italia: Fondato nel 1876 La città-immagine e il mondo A bbiamo tre città, in Italia, che lasciano il mondo di BEPPE SEVERGNINI

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1 VENERDÌ 6 GIUGNO 2014 ANNO N In Italia (con Sette ) EURO 1,90 italia: Milano, Via Solferino 28 - Tel Roma, Piazza Venezia 5 - Tel Fondato nel 1876 Servizio Clienti - Tel mail: servizioclienti@corriere.it Il bicentenario Napolitano, elogio dei carabinieri di Flavio Haver a pagina 6 Tempi liberi Il weekend si fa in due Oggi Bianca Balti story: «Sì, sono bella e non ho amiche» di Gian Luigi Paracchini Domani Mettiti nei miei panni La forza dell empatia salverà il mondo di Daniela Monti 40606> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano Tagliato il costo del denaro, misure contro la discesa dei prezzi. Il presidente Bce: e non è finita qui. Borse su, cala lo spread La spinta di Draghi per la crescita Nuove risorse alle banche che dovranno finanziare di più aziende e famiglie E ORA PIÙ CREDITO di FRANCESCO DAVERI U n ampio pacchetto di misure e l annuncio che altre potrebbero seguire. Nel luglio del 2012 Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, con una frase riuscì a rasserenare un clima che si stava facendo pericoloso per la moneta unica. Disse: faremo qualsiasi cosa per difendere l euro. Ieri a Francoforte il messaggio è stato ancora più chiaro e accompagnato da concrete, forti misure. La liquidità che circola sui mercati, quella custodita nelle banche e quella che è possibile mettere a disposizione dell economia, deve arrivare alle imprese, alle famiglie. Deve rafforzare la ripresa che c è ma si risolve solo in una crescita troppo moderata. Deve aiutare a invertire la pericolosa tendenza alla discesa dei prezzi che fa rinviare gli investimenti e raffredda i consumi. Draghi ha usato un mezzo convenzionale come il taglio del costo del denaro per le banche che hanno bisogno di fondi direttamente dalla Bce. Ma oggi la riduzione del tasso di rifinanziamento (il prezzo che le banche pagano quando si fanno prestare soldi a breve dall istituto centrale) è un arma spuntata perché questo tasso è già vicino a zero. La Bce è andata oltre e, prima tra le grandi banche centrali del mondo, ha spinto in territorio negativo (per dieci punti base, lo 0,1%) anche il tasso di interesse sui depositi a brevissima scadenza delle banche presso l istituto di Francoforte. E lo ha fatto per due motivi. Il primo per rafforzare l incentivo degli istituti di credito a prestare al settore privato. Eliminando così qualsiasi alibi per le banche stesse che se vorranno depositare la loro liquidità presso la Bce dovranno pagare interessi invece di riceverne. Il secondo per scoraggiare il parcheggio di capitali stranieri nell eurozona, scelta che contribuirà anche a contrastare la tendenza al rafforzamento dell euro. Per questo la Bce non ha voluto fermarsi. Alla manovra sui tassi (attivi e passivi), ha aggiunto anche misure meno convenzionali. È stato così annunciato un nuovo schema di finanziamenti a lungo termine alle banche condizionati però alla concessione di credito all economia (Tltro). Sono stati messi a disposizione circa 400 miliardi di euro, una cifra inferiore ai miliardi di due anni fa proprio perché oggi le banche hanno meno bisogno di liquidità. Ma a differenza di allora lo schema non prevede linee di credito liberamente disponibili ma fondi utilizzabili purché destinati a famiglie e società non finanziarie, con verifiche e successivi finanziamenti su base trimestrale in proporzione al credito netto erogato. Nel «non è finita qui» c è in futuro l acquisto dei cosiddetti Abs (titoli che contengono crediti impacchettati e venduti sul mercato), iniziativa già sperimentata da altre banche centrali. Un altro indizio che potrebbe prepararsi un quantitative easing (ulteriore immissione di liquidità nell economia), misura altrove decisiva per accelerare la ripresa. Mosse che, una volta di più, fanno della Bce uno dei pilastri fondamentali di un Unione Europea che ne ha un bisogno persino poco compreso e che si appresta ad affrontare nei prossimi mesi, dalle nomine agli assetti istituzionali, prove decisive per la sua stabilità. Giannelli Il caso Milano L EXPO E LE LITI IN PROCURA BRUTI ACCENTRA, ROBLEDO ESCLUSO di LUIGI FERRARELLA me tutte le inchieste «A sull Expo». Dopo un nuovo scontro alla Procura di Milano con l aggiunto Alfredo Robledo sulla disponibilità o meno di un verbale di interrogatorio, Edmondo Bruti Liberati ha istituito con effetto immediato una «Area Omogenea Expo 2015», assegnandosi l esclusivo coordinamento di tutti i fascicoli che «direttamente o indirettamente possono riguardare sotto qualunque titolo l evento Expo». Tutti i procuratori aggiunti «riferiranno prontamente» solo a Bruti Liberati, che sarà anche l unico «punto di riferimento per i contatti con altre Autorità che possano intervenire nella vicenda Expo». A PAGINA 12 con un articolo di Giuseppe Guastella Il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, al termine del consiglio direttivo dell istituto, ha annunciato il taglio dei tassi al minimo storico e misure indirizzate ad affrontare la bassa inflazione e a sostenere la crescita. La frase chiave. «E non abbiamo ancora finito», ha aggiunto Draghi riecheggiando il celebre «whatever it takes» («qualunque cosa serva») con cui nel 2012 arginò la speculazione e salvò di fatto l euro, per indicare l impegno dei governatori dell area euro a procedere, se sarà necessario, all «acquisto di titoli pubblici e privati su larga scala». Il «sì» dei mercati. Apprezzamenti dal Fondo monetario internazionale e dai mercati: Piazza Affari ha chiuso a +1,53%, lo spread tra Btp e Bund decennali è sceso fino a 145 punti base per poi chiudere a 164. ALLE PAGINE 2 E 3 Caccia, Ferraino Massaro, Querzé, Savelli, Tamburello La strategia L ITALIA MEDIA PER IL CAPO DELL EUROPA (UNA DONNA?) di LUIGI OFFEDDU l G7 di Bruxelles, la A scelta del presidente della Commissione Europea mette in sordina il resto, dall Ucraina alla disoccupazione. E nel braccio di ferro tra la cancelliera tedesca Merkel (che spinge per Juncker) e il premier britannico Cameron (che minaccia l uscita dall Ue) spunta la mediazione italiana di Renzi: «Non è il momento dei diktat e dei veti, serve un intesa: perché non una donna?». Torna così sul tavolo il nome di Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale. A PAGINA 14 L appello MA A SCEGLIERE DEVE ESSERE IL PARLAMENTO ELETTO el proporre un N candidato come Presidente della Commissione, il trattato di Lisbona incarica il Consiglio europeo di «tener conto delle elezioni del Parlamento europeo» e afferma che il Presidente deve essere «eletto dal Parlamento europeo». Quando i governi aggiunsero queste parole al trattato ciò fu visto da molti come una significativa rottura rispetto al passato, in quanto da quel momento in poi la scelta relativa al più potente ufficio esecutivo dell Ue sarebbe stata presa in modo più aperto e democratico. Il documento degli intellettuali europei CONTINUA A PAGINA 44 Renzi: via i ladri. Sospeso il sindaco di Venezia. Perquisito l ufficiale che vigila sugli appalti in Lombardia Mose, presi perché spendevano troppo Le accuse a Galan e al generale: viaggi, yacht e lussi slegati dal reddito La città-immagine e il mondo UNO SFREGIO DA CANCELLARE di BEPPE SEVERGNINI Brescia Un giudice costringe i medici a obbedire a uno dei guru indagati Basta giocare con il metodo Stamina di ADRIANA BAZZI l caso Stamina riesplode con tutte le sue I contraddizioni. È l effetto dell ordinanza del Tribunale di Pesaro che ha nominato Marino Andolina commissario ad acta per la cura con il controverso metodo, all ospedale Civile di Brescia, di un bimbo di tre anni e mezzo affetto dal morbo di Krabbe. La nomina di Andolina, braccio destro di Davide Vannoni e indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, diventa oggetto di approfondimento al Csm e alla Procura generale della Cassazione. E Andolina minaccia di procedere all infusione da solo, «accompagnato dai carabinieri». A PAGINA 44 - A PAGINA 18 Petenzi La squadra Andrea Pirlo, uno dei leader dell Italia ROBERTO TEDESCHI Gli azzurri ai Mondiali, il Brasile tifa (anche) Italia di ALESSANDRO BOCCI e ROCCO COTRONEO ALLE PAGINE 48 E 49 A bbiamo tre città, in Italia, che lasciano il mondo a bocca aperta: Venezia, Firenze e Roma. La bocca del mondo, oggi, s è chiusa in una smorfia. (Foto: l opera «Il cielo su nove colonne» di Heinz Mack, alla Biennale) CONTINUA A PAGINA 6 - A PAGINA 43 Panza AP / DOMENICO STINELLIS Smascherati dalle denunce dei redditi. C è «sproporzione evidente», per i pm, tra le dichiarazioni al Fisco e il tenore di vita delle famiglie di Galan, dell assessore Chisso e dell ex generale delle Fiamme Gialle Spaziante. DA PAGINA 6 A PAGINA 11 Alberti, Imarisio, Martirano, Pasqualetto, S. Rizzo, Spampani L eterna attesa di un inutile Masaniello di GOFFREDO BUCCINI olpisce, più di allora, la C banalità di questo male. La mazzetta un tempo epica, talvolta «madre di tutte le tangenti» tramutata in vitalizio, in stipendio, magari nell attesa della tredicesima perché, diamine, un corrotto avrà pur da fare i regali di Natale. CONTINUA A PAGINA 6 La Dama Nera che accusa il vecchio Re di GIAN ANTONIO STELLA lza il culo e vieni «A qua!». Non avete mai immaginato una segretaria dare ordini così a un assessore regionale? Dovete leggere le carte dell inchiesta sul Mose. Dove Claudia Minutillo tutto pare, tranne che la dattilografa di Giancarlo Galan. CONTINUA A PAGINA 9

2 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 2 Primo Piano La Bce La crescita Svolta di Draghi sui tassi: e non è finita qui La Bce taglia allo 0,15 %, interessi negativi sui depositi delle banche «Ora finanziamenti per le imprese». Milano in rialzo, più 1,53% Le scelte di Draghi 0,10% Il tasso di rifinanziamento -0,1% Il saggio sui depositi presso la Bce DALLA NOSTRA INVIATA FRANCOFORTE Le attese non sono state deluse. Il presidente della Bce, Mario Draghi, ieri al termine del consiglio direttivo della Banca centrale europea ha annunciato il taglio dei tassi al minimo storico e un pacchetto di misure indirizzate ad affrontare i rischi della bassa inflazione e a sostenere la crescita. «E non abbiamo ancora finito», ha aggiunto indicando l impegno unanime dei governatori dell area euro ad assumere in futuro, se la situazione economica dovesse peggiorare, anche ulteriori provvedimenti straordinari, come «l acquisto di titoli pubblici e privati su larga scala». L avvertimento di Draghi sembra ricalcare quello lanciato quasi due anni fa a Londra «Siamo pronti a fare tutto il necessario per sostenere l euro» con cui aveva spezzato l attacco contro la moneta unica. Le misure Le misure adottate ieri dovrebbero comunque essere in grado di rianimare l attuale scenario caratterizzato come hanno segnalato ieri le nuove previsioni della Bce per l eurozona da un più accentuato rallentamento dell inflazione (attesa allo 0,7% nel 2014, all 1,1% nel 2015, all 1,4% nel 2016) e da prospettive di crescita più basse del previsto (1%) perlomeno per quel che riguarda il 2014 (1,7% nel 2015 e 1,8% nel 2016). «Non siamo in deflazione» ha ribadito Draghi, aggiungendo che la ripresa «non è finita: è bassa, fragile e ineguale. Ma c è» e «ci rende fiduciosi sul fatto che le misure prese contribuiranno a raggiungere gli obiettivi nel medio termine». A iniziare dall inflazione, che dovrebbe arrivare sotto ma vicina al 2%. Ma ecco i provvedimenti principali annunciati da Draghi e attesi dai mercati che hanno reagito positivamente mentre il Fondo monetario internazionale ha inviato a Francoforte il suo apprezzamento: Piazza Affari ha messo a segno un guadagno dell 1,53% e lo spread tra i rendimenti dei Btp decennali e i Bund di uguale durata è sceso fino a 145 punti base per poi chiudere a 164 punti con i tassi dei titoli al 2,9%. L euro infine è scivolato subito a 1,35 per poi risalire a 1,36 dollari. Capitali alle imprese Il taglio dei tassi innanzitutto: è di 10 punti base sia per gli attivi che per i passivi ed entreranno in vigore l 11 giugno. I primi, che sono di riferimento per il mercato monetario, sono scesi quindi dallo 0,25% allo 0,15%, il