FONDI&SICAV CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO. I due grandi enigmi asiatici Cina e India al momento della verità

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1 FONDI&SICAV CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 6 - Numero 49 - Gennaio 2013 I due grandi enigmi asiatici Cina e India al momento della verità Nuovi trend L Europa scopre il cloud computing Consensus Usa Un inizio anno con tante speranze

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3 Editoriale Alziamo il tiro Mentre negli Stati Uniti veniva eletto Obama tra show televisivi e copertura mediatica in tutto il mondo, anche la Cina nominava il proprio leader che resterà in carica per 10 anni e del quale però la maggior parte della gente nemmeno conosce il nome. Ancora più stridente appare questa differenza di trattamento se consideriamo che oggi la Cina è la potenza economica numero due al mondo e che molto probabilmente, alla fine degli attuali mandati dei presidenti in carica, si ritroverà al primo posto. Per questa ragione e per cercare di andare oltre gli articoli standard abbiamo deciso di cominciare l anno dedicando la copertina a un analisi approfondita di Cina e India (l altro gigante asiatico in fondo quasi sconosciuto), per capire lo stato di salute di queste due economie che oggi si trovano in un momento cruciale del loro sviluppo. Come al solito non ci siamo limitati a indicare le opportunità, ma abbiamo messo in evidenza anche i molti rischi potenziali da tenere sotto controllo per decidere se investire o meno in questi paesi. Per alzare il tiro in questo numero inauguriamo anche una nuova rubrica con la quale cercheremo di individuare quali possano essere i nuovi trend del futuro in un mondo in continuo cambiamento. Abbiamo dedicato la prima analisi all universo cloud, settore che molti di noi, complici i nuovi gadget tecnologici sempre più diffusi, usano e conoscono senza però avere mai pensato alle implicazioni economiche del suo diffondersi. Come scoprirete, le implicazioni sono decisamente importanti e vale la pena cominciare a considerarle; così in ogni numero cercheremo nuovi settori da approfondire per trovare nuovi spunti di investimento. Conoscere per investire al meglio! GIUSEPPE RICCARDI Uno sfacelo tutto green ALESSANDRO SECCIANI Pochi conoscono l indice Renixx e ultimamente i giornali che sono sempre estremamente attenti alle nuove tendenze dell economia non l hanno citato frequentemente. Si tratta del benchmark che raccoglie le 30 più importanti aziende del mondo che operano nelle energie rinnovabili: si tratta in pratica dell indice più importante da tenere in considerazione da parte di tutti coloro che credono nei valori ecologici e che pensano che si possa realizzare un industria energetica rispettosa dell ambiente e capace di fornire uno sviluppo sostenibile. In questo quadro idilliaco c è però un piccolo particolare: dai massimi del 2008 questo paniere di titoli ha perso circa il 90%. È vero che nel 2008 quasi tutte le azioni hanno ceduto pesantemente, ma è anche altrettanto vero che dal 2009, tra alti e bassi, il mercato ha riguadagnato terreno in maniera consistente. L indice Renixx no: nel periodo 2010-inizio 2013 ha continuato a venire giù come un piombino con una coerenza invidiabile e oggi non siamo lontani dall azzeramento del valore. Anche se molto meno drammatica, la situazione italiana non sembra idilliaca: le società green quotate in borsa (non necessariamente solo nel settore delle energie rinnovabili), secondo una rilevazione della società Vedogreen, che monitorizza il settore, nei primi nove mesi del 2012 avevano perso in borsa in media il 15,62%, con punte di -44,27%, e una sola azienda, la Greenvision ambiente, poteva vantare una performance positiva. Quasi tutte le società hanno dimostrato una volatilità da rendere praticamente impossibile programmare un investimento a medio-lungo termine in questo settore, che in questi termini può essere avvicinato solamente da uno scatenato speculatore a brevissimo. In più le infiltrazioni mafiose si sono dimostrate in questo campo molto pericolose. E vero che su tutto il comparto, che quasi ovunque è largamente sovvenzionato dagli stati, ha inciso in maniera determinante il taglio delle spese pubbliche, ma un disastro di questo genere quanto può essere imputato a fattori esterni? Francamente sono convinto che il crack sia troppo enorme perché non si debba ripensare tutta la strategia. Il destino cinico e baro e i complotti da parte del potere inquinatore in mano alle sette sorelle possono determinare momenti di difficoltà, ma non certo un crollo di questo tipo. In pratica non rimane altro da fare che mettere un punto e a capo. E sia ben chiaro, personalmente ritengo cruciale lo sviluppo sostenibile dell economia e, proprio perché penso che sia davvero la sfida fondamentale del domani, sono convinto che sia necessario tirare fuori questi dati e procedere a una critica impietosa. Che cosa sia stato sbagliato non lo so, ma certamente è stato sbagliato quasi tutto, se non tutto. Si diceva una volta che la guerra è una cosa troppo seria per farla fare ai militari: ecco forse l ambiente è problema troppo serio per farlo tutelare agli ambientalisti. 0 ai finanzieri green. FONDI&SICAV/Gennaio

4 Sommario Gennaio I I portafogli degli operatori Obama ha fatto la grazia Il presidente Usa, trovando l accordo in extremis sul fiscal cliff, ha dato un consistente aiuto ai mercati e ha incrementato l ottimismo che già alla fine dell anno gli operatori manifestavano. Discrete notizie anche dall Europa trend del futuro Investire sulle nuvole Secondo uno studio della International Data Corporation richiesto dalla Commissione europea, la piena adozione del cloud computing porterebbe fino a 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro. E i money manager sembrano intenzionati a puntare su questa tecnologia 18 Le due grandi incognite asiatiche Un forte Dragone con tanti problemi È fondamentale nell'economia globale il ruolo del gigante orientale, sempre più in grado di influire anche sull'andamento di Europa e Usa. Oggi Pechino appare in difficoltà per diversi motivi: lo spostamento di enormi capitali dalla borsa al settore immobiliare, peraltro in sospetto di bolla speculativa, la mancanza di finanziamenti per l'industria privata, l'assenza in molti casi di regole di governance chiare e la fase di transizione politica sono solo alcuni dei nodi ancora da sciogliere. Nonostante tutto ciò, secondo diversi analisti i prossimi anni dovrebbero vedere una ripresa dei mercati azionari e obbligazionari PROMOTORI&CONSULENTI PROMOTORI & FONDI&SICAV Gennaio 2013 PROMOTORI&CONSULENTI Consulenza fee only Pochi la fanno davvero Commissioni da retrocedere Non sempre basta la parcella La situazione in Italia Un mercato ancora agli albori 40 Parla Saverio Scelzo, presidente e amministratore delegato di Copernico sim Una nuova rivoluzione copernicana Parla Saverio Scelzo, presidente e amministratore delegato di Copernico sim «La forza del multibrand» 46 Fee-only Per molti, ma non per tutti 4 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

