XXXI N. 28 GIARRE, SABATO 15 OTTOBRE ,00 A DIFFUSIONE REGIONALE SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA PUBBL. INF.

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1 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 1 >SETTIMANALE IDG ANNO XXXI N. 28 GIARRE, SABATO 15 OTTOBRE ,00 A DIFFUSIONE REGIONALE SPED. IN A.P. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FIL. DI CATANIA PUBBL. INF. 45% di Giarre > Nessuna emergenza criminalità... Giarre: le rassicuranti parole del Prefetto di Catania stridono con la realtà degli episodi che si susseguono sul territorio > a pag. 2 > Il rischio dietro l angolo San Pietro Clarenza: causa igiene urbana a livello zero i cittadini corrono tanti pericoli e nessuno interviene in tempo > a pag. 5 State comodi... se vi pagano Stranezze e sfruttamento viaggiano gomito a gomito in un mondo del lavoro sempre più all insegna del precariato Il mondo del lavoro in Italia si basa molto sulla figura professionale dei venditori e dei procacciatori d affari e spesso si rischia di imbattersi in casi poco chiari dove i pagamenti non arrivano e nessuna forma di contratto esiste tra azienda e lavoratore. Casualmente, apprendiamo di un azienda che produce e commercializza divani e poltrone e allestisce showroom nei centri commerciali della provincia di Catania, offrendo un prodotto di discreta qualità a prezzi nettamente elevati. Si utilizza un metodo che impone un ottima rete di vendita con una elevata visibilità al pubblico, affittando angoli e spazi lungo le gallerie dei numerosi centri commerciali come Porte di Catania, Conforama a Riposto ed altri ancora. All interno degli show-room ricercano giovani ragazze, meglio se studentesse e di bella presenza, alla quale promettono 400 euro di fisso, pena il licenziamento se entro 15 giorni (loro dicono retribuiti) non riescono a vendere nessun pacchetto. L aspetto interessante è quello che impone un fatturato di 18mila euro di merce al mese: da lì scatta la percentuale del 3%, che stranamente risulta bassa, visto che la si deve dividere con gli altri colleghi dello showroom. Concretamente, l assenza di formazione professionale e la scarsa preparazione tecnica dei venditori è classica delle aziende che prediligono un ricambio di personale, atto magari ad allungare tempi dei pagamenti e a non raggiungere mai il suddetto budget mensile di vendite. Sconvolge come il personale addetto alla vendita di una ditta esterna che affitta i locali della galleria di un centro commerciale non indossi nessun cartellino di riconoscimento e alcun contratto tra azienda e lavoratore venga stipulato. Pensare che non viene richiesto di avere la partita Iva e di essere un agente di commercio pare altrettanto strano. Ci domandiamo chi si assuma la responsabilità di quello che i venditori fanno? Chi la responsabilità se scoppia un incendio o se hanno un incidente mentre raggiungono il luogo di lavoro o se subiscono un furto (visto che prendono gli acconti sui contratti?). Nonostante tutto, viene permesso ai sedicenti venditori di firmare i contratti di proposta d acquisto con i clienti, come se realmente loro facessero parte di Improvvisamente, arrivano i soldi... La questione dei compensi ritardati, sopra segnalata, è giunta ad un punto di conclusione. In seguito alla segnalazione all azienda produttrice abbiamo avuto il piacere di ricevere una telefonata cordiale dal titolare il quale ha immediatamente voluto chiariti i punti e apprendere la questione. La sua ampia disponibilità d ascolto ha oltretutto avuto il rapido compito di facilitare la conciliazione e il pagamento dei compensi oramai ritardati di un mese circa. >CONTINUA A PAG. 2 quella azienda e fossero titolati a farlo. Nonostante la serie di questioni sopra elencate è interessante apprendere le difficoltà e le modalità del come vengono liquidate le persone che hanno collaborato con l azienda dopo un periodo, solitamente di scarse vendite: si incorre in una serie di imprevisti che rimandano continuamente il pagamento delle 400 euro promesse per un mese di lavoro. Quindi, immaginiamoci cosa si scatenerebbe per le provvigioni. Inizia una serie di pronte scuse e inizia l azione del così detto scarica barile. Mano mano, in base al grado di insistenza dello spettante, si iniziano ad innalzare ragioni poco chiare che nel ripetersi dei giorni risultano essere una montagna di scuse atte a scoraggiare, per poche centinaia di euro, le malcapitate. Si inizia sentendosi dire: I pagamenti saranno fatti il 20 del mese successivo. Attendendo la data promessa: Arriverà il bonifico dall azienda a giorni e provvederemo a pagare i dipendenti. Oppure: Il venerdì le banche sono chiuse di pomeriggio e dopo c è il week-end, prova a richiamare a metà settimana. Ed ancora: Il responsabile è fuori a Palermo e rientra a giorni. Nel mentre, il responsabile tiene il cellulare spento e le poche volte che l accende e lo si becca magari se vede il tuo numero nemmeno risponde. Però, casualmente, con altri numeri lo si becca e lì iniziano altre scuse che allontanano i pagamenti ancora una volta. Scuse e scuse e scuse. Insomma, come dice il loro sloga: Comodi sempre. Forse, intendevano riferirsi al fatto che state comodi se vi pagano? Concetto Barone I predatori dei Bancomat Numerosi correntisti di Giarre, Riposto e Mascali fatti oggetto della clonazione delle carte elettroniche e di successivi prelievi non autorizzati Sono scenari preoccupanti quelli che si sono delineati in questi giorni per molti cittadini che si sono ritrovati vittime di una ben organizzata rete di clonatori di Bancomat. Ad essere stati presi di mira, secondo quanto riferito da fonti che hanno chiesto di mantenere l anonimato, sono stati gli sportelli Bancomat degli uffici postali di Giarre centro, Riposto e Mascali. Decine di cittadini che, di colpo, si sono ritrovati sull estratto conto prelievi, anche plurimi, non previsti di 600 euro (il massimo consentito per singola operazione) o addirittura con il conto in rosso. Le vittime del furto delle carte Bancomat, una volta verificata la mancanza delle somme prelevate da ignoti, hanno potuto accertare, tramiti i propri estratti conti, la localizzazione degli sportelli utilizzati dagli ignoti predatori. Sembra che le carte clonate dal bancomat di Giarre siano state utilizzate per prelievi nella zona di Ragusa e provin- Corrado Petralia >CONTINUA A PAG. 2

2 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 2 2 N. 28 sabato 15 ottobre 2011 giarre Nessuna emergenza criminalità Le rassicuranti parole del prefetto di Catania stridono con la realtà offerta dal territorio AGiarre non c è uno stato di emergenza criminalità. Lo ha affermato a chiare lettere il prefetto di Catania, Francesca Cannizzo, a conclusione della riunione del Comitato per l ordine e la sicurezza. Risultato tangibile, a poco più di 10 ore di questa rassicurante presa di posizione giunge puntuale la risposta: un azione criminale in grande stile ai danni del negozio di pelletteria Lady Hamilton nel centralissimo corso Italia. Un gruppo di almeno tre persone, probabilmente usando come ariete un autocarro munito di gru, poco dopo le 3.40, ha sfondato una delle pesanti vetrine del negozio (quella di via Manzoni), e, una volta creatisi il varco, con una azione rapidissima, hanno trafugato merce (abbigliamento e pelletteria griffata) per svariate migliaia di euro. Un colpo da manuale. Il terzo subito dal commerciante giarrese Roberto Pappalardo. Come al solito, nessuno ha sentito o visto nulla, al confronto Corleone è una città molto più emancipata. Gli autori del clamoroso furto sarebbero fuggiti a piedi raggiungendo l ormai famigerato quartiere Pescheria, teatro Il vizio e la truffa Controlli della Guardia di Finanza sulla regolarità degli apparecchi elettronici da divertimento Sono sempre di più le persone che finiscono nella spirale dei videopoker, rischiando di perdere cospicue somme di denaro rimanendo ammaliati dalle macchinette mangiasoldi. Per arginare le derive illegali di questo fenomeno è scesa in campo la Guardia di Finanza, con una serie di controlli mirati sul territorio. Infatti, a seguito di proteste giunte alle Fiamme Gialle, da parte di numerosi cittadini esasperati dal fatto che i propri familiari perdevano grosse somme di denaro in videogiochi illeciti presso circoli privati, sale giochi ed altre attività commerciali, è scatta una vasta operazione di controllo. I militari della Compagnia di Riposto, su direttive del Comandante Provinciale Col.t. ISSMI Francesco Gazzani, hanno predisposto un articolato piano di controllo, finalizzato all individuazione dei luoghi dove era presente il fenomeno del gioco d azzardo. di una sequela di episodi incendiari e per questo monitorato dalle forze dell ordine, ma non troppo, vista l audacia dei criminali, che hanno disperso per strada, lungo la via Verdi, numerose borse griffate, poi recuperate da un metronotte, l unico in giro per le strade di Giarre. I carabinieri, dal canto loro, confidano sul contenuto delle immagini registrate dalle telecamere a circuito chiuso del negozio che potrebbero avere immortalato i volti dei malviventi: vedremo! Conta più il risultato finale: il furto in grande stile ai danni di Lady Hamilton, non è stato compiuto in periferia o in una strada isolata, ma in pieno centro storico, lungo il corso Italia, illuminato a giorno anche di notte ma che evidentemente, nonostante i ripetuti gravi fatti di questi ultimi giorni, era completamente deserto. Cosi, sinceramente, stridono parecchio le parole pronunciate poche ore prima dal prefetto di Catania che, insieme ai vertici provinciali delle forze di polizia, rassicurava i cittadini giarresi. Secondo il prefetto, oltre all intensificazione dei controlli interforze (preventivato anche l impiego della polizia municipale e quella provinciale), per contrastare la criminalità occorre, nel contempo attendere i risultati di una proficua attività di intelligence. I carabinieri, dal canto loro, che hanno la gestione diretta del territorio, durante la riunione hanno illustrato un quadro statistico definito non preoccupante se è vero che i numeri offerti parlerebbero di un sensibile calo dei reati predatori e degli incendi d auto. Parole rassicuranti che però non coincidono con lo stato di preoccupazione sollevato in questi giorni dai commercianti che avevano manifestato un generale senso di insicurezza a fronte del ripetersi di episodi di micro criminalità e vandalismo. Non solo. I dati sui crimini sono falsati dalle poche denunce e quindi, secondo i commercianti, i carabinieri non hanno un quadro reale e coerente dei fenomeni sul territorio. foto Di Guardo Lo stesso sottosegretario al Lavoro, Nello Musumeci, in una nota ricordava che a Giarre perdura una emergenza sicurezza che va affrontata con determinazione. Minimizzare la dimensione del problema non serve, anzi diventa pericoloso. Nessun rilancio del commercio può essere incoraggiato se prima non si creano le condizioni di serenità pregiudicate oggi da un dilagante racket estortivo, che va contrastato con il concorso di tutte le forze dell ordine. E come non dare torto a Musumeci che ben conosce Giarre, sta di fatto che parlare di recrudescenza dei fenomeni criminali significa alimentare la paura tra la gente, quella stessa paura che, da troppo tempo, impedisce a Giarre l istituzione di un Commissariato di Polizia. Mario Previtera In questo ambito, le Fiamme Gialle hanno effettuato vari controlli in numerose attività, (circoli privati, sale giochi ecc.), procedendo al sequestro di 7 videopoker presso un circolo privato. Questi videopoker, ad un primo controllo, risultavano staccati dalla rete elettrica e dichiarati dismessi, ma i militari non si sono fatti ingannare e, dopo un più accurato controllo, hanno accertato lo stratagemma utilizzato: i videogiochi erano alimentati tramite una piastra mimetizzata nel muro e attraverso contatti metallici posti sul retro dei videogiochi. L operazione si concludeva con la denuncia a piede libero di due responsabili in concorso per gioco d azzardo. Marco Sidoti Recupero, non vendetta sociale Discussa all Università di Catania - Facoltà di Scienze della formazione, una tesi di laurea su Essere donna e madre in carcere. Educazione alla genitorialità in ambito detentivo da pag. 1 - Improvvisamente, arrivano i soldi... Improvvisamente, il telefono del responsabile commerciale per la Sicilia ha iniziato a funzionare, i soldi sono comparsi e le scuse sono scomparse in poche ore. Altrettanto prontamente si è precipitato al telefono e ci ha contattati chiedendo spiegazioni di quanto accadeva e manifestando la sua volontà ad incontrarci e chiarire immediatamente la sua posizione. In seguito all incontro, sono stati immediatamente pagati i compensi dovuti, negando con forza di avere, in diversi modi, cercato di allungare i tempi, ignorando le telefonate varie, ma d altro canto cosa avrebbe dovuto fare? Probabilmente, trovare un capro espiatorio risultava fondamentale, no? Spiegando chiaramente che di ritardi tecnici si trattava e di incomprensioni, chiaramente. Ci siamo domandati