minimo storico. I secondi, che remunerano i fondi depositati dalle banche nell Istituto di Francoforte, che erano a quota zero, sono diventati negativi per lo 0,10%. Una novità assoluta per la Bce, che vuole così anche raffreddare il supereuro, ma che non andrà però oltre. «Abbiamo toccato il livello minimo», ha detto Draghi. Il secondo pacchetto di misure, il più atteso, riguarda il piano per fare affluire alle banche liquidità in grande quantità e a tassi vantaggiosissimi così da favorire i prestiti alle famiglie (ma i mutui per l acquisto di abitazioni sono esclusi) e soprattutto alle imprese, in particolare quelle medie e piccole tagliate fuori dall accesso al credito. I finanziamenti della Bce (Tltro), ammonteranno in una prima fase a 400 miliardi di euro e scadranno dopo 4 anni. Ci vorranno L Eurotower Il presidente della Bce, Mario Draghi (a destra) e il vicepresidente Vitor Costancio (a sinistra) arrivano all incontro con la stampa al termine del consiglio dei governatori ha detto Draghi 3-4 trimestri per vedere i primi effetti significativi sulla ripresa. Secondo il percorso immaginato a Francoforte, aderendo all offerta di finanziamento dell Eurotower, gli istituti europei potranno fare prestiti a tassi molto favorevoli e potranno quindi attrarre le imprese disposte a rivedere i loro programmi di investimento alla luce delle nuove condizioni. Certo non potranno essere le imprese Finanziamento Nuova operazione di finanziamento (Ltro) da 400 miliardi con scadenza a 4 anni troppo indebitate le destinatarie della liquidità della Bce che punta invece a favorire le piccole e medie con alte potenzialità di innovazione e le start-up. Stimoli alla crescita Infine il banchiere centrale italiano ha rivelato che l Eurotower «sta intensificando» i lavori di preparazione del piano per rilanciare le cartolarizzazioni e avviare l acquisto degli Abs, titoli che in pratica impacchettano i pre- 400 miliardi La nuova liquidità per specifiche operazioni a 4 anni 165 miliardi La liquidità liberata con lo stop alla sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato stiti di imprese e famiglie (esclusi i mutui), e che saranno «semplici, trasparenti e veri», cioè «basati su prestiti reali e non su derivati». Ma la politica monetaria, è tornato a ribadire il numero uno dell Eurotower, non può fare tutto da sola. L azione più importante a sostegno della crescita spetta ai governi che, ha detto, «non dovrebbero ritornare sui propri passi». La ricetta migliore, ha aggiunto, è quella di un risanamento «orientato alla crescita» e, quindi, «meno spesa pubblica, meno tasse ( Siamo diventati l area del mondo con le tasse più elevate ) e, entro i limiti concessi dal patto di Stabilità, più investimenti e riforme strutturali». Stefania Tamburello Retroscena «Benefici per l economia reale» L applauso dei banchieri al supervertice di Londra LONDRA Non è stato lungo, ma è stato carico di significato. L applauso che ha fatto seguito alle decisioni della Banca centrale europea è stato quello della liberazione. Il giudizio dei membri dell Institute of international finance (Iif), l istituto che raggruppa le principali istituzioni finanziarie mondiali, è unanime. Da Londra, dove i maggiori banchieri mondiali si sono riuniti per il loro meeting annuale, arriva un coro di approvazione per Mario Draghi. «Ancora una volta ha fatto la cosa giusta», dice un managing partner di Citi. Eppure qualche voce negativa c è. L attesa era diventata quasi spasmodica. Ma il pacchetto di misure presentato da Draghi ha soddisfatto tutti, soprattutto se si guarda alla ventilata ipotesi di allentamento quantitativo (Quantitative easing), tramite possibili interventi sul mercato delle Asset-backed security (Abs), i titoli frutto di cartolarizzazioni di crediti. «Un pacchetto di interventi interessante e inusuale per la Bce», commenta Jaime Caruana, numero uno della Banca dei regolamenti internazionali (Bri). In effetti, considerate le restrizioni dovute allo statuto della Bce, l opinione generale è che Draghi non poteva fare di più. Per Tony Fratto, partner di Hamilton Places Strategies, le nuove misure della Bce sono da considerarsi come «un evoluzione positiva della crisi dell eurozona, che tuttavia non è ancora terminata». Chiaroscuro è invece il giudizio di Larry Hatheway, economista di Ubs. Se da un lato dice che le due operazioni di rifinanziamento sono «una delle iniziative più significative dell era Draghi», così come l inizio dei lavori preparatori per l intervento sul mercato delle Abs, dall altro ricorda che l introduzione dei tassi negativi sui depositi presso la Bce è una mossa rischiosa. «In questo modo la Bce è entrata in un territorio inesplorato ed è da capire se i benefici arriveranno all economia reale», sottolinea Hatheway. In buona sostanza, secondo i banchieri dell IIF Draghi ha calato il suo poker, che per ora ha convinto i mercati. Se poi queste misure avranno gli effetti sperati sull economia reale, si vedrà. Nel caso non ci fossero, l acquisto massivo di Abs potrebbe essere la carta in più da giocare contro il pericolo deflazione. Fabrizio Goria I profili Jaime Caruana, direttore della banca dei regolamenti internazionali. Ex governatore della Banca di Spagna Chris Williamson, capo economista di Markit. La decisione della Bce è «una buona mossa ma l efficacia è incerta» Axel Alfred Weber, chairman di Ubs, ex presidente della Bundesbank. In passato è stato membro dell Eurotower

3 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Primo Piano 3 Le misure Saggio negativo sui depositi Bce Taglio dei tassi di rifinanziamento Taglio dei tassi marginali sui prestiti Estensione delle iniezioni di liquidità a una settimana Creazione di specifiche operazioni di liquidità a quattro anni Stop alla sterilizzazione degli acquisti di titoli di Stato Programma di acquisto di pacchetti di prestiti garantiti Pieno allentamento monetario non convenzionale Fatto Fatto Fatto Fatto Fatto Fatto In discussione Nel cassetto Da 0% a -0,1% Da 0,25% al 0,10% Da 0,75% a 0,4% Fino a dicembre 2016 Con 400 miliardi di euro Liberati 165 miliardi di liquidità Fase preparatoria Opzione ancora aperta e non utilizzata I tassi Bce Operazioni di rifinanziamento 4,50 4,25 4,00 3,75 3,50 3,25 3,00 2,50 2,50 2,00 1,50 1,00 0,50 2,00 1,50 1,50 1,25 1,25 1,25 1,00 1,00 0,75 0,50 0,25 0,15 3/7 8/10 9/10 6/11 4/12 18/12 15/1 5/3 2/4 7/5 7/4 7/7 3/11 8/12 5/7 2/5 7/11 5/ Valori % Le Borse Milano +1,52% Un giorno di spread 170 Btp-Bund Il cambio Dollari per un euro 164 punti 1,36 1,40 ieri 1,38 Parigi +1,06% 165 1,36 1,34 Francoforte Madrid +0,21% +1,12% 160 1,32 1,30 1,28 Londra -0,09% ore , lug 13 set 13 nov 14 gen 14 mar 14 mag CORRIERE DELLA SERA Domande e risposte I depositi all Eurotower Perché Francoforte taglia e arriva a tassi negativi? Con il taglio del tasso di interesse, detto anche tasso di rifinanziamento, allo 0,15%, la Bce per la prima volta dà il via libera a tassi negativi sui depositi delle banche presso l Eurotower (-0,10%). L obiettivo dichiarato è disincentivare le banche a parcheggiare la liquidità presso l Eurotower; implicitamente Draghi punta a indebolire l euro per far ripartire le esportazioni I fondi agevolati alle banche Cos è il TLtro e quali sono le condizioni per ottenerlo? La Bce lancia due nuovi round di TLtro, «Targeted long term refinancing operations», prestiti a lungo termine, per 400 miliardi totali, a tasso agevolato, a settembre e dicembre per spingere le banche a fare prestiti a famiglie (ma niente mutui) e a imprese non finanziarie per far ripartire l economia. In precedenza due Ltro, a dicembre 2011 e a febbraio 2012, mille miliardi totali, senza condizioni, hanno solo finanziato l acquisto di titoli di Stato Le operazioni di mercato Mro e Smp, scudo antispread per i Paesi periferici? Per aumentare la liquidità nell eurozona, la Bce continuerà a condurre MROs («Main refinancing operations»), cioè operazioni che offrono liquidità a una settimana, fino a quando sarà necessario, almeno fino al dicembre L Eurotower ha inoltre deciso di sospendere la sterilizzazione degli acquisti di titoli sovrani sul mercato secondario attraverso il programma Smp (Securities market programme) Quantitative Easing (QE) Che cosa sono gli Abs e come dovranno essere? Se l economia peggiorerà, la Bce è pronta a misure straordinarie o non convenzionali. L Eurotower si prepara ad acquistare Abs, «Asset backed securities», cioè titoli cartolarizzati garantiti da prestiti, mutui, obbligazioni o crediti commerciali. Dopo gli eccessi della crisi finanziaria, Draghi precisa che l Abs ideale deve essere «semplice», perciò sono esclusi Cdo e simili; «reale», cioè garantito da prestiti veri, non da derivati; e «trasparenti» a cura di Giuliana BANCHE Arrivano 400 miliardi «vincolati»: solo fondi all economia Ora non ci sono più alibi: le banche devono tornare a prestare capitali a famiglie e imprese, visto che a esse il denaro ora costa pochissimo. La Bce ha espressamente affidato agli istituti europei questo compito mettendo a disposizione da settembre 400 miliardi a un tasso bassissimo, attualmente lo 0,25%. La mossa si chiama tecnicamente «Tltro». E per pungolare ancora di più le banche a non tenere la liquidità in cassa, ha imposto tassi negativi per chi decidesse di depositarla presso la Banca centrale. Il «Tltro» è la replica del «Ltro» varato fra dicembre 2011 e febbraio 2012 che ha inondato con miliardi di liquidità le banche europee ad appena l 1% di interesse. La differenza sta nella «T» («targeted»): i soldi non vanno usati per comprare titoli Due cose interessano le imprese. La prima: avere prestiti a buon mercato per finanziare gli investimenti. La seconda: un euro meno forte per esportare con più facilità. Come influiranno le misure introdotte ieri dal consiglio direttivo della Bce? «Sul primo fronte le aziende avranno vita più facile. L effetto finale sul cambio, invece, non è scontato», risponde Lea Zicchino, responsabile per Prometeia delle analisi sul settore bancario. Ma andiamo con ordine. La prossima settimana Confindustria presenterà la sua agenda rispetto al credito. Ieri le operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine delle banche annunciate dalla Bce sono state accolte con sollievo da viale dell Astronomia. L Eurotower parte con 400 miliardi ma altri di Stato finora forma di guadagno senza sforzi, visto che i bond rendono più del costo del finanziamento ma per aiutare l economia reale, anche se con l esclusione dei mutui per le case per non creare bolle immobiliari. Secondo Alberto Gallo di Rbs, il Tltro «in teoria dovrebbe essere sufficiente ad assorbire» il calo di 374 miliardi nei finanziamenti concessi dalle banche dallo scoppio della crisi. E sottolinea che ad avvantaggiarsene dovrebbero essere soprattutto le banche dell Europa periferica. Mediobanca Securities stima in 200 miliardi l ammontare che sarà collocato solo in Italia e Spagna. Per le banche ci sarebbe un vantaggio nel minore costo del credito. Tuttavia potrebbe esserci un calo nella raccolta diretta, visto i minori tassi attivi offerti ai due Tltro arriveranno a settembre e dicembre «Il tasso a cui le banche potranno prendere a prestito dalla Bce sarà dello 0,25%. Decisamente più basso rispetto all 1,8 medio con cui gli istituti si sono finanziati fino a oggi», spiega Zicchino. Questa misura incentiverà le banche a prestare di più alle imprese. Compatibilmente con un freno, però: «Non bisogna dimenticare che gli istituti di credito sono sotto la lente dei cosiddetti stress test per quanto riguarda i livelli di capitalizzazione. E questo non incentiva a mettere più risorse a disposizione delle imprese», aggiunge l analista. Infine va detto che non c è misura che possa convincere una banca a prestare a un azienda inaffidabile. Inoltre aumentare l offerta di credito risparmiatori. «Pur con una ripresa economica che non si è ancora compiutamente manifestata», commenta Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato del Banco Popolare, «le decisioni sono molto positive perché consentono al sistema bancario di assolvere in modo più compiuto alla missione di sostegno all imprenditoria». Per Antonio Guglielmi di Mediobanca