GLI EFFETTI DELLA DIRETTIVA 51/2003/CE SULLA UN ANALISI COMPARATIVA TRA ITALIA E REGNO UNITO TESI DI ROBERTO TOSA
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1 GLI EFFETTI DELLA DIRETTIVA 51/2003/CE SULLA COMUNICAZIONE DEI KEY PERFORMANCE INDICATORS. UN ANALISI COMPARATIVA TRA ITALIA E REGNO UNITO TESI DI ROBERTO TOSA
2 INDICE INTRODUZIONE... P. 4 Capitolo Primo INFORMATIVA SOCIETARIA E MANDATORY DISCLOSURE 1.1 Informativa societaria e mandatory disclosure...» Il processo di armonizzazione contabile in Europa e la direttiva 51/2003/CE...» Il processo di armonizzazione contabile in Europa...» La direttiva 51/2003/CE: aspetti generali...» Il recepimento della direttiva 51/2003/CE in UK...» Il recepimento della direttiva 51/2003/CE in Italia...» 23 Capitolo Secondo LA COMUNICAZIONE DEGLI INDICATORI DI PERFORMANCE IN ITALIA E NEL REGNO UNITO 2.1 Literature review e ipotesi di ricerca...» Database e metodologia...» Database e processo di raccolta dati...» Metodologia...» Analisi descrittiva del database...» 38 Capitolo Terzo RISULTATI DELL ANALISI EMPIRICA 3.1 La comunicazione degli indicatori di prestazione finanziaria in Italia...» La comunicazione degli indicatori di prestazione non finanziaria in Italia...» La comunicazione degli indicatori di prestazione finanziaria in UK...» La comunicazione degli indicatori di prestazione non finanziaria in UK...» 48 CONCLUSIONI...» 52 BIBLIOGRAFIA...» 57 APPENDICE 1...» 62 APPENDICE 2...» 63
3 INTRODUZIONE L informativa societaria costituisce uno degli elementi che concorrono al corretto funzionamento del mercato dei capitali. Attraverso l informazione gli investitori sono in grado di procedere a una corretta valutazione del rapporto rischio-rendimento di un attività finanziaria. Tale rapporto è fondamentale per decidere se e in che misura investire le proprie risorse in una determinata società. Infatti, in generale, un soggetto sarà disposto a investire in un attività finanziaria solamente se ritiene di poter conseguire un rendimento adeguato al rischio sopportato (Bozzolan, 2005). Molteplici sono le variabili che incidono sul flusso informativo esistente nel mercato dei capitali. Sicuramente uno degli aspetti di maggior rilievo riguarda la regolamentazione dell informativa societaria. Le imprese, infatti, comunicano informazioni al mercato o su base volontaria o perché esiste una norma che impone loro la diffusione di una certa tipologia di informazioni. Secondo la decision usefulness theory, il legislatore decide di intervenire con un provvedimento normativo teso a regolamentare l informativa societaria qualora ritenga che una certa informazione sia fondamentale per gli investitori. Fra i vari organismi che sono impegnati nell individuare i contenuti da comunicare all esterno e armonizzare la diffusione e l applicazione di standard contabili, vi è l Unione Europea. Quest ultima, nel 2003, è intervenuta con la direttiva n. 51, detta anche Accounting Modernisation Directive, la quale apporta modifiche innovative sul piano della disclosure societaria e in particolare per le informazioni incluse nella Relazione sulla Gestione. Tale intervento è giustificato dalla necessità di promuovere modifiche all informativa di bilancio, stante la riduzione della relevance dei tradizionali modelli di reporting aziendale (Francis e Schipper, 1999). Fra le novità introdotte, il legislatore comunitario ha richiesto la pubblicazione in bilancio degli indicatori di performance, senza però alcuna specificazione in 3
