23( Aspetti e problemi di forme abitative minori

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1 Aspetti e problemi di forme abitative minori Fig Rocca San Silvestro. Parete est della casa 3, costituita dall'accorpamento, ampliamento e( rialzamento di due edifici contigui.( APPENDICE CERAMICA( Ceramica classica Dalle pendici settentrionali dell'insediamento proviene l'unico frammento di ceramica non( medievale. Si tratta di un collo di anfora romana, forma Dressel 1; presenta vistose tracce di flui-( tazione che hanno parzialmente consunto le superfici; impasto 5 YR 6/6 arancio 33 (in superficie)( e 2.5 YR 5/8 marrone luminoso (in sezione); ricco di minutissimi inclusi neri disposti con una( certa irregolarità, anche in superficie; duro.( Ceramica post-classica. Ceramica acroma grossolana. Testi. Sono presenti i tipi con parete a spessore abbastanza modesto, riconducibili alle forme( 33 ( L'indicazione del colore fa riferimento alle Munsell Soil Color Charts (il termine( inglese corrispondente a ciascun valore cromatico è stato tradotto in italiano).( 23(

2 R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti 9 Fig Rocca San Silvestro. Ceramica acroma grossolana, testi.- 24-

3 Aspetti e problemi di forme abitative minori 34 standars diffuse in Liguria e Toscana (fig. 18, nn. 6,9; fig. 20, n.24). Compaiono anche esemplari( 35 con parete alta e diritta (fig. 18, n. 8 e fig. 20, n. 25), ma il tipo con maggiori attestazioni è( quello caratterizzato da forti spessori del fondo e della parete, quest'ultima quasi sempre con basse( 36 inclinazioni (vicini ai tipi definiti a disco) (fig. 18, nn. 2,3,7) ; uno di questi (fig. 18, n. 5), pare( 37 ricondurre a forme attestate durante l'altomedioevo.( Un ultimo gruppo di frammenti, caratterizzati da un ingrossamento della superficie interna( della parete (spesso distinta dal fondo) e dalla presenza, più o meno evidente, di un piede rilevato( fig. 18 n. 1 ma anche fig. 1, n. 4 e fig. 20, nn. 19,21,22), rappresenta una variante locale che tro-( 38 va, per il momento, scarsi e marginali confronti con esemplari editi.( I diametri si aggirano, con qualche eccezione, sui valori medi; gli impasti variano da 10 R( 5/8 marrone luminoso a 4/8 marrone rossastro (sezione interna); 10 R 4/1 grigio rossastro scuro,( 10 R 5/1 grigio rossastro, 10 R 4/6 rosso, all'esterno, dove le tracce di fuoco determinano sfu-( mature cromatiche che alterano l'originario colore del pezzo; le superfici si presentano talvolta( scabre, ma spesso sono state lisciate (specie le pareti); gli inclusi, molto numerosi, sono diffusi( uniformemente anche in superficie (presenza di vacuoli), di dimensioni medio-grandi, di colore( talvolta chiaro (quasi bianchi), ma spesso iridescenti e lamellari; nella quasi totalità dei casi duro.( Olle. Non è possibile ricomporre integralmente nessuna forma.( 39( I bordi sono prevalentemente di due tipi: fortemente estroflessi (fig. 19, nn. 10, 12) o quasi verticali, con, in qualche caso, modeste inclinazioni (fig. 19, nn. 13,14; fig. 20, nn.