Securities la spinta a prestare alle imprese arriva anche dall annunciato programma di acquisto degli Abs, cioè dei titoli con sottostanti i crediti a imprese e famiglie. Prestare soldi significherebbe dunque creare le condizioni per poter accedere agli ulteriori finanziamenti agevolati della Bce. Fabrizio Massaro IMPRESE Crediti più facili, interessi più leggeri. L euro frenerà Se abbiamo acceso un mutuo dovremmo giovarcene, anche se i benefici non saranno immediati e comunque quantificabili in una decina di euro al mese. Se invece siamo piccoli risparmiatori abituati a conti deposito e polizze andiamo incontro a un calo della remunerazione, tale da costringerci forse a ripensare l allocazione del risparmio verso l azionario, pur con tutte le accortezze del caso. Ieri il primo segnale positivo, visti i guadagni dei titoli bancari che preludono forse a una stagione di rialzi soprattutto se l Eurotower darà seguito alle misure di politica monetaria non convenzionale. Presto per dirlo. Certo sui mutui lo scenario che si profila è questo: per chi ha un finanziamento in corso cambierà poco, anche perché i mutui legati al tasso Bce sono l 1% appena e si gioveranno di un assegno mensile di circa 10 euro. Diversa è la questione per chi ha acceso un prestito che segue l andamento dell Euribor (tasso variabile) ed Eurirs (tasso fisso), cioè la gran parte dei finanziamenti in essere. Qui è presumibile che i valori si ridurranno di circa un decimale nei prossimi mesi, perché la trasmissione del taglio del costo del denaro non è immediata. Semmai i benefici potranno esserci sugli spread, cioè l aliquota applicata dagli istituti di credito, e quindi potranno interessare chi stipulerà un mutuo da ora in poi. Secondo Luca Dondi, direttore generale Nomisma, «dipenderà soprattutto dalle banche», serve a poco se non c è domanda. «Le nostre analisi ci dicono che negli ultimi due anni la domanda di credito è venuta a mancare constata Zicchino. E i pagamenti degli arretrati della pubblica amministrazione hanno accentuato il fenomeno. I soldi entrati nelle casse delle aziende sono stati usati per saldare debiti con le banche e non per fare investimenti». Per finire, la questione del cambio. Qui l impegno dell Eurotower a tassi bassi nel lungo periodo dovrebbe indebolire l euro. Ma questo effetto potrebbe essere in parte controbilanciato dal fatto che, se l economia della zona euro si rafforzerà, allora l Europa potrebbe attirare nuovi capitali. Rita Querzé FAMIGLIE Dieci euro in meno sui mutui casa, soffrono i conti-deposito ILLUSTRAZIONI DI ROBERTO PIROLA la cui dinamica di erogazione del credito potrebbe riattivarsi soprattutto per quelle più patrimonializzate e «che hanno fatto pulizia degli incagli» (leggi Unicredit e Intesa Sanpaolo). Per Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum, possiamo attenderci «ripercussioni negative per i piccoli risparmiatori a causa di rendimenti in calo sui conti deposito già gravati da un aumento di tasse e bollo». È lo scenario «perverso» che intravede l economista dell università «Bocconi», Giuseppe Ferraguto, perché «gli istituti potrebbero trasferire ai clienti i costi di tassi negativi per i depositi delle banche presso la Bce». Fabio Savelli

4 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 4

5 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Primo Piano 5 Il governo La ripresa Primo sì del Senato al bonus di 80 euro La rivoluzione per gli statali: stipendi legati al merito, taglio delle autorizzazioni ROMA Il risultato della dodicesima fiducia posta dal governo Renzi è il via libera al Senato del decreto Irpef. Con il voto di ieri l esecutivo ha ottenuto l approvazione a Palazzo Madama del provvedimento, che prevede il bonus fiscale da 80 euro per i lavoratori dipendenti. L esito del voto ha prodotto 159 sì (i no sono stati 122), che consentono al decreto di passare all esame della Camera, dove dovrebbe approdare in aula il 13 giugno. Durante l esame al Senato il governo è riuscito a imporre l obbligo di salvaguardare l impianto del testo originario, evitando interventi che ne snaturassero o indebolissero le caratteristiche. In particolare, si è risolto con un rinvio alla legge di Stabilità 2015 l introduzione, voluta e più volte richiesta dal I fondi pensione Sì all aumento all 11,5% del prelievo sui fondi per dare ossigeno alle casse dei professionisti Con Ice e Investitalia Nuovo Centrodestra, del bonus per le famiglie monoreddito con più figli. L estensione della platea dei beneficiari del credito di imposta da 80 euro non è l unica questione accantonata per assenza di coperture. Analoga sorte è toccata al taglio dell Irap destinato alle imprese, una misura che sarà oggetto di valutazione della delega fiscale. Le novità inserite nel decreto durante la fase di valutazione da parte delle commissioni Bilancio e Finanze riguardano, per esempio, la decisione di salvare le sedi regionali della Rai, nonostante il taglio di 150 milioni di euro richiesto a Viale Mazzini. Un emendamento, approvato alla vigilia del voto, stabilisce la possibilità di accedere nuovamente ai pagamenti a rate delle cartelle di Equitalia per quei contribuenti che non hanno onorato i debiti. La misura dovrebbe riguardare un monte debiti stimato circa 20 miliardi di euro. La rateizzazione prevista è fino ad un massimo di 72 rate. Una modifica al decreto introduce il rinvio al 15 settembre del pagamento dei canoni per le concessioni balneari. Approvato anche il giro di vite che alza dall 11% all 11,5% il prelievo sui Renzi in missione con le imprese Prima tappa in Vietnam poi la Cina Ultimi preparativi per la missione in Vietnam e in Cina (con tappa al ritorno in Kazakistan) che partirà domenica. Il premier Matteo Renzi, accompagnato dal ministro per lo Sviluppo Federica Guidi e da rappresentanti di Ice e Investitalia, porterà con se una nutrita pattuglia di imprenditori. Tra gli altri ci saranno Vincenzo Novari, amministratore delegato della filiale italiana di H3G, gli amministratori delegati di Unicredit, Federico Ghizzoni, della Finmeccanica, Mauro Moretti ed Enel, Francesco Starace. Nella delegazione anche Francesco Merloni, Fulvio Renoldi Bracco, Giorgio Snaidero, presidente di Federlegno, l editore del gruppo fondi pensione. L intervento serve a garantire un po di ossigeno alle casse di previdenza dei professionisti, evitando l aumento dal 20% al 26% dell aliquota sulle rendite finanziarie. Tra le modifiche al decreto figura anche quella voluta dal Movimento 5 Stelle per rendere ob- Italia- Germania Il ministro dell Economia Pier Carlo Padoan e il collega tedesco alle Finanze Wolfgang Schaeuble ieri a Berlino. Il titolare del Tesoro, prima della decisione della Bce di tagliare i tassi, si era detto «convinto» che l Eurotower avrebbe fatto le scelte «necessarie e più opportune» Class, Paolo Panerai e Toni Scervino della nota griffe. La lista dei partecipanti deve ancora essere ultimata mentre l agenda del primo viaggio in Cina del premier prevede l arrivo ad Hanoi lunedì mattina con incontri con il presidente e il primo ministro vietnamiti. Martedì l arrivo in Cina con tappa a Shanghai per proseguire verso Pechino. Il ritorno è segnato per giovedì mattina. Roberto Bagnoli bligatoria la pubblicazione dei compensi degli amministratori di società pubbliche. Intanto la giornata di ieri è stata scandita anche dall incontro bilaterale a Berlino tra il ministro dell Economia, Pier Carlo Padoan, e il suo omologo tedesco, Wolfgang Schaeuble. «Un colloquio molto fruttuoso e con grande identità di vedute sulle priorità della presidenza italiana (nel semestre di guida della Ue, ndr.), che devono essere condivise da tutti i paesi membri», ha spiegato Padoan, aggiungendo,«la presidenza italiana, e su questo c è totale accordo, metterà al centro del dibattito una nuova fase della politica economica in Europa, che abbia l obiettivo di rafforzare l economia e fare in modo che sia in grado di produrre risultati migliori per crescita e posti di lavoro». Padoan, in vista dell intervento di ieri da parte della Bce, ha ricordato come i bassi tassi d interesse siano importanti per i paesi altamente indebitati. L Italia dovrà, insomma, «utilizzare la finestra dei bassi tassi di interesse il più possibile». A Schaeuble il titolare di Via XX Settembre ha ribadito che l economia italiana crescerà grazie alle riforme che «daranno risultati nel tempo e produrranno maggiore crescita». A corredo delle parole di Padoan in serata il ministero dell Economia ha diffuso i dati relativi alle entrate tributarie del primo quadrimestre. Nel periodo gennaioaprile 2014 le entrate, accertate in base al criterio della competenza giuridica, hanno raggiunto quota 119 miliardi di euro, registrando così una crescita dell 1,6% rispetto allo stesso periodo dell anno precedente. Andrea Ducci Verso la riforma Uffici pubblici, 100 semplificazioni E nuove pensioni anticipate ROMA «Abbattere gli steccati esistenti fra i singoli compartimenti» della pubblica amministrazione. E passare invece a un sistema dove «tutti coloro che hanno un rapporto di lavoro con la Pa sono dipendenti o dirigenti della Repubblica incardinati momentaneamente presso un ente pubblico che ne è datore di lavoro». Insomma non più un lavoratore del ministero o della provincia, della sanità o della scuola, ma un dipendente pubblico «che la Repubblica organizza per assecondare i fabbisogni della comunità». È la rivoluzione prefigurata nell accordo dal titolo «Italia semplice» firmato ieri dai ministri Madia (Semplificazione) e Lanzetta (Affari regionali) con la Conferenza delle Regioni, l Anci (Comuni) e l Upi (Province). Accordo preparato dal sottosegretario Angelo Rughetti e propedeutico alla riforma che Madia presenterà il 13 giugno in consiglio dei ministri e che potrà funzionare - è questo il senso più vero dell accordo - solo se Stato centrale ed enti territoriali marceranno nella stessa direzione. Numerose le conferme, ma anche le novità nel documento. Oltre alla «mobilità intercompartimentale», la riforma darà il via alla «staffetta generazionale, con risorse derivanti dal part-time, dalla revisione dell istituto dell esonero, dalla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro», ovvero prepensionamenti che favoriranno l ingresso dei giovani. Le retribuzioni dovranno «ispirarsi al merito e alla omogeneità a parità di prestazioni o incarichi svolti». Gli stipendi saranno legati anche all «andamento dell economia o al raggiungimento degli obbiettivi di finanza pubblica. Mai più una Repubblica in deficit e retribuzioni di risultato comunque distribuite», promettono governo, Regioni ed enti locali. Altro punto Rating A mercati chiusi la pagella sui conti dello Stato Debito e riforme, arrivano i voti di Standard & Poor s Attesa per la revisione dell outlook MILANO Che cosa hanno in comune Italia, Burkina Faso, Irlanda, Oman e Arabia Saudita? Una parola: Standard & Poor s. E una data: oggi. A mercati chiusi l agenzia di rating aggiorna i giudizi sul debito di questi cinque Paesi. Due settimane fa era toccato alla virtuosissima Svizzera, tra pochi giorni sarà il turno della più esotica Capo Verde. E via dicendo, nel fitto calendario dei voti dell agenzia al debito sovrano. A proposito di calendario, difficile dimenticare - per i piccoli risparmiatori e i grandi investitori in Btp - il «brivido freddo» che attraversò i portafogli d Italia poco più di tre anni fa. Quando Standard & Poor s aggiornò la pagella sul debito italiano. Allora, in una giornata di fine maggio, l agenzia di rating lasciò inalterato il voto al debito pubblico tricolore a lungo termine, ad A+, ma abbassò l «outlook» (la visione in prospettiva) da stabile a negativo. In altre parole, la mossa sanciva la probabilità (al 33%) che entro 24 mesi anche il giudizio A+ sarebbe potuto scendere. E così fu, di bocciatura in bocciatura, fino al BBB con «outlook» negativo deciso nell ultima «stroncatura» del luglio del E oggi? Difficile fare previsioni, ma non per tutti. Le agenzie hanno l obbligo di comunicare la decisione all emittente 24 ore prima di renderla pubblica. Quindi al Tesoro, quindi ieri. Altrove, fuori dalle mura del dicastero di via XX Settembre, non restano che