se tutto si sarebbe concluso così rapidamente oggi senza la denuncia a mezzo stampa, visto che tutto lasciava presupporre il contrario, dopo oltre un mese. Come per magia, è bastato un istante, sottolineando l accaduto e la memoria, ed i soldi sono magicamente ricomparsi. Ora bisognerà aspettarsi un seguito e magari l azienda potrebbe prendere in considerazione le osservazioni fatte in merito agli inquadramenti e alle responsabilità varie. Staremo a vedere e saremo sempre pronti ad intervenire in caso di ulteriori stranezze dovute a problemi di varia natura. da pag. 1 - I predatori del Bancomat cia, quelle del Bancomat di Riposto a Catania e quelle di Mascali sempre tra Ragusa e Scoglitti. Per la capillarità delle operazioni di clonazione si pensa che ad agire sia stata una stessa, ben organizzata banda, anche se tutto rimane nel vasto campo delle ipotesi, che le indagini dei Carabinieri potranno certamente contribuire a chiarire. Lo spettacolo che si è presentato in molti uffici postali è stato quello di decine di correntisti in fila, con in mano il modulo per la denuncia della clonazione della propria carta Bancomat, assieme agli estratti conto a testimoniare il furto subito. Danno che, una volta verificata la sussistenza del furto dei dati della carta Bancomat, Poste Italiane provvederà a rifondere, come hanno assicurato gli impiegati ai correntisti che chiedevano spiegazioni sull iter per la restituzione delle somme rubate. Davanti alle reazioni di preoccupazione, più che giustificata soprattutto per chi si è trovato con il conto prosciugato (come successo, ad esempio, ad un ignaro signore che ha scoperto il furto dei dati della propria carta Bancomat solo al momento di pagare le bollette ), molti direttori degli uffici postali hanno potuto soltanto ripetere i consigli di prudenza che dovrebbero accompagnare le operazioni agli sportelli Bancomat. Ossia, fare attenzione a qualsiasi stranezze notata (ad esempio, finestrelle più spesse, tastierini con forme strane, specchietti o fili sporgenti), così come un invito a verificare la presenza di apparecchietti come telecamerine miniaturizzate poste all interno del vano che ospita i Bancomat. Certo, si tratta di suggerimenti e misure dettate dal buon senso ma, come hanno dimostrato gli astuti autori delle clonazioni, i malviventi riescono spesso ad essere un passo avanti. Adesso, passata l ondata di clonazioni, la situazione sembra essere tornata alla normalità ma non sono pochi i correnti postali che, piuttosto che prelevare dagli sportelli esterni, preferiscono sorbirsi lunghe file agli sportelli interni per effettuare operazioni tipo prelievi o anche l emissione di un semplice estratto conto. Ha suscitato notevole interesse la discussione della tesi di laurea su Essere donna e madre in carcere. Educazione alla genitorialità in ambito detentivo, tenutasi all Università di Catania - Facoltà di Scienze della formazione. L evento si è potuto verificare grazie alla sensibilità e alla professionalità della prof.ssa Marinella Tomarchio, docente dell Università e presidente della seduta di laurea, la quale ha curato, assieme alla sua allieva Maria Sciuto, una tesi impegnativa sui progetti di diritto penitenziario, finalizzata a lanciare un grido di aiuto alla società tutta verso la detenzione in costanza di genitorialità con figli minori. Si prenda atto, hanno disquisito i professori e la neo dottoressa, che in Italia, al momento vi sono dentro le carceri ben 43 bambini detenuti assieme alle loro mamme e si discuta ai vari livelli, istituzionali, politici e sociali della necessità che gli istituti penitenziari debbono essere veicolo di progetti di recupero e di dignitosa sopravvivenza e non luoghi di punizione e di vendetta sociale. Si è ribadito che non occorrono solo strutture ma servizi e personale adeguato (si pensi, inoltre, che da oltre 15 anni gli educatori e gli assistenti sociali del Ministero della Giustizia andati in pensione, non sono stati sostituiti!). L allieva con esperienza detentiva di tirocinante all Istituto Penale per i Minorenni di Acireale, ha voluto scandagliare l universo penitenziario femminile e coinvolgere, con l esposizione di vari progetti rieducativi, tutta la società e le figure specialistiche del settore. L allieva si è soffermata a lungo sulla necessità della redazione di progetti pedagogici relativi ai minori detenuti con le loro mamme. È stata una dissertazione scientifica appassionata, ove si è convenuto che in Italia oltre al sovraffollamento, negli istituti detentivi spesso vengono negati anche i diritti umani. Le donne detenute in Italia si trovano allocate in sette istituti femminili (Trani, Pozzuoli, Rebibbia, Perugia, Empoli, Genova, Venezia) e in 62 sezioni all interno di carceri maschili. Di fatto, nelle nostre strutture penitenziarie mancano gli asili nido per i bambini i quali vivono con le loro mamme fino all età di 3anni. Fino all età di 6 anni, se la posizione giuridica lo consente, possono essere alloggiati con le loro mamme in Comunità penitenziarie appositamente istituite. Durante la seduta di laurea si è ribadito più volte che l art. 27 della Costituzione recita Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato e che l art. 11 della legge n. 354 del 26 luglio 1975 Ordinamento Penitenziario, al comma 9 consente alle detenute madri di tenere presso di sé i figli fino all età di tre anni, obbligando l Amministrazione Penitenziaria ad organizzare appositi asili nido secondo le modalità indicate dall art. 19 del Regolamento di esecuzione. Inoltre, la legge 8 marzo 2001 n. 40 ha ampliato l operatività degli istituti del rinvio obbligatorio e facoltativo della pena per madri con prole inferiore, rispettivamente, ad uno e tre anni e introdotto un ipotesi speciale di detenzione domiciliare (art. 47 quinquies, Ordinamento penitenziario), di assistenza ai figli minori all esterno del carcere (art. 21 bis, Ord. penit.). pur tuttavia sul piano operativo tutto è rimasto ai tempi antichi, esattamente come quando il carcere non era certo la civiltà della pena. Le donne detenute devono, in media, scontare pene di lunghezza molto inferiore a quelle degli uomini. Pertanto, la frammentazione della popolazione detenuta femminile, ospitata spesso in piccole sezioni all interno di prigioni maschili (in molte delle quali si trovano non più di due o tre detenute), determina una tendenza a trascurare tali sezioni, destinando alla detenzione maschile la quasi totalità delle risorse economiche e umane. Le strutture carcerarie che ospitano detenute con prole sono complessivamente 20, di cui due sono istituti solamente femminili (Roma e Venezia), mentre le altre sono sezioni femminili di istituto maschile. Per avvalorare lo scontento degli specialisti del settore, ribadisce la neolaureanda, si pensi soltanto che esiste in Italia un solo Istituto a Custodia Attenuata femminile (I.C.A.M.) a Milano, nato nel L Istituto a custodia attenuata per detenute madri con prole fino a tre anni è una struttura, costituita in via sperimentale, per consentire alle detenute madri che non possono usufruire di misure alternative alla detenzione, di tenere con sé i loro figli. Stupefacente è il fatto che le nuove disposizioni di legge varate nel 2006, potranno essere applicate a partire dal gennaio 2014, nell attesa che siano realizzati nuovi istituti, una volta occupati tutti i posti disponibili presso la struttura di Milano. Esempi educativi senza alcuna recidiva ne abbiamo da alcune esperienze detentive comunitarie in Svizzera, dalle quali occorrerebbe prendere lezioni. Tanto anche se c è da rilevare che non si deve puntare soltanto a lavorare con le detenute madri, dimenticandoci dei detenuti padri. L enorme complessità del problema non consente di affrontare la genitorialità mortificata nella sua enorme complessità. Il tema dei traumi e del distacco fra genitori detenuti e figli è già un altra tesi, che andrebbe considerata e discussa. Pertanto, gli esperti del penitenziario, conclude la neolaureanda, non finiranno mai di ribadire la necessità che il carcere entri a far parte del patrimonio culturale di una città. E ciò, non solo perché la civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità giuridica di proteggere le fasce deboli (minori, anziani, handicappati), ma anche perché c è un forte bisogno di recuperare alla vita, alla produttività e alla legalità chi ha perduto il senso e il valore della vita. Pertanto, per quanto possa sembrare a molti strano, anche il carcere è una Agenzia educativa. La festa di S. Vito Lucia Brischetto La piazza è tutta illuminata, anche nelle strade c è tanta luce. Il Santo esce dalla chiesa, si sente forte il rumore delle bombe, nella pelle scivola una forte emozione. Comincia la cantata, ci sono centinaia di persone ad ascoltarla, io mi sento il cuore nelle mani. È bello vedere il Santo girare per il paese, c è tanta fede, e la speranza di un mondo migliore. La notte è piena di luce, per me sarà sempre così. Vito Cutuli Direttore responsabile: Salvatore Agati Condirettore: Corrado Petralia Già Direttore: Angelo Patanè Editore: Società Cooperativa di Lavori e Servizi Sant Isidoro a r.l. Sede: Via Callipoli n Giarre (CT) Tel. 095/ Fax 095/ Reg. al Tribunale di Catania N. 557 del 1980 Nuova edizione Registro Naz. della Stampa N del gazzettinodigiarre@fastwebnet.it Stampa: Eurografica s.r.l. S.S. 114 Orientale Sicula - RIPOSTO (CT) Tel Fax Abbonam. 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3 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 3 Il processo all on. Palizzolo L opinione pubblica, per la prima volta, sentì parlare di mafia come organizzazione malavitosa associata al territorio siciliano Per meglio comprendere la cesura unitaria Qualche tempo dopo l insabbiamento del caso Notarbartolo, operato dal Tribunale di Palermo, un detenuto, Augusto Bartolani, dichiarò sotto giuramento che responsabili del delitto Notarbartolo erano i ferrovieri Carollo e Fontana. Tali dichiarazioni obbligarono la magistratura di Palermo a riaprire il processo, ma anche stavolta il Fontana fu assolto per insufficienza di prove, mentre Carollo e un certo Baruffi, anch egli ferroviere, furono rinviati a giudizio. Il figlio della vittima, Leopoldo, che si era sempre battuto per ottenere giustizia, riuscì a mobilitare l opinione pubblica, coadiuvato dai deputati Napoleone Colajanni (nella foto) e Giuseppe De Felice Giuffrida, e, costituendosi parte civile, ottenne il rinvio del processo a Milano per legittima suspicione. Leopoldo Notarbartolo denunciò in tribunale la corruzione del Banco di Sicilia e i suoi sospetti sull on. Raffaele Palizzolo, con cui il padre si era più volte scontrato. Le carte processuali dimostrarono senza ombra di dubbio che la mano omicida era stata mafiosa e che il Palizzolo aveva stretti legami con la malavita palermitana e trapanese, a favore della quale egli si era impegnato più volte per ottenere scarcerazioni e riduzioni delle pene, in cambio di voti. Inoltre, evidenziavano un sistema di corruzione generale che coinvolgeva le istituzioni dello Stato. Divennero in tal senso imputati la mafia e le istituzioni statali presenti in Sicilia e fu questa la prima volta che l opinione pubblica sentì parlare di mafia come organizzazione malavitosa associata al territorio siciliano. Alla fine del dibattimento giunse la condanna per gli autori materiali del delitto, mentre gli eventuali mandanti non furono neanche presi in considerazione. Il vero processo a carico dell on. Raffaele Palizzolo si poté svolgere dinnanzi alla Corte d Assise di Bologna nell autunno 1901, dopo che l anno precedente era giunta l autorizzazione a procedere da parte del Parlamento nazionale. Palizzolo era diventato l onorevole padrino, il simbolo dei connubi fra mafia e politica. Dalla Corte bolognese Palizzolo fu condannato, insieme a Fontana, a trenta anni di carcere. Intanto i processi Notarbartolo furono adoperati sapientemente e congiuntamente dai fautori della causa nordista e della causa dei latifondisti siciliani e servirono a tacciare di mafiosità il movimento dei fasci dei lavoratori che tanti proseliti stava facendo. caleidoscopio N. 28 sabato 15 ottobre A muovere l accusa furono proprio i grandi proprietari terrieri, quelli stessi che con la mafia vivevano a stretto contatto. La loro denuncia fu un diversivo, per legittimare la richiesta, fatta al governo, di sciogliere con decreto ministeriale i fasci dei lavoratori. L obiettivo perseguito non aveva nulla a che vedere col delitto Notarbartolo, ma tornava utile alla classe politica sia del nord che del sud per depistare le indagini dalle cause (scandalo finanziario delle banche) e dai mandanti del delitto medesimo (mafia). A seguito della denuncia contro i fasci, il mafioso da mettere sotto vigilanza e processare non era più Palizzolo, presunto mandante in assassinio e in intime relazioni con i vari gruppi delinquenziali palermitani e truffatore finanziario, ma gli organizzatori delle decine e centinaia di migliaia di lavoratori in cerca di giustizia sociale, indicati come futuri assassini e accusati di