 1 del costo di realizzazione delle reti. Per la valutazione dei benefici è stato messo a punto un modello di analisi input-output, basato sulla considerazione che gli investimenti effettuati in un settore economico causano crescita anche in altri settori attraverso i cosiddetti effetti moltiplicatori e grazie alle interdipendenze tra i diversi settori. Scenario Investimenti NGAN (Mld ) Benefici (modello input-output) (Mld ) Do nothing 76,4 181,2 1,35 Posti di lavoro creati (Milioni) Tabella 6 Benefici degli investimenti NGAN in Europa Fonte: European Commission, Modest intervention 102,5 270,4 1,98 Major Intervention 211,2 569,4 3,94 Per ognuno dei tre scenari ipotizzati (Do nothing, Modest intervention e Major intervention) si evidenziano gli importanti benefici generati dagli investimenti NGAN, con un fattore moltiplicativo degli investimenti che, a seconda degli scenari, varia da 2,4 a 2,7. Gli investimenti nella realizzazione di infrastrutture NGAN risultano in generale strettamente legati alla densità di popolazione del paese considerato, soprattutto a causa degli alti livelli di investimento necessari per la realizzazione di reti NGAN nelle aree rurali. ibro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI In termini di evoluzione attesa Fonte: per Boston i prossimi ConsulHng anni, si può Group, ipotizzare 2012 uno scenario che vede un significativo valore del contributo di Internet al PIL che al 2016 raggiungerà gli 83 miliardi di dollari. Il potenziale di crescita economica abilitato dall Internet economy costituisce quindi un motore di sviluppo e di efficienza per l intero sistema economico. Se negli ultimi anni Internet ha consentito la sopravvivenza per molte aziende, già oggi e sempre più nel prossimo futuro rappresenterà l unica opportunità per il rilancio e l internazionalizzazione delle Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane. Inoltre, gli investimenti in NGAN creano benefici in termini di posti di lavoro creati. In media, la crescita dei posti di lavoro nello scenario do nothing è dello 0,61% (pari a 1,35 milioni di posti di lavoro creati), mentre negli scenari Modest intervention e Major intervention è invece pari rispettivamente allo 0,89% (1,98 milioni) e 1,76% (3,94 milioni) sul totale dei posti di lavoro creati nell Europa a 27. L andamento negli anni delle previsioni sulla creazione di posti di lavoro dovuti alla realizzazione di reti NGAN, relativamente al periodo e a seconda degli scenari considerati, è di seguito riportato. 13 Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 26 27

16 Figura 13 Posti di lavoro creati dalle reti NGAN nel periodo Fonte: European Commission, 1.2. L avanzamento dell agenda digitale europea All inizio del 2010, la Commissione Europea ha presentato la strategia Europa 2020, con l obiettivo di rilanciare il sistema economico e sociale europeo, preparandolo ad affrontare le sfide del nuovo decennio. Basata su un maggior coordinamento delle politiche nazionali e comunitarie, la nuova strategia europea individua tre aree prioritarie d intervento: Crescita intelligente: per promuovere un economia basata sulla conoscenza e sull innovazione; Crescita sostenibile: per promuovere un economia più efficiente, più verde e più competitiva; Crescita inclusiva: per promuovere un economia che sostenga l occupazione e favorisca la coesione sociale e territoriale. Tra le iniziative chiave per raggiungere gli obiettivi di crescita economica e sociale, la Commissione ha proposto di adottare un Agenda Digitale Europea, con cui accelerare la diffusione di Internet e sfruttare appieno i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese. Fonte: European Commission, Con l adozione dell Agenda Digitale, la Commissione Europea ha voluto tracciare un piano d azione concreto, con cui dare un contributo alla crescita economica e diffondere i benefici derivanti da un economia digitale a tutte le fasce sociali. L Agenda Digitale Europea rappresenta la prima delle iniziative faro, individuate nella strategia Europa Figura 14 Ð Circolo virtuoso dellõeconomia digitale I benefici in termini di creazione di posti di lavoro sono elevati ma in generale non immediati: per tutti gli scenari i posti di lavoro creati sono inizialmente limitati, con il massimo dei benefici in termini di creazione di posti di lavoro che si manifesterebbe dopo diversi anni dall avvio delle relative politiche, a causa di ritardi nella concessione dei finanziamenti e nello sviluppo delle infrastrutture. Figura 14 Circolo virtuoso dell economia