( 40 26,28; fig. 21, nn. 29,30).( 34 T. MANNONI, La ceramica medievale a Genova e nella Liguria, Genova - Bordighera,( 1975, tipo 18, pp , fig. 19 e p (si confronti, in particolare, i nn. 6 e 9, con( l'esemplare rappresentato alla fig. 19, n. 8). Per la Toscana: R. FRANCOVICH - G. VANNINI,( San Salvatore a Vaiano: saggio di scavo in una Badia del territorio pratese, «Archeologia( Medievale», III (1976), nn. 152, , p. 123 (dallo strato V inf. databile anteriormente( alla metà del XIII secolo); R. FRANCOVICH - S. GELICHI - D. MELLONI - G. VANNINI, I saggi archeologici nel palazzo Pretorio in Prato. 1976/77, Firenze, 1978, n. 662, p. 55, tav. XIII (dall'ultimo livello del pozzo alpha), passim; R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia di un monumento mediceo. Gli scavi nel «cassero» senese della Fortezza di Grosseto, Bari, 1980, n. 25, pp , tav. 15 (in particolare cfr. con il n. 9), proveniente( da un contesto della prima metà del XIV secolo.( 35 Il testo a parete alta in Toscana diventa frequente nei contesti di XIII e XIV( secolo; per questo motivo è stata più volte avanzata l'ipotesi che questa forma costituisse( una logica evoluzione verso il tegame (R. FRANCOVICH - S. GELICHI - D. MELLONI - G.( VANNINI, (I (saggi archeologici cit., p. 93; R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 100, nota 9).( 36 Per i testi a disco cfr. sempre R. FRANCOVICH - S. GELICHI - D. MELLONI - G.( VANNINI, (I saggi archeologici cit, n. 662, p. 55, tav. XIII; R. FRANCOVICH - S. GELICHI,( Archeologia e storia cit., n. 74, p. 96, tav. 17 e p. 100, nota 10.( 37 Vd. T. MANNONI, La ceramica cit., fig. 11, n. 6 (solo per la forma).( 38 Per la presenza del piede cfr. T. MANNONI, ha ceramica cit., fig. 11, n. 4. Anche( il confronto con una serie di testi provenienti da uno sterro in Pisa (in corso di( studio), non consente di trovare elementi di analogia con questa forma.( 39 Il tipo di olla con bordo estroflesso non pare per il momento caratteristica di un( determinato ambito cronologico, comparendo sia nel tipo 9 Mannoni (olle vacuolate( forgiate al tornio lento datate al periodo bizantino - longobardo), sia nel tipo 14 Mannoni( olle sempre forgiate al tornio, databili all'xi - XII secolo, ma trovate in associazione con( la «maiolica arcaica», in contesti di XIV secolo) (T. MANNONI, La ceramica cit., pp. 24( - 25, fig. 10, p. 29, fig. 15 e pp , fig. 111). Per quanto concerne la Toscana si( confrontino una serie di esemplari dal centro di Firenze, fuori contesto (G. MAETZKE, Vasi medievali dal centro dì Firenze in Studi sul Medioevo Cristiano offerti a Raffaello Morghen, 1,( 1974, nn. 7-9, 12 e 14, pp ).( 40 Anche questo tipo di olla, come il precedente, pare non legato strettamente ad un( ambito cronologico preciso, (vd. T. MANNONI, La ceramica cit., tipo 9, fig. 10, n. 1;( tipo 14, fig. 15, nn.3,( 25(

