Famija Albèisa. Arch. Antonio TIBALDI. e dal già presidente Dott. Giovanni BRESSANO

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2 L autorizzazione alla pubblicazione di questo articolo in formato digitale (PDF) è stata concessa dal Presidente dell Ente Morale Famija Albèisa Arch. Antonio TIBALDI e dal già presidente Dott. Giovanni BRESSANO L'indirizzo della Famija Albèisa è Via Pietrino Belli n Alba (CN) - Italia Telefono: (+39) Fax: (+39) Indirizzi mail: info@famijaalbeisa.it famija.albeisa@areacom.it Gli orari di segreteria sono: Tutti i giorni da martedi' a sabato dalle ore alle ore

3 MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DEL PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI ALBA UNA CITTA NEL MEDIOEVO Archeologia e architettura ad Alba dal VI al XV secolo a cura di Egle Micheletto FAMI]A ALBEISA

4 UNA CITrA NEL MEDIOEVO Archeologia e architettura ad Alba dal VI al XV secolo a cura di Egle Micheletto Testi di Federico Barello, Fulvio Bartoli, Elena Bedini, Claudia Bonardi, Lanfredo Castelletti, Mario Cavaletto, Mauro Cortelazzo, Alberto Crosetto, Giovanni Donato, Egle Micheletto, Sila Motella De Carlo, Francesco Panero, Francesca Quasimodo, Arianna Semenzato, Carlo Tosco, Laura Vaschetti, Micaela Viglino Davico Disegni ed elaborazioni graficbe Giovanni Abrardi, Ugo Comollo, Giorgio Barullo, Fernando Delmastro, Susanna Salines, Flavia Vacchero, Walter Visentin Fotografie Enrico Necade Fotografie di scavo e dei materiali arcbeologici Chora, Cooperativa di ricerca archeologica, Franco Lovera, Enrico Necade Restauro dei materiali arcbeologici Laboratorio di restauro della Soprintendenza Archeologica del Piemonte La documentazione grafica e stata in gran parte realizzata nell' ambito dei programmi di catalogazione dell'istituto Centrale per i1 Catalogo e la Documentazione del Ministero per i Beni e Ie Attivita Culturali. Gli scavi di cui si presentano i risultati sono stati effettuati dalla Soprintendenza Archeologica del Piemonte; hanno collaborato il Comune di Alba, la Famija Albeisa ed alcuni privati A tutti coloro che hanno contribuito e partecipato alia realizzazione di quest'opera, la nostra viva riconoscenza. In particolare si desidera ringraziare: Mario Serio Direttore Generale dell 'Ufficio Centrale per i Beni Arcbitettonici, Arcbeologici, Artistici e Storici del Ministero per i Beni e le Atuoita Culturali Giovanni Quaglia Presidente della Provincia di Cuneo Carla Boffa Verrua Assessore alia Cultura della Provincia di Cuneo Mirella Belli Funzionario del suddetto Assessorato Giuseppe Rossetto Sindaco di Alba Bruno Ceretto Assessore alia Cultura e Immagine del Comune di Alba Pia Cavallo Bressano Consigliere delegate aile Attioita Culturali Gianfranco Maggi Direttore della Biblioteca e del Museo Civico di Alba Giovanni Bressano Presidente della Famija Albeisa Inoltre Enzo Demaria, gia Sindaco di Alba; Domenico Viberti, gia Assessore alia Cultura della Provincia di Cuneo' Mariangela Roggero Domini, gia Assessore alia Cultura del Comune di Alba; la Curia Vescovile; l'ufficio Tecnico Comunale di Alba e Giulio Parusso, Amedeo Castagnotti, Alessandro Marengo, Nando Vioglio per la loro preziosa collaborazione. Per la cortese disponibilita e le autorizzazioni concesse si ringraziano: Archivio di Stato di Torino; Biblioteca Reale, Torino; Galleria Civica d'arte Moderna, Torino; Museo "F. Eusebio", Alba; Archivio Storico del Comune di Alba FAMI]AALBEISA Via P. Belli, ALBA (CN) - Tel.lFax 0173/ Coordinamento editoriale: Antonio Buccolo Stampa: Camedda & C. snc - Torino - Arti Grafiche - Editoria

5 Sommario Presentazioni 9 Liliana Mercando 10 Giovanni Quaglia 11 Giuseppe Rossetto 12 Giovanni Bressano TAVOLE ASPETTI DEL PAESAGGIO URBANO 15 Come introduzione. Questioni politicbe, istituzionali e soeio-eeonomiehe Francesco Panero 31 Areheologia medievale ad Alba: note per la definizione del paesaggio urbano (V-XIV seeolo) Egle Micheletto 61 Spazio urbano e arehitettura tra X e XVI secolo Claudia Bonardi 89 II gotico ad Alba: I 'architettura degli ordini mendicanti Carlo Tasca 109 Mura, porte urbane e castelli di Alba nel basso medioevo Micaela Viglino Davico CANTIERI DI ARCHEOLOGIA MEDIEVALE 125 Piazza Risorgimento Egle Micheletto 135 Via Vernazza, via Cerrato e via Gioberti Mario Cavaletta 153 Teatro Sociale Mauro Cortelazzo 161 La cbiesa di San Domenico Egle Micheletto LA DECORAZIONE 169 Sculture altomedieuali dalla citta e dal territorio Alberto Crosetto 191 Ornamento efiniture nell'edilizia albese Giovanni Donato 223 San Domenico: la scoperta di nuovi aifreschi trecentesehi Francesca Quasimodo - Arianna Semenzato LA CULTURA MATERIALE 233 La ceramica Mario Cavaletto - Mauro Corte1azzo 277 La pietra ollare Laura Vaschetti 285 Le monete Federico Barello ANALISI NATURALISTICHE 291 IIpaesaggio nel medioevo attraverso 10 studio dei resti vegetali Lanfredo Castelletti - Sila Motella De Carlo 303 Analisi antropologica e paleopatologica dei resti scbeletrici umani medieuali Elena Bedini 319 Analisipaleonutrizionali mediante spettroscopia ad assorbimento atomico Fulvia Bartoli 323 I reperti faunistici delle jasi urbane medieuali Elena Bedini 337 Abbreviazioni bibliograficbe