digitale ro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI 14 Ricerca e sviluppo insufficienti Mancanza di investimenti nelle reti Mercati digitali frammentati Mancanza di interoperabilitˆ Risposte frammentate alle sfide sociali Mancanza di capacitˆ Fonte: European Commission - A Digital Agenda for Europe, 2010 Fonte: European Commission - A Digital Agenda for Europe, 2010 Libro Bianco Ð AGENDE Nell Agenda DIGITALI Digitale REGIONALI vengono identificati gli ostacoli che impediscono all Europa di sfruttare al meglio le potenzialità dell innovazione ICT. Tali potenzialità sono insite all interno di un circolo virtuoso in cui le componenti di domanda ed offerta si amplificano sinergicamente creando le condizioni per uno sviluppo economico e sociale sostenibile. 15 L Agenda indica sette aree prioritarie in cui intervenire e sulle quali si ritiene sia necessario concentrare gli sforzi nei prossimi anni: Creare un mercato unico digitale; Migliorare l interoperabilità tra prodotti e servizi ICT; Stimolare la fiducia in Internet e la sicurezza on-line; Garantire la disponibilità di un accesso a Internet veloce e superveloce; Incoraggiare gli investimenti in ricerca e sviluppo; Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 28 29

17 Tabella 7 Obiettivi dell Agenda Digitale Europea Fonte: European Commission, 2010 Migliorare l alfabetizzazione, le competenze e l inclusione digitale; Utilizzare l ICT per affrontare i problemi sociali. Solo intervenendo concretamente nelle sette aree indicate, il circolo virtuoso dell economia digitale potrà esplicare appieno i propri effetti favorendo lo sviluppo delle infrastrutture, stimolando l offerta di contenuti e promuovendo l utilizzo dei servizi. Per raggiungere gli obiettivi indicati nell Agenda la Commissione ha, inoltre, individuato 101 azioni concrete da realizzare, incluse 31 proposte legislative. Sono stati definiti, infine, gli indicatori di performance su cui i Paesi membri sono chiamati a confrontarsi annualmente, al fine di verificare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi prioritari. Ambito Banda larga Mercato unico digitale Inclusione digitale Servizi pubblici Ricerca e innovazione Economia a basse emissioni di carbonio Obiettivo La figura seguente evidenzia l avanzamento dei singoli indicatori rispetto all obiettivo fissato dalla Commissione, secondo i diversi target temporali (, 2015 o 2020), evidenziando il punto di partenza al 2009 e il miglioramento registrato negli ultimi 3 anni, in percentuale rispetto all obiettivo. Viene infine riportato il valore registrato a fine 2012 per ogni indicatore. Figura 1, 15 Ð LÕ avanzamento UE27 rispetto agli obiettivi dellõ Agenda Digitale Europea Copertura con banda larga di base per il 10 dei cittadini dell'ue, entro il Copertura con banda larga pari o superiore a 30 Mbps per il 10 dei cittadini UE, entro il 2020 Il 5 delle famiglie dovrebbe usare una connessione superiore a 100 Mbps, entro il 2020 Il 5 della popolazione dovrebbe fare acquisti on-line, entro il 2015 Il 2 della popolazione dovrebbe fare acquisti on-line all'estero, entro il 2015 Il 33% delle piccole e medie imprese dovrebbe effettuare vendite e acquisti on-line, entro il 2015 La differenza fra tariffe in roaming e tariffe nazionali dovrebbe essere inesistente, entro il 2015 Portare l'uso regolare di Internet al 75% della popolazione (6 per categorie deboli), entro il 2015 Dimezzare il numero di persone che non hanno mai usato Internet (portandolo al 15%), entro il 2015 Utilizzo dell'egovernment da parte del 5 della popolazione, entro il 2015 Rendere disponibili in rete tutti i servizi pubblici fondamentali transfrontalieri, entro il 2015 Raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo per l ICT, entro il 2020 Ridurre del 2 il consumo globale di energia per l illuminazione, entro il 2020 Figura 15 L avanzamento UE27 rispetto agli obiettivi dell Agenda Digitale Europea Fonte: European Commission - Digital Agenda Scoreboard, Gli obiettivi prioritari toccano tutti gli ambiti dell economia digitale, non soltanto quelli infrastrutturali, con particolare riguardo alle tematiche dell utilizzo dell ICT nella vita quotidiana. La successione temporale degli obiettivi evidenzia un primo traguardo di breve periodo, da conseguire entro il : garantire l accesso a tutti i cittadini europei ai servizi a banda larga di base. Nel medio periodo, entro il 2015, i Paesi europei sono chiamati a realizzare tutti gli obiettivi connessi con la diffusione di Internet e l utilizzo dei servizi in rete. Entro