5 Fondi&Sicav n Fondi comuni - La Corea Miracolo a Seul Attualmente il paese asiatico viene considerato il più affidabile all'interno della sua area e i titoli di stato hanno il massimo rating.ciò ha permesso al Tesoro di emettere 80 miliardi di dollari interamente collocati presso gli investitori di tutto il mondo. Eppure nel 1997 la crisi fu durissima e dovettero intervenire le istituzioni internazionali per salvare una situazione che appariva pesantemente compromessa 54 Consensus - Gli Stati Uniti Inizio alla grande L'accordo sul fiscal cliff, ma anche una serie di discreti dati economici hanno fatto ripartire Wall street molto bene, dopo un 2012 sostanzialmente positivo. Aiutano anche la strategia della Federal Reserve, che resta cauta e mantiene i tassi ai minimi, e una discreta ripresa del mercato immobiliare. Le previsioni sugli utili e sull'andamento delle imprese danno ulteriore carburante al mercato. A fare paura, però, è ancora l'incertezza politica, visto che i problemi legati al taglio del deficit federale sono stati tutt'altro che risolti in maniera definitiva 62 Osservatorio previdenza - Pensioni: che cosa succede da gennaio 2013 Quanto costano Monti e la Fornero Il requisito per ottenere il trattamento di quiescenza entra con il nuovo anno in un quadro molto articolato, che per la complessità intrinseca può creare situazioni di forte penalizzazione, particolarmente per chi ha effettivamente smesso di lavorare, magari non di propria spontanea volontà, ancorché non classificabile come esodato Le rubriche 3 Editoriale 6 Radar finanziario 14 Notizie in breve FONDI&SICAV/Gennaio

6 Radar finanziario Regno Unito, le isole di Man bandiscono i vulture fund Dopo Jersey, anche le isole di Man hanno dichiarato fuorilegge i vulture fund, che sfruttano il debito di alcune delle nazioni più povere al mondo. Tecnicamente sono considerati come fondi di private equity oppure hedge fund. Questa nuova normativa impedisce a questi strumenti di investire piccole frazioni del capitale in questo tipo di debito e poi citare in giudizio le nazioni emittenti per il valore intero del debito emesso. Europa, gli investitori attratti dal risk parity Secondo uno studio indipendente commissionato da Aquila Capital, gli investitori inglesi ed europei stanno rivalutando l approccio risk parity come opportunità d investimento. Per quanto riguarda le asset class su cui applicare la strategia, le preferenze variano molto a livello geografico, anche se si predilige l equity, seguito dal fixed income, dai tassi d interesse e dalle commodity. Questo approccio permette di diversificare il portafoglio, evitando di scommettere sui vincitori del passato e di seguire le bolle speculative. Stati Uniti, corruzione ad alto livello Secondo il Transparency International s Corruption Perceptions Index 2012, la corruzione è uno dei principali problemi al mondo. In una scala da 0 (altissima corruzione) a 100 (molto trasparente), nessuno stato raggiunge la perfezione, ma due terzi dei paesi sono sotto quota 50. Gli Usa si piazzano al 19 posto dietro a Regno Unito, Giappone, Barbados e Hong Kong. Cile, i gestori riducono l esposizione all equity locale I gestori di fondi pensione cileni hanno ridotto la loro esposizione verso l equity locale per il terzo mese consecutivo, assestandosi al 14,7% del totale degli investimenti. In contrapposizione, è aumentata l esposizione azionaria verso i paesi esteri, che compone ormai il 26,5% dei portafogli. In termini settoriali, i maggiori acquisti si concentrano sui finanziari e sugli industriali. Le vendite maggiori, invece, hanno interessato i settori retail. 6 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

7 Europa, consolidamento nell industria dei fondi L industria europea dei fondi continua sulla via del consolidamento anche nel terzo trimestre del Secondo il Fund Market Insight Report, sono stati lanciati nel trimestre 404 nuovi fondi, 471 sono stati liquidati e ci sono state 241 fusioni. Ad ogni modo, la dinamica del trend sembra rallentare e sembra che si possa arrivare presto a un punto di svolta. Asia ex Japan, aumento graduale degli Aum nei prossimi anni Secondo una nuova ricerca Cerulli Quantitative Update: Asian Distribution Dynamics 2012, le masse gestite dai fondi d investimento nell area Asia ex Japan potrebbero passare da 911,2 miliardi di dollari nel 2011 a un trilione a fine 2012 e a 1,5 trilioni nel La crescita sarà graduale e sarà trainata da prodotti che offrono yield e income, coerentemente con uno scenario di bassi tassi d interesse e crescita globale incerta. Emirati Arabi, attesa una crescita del 3,3% nel 2013 Merrill Lynch ha fissato a 3,3% la crescita attesa del Pil negli Emirati Arabi per il Questa convinzione poggia principalmente su tre fattori: una crescita stabile dell economia domestica; un anno che si prospetta buono per i mercati emergenti; segnali positivi di ripresa nel settore immobiliare, in particolare a Dubai.