6 'J(I{! II - Cera mica pri ua di riuestim ento, da Alba (secoli XlJI-XIV)

7 '[au. VI - Cera m ica in uetri ata, ing obbiata d ip in ta, maiolica a rcaica, graffaa e uetri, da Alba e da Sa nta Vittoria (secolo XIV)

8 233 La ceram.ica Mario Cavaletto - Mauro Cortelazzo* Nel presentare il materiale ceramico rinvenuto ad Alba, appartenente ad un arco cronologico di molti secoli, e stato adottato un criterio quanta pill possibile sintetico. Allo stato attuale degli studi non e sembrato infatti proponibile identificare e di conseguenza pubblicare una serie di morfologie e tipologie, costruendo nel dettaglio innumerevoli varianti. La pubblicazione dei manufatti ceramici richiede, corn'e noto, ampi spazi editoriali. Si e volutamente tralasciata, anche per questo motivo, la pubblicazione di un catalogo che, senza il supporto di una dettagliata tipologia, avrebbe avuto i connotati di un elenco sterile e fine a se stesso. La sintesi che qui si propone vuole essere un quadro di riferimento per esporre da un lato l'evoluzione dei manufatti d'uso quotidiano, dall'altro quali siano state le trasformazioni avvenute sulla tavola e nella cucina della popolazione albese nel medioevo. II materiale ceramico preso in considerazione appartiene prevalentemente al periodo compreso tra i secoli X e XIV; per i secoli precedenti e stato possibile sviluppare unicamente considerazioni sui secoli VI e VII mentre I'VIII e il IX secolo non hanno restituito contesti certi. Si sono cosi privilegiati insiemi 0 sequenze che garantissero inquadramenti cronologici pill sicuri: la carenza di dati per i secoli finali dell'alto medioevo e peraltro relativa a tutti gli insediamenti del Piemonte. Si tratta dell'assenza di sequenze stratigrafiche di riferimento, ma soprattutto della presenza di un corredo ceramico molto povero e semplificato, dove domina un meccanismo produttivo di tipo autarchico. La suddivisione cronologica e stata operata con l'intento di fornire quadri di riferimento molto ristretti. Tuttavia, l'inizio 0 la fine di un secolo non costituiscono un limite netto per l'introduzione di una nuova tecnica produttiva 0 per la scomparsa di una determinata tipologia, ma semplicemente l'identificazione di un periodo entro il quale si avvia 0 viene a mancare un certo trend produttivo. In alcuni casi, infatti, dove l'evoluzione del patrimonio morfologico e tipologico risulta molto lenta, l'arco temporale di analisi e stato pill ampio. I prodotti attribuiti al VI-VII secolo si inquadrano in un panorama regionale che risente allo stesso tempo della tradizione tardoantica, ma che contemporaneamente sembra trovare nuovi stimoli da modelli di derivazione germanica. L'introduzione di nuove forme e il trattamento particolare di alcune superfici degli oggetti testimoniano il contatto con nuove esperienze artigianali. La semplificazione del corredo ceramico ed il ristretto gruppo di materiali riferibili al X secolo non consente di fornire un quadro esaustivo delle produzioni. In questo periodo fanno la loro comparsa i fornetti che, accanto alle olle, domineranno per alcuni secoli. Le capacita tecniche dei vasai paiono ancora risentire di incertezze nella gestione del forno. Gli impasti piuttosto grezzi sono interessati in prevalenza da cotture non uniformi e molto spesso riducenti. Nel corso dell'xi e XII secolo Ie migliorie tee niche, soprattutto una maggiore depurazione degli impasti, favoriscono l'intensificarsi della produzione con i primi tentativi di articolazione del corredo ceramico. Si attestano in questo periodo Ie prime decorazioni con rotella, che troveranno ampio sviluppo nel secolo suecessivo. Fanno la lora comparsa oggetti con tracce di vetrina, che, pur in quantita estremamente limitata, testimoniano come questa tecnica di rivestimento fosse gia conosciuta. Rimane da stabilire, proprio alla luce della diffusione che avra nel secolo successivo, se si debba parlare di importazioni 0 di prodotti locali. Con il XIII secolo il quadro delle produzioni albesi subisce una prima trasformazione tecnologica, e nonostante la scarsita dei dati a disposizione, possiamo ipotizzare una simile situazione per tutta la regione, con scansioni cronologiche diversificate. L'introduzione della tecnica di ricopertura dei vasi con una vetrina densa in monocottura, costituisce un saito di qualita notevole se paragonato alla monotonia produttiva dei secoli precedenti. La diffusione nel XIII secolo di questa classe ceramica non sembra riconducibile ad una continuita con Ie produzioni tardoantiche 0 con i pochissimi frammenti rinvenuti nei secoli dopo il Mille; si tratta in realta della reintroduzione di una tecnologia da parte di nuovi artigiani. In questo secolo tutta la citra pare investita da un fervore urbanistico e con esso da uno sviluppo politico ed economico che la porta a diventare polo di intensi contatti commerciali. Proprio la circolazione di maestranze qualificate attirate ad Alba da questa crescita edilizia, ma al contempo anche culturale, e alla base delle nuove esperienze delle botteghe ceramiche. La conoscenza di una tecnologia produttiva e l'apprendimento di una tecnica e frutto della scambio di esperienze umane:

9 234 MARIO CAYALETIO - MAURO CORTELAZZO Alba in questa periodo e una cittadina in cui si vanno a creare le condizioni favorevoli per una tale circostanza. II salta di qualita che avviene nel XIII secolo e tuttavia poca cosa se paragonato all'introduzione, nel corso del Trecento, di una nuova componente tecnica: il metodo della seconda cottura dei manufatti, con il rivestimento ad ingobbio e 10 smalto. L'impatto che questa mutamento esercita sugli apparati produttivi e a dir poco radicale. La bottega artigiana a conduzione familiare si trasforma, diventando un laboratorio con garzoni e maestranze che produce oggetti in serie con una diversificazione di prodotti fino ad allora inimmaginabile. II vasellame in monocottura, che alla fine del XIII secolo aveva ormai raggiunto una qualita soddisfacente, viene in buona parte soppiantato dalle invetriate in doppia cottura, che forniscono un'ottima standardizzazione del manufatto. L'introduzione di colori a base di manganese, ramina e ferraccia favorisee l'elaborazione di decori che si distaccano nettamente dalla rigidita geometrica e formale dei motivi di solo cinquant'anni prima. In breve tempo si ridefinisce il quadro ceramologico cittadino e allo stesso tempo si modifica l'apparato domestico presente nella cucina e sulla tavola. II vasellame strettamente legato a criteri di funzionalita e praticita si arricchisce in qualita e quantita raggiungendo ampi strati della popolazione. Se quindi gia per la trasformazione del XIII secolo era possibile pensare all'introduzione di nuove tecniche da parte di maestranze allogene, vieppili per il XIV secolo, dove l'impianto produttivo si rivoluziona, la migrazione di vasai con il loro bagaglio di conoscenze esercita quella palingenesi tecnologica che da il via allo sviluppo di produzioni tipiche del Piemonte meridionale. 11 fenomeno appena delineato esige valutazioni su pili ampia scala ed una sua scansione cronologica e geografica, all'interno della regione inizia qui a tracciare i margini di una lettura ancora molto sfocata. VI- VII SECOLO L'analisi del materiale ceramico attribuito a questo periodo si basa sui contesti di via Vernazza: strato 478, relativo alla costruzione di capanne lignee dopo il crollo-abbandono delle strutture romane; strato 420, in connessione con le capanne e datato al tardo VII secolo sulla base del materiale metallico; di via Cerrato: strato 173, successivo alla distruzione delle strutture di V secolo e di via Gioberti: strati 627, 628 e 629, relativi alla fase insediativa altomedievale. La totalita dei frammenti e costituita esclusivamente da ceramica acroma grezza caratterizzata da impasti di colore prevalentemente grigio, duri, a volte vacuolati, con abbondanti inclusi micrometrici e millimetrici, cotti in atmosfera riducente. Pochi frammenti hanno un impasto con le medesime caratteristiche, rna di colore marrone-arancio. Le decorazioni sono piuttosto rare e costituite da solcature a onda 0, in un caso, da leggere rna fitte striature disposte sulla spalla e su parte del collo. La superficie ha quasi sempre un aspetto irregolare, ruvido con effetto a buccia d'arancia, pur non mancando esempi di lisciatura. Tracce di Fuoco sono presenti su buona parte dei frammenti, senza distinzione di forma. La presenza di altre classi riguarda frammenti di ceramica romana residua e alcuni vasi a listello rivestiti di vetrina pesante, riconducibili ad una fase pill antica (IV-V secolo)'. E presente un solo frammento di sigillata grigia decorata a stampiglia" (fig. 224, n. 13) mentre mancano del tutto esempi di sigillata africana d'importazione, a conferma di una presenza ridotta gia nei contesti pill antichi", e sigillata d'imitazione. La forma con maggiori attestazioni e l'olla (81%), sono presenti anche ciotole (8,5%), coperchi (0,5%), contenitori con listello orizzontale (6%), mentre il restante 4% del materiale e costituito da ceramica romana 0 tardo-rornana residua. Per quanto riguarda l'olla, non e stato possibile ricostruire integralmente la forma del contenitore, anche se l'esame dei frammenti consente di recuperame le caratteristiche principali: corpo ovoide e spalla poco pronunciata; sono presenti - anche se in numero ridotto - esempi di corpo globulare schiacciato (fig. 224), fondo piano e orlo estroflesso con alcune varianti morfologiche: a. orlo semplice tagliato obliquamente 0 leggermente arrotondato (nn. 1-3); b. orlo semplice affusolato al bordo (n. 4); c. orlo semplice arrotondato e ingrossato all'estrernita (n. 5), E stato possibile misurare esc1usivamente i diametri degli orli, che vanno da 11 a 26 em, consentendo comunque di immaginare una vasta gamma dimensionale per questo tipo di contenitore. La presenza di manici e stata verificata solo per quelli di dimensioni maggiori, caratterizzati da anse a nastro impostate al di sotto dell'orlo'' (n, 6). II tipo a, la variante pill rappresentata, trova confronti a Belmonte (TO) con fasi di occupazione tra il Veil VII secolo", al Castelvecchio di Peveragno (CN) nelle fasi di V-VI secolo", nella grotta della Ciota Ciara (VC) in contesti di tardo V-VI secolo". Sono possibili confronti anche con materiale di Ventimiglia datato al VII-VIII secolo", con quello dei contesti altomedievali di Brescia (via A. Mario)", di Monte Barro (CO)lO e di Milano, con materiali recuperati durante i lavori della metropolitana11. La variante b e confrontabile con alcuni frammenti

