Contribuenti.it ORO. Il bene - rifugio per eccellenza, tra boom dei compro-oro e rischi d illegalità GIUGNO 2012 ANNO IX NUMERO 6 MAGAZINE

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1 Contribuenti.it GIUGNO 2012 ANNO IX NUMERO 6 MAGAZINE ISSN VENDESI ORO DISPERATAMENTE Il bene - rifugio per eccellenza, tra boom dei compro-oro e rischi d illegalità LE NOSTRE INTERVISTE RENATO MANNHEIMER MARIO GIORDANO SPECIALE IL BOOM DEI COMPRO-ORO UN MERCATO IN ASCESA RISPARMIO BOT, BTP, CCT, CTZ, ORO. COME ORIENTARSI?

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4 LE NOSTRE INTERVISTE RENATO MANNHEIMER MARIO GIORDANO SPECIALE IL BOOM DEI COMPRO-ORO UN MERCATO IN ASCESA RISPARMIO BOT, BTP, CCT, CTZ, ORO. COME ORIENTARSI? Sommario Contribuenti.it Giugno Anno -IX - Numero 6 EDITORE Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Carlomagno Dottore Commercialista e Giornalista Pubblicista VICE DIRETTORE Serafina Pane Dottore Commercialista e Giornalista Pubblicista IN REDAZIONE Daniela Castellano, Maria Rojas 05 Editoriale di Vittorio Carlomagno CRISI E DEBITI. SEMPRE PIU ITALIANI NELLA MORSA DELL USURA 06 L Opinione di Daniela Castellano TENDIAMO ANCORA AD ESSERE INDIVIDUALISTI E FURBI 08 Primo Piano di Daniela Castellano UN ALTRA ECONOMIA POSSIBILE 12 Dal Mondo di Valentina Tortelli PROSTITUZIONE. NEL MONDO È UN ATTIVITÀ SOGGETTA A TASSAZIONE 13 Dall Italia di Maria Rojas CRESCE L EVASIONE DELLE PROSTITUTE: +23,6% 14 Economia di Giuseppe De Stefano L UOMO PIÙ FURBO DEL MONDO 15 Speciale di Maria A. Rojas Boschetti RIFUGIATI NELL ORO 17 Speciale di Alessandra Pannella IL FENOMENO DEI COMPRO-ORO 15 RIFUGIATI NELL ORO 21 Good News di Maria Rojas INVESTE SULL ENERGIA E RIPORTA A CASA IL SUO IMPERO INDUSTRIALE 22 Fisco di Daniela Castellano SPUDORATI, FURBETTI E SPRECONI E IL PAESE AFFONDA 24 Curiosando di Valentina Acri IN SICILIA LE NOTIFICHE SI CONSEGNANO A MANO 26 Sportello Consumatori di Amabile Amato RISPARMIARE: MEGLIO IL SALVADANAIO O L ACQUISTO DI UN TITOLO? 28 Sportello Lavoro di Daniela Castellano RIFORMA DEL LAVORO. L USCITA DALLA CRISI PASSA ANCHE DA QUI 30 Scadenze di Antonio Scherillo APPUNTAMENTO CON IL FISCO COMITATO SCIENTIFICO Enrico Carlomagno - Dottore Commercialista e Pubblicista, Salvatore Coppola - Dottore Commercialista, Raffaele D Alessio - Avvocato, Luigi Del Prete - Antonella Di Benedetto- Sociologa d impresa e Pubblicista, Avvocato, Maria Rosaria Imperatore - Avvocato, Gaetano Laghi - Avvocato, Luigi Romano - Dottore Commercialista, Antonio Scherillo - Dottore Commercialista, Valentina Tortelli - Giornalista Pubblicista, Marco Carlomagno - Coordinatore Didattico Medialo, Nora Capece - Referente Scientifico Medialo, Stefano Dumontet - Professore Ordinario Università Parthenope, Ezio Sciarra - Professore Ordinario Università G. D Annunzio HANNO COLLABORATO Valentina Acri, Amabile Amato, Giuseppe De Stefano, Alessandra Pannella, Valentina Tortelli. PROGETTO GRAFICO Antonio Matarese STAMPA In proprio AUTORIZZAZIONI Registrazione Tribunale di Napoli n.6 del Iscrizione al R.O.C. n Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art.1, c.1, DCB Napoli REDAZIONE DI NAPOLI Via R. Bracco, 45 - Tel Fax REDAZIONE DI ROMA Via Piave, 61 - Tel Fax RESPONSABILE TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Gennaro Morra ABBONAMENTO A CONTRIBUENTI.IT MAGAZINE Euro 50,00 comprensivo della quota di iscrizione all'associazione Contribuenti Italiani DIRITTI SULLA PRIVACY In relazione a quanto disposto dall articolo 11del D.lgs. 30 giugno 2003, n.196, i dati personali oggetto di trattamento sono: a) trattati in modo lecito e secondo correttezza; b) raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi, ed utilizzati in altre operazioni del trattamento in termini compatibili con tali scopi; c) esatti e, se necessario, aggiornati; d) pertinenti, completi e non eccedenti rispetto alle finalità per le quali sono raccolti o successivamente trattati; e) conservati in una forma che consenta l'identificazione dell'interessato per un periodo di tempo non superiore a quello necessario agli scopi per i quali essi sono stati raccolti o successivamente trattati. Ai sensi dell art. 7 del D. lgs. n. 196/2003, Lei potrà chiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge. I contenuti e i pareri espressi negli articoli sono da considerarsi opinioni personali degli autori che non impegnano pertanto l editore, la direzione, le redazioni e il comitato scientifico. Infatti gli articoli firmati possono non rappresentare la linea dell editore ma, per una più ampia e completa informazione, vengono pubblicate anche le opinioni non condivise Giurisprudenza di Alessandra Pannella UN CASO CONCRETO: TROPPI ACCESSI PER UN COMPRO-ORO 6L OPINIONE Contribuenti.it GIUGNO 2012 ANNO IX NUMERO 6 MAGAZINE ORO VENDESI DISPERATAMENTE Il bene - rifugio per eccellenza, tra boom dei compro-oro e rischi d illegalità ISSN Associato USPI Unione Stampa Periodica Italiana