8 I portafogli degli operatori Obama ha fatto la grazia Il presidente Usa, trovando l accordo in extremis sul fiscal cliff, ha dato un consistente aiuto ai mercati e ha incrementato l ottimismo che già alla fine dell anno gli operatori manifestavano. Discrete notizie anche dall Europa La visione aggressiva di Zenit sgr Spostamento verso il rischio Azionario 100% Archiviato, come largamente previsto, il fiscal cliff americano con un accordo in extremis tra Congresso e presidenza che ha scongiurato l applicazione automatica dei tagli alla spesa e alle facilitazioni fiscali, l attenzione dei mercati è tornata a concentrarsi sull economia, grazie anche alla pubblicazione di dati congiunturali prevalentemente positivi. Tra questi, merita una citazione l indice Pmi manifatturiero a livello mondiale, tornato in dicembre, dopo un semestre negativo, sopra quella soglia dei 50 punti che divide convenzionalmente le fasi di espansione da quelle di contrazione, grazie anche al contributo delle economie emergenti, che si è riflesso in un bel rally di questi mercati azionari. Dei tre fattori di attenzione segnalati lo scorso mese, quindi (fiscal cliff americano, tenuta della crescita nei paesi emergenti ed evoluzione della crisi dell euro) due sembrano essersi molto attenuati, mentre l euro non paralizza più come un tempo gli investitori, che sono anzi tornati a valutare con interesse i cosiddetti paesi periferici. Tanto è vero, che gli investimenti più redditizi nel 2012, ma anche di gran lunga i più rischiosi, si sono rivelati i titoli di stato greci e in seconda battuta portoghesi, con rendimenti superiori al 50%. Tutto ciò ha spostato la propensione dei mercati un po più verso gli investimenti rischiosi, come rivela anche l analisi degli indici di volatilità dei mercati azionari, tornati verso valori storicamente bassi. Sembrerebbe un buon momento, quindi, per il portafoglio consigliato questo mese, che, tuttavia, dato il profilo di rischio elevato, è adatto solo a chi abbia un orizzonte di lungo termine e una buona capacità di sopportazione delle oscillazioni di prezzo. Passando dunque al portafoglio, interamente azionario, si nota che i dieci fondi proposti sono distinti in sei prodotti a focalizzazione geografica e quattro a vocazione settoriale. Continua, tra i fondi a specializzazione geografica, la prevalenza dell Europa, sia pure meno marcata rispetto al trimestre precedente; al Vecchio continente si riferiscono infatti quattro pro- 8 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

9 Investimento Tipo Macroarea Area Stile Peso Etf ishares Msci Usa Eur Azionario America Globale Generico 15 Etf Source Us Consumer Discretionary Sector Usd Azionario Settoriale Consumer Discretionary America 15 Ing (L) Invest Banking & Insurance I Ist Acc Usd Azionario Settoriale Financials Globale 15 Morgan Stanley Asian Property Fund Ist Usd Azionario Settoriale Real Estate Asia 13 BlackRock Euro Markets Fund Acc Ist Eur Azionario Europa Euro Globale 12 Schroders Uk Equity Gbp C Ist Acc. Gbp Azionario Europa UK Blend 10 Franklin European Growth Fund I Eur Azionario Europa Globale Growth 8 BlackRock World Financials Fund Acc Ist Usd Azionario Settoriale Financials Globale 6 BlackRock European Focus Fund Acc Ist Eur Azionario Europa Globale Generico 3 BlackRock Global Smallcap Fund Acc Ist Eur Azionario Mondiale Globale Small Cap 3 dotti con un peso complessivo del 33%: un fondo area euro, un fondo Uk, uno orientato alle azioni growth e uno più generico. L America pesa circa il 15%, mentre il 3% è destinato a un fondo globale specializzato in small cap. Cresce inoltre il peso complessivo degli strumenti con vocazione settoriale, che si ritagliano quasi la metà del portafoglio. Spiccano tra i com- parti consigliati un fondo sui consumi voluttuari in America, che punta sulla tenuta dell economia statunitense, e due prodotti sul settore finanziario, che complessivamente rappresentano oltre il 20% del totale. Completa il portafoglio un fondo real estate asiatico già presente nel portafoglio consigliato lo scorso trimestre, che incrementa il suo peso di una decina di punti percentuali. La visione aggressiva di Pictet funds Una spinta dai politici Dicembre non ha riservato grandi sorprese. È rimasta costruttiva la fase politica sulle principali questioni, nonostante qualche increspatura su entrambe le sponde atlantiche. In Europa sono arrivate le gradite conferme in merito ai progressi sul piano dell unione bancaria, mentre l esperienza del governo Monti si è chiusa con lieve anticipo rispetto alle previsioni e soprattutto si presagisce una campagna elettorale in cui non mancheranno voci anti-europeiste. Negli Usa è stato trovato un compromesso proprio allo scadere che ha consentito di evitare gli aspetti più rovinosi del fiscal cliff. È quindi prevalso l ottimismo, con una ripetizione dello schema di buone performance di asset europei e carry; si ferma l indebolimento del dollaro. I prossimi mesi saranno caratterizzati da attività economica stagnante o recessiva in Europa e forse negli Usa, con minimo ciclico entro la prima metà del Per contrastare il rischio di ulteriore rallentamento, le principali banche centrali aumenteranno la liquidità in circolazione in Usa e probabilmente in Giappone con la benedizione del neo-eletto governo. La Bce dovrebbe allentare le condizioni del credito non appena la trasmissione degli impulsi monetari sarà ripristinata. Manteniamo un atteggiamento costruttivo, con il caveat delle elezioni politiche in Italia: le valutazioni FONDI&SICAV/Gennaio