10 LACERAMICA 235 Fig Ceramica acroma (VI-VII secolo), \ I A ~. ~ 11, P=-==-==j 10'~- -1 J 12 \ 7

11 236 MARIO CAVALETfO - MAURO CORTELAZZO dal Castelvecchio di Peveragno" e da livelli altomedievali scavati ad Asti in via dei Varroni'", II tipo c e affine a materiale proveniente dalla grotta della Ciota Ciara'", da stratificazione del VI-VII secolo nell'lsola di S. Giulio d'orta (NOYs e da Monte Barre". Le ciotole hanno forma emisferica con pareti lisce e bordi piatti a tesa leggermente ingrossati. Un caso presenta un orlo sagomato e assottigliato all'estrernita. II diametro dei bordi, nei pochi casi in cui e stato possibile effettuare la misurazione, corrisponde sempre a 20 em (fig. 224, nn ). Tracce di Fuoco sia all'intemo che all'estemo consentono di immaginare un loro utilizzo anche come coperchi 0 fometti copri brace. La forma si confronta con materiali del Castelvecchio di Peveragno'", di Belmonte" e da contesti altomedievali dell'emilia Rornagna'", E stato possibile riconoscere alcuni frammenti relativi ad un coperchio di forma tronco conica schiacciata con orlo semplice arrotondato e leggermente ingrossato. II diametro dell'orlo corrisponde a 19 em (n, 7). Forme simili sono state recuperate a Peveragno", nella grotta della Ciota Clara", in livelli altomedievali ad Asti - via dei Varroni", a Torino - Palazzo Madama" ed infine in contesti di VII-VIII secolo a Ventimiglia". Sono stati inoltre individuati i frammenti pertinenti a due contenitori di forma emisferica, caratterizzati da un listello orizzontale posto all'estemo in prossimita del punto di massima espansione del corpo. La forma di dimensioni maggiori presenta tracce di leggera lisciatura sulla superficie estema e in forma piu irregolare, con segni a volte trasversali alle tracce del tornio, sulla parete intema. I diametri misurati nel punto di maggiore ampiezza corrispondono a 26 e 35 em. (nn.8-9). La forma e assimilabile a contenitori simili recuperati a Belmonte", a Peveragno" e nella grotta della Ciota Clara". In questi ultimi due siti, tuttavia, i frammenti sono caratterizzati da un impasto piu fine. Contenitori a listello sono segnalati anche in Emilia Romagna, in contesti del VII secolo": datazioni al VI-VII secolo vengono proposte per contenitori simili, recuperati durante i lavori per la metropolitana di Milano'? e negli scavi di Castelseprio-". II contesto ceramico esaminato e troppo limitato per trarre considerazioni di valore generale. Gli scavi effettuati nel centro urbano di Alba hanno sicuramente restituito altri materiali assegnabili a questa ambito cronologico, rna la necessita di operare su contesti cronologicamente definiti e certi ha ridotto considerevolmente la scelta dei frammenti ceramici. Paiono possibili alcune osservazioni: la ceramica acroma ad impasto grezzo risulta la classe preponderante, impasti piu fini sono riconducibili a produzioni ceramiche residue, piu antiche; la presenza di ceramica invetriata e affidata ad alcuni frammenti di vasa a listello con vetrina pesante riconducibili a fasi di IV-V secolo. II catino in sigillata grigia di produzione marsigliese attesta l'esistenza di rapporti commerciali con l'area transalpina legati, soprattutto, all'importazione di ceramica fine altrimenti non reperibile nella produzione locale. Non sono stati recuperati reperti con tracce di vetrina sparsa, come invece risulta attestato per questo periodo in altri centri piemontesi". Per quanta riguarda il repertorio formale e accertata le predominanza di due forme, l'olla e il coperchio, e risulta del tutto assente il vasellame da mensa, probabilmente sostituito con forme analoghe in legno 0 vetro; non e stato recuperato alcun frammento ascrivibile a produzioni longobarde, tuttavia la presenza di reperti con superficie lucidata e forme come i contenitori a listel 10 orizzontale sembra attestare un'influenza resa piu concreta e percepibile dalla presenza di una fibbia longobarda di tipo Aldene>, in associazione con questi materiali. /LX SECOLO E stato individuato solo un piccolo gruppo di materiali da contesti sicuramente assegnabili al X secolo: in particolare dal cantiere di via Cerrato, 10 strato 174 costituito dal deposito che ha colmato la fossa relativa alla capanna interrata di IX secolo ha restituito una moneta di X secolo'"; dal cantiere di piazza Risorgimento, gli strati 1087 e 1098 relativi alle prime sistemazioni pavimentali del settore di scavo corrispondente all'attuale piazza. Stratigraficamente i livelli sono collocabili dopo Ie attivita che hanno obliterato l'area cimiteriale di VII-VIII secolo rna prima della costruzione della torre 602. La classe ceramica preponderante e costituita da acroma poco depurata con impasti duri e micacei ricchi di inclusi prevalentemente micrometrici. II colore degli impasti va dal grigio-marrone all'arancio con sfumature intermedie, a testimonianza di cotture ossidanti non perfettamente controllate. La superficie appare ruvida, rna con caratteristiche meno grossolane della ceramica del VI-VII secolo ed in alcuni casi presenta tracce di lisciatura. Un frammento di olla e rivestito all'intemo dell'orlo con una vetrina di colore marrone, parzialmente assorbita (fig. 225, n. 1). La presenza di un rivestimento vetroso risulta eccezionale in questa fase cronologica e solo analisi minero-petrografiche consentirebbero di verificame la possibile produzione locale, anticipando al X secolo una tecnica che si ritie

