ANALISI GIS DELLA RURALITÀ: PRIMI RISULTATI
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- Florindo Conti
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1 SESSIONE TEMATICA 3 PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E TUTELA DELL AMBIENTE CONVEGNO INTERNAZIONALE PROGETTO ARUPA Matera Maggio 2015 ANALISI GIS DELLA RURALITÀ: PRIMI RISULTATI I. Diti, M. Sigura, L. Piani, P. Bonfanti, D. Torreggiani, P. Tassinari
2 CONTESTO In un contesto in cui vi è la necessità di delineare strategie di sviluppo che tengano conto della complessità territoriale degli ambiti dove dovranno essere attuate, assumono un ruolo sempre più centrale le AREE RURALI Tali spazi non possono più essere descritti solo in funzione della loro produttività ma è necessario tenere conto di una rosa di funzioni, sempre più diversificate e connesse ad altri settori economici sociali. Inoltre lo spazio rurale si rivela sempre più una risorsa fondamentale per la qualità della vita RURALITA E PAESAGGIO RURALE Nel tempo si è sviluppata una dicotomia fra i termini RURALE e AGRICOLO. Il concetto di ruralità fatica ad avere una definizione condivisa e risulta fortemente condizionato dall approccio che viene utilizzato per la sua lettura
3 Decreto Ministeriale MIPAAF n.17070/2012 Art.2 Definizioni paesaggio rurale tradizionale di interesse storico Individuato in quelle porzioni di territorio classificato come rurale e/o in elementi lineari o puntuali, che per continuando il loro processo evolutivo, conservano evidenti testimonianze della loro origine e della loro storia, mantenendo un ruolo nella società e nell economia. Essi comprendono ordinamenti colturali, manufatti ed insediamenti ad uso agricolo, forestale e pastorale che mostrano caratteristiche di tradizionalità o interesse storico. Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio 42/2004 Nella definizione delle prescrizioni relative alla stesura dei piani paesaggistici vi è tale indicazione: Art.135 Pianificazione paesaggistica: Per ciascun ambito i piani paesaggistici definiscono apposite prescrizioni e previsioni ordinate, in particolare: [ ] d) Alla individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati, con particolare attenzione alla salvaguardia dei paesaggi rurali [ ]
4 CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE STATO DELL ARTE OECD (2010) TERRITORIO (NUTS3) Unità a predominanza urbana (PU) Unità intermedie vicine a una città (INC) Unità intermedie remote (INR) Unità a predominanza rurale vicine a una città (PR) Unità a predominanza rurale remote (PRR) Popolazione (urbana e rurale) e vicinanza a centri urbani (remoteness dimension) MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI A) POLI URBANI B) AREE RURALI AD AGRICOLTURA INTENSIVA SPECIALIZZATA C) AREE RURALI INTERMEDIE D) AREE RURALI CON PROBLEMI DI SVILUPPO Morfologia, altimetria, popolazione e peso della superficie agricola su quella totale.
5 OBIETTIVO DELLO STUDIO Obiettivo dello studio è quindi quello di concepire una metodologia di classificazione del territorio rurale, basata dell aggregazione statistica di indicatori, integrando l utilizzo di Sistemi Informativi Geografici e software di elaborazione statistica, testata e validata tramite la sua applicazione a casi studio regionali con differenti caratteristiche morfologiche, strutturali e di sviluppo. APPROCCIO PROPOSTO Definizione di aree rurali attraverso l uso di un analisi multicriteriale che tenga conto del nuovo concetto di ruralità, che non può prescindere dalla valutazione delle differenti dimensioni dello sviluppo territoriale, economico e sociale in un contesto di multifunzionalità dello spazio rurale
6 MATERIALI E METODI: I CRITERI DI ANALISI TERRITORIO RURALE KEY ELEMENTS 0 STRUTTURA PRODUTTIVITA AGRODIVERSITA DIMENSIONE SOCIALE Carattere del territorio in termini di: -Popolazione - uso del suolo Capacità del territorio rurale di rappresentare una risorsa in grado di produrre reddito e assicurare posti di lavoro e sicurezza alimentare. Descrizione delle componenti naturali, tutelate e non, del territorio e delle connesse funzioni agro-ecosistemiche Capacità delle comunità di relazionarsi con il territorio attraverso il lavoro
7 CASI STUDIO 156 Comuni Friuli-VeneziaGiulia Provincie di Pordenone, Udine e Trieste Gorizia, Area di pianura 139 Comuni Provincie di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Modena, Bologna Emilia-Romagna
8 PRIMI RISULTATI SUI CASI STUDIO indicatori esemplificativi Densità abitativa (POP) Friuli-Venezia Giulia: Valori maggiori in corrispondenza dei comuni capoluoghi di provincia e nei comuni limitrofi. Si evidenziano i grandi centri urbani della regione e la variabilità per i restanti comuni con aree a bassa densità che si distribuiscono tanto nell area collinare, quanto in quella di pianura. Emilia-Romagna: Valori maggiori in corrispondenza dei capoluoghi di provincia, nei comuni di costa e nei comuni del Modenese. Si evidenzia una suddivisione dell area studio in corrispondenza della via Emilia. A sud comuni a più bassa densità e a Nord comuni a densità maggiore.