il 2020, e quindi con un ottica di più lungo periodo, l Europa dovrà garantire a tutti la possibilità di accedere a servizi a banda larga più performanti, avviandosi così a completare il nuovo ciclo di investimenti per la realizzazione delle reti di nuova generazione, oltre che lavorare con l obiettivo di raddoppiare gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo nel settore dell ICT e ridurre i consumi energetici. L avanzamento dell Agenda Digitale Europea La Commissione Europea, attraverso la Digital Agenda Scoreboard, fornisce annualmente un quadro di valutazione sui progressi compiuti dagli Stati membri verso la realizzazione degli obiettivi fissati nell ambito dell Agenda Digitale. Libro Bianco Ð AGENDE DIGITALI REGIONALI Secondo il quadro di valutazione pubblicato nel, i progressi compiuti sono positivi per: Fonte: European Commission - Digital Agenda Scoreboard, Copertura broadband base: la copertura broadband base si è ormai diffusa in tutta Europa, anche grazie all evoluzione delle prestazioni dei collegamenti satellitari, che contribuiscono a coprire il 4,5% della popolazione non ancora coperta dal broadband fisso base. La Commissione Europea si sta impegnando per ottenere una maggiore adozione del satellite per colmare il gap rimanente; Copertura ultra broadband: al 2012 circa il 54% delle famiglie europee può accedere a servizi a banda larga con velocità superiore a 30 Mbps, con un aumento di circa 4 punti percentuali rispetto al 2011; Accesso ad Internet Mobile: il 36% dei cittadini europei accede ad Internet tramite un PC o un dispositivo mobile (l accesso tramite cellulare è aumentato dal 7% del 2008 al 27% del 2012), mentre la copertura delle reti di quarta generazione (LTE) è più che triplicata in un anno passando al 26% nel 2012; Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 30 31

18 1 Connecting Europe Facility rappresenta la strategia europea per il finanziamento delle infrastrutture digitali transeuropee nel periodo finanziario , con investimenti in reti a banda larga e ultra larga e servizi digitali paneuropei d interesse pubblico quali appalti pubblici elettronici, cartelle cliniche elettroniche, servizi doganali, con risorse tuttavia da definire. Nessun uso di Internet: la percentuale di cittadini dell Unione Europea che non ha mai usato internet è in costante diminuzione. Tuttavia, circa 100 milioni di cittadini europei non hanno ancora mai usato Internet, adducendo tra le motivazioni i costi troppo elevati, l assenza di interesse o il non saper usare Internet; Uso regolare di Internet: si è assistito a un rapido incremento fino ad arrivare al 7 della popolazione dell Unione Europea (2 punti percentuali in più rispetto al 2011), rispetto all obiettivo di raggiungere il 75% entro il L uso di Internet si sta diffondendo anche tra le fasce più svantaggiate, come le persone meno istruite e gli anziani (dal 51% nel 2011 al 54% nel 2012); Prezzi del roaming: con l obiettivo di raggiungere la parità dei prezzi tra chiamate nazionali e in roaming entro il 2015 nell UE, i prezzi del roaming sono scesi di 5 cent nel corso del 2012; Acquisti on-line: il progresso verso il conseguimento dell obiettivo del 5 della popolazione che utilizza Internet per acquistare beni e servizi on-line è costante: nel 2012 infatti il 45% dei cittadini dell UE fa acquisti on-line (2 punti percentuali in più rispetto al 2011); Pubblica Amministrazione on-line (egovernment): l 87% delle imprese attualmente utilizza servizi di egovernment (in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2011), mentre la percentuale di cittadini che ha interagito nel corso dell ultimo anno on-line con la Pubblica Amministrazione è passata dal 41% nel 2011 al 44% nel 2012; Spesa per la Ricerca e Sviluppo: la spesa per gli investimenti in R&S è leggermente aumentata nel corso del 2012; nel settore delle ICT la spesa pubblica è aumentata dello 0,4% (pari a 122 milioni di euro), mentre gli investimenti privati, che pur sono aumentati rispetto all anno precedente, risultano ancora insufficienti a recuperare il calo subito nel Si osservano invece progressi insufficienti per i seguenti obiettivi: Abbonamenti a banda ultra larga: solo il 2% delle abitazioni possiede abbonamenti ultra broadband con velocità superiore ai 100 Mbps, ancora molto indietro rispetto all obiettivo del 5 da raggiungere entro il 2020; Competenze informatiche: ancora circa il 5 della popolazione europea non possiede adeguate competenze informatiche. Il 4 delle imprese che ricerca impiegati nel settore