associazione mafiosa. Cosa era più importante per il potere, l indagine giudiziaria o l indagine sui fasci? Il Governo fece la sua scelta: pressato in parlamento e nel paese da chi gridava al pericolo dei fasci, il presidente del consiglio e ministro degli interni Giolitti lasciò che la polizia trascurasse le indagini sull assassinio del Notarbartolo e si concentrasse sulla repressione dei fasci. Il dibattito processuale che portò alla incriminazione del Palizzolo si svolse in un clima che non si limitava alla valutazione di quanto avveniva nell aula, ma trascendeva in animosità che riflettevano ed esasperavano le conflittualità esistenti fra Nord e Sud. Un esempio di come la vicenda andasse oltre il segno ci viene dato dal giornalista Alfredo Oriani. In un articolo titolato Le voci della fogna, apparso su Il Giorno dell 8 gennaio 1900, scrisse che «l isola è un paradiso abitato da demoni», che «si rivela come un cancro al piede dell Italia, come una provincia nella quale né costume né leggi civili sono possibili». Napoleone Colajanni reagì rimandando al mittente «l insulto sanguinoso», giacché «nella fogna hanno diguazzato allegramente e vi hanno portato un lurido e pestilenziale materiale i Balabbio, i Venturi, i Venturini, i Codronchi, i Sacchi, i Cellario, i Mirri ( ) nati e cresciuti tutti al di la del Tronto». Intanto il clima di generale indignazione e di superficiale classificazione nei confronti della Sicilia, che si era instaurato nel nord Italia durante i processi, portò all esplosione di reazioni di protesta da parte dei siciliani, tra i quali anche intellettuali come Giuseppe Pitrè e Federico De Roberto. Essi, infatti, costituirono un Comitato pro-sicilia per riscattare l isola da tali infamie. Il comitato Pro-Sicilia non aveva in realtà lo scopo dell annullamento della condanna del Palizzolo ma, come si evince dalla dichiarazione dell on Angelo Maiorana: «Il movimento di opinione pubblica che, dopo il verdetto di Bologna, si è determinato in Sicilia, è uno dei più profondi e coscienti che da lunga pezza siensi manifestati nell isola nostra. Non giova dissimularsene né l estensione né la intensità. Errano molti per ignoranza, taluno per malafede, quei giornali dell Alta Italia che l attribuiscono alla riscossa della mafia. Così dicendo, mostrano di disconoscere le più essenziali condizioni dello spirito pubblico siciliano e contribuiscono ad inasprire un dissidio che purtroppo ripete assai complesse e diverse cagioni E vero: altra cosa è Palizzolo, altra cosa è la Sicilia. Ma che perciò? Il fatto Palizzolo non è che l indice o l occasione o la goccia del vaso, per usare la frase volgare; ma la questione è molto più alta e complessa. Negarla vuol dire aggravarla; falsarla significa invelenirla». Essi, in realtà, volevano riscattare la Sicilia da quel marchio di mafiosità che già fin dal processo di Milano era stato attribuito al territorio isolano, volevano evitare che il termine mafia potesse connotare tutti i siciliani, anche i siciliani onesti. Tali proteste, unite all interessamento da parte di Cosa Nostra della vicenda Palizzolo, portarono alla inattivazione della sentenza bolognese. Sei mesi dopo, infatti, la Corte di Cassazione annullò la sentenza bolognese per un vizio di forma, fissando un ulteriore processo presso la Corte di assise di Firenze. Il nuovo dibattimento che cominciò il 5 Settembre 1903, oltre dieci anni dopo l assassinio Notarbartolo,sentenziò la assoluzione di Don Raffaele e del coimputato Fontana per insufficienza di prove. Raffaele Palizzolo ritornò a Palermo su una nave, accolto trionfalmente, riprese le sue vecchie abitudini con le consuete udienze nella camera da letto «La verità è tanto difficile negarla quanto nasconderla» (Ernesto Che Guevara) e fu nuovamente candidato al parlamento nazionale alle elezioni del Novembre Ma fu il canto del cigno. Palizzolo non venne rieletto ed uscì per sempre di scena. Giuseppe Fontana, l altro imputato, emigrò in America dove si arruolò nelle fila della nascente Cosa Nostra. Il Pro-Sicilia guadagnò forze e consensi ben oltre l area palermitana, ma nel corso di questa espansione geografica il riferimento allo specifico del caso Palizzolo si fece più tenue mentre prevalevano temi modellati sugli argomenti nittiani di Nord e Sud, sulle polemiche liberiste a proposito del mercato coloniale, sulle altre ragioni della protesta meridionale. In definitiva, il processo al Palizzolo divenne un processo ai Siciliani, e se ne disse quel che Lombroso o Niceforo nei loro libri non osarono mai scrivere. Pertanto, gli sviluppi e la conclusione del caso Notarbartolo restano ancora oggi esemplari di cosa siano stati ab origine, e lo sono ancora, gli equilibri politici che bisogna mantenere per curare gli interessi economici ed il potere in senso lato. Ne Il ritorno del Principe, Saverio Lodato e Roberto Scarpinato scrivono «un eventuale condanna definitiva di Palizzolo era, dunque, incompatibile con gli equilibri politici esistenti? Diremmo proprio di sì ( ) L assoluzione del Palizzolo non era un eccezione, ma un caso paradigmatico di quella che era la normalità» invece «La consegna di mafiosi dell ala militare, (il Fontana, esecutore materiale del delitto) mediante patteggiamento all interno della classe dirigente con gli esponenti dell alta mafia è sempre rientrata, nelle tradizioni del sistema mafioso». Depretis, alcuni anni prima, nell ottica di questi equilibri politici, per mantenere un assetto di potere tra le potestà sovrane dello Stato, borghesia industriale del Nord e la classe dirigente meridionale, aveva rifiutato di emanare il decreto ministeriale necessario a dare esecuzione all articolo 7 della legge di Pubblica Sicurezza, con il quale si disponeva che per esercitare la funzione di guardia campestre occorreva avere la fedina penale pulita. Una norma necessaria per contrastare la mafia. Esisteva la legge, ma si faceva in modo che per legge non fosse impedito che il mafioso svolgesse il compito di campiere, curatolo o guardiano. (68. Sicilia postunitaria - Controlettura del Risorgimento 2010/2011) Salvatore Musumeci Il sapore e la conoscenza Bronte: alunni ciceroni alla Sagra del Pistacchio per far conoscere ai coetanei le bellezze della propria città Sono stati gli alunni delle scolaresche della Provincia di Catania a vestire il ruolo di turisti, come ormai da consolidata tradizione, nell ambito dell appuntamento La scuola scende in piazza. Si tratta di un momento significativo, all interno della Sagra del Pistacchio 2011, che ha fatto incontrare i ragazzi provenienti da fuori Bronte con i compagni locali, pronti e preparati a spiegare loro caratteristiche e storia dei più importanti monumenti della cittadina. L iniziativa, divenuta anno dopo anno sempre più significativa, si propone innanzitutto di avvicinare i giovani brontesi al loro patrimonio storico-artistico, di far guardare agli studenti la propria città con occhi più attenti e preparati. L obiettivo finale, pienamente raggiunto, è stato quello di trasformarli in vere e proprie piccole guide, impegnate a valorizzare i beni culturali della città di Bronte, socializzando con i coetanei delle scuole-ospiti, proponendo le conoscenze in loro possesso. A sottolineare questi obiettivi sono stati sono stati, nel corso di un incontro, il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, il suo vice Melo Salvia ed i dirigenti di tutti gli istituti scolastici di Bronte. Nel dettaglio, il progetto ha previsto che gli studenti diventassero apprendisti Ciceroni grazie ad alcune lezioni, tenute dai docenti della scuola, finalizzate a sviluppare il senso di appartenenza alla comunità, ad affinare il gusto estetico e l interesse verso le testimonianze artistiche del territorio, nonché a potenziare il loro senso civico. «Sentiamo il dovere hanno affermato il Sindaco e l assessore Salvia di ringraziare il mondo della scuola, per l impegno profuso dagli insegnanti nell educazione e l istruzione della collettività, nella difesa dell ambiente, nella tutela del patrimonio artistico e monumentale di Bronte. La manifestazione La scuola scende in piazza, ideata anni fa dal prof. Mario Fioretto è certamente fra le più belle della nostra Sagra». «Si è trattato ha aggiunto la professoressa tiziana D Anna, dirigente del II circolo didattico di Bronte di una iniziativa che, nell ottica dello spirito di collaborazione con l Amministrazione, nel comune obiettivo di valorizzare le ricchezze storico-culturali della città, è stata connotata da una grande valenza educativa ed ha permesso agli alunni della scuola di sentirsi soggetti attivi nelle iniziative che coinvolgono la comunità». Salvatore Rubbino L incompiuta schubertiana: il porto di Giardini Naxos Quello che sembrava essere finito, il completamento del porto turistico di Giardini Naxos, che per cinquant anni è stato la tela di Penelope di tutto un paese. Quello che qualcuno, con garbo, ironia ed intelligenza, ha chiamato l incompiuta schubertiana. Quello che è stato il puctum dolens di tutta la cittadinanza e delle Amministrazioni che si sono succedute e che ha evidenziato l incapacità politica di una classe dirigente miope e disattenta, che non ha visto, o non ha voluto vedere, che i tempi erano cambiati e che la soluzione del porto doveva essere prioritaria e quindi portata a compimento, come una malattia endemica torna a far parlare di sé. Sembrava che nella seduta del giugno scorso, quando si sono incontrati tutti gli Enti preposti i quali dopo aver esaminato, ancora una volta, i progetti presentati e dopo aver valutato pregi e convenienze, avevano scelto, il ciclo si fosse chiuso. Avevamo avuto l impressione, del resto suffragata dalle parole degli intervenuti, che la necessità dei pescatori giardinesi di poter vivere tranquillamente, quando il dio Nettuno, giustamente irato per lo scempio fatto, fa sentire la sua possente voce, martellando la costa ed erodendo la spiaggia, minacciando sia la messa in sicurezza delle imbarcazioni della marineria da pesca giardinese, ancora valida, necessaria e insostituibile risorsa della nostra economia, sia del bellissimo lungomare, fosse una paura passata ed il ricordo di tempi brutti ormai lontani. Ma ci eravamo sbagliati; la maledizione del porto torna a farsi sentire. Forze oscure, imprenditori interessati, società poco scrupolose, piccoli affaristi, cercano di allungare i loro tentacoli per insidiare l area portuale. Richieste di pontili, di attività commerciali, di rifornimenti di carburanti, di gazebo, vengono quotidianamente presentate. Si cerca di essere presenti così da poter vantare la primogenitura, quando i lavori di completamento saranno iniziati. L Amministrazione comunale, presieduta dal Sindaco Pancrazio Lo Turco, validamente appoggiata da tutto il Consiglio comunale cerca, con i mezzi che ha a disposizione, di difendere l integrità di un opera che finalmente rende giustizia ad un paese offeso ed umiliato da cinquant anni. Non sempre ci riesce; deve battersi continuamente ed essere sempre vigilante per salvaguardare la zona, da appetiti famelici che non hanno cura dell ambiente. I progetti di infiltrazione sono tanti e sorprendentemente vengono presentati, a volte, con pareri favorevoli dati da Enti che dovrebbero essere più attenti e più oculati. La popolazione di Giardini Naxos però è vigile, attenta e segue con passione l iter di questa eterna incompiuta. Oggi, è completamente con il suo Sindaco, sostenendolo e incitandolo a difendere con ogni mezzo ed in tutti i posti, la realizzazione del completamento del porto, nel rispetto assoluto dell ambiente. Il porto deve coniugare in perfetta simbiosi, sicurezza e turismo, permettendo a masse sempre più numerose di venire a visitare questa zona, questa meravigliosa zona che Omero chiamò Baia degli dei e godere non solo del suo mare, della sua eterna primavera, ma anche della bellezza dei suoi luoghi. Oggi il turismo non è solo mare e sole; è anche e soprattutto cultura, storia, passato natura. Essere presenti e desiderio di ritornare. Venire e partire con la speranza di poter ritornare. Il filosofo Rousseau scriveva: Delle case formano un borgo, ma sono gli uomini a fare di un borgo una città. Facciamo in modo che i visitatori di domani e quelli di un lontano futuro, venendo a Giardini Naxos e guardando il porto possano dire: Coloro che lo hanno fatto costruire erano non solamente bravi, ma soprattutto avevano un grandissimo amore per la natura, ed un altissimo rispetto per l ambiente. Francesco Bottari