5 Editoriale di Vittorio Carlomagno CRISI E DEBITI. SEMPRE PIU FAMIGLIE NELLA MORSA DELL USURA Oltre 3 milioni di famiglie e 2 milioni e mezzo di imprenditori a rischio usura; numeri che amplificano la portata di un fenomeno che colpisce in misura maggiore le regioni meridionali, ma non solo. Se, infatti, al primo posto tra le regioni colpite troviamo la Campania, dove l incremento è stato del 183%, e la Calabria, a ruota seguono Liguria, Valle d Aosta, Toscana, Lombardia, Piemonte ed Abruzzo. Il sovraindebitamento delle famiglie in Italia è cresciuto, solo nel mese di aprile, del 227,4% rispetto al 2011, arrivando, in media, a toccare quota euro. Una situazione al limite, dunque, che spinge in maniera allarmante famiglie e piccoli imprenditori nella rete degli strozzini. Ma non solo, come se non bastasse la crisi in atto ad aggredire il patrimonio, si registra un assalto anche da parte di esattorie, compro-oro e giochi d azzardo che, assieme all impossibilità di accedere al credito delle banche ed al vertiginoso aumento delle tasse stanno trascinando buona parte del Paese sull orlo di un baratro, depotenziando al massimo le capacità di ripresa di familgie ed imprenditori. Purtroppo, le previsioni per l immediato futuro non sono affatto rosee e, tra difficoltà e tentazioni, bisogna trovare al più presto un antidoto. L apice potrebbe essere raggiunto nei mesi di giugno/luglio, in concomitanza con il pagamento delle tasse. Per arginare tale fenomeno si potrebbe cominciare dalla sospensione della riscossione delle imposte nei confronti di coloro che sono assistiti dalle Fondazioni antiusura, dal blocco del gioco d azzardo legalizzato, altra piaga pericolosa dell Italia, ma, più di tutto, urge una riforma seria, compiuta ed efficace del sistema fiscale. Ripartire dalla trasparenza, dall equità e dall imparzialità: ecco qual è la ricetta per aiutare famiglie e pmi e stroncare il fenomeno dell usura. 5

6 L opinione di Daniela Castellano TENDIAMO ANCORA AD ESSERE INDIVIDUALISTI E FURBI Renato Mannheimer in esclusiva a Contribuenti.it RENATO MANNHEIMER SOCIOLOGO E SAGGISTA, PRESIDENTE ISPO Nel suo recente lavoro "L'Italia dei furbi" Lei cita una famosa frase attribuita a Massimo D'Azeglio: "Abbiamo fatto l'italia. Ora bisogna fare gli italiani". Dopo 150 anni a che punto siamo? Abbiamo certamente fatto qualche passo in questa direzione, c'è stata l'unificazione della lingua e anche una grande mescolanza tra diverse parti del Paese ma il sentimento di identità nazionale, il sentimento di appartenenza, l'idea che lo Stato serva a noi tutti dev'essere ancora coltivato, e tanto tendiamo ad essere ancora individualisti e furbi come eravamo un tempo, pur avendo compiuto qualche passo in avanti. Secondo i dati dell'associazione Contribuenti Italiani nel nostro Paese si riscontra una percentuale elevatissima di evasione fiscale, fenomeno in costante crescita, come sottolineato di recente anche la Corte dei Conti. Perché in Italia si evade così tanto? C'è una correlazione tra la mancanza di senso civico e l'evasione da record che si riscontra nel Paese? Beh, in verità l'evasione fiscale è molto forte in Italia ma lo è altrettanto anche in Grecia, in Francia si tratta di un fenomeno assai generalizzato. La tendenza ad evadere nasce dal fatto che si percepisce la tassa come qualcosa che è ingiusto pagare, come un qualcosa che ti viene sottratto e non come un contributo allo Stato che poi, con quei soldi, dovrebbe far funzionare i servizi di tutti e allora si cerca di fare i furbi. Ancora una volta è la mancanza di senso civico a caratterizzarci Un altro fenomeno in ascesa che Contribuenti.it sta monitorando con attenzione è quello dei compro-oro. Complice la crisi e le crescenti difficoltà economiche cui si cerca di far fronte, sempre più italiani "svendono" ricordi e preziosi di famiglia in cambio di denaro contante. Come giudica l'aumento vertiginoso del fenomeno, con tutti i rischi di frode e le illegalità ad esso connesse? In realtà non so molto in merito al traffico del compro oro so, però, che in momenti di crisi gli italiani intaccano i loro risparmi, come sta succedendo adesso. È la prima volta da tanti anni che la gente non solo non risparmia, ma va ad intaccare quello che con fatica ha messo da parte, e lo fa per sopravvivere. E quindi diventa quasi normale che ci si dedichi alla vendita dei propri gioielli di famiglia seppur a malincuore. Un'ultima domanda cosa si aspettano gli italiani dal futuro? Cosa chiedono allo Stato e quale strada lo Stato dovrebbe percorrere per tentare un riavvicinamento con i propri cittadini? Cittadini e non elettori, si intende Beh, gli italiani si aspettano dal futuro prima di tutto la crescita, che si concretizza in una situazione economica migliore. Specialmente, gli italiani si raccomandano il lavoro; chiedono allo Stato, cioè, di intervenire sul lavoro e sull'occupazione. In questo momento sono sicuramente le questioni più sentite da tutti i cittadini. magari un primo passo sarebbe quello del "buon esempio" da parte di tutta la nostra classe politica Sicuramente anche questo può essere importante, anche se è ancora più importante fare le riforme i buoni esempi servono sicuramente, ma ancora di più urgono provvedimenti concreti, pratici ed immediati. daniela.castellano@contribuenti.it RIPRODUZIONE RISERVATA 6