i pronostici. Intanto ieri i mercati sono stati assorbiti dalle parole del presidente della Bce Mario Draghi sui nuovi stimoli monetari, più che dalle elucubrazioni sulle possibili mosse di oggi di Standard & Poor s. Il candidato Per l Istat spunta Giorgio Alleva (enr. ma.) Sta per finire l interregno di Antonio Golini alla guida dell Istat dopo l uscita di Enrico Giovannini. In pole position (la nomina spetta al consiglio dei ministri) per la presidenza dell istituto c è Giorgio Alleva, statistico dell università La Sapienza di Roma. Debito e rating LA CORSA DEL DEBITO PUBBLICO Dati in miliardi di euro Fonte: Banca d Italia Così le agenzie di rating sull Italia Giudizio BBB Baa2 BBB+ gen feb Outlook Negativo Stabile Stabile D ARCO Quel che sembra certo, però, è che anche stavolta - come tre anni fa - il protagonista sia l «outlook». Adesso è negativo, quindi o non cambia nulla o le ipotesi sono sostanzialmente due: le prospettive al ribasso portano a un nuovo declassamento del rating vero e proprio, al BBBultimo gradino della classe «investment grade»; oppure - per la prima volta da diversi anni - la pagella viene rivista al rialzo e l «outlook» sale a «stabile». Nel 2011 Standard & Poor s aveva abbassato l «outlook» e definito «deboli le attuali prospettive di crescita dell Italia», a causa di una «mancanza di impegno politico nella deregolamentazione del mercato del lavoro e nell introduzione di riforme per aumentare la produttività». E ancora: «Il potenziale stallo politico - sosteneva l agenzia - potrebbe contribuire ad uno slittamento delle riforme fiscali». Due volte la parola «politica». Poi, in quell estate del 2011, all estero esplosero le maxi vendite di Btp e lo spread Btp-Bund schizzò a novembre sopra quota 500 punti. Quindi, sempre a novembre, il governo Berlusconi lasciò il posto a Mario Monti, che a sua volta cedette il passo a Enrico Letta, fino all arrivo di Matteo Renzi. Nel frattempo, a Francoforte Draghi apriva i cordoni di un consistente allentamento monetario. Oggi lo spread vale meno di un terzo dei massimi del novembre 2011 e il partito di maggioranza, alle elezioni europee, ha appena sfondato il tetto del 40%, come non succedeva da decenni per nessun movimento politico. Ma il debito in questi anni è salito fino al 133% del Pil, la disoccupazione ha sfondato quota 12% e il reddito è sceso. Tra pro e contro, il giudizio di Standard & Poor s resta aperto. Almeno fino a oggi. Giovanni Stringa Niente carta dal 2016 Tutto on line per la nuova pubblica amministrazione dal Dall anno prossimo il sistema unico dei pagamenti centrale è la «semplificazione delle procedure». Bisogna tagliare le autorizzazioni, standardizzare i procedimenti, «a cominciare da quelli in materia edilizia, ambientale e delle attività produttive». Eliminare ogni richiesta di «documentazione o certificato di cui il sistema pubblico disponga o possa disporre». Adottare «un Agenda per la semplificazione condivisa tra Stato, Regioni e Autonomie. Per ciascuna azione di semplificazione verranno individuati obiettivi, responsabilità, scadenze e modalità di verifica del raggiungimento dei risultati». Una «task-force Italia Semplice» affronterà le «100 procedure da semplificare». Le conferenze di servizio, quegli organismi governo-enti locali dove spesso si arena la realizzazione delle opere pubbliche, dovranno diventare «luoghi veloci di decisione». Si riuniranno in teleconferenza e decideranno in tempi certi. La semplificazione viaggerà on line. «Entro il 2016 deve scomparire ogni forma di utilizzo della comunicazione cartacea» ed entro il 2015 verrà avviato il «sistema unico dei pagamenti on line». Infine, la trasparenza. Tutti gli enti che hanno firmato l accordo si impegnato a pubblicare sui rispettivi siti «i risultati e il livelli della prestazioni erogate ai cittadini», tutte le voci di spesa, i nomi dei responsabili e i tempi di esecuzione di ogni provvedimento. Enrico Marro

6 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 6 Primo Piano Tangenti in Veneto Il governo Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri. Toccherà a noi fare di tutto per intervenire con più forza Matteo Renzi Renzi: basta ladri, corruzione alto tradimento Decreto verso il rinvio. Cantone: mai chiesti poteri speciali. Orsoni sospeso da sindaco Napolitano alla cerimonia «Carabinieri, un orgoglio contro i pregiudizi» ROMA «Quel che fate a servizio dell Italia e fuori dell Italia, il prestigio che avete saputo guadagnarvi è motivo di orgoglio e sostegno prezioso per noi che siamo chiamati a valorizzare l immagine dell Italia contro pregiudizi e luoghi comuni ricorrenti». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla cerimonia del bicentenario dell Arma dei carabinieri in piazza di Siena. Alla celebrazione hanno partecipato, tra gli altri, anche il premier Renzi e il ministro della Difesa Roberta Pinotti. In un ottica di spending review i carabinieri hanno dimostrato di essere capaci di risparmiare anche sugli affitti delle caserme, «attraverso l acquisizione di immobili demaniali e l utilizzo di edifici confiscati alla criminalità organizzata» ha sottolineato Pinotti riconoscendo la bontà del lavoro svolto dal comandante generale dell Arma Leonardo Gallitelli. Flavio Haver A 22 anni da Mani pulite L eterno ritorno della mazzetta e le colpe di noi cittadini indignati SEGUE DALLA PRIMA L Authority La nomina del presidente 1 I compiti della commissione 2 Se le accuse della Procura di Venezia non sono un abbaglio, non troviamo solo politici e manager nella melma del Mose, ma funzionari e magistrati, travet e segretarie, ufficiali e burocrati, la famosa e sempre evocata società civile. Giusto la primavera di ventidue anni fa, Borrelli, Di Pietro e Colombo si fecero la famosa e molto fotografata passeggiatina in Galleria, a Milano, a inchiesta Mani pulite appena decollata, e la società civile s accalcava adorante attorno a loro: padri di famiglia stufi del giogo tangentista si spellavano le mani ad applaudire con i figlioletti in spalla. «Tonino, arrestali tutti!», strillavano. «Viva il re, morte al malgoverno», strillavano del resto tre secoli e mezzo prima i napoletani al seguito di Masaniello, assaltando la casa del gabelliere Girolamo Letizia, affamatore e noto «ladro di Stato», diremmo adesso, simbolo del male che ciascun lazzaro d allora sentiva oscuramente di portarsi nell anima. Masaniello, cui il popolo affidò titolo di Capitano e palingenesi collettiva, fu innalzato su un piedistallo così alto da perdere la testa in un amen e di lì a poco venne eliminato da coloro che tanto l avevano amato. Sembra una condanna nazionale per una nazione che ha sempre vissuto lo Stato come nemico questa specie di coazione a ripetere tenace nei secoli. In un Italia che forse ha raggiunto l unità portando al Nord non i (molti) pregi ma i (gravi) difetti del Sud (per fare due esempi, il leghista Belsito e i vertici lombardi della ndrangheta), non allargando l etica calvinista ma introiettando il perdonismo clericale, siamo in fondo tutti un po vittime del complesso di Masaniello. All alba di Mani pulite giravano agiografie in cui si narrava che Di Pietro l estate prima aveva salvato una donna in mare, acclamato «come un Dio» dagli altri bagnanti. Sempre deleghiamo il nostro riscatto a un salvatore che, poi, invariabilmente ci deluderà (non ce ne voglia il nuovo e già ammaccato Prescelto, Beppe Grillo) perché un uomo solo non può fare ciò che milioni di uomini assieme non hanno neppure la L Autorità nazionale anticorruzione è stata istituita con la cosiddetta «riforma Brunetta» nel Entrata in funzione nel 2010, è attualmente composta dal solo presidente, il magistrato Raffaele Cantone,indicato dal premier Renzi il 27 marzo scorso. Restano da definire gli altri quattro membri dell organismo La funzione fondamentale dell Autorità è di garantire l efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni italiane. La legge affida all organismo compiti di vigilanza e prevenzione sul fenomeno della corruzione nelle amministrazioni pubbliche Un decreto sui poteri Dopo l inchiesta tangenti su Expo il governo vuole accelerare sui poteri 3da assegnare alla struttura guidata da Cantone: si pensa in particolare a un decreto che consenta l accesso alle informazioni sugli appalti per verificare eventuali anomalie La banalità del male Non serve guardare al Mose o a Expo: chiunque conosca un piccolo costruttore sa che è uso mettere la busta dei soldi nel fascicolo ROMA Balla ancora il decreto legge sull Expo quello allo studio a Palazzo Chigi da prima delle elezioni per conferire poteri speciali anticorruzione al magistrato Raffaele Cantone che oggi non dovrebbe arrivare come «fuorisacco» in un consiglio dei ministri che, tra l altro, potrebbe essere rinviato. Il premier Matteo Renzi ha promesso «interventi nei prossimi giorni in materia di appalti pubblici». Tuttavia, ha aggiunto, «smettiamo di dire che ci sono i ladri perché non ci sono le regole. La gente che ruba va mandata a casa. Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri». Dunque, Renzi torna a parlare di «Daspo per i politici che rubano» e di «alto tradimento». Rientrato a Roma da Bruxelles, il premier si è trovato però davanti a un bivio. Dare subito il via libera alla bozza di decreto sull Expo, confezionata dal legislativo guidato da Antonella Manzione, oppure procedere con prudenza per raffinare gli strumenti normativi speciali «la cassetta degli attrezzi», la chiamano a Palazzo Chigi da consegnare al presidente dell Anac (Autorità nazionale anti corruzione) Raffaele Cantone? È prevalsa la via del rinvio, motivato: trovare «strumenti più efficaci», «c è un urgenza ma non un emergenza», il decreto «va fatto presto ma bene». I fatti emersi dalle inchieste su Expo e quelli relativi al Mose (il prefetto di Venezia ha attribuito al vicesindaco Simionato le funzioni del sindaco Orsoni finito ai domiciliari) preoccupano il governo ma, tanto per iniziare, il conferimento dei poteri speciali per l Expo a Cantone appare più complesso del previsto. C è un problema di clima, ottimo prima delle elezioni ma ora offuscato: «Ma Renzi e Cantone vanno d accordo?», si chiede non senza malizia il senatore Massimo Mucchetti (Pd). Il problema sarebbe il potere di revoca degli appalti assegnati. Ma il magistrato che ieri sera dopo aver atteso una nuova convocazione a Palazzo Chigi, ha preso la strada di casa, verso Napoli ha smentito: «Non ho mai detto che vanno revocati gli appalti, ho detto che per il futuro la legge Severino prevede che nei casi di corruzione sia possibile la revoca degli appalti, non mi sono riferito né all Expo né al Mose, la cui vicenda è peggio di Expo perché oltre la politica, l imprenditoria, è coinvolto un pezzo pesante dei controllori». Cantone, che non nasconde la sua disillusione, aggiunge: «Lo so bene che non si possono interrompere gli appalti già perfezionati. Ma se il controllo dà esiti negativi per l appalto, c è un ventaglio di soluzioni. Dalla denuncia alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, al commissariamento, alla richiesta di modifica». Così anche per il senatore Mucchetti, «i giuristi potrebbero considerare l opportunità di commissariare temporaneamente, su richiesta della Procura e decisione del giudice, le imprese e le società concessionarie inquisite per corruzione...». Ancora da mettere a punto, poi, il confine tra le funzioni dell Anac di Cantone (26 dipendenti) e l Avcp, Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi, forniture (330 dipendenti), guidata dal presidente di sezione del Consiglio di Stato nonché presidente dell associazione dei magistrati amministrativi Sergio Santoro. La partita tra Autorità, a giudicare dal rallentamento del decreto, è da considerarsi ancora aperta. Il governo però ha in cantiere altre iniziative: «Interverremo presto per introdurre il reato di autoriciclaggio e per rivedere la disciplina dl falso in bilancio», dice il Guardasigilli Andrea Orlando. L annuncio del governo ha di fatto congelato il ddl anticorruzione che dovrebbe arrivare in aula al Senato il 10 giugno ma che, a questo punto, è atteso non prima del 25. Infine la prescrizione più lunga, il problema più