LO SHOCK. discrepanza fra perfusione tessutale ed effettive richieste da parte dei tessuti metabolicamente attivi.
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- Linda Giorgi
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1 ASSISTENZA AL PAZIENTE CON SHOCK EMORRAGICO
2 LO SHOCK Stato di insufficienza circolatoria periferica che determina una ridotta perfusione tissutale a livello sistemico e quindi un inadeguato apporto di ossigeno e substrati energetici alle cellule. Il vero danno esistente nello shock è una disfunzione acuta del metabolismo energetico delle cellule che non riescono a far fronte alle loro necessità nutrizionali ed a svolgere le loro attività metaboliche specifiche. Dunque il problema principale dello shock non è la semplice ipoperfusione tessutale ma è soprattutto il danno metabolico cellulare che ad essa può conseguire. discrepanza fra perfusione tessutale ed effettive richieste da parte dei tessuti metabolicamente attivi.
3 LO SHOCK Possiamo individuare i seguenti tipi di shock: Ipovolemico Cardiogeno Neurogeno Settico da ipersensibilità da insufficienza endocrina
4 SHOCK IPOVOLEMICO Costituisce la forma più frequente e può essere suddiviso in due categorie: IPOVOLEMICO ASSOLUTO IPOVOLEMICO RELATIVO
5 SHOCK IPOVOLEMICO ASSOLUTO L ipovolemia assoluta si ha quando c è una reale diminuzione della massa totale di sangue circolante come nel caso di profuse ed imponenti emorragie, copiose perdite plasmatiche (ustioni e schiacciamenti) o, infine, perdite idroelettrolitiche per vomito, diarrea, occlusioni intestinali
6 SHOCK IPOVOLEMICO RELATIVO L ipovolemia relativa si ha quando si instaurerà un aumento della ampiezza della rete vasale a seguito di lesioni del distretto arteriolocapillare come nelle tossinfezioni o negli stati anafilattici. Lesioni dei centri e delle vie nervose vasomotorie per inibizioni riflesse o per azioni tossiche determinano il medesimo quadro clinico
7 SHOCK EMORRAGGICO Le cause più comuni di grave emorragia nei pazienti chirurgici sono le seguenti: Emorragie da traumi chiusi od aperti: esterne o interne da lesioni vascolari, emoperitoneo da rottura di fegato, milza, emorragie associate a fratture ossee scomposte, emotorace Emorragie spontanee patologiche: Rottura varici esofagee, ulcera peptica, ulcera da stress, colite ulcerosa, neoplasie, emorragia pancreatica (pancreatite), rottura di aneurisma aortico, rottura di gravidanza tubarica, ematuria, metrorragie, emottisi Emorragie post-chirurgiche: difetto di emostasi intraoperatoria, Leak di anastomosi vascolare, coagulopatia
8 Fisiopatologia dello shock Affinché si instauri lo stato di shock è necessario che la perdita superi il 30% del volume ematico in un tempo ridotto. Questa perdita determina una riduzione di del ritorno venoso al cuore destro ( evidenziata dalla bassa PVC ) con conseguente riduzione del riempimento ventricolare nella fase di diastole. Ne deriva una riduzione proporzionale della gittata cardiaca con conseguente ipotensione arteriosa, riduzione della perfusione tessutale e della velocità di circolo. L ipovolemia acuta causa una intensa e complessa attivazione neuro-ormonale le cui finalità sono quelle di: Preservare la perfusione degli organi maggiormente vitali Ripristinare una volemia adeguata Facilitare la mobilizzazione e l utilizzo di substrati energetici
9 Sintomatologia dello shock Il paziente presenterà un polso solitamente piccolo, molle, frequente ed associato ad ipotensione; La cute apparirà pallida con temperatura sub-normale, essudata; Sarà agitato, astenico con un malessere non precisato; Presenterà tachicardia e tachipnea, Le vene superficiali appariranno collassate
10 Assistenza al paziente in shock Le nostre azioni sono volte ad: METTERE IL PAZIENTE IN SICUREZZA ARRESTARE L EMORRAGIA CORREGGERE L IPOVOLEMIA MONITORARE L EVOLUZIONE DELLO SHOCK
11 Assistenza al paziente in shock Posizionare il paziente supino con le gambe sollevate, su un piano (Letto, barella, tavola); Avvisare il medico o comunque attivare la catena dei soccorsi (BLS); Tentare di arrestare l emorragia (se possibile) Rilevare i parametri vitali (FC, FR, PA, SO 2, coscienza); Iniziare il trattamento dello shock come segue.
12 Assistenza al paziente in shock MONITORAGGIO I pazienti trattati per shock emorragico di qualunque origine devono essere sottoposti immediatamente ad una serie di procedure di monitoraggio con lo scopo di : valutare l efficacia della terapia rianimatoria controllare l evoluzione dello shock Inserire una grossa cannula endovena per prelievi ed infusioni Inserire un catetere per la misurazione della Pressione Venosa Centrale (PVC); Inserire un catetere Foley per monitorare la diuresi; Eseguire elettrocardiogramma Pulsiossimetro per la saturazione arteriosa della emoglobina Monitoraggio clinico Misurazione frequente della PA Controlli frequenti dei polsi arteriosi periferici
13 Assistenza al paziente in shock AZIONI IMMEDIATE: Assicurare la pervietà delle vie aeree ed una adeguata ventilazione (Somministrare ossigeno); Dopo l inserzione della prima via venosa, inserire più vie venose periferiche di grosso calibro eventualmente anche con accesso chirurgico o con inserzione percutanea di catetere venoso centrale Iniziare immediatamente l infusione di adeguati volumi (2000 ml) di liquidi cristalloidi e colloidi controllando la PVC. Prelievi arteriosi per emogasanalisi Emotrasfusione (se possibile) Bicarbonato di sodio per correggere l acidosi metabolica
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