delle ICT trova difficoltà nel reperire risorse adeguatamente competenti in materia e si prevede che entro il 2015 saranno circa i posti di lavoro disponibili nel settore delle ICT; Commercio elettronico transfrontaliero: Nel 2012 è passato solo dal 9,6% all 11%, a fronte dell obiettivo dell Agenda Digitale che entro il 2015 il 2 dei cittadini facciano acquisti on-line transnazionali. Più recentemente, a fine 2012 la Commissione Europea ha definito sette nuove priorità per l economia e la società digitali, da attuarsi nel biennio -2014: 1. La creazione di un nuovo contesto normativo stabile per la banda larga; 2. La creazione di nuove infrastrutture per servizi digitali pubblici attraverso il Connecting Europe Facility (CEF) 1 ; 3. L avvio di una grande coalizione sulle competenze e i posti di lavoro in ambito digitale; 4. La predisposizione di una strategia UE in materia di sicurezza informatica; 5. L aggiornamento del quadro UE relativo al mercato unico del digitale con riferimento anche ai diritti d autore; 6. L accelerazione del cloud computing sfruttando il potere d acquisto del settore pubblico; 7. L avvio una nuova strategia industriale per micro e nanoelettronica. Tra le più recenti proposte e decisioni normative adottate dalla Commissione Europea sul tema dell Agenda Digitale, anche in attuazione delle priorità digitali appena citate, vi sono: I nuovi orientamenti per l applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga, adottati dalla Commissione Europea nel mese di dicembre 2012, a seguito di una consultazione pubblica lanciata nel giugno 2012 allo scopo di adattare le linee guida in vigore agli obiettivi dell Agenda Digitale e per costruire un quadro normativo dinamico che incentivi gli investimenti, razionalizzi le regole e favorisca decisioni più rapide; La strategia sulla sicurezza informatica per tutelare l Internet aperta, la libertà e le opportunità nella Rete, che rappresenta la visione dell UE sul modo migliore per prevenire e rispondere agli attacchi informatici, adottata dalla Commissione Europea a febbraio contestualmente alla proposta di direttiva in materia di sicurezza delle reti e dell informazione, che richiede che tutti gli Stati membri, i principali operatori di Internet e di infrastrutture critiche si adoperino per garantire un ambiente digitale sicuro e affidabile nell intera Unione Europea; La Grande coalizione per l occupazione nel settore digitale, una partnership multistakeholder lanciata nel marzo, per contribuire a reperire i posti vacanti nel settore ICT previsti in Europa entro il 2015, attraverso impegni in settori cruciali quali: La formazione dei cittadini, per colmare il divario tra domanda e offerta per i posti di lavoro del settore digitale; La mobilità per aiutare chi è in possesso delle competenze necessarie a recarsi dove sono richieste ed evitare carenze o eccedenze nelle diverse aree urbane; La certificazione, per rendere più facile certificare a un datore di lavoro le proprie competenze, in qualsiasi Stato membro; La sensibilizzazione, perché i cittadini sappiano che il settore digitale offre possibilità di carriera gratificanti e ben retribuite sia agli uomini che alle donne; Il ricorso a metodi didattici innovativi, per migliorare e ampliare i sistemi educativi e formativi e offrire a sempre più persone le competenze necessarie ad inserirsi con successo nel mondo del lavoro; La proposta di regolamento sulla riduzione dei costi per le opere di ingegneria civile, che rappresentano fino all 8 del costo di installazione di reti a banda larga, adottata nel marzo dalla Commissione Europea, che porterebbe risparmi tra 40 e 60 miliardi di euro o fino al 3 dei costi di investimento totali evitando o riducendo gli scavi. Attraverso questa proposta, la Commissione intende garantire che gli immobili nuovi o ristrutturati siano predisposti per la banda ultra larga, aprire l accesso alle infrastrutture a condizioni eque, consentire a qualsiasi gestore di rete di negoziare accordi con altri fornitori di infrastrutture, semplificare le procedure autorizzative; Il pacchetto legislativo per realizzare il mercato unico delle telecomunicazioni e costruire così un Connected Continent, adottato dalla Commissione Europea nel settembre, che prevede semplificazione e meno regolamentazione per le imprese, maggiore coordinamento nell assegnazione dello spettro, per incentivare la diffusione della banda larga wireless e del 4G, abbattimento dei costi del roaming, nonché una protezione dei consumatori, grazie a contratti più chiari e con informazioni più facilmente comparabili. Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 32 33