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8 Primo Piano di Daniela Castellano IL BARATTO COME ALTERNATIVA AL COMMERCIO UN ALTRA ECONOMIA POSSIBILE Grazie alla rete sta diventando sempre più diffusa la tendenza a scambiarsi cose, tempo e saperi Conti alla mano ma soprattutto mano al portafogli, basta poco per accorgersi quanto pesante sia il momento economico, e non solo, che stiamo vivendo. E il preannunciato, temuto e scongiurato aumento dell'iva a ottobre fa sempre più paura ai consumatori, stretti nella morsa del carovita e delle tasse, la cui pressione è ormai alle stelle. Con prospettive affatto rosee all'orizzonte, dunque, anche pensare di fare la spesa quotidiana è diventato un lusso figuriamoci programmare vacanze, pianificare un ricambio d'armadio o uscire il sabato sera a mangiare fuori. Moltissimi italiani stanno cambiando le proprie abitudini di consumo; abitudini che nella società moderna sono anche la "veste" sociale, il lato pubblico del nostro stare al mondo. Uno stravolgimento del nostro modo di percepire ed essere dentro quel sistema economico, quello del mercato globale, che prometteva benessere e ricchezza diffusi ed infiniti, invece ha finito per renderci tutti un po' più soli e poveri. Ma se questo tipo di economia sta dolorosamente mostrando i suoi limiti, perdendo fiducia e slancio, c'è un'altra forma che, invece, sta diventando sempre più diffusa e in grado di rispondere presente alle esigenze del moderno. Una forma etica, sociale e per molti versi quasi ingenua di interpretare lo scambio: il baratto. Non si usano soldi: l'oggetto, la cosa, la merce sono svincolati dal prezzo e diventano essi stessi "valore"; un valore diverso anni luce da quello incardinato nei sacri principi del consumismo, che va ad investire anche tempo e sapere come per dire: un'altra economia, svincolata dalla pretesa di assolutezza dei mercati, dello spread e del rischio default, è possibile. per il donatore. La stessa che presuppone un'estrema fiducia negli altri e che nel nostro moderno sistema di scambio sembra essere venuta meno. Imparare dalle civiltà antiche significa quindi reinterpretare in chiave moderna l'arcaico bisogno sociale dello scambio, andando oltre quella "cattiva crematistica", quell'accumulazione sfrenata di denaro per avere altro denaro, che già Aristotele aveva intuito fosse il lato autodistruttivo dell'economia. SWAPPING E BARTERING: L'ULTIMA TENDENZA È ECOSOSTENIBILE Sono proliferati in maniera impressionante i siti internet specializzati in bartering e swapping e il traffico utenti, stando ai numeri, è altissimo; segno che si sta allargando la platea di persone che credono in un sistema ecosostenibile ed etico, nel riciclo e nel riutilizzo. Un'idea che richiama l'antica pratica dello scambio di merci su cui si basavano le economie antiche ma riletto in chiave assolutamente moderna: multilateralità è la logica e allo stesso RITORNO AL PASSATO. LO SCAMBIO AI TEMPI DELLA CRISI Marcel Mauss, nel suo lavoro sull'economia del dono, fa riferimento alla tripartizione donare- ricevere- contraccambiare per spiegare a noi moderni l'antica prassi economica delle società antiche; una prassi tutta sociale e per nulla slegata dal contesto reale in cui questa si esprime: lo scambio di beni è innanzitutto uno dei modi più universali che esistano per creare relazioni umane, un vero fatto sociale che lega a tutti gli altri e, in questo modo, esprime l'essenza di una cultura. La reciprocità, secondo Mauss, è il principio fondamentale in cui si traduce la vera libertà dello scambio: l'obbligo di restituire il dono ricevuto è di natura morale e il suo valore sta nell'assenza di garanzie 8

9 tempo il fine dell'intero circuito. Lo swapping, lo scambio di beni in rete, è una realtà diffusa in cui tutti, chi più chi meno, ci siamo imbattuti almeno una volta. C'è chi propone di scambiare vestiti, chi offre cd musicali in cambio di oggetti d'arredamento Insomma, in tempo di crisi le parole d'ordine sono riutilizzo e riuso; sta sempre più scemando la mania dell'acquisto a tutti i costi e gli oggetti assumono un valore mai avuto prima: sono in sé stessi valore di scambio in un orizzonte che non prevede moneta, e quindi non valore d'uso; la loro utilità va oltre i criteri del commercio per andare ad investire la sfera sociale della reciprocità e della fiducia. Non solo, il baratto può rivestire anche un'importante valenza educativa, essendo una forma sostenibile di circolazione che prevede un riutilizzo di beni o oggetti; con buona pace dei bombardamenti pubblicitari che incitano all'acquisto sfrenato, braccio armato di quell'industria della creazione dei bisogni su cui si regge la nostra economia. Un'altra forma di baratto, stavolta però più in grande, è il barter trading: si tratta di un vero e proprio circuito gestito e regolato da mediatori in cui molteplici aziende si inseriscono, senza scambiare moneta con moneta. Non siamo più davanti a scambi di natura bilaterale ma in un sistema che prevede l'acquisizione di crediti, da parte di chi vende, e debiti, da parte di chi li assume, che possono essere saldati in un tempo successivo per acquisto o vendita all'interno dello stesso circuito. In situazioni di grave crisi economica questo sistema è stato adottato anche da Stati nazionali, come in Argentina o nella crisi del '29, per mantenere il livello produttivo delle aziende e toglierli dall'esposizione economica diretta (tecnicamente è una pratica commerciale tra aziende per lo scambio di beni o servizi in compensazione). Zero Relativo, per fare un esempio, è una delle più importanti community di scambio, riuso e baratto online; è nata a Pesaro dall'iniziativa di un gruppo di ragazzi ed in poco tempo è diventata un successo. L'idea di "promuovere un consumo intelligente e sostenibile che tenga conto dell'impatto sociale ed ambientale delle nostre scelte quotidiane" nasce proprio dalla volontà di sdoganare un consumo più critico e consapevole, che ci faccia uscire dalle logiche della creazione di bisogni inutili a cui siamo abituati, attraverso la funzione educativa del baratto. C'è chi scambia vestiti, scarpe, stoviglie, libri, dvd, addirittura la propria casa per una breve vacanza ma anche chi decide di scambiare una porzione del proprio tempo: sono le Banche del Tempo, dei veri e propri contenitori di buone intenzioni che hanno molto ha che fare con il volontariato. Ancora una volta, dunque, è l'etica, non l'etica delle chiacchiere ma quella concreta del fare, a reggere gli scambi: si mette a disposizione qualche ora della propria giornata per svolgere attività sociali come baby sitting, cura di piante ed animali, manutenzioni casalinghe, lezioni di cucina e ripetizioni scolastiche uno scambio che, molte volte, è anche scambio di saperi. Anche le Banche del Tempo, assieme ai siti di baratto, stanno vedendo una notevole crescita grazie anche alla velocità ed alla pervasività di internet, che ha permesso a un numero sempre maggiore di persone, sempre più di estrazione sociale e fasce d'età diverse, di conoscere un altro modo di intendere l'economia. Non solo; sempre più frequenti e frequentati sono i mercatini e le fiere dedicati interamente allo scambio equo e solidale in cui è possibile regalare una seconda vita a oggetti d'uso quotidiano destinati, altrimenti, ad essere gettati via. Un'economia possibile, dunque, che può essere la chiave giusta per aprire le porte di un futuro diverso. daniela.castellano@contribuenti.it RIPRODUZIONE RISERVATA 9

10 Che cos'è Oncotech Oncotech è un Consorzio volontario senza scopo di lucro con attività esterna la cui sede si trova presso l'università degli Studi di Napoli "Federico II", Dipartimento di Endocrinologia e Oncologia Molecolare e Clinica. Perché è stato fondato Il Consorzio Oncotech è stato fondato con l obiettivo di svolgere attività di ricerca biomedica mediante l impiego delle più avanzate tecnologie informatiche. La finalità del Consorzio 5 Dona il tuo C.F È quella a favorire la collaborazione e l interazione tra le Istituzioni Universitarie e gli Enti di ricerca nazionali e internazionali e a promuovere corsi di alta formazione scientifica, dai Master all ECM. Via Pansini, 5 - Napoli Presso Università degli Studi di Napoli Federico II Dipartimento di Endocrinologia ed Oncologia Molecolare e Clinica Tel info@oncotech.org Unione Italiana dei Ciechi e degli IpovedentiONLUS Se ritieni che l Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti meriti il tuo apprezzamento per quanto fa a favore dei minorati della vista e dei ciechi con minorazioni aggiuntive, dacci una mano di solidarietà indicando il nostro codice fiscale nella scheda allegata alla dichiarazione dei redditi (730 o UNICO) per darle, senza alcun costo per te, il 5 per mille delle tue imposte. Dacci il 5 Codice Fiscale: via Borgognona, Roma Tel Fax Numero Verde it