10 I portafogli degli operatori azionarie rimangono attraenti, ma agli attuali livelli non immuni dai suddetti rischi. Il nostro portafoglio aggressivo è investito per un quarto in strumenti obbligazionari a spread, per la parte rimanente in prodotti azionari globali e tematici. Tra le obbligazioni investiamo in high yield sia americani sia europei, dove scegliamo il comparto con ridotto rischio di duration, e debito emergente in valuta locale. Sulle azioni, oltre ai prodotti globali, privilegiamo le tematiche dei farmaci generici e delle materie prime, sia in forma diretta sia tramite un esposizione al listino russo. Obbligazionari 25% Allocazione per asset class Esposizione suggerita Fondi obbligazionari 25% Fondi azionari 75% Fondi flessibili 0% Totale portafoglio 100% 75% Azionari Fondo Pictet raccomandato Codice Isin Valuta Esposizione suggerita Pictet-Emerging Local Currency Debt-R EUR LU Eur* 5% Pictet-US High Yield-HR EUR LU Eur 10% Pictet-EUR Short Term High Yield-R LU Eur 10% Pictet-Global Megatrend Selection-HR EUR LU Eur* 15% Pictet-US Equity Value Selection-HR EUR LU Eur 10% Pictet-European Equity Selection-R EUR LU Eur* 20% Pictet-Russi Indez-R EUR LU Eur* 5% Pictet-High Dividend Selection-R EUR LU Eur* 15% Pictet-Generics-R EUR LU Eur* 5% Pictet-Agriculture-R EUR LU Eur* 5% *Nav espresso in euro pur essendo parte del sottostante in valuta diversa La visione aggressiva di Bnp Paribas Investment Partners sgr Ancora azioni europee Imercati azionari, a fine dicembre, segnano una performance positiva pari a +1,78% (Msci World in valuta locale). Gli Stati Uniti hanno guadagnato lo 0,71%, mentre l Europa e il Giappone sono cresciute rispettivamente del 2,36% e del 10%. In Europa, la Francia e la Germania hanno chiuso il mese in rialzo del 2,36% e del 2,79%. L Italia e la Spagna hanno guadagnato il 2,20% e il 2,83%. Positiva anche la performance mensile dei mercati emergenti, che al 31 dicembre registravano un rialzo del 3,84% (Msci Em in valuta locale). Ad alimentare l appetito per il rischio è stato da un lato il raggiungimento di un accordo in tema di budget pubblico negli Stati Uniti che ha 10 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

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12 I portafogli degli operatori 5% Alternative 9% Money market Equity 70% 16% Bond permesso di evitare il cosiddetto precipizio fiscale, dall altro la pubblicazione di dati macroeconomici incoraggianti provenienti soprattutto dalla Cina. Se in Giappone le elezioni del 16 dicembre hanno portato alla vittoria della destra e alla nomina a primo ministro di Shinzo Abe, il quale sembra favorevole all introduzione di nuovi stimoli monetari, in Italia il premier Mario Monti ha rassegnato le dimissioni aprendo la strada alle elezioni del prossimo febbraio. In tema di politica monetaria, la Fed riunitasi l 11 e il 12 del mese ha lasciato i tassi fermi allo 0,25% e ha dichiarato che continuerà ad acquista- Categoria % portafoglio Fondi Bnp Paribas raccomandati Codice Equity 3 Bnp Paribas L1 Equity Asia Emerging Usd LU Bnp Paribas L1 Equity Turkey Eur LU Bnp Paribas L1 Equity China Usd LU Bnp Paribas L1 Real Estate Securities Pacific LU Parvest Equity Europe Small Cap LU Bnp Paribas L1 Equity India Usd LU Bnp Paribas L1 Equity Best Selection Euro Eu LU Parvest Flexible Equity Europe LU Bnp Paribas L1 Equity Best Selection Asia Ex- LU Bnp Paribas L1 Equity Europe Growth Eur LU Bnp Paribas L1 Equity Best Selection Europe LU Bnp Paribas L1 Equity Europe Eur LU Parvest Sustainable Equity Europe LU Bnp Paribas L1 Equity Pacific Ex-Japan Eur LU Parvest Equity Europe Mid Cap LU Bnp Paribas L1 Equity Euro Eur LU Bond 3 Bnp Paribas L1 Bond Euro Long Term Eur LU Bnp Paribas L1 Bond Euro High Yield Eur LU Bnp Paribas L1 Convertible Bond Best Selectio LU Bnp Paribas L1 Bond Best Selection World Emer LU Bnp Paribas L1 Bond World High Yield Eur LU Parvest Convertible Bond Europe LU Bnp Paribas L1 Bond Europe Emerging Eur LU Parvest Bond Euro Corporate LU Money Market 3 Bnp Paribas Insticash Eur LU Parworld Euro Short Term Fixed Income LU Bnp Paribas Money Prime Euro FR Alternative 5 Parvest Multi Assets 4 (Usd) C LU re titoli Mbs anche dopo il termine dell operazione Twist al ritmo di 40 miliardi al mese. A questi vanno aggiunti i 45 miliardi mensili destinati all acquisto di Treasury. Il 6 dicembre, in occasione del consueto appuntamento mensile del Consiglio dei governatori della Banca Centrale Europea, anche il presidente Mario Draghi ha lasciato inalterato il tasso refi allo 0,75%. Il rendimento dei titoli di stato americani a 10 anni è salito di 14 punti base circa a testimonianza della cautela degli operatori finanziari di fronte alle notizie non sempre incoraggianti sul raggiungimento dell accordo sul budget. Nonostante il ritrovato appetito per il rischio, invece, il rendimento sull omologo tedesco è sceso di 7 punti base, a 1,32%. Lo spread italiano e quello spagnolo sono rimasti sostanzialmente stabili dopo la discesa degli ultimi mesi (318 da 311 a fine novembre e 395 da 393 a fine novembre rispettivamente). Sul mercato valutario, si segnala la significativa discesa dello yen nei confronti sia dell euro sia del dollaro (-6,19% e -4,87% rispettivamente) e la buona tenuta dell euro nei confronti del dollaro, in rialzo dell 1,34% mensile e dell 1,49% annuale. A dicembre abbiamo sostanzialmente mantenuto l allocazione degli attivi definita nel mese precedente. La nostra preferenza relativa è ancora per le azioni europee (valutazioni e sviluppi in tema di crisi sovrana), cui si aggiungono quelle americane rispetto a quelle inglesi e giapponesi. Siamo rimasti neutrali sulle azioni emergenti su cui siamo più costruttivi in una prospettiva di medio-lungo periodo, in quanto i loro fondamentali rimangono di buona qualità. Siamo rimasti positivi su Corea, Russia e Brasile. Sui governativi continuiamo a essere neutrali, nonostante le valutazioni, in assenza di una preferenza tra i cosiddetti paesi core. Abbiamo ridotto l esposizione al credito sia investment grade sia high yield (ora neutrali); quest ultimo comparto, le azioni e le obbligazioni emergenti costituiscono le nostre principali scommesse per il 2013 che sarà caratterizzato da una crescita non esplosiva ma positiva e da politiche monetarie di sostegno in presenza di tassi ancora bassi. A sinistra il nostro portafoglio aggressivo. 12 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