4 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 4 4 N. 28 sabato 15 ottobre 2011 acese Sarò Pastore di Grazia per tutti Accolto con gioia e grande commozione il neo Vescovo della Diocesi di Acireale, Mons. Antonino Ruspanti Sabato primo ottobre 2011 la Diocesi di Acireale ha gioiosamente accolto il suo undicesimo Vescovo, mons. Antonino Ruspanti, classe 1959, nativo di Alcamo (provincia e diocesi di Trapani), che sostituirà nell incarico mons. Pio Vittorio Vigo per raggiunti limiti d età, come espressamente già richiesto dallo stesso Vigo a Benedetto XVI. La prima impressione ricevuta a caldo, sia in piazza Duomo sul sagrato della Basilica dei santi Pietro e Paolo, nell incontro con il sindaco di Acireale, l avv. Nino Garozzo, e gli altri suoi colleghi della Diocesi, nonché con tutte le autorità civili e militari, che successivamente in Cattedrale per l ordinazione episcopale è questa: il nuovo Pastore non sarà tanto uno di noi, ma è già uno di noi come tutti i residenti nella vasta Diocesi di Acireale. E questo perché, da oltre un mese, eravamo a conoscenza del suo Stemma da collocare sul portone dell episcopio che nello scudo raccoglie una Stella, tre cerchi inanellati, un aquila e i faraglioni, e del suo motto che è Humilitas Ac Dulcedo. Mons. Raspanti, cioè, invita se stesso e tutto il popolo della Diocesi ha farsi umili, con dolcezza! Ed ancora per la sua cultura teologica (preside della Facoltà Teologica di Sicilia), per la sua forte spiritualità (direttore spirituale del Seminario Vescovile di Trapani e docente stabile di Storia della Spiritualità presso la Facoltà Teologica di Sicilia) che non produrranno soluzioni di continuità con la cultura e la spiritualità a cui ci aveva educati mons. Pio Vigo. Per la cronaca aggiungiamo che mons. Antonino Ruspanti, dopo il diploma liceale, è entrato nel seminario diocesano di Trapani, ha frequentato il seminario arcivescovile Maggiore di Palermo, conseguito il Baccellierato in Teologia presso la Facoltà Teologica San Giovanni a Palermo ed ha completato gli studi accademici presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma con il Dottorato in Teologia nel Il sette settembre del 1982 è stato ordinato Presbitero per le mani del compianto S.E. Mons. Emanuele Romano. È stato parroco in diverse parrocchie di Trapani e nella Chiesa Madre di Erice, preside della Facoltà Teologica di Sicilia, Cappellano di Sua Santità dal 2005, ed in atto, fino alla nomina di Vescovo avvenuta il 26 luglio 2011, socio della Pontificia Accademia di Teologia e membro del Comitato per gli Studi di Teologia e Scienze Religiose della C.E.I. S.E. Mons. Ruspanti è autore di numerosi studi di carattere teologico e filosofico. Ritornando alla serata del primo ottobre scorso, riferendo che la Consacrazione Episcopale di mons. Antonino Ruspanti è avvenuta nella Cattedrale di Acireale per le mani del Cardinale Paolo Romeo, figlio amato della Chiesa che è in Acireale. Tra le tantissime espressioni pronunciate dal Vescovo Ruspanti in Cattedrale, subito dopo la conclusione dell Eucaristia, tra commozione e gioia, ricordiamo queste: Sono contento di essere ad Acireale; la Diocesi di Trapani resterà sempre nel mio cuore; sono qui tra Voi per servire; sarò pastore di Grazia; tutti insieme, uniti, per andare verso Cristo. Ed ancora, per la cronaca, aggiungiamo che la manifestazione ha registrato una gran folla, oltre ogni previsione, sia in Cattedrale che nella piazza Duomo dove, su appositi schermi, si è potuto assistere all intera funzione religiosa. Tra questa gran folla anche un migliaio di trapanesi e della relativa provincia! Come hanno fatto tante altre testate, anche il Gazzettino grida forte Benvenuto tra noi, Eccellenza mons. Antonino Ruspanti. Camillo De Martino Tra fede e valori d arte Aci S. Antonio accoglie il restauro di 14 tele e di una porta lignea, tutte del 700 Ifesteggiamenti di San Michele Arcangelo hanno rappresentato, per la comunità di Aci Sant Antonio, l opportunità di salutare con devozione le restaurate 14 tele di epoca settecentesca raffiguranti le stazioni della Via Crucis e la porta lignea del 700, recentemente restituite al loro originario splendore. La cerimonia pubblica di riconsegna, svoltasi nella chiesa barocca di San Michele Arcangelo, nella piazza centrale di Aci Sant Antonio, gremita da centinaia di fedeli, era stato il preludio alla successiva festa. Gli stessi fedeli, nel corso delle giornate di festeggiamento dedicate a San Michele Arcangelo, hanno potuto apprezzare anche il restauro di una porta lignea, anch essa realizzata nel millesettecento, attraverso la quale si accede dall interno della chiesa alla sacrestia. Il restauro è stato reso possibile grazie all interessamento della Provincia regionale di Catania, con l assessore alle Politiche culturali a sottolineare la filosofia dell intervento: Abbiamo contribuito a preservare dal deterioramento e restituire alla devozione della popolazione 14 preziose tele, insieme al recupero di una pregiata porta barocca. Questa iniziativa rientra nelle funzioni della Provincia che rivolge particolare attenzione alla salvaguardia e conservazione delle opere d arte. A riconsegnare le tele al parroco della chiesa, don Vittorio Rocca e al suo vice don Santo Leonardi, sono stati il restauratore accreditato dalla Soprintendenza, Stefano Sferrazzo, alla presenza dell assessore provinciale Giovanni Ciampi, del Sindaco di Aci S. Antonio, Pippo Cutuli, dei consiglieri provinciali Enzo D Agata e Alfio Barbagallo, del governatore, Giuseppe Contarino, insieme ai membri dell antica Confraternita del SS. Sacramento e a diversi amministratori locali. Trasferire alle nuove generazioni i beni culturali e le tradizioni del territorio ha dichiarato il consigliere provinciale Enzo D Agata è un dovere morale. Confermiamo, con questo tangibile esempio, il prezioso ruolo che le Province assumono nel territorio. Valeria Scalisi Acicastello: solide mura di sviluppo Guarda ad un futuro turistico sempre più accentuato la recente proposta di legge per la dichiarazione del Castello di Aci Monumento nazionale, contenuta in una richiesta inviata dal Sindaco di Aci Castello, on. Filippo Drago, ai Parlamentari nazionali eletti in provincia di Catania ed ai Deputati e Senatori delle Commissioni cultura della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. La bozza della proposta è nata dalla collaborazione del Primo cittadino castellese con Davide Bonaccorso e prevede la dichiarazione di monumento nazionale del Castello Normanno al fine di tutelare e valorizzare, attraverso l intervento del Governo nazionale, un sito di assoluto interesse storico, geologico e culturale, come la rupe simbolo del territorio delle Aci. A sottolineare l importanza della proposta è stata anche l immediata adesione di numerosi parlamentari etnei e non, tra cui gli onorevoli Vincenzo Gibiino e Basilio Catanoso, che adesso lo sottoporranno alla competente Commissione permanente della Camera dei Deputati per l avvio dell istruttoria parlamentare. Fiducioso per il successivo iter della proposta si è dichiarato il sindaco Drago: «Il Castello di Aci, per la sua originale conformazione e per i secoli di storia che l hanno visto assoluto protagonista di battaglie e dominazioni, ma anche di eventi civici, religiosi e culturali, rappresenta un bene di inestimabile valore nel panorama nazionale. Proprio per questo, crediamo possa essere adeguatamente tutelato e valorizzato. Vorrei ringraziare, infine, gli onorevoli Gibiino e Catanoso che hanno subito preso a cuore la nostra iniziativa e tutti i Parlamentari che vorranno sostenere questa proposta di legge». Valentina Consoli

5 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 5 Il rischio è dietro l angolo San Pietro Clarenza: causa igiene urbana a livello zero i cittadini corrono tanti pericoli e le montagne di spazzatura sono vita quotidiana catania e provincia N. 28 sabato 15 ottobre Sono tanti i pericoli a cui sono sottoposti i cittadini di San Pietro Clarenza. Dopo che nei mesi scorsi, attraverso la stampa, era stato evidenziato che i contenitori per la raccolta dei medicinali scaduti erano colmi e che si ritardava a svuotarli il che creava un potenziale grave pericolo, in special modo per i bambini si intervenne e vennero vuotati. Oggi, gli stessi contenitori sono di nuovo colmi di prodotti medicali scaduti e si ripete la situazione di pericolo. Altro fenomeno sul quale sarebbe necessaria maggiore e più puntuale attenzione è quello del randagismo. Oltre ai convegni, voluti dall ispettore della Polizia municipale Agata Palmeri, collaborata da alcuni volontari, ci si sta adoperando affinché il fenomeno venga mitigato. Molti cani sono stati microchippati e sottoposti a sterilizzazione e rinchiusi in un appezzamento di terreno comunale recintato a ridosso dell ufficio postale e dell ambulatorio dell Azienda sanitaria provinciale, al largo Mannino. Qualcuno, non si sa chi, ha pensato bene di tagliare la rete metallica, creando un buco dove i cani possono uscire ed entrare a loro piacimento, con grave pericolo per i cittadini che si recano alle poste, all Asp, ma anche per i frequentatori di esercizi pubblici posti in largo Mannino. La notte è tutto un concerto di latrati di cani, da togliere il sonno ai cittadini. Da considerare che il mercoledì, in via Risorgimento, adiacente alla recinzione del canile, si svolge il mercatino settimanale e, a qualche decina di metri, vi è il plesso della scuola elementare. Qualcuno dice che fanno uscire i cani per smaltire i rifiuti. Di rifiuti tutto il paese è inondato, con la presenza di montagne di spazzatura. Su questo scenario spicca, come si può agevolmente constatare, l ingresso delle poste, decorato con sacchetti di spazzatura, tutti sventrati. Infine, c è da segnalare in questa carrellata, ciò che non va nello spazio tra gli ingressi delle Poste e dell Azienda sanitaria, che espleta diversi servizi (guardia medica, servizio di psicologia, servizio per portatori di handicap): da sempre, vi è una micro discarica. Anche in questo caso i sacchi vengono sventrati dai cani, e la spazzatura sparpagliata per la strada. Michele Milazzo Nel ricordo di una vita modello Mascali: per la prima volta in Italia, intitolata una strada ad una casalinga La notizia ha subito fatto il giro di tutta la nazione ma, per una volta, la Sicilia si è dimostrata all avanguardia. Infatti, per la prima volta in Italia, è stata intitolata una pubblica via ad una casalinga, per onorare nella sua figura tutta la categoria delle donne che svolgono lavori domestici. A tracciare questa nuova direzione è stata l Amministrazione comunale di Mascali, guidata dal sindaco Filippo Monforte, che ha voluto onorare la sig.ra Maria Musumeci, intitolandola la strada compresa tra le vie Carlino e D Aragona. A raccontare chi era la sig.ra Maria Musumeci sono stati i componenti della famiglia Ricca: Era una gran signora, una brava donna voluta bene da tutti. Maria Musmeci, vedova Ricca, era nata a Scillichenti (frazione di Acireale) il 15 febbraio del 1926 e morì a Mascali, il 20 gennaio Era una donna inserita nel tessuto sociale, molto vicina alla Chiesa ed iscritta all Azione Cattolica di Mascali, il suo Comune di residenza. Una persona sempre disponibile verso il prossimo, verso i bisognosi, rispettosa dei sani principi della famiglia ed una donna generosa che possedeva infinite doti umane, a tal punto che, a ben oltre due anni dalla morte, il Comune di Mascali, per iniziativa del Sindaco Filippo Monforte, ha deciso, per la prima volta in Italia e, forse, nel mondo intero, di intitolarle una pubblica via. La commovente e significativa cerimonia di intitolazione ha visto la partecipazione delle figlie della defunta casalinga, Rosaria e Sebastiana, dei generi Giovanni (consigliere comunale a Riposto) e Alfredo, dei Sindaci di Mascali Filippo Monforte, di Riposto, Carmelo Spitaleri e di Sant Alfio Salvatore Russo, del presidente del Consiglio comunale mascalese Biagio Susinni, del prof. Carmelo D Urso in rappresentanza del Consiglio Comunale di Riposto assieme al collega Vito Mangano e di tanti cittadini. Anche Riposto e Sant Alfio, tramite i rispettivi Sindaci, prevedono di dare seguito a questa iniziativa, intitolando una strada ad una casalinga. A tratteggiare il ritratto della sig.ra Maria Musumeci, è stato un commosso Filippo Monforte, in qualità di Primo cittadino di Mascali: Una donna straordinaria che aiutava sempre il prossimo e i bisognosi e che ricordo fin da ragazzo. In lei tutte le casalinghe saranno onorate degnamente. Elisa Torrisi Cinque serate diverse Zafferana Etnea: successo per la VIII Festa Equestre che ha animato l estate della frazione di Pisano con grande partecipazione Ai... banchi di partenza Al via l Anno Accademico 2011/2012 tra speranze, novità, difficoltà ed un occhio al calendario Fischio d inizio, a Catania, per l Anno Accademico 2011/2012. Martedì 11 ottobre si è registrato il tutto esaurito sugli spalti delle aule universitarie. Ad occupare le gradinate però non ci sono né tifosi né ultras: ad assistere alle lezioni ci sono gli studenti universitari. Gli occhi di tutti sono puntati sulle matricole: la loro timidezza è molto simile all approccio delle neopromosse in serie A. C è chi, fin dall inizio, pensa già a come racimolare i punti necessari alla salvezza : nelle lauree triennali la quota per evitare di ripetere l anno è fissata a 24 CFU per il primo e 78 CFU per il secondo anno. Gli studenti più ambiziosi, invece, lotteranno per aggiudicarsi un posto in Europa, classificandosi nelle prime posizioni della graduatoria per il programma Erasmus. A decidere le sorti di tutti gli studenti saranno i temuti professori ed assistenti: saranno proprio loro gli arbitri di ogni esame. Nessun cartellino giallo né rosso verrà estratto dal loro taschino: il loro giudizio verrà espresso da un voto in trentesimi, riportato in un verbalino bianco. Gli imprevisti e le difficoltà non mancheranno durante l anno: dopo la ricerca di sponsorizzazioni per pagare la retta non tutti i genitori sono presidenti miliardari e la confusione per la consegna delle immatricolazioni, che a tanti ha ricordato il caos della chiusura del calciomercato, si aggiungeranno esami rinviati, lezioni in orari assurdi e ritardi delle segreterie. Gli studenti, però, non si lasceranno intimorire facilmente: come i calciatori, sanno bene che bisogna lottare e sudare un po per laurearsi presto campioni. Antonio Giulio Percolla Santa Venerina, quinto trionfo Il Santa Venerina vince il 6 trofeo Città del vino quadrangolare di calcio ad 11, organizzato dal consigliere comunale del comune di Milo, Michele Patanè, nell ambito della 31ª edizione della ViniMilo. La formazione santavenerinese ha conquistato il titolo con nove punti, seguita dalla squadra di Milo con 4 punti, ed infine da Sant Alfio (3 punti) e Piedimonte Etneo (2 punti). I risultati delle partite, della durata di 30 minuti ciascuna, hanno mostrato un sostanziale equilibrio tra le formazioni: Sant Alfio-Piedimonte 1-0; Santa Venerina-Milo 5-0; Santa Venerina-Sant Alfio 1-0; Piedimonte-Milo 2-2 (tempo regolamentare) e 6-5 dopo gli shoot out; Santa Venerina-Piedimonte 2-1; Milo-Sant Alfio 3-0 Gli incontri sono stati disputati presso il campo comunale di contrada Scarbaglio a Milo, arbitrati dal signor Pietro Garozzo di Giarre. Il sindaco di Santa Venerina, Enrico Pappalardo, nell esprimere la sua soddisfazione ha detto: Non posso che complimentarmi con i nostri atleti che anche quest anno, per la quinta volta consecutiva, hanno portato a casa il titolo, tenendo alto il nome di Santa Venerina. L assessore allo Sport, Angelo Silvio Musmeci, presente alla premiazione, ha aggiunto: Un ringraziamento va al consigliere comunale di Milo Michele Patanè per l impegno che, ogni anno, pone nell organizzazione di questo torneo amatoriale che si svolge nello spirito di piena sportività e di amicizia tra i rappresentanti delle varie squadre partecipanti. Un esperienza positiva che meriterebbe di essere ampliata e ripetuta anche presso gli altri Comuni appartenenti al circuito delle città del vino. M.M. Foto 1 Foto 2 In pieno agosto 2011, dal 17 al 21, la frazione Pisano di Zafferana Etnea ha ospitato nella piazza S. Giuseppe l VIII Festa Equestre, manifestazione ideata fin dall inizio dal geometra Alfìo Barbagallo, oggi consigliere provinciale, nativo di Pisano Etneo. Un evento particolare per le nostre zone pedemontane, patrocinato dalla Provincia Regionale di Catania e dal Comune di Zafferana Etnea, che ha entusiasmato i residenti, i villeggianti e le migliaia di persone, giovani e meno giovani, provenienti dai comuni viciniori. Data la peculiarità della manifestazione il patron Alfìo Barbagallo si è avvalso della collaborazione e organizzazione dell acese Alessandro Sciacca, istruttore federale della F.I.S.E. e pertanto nelle varie serate si sono esibiti anche gli iscritti (Foto n. 1) alla A.D.C.I.L. (Associazione Dilettantistica Circolo Ippico Linera), istruttore Alessandro Sciacca, e gli iscritti (Foto n. 2) alla A.D.S.I.S.A. (Associazione Dilettantistica Sportiva Ippica Siciliana Addestramento) di Aci S. Antonio, istruttore Giuseppe Pulvirenti. Cinque serate, queste di Pisano Etneo, all insegna di interessanti spettacoli con Pony Games, dimostrazione di Monta Spagnola, dimostrazione di Monta Americana, Gimkane e Salto ad ostacoli, Sfilata di centurioni, Sfilata di carretti siciliani, ed altro ancora. «Cinque serate diverse ci dichiara Alfio Barbagallo per noi residenti nella frazione di Pisano, cinque serate di attrazione per i villeggianti ed i graditi ospiti, e per i giovanissimi che hanno avuto la possibilità di montare un pony». Concludiamo riferendo che la serata iniziale del 17 agosto ha previsto una sfilata trekking a cavallo con partenza da Santa Venerina, passaggio da Zafferana centro ed arrivo a Pisano. Camillo De Martino Auguri Lusiana e Gianluca! Biancavilla, lo scorso 15 settembre, nella Chiesa Madre Santa Maria dell Elemosina, ha regalato una giornata di felicità a Lusiana e Gianluca. I due giovani sono stati riuniti in matrimonio dal Prelato Pino Salerno, davanti ai testimoni Salvatore Campagna e Alfio Santanocita per lo sposo, e Valentina Biondi e tamara Salanitri per la sposa. Dopo la cerimonia, commozione ed allegria hanno accolto gli invitati per il ricevimento presso un noto locale di trecastagni. Ai saluti ed agli auguri del nostro Santo di Guardo si associa la grande famiglia del Gazzettino.

6 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 6 6 N. 28 sabato 15 ottobre 2011 catania e provincia Cinque minuti col sindaco di Linguaglossa Nostra intervista a Rosa Maria Vecchio, che giudica positiva la sua esperienza politico-amministrativa pur denunciando le difficoltà nel dover gestire un piccolo Comune Poche regole che salvano Prosegue il progetto Un gol per la vita per la sicurezza stradale che punta a coinvolgere e responsabilizzare i giovani Il sindaco di Linguaglossa, Rosa Maria Vecchio, ci ha dedicato un po del suo tempo per darci la possibilità di farle qualche domanda. Ecco la versione integrale dell intervista che il sindaco ha rilasciato al nostro giornale. - Dott.ssa Vecchio, il prossimo anno vi saranno le elezioni comunali. Ha intenzione di ricandidarsi? «La legge consente i due mandati e quindi è quasi naturale che il sindaco uscente possa candidarsi; è una situazione certamente naturale, ma non imprescindibile. Per me sono stati cinque anni positivi, anche come mia crescita personale, ma sono stati anche anni duri, che mi hanno fatto toccare con mano la lacerazione del tessuto sociale e politico. E difficile fare politica oggi, perché le condizioni per amministrare non ci sono; non si riescono a dare, con le pochissime risorse che abbiamo, le giuste risposte al territorio. C è bisogno, oggi più che mai, di un progetto unitario e condiviso che riesca, almeno in parte, a superare i conflitti. Dall altro lato c è l esperienza acquisita, la continuità di un programma, la consapevolezza del lavoro svolto e da completare. C è bisogno di una serena valutazione che, insieme al mio gruppo, dovrò fare». - Quanto è difficile per una donna essere impegnata in politica e, per di più, rivestire la carica di sindaco? «Io credo che sia un po più difficile che per un uomo perché, anche se la società in questo senso si è evoluta, il nostro sistema è in fondo ancora maschilista e c è sempre una certa resistenza ad accettare lo stile femminile. E poi con una donna si è più impietosi, cioè gli errori, che magari si perdonano ad un uomo, a noi donne vengono etichettati o come impreparazione o come difetti caratteriali». - Se dovesse tracciare un bilancio della sua amministrazione, cosa direbbe? Le promesse fatte sono state mantenute? Cosa invece non si è riusciti a fare? «Ritengo che una promessa l abbiamo mantenuta sicuramente: gestire con onestà e responsabilità il nostro territorio. Abbiamo fatto un ottima progettazione, creando un ricco parco progetti, abbiamo avuto finanziamenti di opere pubbliche per circa 4 milioni (sette cantieri di lavoro per disoccupati, riqualificazione di Piazza Matrice, ex scuola a borgata Catena recuperata come centro di mediazione culturale, il bene confiscato alla mafia di contrada Panella come casa di accoglienza giovani, la ristrutturazione del Museo Francesco Messina, il miglioramento sismico per tutte le scuole). Certamente non tutti i programmi sono stati rispettati per le difficoltà economiche di cui parlavo prima». - Qual è il progetto di cui è particolarmente soddisfatta? «Il progetto che avrei voluto realizzare totalmente era la ricostruzione di Piano Provenzana. Abbiamo, comunque, completato tutte le opere pubbliche di pertinenza del comune. Ma aver accresciuto la sicurezza sismica delle scuole ed aver migliorato gli equilibri del bilancio, mi rende soddisfatta». - C è qualcosa che non rifarebbe? «Non mi fiderei più di alcune persone e cercherei di spegnere sul nascere alcuni conflitti». - Una domanda un po più personale: sul piano umano questa esperienza cosa le ha insegnato? «Mi ha insegnato l umiltà di pensare che non tutto quello che si ha nel Arancino da Guinness alle pendici dell Etna Realizzato a Piedimonte Etneo in occasione della 14ª Festa della Vendemmia, entra nel Libro dei record cuore e si ritiene giusto alla fine si riesce a realizzare; comunque continuo a credere che se ad una cosa ci si crede si troverà sempre la forza di portarla avanti». - Cosa mi dice su eventuali manovre politiche in previsione delle prossime elezioni amministrative? «Nella politica le manovre sono pane quotidiano. E il tessuto politico generale che al momento è molto confuso; dunque, fare delle previsioni oggi è veramente molto difficile». Sonia Santamaria Gli scenari di auto accartocciate, vite spezzate, tragici bilanci ogni fine settimana sono diventati le scene quotidiane a causa della mancanza di sicurezza sulle strade. Eppure basterebbe così poco per salvare tantissime vite umane. Allacciare le cinture di sicurezza, rispettare i limiti di velocità, indossare sempre il casco sulla moto, non fare uso di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche. Regole di base che sono anche i messaggi che, da anni, lancia ai ragazzi il presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione, attraverso diverse iniziative che parlano il linguaggio dei giovani. «Per questo motivo abbiamo aderito all iniziativa di grande finalità sociale proposto dall Associazione Saperexguidare di Antonella Capizzi e Giovanni Calì ha affermato l assessore provinciale alle Politiche sociali, Pippo Pagano che, attraverso una partita di calcio, giocata nel mese di maggio, ha visto competere vip e attori contro una formazione di giornalisti, e veicolato il messaggio sulla sicurezza stradale». I fondi raccolti in quella occasione sono stati impiegati per continuare il progetto, indirizzato sempre ai ragazzi, che proseguirà nei prossimi giorni all istituto alberghiero di Catania con le lezioni sul camper dedicato e con il sorteggio di caschi protettivi da moto e di palloni in cuoio firmati dagli attori. A dare l avvio alla parte conclusiva del progetto è stato proprio l assessore Pagano, insieme al consigliere provinciale Edmondo Pappalardo, all assessore allo Sport di Trecastagni, Salvo Lo Monaco, al presidente dell associazione Famiglie vittime delle strada Salvo Capuano, al preside dell Istituto professionale alberghiero di Catania Giovanni Previtera e a famosi vip: gli attori Enrico Lo Verso e Francesco Giuffrida, con il ballerino Raimondo Todaro, in presenza di diversi consiglieri provinciali, di alcuni studenti dell Istituto Alberghiero di Catania, e dell anchor man Ruggero Sardo che ha portato i saluti del comico Giuseppe Castiglia, testimonial dell evento. Tutti i partecipanti hanno dato la propria disponibilità, sposando in pieno la filosofia del progetto: educare i giovani a una corretta e sicura guida e, soprattutto, arginare un fenomeno che strappa ogni anno migliaia di ragazzi agli affetti familiari. «Il pericolo è dietro l angolo hanno spiegato i testimoniale del progetto ed una banale distrazione, un omessa segnalazione di svolta del mezzo, la velocità e il non rispetto delle norme di guida sono spesso le cause di incidenti mortali». Il progetto saperexguidare, rivolto agli studenti, prosegue con il camper attrezzato, messo a disposizione di 1800 studenti e collocato in uno spazio all interno dell Istituto Alberghiero, dove si potrà partecipare a lezioni interattive con l ausilio di un computer e di una moto che simuleranno incidenti e conseguenze. Marzia Vaccino tra sabato 24 e domenica 25 settembre, durante la Festa della Vendemmia di Piedimonte Etneo, Alice Amalia Bucurei, della gastronomia L Aurora di Linguaglossa, con la collaborazione di Francesco trovato, ha realizzato l arancino più grande del mondo del peso esatto di 20,205 kg superando il precedente record di 11,560 kg, realizzato da Cosimo Raciti nel È entrata, così, nel registro dei record, quel libro che dal 1955 presenta i primati del mondo, da quelli naturali a quelli più folli. A quanto pare la realizzazione del suddetto arancino ha richiesto una preparazione lunga, dato che il ragù è stato preparato prima in laboratorio davanti a dei testimoni perché al momento dell esecuzione il ragù deve essere freddo. Il procedimento è iniziato con la cottura di 7 kg di riso, che è stato poi fatto raffreddare per permettere, in seguito, di effettuare la forma e l impanatura. La frittura sembra sia durata per ben 65 minuti in un cestello realizzato appositamente per l occasione. «L arancino spiega il Sindaco di Piedimonte Etneo, Giuseppe Pidoto fa parte della nostra tradizione gastronomica. La panatura croccante assicurava un ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad una migliore trasportabilità. Infatti, l arancino nasce come cibo da asporto, anche per chi lavorava in campagna». La detentrice del Guiness World Record, invece, ci ha confessato: «La riuscita del Guiness l avevo capita già quando l arancino è stato uscito dall olio. La mia tensione penso di averla trasmessa a tutti perché vedevo che insieme a me tutti piangevano. La mia meraviglia è stata, soprattutto, che ho superato anche il peso che pensavo di fare, cioè 19,7 Kg circa che era anche il peso realizzato durante le prove che facevamo, invece ho superato i 20 Kg ed è stato veramente emozionante. So soltanto che ho superato una sfida con me stessa e, certamente, anche con chi non ha creduto in me». S. S. Benvenuto Giorgio! Questa estate a Roma è arrivato tra noi Giorgio, per la felicità della sorellina Sofia, dei genitori Stefania Branca e Luigi Mancuso. Ai genitori ed ai nonni tutti i migliori auguri del Gazzettino, accompagnati da un affettuoso benvenuto al piccolo Giorgio. Benvenuto Denis! Un lieto evento ha regalato emozioni e felicità in casa Russo, dove Simone e Rossana annunciano la nascita del primogenito Dennis. Il piccolo è arrivato tra noi lo scorso 5 ottobre presso la clinica Falcidia, grazie anche alla professionalità della dottoressa Antonella Santanoceto, che i neo-genitori ringraziano di cuore. Al piccolo Denis ed ai genitori gli auguri della grande famiglia del Gazzettino! a cura di Giorgio Romeo SABATO 15 Wim Mertens Centro Zò - Catania - h ( 16.50) Captain Quentin Post-punk, math, forse noise Sala Lomax/via Fornai 44 - Catania - h ( 5.00) [teatro] -> fino a domenica 16 Cari e Stinti Angelo Tosto e Mimmo Mignemi teatro Musco - Catania - h.17.30; ( 13.50) Alea Trio (jazz/tango) per MusicaMilo Centro Servizi - Milo - h (gratuito) DOMENICA 16 Nordgarden La Chiave / Via Landolina - Catania - h (gratuito) [djset] Happy Mammut Mammut - Catania - h (gratuito) I pupi di Surfaro per MusicaMilo Piazza Belvedere - Milo - h (gratuito) LUNEDI 17 [arte] -> fino al 5 novembre Il Bosco d Amore Omaggio a Renato Guttuso Palazzo Valle / Via Vittorio Emanuele Catania - h (gratuito) MARTEDI 18 [conferenza] Bulla, un poeta per tutte le stagioni in occasione del ventennale dalla scomparsa Castello Leucatia / Via Leucatia 68 Catania - h (gratuito) MERCOLEDI 19 ÓLÖF ARNALDS, la voce della memoria Anteprima ed esclusiva italiana Palazzo Biscari - Catania - h ( 19.00) Andy Timmons Il Faro (ex Capannone) / Via D.tempio Catania - h ( 15.00) GIOVEDI 20 [teatro/concerto] -> fino a mercoledì 29 Le convenienze ed inconvenienze teatrali (viva la mamma) Di Gaetano Donizeti; Direttore M. Conti teatro Massico Bellini - Catania - h ( N.D.) [djset] -> fino a sabato 22 Rock Therapy Vol 5 Sickness; Yaga Yaga Barbara Disco Lab - Catania - h ( 7.00) [concerto/djset] Gill & Co. + Discoshaker MercatiGenerali - Catania - h ( 7.00) Più alternativa, forse, nelle proposte ma non per questo meno significativa la prossima settimana di eventi. Si comincia Sabato 15 con un concerto di livello internazionale: il primo live sicliano del compositore belga Wim Mertens, noto alle masse per la famosissima Struggle for Pleasure. Di livello anche l incontro musicale a Palazzo Biscari con la chitarrista Olof Arnalds (mercoledì 19), che vanta collaborazioni importanti con artisti del calibro di Björk e Múm. Il suo album di debutto Við og við (che si traduce in ogni tanto ), del 2007, è stato prodotto dal tastierista dei Sigur Rós, Kjartan Sveinsson, e si presenta come una miscela di filastrocche innocenti e di folk senza tempo. Non mancheranno, per i più scatenati, i djset: l ormai consolidata Rock therapy al Barbara Disco Lab (giunta alla quinta edizione) e l aperitivo al Mammutt. Istruttivo sarà il concerto di Andy timmons, degna conclusione di un workshop che si terrà durante la giornata di giovedì 20, così da creare un momento di formazione/esibizione rivolto tanto al pubblico quanto ai nostri musicisti. E se il centro di Catania si rivela cornice di eventi importanti, periferia e provincia non saranno da meno con il pop di qualità degli emergenti Gill & Co, ai MercatiGenerali (venerdì 21) e gli ultimi due eventi per MusicaMilo, che coinvolgerà con l Alea trio, sabato 15 (dalle sonorità jazz e tango) e col folk de i Pupi di Surfaro domenica 16. Imperdibile infine per gli appassionati d arte la mostra Il Bosco d Amore. Organizzato a Palazzo Valle dalla fondazione Puglisi Cosentino, il percorso si propone di omaggiare Renato Guttuso mediante contributi artistici e letterari di numerose personalità di spicco della cultura siciliana, quali: Giuseppe Bella, Carmelo Causale, Vincenzo Crapio, Francesco Nicolosi Fazio, Angelo Scandurra, Maurizio Scibilia, Stefano Strazzabosco.

7 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 7 Ricordate le terre senza limiti e confini cantante dal compianto Battisti nella sua Collina dei Ciliegi? Ebbene: al tempo in cui scrisse insieme a Mogol questo suo ennesimo capolavoro, il grande cantautore e musicista pensava già, probabilmente, al Parco Fluviale dell Alcantara: tale area protetta, infatti, a dieci anni dalla sua istituzione è ancora priva di una perimetrazione ufficiale. Eppure, per poter assolvere in pieno alle proprie funzioni, un ente territoriale necessita di confini certi ed inequivocabili (ossia, per l appunto, di una perimetrazione ); altrimenti sarebbe come l agricoltore che non conosce i limiti del proprio podere e, quando va a raccogliere la frutta, rischia di impadronirsi di quella del vicino; o che, viceversa, potrebbe effettuare opere di miglioramento su tutto il proprio fondo, ma non va oltre una certa porzione credendo erroneamente che il resto non gli appartenga. Come al solito, però, ciò che è intollerabile o, addirittura, irrazionale per un privato, è tranquillamente sopportabile per gli enti pubblici. Salvo considerare un piccolissimo particolare: le stranezze e le disfunzioni di un ente a tutela di una determinata collettività si ripercuotono negativamente sulla collettività stessa, ossia sui singoli cittadini che ne fanno parte. Che fine ha fatto, dunque, la perimetrazione definitiva del Parco Fluviale dell Alcantara? La domanda, come suol dirsi, sorge spontanea in quanto apprendiamo da fonti attendibilissime che tale fondamentale documento è stato depositato già alla fine dello scorso anno 2010 presso gli uffici dell ente, avente la sua sede a Francavilla di Sicilia in Via dei Mulini; a redigerlo, dietro affidamento di apposito incarico, è stato il Cutgana, ossia il Centro, facente capo all Università degli Studi di Catania, per la gestione e la tutela degli ambienti naturali e degli agroecosistemi. Ed addirittura, dal sito Internet ufficiale del Parco Alcantara, apprendiamo che, nello scorso mese di maggio, all organismo universitario etneo l area protetta ha liquidato la somma di ventiquattromila euro a titolo di compenso proprio per il lavoro svolto in merito alla definitiva perimetrazione. Ma sta di fatto che di quest ultima nessuno ancora ne parla, pur essendo trascorsi ben dieci mesi dal suo arrivo in Via dei Mulini. Cos è vien da chiedersi che ne ostacola la divulgazione malgrado si tratti di un atto particolarmente atteso dalle comunità locali ed, in particolare, dagli operatori economici e dai pubblici amministratori? Forse il relativo iter burocratico necessita ancora di qualche altro adempimento? Ricordiamo che una prima bozza di perimetrazione del Parco venne presentata sei anni fa, ma per giungere a quella definitiva è stato necessario sottoporre quell originaria versione al vaglio dei Comuni interessati nonché dei privati e delle associazioni per dare la possibilità a questi ultimi di presentare osservazioni e proposte di modifica. Allora (era il maggio 2005) tale bozza venne illustrata ufficialmente in pompa magna in occasione della Giornata Europea dei Parchi, alla presenza dei sindaci e degli amministratori delle Province Regionali di Messina e Catania; adesso, invece, tutto tace riguardo a quello che dovrebbe essere l assetto definitivo del territorio che l area protetta, istituita nel lontano 2001 (ma ancora priva, oltre che di perimetrazione, anche di un Consiglio d Amministrazione in quanto è sempre stata guidata da commissari inviati dal Governo regionale), è chiamata a tutelare. alcantara Lo sconfinato Parco Fluviale dell Alcantara... A dieci anni dalla sua istituzione, la vasta area protetta manca ancora di una perimetrazione ufficiale, anche se la relativa documentazione, prodotta dal Cutgana dell Università di Catania, è stata consegnata all ente nel dicembre 2010 ed è stata già pagata, nel maggio scorso, con euro AFrancavilla di Sicilia si cominciano a scaldare i motori in vista delle elezioni amministrative della primavera prossima. E le prime dichiarazioni ufficiali al riguardo vengono dal sindaco uscente Salvatore Nuciforo (nella foto) il quale, però, non potrà ricandidarsi avendo già espletato due mandati consecutivi. «Nei giorni scorsi ha dichiarato il primo cittadino francavillese ho convocato tutti gli esponenti della coalizione di maggioranza, attualmente alla guida del Comune di Francavilla di Sicilia, per iniziare a discutere dell eventuale futuro impegno nel quinquennio amministrativo E emerso che il progetto politico, che per un decennio ho avuto l onore di rappresentare e condurre, è stato da tutti noi giudicato vincente essendo realmente riuscito a migliorare le sorti del Comune che siamo stati chiamati ad amministrare. Ed è per questo che si è deciso di riproporlo per la prossima tornata elettorale, affiancando ai nomi ed alle esperienze di coloro che vi abbiamo fatto parte (tranne di qualche consigliere comunale uscente il quale ha ufficialmente dichiarato di non volersi più candidare né con noi e né in alcun altra lista) quelli dei giovani e di nuove personalità che volessero avvicinarsi alla politica per mettersi al servizio di questa comunità. E ancora La questione non è di poco conto in quanto attualmente nel Parco dell Alcantara ricadono ben dodici Comuni (Francavilla di Sicilia, Gaggi, Giardini Naxos, Graniti, Malvagna, Mojo Alcantara, Motta Camastra, Roccella Valdemone, Taormina, Calatabiano, Castiglione di Sicilia e Randazzo) cui potrebbero aggiungersene altri (alcuni dei quali hanno fatto espressa richiesta in tal senso) in qualche modo lambiti dall asta fluviale o contigui all omonima Valle (come Floresta, S. Domenica Vittoria, Mongiuffi Melia, Tripi, Tortorici e Montalbano Elicona). E sarebbe riduttivo definire curiosità l interesse per le sorti della perimetrazione dell ente: da quest ultima dipenderanno, infatti, le limitazioni e le possibilità di sviluppo per le attività imprenditoriali che s intendono svolgere nell alquanto vasta area territoriale denominata Valle dell Alcantara, i cui operatori economici, già di per sé provati dalla crisi generalizzata, non meritano certo di dover avere a che fare anche con i tentennamenti ed i colpevoli ritardi delle pubbliche istituzioni. Rodolfo Amodeo Amministrazione Nuciforo tra bilanci e sfide future Francavilla di Sicilia: gli esponenti della maggioranza uscente si dichiarano soddisfatti dei traguardi raggiunti in questi dieci anni alla guida del Comune, ed intendono riproporre il loro progetto politico alle Amministrative Ma l attuale primo cittadino, fiero soprattutto di aver risanato i conti dell ente, non potrà ricandidarsi essendo giunto al secondo mandato prematuro parlare di assegnazioni di ruoli e di cariche; ma, per quanto mi riguarda, escludo sin da ora un mio diretto coinvolgimento nel futuro Esecutivo che questa nostra coalizione auspicabilmente andrà a formare sulla base del verdetto popolare. Intanto, giunto alla fase conclusiva della mia gestione amministrativa, desidero ringraziare di vero cuore gli assessori che mi hanno affiancato: tutte persone valide, competenti e, soprattutto, oneste». Nuciforo ha anche elencato i traguardi più esaltanti raggiunti dalla sua Amministrazione. «Ciò di cui sono più orgoglioso ha sottolineato il sindaco è il risanamento del bilancio comunale, che allo stato attuale (sulla base dei tributi introitati, delle verifiche e delle ricognizioni da noi effettuate) può contare su un attivo di quasi due milioni di euro, destinato presto a raddoppiare. Abbiamo, insomma, messo ordine nei conti dell ente, preoccupandoci soprattutto di sanare le situazioni pregresse, come i riconoscimenti dei debiti fuori bilancio ed i pagamenti degli espropri, destinando complessivamente a tali onerosissime, ma necessarie ed improcrastinabili, operazioni oltre venti miliardi delle vecchie lire, anche a costo di dover contrarre mutui. «Ma sono altresì fiero di aver nettamente migliorato, attraverso opere di decoro urbano e di riqualificazione del centro storico, l immagine di Francavilla, consentendo al nostro paese di aprirsi concretamente al turismo, unico fattore, a mio avviso, in grado di portare sviluppo ed occupazione in una comunità come la nostra. Abbiamo, inoltre, ammodernato e messo a norma la fatiscente rete elettrica cittadina (utilizzando finanziamenti a fondo perduto e non, come qualcuno