4 R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti Fig Rocca san Silvestro. Nn , ceramica acroma grossolana, olle; nn , ceramica, acroma di tipo «industriale», forme chiuse; n. 18 bis, ceramica d'importazione, giara, islamica., 26,

5 Fig Rocca San Silvestro. ceramica acroma grossolana, nn , testi, nn , olle.- 27-

6 R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti Gli orli sono semplici, piatti o appena arrotondati, con scarse varianti (fig. 19, n. 11, del( tipo a becco di civetta).( I fondi sono prevalentemente piatti (fig. 19, n. 15; fig. 20, n. 27; fig. 21, nn. 31,32),( Le decorazioni più comuni sono fitte filettature sulle pareti, ma talvolta anche nella parte( bassa del vaso e sull'orlo (fig. 21, nn. 30,31,34 e 35).( La maggioranza degli esemplari mostra tracce di lavorazione al tornio.( Gli impasti variano da 5 YR 6/4 arancio smorto a 2.5 YR 5/8 marrone luminoso (sezione( interna); l'esterno mostra talvolta tracce di annerimento da esposizione al fuoco (vd. quanto detto( per i testi); inclusi in genere molto minuti, diffusi in particolare in sezione (superfici spesso accu-( ratamente lisciate), di colore prevalentemente chiaro; duro.( Ceramica acroma di tipo «industriale». Forme aperte. Bassa la percentuale delle forme aperte, tra le quali paiono essere solo documentate due forme, il catino e la scodella, caratterizzate dalla presenza di una tesa piatta o appena con- fluente (fig. 21, nn. 37,38) 42. Per l'impasto vd. quanto detto a proposito delle forme chiuse.( Forme chiuse. Sono attestate quasi esclusivamente anforette e boccali, caratterizzati da colli cilindri-( formi ed orli leggermente ingrossati (fig. 19, nn. 17, 18; fig. 21, nn. 36 e 39; fig. 22, n. 41) o( tronco-conici (fig. 22, n. 40), fondi piani (fig. 22, n. 44), appena incavati (fig. 22, nn. 42,46) o( convessi (fig. 22 nn. 43 e 45). Tra le anforette non è possibile distinguere gli esemplari biansati di( tipo «pisano» da quelli monoansati (con bocca trilobata) che possono in qualche modo essere pa-( ragonati ai tipi «senesi» conosciuti, ad eccezione di quei pochi frammenti di anse a nastro o a( sezione ellittica che presentano un marchio a stampo di tipo metallico costituito da una ruota den-( tata (isolata o anche in associazione) (fig. 23, n. 50; fig. 24, nn. 58,59), comuni nei prodotti pisa-( ni. Le anse prive di marchio, generalmente a nastro, possono essere complanari (fig. 23, n. 40)( all'orlo o appena più basse della bocca, il cui stacco, più o meno accentuato, può anche essere sot-( 45 tolineato da ditata (fig. 23, nn. 51,52,54,56; fig. 24, n. 57).( Le decorazioni, quando presenti, disposte sul collo e sul corpo, sono costituite da semplici( 5-7; tipo 19, fig. 21, nn. 1 e 3; I. F. CABONA - A. GARDINI - T. MANNONI, Zignago 1: gli insediamenti e il territorio, «Archeologia Medievale», V (1978), nn. 15, 20-21, tav. XI). Per la Toscana vd. G.( MAETZKE, (Vasi medievali cit., n. 6, p. 484; n. 11, p. 482; S. GELICHI, La Badia al Fango: considerazioni sui materiali di superfìcie, «Archeologia Medievale», IV (1977), p. 307, tav. I,( n. 1; R. FRANCOVICH -S. GELICHI- D. MELLONI - G. VANNINI, I saggi archeologici cit., n. 570, p. 44, tav. VII; R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., n. 31,( p. 90 e p. 100.( 141( Sul tipo vd. R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 100,( note 6-8.( 42 Anche su queste due forme, particolarmente frequenti negli insediamenti sulla( costa tirrenica, vd. R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 101, note 18( - 19.( 43 Vd. R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Ver una storia delle produzioni e del consumo della ceramica bassomedievale a Siena e nella Toscana meridionale, in (La céramique medievale in Mediterranee occidentale. IX - XV siede Pretirage. Colloque International du Centre National( de la Recherche Scientifique), Sophia Antipolis, ( (septembre Comunication( II, pp. 1-19).( 44( L. TONGIORGI, Pisa nella storia della ceramica, «Faenza», L (1964), pp , fig.( 2; T. MANNONI, La ceramica cit., tipo 5, pp (2(0, fig. 5 (senza marchio, ma il tipo è( uguale); confronti in aree limitrofe sono in S. GELICHI, La Badia al Fango cit., n. 9, tav. I, p.( 309; S. GELICHI, I materiali in S. GELICHI - M. PAOLETTI, Piombino. Saggio di scavo in via Cavour, «Piombino. Storia e territorio», I (1978), n. 35, p. 41, fig. 11; R. FRANCOVICH - S.( GELICHI, Archeologia e storia cit., n. 27, p. 107, tav. 21, e p. 111.( 45 Per i frammenti con insellatura dell'ansa e stacco marcato dall'orlo vd. anche R.( FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., n. 36, p. 40 e p. 101, passim. 28(

7 Aspetti e problemi di forme abitative minori Fig Rocca San Silvestro. Nn , ceramica acroma grossolana, olle; ceramica acroma ditipo «industriale», n. 36 forma chiusa, nn , forme aperte.- 29-