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12 Dal Mondo di Valentina Tortelli PROSTITUZIONE. NEL MONDO È UN ATTIVITÀ SOGGETTA A TASSAZIONE Il reddito incrocia i dati tra le dichiarazioni dei redditi e i tenori di vita: lucciole tassate per attività libero-professionale. Ma è sempre così? Molti lo chiamano paradosso. E se così fosse sarebbe uno dei tanti che costellano il sistema Italia: esercitare la prostituzione nel nostro Paese non è reato, ma i proventi di questa attività lavorativa non vengono tassati. Non c'è normativa in materia e anche il Fisco ha relegato la professione "lucciola" in una sorta di limbo fiscale. La politica di austerity imposta dal Governo Monti non ha toccato, anche grazie all'assenza di giurisprudenza, gli stipendi delle lucciole in maniera sistematica. Il mancato introito, per l'erario, non è indifferente: considerando un guadagno medio di 30 euro a prestazione, per le 70mila prostitute censite nel nostro Paese con 9 milioni di clienti paganti, si arriva ad un giro d'affari di un miliardo di euro l'anno*. Considerando un'aliquota di prelievo fiscale al 26% significa un'entrata pari a 260 milioni di euro. Una cifra netta, che non tiene conto degli introiti incassati dalle lucciole irregolari e da quelle minorenni. La stima l'ha fatta di recente la senatrice Radicale Donatella Poretti, che sta promuovendo un disegno di legge per legalizzare la prostituzione. Dovremmo dire per normare, dato che di per sé prostituirsi non è reato: lo è lo sfruttamento e anche il favoreggiamento. IL PRECEDENTE Il 18 marzo 2011 il quotidiano Libero e altri giornali pubblicano la notizia: il fisco ha chiesto ad una prostituta 500mila euro. La lucciola in questione, italiana, aveva provato a fare ricorso, ma LE LUCCIOLE IN ITALIA Le prostitute sarebbero oscillano tra 50mila e 70 mila unità. Almeno 25mila sarebbero immigrate, 2mila minorenni e più di 2mila le donne e le ragazze ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi. Il 65% delle prostitute lavora in strada, il 29,1% in albergo, il resto in case private. Il 94,2% delle prostitute sarebbero donne, il 5% transessuali e lo 0,8% travestiti. (Fonte: indagine specifica commissione Affari sociali della Camera) la commissione tributaria lo ha respinto. Motivo? Lavoro autonomo, quindi soggetto a tassazione come attività libero professionale. L'atto giudiziario costituisce, quindi, un precedente di tutto rispetto e non è già più il solo. Ma si riferisce alle sole prostitute d'alto bordo e "residenziali" e il redditometro negli ultimi mesi ha scovato casi eclatanti di "sommerso"; mentre le prostitute cosiddette "di strada" sono ancora protette dal prelievo fiscale. "I loro guadagni - scrive il Corriere il 12 gennaio sono in astratto tassabili, il problema è che spesso non vale nemmeno la pena di aprire un'istruttoria". E IN EUROPA? A livello europeo le norme sull'esercizio della prostituzione (dove legale) non sono state ancora uniformate. Non sfuggono, infatti, le grandi differenze sia legislative che sociali tra i vari Stati nell'approccio al problema. In 7 Paesi (Paesi Bassi, Germania, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria e Lettonia) la prostituzione è legale e regolamentata. La legalizzazione spesso include l'imposizione di tasse, restrizioni ed iscrizioni ad appositi registri. Ad esempio: la prostituzione è censita, regolamentata, tassata e inserita nel sistema previdenziale in Germania, in Belgio e in Olanda. Anche nella Repubblica Ceca le lucciole sono tassate. In Austria e in Grecia è obbligatoria la registrazione d'esercizio. valentina.tortelli@contribuenti.it RIPRODUZIONE RISERVATA EMERGENZA SPAGNA Madrid come Atene. Il governo spagnolo è alle prese con un'emergenza economica che non accenna ad allentare la sua morsa. Sale il livello di attenzione anche per il paese iberico, dunque, che si appresta a varare misure impopolari per arginare l'impatto della crisi su consumi e Borse internazionali e a richiedere gli aiuti previsti al Fondo Europei salva-stati. FURTI DI IDENTITÀ PER FRODARE IL FISCO In Florida sta diventando una vera moda rubare al fisco grazie al furto di identità: si compilano false richieste di rimborsi, riuscendo a spillare all'erario americano centinaia di migliaia di dollari ogni anno. È il nuovo trend di criminali che non usano armi e che sfruttano l'accesso ai dati personali dei contribuenti statunitensi, soprattutto anziani. Solo l'anno scorso sono state intercettate quasi 1,3 milioni di false domande, mentre l'irs prova a mettere un argine al fenomeno inasprendo le sanzioni previste. I SEI POSTI PIÙ SPORCHI DELL UFFICIO Uno studio inglese conferma quello che già intuivamo un po' tutti: l'ufficio è un posto ad alto rischio sanitario. Già, perché, a volte senza accorgercene, sul posto di lavoro si viene a contatto con oggetti particolarmente sporchi. In primis, tastiera del pc e mouse, seguiti da maniglie delle porte, della stanza cucina e del microonde, accessori bagno e water, tasti per selezionare bevande o snack di distributori automatici. 12