serio che ci pone l Europa per debellare la corruzione: il governo, forse a luglio, varerà un ddl delega i cui effetti sono destinati a manifestarsi solo negli anni a venire. Per questo il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha osservato: «Ben vengano le iniziative del governo ma bisogna fare presto sperando che l attesa possa essere utile per rafforzare l impianto preventivo e repressivo contro la corruzione». Dino Martirano forza morale di tentare. Non serve nemmeno guardare al Mose, all Expo o ai cento scandali più recenti. Chiunque conosca un piccolo costruttore edile sa che è uso comune mettere la busta dei soldi nel fascicolo, quasi a prescindere, ormai. Semplificare? Certo, giusto. Ma la procedura d emergenza, che è il massimo della semplificazione, è anche quella in cui i corrotti hanno prosperato di più. Molti ricordano che per vent anni sono state manomesse più o meno ad personam le leggi che arginavano i reati economici. Tuttavia la «sterilizzazione» del falso in bilancio fu sollecitata a Berlusconi dal meglio dell imprenditoria nostrana, ed è datata 2002: tempo per rimediare il centrosinistra ne avrebbe avuto, poi. Alcuni obbrobri sono bipartisan. Gli stessi italiani che osannavano il pool Mani pulite hanno eletto e rieletto un premier che lo considerava un associazione a delinquere. La società di coriandoli di cui parlava anni fa Giuseppe De Rita ha sostituito anche nel campo tangentista le vecchie élite dei partiti, gli inossidabili Greganti o Frigerio ora sono più volatili. Ma il vero problema siamo noi. Noi che, scandalizzati, ci prepariamo ad applaudire il bravo Cantone e la tanto sospirata legge anticorruzione continuando a badare al nostro particulare. Sono i voti, e non gli arresti, le armi di una vera società civile. Ebbene, se Raffaele Fitto, certo innocente per legge fino alla Cassazione ma con addosso quattro anni di condanna in primo grado per corruzione, è il più votato alle Europee dopo la Bonafè, beh, questa società civile in qualche modo si definisce, si qualifica. A colmare la distanza con un idea occidentale e moderna di Stato non potrà essere il Masaniello collettivo del nostro tempo, la magistratura penale. I coriandoli potranno resistere nel vento solo se, aderendo gli uni agli altri, sapranno darsi coscienza e dignità di popolo. Goffredo Il commento LO SFREGIO INACCETTABILE ALLA BELLEZZA SEGUE DALLA PRIMA Quello che è accaduto intorno al Mose nome biblico, un offesa nell offesa non è solo grave: è irresponsabile. Se una nazione potesse citare i suoi cittadini per danno d immagine, i responsabili del saccheggio lagunare dovrebbero vivere nell angoscia. Ma non lo faranno, perché non capiscono. L angoscia è un sentimento, non una percentuale. Venezia è la città irrepetibile, quella che convince ogni turista d essere un poeta. Credo che molti stranieri, dopo una settimana di visita, partano convinti d essersi aggirati dentro una ricostruzione. Troppa delicatezza in così poco spazio. Un immensa reputazione e una città fragile: il posto più sbagliato dove tollerare gli ingordi. I professionisti del cinismo sono già all opera, nei media e in politica: non esageriamo, così fan tutti, la corruzione è antica come il mondo! Vero: ma quand è metodica e sfacciata diventa un umiliazione. Quando avviene a spese di un luogo tanto speciale e indifeso appare più grave e volgare. La bellezza è una responsabilità. L Italia, in queste ore, appare al mondo come un Paese d irresponsabili. Venezia è il nostro vestito più bello, Expo-Milano il nostro vestito nuovo, Siena il nostro vestito più ricco. Sfregiati, tutti, da persone senza scrupoli. In Veneto lo conoscono bene lo sguardo di chi esce dalla stazione di Santa Lucia e scivola nella città d acqua: è lo sguardo dei bambini, e lo abbiamo scoperto negli occhi delle star di Hollywood, degli oligarchi russi, delle carovane cinesi, dei viaggiatori inglesi che pensano di aver visto tutto. No, non avevano visto Venezia. In queste ore tutti costoro stanno seguendo, avidi, i resoconti della nostra vergogna. Non perché ci odiano. Al contrario: perché ci ammirano e ci invidiano. Perché l Italia è la grande evocatrice: tutto quello che ci riguarda fa sognare chi legge, guarda, ascolta, cerca, beve, assaggia. L Italia è sede ufficiosa del congresso perpetuo delle tentazioni. Noi siamo quello che tutti vorrebbero essere, almeno talvolta: e non osano. Intuitivi, emotivi, immediati, sorprendentemente generosi. Non ladri. Non esiste un aggravante specifica, nel codice penale: ma chi ha macchiato il nostro vestito più bello dev essere punito. Non è giustizialismo: è giustizia. Vedrete: qualcuno, con meno amore, ripeterà quello che Indro Montanelli scrisse sul Corriere della Sera negli anni Sessanta e ripetè in un polemicissimo documentario Rai del 1969: occorreva togliere Venezia all Amministrazione comunale per affidarla ad un organismo internazionale, come l Onu, in grado di avere mezzi economici e la sensibilità culturale per salvarla. Seguì una querela da parte degli amministratori veneziani, e Montanelli confessò ai lettori: «Fu allora che feci atto di rinunzia a Venezia e giurai a me stesso di non occuparmene mai più, convinto com ero, e come sono, che una città si può salvare solo a condizione che i suoi abitanti vogliano salvarla. I veneziani di oggi vogliono salvare solo la propria bottega. Quando la decadenza di una città, che fu potenza mondiale, entra anche nella spina dorsale degli uomini non c è più nulla da fare». Diciamo che non è vero. Diciamo che qualcosa, ancora, possiamo fare per salvare la città ferita e la reputazione macchiata. Ma dobbiamo fare in fretta. Il mondo vuole sapere (cosa, quando, quanto, come). E ha ragione. Venezia è dei galantuomini, non di Galan e dei suoi uomini. Beppe

7 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Gian Luca Sghedoni Ceo Kerakoll Nel 2000 ho iniziato una rivoluzione verde per trasformare Kerakoll da azienda chimica a prima GreenBuilding Company al mondo. Per questo collaboriamo con il Ministero dell ambiente al Programma per la valutazione dell impronta ambientale dei nostri prodotti finalizzato al calcolo della carbon footprint e alla riduzione delle emissioni dei gas serra. Per me green è impegno, trasparenza e responsabilità verso l ambiente e il benessere delle persone. È la realizzazione di un sogno da lasciare alle generazioni future, nella speranza che un giorno il green sia l unico atteggiamento possibile. Proprio come oggi in Kerakoll. Maki Galimberti/Luz

8 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 8 Primo Piano Tangenti in Veneto L inchiesta Dal 2000 al 2011 la famiglia Galan ha dichiarato 1,4 milioni, ma nello stesso periodo ne ha spesi 2,6, quasi il doppio I pm DAL NOSTRO INVIATO Gli indagati e le accuse dei magistrati Quanto hanno dichiarato alcuni dei principali indagati nel periodo e quanto, secondo gli accertamenti della Finanza, hanno speso Giancarlo Galan e famiglia Paolo Venuti e famiglia Renato Chisso e famiglia Emilio Spaziante e famiglia Entrate Uscite Differenza ex governatore del Veneto ed ex ministro Entrate Uscite Differenza commercialista di Galan Entrate Uscite Differenza ex assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti Entrate Uscite Differenza , , , , , ,77 ex generale della Guardia di Finanza Le verifiche fiscali , , , , , ,67 LA POLITICA I FUNZIONARI Giampietro Marchese per aver ricevuto mezzo milione di euro per la sua campagna elettorale Lino Brentan favori e concussione per induzione Lia Sartori finanziamento illecito ai partiti, 225 mila euro I PUBBLICI UFFICIALI Maria Giovanna Piva Magistrato alle Acque di Venezia a libro paga del Consorzio, 400 mila euro l anno «Viaggi e fuoriserie, così spendevano il doppio delle entrate dichiarate» VENEZIA Ci hanno pensato le denunce dei redditi a confermare che qualcosa non quadrava a Venezia, dove mercoledì è esplosa l inchiesta legata al Mose con 35 arresti fra politici e imprenditori. Per esempio, la famiglia Galan, composta dall ex governatore del Veneto Giancarlo, dalla moglie e dai loro due figli, ha dichiarato dal 2000 al 2011 entrate di poco superiori a 1,4 milioni di euro, valore decisamente inferiore a quello delle spese fatte dai quattro nello stesso periodo e scovate dagli uomini della Guardia di Finanza: oltre 2,6 milioni. Cioè, nei dieci anni, il bilancio dei Galan risulta in rosso per 1,2 milioni. «Sproporzione evidente», sottolineano i pm Stefano Ancilotto, Paola Tonini e Stefano Buccini nella richiesta di arresto fatta al giudice per le indagini preliminari di Venezia. Evidente e sospetta, nel senso che la Procura immagina dietro a quella differenza ci possa essere lo «stipendio» in nero contestato a Galan come frutto della corruzione: un milione di euro l anno. Stessa indagine patrimoniale è stata fatta sulla famiglia dell assessore regionale Renato Chisso, arrestato mercoledì scorso per corruzione sempre nell ambito dell inchiesta sul Mose, per il quale la differenza è meno marcata ma pur sempre in negativo: circa 1,1 milioni di euro dichiarati contro gli 1,4 trovati dai finanzieri spulciando fra acquisti di case, conti correnti, titoli e carte di credito. Il tutto riconducibile a lui, alla moglie e alla figlia. «È ragionevole ritenere che la quota di spese sostenute dai Chisso al di sopra delle proprie possibilità derivino da provento illecito costituito sia da denaro contante che da fittizia intestazione a terzi di quote societarie, in particolare Adria Infrastrutture», concludono i magistrati. Per lui lo «stipendio» in nero è stato valutato fra i 200 e i 250 mila euro annui, versati dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn), concessionario unico del ministero delle Infrastrutture per le opere di salvaguardia della laguna, come forma di ringraziamento per l attività politica diretta a favorire i consorziati privati. Il terzo caso passato al setaccio dalla Procura è quello di un altro pubblico ufficiale, l ex generale della Guardia di Finanza Emilio Spaziante, accusato di corruzione e rivelazione di segreto d ufficio per aver ricevuto circa 2,5 milioni di euro a fronte del suo interessamento allo «spionaggio» fiscale a vantaggio del Consorzio. Spaziante e la sua convivente hanno complessivamente dichiarato entrate per poco più di 2 milioni di euro, mentre sono state scovate uscite pari a quasi 3,8 milioni. «In questo caso emerge inequivocabile l elevatissimo tenore di vita», osservano i pm, precisando che «dalla scheda patrimoniale risultano auto sportive, barche di lusso, villa con piscina, prestigiosi immobili, nonché la frequentazione di costosissimi alberghi per i suoi spostamenti in Italia. Soggiorni settimanali a Milano in hotel da mille euro a notte». La perla è però Dubai: «Volo in business class e trasferimento in limousine da e per l aeroporto». Il quarto indagato sottoposto a questa forma di accertamento patrimoniale a tappeto è Paolo Venuti, professionista padovano considerato «il gestore del patrimonio illecito di Galan»: entrate per 2,8 milioni di euro, uscite per 5,9. Dagli accertamenti bancari è emerso che sia lui che Fonte: Guardia di Finanza Piergiorgio Baita Giovanni Artico favori e corruzione IL CONSORZIO Giovanni Mazzacurati Giuseppe Fasiol favori e corruzione Patrizio Cuccioletta Magistrato alle Acque di Venezia a libro paga del Consorzio, 400 mila euro l anno la moglie a fine 2009 hanno fatto rientrare 1,8 milioni grazie allo «scudo fiscale» tramite la società Unione, la stessa fiduciaria usata da Galan per il trasferimento in Croazia di 1,125 milioni di euro. Fin qui l indagine patrimoniale. Nel chiedere i clamorosi arresti che hanno messo in seria discussione la classe politica veneta degli ultimi vent anni, i magistrati hanno voluto sottolineare lo stile di vita di un altro protagonista della nuova Tangentopoli: Patrizio Cuccioletta, ex magistrato alle Acque di Venezia, anche lui accusato di essere a libro paga del Consorzio con i suoi 400 mila euro annui «fuori busta». «Il presidente del Consorzio, Giovanni Mazzacurati, non bada a spese pur di garantirgli agi e sistemazioni lussuose. Con spese a carico del Consorzio prenota una camera matrimoniale al Grand Hotel di Cortina e una seconda LE