4 merito alla quantità e alla qualità di pubblicazione di tali indicatori. I Key Performance Indicators (KPIs) sono considerati un informazione useful per gli investitori, soprattutto qualora, ad esempio, siano commentati dagli amministratori, poiché in questo modo è possibile valutare un impresa ispirandosi ai principi del trough the eyes of management. Il legislatore comunitario ha previsto la pubblicazione in bilancio non soltanto degli indicatori di natura finanziaria, la cui rilevanza nella valutazione delle performance aziendali è ampiamente trattata in letteratura (Altman, 1968; Beaver, 1966; Gibson, 1982) ma anche degli indicatori di natura non finanziaria. Questa scelta è giustificata dal fatto che i soli indicatori di natura finanziaria non sono in grado di fornire un quadro esauriente in merito all andamento complessivo dell impresa. Considerata quindi la rilevanza degli indicatori di performance, il presente lavoro mira a valutare quali sono stati gli effetti dell entrata in vigore della direttiva 51/2003 sulla pubblicazione in bilancio dei KPIs finanziari e non finanziari in due paesi europei, Italia e UK. La scelta di questi due paesi ci consente di valutare le ricadute della direttiva in due contesti molto diversi, sia per quanto riguarda gli assetti istituzionali ed economici, sia per quanto attiene l approccio regolamentativo verso l informazione non finanziaria. L analisi ha preso in esame due dimensioni della comunicazione: (i) la quantità, ovvero il numero di indicatori pubblicati, e (ii) la qualità, ovvero le modalità di pubblicazione di tali indicatori. Gli esercizi analizzati sono stati il 2004, prima dell entrata in vigore della direttiva, e il 2008 dopo l entrata in vigore del provvedimento comunitario. Le evidenze empiriche hanno mostrato risultati diversi nei due paesi oggetto d analisi. Nel Regno Unito, dopo l entrata in vigore della direttiva, si sono verificati incrementi statisticamente significativi sia nella quantità sia nella qualità di pubblicazione degli indicatori di natura finanziaria e non finanziaria. Per quanto concerne l Italia, invece, si è verificato un incremento statisticamente significativo soltanto per quanto riguarda il numero di indicatori non finanziari, passati da 0,42 a circa un indicatore mediamente pubblicato per società. 4
5 A determinare il diverso comportamento delle imprese nel Regno Unito ha influito probabilmente l intervento dello standard setter nazionale sulla disclosure narrativa di bilancio nel quale viene affrontato anche il tema della comunicazione dei KPIs. Il Reporting Standard 1: Operating and Financial Review realizzato dall Accounting Standards Board (ASB), infatti, fornisce alle imprese anche una guida operativa per la comunicazione degli indicatori, con particolare riferimento alle modalità di comunicazione da seguire per ottenere una disclosure di qualità. La ricerca si struttura come segue. Nel primo capitolo viene trattato il tema dell informativa societaria con particolare riguardo alle determinanti della mandatory disclosure. Viene, inoltre, analizzata in dettaglio la direttiva 51/2003, la sua ratio e l iter che ha preceduto la sua emanazione. Sono altresì evidenziate le differenze di recepimento tra Italia e UK. Nel capitolo 2, dopo aver analizzato la Literature Review ed illustrato le ipotesi di ricerca, si è proceduto ad esporre la composizione del database nonché la metodologia impiegata per l analisi empirica. Nel capitolo 3 sono presentati i risultati della ricerca. Nel capitolo conclusivo vengono riportati i contributi e i principali limiti della ricerca. 5
6 BIBLIOGRAFIA ABRAHAM S., COX P., Analysing the determinants of narrative risk information in UK FTSE 100 annual reports, in The British Accounting Review, 39, , ALTMAN E. I., Financial ratios, discriminant analysis and the prediction of corporate Bankruptcy, in The Journal of Finance, ARIPIN N., Tower G., Taylor G., The Determinants Of Financial Ratio Disclosures And Quality: Australian Evidence, paper presentato all Accounting & Finance Association of Australia and New Zealand (AFAANZ) Annual Conference, Sydney, Australia, July, 6-8, ARTINA R., Le modifiche alla Relazione sulla Gestione, in Pratica Contabile, vol. 6, ASB (Accounting Standards Board), Operating and Financial Review, ASB, London, ASB (Accounting Standards Board), Reporting Standard 1 Operating and Review, ASB, London, BEATTIE V., MCINNES B., Narrative reporting in the UK and in the US which system works best?, London, The Institute of Chartered Accountants in England and Wales (ICAEW), BEAVER W. H., Financial ratios as predictors of failure, in Journal of Accounting Research, BEAVER W. H., "The Nature of Mandated Disclosure", in The Report of the Advisory Commitee on Corporate Disclosure to the SEC, 95 Cong., 1st Sess (House Comm. Print (1977)), reprinted in RICHARD A. POSNER, and KENNETH E. SCOTT, "Economics of Corporate Law and Securities Regulation", p. 316 BOZZOLAN S., Trasparenza informativa e mercato finanziario. Modelli e comportamenti di comunicazione volontaria, McGraw Hill, Milano,