12 LA CERAMICA 237 Fig Ceramica acroma e invetriata (X secolo). ne diffusa in Piemonte solo nel XIII secolo, 0 la sua derivazione da aree diverse>', L'olla e la forma pill rappresentata, anche se non mancano frammenti attribuibili a catini-coperchi di forma tronco-conica che, a causa delle ridotte dimensioni, non sono stati rappresentati graficamente. L'olla ha corpo ovoide con orlo semplice estroflesso a sezione rettangolare 0 lievemente ingrossato rna sempre arrotondato all'estrernita (nn. 2-4). Alcuni frammenti di fondo risultano leggermente convessi. Le dimensioni dei diametri variano tra 12 e 16 em. I confronti rimandano a forme individuate in contesti del X-XI secolo a Pecetto'" e a Trino S. Michele, con datazioni tra il X e il XIII secolo>, L'olla invetriata (n. 1) ha un orlo verticale sagomato e ingrossato all'estremita, che risulta appiattita; il diametro, pari a 18 em, la identifica come il contenitore di dimensioni maggiori nel contesto esaminato. II profilo dell'orlo non e confrontabile con produzioni regionali 0 del Nord Italia, rna e possibile verificare affinita con alcune forme di provenienza francese, datate tra il IX e il X secolo'". L'assenza di elementi morfologici caratteristici rende poco riconoscibili questi contesti tra i materiali di scavo. La prescnza di impasti solo parzialmente depurati associati a forme che anticipano quelle delle produzioni successive, caratterizzano una fase di transizione verso tecniche piu progredite e forme che troveranno un maggiore sviluppo nell'xl-xii secolo. La stessa presenza di materiale proveniente da aree produttive diverse, caratterizzate da realta tecnologiche pill avanzate, conferma il carattere evolutivo di queste produzioni ~ F! 4 2 ~ I (, 3 ~ I I P P L'Xl-XII SECOLO 11 materiale scelto per definire il corredo ceramico di questo periodo proviene dall'unita stratigrafica 320 del cantiere di via Vemazza, corrispondente al piano di fondazione dell'cdificio "C", che ha restituito un denaro di Enrico III )38, dagli strati 371 e 399, coevi 0 immediatamente successivi a 320; dal livello 151 di via Cerrato, relativo alia prima fase d'uso dell'ambiente individuato, nel quale e stato recuperato un denaro di Asti )39; la posizione stratigrafica e la cronologia degli strati assegnati aile fasi successive consentono di fissame la formazione al XII secolo; dallo strato 950 di piazza Risorgimento che ha restituito un denaro di Enrico III )40; dai livelli 951 e 954 dello stesso cantiere, nei quali si e recuperato un denaro di Rouen (meta XI sec. ca.)" e, infine, sempre da piazza Risorgimento, dagli strati 70 26, 7033, 7041 e 7043, rclativi alia stessa fase d'uso di un edificio, datati sulla base del ritrovamento di un denaro di Enrico III )42 in L'esame del materiale consente di verificare una preponderante presenza di ceramica acroma. Gli impasti sono depurati, prevalentemente micacei, e solo raramente utilizzano argilla grezza con inclusi micrometrici; solo un frammento, relativo ad una brocca (cfr. infra nel testo), ha un impasto con inclusi di dimensioni pili grossolane. La cottura risulta quasi sernpre ossidante, mentre le tracce di fuoco sono state rilevate su un cospicuo numero di frammenti, pertinenti sia a forme chiuse che a forme aperte. L'aspetto regolare delle superfici esteme deriva, prevalentcmente, dall'uso del tornio veloce per la realizzazione dei vasi; sono presenti casi di lisciatura, mentre in alcuni frammenti la superficie e ruvida e porosa. Quest'uItimo casu e sempre associato ai pochi frammenti cotti in atmosfera riducente. Le decorazioni risuitano rarissime e sono affidate ad alcune incisioni a onde e a rotellature orizzontali sulla spalla e sulle pareti dei contenitori (fig. 226 n. 34 e fig. 227 n. 13). La decorazione a rotella risulta simile - anche se meno fitta e distribuita su linee pill distanziate - a quella che caratterizza in maniera pill consistente la ceramica dei secoli XlII e XIV, e si ritiene quindi possibile stabilire almeno fin dal XlI secolo la diffusione di questa tecnica decorativa. Occorre infine rilevare la presenza, sia pure sporadica (5 frammenti su un totale di 1254), di vetrina pesante di colore verdastro con superficie a buccia d'arancia, utilizzata per rivestire estemamente aicune olle (per le quali non e possibile individuare l'appartenenza ad una particolare variante morfologica), e distribuita a gocce sul colla di una brocca. La presenza di ceramica invetriata in un contesto dell'xl-xli se

13 238 MARIO CAYALETIO - MAURO CORTELAZZO colo, nonostante ritrovamenti analoghi gia nel X seco 10 43, rimane un episodio anomalo rispetto al panorama delle produzioni regionali. I frammenti in questione potrebbero costituire la testimonianza dei primi tentativi di proporre localmente una tecnica importata da altre aree produttive gia nel secolo precedente'". II repertorio formale, apparentemente piuttosto articolato, e in realta caratterizzato dalla presenza preponderante di due forme: le olle (60%) e i catinicoperchio (37,5%); sono rappresentate in percentuali infinitamente pili basse anche altre forme: i boccali (2%) e le brocche (0,5%). L'oIla, sulla base dei numerosi frammenti disponibili che, tuttavia, non consentono una ricostruzione integrale della forma, ha un corpo ovoide tendente al globulare, fondo leggermente convesso 0, pili raramente, piano; in alcuni casi e dotata di un'ansa a nastro confluente al bordo 0 con attacco nel punto di innesto collo-spalla e ricaduta sulla linea di massima espansione del corpo. La caratteristica pili evidente e costituita dalla presenza, in una buona percentuale di contenitori, di un colla pili 0 meno alto, rna sempre ben distinguibile rispetto alla spalla poco accentuata. Questo aspetto sembra costituire una peculiarita delle olle albesi di questo periodo: e possibile riscontrare in esse elementi di continuita con le produzioni pili antiche e aspetti innovativi come il fondo convesso e l'articolazione dell'orlo che, pur nell'impossibilita di individuare particolari aspetti funzionali, sembra costituire un principio di specializzazione delle forme". La sagoma dell'orlo costituisce, infatti, insieme alle dimensioni, l'unica variante individuata. Sono state classificate cinque tipologie di orlo: a - orlo semplice arrotondato, fortemente estroflesso, raramente caratterizzato da un leggero incavo sul lato intemo. Le dimensioni dei diametri rilevati variano da 8 a 12 em (fig. 226, nn. 1-9). Questo tipo di orlo e confrontabile con esempi da Trino-S. Michele (VC) dove risultano attestati in fasi dal X al XIII secolov: a Pecetto (TO) un frammento simile e datato al X-XI secolo": a Charavines, nella regione francese Rhones-Alpes, il contesto di XI secolo e contraddistinto da orli con le stesse caratteristiche morfologiche"; risultano infine datati all'xi-xii secolo alcuni frammenti provenienti da scavi nelle aree urbane di Lyon e Vienne". b - orlo ispessito a sezione rettangolare 0 affusolato al bordo, sagomato a formare una breve tesa molto inclinata 0 quasi orizzontale nella quale e riscontrabile, nella maggior parte dei casi, un lieve incavo per l'appoggio di un coperchio. Le dimensioni dei diametri rilevati variano da 11,5 a 15 em (nn, 10-18). II tipo di orlo e ampiamente confrontabile con materiali di Trino-S. Michele (VC), databili tra l'xi e il XIII secolo, anche se in questo caso le forme hanno un corpo pili globulare e risultano prive di collo'"; forme analoghe sono riscontrabili gia in fasi di X se colo in alcuni siti dell'ile-de-france'" e a Charavines in contesti di XI secolo'". c - costitisce una variante del tipo "b" ed e caratterizza ta da un minore spessore dell'orlo. Le dimensioni dei diametri rilevati variano da 8 a 13,5 em (nn ). Per questo tipo di orlo sono possibili confronti con il materiale proveniente dai depositi di XI-XII secolo del sito di Cherasco-Manzano (CN)53 e con un frammento datato alla fine del XII secolo proveniente da Pecetto (TO)54. La forma e assimilabile anche a materiale proveniente dagli scavi gia citati di Charavines e Lyon, con datazioni analoghe, e a forme provenienti dallo scavo di una fomace di XII secolo a Strasbourg in Alsazia". d - orlo a sezione rettangolare dotato di un profondo incavo per l'appoggio di un coperchio. 11 diametro dell'unico frammento attribuito a questo tipo corrisponde a 10 em (n. 30). Sono possibili confronti puntuali con materiale di XI secolo da Charavines'". e - orlo estroflesso molto ispessito rispetto alla parete con bordo affusolato e arrotondato. Le dimensioni dei diametri rilevati variano da 12 a 13,5 em (nn ). 11 tipo e affine ad alcune forme trovate a Trino - S. Michele (VC) e a Cherasco-Manzano (CN) in contesti di XI-XII secolo. I boccali hanno orlo semplice, breve e arrotondato, fortemente estroflesso e trilobato a formare un beccuccio versatoio. I diametri degli orli, variabili tra 7 e 10 em, sono piuttosto piccoli rispetto allo sviluppo del corpo che, anche in assenza di ricostruzioni integrali della forma, risulta globulare e piuttosto schiacciato anche a causa della totale assenza del col 10. Sono probabilmente dotati di ansa a nastro e ad essi si ritiene di poter attribuire la maggior parte dei frammenti di fondo piano recuperati nel contesto. In un caso l'attacco orlo-spalla e sottolineato da una solcatura orizzontale. A differenza delle olle, per le quali e riscontrabile una discreta serie di varianti morfologiche, per i boccali e stato possibile riconoscere un solo tipo (fig. 226, nn.34-37). L'assenza di confronti puntuali per questa forma sembrerebbe indicare una possibile peculiarita della produzione ceramica albese del periodo, per la quale si potrebbe ipotizzare una derivazione da alcune forme tipicamente francesi. II ritrovamento ad Asti di un frammento di pegau con becco a ponte? testimonia la circolazione di forme di provenienza transalpina, che potrebbero aver influenzato, sia pure solo a livel 10 di modelli funzionali - in questo caso un contenitore adatto alla mescita delle bevande - le produzioni locali del periodo.