IMPRESE Maria Teresa Brotto fatture gonfiate per fondi neri Gianfranco Contadin detto «Flavio» fatture gonfiate per fondi neri Alessandro Mazzi fatture gonfiate per fondi neri Roberto Meneguzzo corruzione e rivelazione di segreto di ufficio CORRIERE DELLA SERA camera all autista». C è poi il capitolo «parentopoli», già in parte emerso lo scorso anno con l arresto di Mazzacurati che da presidente «ha convogliato risorse anche sulle figlie, secondo una gestione quasi familiare dell impresa». E beneficiari sono anche i parenti di Cuccioletta. «Al fratello un contratto di collaborazione per 40 mila euro... alla figlia un contratto con il Consorzio per euro e l assunzione della Thetis, controllata del Cvn». Infine nel documento è riportata una dichiarazione choc, sulla quale indagheranno gli inquirenti nelle prossime settimane. È di Claudia Minutillo, segretaria storica di Galan e supertestimone dell inchiesta: «Mi raccontarono che Neri del Consorzio aveva nel cassetto 500 mila euro da consegnare a Marco Milanese per Tremonti e li buttò dietro l armadio quando arrivò la Guardia di Finanza. Loro sigillarono l armadio e la sera andarono a recuperare i soldi». Tutta da verificare: Milanese è sotto accusa, Tremonti no. Mentre l altro ex ministro, Altero Matteoli, allora responsabile delle Infrastrutture, è ufficialmente indagato per la vicenda delle bonifiche ambientali di Porto Marghera. Andrea Pasqualetto apasqualetto@corriere.it Il personaggio L indagine dei pm veneziani affidata proprio alla Guardia di Finanza. Chieste verifiche anche sui conti bancari Perquisito l ex generale che vigila sugli appalti Expo L ufficiale in congedo delle Fiamme Gialle chiamato a guidare il Comitato lombardo sulla trasparenza e la sicurezza dei cantieri DAI NOSTRI INVIATI VENEZIA La distanza tra gli scandali di Expo 2015 e quelli del Mose si accorcia ogni giorno che passa. E non solo per via dei nomi di alcuni imprenditori. Ci sono anche i sorveglianti in divisa. Ma i loro ruoli cambiano. Da investigatore a investigato, da controllore a possibile sospetto. A Milano il generale di Corpo d armata in congedo della Guardia di Finanza, Mario Forchetti, è dalla primavera del 2013 presidente del Comitato regionale per la trasparenza sugli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, ovvero l organismo voluto da Roberto Maroni per L ex ministro sotto accusa Matteoli è indagato per un altra vicenda legata a una serie di bonifiche ambientali a Porto Marghera vigilare sugli affari di Expo Gli esiti non sono stati brillanti, ma il governatore della Lombardia ha molta fiducia nell ormai ex militare, al punto da avergli appena affidato una nuova commissione d inchiesta nata proprio dalle macerie del caso Expo, incaricata di valutare i comportamenti dei direttori delle Asl e degli ospedali lombardi sotto inchiesta per i loro contatti con Gianstefano Frigerio e la presunta cupola che trucca le carte di Expo A Venezia, il generale Forchetti è invece entrato nell inchiesta sul Mose dalla porta sbagliata. Mercoledì scorso i suoi ormai ex commilitoni hanno perquisito la sua abitazione e Tangenti in pizzeria Un imprenditore consegna la mazzetta a un consulente del Consorzio Venezia Nuova a un tavolo di un locale di Marghera chiesto verifiche sui suoi conti bancari. L uomo che rappresenta per Roberto Maroni quel che Raffaele Cantone è per Matteo Renzi viene ritenuto dalla Procura lagunare molto vicino al generale Emilio Spaziante, con il quale Forchetti, ex capo del reparto economico-finanziario dell Aise, ha lavorato quand era comandante della Guardia di Finanza in Lombardia. Le amicizie non sono certo una notizia di reato, ma dalle indagini dei magistrati veneti emerge anche un forte legame del generale Forchetti con Marco Milanese, già rivelato ai tempi dell inchiesta sulla cosiddetta P4 che portò alla luce i collegamenti dell ex deputato del Pdl, stretto collaboratore di Giulio Tremonti quando quest ultimo era ministro dell Economia, con alcuni apparati dello Stato, in primo luogo la Guardia di Finanza. Ma Forchetti non è stato il solo generale delle Fiamme Gialle ad aver subito una perquisizione mercoledì scorso. Con lui anche Walter Manzon, fino a tre anni fa comandante provinciale a Venezia, oggi al vertice della Finanza regionale in Puglia. Né Forchetti né Manzon risultano indagati ma entrambi hanno dovuto subire la «visita» dei loro colleghi per i rapporti di amicizia che li legano a Spaziante. Il quale è finito in carcere nella retata di mercoledì scorso con accuse pesantissime: corruzione e rivelazione di segreto d ufficio. Avrebbe cioè dato informazioni sull inchiesta in corso ad alcuni indagati. Attività ben remunerata: 500 Le amicizie Dalle indagini emergono la sua amicizia con Spaziante, finito agli arresti, e un forte legame con l ex deputato pdl Milanese mila euro, secondo l accusa. Pare che dietro ci sia una vicenda che tocca un paio di personaggi di spicco dell indagine: Roberto Meneguzzo, amministratore delegato di Palladio Finanziaria, un po la Mediobanca del Nord Est, e Marco Milanese, il consigliere politico dell allora ministro dell Economia Giulio Tremonti. È Meneguzzo l anello che lega Venezia a Roma e Milano. Conosce Mazzacurati, Spaziante e Milanese. Il primo ha l esigenza di far sbloccare dal Comitato interministeriale per la programmazione economica 400 milioni di euro destinati al Mose. Una delibera che secondo l accusa richiedeva il pagamento da parte di Mazzacurati di 500 mila euro a Milanese. Accordo fatto. Succede però l imprevisto: nei giorni in cui era stato programmato il versamento scatta una verifica fiscale al Consorzio Venezia Nuova. Mazzacurati si allarma, contatta Meneguzzo che incontra Spaziante. E quest ultimo chiama il generale Manzon che all epoca (anno 2010) era il superiore in grado dei finanzieri che stavano conducendo l inchiesta sul Mose. Ecco il perché delle perquisizioni di mercoledì. Quanto alla delibera Cipe, per l accusa c è stato poi sia il versamento dei 500 mila euro che, ma questo è risaputo, lo sblocco dei 400 milioni per il Mose. Il procuratore di Venezia ha voluto far notare il lavoro difficilissimo dei finanzieri che si sono trovati a indagare sui loro capi. Ieri, a casa di Spaziante, hanno trovato oltre centomila euro in contanti e li hanno sequestrati. Tra le innumerevoli perquisizioni anche quella a sorpresa a Federico Maurizio d Andrea, capo dell audit di Telecom. Un nuovo fronte che si apre, lontano da Venezia. M. Ima. A. P.

9 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Primo Piano 9 Interverremo per introdurre il reato di autoriciclaggio e rivedere il falso in bilancio Andrea Orlando Ministro della Giustizia Un sistema di spartizione tra partiti che non lasciava nessuno a bocca asciutta Carlo Nordio Procuratore aggiunto di Venezia Il colloquio Nella residenza sotto accusa: «Mio marito è una gran persona, stanno infangando lui e il suo lavoro» La difesa della signora Galan nella villa «Lavori gratis? Bugie, pago due mutui» «Italiani ingrati. Se Giancarlo avesse voluto soldi non si sarebbe candidato» DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA Sulla targa in ottone all ingresso c è scritto «Segreteria politica Onorevole Giancarlo Galan». La villa è bella, tutta bianca con infissi verdi, la cappella privata e quattro diversi cancelli ornati di rose a proteggere dagli sguardi dei passanti. «I magistrati dicono anche che ci hanno dato i soldi per rimetterla a posto. Ma se fosse vero però non avrei di certo due mutui accesi...». Lo sfogo in giardino «Vengano a vedere i nostri conti invece di infamarci in questo modo» La signora in ciabatte e tubino nero che parla dal giardino è la sposa che vestiva di bianco e sorrideva convinta nelle Polaroid di cinque anni fa. Non un giorno di più, non uno di meno. Era il 5 giugno La villa di Cinto euganeo era circondata da auto blu. Lo sposo entrò dal vialetto laterale, quello della segreteria politica, accompagnato dai testimoni, che si chiamavano Marcello Dell Utri e Silvio Berlusconi. «Mio marito è una gran persona. Se davvero avesse voluto fare i soldi sarebbe rimasto a fare il dirigente di Publitalia. Invece ha scelto la politica senza ricavarci niente. Stanno infangando lui e il suo lavoro». Sandra Persegato non avrebbe mai immaginato questo anniversario di nozze. «Giancarlo è il miglior marito del mondo. È una persona perbene. Venissero a vedere i nostri conti, invece di infamarci in questo modo». A ogni scandalo politico corrisponde ormai una casa, non importa se all insaputa del proprietario. Il simbolo di questa nuova apocalisse giudiziaria è la dimora di Giancarlo Galan. I lavori di ristrutturazione sono stati fatti davvero bene, su questo pochi dubbi. I magistrati sospettano però che siano venuti via anche gratis, pagati interamente dall imprenditore Piergiorgio Baita, 700 mila euro per il corpo principale e altri per la «barchessa», l ala dove un tempo viveva la servitù, che l ex ministro voleva trasformare in agriturismo. Il colloquio avviene da una parte all altra dell ingresso padronale. La signora Sandra si accorge dei tentativi di allungare lo sguardo oltre lei, all inevitabile ricerca di dettagli, se possibile opulenti, che possano costituire implicita conferma degli appetiti descritti dalle carte giudiziarie, dove si racconta di un Galan alle prese con Il ritratto Con l ex governatore ai vertici del sistema Le tre vite di «Minu» Da ombra del Doge a grande accusatrice La segretaria comandava gli assessori SEGUE DALLA PRIMA Non per altro, prima di confessare tutto assumendo il ruolo di «gola profonda», era chiamata la «Dama Nera». Nera, era nera senz altro. Neri gli occhi, neri i capelli, neri i tailleur a tubino che indossava sempre come una divisa, neri i gioielli e nere talvolta le unghie laccate. Che fosse una «Dama» in senso stretto, piuttosto, è tutto da dimostrare. Anzi, per i modi spicci e la brutalità del linguaggio emerso dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, linguaggio che potrebbe far arrossire un camallo sboccato, la protagonista della nostra storia potrebbe intonare l inno della Berté: «Non sono una signora / ma una per cui la guerra / non è mai finita». Sempre in guerra, la Minutillo. In guerra per arrivare più in alto, per avere più potere, più soldi, più appalti Ma soprattutto in guerra prima per avvicinarsi il più possibile a Giancarlo Galan ai tempi in cui era non solo «el Governador» ma il Re Sole del Veneto azzurro e poi per allontanarsene più in fretta possibile nei giorni del precipizio. Da fedelissima tra i fedelissimi a «infedelissima» tra gli infedeli, decisa a cavarsela scaricando tutto sugli altri. Primo fra tutti, si capisce, l uomo che l aveva issata ai vertici del potere (quello vero, non quello formale) della Regione. Come fosse nella sua prima vita, dedicata al lustro del «Colosso di Godi», nomignolo guadagnato dall ex presidente per l amore godereccio per la vita, lo racconta Renzo Mazzaro nel libro «I padroni del Veneto», che anticipò molto di quanto è venuto a galla in questi giorni: «Galan riceveva gli ospiti stravaccato sul divano e si vedeva subito che non era uno stakanovista. Claudia Minutillo era sempre nel raggio di due metri, la sua ombra. La chiamavano la Dark Lady e non solo perché vestiva di nero: fisico asciuttissimo, elegante, di rado sorridente, teneva le chiavi di tutti gli accessi al presidente. Fino a diventare troppo ingombrante». Spiegherà ai magistrati Piergiorgio Baita, l uomo forte dell impresa di costruzioni «Mantovani» e del Consiglio Direttivo del Consorzio Venezia Nuova nonché generoso «bancomat» dei politici coinvolti, che la «Minu», come la chiamavano gli amici, «era l assistente del Presidente Galan. Ma il mercato ovviamente la chiamava la vice Presidente, nel senso che era noto che qualunque richiesta, appuntamento, atto richiesto al Presidente Galan veniva veicolato attraverso la dottoressa Minutillo». Rileggiamo? «Il mercato»: questo era ciò che ruotava intorno ai vertici della Regione. Un mercato. Dove tutto o quasi tutto appariva in vendita. Con le regole della sana concorrenza sfalsate da pressioni, interferenze, «regali di Natale», bustarelle. Giancarlo Galan, che il collega calabrese