19 Figura 16 Grande coalizione per l occupazione nel settore digitale Fonte: European Commission, 1.3. I finanziamenti europei per lo sviluppo digitale Con l inizio del 2014 dovrà entrare in vigore il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale che definisce le priorità di bilancio dell Unione Europea per il periodo Il tema principale della nuova programmazione è rappresentato dalla crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. In base a questo principio le risorse verranno ridistribuite sia a settori prioritari quali le infrastrutture paneuropee, la ricerca e l innovazione, l istruzione e la cultura, la sicurezza delle frontiere e i rapporti con l area mediterranea, sia alle priorità strategiche trasversali, quali la protezione dell ambiente e la lotta contro il cambiamento climatico, come parte integrante di tutti i principali strumenti ed interventi. Per la distribuzione delle risorse finanziarie l Unione Europea si avvale di due diverse tipologie di strumenti finanziari: La gestione indiretta, che comprende i cosiddetti Fondi Strutturali; La gestione diretta, che comprende i finanziamenti diretti UE noti anche come programmi tematici o programmi comunitari. I Fondi Strutturali (il Fondo europeo di sviluppo regionale - FESR e il Fondo sociale europeo - FSE) e il Fondo di coesione (attualmente l Italia non rientra tra i beneficiari di questo fondo) attuano la politica di coesione nota anche come la politica regionale dell Unione Europea. Il budget messo a disposizione viene speso attraverso un sistema di responsabilità condivisa tra Commissione Europea e le autorità degli Stati membri, autorità che gestiscono i programmi dai Fondi finanziati. I Fondi diretti sono invece gestiti direttamente dalle diverse Direzioni Generali della Commissione Europea e per la loro concessione devono essere integrati dalle risorse proprie dei beneficiari, richiedendo inoltre la costituzione di un partenariato transnazionale tra due o più Paesi europei (rientra in tale categoria ii nuovo programma europeo per la ricerca e l innovazione Horizon 2020). E DIGITALI REGIONALI 3 Infine, a dimostrazione della sempre crescente considerazione in cui è tenuto il tema dello Fonte: European Commission, sviluppo del digitale, nel mese di ottobre si è tenuta una riunione del Consiglio Europeo in cui i leader dell Unione Europea hanno discusso di economia digitale, innovazione e servizi. Le conclusioni del Consiglio Europeo sono contenute in una dichiarazione che riconosce l importanza dell innovazione digitale per la crescita e la competitività, sottolineando: La necessità di nuovi investimenti in infrastrutture digitali e di un accelerazione della diffusione di nuove tecnologie; L impegno a completare un mercato unico digitale per consumatori e imprese entro il 2015, intervenendo sulla legislazione, sull identificazione elettronica e la fatturazione elettronica, modernizzando le pubbliche amministrazioni e adeguando la normativa europea sul diritto d autore; L esigenza di far fronte alla carenza di personale competente nel settore ICT, proponendo misure concrete per migliorare le competenze digitali, quali l utilizzo di parte dei fondi strutturali e di investimento dell Unione Europea ( ) ai fini dell istruzione e della formazione professionale nel settore ICT; L importanza degli investimenti in ricerca e innovazione per alimentare la produttività e la crescita e per la creazione di posti di lavoro, evidenziando quindi l importanza dell innovazione e del completamento dello spazio europeo della ricerca entro il 2014; L importanza dei servizi, come componente fondamentale del mercato unico e del commercio, in quanto motore della crescita e della creazione di posti di lavoro, spingendo gli Stati membri a migliorare l attuazione della direttiva sui servizi per accelerare l apertura dei mercati dei servizi. In base alla regolamentazione europea, la politica di coesione riguarda l intero territorio nazionale, con una ripartizione delle risorse che, secondo quanto previsto dalla nuova proposta, è differenziata in relazione a tre categorie differenti di regioni, avendo introdotto, rispetto all attuale programmazione, una categoria intermedia: Regioni meno sviluppate con PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-27; rientrerebbero in tale categoria Campania, Calabria, Sicilia e Puglia; Regioni in transizione con PIL pro capite compreso tra il 75% ed il 9 della media UE-27 (in tale categoria sarebbero ricomprese Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna); Regioni più sviluppate (tutti i restanti territori). Il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale prevede per l Italia per l attuazione della politica di coesione circa 29 miliardi di euro di cui 28 miliardi dai Fondi Strutturali. Sulla base delle nuove regole per la ripartizione territoriale, le regioni meno sviluppate dovrebbero ottenere 20 miliardi, alle regioni in transizione sarebbero destinati 1 miliardo mentre alle regioni più sviluppate sarebbero destinati 7 miliardi. 