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14 News Borsa Italiana Nel decimo anniversario dello sbarco sul mercato italiano dei primi Etf, Borsa Italiana ha introdotto su Etfplus due importanti novità per la negoziazione grazie all adozione della nuova piattaforma tecnologica Millennium. Ne parlano Silvia Bosoni e Demis Todeschini del dipartimento di Borsa Italiana che si occupa degli Etf. Può descrivere il funzionamento dell asta di chiusura? Todeschini: «L introduzione dell asta di chiusura sul mercato Etfplus risponde alle esigenze di quegli investitori desiderosi di eseguire o smobilizzare il proprio investimento a un prezzo unico, funzione dell incontro di multipli interessi d acquisto e vendita, che possa risultare, almeno per gli Etf su indici europei, il più vicino possibile al Nav dell Etf e comunque sempre coincidente con il prezzo di riferimento dello strumento. L asta ha una durata di cinque minuti dalle 17,25 alle 17,30 (con chiusura random nell ultimo minuto 17,30:00 17,30:59) e ricalca il funzionamento proprio dell asta di chiusura del mercato telematico azionario a eccezione degli ordini al meglio che non sono ammessi per l asta Etfplus. La presenza di un operatore specialista a garanzia della liquidità del mercato, già pre- Quali sono state le aree su cui siete intervenuti con la migrazione sulla nuova piattaforma? Bosoni: «Millennium è il sistema di negoziazione adottato da tutti i mercati cash di Borsa Italiana che si distingue non solo per la velocità e la capacità di gestire migliaia di proposte al secondo, ma soprattutto per la flessibilità, in quanto sviluppata all interno del gruppo London Stock Exchange da Millennium It, società di software acquisita nel Flessibilità che ci ha consentito di intervenire sul mercato Etfplus con l introduzione dell asta di chiusura e vista per la fase di negoziazione continua, è estesa anche delle funzionalità Cross/Btf. Il comune denominatore di all asta di chiusura». queste due funzionalità è consentire agli investitori di ottimizzare la modalità di negoziazione degli Etf in base alle caratteristiche dei loro ordini, sotto il profilo della di- nuove funzionalità e a chi sono dirette? Passiamo ai Cross/Btf: in che cosa consistono queste mensione e del prezzo. Da un lato l asta di chiusura consente, infatti, di eseguire un ordine a un prezzo unico che ticolare tipologia di proposta attraverso la quale è possi- Todeschini: «Con il termine Cross/Btf s identifica una par- coincide con quello di riferimento dello strumento e dall altro gli ordini Cross/Btf permettono l esecuzione delle vendita i cui termini siano già stati definiti tra due controbile eseguire, senza impattare il book, ordini di acquisto e operazioni di elevate dimensioni senza avere impatti sul parti. In particolare si parla di cross order quando le proposte sono eseguite a un prezzo compreso tra la book di negoziazione». migliore Un nuovo Millennium per gli Etf proposta in acquisto e di vendita presenti sul book di negoziazione (estremi inclusi). Qualora, invece, la quantità oggetto della proposta sia uguale o superiore a determinati valori (block trade) stabiliti da Borsa Italiana, il prezzo di esecuzione può essere compreso in uno spread più ampio del best bid-ask (ad esempio per gli Etf azionari europei il controvalore deve essere superiore, indicativamente, a euro e il prezzo deve ricadere in un range pari a +/-2,5% rispetto al best bid-ask). Con queste due nuove funzionalità, disponibili su tutti i mercati cash di Borsa Italiana, gli investitori, in particolare gli istituzionali, possono oggi eseguire ordini di grandi dimensioni su Etf avendo la certezza del prezzo e della esecuzione (perché non transitato dal book) beneficiando inoltre della garanzia di buon fine fornita dalla controparte centrale». 14 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