sostiene, mutui), effettuato significativi interventi nel settore dell edilizia scolastica e provveduto affinché i servizi sociali comunali fossero in grado di dare risposte adeguate alle purtroppo sempre più pressanti richieste d aiuto di tantissimi nostri concittadini vittime della dilagante crisi economica. Il paradosso è che poi ci accorgiamo che sono solo alcuni francavillesi benestanti a continuare a rimanere morosi nei confronti del nostro ente. «A chi mi succederà ha concluso il sindaco di Francavilla lascio un Comune ben strutturato e prossimo a dotarsi di ulteriori opere pensate e progettate da questa Amministrazione e già ammesse a finanziamento dagli enti superiori (tra queste il Parco suburbano in contrada Madonna Gala, l eliporto di contrada Piano Forca e la centrale eolica). Ai futuri amministratori consiglio solo di non trascurare lo spinoso problema della cessione dell azienda elettrica comunale, che il nostro ente non è più in grado di gestire in quanto una struttura di tal genere, per poter arrivare almeno al pareggio di bilancio, dovrebbe contare su un minimo di trecentomila utenze, mentre noi ne abbiamo appena duemilacinquecento; sarà opportuno, dunque, proseguire nel dialogo da noi avviato con l Enel per convincere quest ultima ad acquisire i nostri impianti». Amalia C. R. Musumeci N. 28 sabato 15 ottobre Gaggi capitale del Karate Ukida Da sinistra: Tosto, Lorenzetti, il sindaco Tadduni ed il vicesindaco Cundari L illustre gaggese Angelo tosto, 6 Dan di Karate Do, spende sempre il suo prestigio e la sua autorevolezza nel settore delle arti marziali per valorizzare il proprio paese d origine. Così, nei giorni scorsi, il Comune di Gaggi ha avuto l onore di ospitare la ventiseiesima edizione dello Stage Federale di Karate Do dell Unione Karate Italia e Discipline Associate (U.K.I.D.A.) in collaborazione con l Accademia Internazionale di Karate Do tradizionale Giapponese. Quartier generale della tre giorni l accogliente ed elegante Alcantara Resort, diretto da Luigi Sorge (al quale, al termine della non stop, l Ukida ha consegnato un gagliardetto in segno di riconoscenza per l impeccabile accoglienza ricevuta nella nuova struttura ricettiva gaggese). Numerosi gli atleti ed i dirigenti che Angelo tosto, vicepresidente nazionale della federazione Ukida e coordinatore del meeting, è riuscito ad attirare per l occasione nella cittadina dell Alcantara; tra i nomi di maggior spicco i maestri Vincenzo Buscaglia (9 Dan), Franco Rinaldi (5 Dan), Francesco Maisano (5 Dan) e Massimo Raneri (4 Dan) e gli istruttori Jean Paul Cecchini, Sara De Palma, Jenny tosto e Fabio Paronuzzi, i quali hanno composto il corpo docenti federale incaricato dei corsi, diretti dal presidente federale Ukida, Shihan Fulvio Lorenzetti (7 Dan Hanshi), uomo di punta del Karate italiano nello scenario internazionale. Il maestro tosto, in qualità di presidente del Coordinamento tecnico Nazionale, ha premiato Lorenzetti (per il prezioso ed intenso lavoro da lui svolto in seno alla Federazione) ed ha consegnato il diploma di 5 Dan e la qualifica di Maestro al docente Franco Rinaldi ed il grado di Cintura Nera 1 Dan a Giuseppe tosto e Walter trimarchi. Riconoscimenti e targhe ricordo dell Ukida sono andati pure ad altre personalità partecipanti all evento, come il sindaco di Gaggi, Franco tadduni, ed il vice di quest ultimo, Giuseppe Cundari, Simona Maria Cattaneo (segretario generale Ukida), Lorena Sopetto (psicologa Ukida), Leonardo Le Mura (presidente Coop. Isvil), Angela Zappalà Lionti (segretario Aiktg) e Giovanni Zito (responsabile medico dello stage). R.A. Trappitello, nozze Intelisano - Riccina Carmelo Intelisano e Francesca Riccina hanno coronato il loro sogno d amore unendosi in matrimonio nella chiesa di S. Venera a trappitello (taormina). Ha fatto seguito un indimenticabile ricevimento (con ben 350 invitati) nella rinomata Villa Greta Garbo di Letojanni. A Carmelo e Francesca ed ai loro familiari (tra cui si annoverano parecchi lettori del nostro settimanale) vanno le più sentite felicitazioni della Redazione del Gazzettino ; in particolare a Vittorio e Maria Rita Sabato ed a Gianni, Annamaria e Francesca Intelisano (rispettivamente nonno, mamma, papà e sorelle dello sposo). Laurea in Medicina per Maria Ausilia Silvestro Discutendo una tesi particolarmente complessa dal titolo Descrizione di tre pazienti con adenoma ipofisario secernente tireotropina, si è laureata in Medicina e Chirurgia all Università di Messina (con relatore il prof. Salvatore Cannavò, del Dipartimento di Endocrinologia diretto dal prof. Francesco trimarchi) la dottoressa Maria Ausilia Silvestro, figlia di due nostri affezionati lettori di Francavilla di Sicilia. Alla giovane e promettente endocrinologa che, oltre ad aver ottenuto il massimo dei voti (110/110) ha - cosa non comune - perfettamente rispettato i tempi ufficiali dell impegnativo percorso accademico, la Redazione del Gazzettino formula le più sincere congratulazioni ed i migliori auguri per un futuro professionale ricco di affermazioni.

8 Gazzettino _Gazzettino-nuovo 1 14/10/11 11:40 Pagina 8 8 N. 28 sabato 15 ottobre 2011 attualità Non chiamateli più solo disegni... Etnacomics: alla fiera del fumetto se ne sono viste di tutti i colori! Il buon vecchio e caro fumetto in bianco e nero? Solo un lontano ricordo. I piccoli e i grandi visitatori del Etnacomics, fiera del fumetto svoltasi a Catania tra il 9 e l 11 settembre, sono stati tutti d accordo nell esclamare che la manifestazione si è rivelata una vera e propria esplosione di colori. Via il grigio delle nuvolette, via il chiaroscuro dell inchiostro a china: spazio al fucsia e all azzurro cielo delle parrucche dei centinaia di giovani travestiti dai personaggi dei loro fumetti Manga e dei loro cartoni Anime preferiti. Già, perché l Etnacomics non è stato solamente un festival del fumetto, ma anche un importante palcoscenico per il Cosplay ed una grande vetrina per il mondo dei videogiochi, del collezionismo e dei giochi da tavolo. Spiegare cos è il cosplay, termine per i più sconosciuto - ma sempre più presente nel gergo giovanile - è più semplice di quanto si possa immaginare: si può descrivere come uno dei giochi più amati dai bambini. Un facciamo che io sono... molto più in grande. La pratica consiste, infatti, nell indossare gli stessi abiti e simulare gli stessi movimenti e modi di fare di un personaggio famoso dei fumetti, dei film o dei cartoni animati. L Etnacomics si è presentata, non a caso, come una passerella di aspiranti Capitan America, Lupin, Saylor Moon e personaggi di One Piece, meglio conosciuti in Italia come i pirati di All arrembaggio. L ombelico del mondo dei fumetti e dei cartoon è sempre più un puntino rosso all interno di una pancia bianca, proprio come accade per i colori della bandiera del Giappone. All interno delle Ciminiere ampio spazio è stato dedicato, infatti, agli stand delle associazioni giapponesi che, tra una tazza di tè verde ed un Origami, hanno cercato di avvicinare la cultura nipponica a quella italiana. Poco più lontano era possibile assaggiare il Ramen, piatto tipico del Sol levante a base di tagliatelle e brodo di carne o pesce, diventato famoso proprio grazie al manga e cartone animato Naruto, gran divoratore della pietanza giapponese. Usando un espressione tipica dei fumetti, ci permettiamo però di sottolineare che tra i tanti gnam degli appassionati, parecchi sono stati i bleah di chi era solamente curioso di assaggiare qualcosa di nuovo. Davvero adeguata per tutti i gusti si è rivelata, invece, l area videogame. Anche qui la parola chiave è stata simulazione: oltre ai tornei dei più importanti titoli di calcio e sparatutto, era possibile cimentarsi nei panni di una grande rockstar impugnando le chitarre di Guitar Hero o improvvisarsi un asso dell automobilismo. Una realistica postazione di guida, con tanto di sedile da corsa e cambio manuale e frizione, permetteva di assaggiare il brivido dei rettilinei di Monza a bordo di una fuoriserie (Granturismo 5) o, per i più spericolati, gli impervi percorsi del mondiale Rally (Dirt 3). Grande silenzio, invece, tra i tavoli adibiti ai tornei dei più classici giochi da tavolo, più anziani ma non per questo meno appassionanti: non basta certo una monetina per recuperare una partita di Scacchi o Risiko! A dare particolare prestigio all intero evento, hanno contribuito inoltre le numerose conferenze, che hanno suscitato più Wow di stupore che Yawn di sbadigli: nelle tre giornate si sono alternati i workshop di Massimo Asaro, disegnatore per Disney Italia, Spartaco Albertelli, l autore del Futurisiko! e Fabrizio Mazzotta, doppiatore di Eros in Pollon e Krusty il Clown nei Simpsons. Grande folla, infine, si è registrata tra gli stand dei collezionisti dei fumetti: tanti gli appassionati che si sono buttati a capofitto alla ricerca del numero mancante del proprio fumetto preferito. È proprio questo il saluto più grande e significativo che si può dare a Sergio Bonelli, il famoso creatore di Tex scomparso pochi giorni fa: il mondo dei fumetti, sia in bianco e nero che a colori dall Italia al Giappone, continua ad affascinare i lettori più grandi come quelli più piccoli. Volendo esprimerlo in una strip, il fumetto è più vivo che mai. Antonio Giulio Percolla Omaggio al Senatore Ludovico Corrao Vero siciliano, trasversale al suo credo ideologico, si è speso sino alla fine per l affermazione dei principi dell Autonomia Il mondo politico e della cultura siciliana hanno reso omaggio al senatore Ludovico Corrao (Alcamo, 26 giugno 1927), scomparso tragicamente lo scorso 7 agosto 2011, all età di 84 anni. «Uomo di rare virtù umane, politiche, culturali e sociali. Ha amato intensamente la Sicilia: convito assertore della centralità mediterranea dell Isola, si è sempre battuto per l affermazione dei diritti del Popolo Siciliano. Profondamente autonomista, libero da qualsiasi forma di sudditanza partitica, fu attore di primo piano della Primavera Milazziana ed ideologo dell Unione Siciliana Cristiano Sociale, alla quale guardavano con simpatia non pochi politici ed intellettuali che avevano militato nel Movimento indipendentista». Così, lo ha ricordato,con particolare stima, il Presidente Nazionale del Mis, prof. Salvatore Musumeci. Ludovico Corrao non è riuscito a difendersi dal raptus omicida del suo giovane collaboratore Saiful Islam, dopo avere sempre difeso i più deboli. A cominciare dai contadini vessati da agrari e campieri. Patrocinò Franca Viola, la prima donna che rifiutò le nozze riparatrici precedute dall usanza del rapimento. E in linea con quel suo spirito libertario si ritrovò accanto a Silvio Milazzo e, poi, a Danilo Dolci nelle lotte per la terra, per l acqua, per il diritto allo studio. Prime tappe di una vita in seguito segnata dall incontro con artisti, urbanisti, da Consagra a Schifano, da Pomodoro a Burri che a Gibellina realizzò il famoso Cretto. Nel suo ultimo libro, Un sogno mediterraneo, scritto con Baldo Carollo, ci ha lasciato il suo testamento spirituale. Una storia che richiama i suoi incontri eccellenti, da Krusciov a Papa Giovanni XXIII, sempre pensando ad un ruolo chiave della sua Sicilia nei rapporti internazionali, con un obiettivo fisso per il Mediterraneo. «È il nostro futuro», ripeteva a potenti e giovani invitandoli a riflettere sulla Sicilia irredimibile del suo amico Leonardo Sciascia. Con una correzione di tiro: «Pensate e agite come se non lo fosse». Chiave di una linea e di un utopia realizzabile attraverso il difficile impegno del crederci. Per comprendere appieno il pensiero autonomista dell Illustre Senatore, riportiamo uno stralcio dell intervista: Rivoluzione in Sicilia, 50 anni dopo realizzata da Stefano Vaccara, e ripropostaci dallo stesso Corrao il 25 settembre 2010, nel corso della Festa dell Autonomia tenutasi a Catania. «Mezzo secolo fa in Sicilia esordisce Ludovigo Corrao avvenne una quasi rivoluzione. Ci fu la presa del Palazzo dei Normanni e molti poteri forti dell isola legati a Roma tremarono. Avvenne che un gruppo di deputati regionali democristiani, guidati da Silvio Milazzo, politico di Caltagirone e allievo di Don Sturzo, nel 1958 si ribellarono alle direttive romane della Dc, e in nome degli interessi della Sicilia fecero quello che allora equivaleva ad una rivoluzione: un governo regionale appoggiato da deputati appartenenti a partiti fino ad allora inconciliabili, comunisti, monarchici, socialisti, repubblicani, liberali che abbandonarono le direttive delle loro segreterie romane per far nascere il governo Milazzo. Nel 1959, alle elezioni regionali, questi deputati Dc ribelli presentarono un loro partito, l Unione Siciliana Cristiano Sociale, e rompendo per la prima volta in Italia l unità dei cattolici, vinsero ancora. Riuscirono a restare al governo dell Isola fino al Poi arrivò la controrivoluzione». Negli anni l Italia è nel boom economico, ma in Sicilia la situazione è diversa. E questo il cosiddetto milazzismo, la risposta di una regione che si sentiva trascurata? Cosa volevate fare? «Il governo di Milazzo è una esperienza che raccoglie trasversalmente tutti