16 A tali cifre vanno aggiunti gli importi del cofinanziamento nazionale (obbligatorio per le politiche di coesione europee), che dovrebbero essere pari agli stanziamenti comunitari, anche se, allo stato attuale, la legge di stabilità mette in bilancio soltanto 24 miliardi, quattro meno di quelli necessari per arrivare al tradizionale parametro del 5 dell ammontare complessivo. I Fondi Strutturali, in coerenza con i regolamenti comunitari, dovranno contribuire al raggiungimento di tutti gli 11 obiettivi tematici del Quadro Strategico Comune (il Quadro Strategico Comune costituisce il quadro di riferimento per tutti gli strumenti di finanziamento della nuova programmazione vedi par. 2.4) ed investiranno sulle imprese e sulle aree territoriali, sulle persone e sulle infrastrutture leggere. Ricerca, sviluppo e innovazione, cambiamento climatico e ambiente, sostegno alle Piccole e Medie Imprese (PMI) e infrastrutture, energia e sviluppo urbano sono le aree strategiche su cui in Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 34 35

20 particolare dovrà essere indirizzato il sostegno attraverso il FESR. Per garantire la concentrazione degli investimenti sulle priorità indicate, così come richiesto dalla nuova regolamentazione europea, sono stati definiti stanziamenti minimi per alcune tematiche prioritarie sulla base della ripartizione territoriale, per cui le regioni in transizione e le regioni più sviluppate dovranno destinare l 8 del budget del FESR all efficienza energetica, alle energie rinnovabili (per queste due voci almeno il 2), all innovazione ed alla competitività delle PMI, mentre le regioni meno sviluppate potranno utilizzare la loro dotazione per un numero maggiore di obiettivi, facendo scendere al 5 la quota da dedicare esclusivamente all efficienza energetica e alle rinnovabili (almeno il 6%), alle imprese e all innovazione. Coerentemente a quanto previsto dalla regolamentazione europea, la strategia italiana punta a concentrare le risorse su obiettivi prioritari. Innovazione tecnologica, superamento del digital divide ed economia sostenibile sono i tre filoni protagonisti della bozza elaborata dal Dipartimento per le politiche di sviluppo (DPS) sulla ripartizione dei fondi europei. Il DPS dà dunque la priorità all innovazione e non più, come accaduto finora, alle grandi infrastrutture che invece verranno finanziate con risorse nazionali. Da una prima simulazione del DPS, la distribuzione dovrebbe prevedere circa il 47% per innovazione tecnologica, digitalizzazione, sostegno alle PMI e riconversione dell economia verso la sostenibilità. Si vuole comunque evidenziare che l Agenda digitale, proprio in ragione dell architettura adottata e della pervasività delle tecnologie ICT, si pone in modo trasversale all insieme delle politiche di sviluppo per il periodo Gli interventi previsti in Agenda, rientrano quindi anche in altri possibili finanziamenti europei come ad esempio in quelli previsti nel programma Horizon Horizon 2020 è il nuovo programma europeo per la Ricerca e l Innovazione, considerato dalla Commissione fondamentale per la realizzazione degli obiettivi della strategia Europa Il nuovo sistema di finanziamento integrerà in un unica cornice le attuali opportunità di sovvenzione UE destinate alle attività di Ricerca e innovazione, ovvero: Il Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo (VII Programma Quadro); Il Programma Quadro per la Competitività e l Innovazione (CIP); L Istituto Europeo per l Innovazione e la Tecnologia (EIT). Il budget di Horizon 2020 proposto per il periodo ammonta a oltre 70 miliardi di euro e verrà suddiviso su tre obiettivi chiave: Scienza di eccellenza: 24,3 miliardi di euro destinati alle eccellenze della ricerca scientifica europea, primi fra tutti il Consiglio Europeo della Ricerca e le Azioni del Programma Marie Curie che sostengono la formazione, la mobilità e lo sviluppo delle capacità dei ricercatori europei; Leadership