8 R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti incisioni a punta, (fig. 19, n. 16, decoro con andamento sinuoso; fig. 22, nn. 47, 48) o intersecan-( tisi a formare reticolati (fig. 19, n. 17; fig. 23, n. 49).( L'impasto, nelle anforette decorate con stampigliature sull'ansa, varia da 5 YR 6/6 arancio( a 7/4 arancio smorto, con anima grigia, mentre negli altri esemplari varia da 10 R 6/6 arancio( rossastro, 5/6 rosso, 2.5 YR 6/8 arancio, 5 YR 7/6 arancio, quasi sempre con anima grigio-( nerastra interna; prevalentemente duro; in alcuni casi, però, tenero o addirittura farinoso (specie( negli esemplari che mostrano le tracce di una lunga fluitazione). Ceramica di importazione. Giare islamiche. Due frammenti di parete, decorati a stampo (in un caso sono visibili due registri( sovrapposti: nell'inferiore sono ruote dentate, nel superiore motivi a coda di rondine in progres-( sione: fig. 19, b. 18 bis), appartengono a giare di tipo islamico.( Impasto 2.5 YR 6/8 arancio, con sottilissima anima 5 YR 6/4 arancio smorto; inclusi mi-( nuti irregolarmente distribuiti anche in superficie; duro.( Ceramica invetriata. La ceramica invetriata rinvenuta può essere suddivisa in tre diversi gruppi: a) ceramica in-( vetriata su impasto grossolano; b) ceramica invetriata su impasto fine; e) ceramica con invetriatura( non intenzionale.( a)(i frammenti invetriati su un impasto più o meno ricco di inclusi, appartengono generalmente a( forme aperte, quali il tegame, forse ansato (se così possiamo interpretare il frammento raffigurato( alla fig. 24, 61), ma sono presenti anche frammenti di ollette e forse alcuni testi (del tipo a di( sco?). L'invetriatura, spesso con craquellee, è data con uniformità all'interno del pezzo, e risulta( piuttosto coprente; varia di tonalità dal giallo paglierino, al giallo-verdastro, al marrone e marro( ne-rossastro; l'impasto varia da 10 R 5/8 rosso, 5 YR 7/8 arancio, a 7.5 YR grigio chiaro; preva-( lentemente duro (anche in questo caso, però, alcuni frammenti presentano un impasto tenero se( non addirittura farinoso); inclusi in genere di minute dimensioni, bianchi, diffusi in sezione (non( in superficie).( Questi frammenti appartengono al primo pentolame da cucina invetriato che si conosce in( questa zona, le cui attestazioni datate più antiche risalgono per il momento alla prima metà del( 48 XIV secolo.( b)(si tratta di una serie di frammenti, appartenenti sia a forme aperte (ciotole?) che chiuse (bocca( li?), con una invetriatura piuttosto uniforme e in genere coprente, data su un impasto fine, buo( no, caratteristico delle produzioni da mensa e non da cucina. L'invetriatura varia nelle tonalità del( verde e del marrone-rossastro; l'impasto varia dal 2.5 YR 5/2 rosso grigiastro al 2.5 YR 6/8( arancio; privo di inclusi visibili ad una analisi ottica; prevalentemente duro.( Per il momento non è possibile distinguere, tra i vari frammenti, prodotti di importazione( da eventuali esemplari fabbricati nella regione, né indicare centri di produzione di questa invetriata( fine, che in Toscana compare già nei contesti di XIV secolo( Un frammento di parete di forma chiusa merita di essere analizzato a parte perché presenta( una vetrina verde oliva data non uniformemente, con macchie più consistenti caratterizzate da( 46 R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 101, tav. XVII, nn. 41 e 120.( 47 G. BERTI - L. TONGIORGI, Frammenti di giare con decorazioni impresse a stampo trovati in Pisa, «Faenza», LVIII (1972), pp (con bibliografia precedente); vd. anche T.( MANNONI, La ceramica cit., tipo 6a, pp, 21-22, fig. 8.( 48 ( R. FRANCOVICH(- S. GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 101, nota 21 e nn.( 43-46, pp ; vd. anche S. GELICHI, La Badia cit., nn , p. 309, tav. I. Questo( tipo di ceramica invetriata trova per il momento analogie solo con l'invetriata ad impasto( grezzo rinvenuta in Liguria (tipo 43 Mannoni, pp ), con la quale sembra mostrare( strette somiglianze soprattutto nella forma del tegame con presa a tubercolo (T.( MANNONI, La ceramica cit,. tav. 49, nn. 1 e 4).( 49 Vd. R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia, cit., p. 102.( 30(

9 Fig Rocca San Silvestro. Ceramica acroma di tipo «industriale». 31.

10 R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti Fig Rocca San Silvestro. Ceramica acroma di tipo «industriale». 32.