15 Fondi comuni La crisi non sembra andare a braccetto con il vizio. Il Vice Fund di Usa Mutuals, che investe in società attive nei settori del tabacco, bevande alcoliche, giochi d azzardo e armi, ha chiuso il 2012 con una performance annua superiore al 20%. La tesi dei gestori del Vice Fund, che ha da poco compiuto i 10 anni di vita, è che i settori in cui investe siano completamente slegati dall andamento del ciclo economico. Talmente slegati da potere seguire un comportamento contrarian durante le fasi peggiori di una crisi economica. Tra i vantaggi offerti da questi settori si trovano le barriere naturali che bloccano la concorrenza e la capacità di generare elevati flussi di cassa. Il vizio rende Il fondo presenta rendimenti positivi su tutte le scadenze. Nel 2012, il Vice Fund ha accumula un rendimento del 21,49%, battendo l indice Standard and Poor s di quasi quattro punti percentuali. Negli ultimi 10 anni, il prodotto ha realizzato una rivalutazione annua del 10,61%: pertanto, 10 mila dollari investiti dieci anni fa, si sarebbero trasformati in Anche nel peggiore degli scenari mondiali (gli ultimi cinque anni), il fondo si è mantenuto in territorio positivo con una performance media annua dell 1,11%. I valori con più peso in portafoglio sono due società del tabacco con oltre il 5% del portafoglio complessivo. Altria, società del gruppo Philip Morris, assorbe il 5,17% e il titolo si è rivalutato del 10% da inizio anno e ha offerto un dividend yield superiore al 5%. Anche Lorillard, terza società del tabacco negli Usa, presenta un dividend yield in continua crescita e già superiore al 5%. Con un peso molto vicino al 5% trova posto in portafoglio il Galaxy Entertainment Group, gruppo asiatico controllato da Galaxy Casino, società che ha la concessione del gioco d azzardo a Macao dal Il valore del titolo, quotato alla borsa di Hong Kong, si è impennato nel corso del 2012 del 110%. Il Vice Fund investe più del 4% del proprio patrimonio in titoli della Philip Morris International, che vende sigarette in 180 paesi (oltre agli Usa), con marche come Marlboro e L&M. Un altro titolo con un peso prossimo al 4% è Diageo, fabbricante di bevande alcoliche famose (Johnnie Walker, J&B, Smirnoff, Baileys, Tanqueray e Guinness). Il titolo Diageo si è rivalutato del 30% da inizio anno. Bank of England che l attuale governatore della Banca Centrale Canadese, Mark Carney, sarà dal prossimo 1 luglio alla guida della Bank of England, ha L annuncio provocato un alluvione di opinioni sul significato di un cambiamento così profondo. I britannici vedono in Carney una specie di messia in grado di riportare la stabilità che è stato capace di trasmettere al Canada durante questa lunga fase di crisi economico-finanziaria. L elezione di Carney è un fatto straordinario per un istituzione vecchia di 300 anni. Sarà la prima volta nella sua lunga storia che la Boe verrà guidata da uno straniero, anche se l istituto ha ospitato in passato banchieri statunitensi in seno al Comitato di politica monetaria. Un canadese al comando Carney arriva a Londra con l aureola di avere pilotato in acque tranquille la politica monetaria canadese durante la crisi finanziaria (anche se lui non smette mai di sot- tolineare che il merito non è solo suo) e il prestigio di avere saputo anticipare gli effetti della crisi, essendo stato il primo banchiere centrale ad annunciare l arrivo di un lungo periodo di tassi di interesse molto bassi e il primo a optare per un inversione del trend ribassista iniziando a ritoccarli al rialzo. Carney appartiene al gruppo di esperti che crede che i bonus debbano essere vincolati ai risultati di lungo termine; che la comunicazione è uno strumento essenziale, soprattutto in tempi di crisi; che le banche dovrebbero accumulare capitali sufficienti ma senza esagerare; che le aziende occidentali devono trarre vantaggio dalla domanda di beni e servizi proveniente dai paesi emergenti; che bisogna affrontare una volta per tutte l ingiustizia di un sistema che socializza le perdite e privatizza i guadagni; che è necessario restituire il capitalismo ai capitalisti, accrescere la disciplina del sistema e, di conseguenza, ridurre i rischi sistemici. Forse arriva un po tardi per il Regno Unito, dove due tra le maggiori banche del paese sono sotto il controllo del capitale pubblico da quando è iniziata la crisi. FONDI&SICAV/Gennaio

16 I trend del futuro Investire sulle nuvole Secondo uno studio della International Data Corporation richiesto dalla Commissione europea, la piena adozione del cloud computing porterebbe 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro. E i money manager sembrano intenzionati a puntare su questa tecnologia Tra gli esperti del settore tecnologico non si parla d altro, viste le potenzialità connesse ai nuovi servizi e le fonti di business che questo mercato potrebbe generare. Argomento, specie quest ultimo, particolarmente appetibile per tutti i money manager alla ricerca di performance in uno scenario, quello delle borse mondiali, per nulla semplice da decifrare. Stiamo ovviamente parlando del cloud computing, i nuovi sistemi, ormai diffusi nel mercato, che permettono alle imprese, così come al singolo utente, di avvalersi autonomamente e direttamente on-line sia dei servizi di archiviazione dati sia di alcuni software. Un recente studio della International Data Corporation richiesto dalla Commissione Europea e ritenuto particolarmente interessante da Tendercapital, che guarda al cloud computing con molta attenzione considerandolo un tema d investimento forte per i propri portafogli, evidenzia che più della metà delle imprese e dei consumatori dell'ue utilizza già alcuni di questi servizi, ma la piena adozione di questi modelli è ancora lontana, ostacolata da una vasta gamma di strozzature e barriere. Al momento, infatti, lo sviluppo del cloud computing è frenato da alcune criticità giuridiche come i problemi di localizzazione dei dati, la loro sicurezza e protezione, la portabilità tra sistemi diversi e, più in generale, le incertezze sulla relazione e l affidabilità dei fornitori di cloud. Senza dimenticare, inoltre, una questione pratica fondamentale per il take off del settore: l accesso a internet a costi bassi o minori rispetto a oggi. Il report rileva che vi sono dunque alcune questioni fondamentali che devono essere affrontate dai regulator europei per togliere le barriere che attualmente ostacolano il percorso e per spingere gli investimenti in questo campo dai 35 miliardi di euro previsti in uno scenario di non-intervento ai quasi 80 miliardi entro il 2020, considerati nell ipotesi dell avvio di precise politiche in ambito comunitario. Strategie che, considerando solo il potenziale di creazione di posti di lavoro, International Data Corporation stima che porterebbero, nello scenario migliore, circa 3,8 milioni di nuovi occupati, contro gli 1,3 milioni previsti nello scenario di non-intervento. Tuttavia, questi dati non tengono 16 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