13 Dall Italia di Maria Rojas Boschetti CRESCE L EVASIONE DELLE PROSTITUTE:+23,6% 9 italiani su 10 chiedono maggiore rigore da parte del Fisco Il fenomeno della prostituzione in Italia è in forte ascesa e né lo spesometro né il redditometro riescono ad arginare questa attività ormai da record. Oggi l attività di meretricio coinvolge un gran numero di donne di qualsiasi strato sociale. Ma alla luce dei fatti sarebbero le cosiddette escort ad incassare cifre di lusso. Stando ai dati della polizia amministrativa, dell Agenzia delle Entrate e dell Istat nel 92% dei casi non viene rilasciata la ricevuta fiscale nonostante questa attività sia stata dichiarata come lavoro autonomo. Quindi le meretrici, anche loro, devono pagare le tasse al Fisco. Attualmente, i proventi che derivano dallo svolgimento abituale dell attività di prostituzione sono tassabili, e pertanto soggetti ad imposizione fiscale in quanto assimilabili ai redditi da lavoro autonomo. Infatti, il 20 aprile del 2010, tra molte polemiche, la CTP di Ravenna aveva stabilito tale sentenza. La conclusione di questa controversia è finita con la risoluzione della Commissione di Ravenna che dichiara: I proventi per attività di prostituzione esercitata per professione, devono essere riconducibili nella categoria dei redditi da lavoro autonomo. A tale effetto, però, devono sussistere requisiti tipici come: la prevalenza del lavoro personale della prestatrice d opera; l assenza del vincolo di subordinazione; la libera pattuizione del compenso; l assunzione degli oneri relativi alla esecuzione della prestazione e del rischio inerenti alla esecuzione stessa. Ma, aldilà delle discussioni morali, rimane il problema dell evasione fiscale, delle cosiddette lucciole. Tra prostitute, escort e hostess immagine sono stati evasi 2,4 MLD di euro nel anno in corso con un aumento del 23,6% rispetto al 2011, quindi niente fattura in buona parte dei casi. Le prostitute, le escort e le accompagnatrici, italiane ma provenienti soprattutto dai Paesi dell Est Europa, del Sud America e dell Estremo Oriente Asiatico guadagnano, a quanto pare, piuttosto bene. La media sarebbe tra i 300 e i 500 euro al giorno. Infatti, le diverse inchieste su tutto il territorio nazionale da parte di vari corpi della Guardia di Finanza, ad esempio quello di Vicenza, hanno calcolato che il giro d affari riguardo la prostituzione è di circa 5 miliardi di euro annui. Solo nel Vicentino opererebbero centinaia di prostitute che, sconosciute al Fisco, risultano proprietarie di beni patrimoniali di alto valore, tra immobili di pregio ed auto di lusso, oppure quelle capaci di inviare significative somme di denaro all estero. Complessivamente l ammontare della illegalità fiscale è arrivato in 10 anni a 4,7 mld di euro evasi (fonte: Sportello del Contribuente) somma relativa sia a quelli che non hanno emesso fattura sia a quelli che, emettendola, hanno dichiarato il 20% in meno del compenso pattuito. A livello nazionale, la classifica emessa por conto di Contribuenti.it, vede al primo posto le prostitute di Venezia con 97%, seguita da Genova con il 96%, Milano con il 95%, Aosta con il 94%, Roma con il 93%, Verona con il 91%, Napoli con il 90%; Palermo con il 88%, Torino con il 87% e Bari con il 85%. Riassumendo, la classifica italiana vede al primo posto le prostitute con il 92,3% degli evasori, seguite dalle escort con il 90,9% e dalle hostess immagine (87,4%). Resta comunque un problema di fondo, quello dell evasione fiscale di chi esercita una attività nata fuori legge difficile da mettere in carreggiata; soprattutto, risulta difficile applicare il massimo rigore a quelle che, alla fine, guadagnano grandi importi che in materia d evasione fanno la differenza. maria.rojas@contribuenti.it RIPRODUZIONE RISERVATA TERREMOTO IN EMILIA Ancora scosse in Emilia, dopo quelle distruttive del 20 e del 29 maggio che hanno provocato 27 morti e ingenti danni nella regione. Colpito pesantemente il settore produttivo ed industriale, con ripercussioni significative, in prospettiva, anche sul PIL e sull'occupazione in quella che è una delle regioni più produttive dell'intero Paese. In attesa di quantificare gli interventi economici necessari, il governo ha deciso di aumentare di 2 centesimi il prezzo della benzina. Un'altra accisa che pagheremo all'infinito? CALCIO DI NUOVO NELLA BUFERA Si allarga a macchia d'olio lo scandalo calcio scommesse. Nuovi arresti hanno fatto seguito alle indagini e nuovi nomi, anche molto noti, entrano nell'occhio del ciclone. L'ennesimo scandalo che vede protagonista lo sport più popolare del nostro Paese rischia di far passare in secondo piano anche il calcio giocato: si attendono, infatti, le penalizzazioni per il prossimo campionato. Sentenze che potrebbero stravolgere del tutto il prossimo campionato e oscurare anche i Campionati Europei, in corso di svolgimento in Polonia ed Ucraina. DISOCCUPAZIONE RECORD Continua a salire il tasso di disoccupazione nel nostro Paese. Secondo i dati Istat riferiti al I trimestre del 2012 la percentuale di persone senza lavoro è del 10,5%, dato in crescita rispetto alla precedente rilevazione. E le prospettive per il futuro immediato, nonostante gli interventi annunciati, non sono certo rosee. 13

14 Economia di Giuseppe De Stefano L UOMO PIÙ FURBO DEL MONDO Rispettabile e benestante, non evade le tasse, le aggira. Ma anche questo è rubare: facciamo luce sull elusione fiscale 14 Nuove imposte, nuove accise, nuovi tagli. Gli italiani aspettano da mesi, ormai, di vedere l'altra faccia del governo Monti, quella della crescita. Per ora conosciamo benissimo quella del rigore. Abbiamo visto la Guardia di Finanza e i suoi blitz negli esercizi commerciali e negli studi medici. Scontrini e fatture non rilasciate per migliaia di euro da parte di commercianti e professionisti. Ma abbiamo visto anche una pioggia di nuove tasse che vanno a colpire sempre gli stessi contribuenti: quelli piccoli e onesti. Per chi lo scontrino lo ha sempre preteso è comunque aumentato il prezzo della benzina e dovrà comunque pagare la nuova Imu. Tutti sacrifici per far tornare i conti, insomma. Ma quando si parla di "furbetti" che non pagano le tasse l'imputato non è solo chi non fa lo scontrino. Le somme più consistenti sottratte all'erario sono quelle delle grandi banche, delle società per azioni, dei più grandi contribuenti nazionali. Almeno in teoria. Cercare un risparmio d'imposta è però un comportamento legittimo, il che rende difficile delimitare il raggio d'azione del Fisco nei confronti degli imprenditori che compiono scelte di questa natura. Stiamo parlando del fenomeno dell'elusione fiscale, quello dei "furbi più furbi di tutti" che pagano le tasse ma, grazie a qualche scappatoia ad hoc, spesso ne pagano molte in meno del dovuto. Tanto per fare un esempio, se le le aliquote fiscali sulla vendita di un immobile sono più alte di quelle sulla vendita di azioni, chi possiede l'immobile può inserirlo nel patrimonio di una società per azioni, cedendolo o conferendolo alla stessa. In questo modo potrà poi vendere le azioni della società proprietaria per un valore pari a quello dell'immobile stesso, con un notevole risparmio fiscale. Risparmio che ovviamente si traduce in danno per l'erario. Altro, più diffuso, esempio è quello degli imprenditori che trasferiscono nei paradisi fiscali le loro società per pagare meno tasse in Italia. Il radicarsi di questo fenomeno impone allo Stato lo studio di precisi strumenti antielusivi atti a rendere la pratica difficile e rischiosa per il contribuente. La questione sarebbe tanto più urgente in quanto si può ben immaginare che questo tipo di "furberie" siano tipiche di chi maneggia grossi patrimoni e che quindi non siano da attribuire a chi agisce spinto da necessità economiche. Proprio in questo senso agisce la norma italiana. In realtà il nostro sistema giuridico non prevede lo specifico reato di "elusione", ma esiste una norma a vocazione generale antielusiva. Secondo l'art.37-bis del D.P.R. n.600/1973 infatti sono illegittime le azioni che siano contemporaneamente privi di valide ragioni economiche, diretti ad aggirare norme tributarie e volti ad ottenere una riduzione del carico fiscale. L'unica indicazione ad oggi viene da una recente sentenza della Cassazione ha reso il reato dell'elusione penalmente perseguibile dichiarando, riferendosi alle accuse rivolte nei confronti degli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana e altri imputati, che quando le alchimie societarie "si concretizzano nell'infedeltà dichiarativa, il comportamento elusivo non può essere considerato tout-court penalmente irrilevante". In tutto questo si stava per inserire la legge delega per la revisione fiscale del governo Monti. Accusata di essere spiccatamente a favore degli istituti bancari, la norma si concentrava sul concetto di abuso di diritto come condotta illegittima, ma per la quale voleva essere esclusa la rilevanza penale. Una norma che ha mobilitato parecchie "barricate" in Parlamento, attirando anche l'accorata attenzione del Capo dello Stato. Napolitano ha infatti tenuto bloccata per oltre un mese l'intera legge delega, finché il 6 giugno, con la nuova formulazione, non si è arrivati a conservare il carattere penale del reato di elusione, con pene tra i sei mesi e i sei anni di reclusione. Un piccolo pericolo scampato, insomma, per la credibilità del nostro sistema fiscale. giuseppe.destefano@contribuenti.it RIPRODUZIONE RISERVATA