11 Aspetti e problemi dì forme abitative minori una superficie irregolare picchiettata, che ha qualche analogia con prodotti datati all'altomedioe-( 50( vo.( e) due frammenti, uno di parete e l'altro di ansa, presentano tracce di invetriatura, nel primo caso( probabilmente non intenzionale (si tratta di una goccia circoscritta di vetrina marrone-rossastra),( mentre nel secondo si è incerti se si tratti di tracce di una invetriatura verde quasi completamente( perduta. Ambedue i frammenti presentano un impasto buono, privo di inclusi visibili ad analisi( ottica, 2.5 YR 5/8 marrone luminoso; duro.( Ceramica ingubbiata. Tre frammenti appartengono rispettivamente a due scodelle e un catino (?) di «graffita ar-( caica tirrenica» (fig. 24, nn. 62,64)(51. Motivi non ricostruibili. L'impasto varia da 5 YR 6/8 aran-( cio a 2.5 YR 6/6 arancio; duro in un caso, negli altri due tenero e farinoso.( Due frammenti appartengono a due scodelle monocrome verdi, decorate a graffito (motivi( non ricostruibili). L'impasto varia da 2.5 YR 5/8 marrone luminoso a 6/8 arancio; duro.( Si tratta di prodotti che per il momento non trovano confronti editi.( Ceramica smaltata. Ad eccezione di due modestissimi frustuli di zafferà a rilievo (fig. 26, n. 83, ansa di boccale),( la ceramica smaltata è rappresentata solamente dalla «maiolica arcaica».( La maggior parte è di tipo pisano, (fig. 24, n. 60, monocroma bianca; fig. 25, n. 66 (?),( 68,69; fig. 26, n. 75) 52 ; più incerta l'attribuzione dei boccali, sempre con piede svasato (fig.( 26, nn. 76,78,80), in cui motivi non paiono caraneristici di nessun centro in particolare (fig. 25,( n. 72; fig. 26, nn. 81,82 (un pesce?)), ad eccezione di qualche frammento che trova riscontri( sempre in ambito pisano (fig. 25, n. 73; fig. 26, n.,74) 54.Di difficile attribuzione anche altri( frammenti di forme aperte (fig. 25, nn. 67,70,71), due dei quali, per l'assenza del piede ad anello,( parrebbero escludere una attribuzione a fabbriche pisane.( Insolito e raro, infine, un frammento di borraccia (fig. 26, n. 79) 54( L'impasto varia da 2.5 YR 5/4 marrone rossastro smorto a 6/8 arancio a 10 R 5/8 rosso;( prevalentemente duro.( 50( Cfr. G. De MARINIS, Esemplari di ceramica invetriata altomedievale a Lucca, «( Archeologia Medievale», V (1978), pp Per questa zona vd. anche R. FRANCOVICH -. S.( GELICHI, Archeologia e storia cit., p. 124 e n. 30, pp ( 51( T. MANNONI, La ceramica cit,. tipi 58-59, pp ( 52 Per il n. 66 (frammento di ciotola), in assenza del fondo, esistono alcune incertezze (il( tipo compare, infatti, anche in ambito senese: vd. R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Archeologia e storia cit., pp ): per gli esemplari con piede ad anello fabbricati a Pisa vd. G. BERTI - L.( TONGIORGI, Ceramica pisana. Secoli XIII - XV, Pisa, 1977, 16 gruppo, pp , fig. 44. Il n. 68( appartiene, invece, al 2 gruppo Berti - Tongiorgi (pp , in particolare la fig. 3, n. 1). Il n.( 75, infine, può essere assegnato al 3 gruppo Berti -Tongiorgi (pp , in particolare fig. 5, n.( 1).( 53 Il n. 73, pur di modeste dimensioni, potrebbe rientrare sempre nel 2 gruppo Berti -( Tongiorgi (vd. nota precedente, in particolare fig. 3, nn. 7 -(8(,( passim) mentre il n. 74, con motivo( analogo al n. 75, dovrebbe rientrare nel 3 gruppo Berti - Tongiorgi (vd. sempre nota precedente,( in particolare la fig. nn. 4-8, passim). 54( Il tipo di decorazione richiama quella sugli esemplari appartenenti al 1 gruppo Berti -( Tongiorgi (pp ).( 33(

12 R. Francovich - S. Gelichi - R- Parenti Fig Rocca San Silvestro. Nn , ceramica acroma di tipo «industriale»; n. 61, ceramicainvetriata su impasto grossolano; nn , graffita arcaica tirrenica; nn. 60, 65 «maiolica arcaica».- 34-