industriale: contribuire ad affermare il primato industriale nell innovazione con un bilancio pari a 17 miliardi di euro, da investire nelle tecnologie di punta, in un più ampio accesso al capitale e nel sostegno alle PMI; Sfide della società: stanziamento di 31 miliardi di euro per affrontare i principali problemi sociali dell Unione Europea (sanità, evoluzione demografica e benessere, sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina, bioeconomia, energia sicura, trasporti intelligenti, interventi per il clima) Le iniziative europee per le smart cities Oltre il 7 della popolazione europea vive nei grandi centri urbani, diventati ormai il volano della crescita economica e dell innovazione, e si stima che nei prossimi anni questo dato tenderà a crescere ancora. Le aree urbane sono inoltre direttamente responsabili per circa il 60-7 delle emissioni globali di CO2 e hanno dunque l obbligo morale di investire risorse per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie a basse emissioni, garantendo in tal modo lo sviluppo di un ambiente urbano energeticamente efficiente e sostenibile dal punto di vista ambientale. Il coinvolgimento attivo delle città è indispensabile se l Europa vuole raggiungere gli obiettivi che si è data al 2020 (obiettivi noti come ) e cioè di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 2, aumento della penetrazione delle rinnovabili al 2, miglioramento dell efficienza energetica del 2. La Commissione Europea, e conseguentemente tutti gli stati membri, ha quindi focalizzato la sua attenzione sul tema delle Smart Cities: nell arco dei prossimi due anni la Commissione Europea prevede di investire oltre 200 milioni di euro per rendere più Smart le città europee. Le Smart Cities, o in una più ampia accezione, in termini di dimensioni del territorio, Smart Communities, sono quelle città e quei territori che hanno realizzato una serie di progetti, spesso caratterizzati dall applicazione di nuove tecnologie o dallo sfruttamento della rete Internet, in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini, di renderle più sostenibili, innovative, connesse, partecipative, dotate di servizi utili. Il concetto di Smart City nasce come detto nell ambito delle iniziative per la riduzione delle emissioni di CO2 nell atmosfera; l applicazione delle tecnologie ICT nelle città, in particolar modo a tematiche come il trasporto pubblico locale, rappresenta un importante strumento in quella direzione: rendere più efficiente il sistema di trasporto locale e consentire ai cittadini di ridurre gli spostamenti necessari per accedere a determinati servizi sono ad esempio alcuni tra i passaggi fondamentali per la riduzione dell inquinamento prodotto dalle città. A partire dal 2008 la Commissione Europea ha avviato molte iniziative focalizzate sulle città. In origine, nello Strategic Energy Technology Plan, orientato prevalentemente al tema energetico, le Smart Cities sono state identificate come una delle sette aree prioritarie di investimento; più in dettaglio, la stima di investimenti previsti nella Smart City Industrial Initiative ammonta a miliardi di euro. A seguire, nel mese di novembre 2012, in sintonia con lo Strategic Energy Technology Plan, è stato approvato il programma Joint Programme Smart Cities, un ampia rete di ricerca dedicata al tema delle Smart Cities caratterizzato da quattro aree di lavoro: Energy in cities, Urban Energy Networks, Interactive Buildings, Urban City Related Supply Technologies. Altre iniziative avviate a livello europeo sono la Smart City Member State Initiative, che unisce i 27 stati membri per mettere a fattor comune le strategia di sviluppo delle Smart Cities avviate nelle città dei vari paesi, ed il Joint Programming Initiative Urban Europe, dedicato all avvio di progetti di ricerca che coinvolgano più stati. Infine una delle iniziative che ha riscosso più successo in Italia, il Covenant of Mayors (Patto dei Sindaci), un iniziativa dedicata alla gestione del cambiamento climatico ed alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 in ambito urbano. Nell Agenda Digitale Europea sono molte le tematiche trattate e le linee di indirizzo che fanno specifico riferimento o rimandano al tema delle Smart Sities e Smart Communities, ad esempio per quanto riguarda gli interventi in tema smart grids e smart meters, mobilità intelligente, etc. Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre Agende Digitali Regionali Telecom Italia Dicembre 36 37

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