17 conto dei posti di lavoro che andrebbero persi nella riorganizzazione dei processi aziendali e nel conseguente aumento della produttività. Il mercato del cloud, in ogni caso, dovrebbe rappresentare non solo un driver di creazione netta di occupazione nel medio termine, ma è destinato ad avere un impatto sulla crescita economica nell'unione Europea, grazie allo spostamento verso un nuovo paradigma fondato sull innovazione e sull aumento della produttività. Secondo l analisi di International Data Corporation, anche uno scenario di non-intervento delle istituzioni nel settore del cloud computing potrebbe in ogni caso generare fino a 88 miliardi di contributo al Pil dell'ue nel L intervento dei regolatori, al contrario, potrebbe invece apportare nel medesimo arco temporale ben 250 miliardi, con un surplus di 162 miliardi rispetto al primo scenario. È bene sottolineare, comunque, che all interno del progetto Europe 2020, la Commissione europea ha definito l agenda digitale europea che si propone proprio di sfruttare al meglio il potenziale delle tecnologie informative e comunicative per favorire l innovazione, la crescita economica e il progresso. L agenda digitale europea vede al proprio interno la European cloud computing strategy e questa nuova strategia mira a definire un insieme unico di regole per il settore e accrescere di 160 miliardi di euro all'anno il Pil dell'ue da qui al 2020 creando almeno 2,5 milioni di posti di lavoro. Al di là delle politiche adottate dalle istituzioni europee, il business del cloud computing evidenzia al momento un peso ancora limitato, rappresentato solo dall 1,6% del totale della spesa nell It nel Tuttavia, la situazione sta cambiando rapidamente e sono attese buone notizie già nel breve termine. International Data Corporation stima che il mercato dei servizi cloud raggiungerà entro il miliardi di ricavi (pari al 3,6% del totale del mercato It). Questa view è fondata sulla base dell indagine condotta per questo studio, che ha incluso 479 imprese che già utilizzano i nuovi servizi. L 81% degli intervistati ha infatti dichiarato che l adozione del cloud computing ha comportato una riduzione dei costi associati all It dal 10% al 20%, mentre il 12% ha riferito di un risparmio del 30% o più. I vantaggi pratici per le aziende che adottano questi servizi possono essere sintetizzate in cinque categorie: lavoro più efficace in mobilità (46%), aumento della produttività (41%), maggiore uso di processi standard (35%), una migliore capacità di entrare in nuovi comparti di business (33%) e la possibilità di allargare l attività a nuove aree (32%). Tutti i partecipanti al sondaggio hanno comunque manifestato l intenzione di aumentare gli investimenti in questo settore. Anche se non tutti i propositi si tradurranno in investimenti reali prima del 2020, la crescita del cloud computing è destinata comunque ad affermarsi. I servizi cloud sembrano dunque offrire diversi vantaggi economici agli utenti e all'economia. In particolare, questi sistemi hanno il potenziale per liberare le imprese dalla necessità di spendere grosse cifre nell It, consentendo loro di essere molto più agili nell uso della tecnologia, specie perché può essere adoperata attraverso un portale self-service. L indagine ha poi esaminato l'impatto che l intervento dei regulator avrebbe sulle loro scelte di investimento nel cloud computing. E i risultati sono notevoli. Quasi la metà degli intervistati ha dichiarato che, se venisse delineato un quadro giuridico e pratico più stabile, sarebbe pronta ad avviare o aumentare gli investimenti in /calendar/diary e più in generale nelle soluzioni di sicurezza. Ancora più interessante, il 47,2% degli intervistati è disponibile a investire in storage online, mentre il 43,6% punterebbe su cloud-based database; quasi un terzo dei partecipanti al sondaggio impiegherebbe risorse nella maggior parte delle aree dei servizi cloud. In altre parole, si attende un indubbio impatto positivo sull accelerazione degli investimenti nel cloud computing. Allargando il focus, International Data Corporation ritiene che il peggioramento delle prospettive economiche non influenzerà la crescita del mercato dei servizi cloud. In passato, le crisi economiche, infatti, hanno avuto un impatto minimo o nullo sul settore che anzi, in alcuni casi, ha beneficiato della minore disponibilità dei capitali sul mercato, un fattore che ha spinto molte società a razionalizzare le spese e a cercare soluzione tecnologiche a prezzi più bassi. Inoltre, i servizi di cloud rappresentano ancora una piccola, anche se in rapida crescita, quota di mercato nell It globale. FONDI&SICAV/Gennaio

18 Le due grandi incognite asiatiche La Cina Un forte Dragone con tanti problemi È fondamentale nell'economia globale il ruolo del gigante orientale, sempre più in grado di influire anche sull'andamento di Europa e Usa. Oggi Pechino appare in difficoltà per diversi motivi: lo spostamento di enormi capitali dalla borsa al settore immobiliare, peraltro in sospetto di bolla speculativa, la mancanza di finanziamenti per l'industria privata, l'assenza in molti casi di regole di governance chiare e la fase di transizione politica sono solo alcuni dei nodi ancora da sciogliere. Nonostante tutto ciò, secondo diversi analisti i prossimi anni dovrebbero vedere una ripresa dei mercati azionari e obbligazionari Il 2012 è stato un anno certamente non facile, ma probabilmente è destinato a essere ricordato negli annali di storia come un momento di passaggio epocale per l'economia e i mercati dei capitali cinesi. Infatti il periodo appena trascorso potrebbe essere definito come la chiusura della fase di facile sviluppo per il Dragone. Facile può non sembrare la definizione migliore per descrivere il processo di ammodernamento di Boris Secciani di un paese enorme, che ancora nei tardi anni '70 era piagato da condizioni di povertà terribili e il cui peso nell'economia mondiale era quasi irrilevante. In poco più di una generazione la stessa nazione è diventata la seconda potenza del mondo e tra gli analisti sono aperte le scommesse se la prima posizione verrà conquistata entro il 2020 o il Il decollo è avvenuto grazie a una gigantesca crescita industriale: attualmente per valore aggiunto complessivo il comparto manifatturiero cinese occupa la posizione di leadership mondiale, inizialmente spinta dalla fame di importazioni a basso costo da parte dell'occidente. Grazie a questo processo di sviluppo, favorito in buona parte anche da capitali stranieri e una valuta locale tenuta sotto strettissimo controllo, la Cina ha accumulato anni di surplus commerciali, i cui flussi di valuta pregiata sono stati in gran parte reinvestiti dalla Banca centrale in titoli del tesoro occidentali, americani soprattutto. 18 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