14 LA CERAMICA 239 Fig Ceramica acroma (XI-XII secolo)., ) 11 ( 1 I ( 4 1 / 7 1 ~l ( ) 2 (- 3 I " I T 5 I =r 8 I <9, I 1 ( 10 ~l? ~ =r (' ) 1,-= ( 11 I~?14 17 ~ i,, --J=-----{ )12 ) " f r' 19 ~ ==r ~ 23, i 1 ( 15 18, T ( 1--=1, ~ r? 24 ~ \====:::1,1. f \ 28 1 \ ) ) l I ( 26 I ( 1-~29? 30 ~ 34, C? 36, I -- - ( 31, /, ' / \ \ I ~ ] -: 1===r ( 37 I '--l~( 33_~ 35 38

15 240 MARIO CAYALETIO - MAURO CORTELAZZO I pochissimi frammenti pertinenti a contenitori per it trasporto 0 la mescita di liquidi permettono di individuare una sola brocca, caratterizzata da un orlo estroflesso, breve collo, il cui diametro - pari a 6 cm e l'unica dimensione rilevabile, e ansa a nastro complanare all'orlo. A differenza delle altre forme esaminate risulta di fattura pill grossolana, anche a causa dell'impasto poco depurato e rieco di inclusi eterometrici. II dato consente di ipotizzare un suo utilizzo soprattutto per il trasporto e la conservazione dei liquidi, piuttosto che per il servizio da mensa. Nell'attacco orlo-ansa e sui colla sono presenti gocciolature di vetrina di colore verde (n, 38). La forma e confrontabile con un contenitore simile proveniente dai livelli di XIII secolo del castello di Montaldo di Mondovi (CN)58. Per quanto riguarda i catini-coperchio, sono attestate due varianti morfologiche alle quali non e possibile attribuire particolari tipi di orlo nonostante I'ampia varieta di sagome a disposizione. Un gruppo di catini, con diametri variabili tra 25 e 40 em, e caratterizzato da pareti poco inclinate 0 quasi verticali (fig. 227, nn. 1-4). In un frammento sono individuabili Ie tracce di probabili anse verticali ad a nello (n. 1). Un secondo gruppo, pill consistente, e definibile sulla base di forme tronco coniche pill schiacciate, con pareti segnate in prossimita dell'orlo da solcature pill 0 meno profonde (nn. 5-13). In un caso e presente una decorazione a rotella appena sopra l'orlo (n. 13). Non sono stati recuperati frammenti direttamente collegabili a prese 0 manici mentre i fondi attribuiti a questa forma risultano indifferentemente piani 0 leggermente convessi. I diametri determinabili variano tra 26 e 46 cm. A differenza di altri siti non e possibile stabilire u na sequenza cronologiea nella sviluppo delle due forme individuate, essendo entrambe contemporaneamente presenti in tutti gli strati esaminati'". Per i catini-coperchio con pareti poco inclinate e anse vertieali ad anello e possibile il confronto con materiali provenienti da contesti di X secolo scavati a Piadena (Cremonaj'" mentre per Ie forme tronco-coniehe esistono affinita con i ritrovamenti di Cherasco-Manzano (CN) in strati di XIII secolo e con alcuni catini provenienti da Brescia (via A. Mario), datati tra I'XI e il XIII secolo?'. II materiale ceramico assegnabile alia fase di XI-XII secolo delinea un repertorio formale piuttosto povero dove predominano due forme, l'olla e il catinocoperchio, che insieme costituiscono il 97,5% del materiale esaminato. Anche tenendo conto del fatto che molti contenitori, soprattutto quelli da mensa, potevano essere realizzati in pietra ollare, con materiaii deperibili come il legno 0 riutilizzabili mediante fusione come il metallo e it vetro, appare evidente come la dotazione di recipienti per la conservazione, la cottura e it consumo degli alimenti risulti poco articolato. La caratteristica pill evidente delle forme individuate e pertanto la polifunzionalita. Ne costituisce un esempio evidente la vasta gamma dei catini-coperchio che, pur presentando dimensioni e forme diverse, risultano utilizzati indistintamente sia come contenitori che come fornetti copri brace. Occorre tuttavia rilevare come non manchino i segnali, individuabili nella presenza - sia pure limitata di forme diverse, quali boccali e brocche, 0 elementi morfologici come ad esempio il fondo convesso, relativi a tentativi di diversificazione delle forme in base ad un loro specifieo utilizzo. Se il proseguimento delle indagini e il confronto con i materiali di altri siti confermera la presenza, almeno per quanta riguarda i boccali, di una produzione esclusivamente locale, possiamo individuare in questo fattore una particolare vitalita delle botteghe artigiane albesi e assegnare gia alia fase di XI-XII secolo i primi tentativi di artieolare e specializzare it corredo ceramieo. Tuttavia, per quanto riguarda Ie suppellettili fittili, mancano ancora del tutto i contenitori individuali. Anche I'assenza di decorazioni, costituite esclusivamente da semplici solcature e dai primi tentativi di rotellatura, conferma I'assenza di un servizio ceramieo da mensa e allo stesso tempo individua una produzione che, almeno apparentemente, non prevede la possibilita di diversificare i prodotti, in termini qualitativi ed estetici, a seconda delle classi sociali che possono acquistarli. Per quanto riguarda Ie tecniche di produzione pare evidente che la preponderante presenza di impasti depurati testimonia un buon livello tecnologico, anche se Ie molte varianti che contraddistinguono Ie sagome degli orli, sia delle forme chiuse, sia di quelle aperte, possono essere considerate I'indizio di una produzione esclusivamente affidata all'estro dell'artigiano non ancora concepita, e tantomeno organizzata, come produzione in serie. Sicuramente suggestiva e I'ipotesi di influenze dall'area transalpina sia a livello di importazione, non solo di singoli pezzi rna anche di modelli da cui trarre spunto per nuove forme, sia per quanto riguarda la diffusione di nuove tecnologie come la presenza di oggetti invetriati lascerebbe supporre. IL XlII SECOLO I prodotti ceramici riconducibili a questa secolo'< si arricchiscono di una nuova classe tecnologicamente molto diversa dai prodotti fino ad allora conosciuti. La presenza di una vetrina densa che ricopre gli oggetti costituisce una novita produttiva di notevole