Chiaravalloti definì un giorno «un simpaticissimo e valente pescatore d altura che talora si dedica con pari successo alla politica», era il Dominus. L uomo di fiducia del Cavaliere e in quanto tale il capo indiscusso del partito, della Regione e del Veneto. Ma la bricola cui dovevano tutti ormeggiare la barca, negli anni d oro, era lei. La «Minu», che i nemici avevano ribattezzato per quella passione per il nero col soprannome di «Morticia». La padrona di casa della famiglia Addams. Rideva allora il governatore, un tenore di vita elevato, «che continuava a chiedere soldi solo per il fatto di essere ministro e di riprendere così il sostegno ai lavori della sua proprietà sulla quale è in corso la ristrutturazione». La voce e il sorriso tirato sulle labbra non cambiano. «Noi non abbiamo niente da nascondere. Mi dà fastidio il modo in cui ci stanno infangando. Insieme Giancarlo Galan e Sandra Persegato dopo la cerimonia di nozze (Ansa) ammiccando agli amici: «Sono un liberale, libertario e libertino, nel senso settecentesco del termine». Certo è che la sua futura moglie ebbe a un certo punto il dubbio che il «libertinaggio» potesse essere equivocato. E così un bel giorno, racconta ancora Mazzaro, decise di liberarsi di quella donna troppo attaccata al marito: «Sandra Persegato pone il classico ultimatum: o lei o me. Giancarlo non ha scelta. Claudia Minutillo ci resta malissimo, ma nel cambio guadagnerà: comincia con la già ricordata Bmc Broker di San Marino, poi ingrana la quarta con Adria Infrastrutture, società lanciata oggi negli appalti stradali». Le chiederanno i magistrati: «Insomma, da quel momento lei passa dall altra parte, nel senso che passa a lavorare per il Baita». «Esatto». Ex fedelissima Claudia Minutillo Non è così che si ripaga il suo lavoro. Mio marito ha fatto solo del bene a questa Regione, altro che storie. Ci ha dato la Sanità, ci ha dato le opere pubbliche, e adesso gli rinfacciano tutto. Questo è un Paese di ingrati». Sandra Persegato aspetta il ritorno del marito, in viaggio da Roma per un anniversario di matrimonio trasformato in seduta di coscienza con i suoi avvo- La storia sarà ricostruita passo passo dall Espresso sotto un titolo indimenticabile, «Claudia, la segretaria ne ha fatta di super strada». Trampolino di lancio, ovvio, quel ruolo di segretaria: «La signora sfoggiava modi spicci e un aria vagamente manageriale, ma certo nessuno si aspettava di ritrovarla, a quattro anni di distanza, addirittura a capo di un piccolo gruppo finanziario-industriale. Costruzioni, immobili, editoria: un network di società, tutte targate Minutillo, nate e cresciute dopo che la collaboratrice di Galan ha lasciato il suo incarico in Regione». Certo è che, fosse o meno ancora la segretaria di Galan, la Minutillo è rimasta per «il mercato» la «vicepresidente». Basti leggere negli atti processuali il modo in cui trattava l assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture, Renato Chisso, il cui potere era destinato a crescere dopo lo stizzito addio del «Galan Grande» alla presidenza della Regione. Le serve che l assessore metta una firma su un autorizzazione? Prende il cellulare e gli intima: «Scusa, vai sempre a mangiar da Ugo, alza il culo e vieni qua». E il succubo Renato, «che era a mangiare in ristorante», scrivono i magistrati, si affrettò a passare dove gli era stato chiesto «rassicurando che non vi sarebbero stati problemi». Insomma, annotano gli inquirenti, «le modalità perentorie con cui la Minutillo dice a Chisso di venire subito sono più proprie del modus di riferirsi ad un dipendente cati, da un giorno all altro tutto cambia, le vecchie aspettative e le nuove paure. «Noi ce la faremo», dice la signora Galan con tono deciso. Si sono incontrati in discoteca. All epoca lei era una ragazza madre che lavorava nella segreteria di Antonio De Poli, dal 1995 al 2000 assessore alle Politiche sociali. Nel tempo si è fatta conoscere come donna risoluta, capace di imporsi. Con una certa preveggenza, fu lei a chiedere e ottenere l allontanamento di Claudia Minutillo, l assistente personale del marito. Si odiavano a vicenda. La segretaria era onnipresente, troppo imperiosa, un potere nel potere. L allontanamento non fu indolore. Galan acconsentì a malincuore. I suoi guai giudiziari cominciarono quel giorno. «Io devo tutto a Giancarlo. Lo conosco come nessun altro. È un bravo marito e un uomo generoso, troppo buono con gli altri. Forse è per questo che lo attaccano. Ma sono convinta che tutto andrà bene». La frase è definitiva, tempo scaduto. La signora Sandra si guarda intorno prima di salire sulla Land Rover. L ultima espressione è velata di malinconia. A noi questa villa sembra quasi un corpo di reato. Per lei è casa, nient altro. Marco Imarisio subordinato che a un assessore regionale». E non è un caso isolato. Un altra volta, la donna «chiama a rapporto» l assessore nel proprio ufficio di «Adria Infrastrutture», lo fa aspettare fuori dalla porta finché non finisce una telefonata e dopo averlo fatto accomodare gli «impartisce una serie di disposizioni» delle quali l uomo forte di Forza Italia per le infrastrutture venete prende diligentemente nota dimostrando la sua «subordinazione totale» alla società Mantovani e a «Morticia». La quale un altra volta ancora, impaziente per certe pratiche non ancora sbloccate, sbotta con la consueta signorilità: «Cazzo, cerca di lavorare! Sono tutti incazzati neri». Finché la sua seconda vita di imprenditrice e, come confesserà, prestanome di altri, non si conclude il 28 febbraio 2013, lo stesso giorno dell arresto di Piergiorgio Baita, con le manette. Accompagnate da una serie di rivelazioni contenute nell ordinanza di custodia. Come quella che all indomani della visita dei finanzieri negli uffici del presidente della Mantovani, il riciclatore sanmarinese William Colombelli registra una telefonata in cui scandisce a Claudia: «Vi siete portati a casa la bellezza di 8 milioni di euro in sei anni, che io ti ho consegnato personalmente e che tu hai messo da qualche parte!». Ed è lì che la «Minu», cercando di togliersi dagli impicci, avvia la sua terza vita. Vuotando il sacco. Fino a raccontare ai giudici che non si trattava di bustarelle sporadiche a Galan e Chisso ma di «un sistema, cioè ogni tot quando loro potevano gli davano dei soldi». Insomma, «pagamenti regolari». «Come uno stipendio?», chiede il magistrato. «Sì, di fatto». Quanti soldi? Tantissimi. Eppure, pareva non bastassero mai: «Baita a volte si lamentava di quanto veniva a costare Galan». Come nel caso, rivela «Morticia», dei lavori di ristrutturazione della villa sui colli Euganei: «Non so se avete mai visto la casa, ma i lavori di ristrutturazione di quella casa lì credo che abbiano comportato spese elevate, intorno a qualche milione intendo». Giancarlo Galan nega, nega, nega. Disperatamente. Quando mai se lo sarebbe aspettato, di dover ballare il «cha-chacha della segretaria»? Gian Antonio Stella Mondiali di Sci 2019 L ombra degli scandali sulla bocciatura di Cortina CORTINA D AMPEZZO (Belluno) Cortina battuta, una doccia fredda: non avrà i Campionati del mondo di sci 2019 che andranno in Svezia, ad Are. Gira male per il Veneto. Ma è uno smacco anche per l Italia, dicono dalla nostra delegazione che ieri a Barcellona dai 17 votanti della Federazione internazionale dello sci si è vista bocciare una candidatura che tutti davano favorita. Ed è una «sconfitta non indolore», come ha sottolineato il presidente della Fisi Flavio Roda, anche per il mondo dello sport che sperava nei contributi. Quanto avranno contato gli scandali di questi giorni? Quanto il Mose ha frenato gli entusiasmi per altri cantieri? La domanda se la fanno in tanti. A cominciare dal presidente degli industriali di Belluno Gian Domenico Cappellaro, che nei Mondiali vedeva un rilancio delle Dolomiti Venete: «Non so quanto abbiano influito le questioni di geopolitica dello sport e quanto abbiano inciso gli scandali emersi a ridosso della votazione. Di certo, non abbiamo offerto al mondo una bella immagine». Eppure per Cortina si era mosso il Le proteste Quarta sconfitta per la località delle Dolomiti E Zaia protesta: «È una scelta inconcepibile» governo, con la presenza a Barcellona del sottosegretario Graziano Delrio, e il Coni, con il presidente Giovanni Malagò. L avevano sostenuta Luca Cordero di Montezemolo e il governatore del Veneto Luca Zaia, ritornato ieri in Spagna, dopo un rapido rientro proprio per la questione Mose. Zaia ieri avrebbe voluto brindare, ora sbotta: «È uno scandalo, abbiamo perso per un punto, 8 a 9, una scelta inconcepibile di una località che rispetto a Cortina è come le favelas rispetto alla Fifth Avenue a New York». Cortina ci provava per la quarta volta. Tutto era stato fatto per il meglio: progetti pronti, attenzione per l ambiente. Are i mondiali li aveva già avuti nel La delusione è enorme. Pochi hanno voglia di parlare. Lo fa il sindaco Andrea Franceschi, rimosso dalla presidenza del Comitato per la promozione della candidatura, visto che da un anno non può mettere piede in paese per le vicende giudiziarie che lo riguardano: presunti abusi nella gara di appalto per la raccolta dei rifiuti e pressioni sui vigili nella gestione degli autovelox. Ma il sindaco si è presentato a Barcellona, pur dietro le quinte: «Cortina è meglio di questo mondo marcio, di questo schifo a cui abbiamo assistito. Quello che ha fatto la Federazione internazionale è una porcata in bello stile». Intanto però Cortina deve leccarsi le ferite. Massimo Spampani

10 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 10 Primo Piano» Approfondimenti I lavori pubblici UNA MAZZETTA PER OGNI APPALTO di SERGIO RIZZO L ALTRA MAPPA D ITALIA ROMA «Arriva la legge anti-tangenti», titolava l Ansa il 23 dicembre Senza immaginare quanto ottimismo fosse racchiuso in quelle parole. Eravamo in piena bufera di Tangentopoli e il ministro dei Lavori pubblici Francesco Merloni, a cui il premier Giuliano Amato aveva affidato un compito da far tremare le vene ai polsi, voleva rivoluzionare il sistema degli appalti. Procedure più rigorose e controlli inflessibili. Frastornati dall overdose di scandali, gli italiani se l aspettavano. La legge «anti-tangenti» venne approvata l 11 febbraio 1994, sotto il consueto diluvio di inchieste per corruzione. Senza però l articolo decisivo: quello che riduceva il numero abnorme di soggetti pubblici titolari del potere di appaltare opere pubbliche. Dovevano essere 20 in tutto. Uno per Regione e sottoposti a rigidi controlli, spinti fino alle dichiarazioni patrimoniali dei funzionari e dei loro familiari. La norma c era nel testo originale, ma non in quello che uscì dal Parlamento. «Tutte le forze politiche erano contrarie. Tutte», ricorda oggi Luigi Giampaolino, l ex presidente della Corte dei conti che Le regole inefficaci nella giungla di leggi E sono troppi i soggetti che possono affidare i cantieri con l attuale giudice costituzionale Giancarlo Coraggio era stato l ideatore di quella tagliola invisa ai partiti. La verità è che se pochissimi digerivano l inasprimento dei controlli, nessuno voleva cedere il potere di appaltare. Cioè di maneggiare denaro. E anziché smantellare un sistema marcio si è continuati ad andare allegramente in direzione opposta. Da allora, dunque, gli appalti sui quali non aleggia il sospetto di corruzione si contano sulle dita di una mano. La legge Merloni è stata trasformata in una foglia di fico, depotenziata a ogni occasione con un assurda moltiplicazione di regole, utilizzando anche norme che conteneva. Come l abolizione dell albo dei costruttori. Quel meccanismo, ormai screditato, è stato sostituito da un singolare sistema privatistico: per cui le certificazioni per partecipare a gare pubbliche vengono assegnate da soggetti privati, le Soa. Società su cui l authority di vigilanza 20 gli anni passati dall approvazione, era l 11 febbraio 1994, della legge «anti-tangenti» voluta dal premier Giuliano Amato dopo l esplosione di Tangentopoli. Il compito di rivoluzionare il metodo degli appalti fu affidato al ministro dei Lavori pubblici Francesco Merloni, ma il testo che uscì dal Parlamento non modificò nella sostanza il sistema 257 gli articoli (più 