13 Fig Rocca San Silvestro «Maiolica arcaica». 35.

14 Francovich - S. Gelichi - R. Parenti 26 - Rocca San Silvestro». «Maiolica arcaica»; n. 83 «zaffera a rilievo». 36.

15 TABELLA RAPPORTI QUANTITATIVI REPERTI-CERAMICI DELLA. ROCCA DI SAN. SILVESTRO. 37.

16 R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti APPENDICE II: ANALISI DI CAMPIONI DI LAVORAZIONI METALLURGICHE 55 (a cura di Cesare Bernagozzi) I campioni che sono stati sottoposti ad analisi chimica provengono dalla zona direttamente( interessata dall'insediamento della Rocca di San Silvestre e sono stati prelevati nell'area nord del-( l'insediamento. Tale zona è situata su un contrafforte calcareo facente parte di una vasta area di( interesse minerario, nella quale si trovano mineralizzazioni a solfuri misti e a ferro collegati ai cal-( cari liassici marmorizzati, la cui genesi è da ascrivere a due filoni porfirici intrusi dal magma gra-( nitico che affiora nella valle di Botro ai Marmi.( Queste mineralizzazioni sono state oggetto di escavazioni fin dall'antichità e sebbene le loro( dimensioni siano piuttosto limitate, addirittura trascurabili da un punto di vista industriale moder-( no, esse hanno costituito fin dai tempi antichi un punto di riferimento per l'estrazione di minerali( utili.( I campioni analizzati nella presente nota testimoniano che la Rocca di San Silvestro fu, con( molta probabilità, sede di una industria metallurgica differenziata per la estrazione sia del ferro( che dello zinco e del piombo.( Tra i vari reperti esaminati provenienti dai resti delle lavorazioni si possono riconoscere le( due tecnologie metallurgiche.( Un primo campione è stato scelto, in base al suo aspetto, a rappresentare la presenza in( loco di minerale di ferro. I risultati analitici (espressi in percentuale) sono i seguenti: Come si può vedere, si tratta di un minerale di ferro di ottima qualità, privo di quantitativi( significativi di impurezze, e quindi particolarmente adatto alle lavorazioni siderurgiche. Esso può( essere definito un «ossido di ferro limotico» data la presenza di un 10? di perdite per calcinazione( che, data l'assenza di anidride carbonica, si possono imputare alla presenza di acqua di combi-( nazione della parte limonitica.( Circa la provenienza del minerale, si ritiene di escludere la sua origine elbana per due ordini( di motivi. Prima di tutto perché l'area era ricca, relativamente all'evoluzione tecnologica dell'epo-( ca, di minerale di ferro; e poi perché a un confronto analitico, i minerali ferriferi dell'elba non( sono stati interessati dalla presenza di zinco e piombo.( Un secondo campione rappresenta la scoria di un tipo diverso di lavorazione che l'analisi( permette di individuare. I risultati analitici (espressi in percentuale), hanno dato i seguenti risultati: 55 (S(i( ringraziano le Acciaierie di Piombino presso i cui laboratori sono state eseguite le ana-( lisi chimiche. Per uno studio più approfondito nell'area in esame, vd: B. LOTTI, I depositi dei Minerali ferriferi, Roma, A. STELLA, La Miniera di Stagno di Monte Valerio e igiacimenti del campigliese nel quadro della Catena Metallifera Toscana, «Bollettino della Società Geologica( Italiana», LXXIV -II (1955), pp E. GIANNINI, Geologia dei Monti di Campiglia Marittima (Livorno) «Bollettino della Società Geologica Italiana», LXXIV (1955) p ( 38(

17 Aspetti e problemi di forme abitative minori In base ad essi si può ritenere di essere in presenza di residui della metallurgia dello zinco e( del piombo dato l'elevato tenore di questi due elementi.( La roccia di partenza si può considerare costituita da blenda (solfuro di zinco) e galena (sol-( furo di piombo); minerali questi impregnati entro una roccia silicatica al contatto con i calcari( marmorizzati accompagnati da calcopirite (solfuro di ferro e rame) e talvolta da magnetite.( Il campione è stato scelto per rappresentare la complessità della situazione e la diversità dei( materiali interessati alla fusione. L'elevato tenore in silice sta a rappresentare la roccia interessata( dalla mineralizzazione, mentre il contenuto di ossido di calcio indica la presenza della roccia incas-( sante. Il tenore di ferro mostra la presenza di ferro interessato alla fusione e può essere originato( sia dalla magnetite, che non si esclude possa essere stata relativamente abbondante, che in minor( misura, dalla calcopirite. A quest'ultima si può imputare la presenza di solfo e di rame.(

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