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10 ZINGALES L., The Costs and Benefits of Financial Market Regulation, Ecgi Working Paper, n. 21/2004, reperibile sul sito p
11 APPENDICE 1. INDICATORI DI PERFORMANCE FINANZIARI CLASSIFICATI PER CATEGORIA E RILEVATI NELL ANALISI EMPIRICA. Cashflow Debito Sviluppo Liquidità Mercato Redditività CF/EBITDA CF/Utile CF/Fatturato Oneri finanziari/ Vendite Interest cover Oneri operativi/ fatturato (Equity +Debiti)/ Attivo Immob. (E+Debiti)- Attivo Immob. Copertura Immob. CAPEX/ Svalutazioni&A mm.ti Vendite nuovi prodotti/ fatturato tot. Oneri R&S Turnover delle scorte Debt/MV Cost saving NWC Dividend cover EBIT growth rate Turnover pagamenti Dividend Growth EBITDA Growth D/E Sales CAGR Quick margin Dividend yield EBITDA margin D/E ratio DEBT/ EBITDA Receivables turnover E/Shares EBITDA/ Capitale investito netto WC turnover EBIT/share EBT GR E/ Attivo Immob. Acid margin EBITDA/ shares EBT margin E/ Capitale Investito. Acid ratio EPS growth EBT/margin E- Attivo Attivo Immob. / Capitale Current ratio FCF/Share Immob Investito Finanziamenti Day sales bancari netti outstanding MVPS/BVPS Costi fissi /Fatturato Debiti netti Price/BV GP margin Posizione finanziaria netta (NFP) Price/ Earning ratio Gross margin NFP/E Price/ EBITDA Net income margin NFP/ EBITDA Regulatory Turnover capitale netto capital value investito NFP/ vendite Revenues by brand NI/Revenues Debiti tot./ Capitale TSR ROA investito Debiti Tot/E ROCE ROCE/WACC ROE ROI oper ROS Tax rate Turnover Valore aggiunto (VA) VA/Fatturato 61
12 WACC APPENDICE 2. INDICATORI DI PERFORMANCE NON FINANZIARI CLASSIFICATI PER CATEGORIA E RILEVATI NELL ANALISI EMPIRICA. Analisi fattori processi produttivi Ordini in portafoglio Rotazione magazzino di ordini Imballaggi Ore di trasmissione filiali Tasso di rotazione magazzino di broadcasts Peak demand (MW) Volumi prodotti Boutiques area Materiale utilizzato (Ottone, acciaio) di concorrenti Indice del costo di produzione Volumi prodotti (Kw) Volatilità prezzo rame Net efficient capacity Number of DOS Puntualità Volumi trasportati Oneri della qualità Elettricità netta generata di impianti gestiti Spazio vendita al pubblico Domanda elettricità Import. nette Elettric. venduta Network (KM) Prod. gas Oil Spills Royalties library Negozi aperti nell ulti mo anno Riserve gas Nuovi negozi Order book coverage Energia consumata Ambiente Percentuale media riciclo Consumo carburante Consumo acqua Livelli carbonio utilizzato Greenhouse gas emissions Emissione CO2 Pollution incidents Efficienza consumi Refinery avability Energia consumata Energia rinnovabile generate Effic. Energ. Risorse e riserve Invest. Oneri ambientali/ ambient./ Vendire Vendite Sviluppo sostenibile Sprechi Innovazione % vendite nuovi clienti Traffico online Fixed-line network connections di accessi alla rete Mobile line at year-end Ore di formazione Tasso dei nuovi clienti nuovi clienti Ore progettazioni nuovi prodotti Nuovi prodotti brevetti imprese Hi-tech in portaf. 62
13 Analisi forza lavoro EBITDA/ dipendenti Employee satisfaction Fatturato/ Staff Satisf. numero dip.ti Dipendenti per area geografica Employees turnover Tasso crescita fatturato per dipendente Tasso incidenti sul lavoro Giorni lavoro persi per dip.ti incidenti sul lavoro Customer satisfaction Tasso incidenza primi 20 clienti reclami Customer fidelity Customer satisf. dei top costumer Giorni di risposta ai reclami Posizionamento sul mercato Audience Tasso crescita clienti Market share clienti Product Number of market season tickets share Vendite medie per cliente Altro Corporate social involvment Investiment in community 63
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