i partiti presenti in Sicilia. Alcuni parlamentari regionali si ribellavano al dominio dei potentati economici finanziari nazionali e internazionali. Io stesso all interno della Democrazia Cristiana, chi all interno dei monarchici, dei comunisti. Quando si dice che il Pci appoggiava Milazzo, non è così, non erano tutti d accordo, per esempio Li Causi non lo era. Era con Milazzo la parte più giovane, più dinamica, quella che aveva appreso la lezione di Togliatti che ricordò che la Sicilia ha le caratteristiche di una nazione. Caratteristiche che vengono dalla sua identità storica, dalla sua cultura millenaria, dalla lingua stessa. Dalle sue potenzialità economiche del sottosuolo e del mare. Avveniva questa presa di coscienza soprattutto dinanzi all incalzare delle nuove economie mondiali, che scaricavano sul Sud, non solo dell Italia ma di tutto il mondo, le contraddizioni che esistevano nel capitalismo occidentale che doveva risolvere i suoi problemi o con la guerra, o con una nuova forma di colonialismo. La Sicilia era l emblema di questo tipo di politica. Perché in Sicilia tutte le risorse petrolifere erano affidate al monopolio delle compagnie americane. Né vi era possibilità di libera concorrenza per altre società, compresa anche la stessa società di Stato, l Eni di Mattei, che non ebbe mai dai governi democristiani la concessione di sfruttamento delle risorse del sottosuolo. Quindi sfruttamento diciamo monopolistico, senza concorrenza del petrolio, pagando delle miserie per i diritti di concessione al governo siciliano. Non ne veniva alcuna ricchezza perché pompavano il petrolio, se lo lavoravano per conto loro e lo vendevano; in Sicilia non restava niente». E queste concessioni svantaggiose venivano decise a Roma? «Evidentemente, perché quando c è una organizzazione verticistica dei partiti, che si accentra a Roma, le forze politiche regionali dipendono sostanzialmente da un vertice esterno...» Quindi lo statuto speciale siciliano conquistato nell immediato dopoguerra non valeva più nulla nel 58, era carta straccia? «La classe politica dirigente siciliana diventa succube di Roma, anche perché era nominata dai vertici dei partiti. Non è come in America, che c è il federalismo. L autonomia qui diventa una parola priva di sostanza. Quando si devono fare le liste chi decide non è la direzione politica siciliana ma tutto dipende dal potere centrale dei partiti. Quando si hanno le mani legate non si può più parlare di autonomia. Ma tornando al discorso del settore petrolifero. Anche nel settore dei fosfati dei Sali potassici, essenziale per la trasformazione dell agricoltura sono i concimi, per uno sviluppo più intensivo, per passare dalla coltivazione monocorde del grano a produzioni di qualità. La Sicilia è ricca di miniere di Sali potassici ma anche lì lo sfruttamento era affidato ad un monopolio italiano, che era Cefis, e la Montedison. Lo stesso per l energia elettrica. Il primo commissario dello Stato, Selvaggi, aveva costituito un ente di elettricità siciliana autonomo dai monopoli nazionali, ma questo non ebbe vita, perché dominavano i monopoli dell elettricità del nord. E così in tutti gli altri settori, la Sicilia non aveva nessuna reale disponibilità delle sue ricchezze. In più iniziava la politica della comunità europea e avvenne un danno clamoroso: mentre la Sicilia era stata considerata nei millenni il granaio di tutti gli imperi, per la sua qualità di grano duro, con il quale si fa la migliore qualità di pasta e di pane, fu invece stabilito di dare via libera alle grandi organizzazioni agrarie sia americane che del nord Europa, che non producono il grano duro ma il grano tenero. Equipararono il grano duro con il grano tenero... quindi la Sicilia con l arrivo di questa concorrenza vide chiudere tanti suoi pastifici. Fallirono tanti mulini e aprirono la strada ai tanti monopoli dei pastifici e delle catene alimentari». Dunque sarebbero stati dei problemi economici reali e concreti che fanno esplodere la scintilla del governo Milazzo? «Certamente, alcuni politici siciliani ne prendono coscienza, organizzano delle lotte. Perché il governo Milazzo non nasce in Assemblea regionale, c erano delle precise richieste popolari...». Riceveste una spinta dal basso? «C era il movimento della riforma agraria dei contadini, che volevano mantenuta la promessa di avere assegnate le terre. Una promessa che aveva fatto cento anni prima Garibaldi e poi puntualmente tradita. Come anche lo stato sabaudo che per esempio aveva venduto i beni ecclesiastici, i latifondi etc, non ai contadini ma ai nobili. Quindi questo movimento di industriali siciliani ma anche di contadini che prendono coscienza dello stato di marginalità della Sicilia, di neocolonialismo che si aveva in Sicilia, di emarginazione totale. Perché anche i trattati commerciali dell Italia vengono stipulati sempre a favore delle industrie del Nord. E quindi mancanza anche di strutture in Sicilia: strade, ospedali, acqua nei paesi, disboscamento forestale, tutto condannava la Sicilia allo stato di miseria». Ma lo statuto concesso dieci anni prima? «Lo Stato lo aveva concesso questo statuto di autonomia, ma come? Per cedere sia alle pressioni del movimento separatista, preoccupato dai pericoli che potevano arrivare dalle bande tipo quella di Giuliano, con la Sicilia che diventava ingovernabile, sia soprattutto per costituire un sistema di potere in cui si accontentassero certe esigenze dei civili ma che mantenesse fermo il bastone a Roma». Lo statuto era la carota fatta seguire dal bastone... «C era anche il pericolo, allora reale, comunista. Infatti i comunisti insieme ai socialisti avevano visto una grande affermazione nelle prime elezioni regionali nel 47 con il 33%. C era il pericolo poi che la monarchia, già condannata dal referendum, potesse grazie agli agrari siciliani ritornare. ( ) Dinanzi a questo quadro generale, il governo si decide a concedere questo statuto speciale che fu approvato prima della costituzione della Repubblica. Le garanzie erano praticamente in un patto tra lo stato italiano e il popolo siciliano e questo patto veniva garantito da un organo costituzionale, un alta corte di giustizia per la Sicilia, che dirimeva eventuali questioni di conflitto tra Sicilia e Stato. Tra i primi incaricati ci fu Don Luigi Sturzo come presidente di questa corte. Ma poi, con un semplice atto di diniego amministrativo, la corte fu annullata». E non accadde nulla? «Ci furono delle proteste da parte del governo regionale, allora presieduto da Giuseppe Alessi, che era la punta più avanzata della DC per l autonomia, ma poi questi fu emarginato...». Arrivò il governo Restivo «Esattamente. Viene meno lo statuto che era la garanzia del patto. La corte costituzionale veniva adita da parte dello Stato attraverso un commissario speciale che poteva impugnare le leggi della regione. Così il commissario dello stato è rimasto, eppure soltanto per le leggi della regione e non le leggi dello stato che violano i diritti della Sicilia. Una abnormità anche dal punto di vista costituzionale. Poi doveva essere garantito che tutte le rimesse degli immigrati siciliani venissero concentrate in una tesoreria regionale a favore della Regione. Invece tutte le rimesse continuarono a confluire alla Banca d Italia e quindi anche il plusvalore che questa moneta americana che allora aveva si perdeva, in Sicilia arrivava alla fine carta straccia. E ancora, lo statuto diceva che il presidente della Regione era capo delle forze dell ordine nell isola, questo non è stato mai attuato. E così via...». Lei e Silvio Milazzo fate in quel momento parte della Democrazia Cristiana... Siamo in piena Guerra Fredda, e voi cominciate addirittura a mettere su un governo con l appoggio dei comunisti... Tutto questo quando ancora in Italia, l esperimento del primo governo di centrosinistra è ancora lontano. In quel momento deve essere sembrata una rivoluzione, insomma per l opinione pubblica di allora il vostro audace esperimento non era come mettere il diavolo con l acqua santa? «Noi affermavamo allora, oltre che i diritti per la Sicilia, la rottura dell unità politica dei cattolici italiani. Che dovevano scegliere gli interessi di classe non soltanto perché sono cattolici. Noi abbiamo smascherato questo equivoco dell interclassismo e abbiamo detto: i cattolici nella vita politica assumono le responsabilità in relazione ai problemi e alle scelte economiche e sociali di una nazione e non per quanto riguarda la loro fede. La loro fede non è in discussione. Ovviamente già allora questa non unità dei cattolici in politica era ammessa in tutto il mondo tranne che in Italia... È bene ricordare che veniva eletto anche Giovanni XXIII, anche se la curia era ancora attestata nelle posizioni del cardinale Ottaviani... Io ebbi un ruolo importante. Durante una missione del governo siciliano in Unione Sovietica, ebbi un incontro con Kruschev durato due ore...». In quel momento chissà quanti servizi segreti occidentali scrutarono quel colloquio... «In Parlamento ci furono discussioni, interrogazioni. I giornali titolavano che andavo a svendere la Sicilia ai sovietici... Ma con Kruschev io parlavo degli interessi economici della Sicilia, di esportazione dei suoi prodotti, come le arance. Mi muovevo per favorire l industria siciliana, come la Keller, azienda che costruiva impianti ferroviari a Palermo e che cercai di far fare affari in Unione Sovietica. Ma in quel viaggio avevo preso anche contatto con le autorità cattoliche, che non era proprio la chiesa del silenzio. Kruschev sapeva che la sfida ormai non era una impossibile guerra o rivoluzione, ma sui sistemi economici e sociali. Giovanni XXIII annunciava questo nuovo clima, a lui non interessava sapere di che partito o religione fosse chi gli stava accanto nel cammino, gli interessava sapere dove andavano insieme. Ognuno con la sua fede, nel rispetto e nel dialogo. E infatti Kruschev, poco dopo quella visita, mandò il genero con la figlia in missione dal Papa...». Torniamo all esperienza del Milazzismo in Sicilia. L impresa ebbe vita breve, ma il messaggio fu fortissimo. «Continua a fruttare in qualche modo. Certo noi ne abbiamo pagato il prezzo. Dispersi malamente tutti. Riassorbiti in parte dalla DC, in parte dai socialisti. Io sono stato l unico ad essere rimasto indipendente. Ci furono promesse e allettamenti, che mi fecero Fanfani e Moro personalmente, ma rifiutai. Da lì, però, da quell esperienza, nacque l intuito di Moro, lui capì i pericoli per la Dc. Riuscirono a staccare i socialisti dai comunisti. Che ruppero l alleanza in Sicilia e quindi anche con Milazzo. Ecco perché cadde quel governo. Non certo per Carmelo Santalco (deputato Dc che denunciò un tentativo di corruzione nei suoi confronti, ndr)». Due anni di governi Milazzo. Cosa è rimasto di quella esperienza? Presidente della regione in Sicilia oggi c è Raffaele Lombardo, leader di un movimento autonomista... Ci vede qualche novità? «Questi fermenti non muoiono, rivivono. Vengono reinterpretati, non sono situazioni assimilabili in modo assoluto. La nostra era una autonomia totale. Non dipendevamo dai partiti di Roma. La nostra era una ribellione al centralismo romano. Lombardo deve rompere totalmente con Roma. ( ) Intanto è un fatto positivo che si dibattano certi temi e ci sia volontà di riaffermare con forza la difesa dei principi dei diritti della Sicilia. E soprattutto dello Statuto calpestato e umiliato. Questo è un fatto positivo. Le strategie possono cambiare, però c è il segno preciso che nell animo popolare riaffiorano questi sentimenti di libertà. Di giustizia per la propria terra. Ho notato che non c è lo scissionismo di Bossi o il separatismo di Finocchiaro Aprile. C è una peculiarietà: l identità siciliana che è determinata dalla sua universalità; non è una identità per la chiusura, ma una identità plurale. Che è fatta di tante civiltà insieme. Quando si parla di Sicilia, si parla di mondo ellenico, romano, bizantino, arabo, francese, spagnolo, inglese... universale, senza frontiere, aperto. L identità siciliana che io chiamo plurale, non ti chiude, non ti isola, non fa sicilitudine, ma include tanti altri popoli. Non per nulla la Sicilia è la meno razzista di tutte le altre regioni d Italia. La Sicilia per la sua storia da una grande lezione di miscele e nomadismi di popoli. Chiamiamole anche di meticciato. La forza di una nazione deriva dagli incroci. La forza dell America cosa è stata?». Ma il presidente Lombardo, ha scosso qualcosa? «Almeno si discute dello statuto. L indipendenza non è separatismo. Lo statuto può essere applicato nell unità nazionale. Anche perché l unità nazionale oggi è un argine molto fragile. Quello che prevarrà alla fine sarà il potere dell Europa». La Sicilia potrebbe imitare la regione autonoma della Catalogna in Spagna... «Certamente». Ma ha gli uomini e le donne per farlo? «Gli uomini nascono dal fuoco delle battaglie. Non c è il salvatore che arriva dal cielo». AnTuDo illustrissimo Senatore. Il Coraggio è stato il Tuo Signore! Giuseppe Musumeci

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