19 «A partire dal 2009 le autorità di Pechino si sono trovate di fronte al problema di gestire milioni di lavoratori licenziati dalle fabbriche esportatrici» PREMESSE DIVERSE Questa fase di sviluppo è terminata con la grande crisi finanziaria del Da lì in poi l'economia cinese ha vissuto ugualmente una massiccia ripresa, basata però su premesse diverse, appunto meno facili. A fornire un importante aiuto è stato il piano di stimolo portato avanti a vari livelli di governo, soprattutto nel campo infrastrutturale, e l'enorme spostamento di capitali cinesi dal mercato azionario, in crisi già dal 2007 dopo una gigantesca bolla, al locale comparto immobiliare. I due pilastri sono stati spesso legati, in quanto i diversi livelli locali di governo sono impegnati a raggiungere un target di crescita prestabilito. Nel recente passato la maniera migliore è stata sviluppare il settore immobiliare, che paga agli enti pubblici consistenti somme di denaro per acquisire la terra su cui costruire. Ciò ha permesso di tenere a galla bilanci locali non particolarmente nitidi, spesso gravati anche dall'esposizione a progetti di dubbia utilità economica di veicoli pa- rabancari costituiti dagli stessi enti decentrati. In pratica a partire dal 2009 le autorità di Pechino si sono trovate di fronte al problema di gestire milioni di lavoratori licenziati dalle fabbriche esportatrici, con un livello di tassazione e di protezione sociale bassissimo. In risposta a ciò il governo ha varato un piano di stimolo da 4 mila miliardi di yuan, ricaduto in gran parte sulle spalle degli enti locali. FONDI&SICAV/Gennaio

20 Le due grandi incognite asiatiche La Cina Questi ultimi per legge non potevano emettere bond municipali o indebitarsi direttamente. Sono stati spesso creati veicoli societari, con o senza esplicita garanzia delle autorità pubbliche, che in varia maniera ottenevano crediti dalle banche (i maggiori istituti del paese, pur essendo quotati in borsa, sono saldamente sotto controllo statale) fornendo come garanzia terreni spesso acquisiti in maniera discutibile o progetti infrastrutturali di dubbia profittabilità. I soldi così raccolti sono andati a finanziare un gigantesco piano di espansione del credito agli investimenti, infrastrutturali e immobiliari, nonostante la politica monetaria ufficiale diventasse sempre più draconiana con limiti settoriali al credito, continuo innalzamento dei coefficienti di riserva obbligatoria e altre regole per cercare di raffreddare l'economia, sempre minacciata da pericoli inflativi. Le difficili scelte di Pechino Il peggio sembra passato Pechino, nonostante la crescita dei redditi dei suoi abitanti, si è trovata ad avere in questi ultimissimi anni un Pil in cui la componente investimenti è diventata maggiore di quella dei consumi, una situazione che ha precedenti praticamente solo nella Russia di Stalin. In concreto la Cina si è impegnata in un'enorme manovra keynesiana, bruciando nel frattempo gran parte del proprio saldo positivo di partite correnti, con una rapidissima espansione debitoria e utilizzando una pletora di strumenti (vedere box a destra) che in buona parte ricordano gli schemi perfezionati in occidente durante il boom creditizio degli anni Non sorprende che la longa manus di Pechino sia intervenuta in maniera sempre più forte, riuscendo a calmare una crescita economica fuori controllo e priva di prospettive non solo di profitto, ma anche di ragionevoli cash flow capaci di ripagare una delle più veloci creazioni di debito della storia. A un sistema finanziario da ristrutturare si sommano altri problemi, quali il fatto di avere un comparto industriale ancora poco orientato ai beni ad alto valore aggiunto ed eccessivamente dipendente dalle esportazioni di merci a basso valore aggiunto: i prodotti di maggiore qualità vengono solamente assemblati nella fabbriche cinesi, con l utilizzo di componenti avanzati realizzati altrove. Il tutto mentre il costo del lavoro non è più competitivo come una volta. Non sorprende che un gestore di un gruppo di private equity statunitense che ha chiesto di restare anonimo abbia così commentato sul Dragone: «Finora il maggiore asset nazionale, l'unico davvero rilevante, è stato avere un'enorme forza lavoro relativamente disciplinata e disposta a lavorare durissimo». Non molto diversa appare anche l'analisi di Yqian Jiang gestore di Harvest, il team di gestione del Dws Investments Chinese Equities: «All'ultima China economic working conference i problemi da affrontare per l'anno che si affaccia sono stati esposti con una certa franchezza, in particolare l'insostenibilità di uno sviluppo squilibrato. La crescita globale sta subendo pressioni al ribasso, mentre nel sistema industriale cinese c'è un eccesso di capacità. Le aziende si trovano ad affrontare costi in crescita, a fronte di un'inadeguata capacità di innovazione». UN GIGANTESCO PIANO DI STIMOLI Di fronte a tutto ciò le autorità centrali, impegnate tra l'altro in una difficile fase di transizione in cui è emerso il nuovo leader nella figura di Xi Jinping, neosegretario del Partito comunista, presidente della repubblica e capo civile dell'esercito (una simile concentrazione di potere non accadeva dagli anni settanta), hanno reagito con una certa veemenza, utilizzando una variante di quanto già realizzato in passato: hanno varato un gigantesco piano di stimoli per il prossimo quinquennio, cui si accompagna una politica monetaria più rilassata rispetto al recente passato. Se sommiamo le iniziative proposte a tutti i livelli di governo, si potrebbe arrivare ben al di sopra del trilione di euro. Questa volta però sembra che l azione si focalizzi maggiormente su progetti che abbiano un senso economico e sociale, in un paese con squilibri enormi di ricchezza e di qualità della vita, soprattutto fra campagne e città. Anche se in questo caso non è chiaro dove e come i soldi verranno trovati. Un quadro così transitorio quali conseguenze avrà sulla crescita economica cinese e sugli investimenti a essa 20 FONDI&SICAV/Gennaio 2013

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