15 Speciale di Maria A. Rojas Boschetti RIFUGIATI NELL ORO CHI VENDE, CHI COMPRA, CHI INVESTE L ORO RIMANE SEMPRE IL SALVATAGGIO ANTI-CRISI, L ULTIMA SPIAGGIA PER ESSERE AL SICURO Negli ultimi anni, la crisi finanziaria ci ha fatto diventare dei giocolieri. L'arte delle mille manovre, chi per sfuggire, chi per salvarsi da una crisi che sembra non finire mai. In questa situazione si ricorre infatti a ricerche alternative di liquidità. Ed è a questo punto che l'oro entra in scena. Avendo un ruolo economico fin dall'inizio ha mantenuto il suo valore per secoli. È stato usato come base per le valute di molti stati (sistema Gold standard) attraverso il tempo. Proprio per il suo peso economico oggi l'oro viene più che mai considerato come l'ultimo rifugio anti-crisi. C'è chi vende, vittima della disperazione, privandosi dei benì più cari a cambio di un po' di denaro contante, quello che servirà a pagare la bollleta della luce, il mutuo, le spese mediche... C'è chi compra, approfit- 15

16 Speciale tando delle condizioni favorevoli. Si sa, il boom dei compro oro è un mercato in continua ascesa, facilitato dal rialzo del prezzo del metallo negli ultimi anni e dall'enorme flusso di vendita generato dalla depressione economica. È certamente una strada facile per chi è alle strette, ma i compro oro hanno un loro lato oscuro, e tante volte capita di essere truffati da questi esercizi, dove il prezzato metallo viene valutato ad un prezzo inferiore rispetto al reale valore di mercato. Non per nulla il 14% di criminalità organizzata si nasconde dietro questa attività che, non avendo una normativa precisa di regolamentazione, tende all'illegalità percorrendo la via dell'usura e del riciclo di denaro. Ma c'è anche chi decide di investire e convertire gli euro in oro. Una pratica che, in tempi segnati da incertezze economiche, attira di più l'interesse dei risparmiatori, quelli fortunati che hanno dei risparmi e cercano di proteggere i propri averi, convertendo il contante in beni-rifugio come oro e gioielli. Questo perchè in caso di crollo delle banche e conseguente calo del denaro, l'oro consentirebbe di fare investimenti in valuta negoziabile in qualsiasi parte del mondo. Ma, intanto, l'oro va custodito. E così è nato il boom delle cassette di sicurezza, uno spazio dove tenere al sicuro l'oro di casa. Quelli più furbi, tra impreditori e risparmiatori, utilizzano le casseforti per trarne vantaggi, sia per accumulare cifre cospicue prelevate dai loro vari conti che gli consentono di maneggiare soldi per i loro affari, ad esempio il pago "in nero", sia rimanendo sottoprofilo per schivare i controlli del Fisco. Per molti italiani però una cassetta di sicurezza non basta per tenere al riparo i propri beni. L'oro di casa è meglio mantenerlo lontano da possibili interventi fiscali e probabili imposizioni patrimoniali o da un eventuale fallimento delle banche vista l'attuale crisi finanziaria. Risultato: la fuga di capitale in oro verso la Svizzera. Il flusso continuo di lingotti con destinazione Lugano è talmente considerevole che alla fine dell'anno scorso, secondo dati IL BOOM DEI COMPRO ORO È UN MERCATO IN CONTINUA ASCESA, FACILITATO DAL RIALZO DEL PREZZO DEL METALLO NEGLI ULTIMI ANNI E DELL ENORME FLUSSO DI VENDITA GENERATO DALLA DEPRESSIONE ECONOMICA Istat, è arrivato alle 13 mila tonnelate equivalenti al 170,4% dell'esportazione italiana in Svizzera (il 73% dei lingotti esportati legalmente dall'italia). Ma accanto a questo flusso ufficiale ce n'è un altro paralello: il traffico clandestino rappresentato da piccole quantità sfugggite alle statistiche; tuttavia, però, si può parlare di flussi legali. Non più quando il traffico si fa continuo e per un valore in quantità pari o superiori ai 20 milioni di vecchie lire senza dichiarare il passaggio, come viene stipulato dalla legge. Qui l'immaginazione non ha freni! Cittadini italiani pescati dalla Guardia di Frontiera con dell'oro nascosto nel telaio della bicicletta o nascosto nelle ruote di scorta della macchina o nel sedile modificato con doppi fondi. Si parla anche dell'esistenza di organizzazioni illegali che si occcupano di trasportare molto discretamente grandi quantità d'oro nel paese elvetico. Ma, mentre il movimento in frontiera si mantiene in fribillazione, le cassette di sicurezza nel Canton Ticino sono ormai esaurite, dunque pare non ci sia più spazio per mettere l'oro al sicuro, almeno in quella parte del mondo. Comprare, vendere, investire: la cosa importante è informarsi accuratamente prima di qualsiaisi mossa. Non ci rimane che fare sogni d'oro. maria.rojas@contribuenti.it RIPRODUZIONE RISERVATA 16