16 LA CERAMICA 241 Fig Catini - coperchio (XI-XII secolo). ==~~=~\ 2 \ \ \ \ ~) 4 ~5 \6 '\7 ~10 \ J12 \, -----') 13

17 242 MARIO CAYALETTa - MAURO CORTELAZZO Fig alia acroma rotellata con colature eli vetrina. portata. L'associazione acroma, vetrina densa, pietra ollare costituisce una persistente casistica nei livelli di tutta la citra, siano essi in aree marginali 0 in aree centrali. Non a caso questa elemento innovativo e la considerevole articolazione delle forme nella ceramica acroma, coincidono con 10 sviluppo economico e urbanistico della citta, Il corollario di manufatti che le botteghe diffondono sul mercato diviene molto pill articolato, in quanto vengono prodotti in ceramica anche oggetti che fino a quel momento non esistevano 0 erano realizzati con altri materiali (salvadanai, tripodi). L'oggetto che tuttavia ancora manca nel corredo ceramico della produzione albese del XIII e la forma aperta ed in particolare l'oggetto d'uso individuale. La scodella 0 la ciotola costituiscono ancora a questa data un prodotto prevalentemente ligneo, in cui il rapporto qualita-prezzo risulta favorevole a questi rispetto ai probabili costi di oggetti in ceramica'". Una quantificazione di quanto vas ellame ligneo circolasse sui mercati cittadini non e possibile stabilirlo. Documenti d'archivio e indagini archeologiche in particolari situazioni di deposizione stratigrafica, consentono di indicare quantita senza dubbio considerevoliv'. L'acroma Questa classe ceramica, pur subendo il progressivo diffondersi delle prime coperture vetrificate, continua ad avere per tutto il secolo una presenza preponderante. Essa viene utilizzata per quasi tutte le forme chiuse e per i fornetti copribrace. Non mancano tuttavia brocche 0 coperchi e qualche altra forma pill rara 228 a completare il quadro morfologico. L'elemento discriminante e l'essenziale funzionalita degli oggetti in relazione alla cottura 0 alla conservazione dei cibi. Solo le decorazioni a crudo sulle superfici esterne costituiscono il tentativo di modificarne la monotonia e stetica, costituendo una innovazione di non scarsa rilevanza. La derivazione di morfologie e motivi decorativi da modelli gia presenti nei secoli precedenti e molto evidente. Il corredo raggiunge in questo secolo il suo completo sviluppo; esso costituisce il vasellame per eccellenza utilizzato da ampistrati della popolazione. I prodotti sono ormai realizzati con impasti pill depurati e quasi sempre in fomi con buona circolazione d'aria, ottenendo quindi risultati con cotture ossidanti. Lo spessore delle pareti, proprio per l'abilita raggiunta dai vasai (non e da escludere una certa parsimonia nella quantita di argilla necessaria per produrre l'oggetto), tende ad assottigliarsi. La produzione sembra avviarsi, pur se lentamente, verso un'organizzazione pill consona alla domanda del prodotto. La bottega gestita precedentemente dal solo artigiano od a conduzione familiare vede la necessita di accrescere l'organico con la presenza di garzoni'". I livelli riconducibili a questo secolo presentano una considerevole quantita di frammenti in ceramica acroma evidenziando, rispetto ai secoli precedenti, un aumento rilevante nella diffusione e nell'utilizzo. Forse un nuovo potere d'acquisto, forse la professionalita raggiunta dai vasai, forse 10 sviluppo di mercati e contatti commerciali fanno si che questo prodotto si diffonda 0 vunque. L'olla continua ad essere come nei secoli precedenti l'oggetto ceramico maggiormente usato, anche se la percentuale dei fornetti viene aumentando. L'assenza di forme complete per i periodi precedenti non consente di valutare una possibile modificazione del corpo e delle sue dimensioni: la varieta delle misure degli orli nel XIII secolo induce a ipotizzare una maggiore diversificazione. L'evoluzione degli orli, che da semplici ed estroflessi tendono sempre pill a verticalizzarsi ed a presentare un leggero incavo per l'appoggio del coperchio, testimonia l'orientamento della produzione verso una forma che diverra quasi standardizzata nel corso del XIV secolo. La presenza dell'ansa e purtroppo raramente accertabile e di conseguenza il rischio e che si identifichino come appartenenti ad olle, orli che in realta sarebbero pertinenti a "pegaus". In realta e probabile che le due forme fossero tra loro complementari e che svolgessero la stessa funzione; la presenza dell'ansa costituirebbe semplicemente l'aggiunta di un elemento pill funzionale. Non a caso nel XIV secolo l'ansa a nastro, se non la presenza di due anse, diverra un elemento imprescindibile, mentre l'olla nel suo modello arcaico cessera di esistere. Le basi si presentano nella maggior parte