9 Numero di agriturismi (ECON3) Friuli-Venezia Giulia Si nota una più alta presenza di agriturismi nella porzione orientale della regione, in corrispondenza delle aree vitivinicole e costiere. Viene messo in luce un settore agricolo di pregio, vitale caratterizzato da qualità ambientale in grado di attrarre visitatori. Si registrano valori più bassi nei comuni della Provincia di Pordenone. Emilia-Romagna Si notano valori bassi nei comuni modenesi, mentre vi sono valori generalmente alti nelle altre provincie dell area studio. In particolare nei comuni delle Province di Ravenna e Forlì-Cesena dimostrando la presenza di tali strutture in aree a carattere turistico come in zone costiere con presenza di paesaggi costieri naturali e nei comuni pedemontani dell Appennino forlivese.
10 % residenti stranieri (SOC4) Friuli-Venezia Giulia Il FVG registra valori relativamente molto più bassi rispetto a ER. Si nota come i valori più alti siano concentrati nei comuni della provincia di Pordenone e nei centri capoluogo. Emilia-Romagna Si nota una medio-alta percentuale di residenti stranieri in quasi tutta l area studio, con valori maggiori nei comuni della Provincia di Modena. L area della Provincia di Bologna presenta valori generalmente più bassi rispetto alle altre provincie.
11 % seminativi (AMB5) Friuli-Venezia Giulia L intensità agricola mostra i valori maggiori concentrati in una vasta area centrale (che si estende nell alta e nella bassa pianura friulana) che corrisponde alle superfici regionali destinate alla cerealicoltura. Il dato è coerente con la diffusione delle colture arboree (vite) dell area collinare orientale Emilia-Romagna Per la Regione ER si registrano valori relativamente più bassi rispetto a FVG. I valori più alti sono concentrati nell area della pianura settentrionale delle Provincie di Modena e Bologna. L agricoltura Romagnola è caratterizzata da ampie superfici frutticole e ciò è visibile in carta (valori più bassi)
12 CONCLUSIONI E SVILUPPI IN CORSO Il set di indicatori individuato per la classificazione del territorio sulla base dei propri caratteri di ruralità e multifunzionalità ha permesso di delineare differenti tipologie di ruralità in entrambi i territori individuati. I dati presentati costituiscono i primi risultati di una più ampia ricerca in fase di sviluppo. Attualmente sono in corso di svolgimento approfondimenti e test riguardanti l analisi aggregata degli indicatori scelti attraverso differenti tecniche di analisi statistica al fine di descrivere le suddette classi di ruralità ed evidenziare la suddivisione dei comuni nelle stesse. La classificazione ottenuta a seguito delle fasi di aggregazione potrà quindi divenire strumento utile per una corretta definizione e verifica delle politiche di sviluppo territoriale e rurale, costituendo una base dati conoscitiva delle caratteristiche delle differenti tipologie di ruralità presenti nel territorio. Tali politiche potranno quindi definire gli obiettivi specifici per il paesaggio rurale come indicato dagli strumenti governativi.
13 GRAZIE PER L ATTENZIONE I.Diti, D. Torreggiani, P. Tassinari Università di Bologna Dipartimento di Scienze Agrarie M. Sigura, L. Piani, P. Bonfanti, Università di Udine Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali
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