17 Speciale di Alessandra Pannella avvocato IL FENOMENO DEI COMPRO-ORO L applicabilità del meccanismo del reverse charge alle cessioni di oro usato Il fenomeno dei "compro oro" ha acquistato negli ultimi anni sempre maggiore consistenza a causa della crisi che ha ridotto in modo drastico le entrate delle famiglie italiane portandoli a vendere i gioielli di famiglia, ricordi da cui dolorosamente si sceglie di separarsi per far fronte ad impellenti esigenze di liquidità. È proprio in questo "business dei nuovi poveri" che fiorisce l'affare dei "compro-oro". Come apprestare i giusti presidi di fronte ad un fenomeno dilagante, a forte rischio di sommerso, con insidiosi vulnera normativi, pericolosamente esposto a condotte borderline? La confusione normativa nel sistema regna sovrana e gli organi deputati ai controlli non riescono ad agire in modo univoco, esposti alle molteplici interpretazioni che una disciplina a dir poco equivoca suggerisce: siamo all'anarchia delle leggi. Cerchiamo di dare un quadro normativo il più possibile sintetico sulla disciplina fiscale che interessa il settore. L'oro ha una disciplina ad hoc specifica: la Legge nr. 7/2000, in recepimento della direttiva comunitaria 98/80/CE, ha disciplinato il mercato dell'oro, distinguendo, ai fini della propria applicazione, un profilo "oggettivo" ed uno "soggettivo": Sotto il profilo "oggettivo", la legge si applica all'oro da investimento; diverso da quello da investimento (cioè materiale d'oro ad uso prevalentemente industriale). Se ne ricava che la legge 7/2000 non ha ad oggetto l'oro comunemente chiamato "oro da gioielleria" nè i prodotti finiti di oreficeria, per i quali devono operare gli ordinari regimi fiscale ed amministrativo. La legge de qua, sotto il profilo "soggettivo", distingue ulteriormente: 1. Operatori professionali nel mercato dell'oro: Banche Soggetti provvisti di determinati requisiti richiesti dalla legge (forma societaria, capitale sociale interamente versato, onorabilità), che abbiano effettuato una comunicazione alla Banca d'italia: sono i c.d. "banco metalli". 2. Soggetti che acquistano oro per destinarlo alla propria lavorazione industriale o artigianale (sono gli operatori NON professionali) 3. CHIUNQUE (quindi sia operatori professionali, sia operatori non professionali, sia soggetti privati) effettui un'operazione in oro (da investimento o industriale) per un importo pari o superiore ad ,00. Sotto il profilo precettivo, la legge 7/2000 prevede l'obbligo per i soggetti di cui al punto 3 che precede, di effettuare una "dichiarazione" alla Banca d'italia. Da rilevare che a tale dichiarazione è obbligato chiunque, quindi anche gli operatori professionali, eccezion fatta per la Banca d'italia. In merito al regime fiscale ai fini Iva, applicabile in materia di mercato dell'oro, la legge in commento ha stabilito che: Le operazioni aventi ad oggetto oro da investimento, la cui definizione analitica è contenuta nell'art. 10 comma 11 DPR 633/72, per effetto della medesima norma di legge sono ESEN- TI da IVA; Le operazioni che hanno ad oggetto l'oro destinato ad uso prevalentemente industriale sono imponibili ai fini IVA ma, per effetto dell'art. 17 comma 5 DPR 633/72, soggiacciono al regime del cd. "reverse charge", vale a dire che al pagamento dell'imposta provvede il cessionario (se soggetto passivo d'imposta nel territorio dello Stato) e non il cedente (questi vi provvede solo se l'acquirente non è soggetto passivo d'imposta). In via residuale, le operazioni aventi ad oggetto l'oro da gioielleria sono operazioni imponibili secondo la disciplina ordinaria. Quindi, il regime iva ordinario si applica all'oro comunemente detto "da gioielleria". L'oro da investimento va in esenzione. L'oro industriale va in regime di inversione contabile. Importante, allora, è chiarire cosa si possa ricondurre sotto la categoria "oro industriale" e cosa debba invece ricadere nella categoria (residuale) dell'oro diverso da quello industriale e da investimento, posto che quest'ultimo non si presta ad interpretazioni, essendo stato analiticamente definito dall'art. 10 comma 11 DPR 633/72. A tal uopo, occorre richiamare la risoluzione nr. 375/E del 28/11/2002 dell'agenzia delle Entrate, la quale, in proposito, ha chiarito che: con l'espressione "materiale d'oro" e "prodotti semilavorati di purezza pari o superiore a 325 millesimi" di cui all'art. 17 comma 5 DPR 633/72 (cui è applicabile il meccanismo del reverse charge), il legislatore ha "inteso fare riferimento all'oro nella sua funzione prevalentemente industriale, ossia di materia prima destinata alla lavorazione, distinta, quindi, dall'oro da investimento di cui all'art. 1 comma 1 lett. a) della Legge 7/2000"; come affermato dallo stesso Ufficio italiano cambi, rientrano nella nozione di "materiale d'oro" tutte le forme di oro grezzo destinate ad una successiva lavorazione; la caratteristica di un "semilavorato" è costituita dall'essere "un prodotto privo di uno specifico uso e funzione, e cioè dall'impossibilità di utilizzare ex se il materiale o la lega d'oro, essendo necessario un ulteriore stadio di lavorazione o trasformazione 17