18 LA CERAMICA 243 Fig Ceramica acroma: olle (XIII secolo), , I ( ) T \7 5 )--1=\. ) M.C1n~ea ftl"l" nl'l.. "eft,,~n 11 ~- =~( )-1~ '\\ 8 2,,)!:...l 9,) I ~ 13} I,..",,( 10.) I ~ ) 14 /==-r ~ ""e-... "'"core" r I'cl"r r "Ill"''' "r"..,. ~. r:o II eo '"' pc II: e... ~... I> ~.. II D"t L_ I

19 244 MARIO CAVALETIO - MAURO CORTELAZZO Fig Ceramica acroma: brocche (XIII secolo),. I A :::.~":: ~=.:.. L b I ~ 3... " ~". 230 dei casi leggermente convesse, distinguendosi nettamente da quelle delle brocche perfettamente piane. Tuttavia non sembra esistere una relazione tra basi convesse e contatto con le braci, supponendo la convessita come prerogativa per meglio sistemare l'olla direttamente su queste ultime 0 su di un treppiede'", in quanta molte forme non presentano contatti con il fuoco. Molte delle olle considerate come appartenenti alla classe della ceramica acroma evidenziano nei pressi dell'orlo 0 sulla superficie esterna, pill frequentemente sulla spalla, gocce 0 colature di vetrina densa (figg, , n. 17). Non per questo sono state attribuite a quella classe. 11 motivo, specificato in dettaglio pill avanti, e legato alla convinzione, che si tratti di colature casuali da ricondurre unicamente alla posizione del pezza all'interno dell'infornata, nella parte pill alta, e quindi molto vicino alla zona dove erano sistemati gli oggetti ricoperti di vetrina. In fase di cottura la fusione della vetrina provocava gocciolature, che cadendo andavano ad interessare gli oggetti sottostanti'". Gli elementi decorativi che rivestono in molti casi le olle sulla su perficie esterna sono suddivisibili in due categorie: la decorazione ad onde e la rotellatura utilizzate sia singolarmente che in associazione. La decorazione ad onde, ampiamente documentata e diffusa'", compare tra i materiali albesi su un numero di oggetti molto limitato, almena per quanta riguarda Ia ceramica acroma. Nel caso dove questa risulta pill facilmente leggibile essa e realizzata su pill fasce sovrapposte, delimitate da linee orizzantali, dal collo fino alla massima espansione del corpo (fig. 229, n. 18). Tale motivo trova attestazioni sulle brocche ricoperte da vetrina densa (nn ) realizzato in modo analogo. La diffusione del decoro a rotella'" trova attestazioni ad Alba gia nel secolo XII, pur con una distribuzione sul corpo dell'oggetto meno fitta?". Un dato che conferma l'attestazione albese e il rinvenimento di un frammento di coperchio nei livelli di riempimento per la realizzazione del mosaico nella cattedrale di Santa Maria ad Asti, nel quadro di un complesso intervento dovuto al vescovo Guglielmo ( )71. Tuttavia, nonostante questi esempi molto precoci e collocabili nell'ultimo quarto del XII secolo, la decorazione con rotella dentata e una delle caratteristiche pill evidenti della ceramica acroma del XIII secolo. 11 motivo come vedremo, proprio perche tipico di questo periodo, trova applicazione su uno svariato numero di forme, dalle brocche, ai coperchi, ai fornetti per arrivare ad interessare anche i salvadanai. 11 gruppo delle brocche rinvenuto nei contesti albesi e riconducibile ad una sola morfologia, pur con varianti dimensionali. Si tratta di forme con base piana, corpo globulare leggermente schiacciato, stretto colla cilindrico, orlo appena ingrossato e rilevato verso l'esterno con piccolo beccuccio versatoio, ricavato piegando la parte terminale dell'orlo verso l'esterno e ansa a nastro, con attaccature orlo/massima espansione del corpo (fig. 230, nn. 1-3), La forma ha qualche precedente in contesti albesi assegnabili al XII secolo e in alcuni frammenti di XIII secolo di Montaldo di Mondovi". Caratteristica di questa morfologia e la presenza costante della decorazione sulla spalla, sia essa realizzata con rotellature 0 con linee parallele. Due so no le morfologie attestate per i coperchi: in entrambi i casi si tratta di oggetti riconducibili a forme di piccolo diametro. Nel primo caso abbiamo una forma conica con piccola presa a bottone circolare sulla punta e labbro 0 tesa d'incastro nell'orlo quasi verticale, nel secondo la presa e ricavata nella forma conica della terminazione mentre l'orlo e ripiegato su se stesso verso l'interno (l'oggetto e tuttavia molto irregolare). 11 primo esemplare (fig. 230, n. 5) sembra essere di tradizione molto antica. Reperti molto simili compaiono a partire dall'epoca tardoromana.", per arrivare con minime varianti morfologiche, fino al XIV secolo". Le ridotte dimensioni legano l'oggetto a forme con diametri all'orlo molto contenuti, quali ad esempio Ie brocche; non e da escludere quindi una

20 LA CERAMICA 245 Fig Ceramica acroma: fornetti (XIII secolo), t:t.ft.-t:.o:;o-c(llre-~n1'n.-r'o"tl~ -----~ 5 a ~-~j 6 / I o o o T I 1

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