Giuseppe del Monte (Mombaroccio Urbino 1799) Via Crucis, oli su tela, cm 72 x 102 (ciascuno) MERCATELLO SUL METAURO, Chiesa Collegiata

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Alberta Salerno
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2 Giuseppe del Monte (Mombaroccio Urbino 1799) Via Crucis, oli su tela, cm 72 x 102 (ciascuno) MERCATELLO SUL METAURO, Chiesa Collegiata 6 Dal manoscritto dell Antaldi, datato 1805 e conservato presso la Biblioteca Oliveriana di Pesaro, apprendiamo che Giuseppe del Monte era nato a Mombaroccio, che era stato allievo di Sebastiano Ceccarini a Fano e che si era trasferito ad Urbino conducendo una vita agiata e lasciando una buona eredità all unica sua figlia; passabil pittore, è ricordato per alcuni non precisati quadri dedicati ad immagini mariane 1. Sappiamo anche che per la Chiesa di Paganico, nel comune di Urbino, distrutta da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, aveva eseguito tre tele raffiguranti l Assunzione, la Concezione, il Riposo in Egitto, e che per lo stesso luogo aveva restaurato il quadro della Santa Lucia 2. Lavorò per la famiglia Materozzi Brancaleoni di Urbania dove nel Paideion del palazzo, ove si svolgevano attività didattiche rivolte anche ai bambini meno abbienti, è ancora visibile la decorazione a tempera che vi eseguì 3 ; nella Chiesa di Santa Maria in Profeo, vicino ad Urbania, è sua la tela dell altare sinistro, raffigurante i Santi Vincenzo Ferreri e Valentino prete, firmata e datata ; in quella di Santa Maria dei Servi di Sant Angelo in Vado, dipinse invece la Madonna del Pianto, copia di quella attribuita a Zanino di Pietro, conservata nella Cattedrale della cittadina 5. In una situazione così scarna riguardo ad opere e informazioni, questa via dolorosa si pone come utile riferimento per la definizione del lavoro di un pittore che, pur nella sua modestia, presenta non di meno caratteristiche su cui varrà la pena di soffermarsi. Realizzata per la Collegiata di Mercatello, dove ancora si conserva, assieme all Immacolata Concezione di Raffaellino del Colle e al San Carlo Borromeo del Guerrieri, la Via in esame venne eseguita nel 1795, negli ultimi anni di attività del pittore 6. Allo stato delle conoscenze non è dato sapere se l artista si sia servito di un modello incisorio preesistente o se abbia interpretato personalmente episodi del resto ormai ampiamente codificati. Le scene, perlopiù 67

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6 concepite su uno sfondo naturalistico, sono particolarmente affollate; attorno alla figura di Cristo e alla croce si muovono soldati e personaggi colti in varie posizioni. Particolarmente attento alla resa delle diverse fogge degli abbigliamenti, il pittore si preoccupa di restituire il ritmo del cammino del gruppo verso la cima del Calvario e, oltre a cambiare di volta in volta l ambientazione paesaggistica, colloca perlopiù le figure l una accanto all altra, riuscendo così a fatica a conferire alla scena un efficace effetto d insieme; precede quasi sempre il gruppo un bambinetto dall abito azzurro e dal copricapo piumato che reca il cesto con i chiodi. In certi casi visibile solo in parte, è già in marcia verso l episodio successivo, in altri invece si ferma a guardare la scena; compare per l ultima volta nell undicesima stazione quando, seduto, il cesto rovesciato a terra, contempla impietoso gli aguzzini intenti alla crocifissione. Le figure un po tozze dei soldati dagli occhi cisposi, rigide nei movimenti come marionette del teatro dei pupi, sono bloccate in espressioni vuote e ripetitive; poco più sostenuto il pathos degli altri partecipanti e delle pie donne che osservano in disparte l avvenimento. In questa sequenza di immagini esplicite e didascaliche, lo spettatore viene spesso chiamato a partecipare dallo sguardo di almeno uno dei protagonisti: nella seconda stazione ci guarda il soldato che guida il gruppo, nella terza e nella quinta Gesù caduto sotto il peso della croce, nella quarta il soldato vicino alla Vergine, nella sesta il bambino d azzurro, nella decima Cristo denudato. Nella resa pittoresca e popolare del soggetto, apprezzabile per una certa sicurezza e coerenza esecutive, così come per spontaneità e chiarezza, non mancano anche alcuni riferimenti colti, rintracciabili a mio avviso nell impaginazione paesaggistica; nella prima tela della nostra serie l apertura verso l esterno, dalla quale si intravede un brano di natura con le figure della Vergine e di San Giovanni, richiama l Annunciazione dipinta dal Domenichino nel Duomo di Fano, un testo che certo Giuseppe conosceva bene e sul quale era intervenuto lo stesso Ceccarini (Fano ) suo maestro che ne aveva eseguito delle copie 7. Sulla cultura di quest ultimo, fatta di classicismo ed arcadia ma al contempo di confronto con la realtà dei dettagli che bene si esprime nei ritratti e nelle nature morte, il nostro passabil pittore avrà di certo riflettuto. Note 1. A. Antaldi, Notizie di alcuni architetti, pittori, scultori di Urbino, Pesaro e de luoghi circonvicini (1806), a cura di A. Cerboni Baiardi, Ancona 1996, p Cfr. G. Allegretti, Studi Montefeltrani, 25, 2004, p F. Tesini, Itinerario della pittura del Settecento nella provincia di Pesaro e Urbino, in I sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del Settecento a Pesaro e Provincia. Itinerario artistico, a cura di F. Tesini, Fano 2000, pp C. Leonardi, Guida per le chiese di Urbania e Museo arcidiocesano, Urbania 2005, pp Ringrazio per la segnalazione Bonita Cleri. 6. Cfr. C. Leonardi e G. Muccioli, Guida per Mercatello sul Metauro, Urbania 1997, p. 17. A causa delle consistenti misure delle tele, forse sproporzionate per gli intercolumni della chiesa, la Via Crucis venne per qualche tempo spostata in San Francesco dove, nel 1912, fu arricchita di cornici in stile gotico, oggi non più esistenti, eseguite dall ebanista faentino Francesco Morini; cfr. G. Muccioli, San Francesco. Un convento, una chiesa, un museo a Mercatello, Sant Angelo in Vado 2005, p A seguito di un incendio avvenuto nel 1749, Sebastiano Ceccarini fu incaricato di copiare gli affreschi eseguiti da Domenichino nel Duomo di Fano e successivamente si cimentò nel restauro degli stessi; sull argomento cfr. B. Cleri, Sebastiano Ceccarini, Milano 1992, pp Bibliografia essenziale A. Antaldi, Notizie di alcuni architetti, pittori, scultori di Urbino, Pesaro e de luoghi circonvicini (1805), a cura di A. Cerboni Baiardi, Ancona 1996, p. 70; C. Leonardi e G. Muccioli, Guida per Mercatello sul Metauro, Urbania 1997, p. 17; F. Tesini, Itinerario della pittura del Settecento nella provincia di Pesaro e Urbino, in I sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del Settecento a Pesaro e Provincia. Itinerario artistico, a cura di F. Tesini, Fano 2000, pp ; G. Allegretti, Studi Montefeltrani, 25, 2004, p. 156; G. Muccioli, San Francesco. Un convento, una chiesa, un museo a Mercatello, Sant Angelo in Vado 2005, p

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