18 Speciale che ne consenta l'utilizzo da parte del consumatore finale"; "la vendita di rottami di gioielli d'oro, in sé non suscettibili di utilizzazione da parte del consumatore finale, ad un soggetto che non li destina (né può destinarli) al consumo finale, ma li impiega in un processo intermedio di lavorazione e trasformazione, può essere assimilata a cessione di materiale d'oro o semilavorato"; Concludendo, quindi, qualora la cessione (tra due soggetti IVA) abbia ad oggetto "rottami di gioielli d'oro, destinati ad essere successivamente sottoposti al procedimento industriale di fusione e successiva affinazione chimica per il recupero del materiale prezioso ivi contenuto", la relativa imposta sul valore aggiunto va assolta mediante il meccanismo del reverse charge. in materia di oro"), con la quale si ritiene di dover ricomprendere nel novero del c.d. "oro da gioielleria" non solo l'oro in condizioni di nuovo o usato da lavorare e/o riparare, ma anche quello in condizioni di "rottame" o "rifiuto", da destinare a fusione per ricavarne altro oro. Deve essere opportunamente rilevato, però, che in materia fiscale alcuna autorità ermeneutica può essere accreditata alla risoluzione della Banca d'italia richiamata: le sue funzioni istituzionali attengono al controllo ed alla vigilanza in materia bancaria, creditizia e finanziaria, non alla interpretazione di norme strettamente fiscali o all'orientamento dell'azione dell'amministrazione finanziaria. La stessa Banca d'italia, nella risoluzione in commento, fa presente che "non esercita sui compro-oro alcuna MA I "COMPRO-ORO" COME ENTRANO IN QUESTA GIRANDOLA? Semplice: acquistano oro usato dai privati, che se ne disfano per ottenere liquidità; a questo punto, hanno due possibilità: 1. riparare e ripulire, per quanto possibile, i gioielli acquistati e rivenderli al prezzo che il mercato fissa per i gioielli usati; 2. assemblare un buon quantitativo di gioielli deteriorati, inesorabilmente danneggiati da non poter essere riparati, merce che così com'è non potrà mai più avere un mercato e venderli, all'etto, agli operatori del mercato dell'oro (i c.d. "banco metalli" di cui sopra), i quali li avvieranno alla fusione, per ricavarne nuovo oro, sottoforma di verghe, lingotti, fogli. Nel primo caso, al gioiello usato si dovrà applicare il regime della c.d. "iva a margine"; nel secondo caso, si dovrà applicare il regime dell'inversione contabile, il c.d. "reverse charge". Tertium non datur. Ma è proprio su questa ultima interpretazione che si è scatenata l'ira di chi ha voluto interpretare il fenomeno come la più grande evasione IVA dei nostri tempi. L'equivoco trova origine in una risoluzione della Banca d'italia del 28/05/2008 ("Chiarimenti forma di vigilanza o di controllo in relazione allo svolgimento delle attività". Non ha alcuna rilevanza, pertanto, ai fini della corretta applicazione della disciplina fiscale in materia, l'orientamento della Banca d'italia. Si deve ritenere, dunque, inapplicabile alla fattispecie de qua la soluzione interpretativa suggerita dalla Banca d'italia, perché non direttamente attinente alla materia fiscale/tributaria. In conclusione, il compro-oro che acquista da privati oggetti d'oro usati, per poi rivenderli, sottoforma di rottami di gioielli d'oro destinati alla fusione, a soggetto che opera professionalmente nel settore del commercio e della affinazione di metalli preziosi, può e anzi deve applicare alle cessioni de quibus il meccanismo del reverse charge, senza per questo incorrere nella violazione di cui all'art. 6 comma 8 D.Lgs. 471/97. Ora, ci si domanda, perché non legiferare in maniera chiara ed univoca? Lo chiedono i cittadini, i contribuenti, gli imprenditori. Chiarezza delle norme per un giudizio equo e veritiero sul rispetto di esse: solo in questo modo chi opera in mala fede potrà finalmente evitare di farla franca. RIPRODUZIONE RISERVATA 18

19 Giurisprudenza di Alessandra Pannella avvocato UN CASO CONCRETO: TROPPI ACCESSI PER UN COMPRO ORO L art. 7 del D.L. 70/2011, convertito in L. 214/2011, come modificato dal D.L. 201/2011 (c.d. Decreto Salva Italia ) espressamente ha previsto, alla lettera a), che: esclusi i casi straordinari di controlli per salute, giustizia ed emergenza, il controllo amministrativo in forma di accesso da parte di qualsiasi autorità competente deve essere oggetto di programmazione da parte degli enti competenti e di coordinamento tra i vari soggetti interessati al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nell attività di controllo. In funzione di tale previsione normativa, il comma 2 dello stesso D.L. 70/2011 prevede che, nei confronti delle imprese di cui all art. 2 dell allegato alla Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione (trattasi delle microimprese, piccole e medie imprese), al fine di ridurre al massimo la possibile turbativa nell esercizio delle attività d impresa, nonché di evitare duplicazioni e sovrapposizioni nell attività di controllo, gli accessi dovuti a controlli di natura amministrativa devono essere oggetto di programmazione da parte degli enti competenti e di coordinamento tra i vari soggetti interessati. Conseguentemente, con apposito Decreto del Ministro dell economia e delle finanze, sono disciplinati modalità e termini idonei a garantire una concreta programmazione dei controlli in materi afiscale e contributiva, nonché il più efficace coordinamento dei conseguenti accessi presso i locali delle predette imprese da parte delle Agenzie fiscali, della Guardia di Finanza, dell Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e dell INPS e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali Direzione generale per l attività ispettiva. Con il medesimo decreto è altresì assicurato che, ai fini del coordinamento, ciscuna delle predette Amministrazioni informa preventivamente le altre del l inizio di ispezioni e verifiche, fornendo al termine delle stesse eventuali elementi acquisiti utili ai fini delle attività di controllo di rispettiva competenza. In un caso di specie, una Direzione Provinciale dell Agenzia delle Entrate esegue un accesso presso un compro oro, senza aver preventivamente verificato se nei confronti dello stesso soggetto fosse in corso altra verifica da parte della Guardia di Finanza o di altro ente deputato ai controlli. Ed invero, a prescindere dalle annualità e/o dalle imposte soggette al controllo, il coordinamento doveva investire il controllo nell accezione globale del termine. Dunque, è di tutta evidenza che, nella fattispecie, si sia verificata una sovrapposizione nelle attività di controllo, dovuta ad una totale mancanza di coordinamento tra i due diversi Enti che hanno iniziato le verifiche fiscali. A ben guardare, infatti, le due verifiche si accavallano e la duplicazione e la sovrapposizione sono in re ipsa, senza necessità di essere ulteriormente argomentate. Non solo. Va rilevato come non si possa non cogliere, nei confronti del soggetto sottoposto al duplice accertamento, un chiaro intento persecutorio, drasticamente accelerato dalla evoluzione repentina che il fenomento dei compro-oro sta sviluppando nel sistema economico del Paese. E notevole lo sforzo messo in campo dall amministrazione finanziaria per contenere il presunto fenomeno evasivo posto in essere dagli operatori della categoria dei compro-oro, ma per il riscontro della effettiva sussistenza o meno di condotte illecite nei confronti di un singolo imprenditore, magari risultato congruo e coerente negli studi di settore, sulla cui pericolosità quindi non vi sono riscontri almeno presuntivi - dovrebbe essere sufficiente l attività svolta da un solo organismo di controllo. Sembra davvero eccessivo l accanimento operato nei confronti di un singolo imprenditore, verso il quale, delle due l una: o sono stati completamente ignorati gli strumenti predisposti dall Amministrazione Finanziaria per evitare le duplicazioni ed agevolare lo scambio di informazioni tra i diversi organismi deputati all effettuazioni delle verifiche, di tal chè tali negligenze appaiono effettivamente gravi e colpevoli; o vi è un oscuro disegno persecutorio e, in tal caso, davvero non si comprendono le ragioni giustificative di un tale accanimento. In entrambi i casi, comunque, l Amministrazione Finanziaria deve essere chiamata a rispondere del grave nocumento arrecato al contribuente che, fino a prova contraria, si presume corretto ed in buona fede, in considerazione delle risultanzae degli studi di settore fino ad oggi disponibili. RIPRODUZIONE RISERVATA 19

20 NON SOLO ITALIA ANCHE IN SPAGNA DILAGA IL FENOMENO DEI COMPRO-ORO 20

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