38 allegati) che compongono il codice degli appalti approvato nel Una selva di regole che sostituisce la legge Merloni del Si determinano in questo modo sovrapposizioni di ruoli e competenze tra enti e istituzioni, con conferenze dei servizi che arrivano fino a 38 soggetti con potere di veto le stazioni appaltanti che si contano nel nostro Paese. Si va dai piccoli comuni ai ministeri, passando per le università, i consorzi di bonifica, le comunità montane. Progressivamente si costruisce un dedalo di norme sempre più incomprensibili, un terreno ideale per il dilagare della corruzione ha sollevato inutilmente a più riprese pesanti critiche, e su cui si sono concentrati talvolta interessi oggettivamente sorprendenti. Un dettaglio cromatico? In una di queste, la Azzurra 2000, era azionista insieme al figlio dell ex ministro Cesare Previti il senatore di Forza Italia Luigi Grillo, in seguito presidente della commissione Lavori pubblici del Senato, ora invischiato nell inchiesta sugli appalti dell Expo Ma la privatizzazione strisciante del sistema ha avuto altre significative tappe, con il risultato di allentare ancora di più i controlli. Vero è che il processo era stato già messo in moto prima di Tangentopoli. La costituzione del Consorzio Venezia nuova, concessionario privato che gestisce la montagna di miliardi pubblici per quel Mose scivolato ora nelle cronache giudiziarie, risale per esempio a metà degli anni Ottanta. Per un decennio, dal 1986 al 1995, è stato anche autorevolmente presieduto dall attuale capo dei senatori del Partito democratico, Luigi Zanda. È dopo Mani pulite, tuttavia, che tutto ciò ha trovato consacrazione. Con un disegno diabolico. La Merloni è stata seguita da una selva di regole: basta pensare a quell assurdo codice degli appalti approvato nel 2006 con 257 articoli e 38 allegati. Per non parlare della infernale sovrapposizione di ruoli e competenze fra enti e istituzioni, con conferenze di servizi fino a 38 soggetti con potere di veto, come quelli comparsi per dare il via libera al progetto della stazione ferroviaria di Roma Tiburtina (con una spesa di 456 mila euro per le fotocopie da distribuire ai partecipanti più 22 mila per il loro smaltimento). Il risultato è stato quello di rendere il sistema sempre più inestricabile. Nel nostro Paese si contano 33 mila stazioni appaltanti, dai piccoli Comuni ai Ministeri, passando per le università, i consorzi di bonifica, le comunità montane, che hanno a che fare con un dedalo di norme incomprensibili perfino per i tecnici più raffinati. Un brodo di coltura ideale per la corruzione, ed è la dimostrazione che quel cancro nessuno l ha mai voluto seriamente sradicare. Mettiamoci anche il rapporto sempre più incestuoso fra la politica e gli affari e il dilagante senso di impunità fomentato da una giustizia lentissima e inefficiente: a febbraio l Espresso ha rivelato che sui 60 mila detenuti nelle carceri italiane appena 11 erano dietro le sbarre per corruzione, 26 per concussione e 46 per peculato. Così il quadro è completo. È sufficiente scorrere le Ansa degli ultimi mesi per rendersi conto di quanto siano diffuse e ramificate le metastasi. Qualche giorno fa 63 persone sono finite nel registro degli indagati per presunte tangenti su appalti al Policlinico di Modena. Poche settimane prima era scoppiato lo scandalo dell Agenzia spaziale italiana. In precedenza la procura di Monza aveva scoperto un clamoroso giro di mazzette, 260 milioni pagati a politici e funzionari pubblici per manipolare le gare per lo smaltimento di rifiuti. Meccanismo identico a quello già scoperto nella provincia di Viterbo a fine E si potrebbe andare avanti per pagine intere. La prova del nove che il sistema è stato congegnato per funzionare proprio in questo modo? Siccome le regole sono farraginose e difficili, sempre più spesso si deve ricorrere alle procedure straordina- Il caso Sulla Salerno-Reggio Calabria Quel cantiere miracolo chiuso in anticipo (senza infiltrazioni)

11 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Primo Piano 11 Le opere e le indagini Terremoto su Expo 2015 L 8 maggio la procura di Milano arresta 7 persone, tra cui Primo Greganti e Gianstefano Frigerio, nell inchiesta sugli appalti di Expo L accusa parla di un patto per dividersi i lavori: un sistema che prevedeva per le imprese gli appalti; e promozioni per funzionari disposti a favorire aziende raccomandate I fondi per Expo miliardo 1,3 1 dai Paesi partecipanti Grandi eventi 450 milioni miliardi l investimento pubblico sono per la Finanza i proventi per le imprese di Anemone, a seguito dell'aggiudicazione degli appalti gestiti dalle strutture dirette da Balducci, nel decennio dal 1995 al 2009 L'inchiesta sugli appalti dei «Grandi eventi» (mondiali di nuoto 2009, G8 alla Maddalena, 150 dell Unità d Italia) coinvolge la cosiddetta «cricca», con al centro Diego Anemone, con Angelo Balducci. La Finanza, la scorsa settimana, ha sequestrato il Salaria Sport Village di Anemone (foto) Le inchieste sulla Salerno-Reggio Calabria Ancora incompiuto, l ammodernamento della A3 è da tempo al centro di inchieste sulle infiltrazioni mafiose: coinvolti esponenti della ndrangheta, imprenditori e funzionari. Numerose le indagini: Tamburo, Arca, Autostrada, Scacco matto, Topa, Meta, Cosa mia, su presunti giri di tangenti. La prima in Cassazione porta a 5 arresti (assolti i funzionari Anas e i rappresentanti delle imprese costruttrici) rie. Ecco allora le deroghe e le scorciatoie. Che regolarmente sfociano in puro arbitrio, producendo a loro volta corruzione. Ricordate gli appalti della Cricca gestiti con le procedure della vecchia Protezione civile? Ricordate gli scandali delle opere per i Mondiali di nuoto di Roma del 2009? Ricordate l inchiesta sul terremoto in Abruzzo? Dov erano i controlli, vi chiederete. Quelli erano stati in parte già smantellati prima della legge Merloni, tagliando le unghie alla Corte dei Conti. L autorità di vigilanza, che era stata già pensata nel 1992, fu poi distrattamente istituita solo sette anni dopo, con poteri non adeguati alla bisogna. L authority anticorru- 350 milioni da aziende private Gli appalti del Mose zione, prevista dagli accordi internazionali, invece, venne soppressa nella culla nel 2008 con il ritorno del centrodestra al governo: è stata rianimata soltanto ora, a distanza di sei anni. E che dire della decisione di sganciare progressivamente l Anas dalla pubblica amministrazione? Da branca del ministero dei Lavori pubblici ad azienda autonoma il passo è stato breve; ma ancor più breve quello da azienda autonoma a società per azioni. Date anche in questo caso un occhiata alla banca dati dell Ansa. Scoprirete 137 notizie, a partire dal 1992, con le seguenti due parole nel titolo: «Anas» e «tangenti». Nell Italia dove soltanto a pronunciare le parole «appalti pubblici» si evoca insieme al fantasma della corruzione e del malaffare anche lo spettro dell inefficienza, dei ritardi infiniti e delle opere incompiute, la cosa ha in effetti del miracoloso. E «miracolo» è proprio il termine che ha utilizzato il quotidiano torinese la Stampa un annetto fa quando si è trattato di raccontare la storia. «Miracolo sulla A3: un cantiere chiude in anticipo», diceva l articolo. Miracolo ancora più miracoloso considerando il luogo dove l evento sarebbe avvenuto. La A3 è infatti la famigerata autostrada che va da Salerno a Reggio Calabria, un arteria di 443 chilometri che attraversa una delle aree a più alta densità criminale del Paese, dove ripetutamente le inchieste della magistratura hanno scoperto interferenze della ndrangheta negli appalti. La notizia è che un impresa aggiudicatrice di un lotto di 12 chilometri della strada più controversa del Paese, famosa anche al di fuori dei confini nazionali per i cantieri interminabili, ha consegnato a giugno del 2013 lavori che per contratto dovevano terminare alla fine di quest anno. Perciò con un anticipo di un anno e mezzo. La ditta in questione si chiama Tecnis, è siciliana di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania. Nella «morta gora» del sistema produttivo del nostro Mezzogiorno è da considerare una specie di gigante, soprattutto nel settore dell edilizia che ha subito un ridimensionamento violentissimo negli ultimi anni. Ha un giro d affari annuo che si aggira intorno ai 300 milioni di euro, occupa un centinaio di ingegneri in gran parte giovani e molte donne. Lo scorso anno, riferiscono le 3,1 miliardi per il completamento 7,4 miliardi per gli interventi conclusi L inchiesta sugli appalti del Mose, il sistema di dighe mobili per difendere Venezia dall acqua alta, conta 100 indagati e 35 arresti: hanno «asservito totalmente l ufficio pubblico agli interessi del gruppo economico- criminale». Coinvolti il sindaco Orsoni e l ex governatore Galan 5,5 miliardi il costo dell opera 25 milioni di fondi neri secondo l accusa La ricostruzione dell Aquila Sugli appalti per la ricostruzione, dopo il sisma del 2009, si indaga da anni. Nel gennaio 2014 una nuova inchiesta riguarda tangenti su appalti per la messa in sicurezza e ricostruzione degli edifici: 4 arresti, 8 indagati, tra cui il vicensindaco Roberto Riga. Funzionari e amministratori sono accusati di corruzione euro è la cifra oggetto, secondo l accusa, di appropriazione indebita 10,5 miliardi di euro il costo dei lavori L oscar della perfezione, però, tocca all Expo Operazione da miliardi affidata a una società per azioni fra ministero dell Economia (40%), Regione Lombardia (20%), Comune di Milano (20%), Provincia di Milano (10%) e Camera di commercio milanese (10%). Il tutto, dato che c era fretta, con la possibilità di derogare a ben 78 articoli del codice degli appalti. Il che non ha affatto frenato, secondo i magistrati, l esborso di tangenti milionarie. Passate per le mani, è il sospetto, degli stessi collettori delle mazzette che operavano all epoca di Tangentopoli. Solo, con più capelli bianchi. cronache, ha avuto anche dall Istituto nazionale per l assicurazione degli infortuni sul lavoro il premio per la sicurezza sui cantieri. Il segreto del risultato clamoroso per gli standard italiani, sarebbe innanzitutto la decisione di non ricorrere ai subappalti, che soprattutto in quest area del Sud possono offrire occasione per le infiltrazioni delle cosche, oltre a particolari accortezze nell organizzazione del lavoro. La morale di tutto questo? È la prova che nonostante il delirio di regole che sembrano studiate apposta per non far funzionare nulla nel modo giusto, si possono rispettare i tempi e onorare gli impegni. Il più delle volte basterebbe soltanto volerlo. Peccato che la volontà sia così rara. S. Riz. Il personaggio / 1 L ex amministratore della Mantovani Baita, dal 92 all Expo Il collezionista di lavori DAL NOSTRO INVIATO PADOVA Chissà se esistono ancora le tangenti «per abbonamento» e quelle «a spot»? O se invece il sistema spartitorio si è almeno un po rinnovato tra la Prima e la Seconda Repubblica? Se esiste una memoria storica anche in queste storie assai poco edificanti, non c è dubbio che l ingegnere Piergiorgio Baita, 64 anni, ex presidente del Cda del colosso edile «Mantovani», ora tra i grandi accusatori dell ex governatore veneto Giancarlo Galan, sia uno di quelli che, tra alterne fortune giudiziarie, c era prima e c è ancora adesso: arrestato (e assolto) in Tangentopoli nel Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani Spa, arrestato (e assolto) in Tangentopoli nel '92; riarrestato nel marzo 2013 (ne è uscito con il patteggiamento) per fatture false; indagato nell inchiesta Mose 92; riarrestato nel marzo 2013 (ne è uscito con il patteggiamento) per fatture false; indagato adesso nella mega inchiesta sul Mose. Lo chiamano «Mister Appalto». L accusa lo dipinge come un grande corruttore. I suoi legali sono pronti a dare battaglia. Sarà l inchiesta a fare luce. Ma ciò che colpisce, aldilà dei responsi della magistratura, è la continuità con la quale questo ingegnere di Mogliano Veneto ha attraversato più di un ventennio, muovendosi tra grandi commesse, pubbliche istituzioni e gruppi privati, collezionando così favoleggia chi lo conosce oltre 70 incarichi in 40 società diverse. Fu lui, nel 92, quando si fece 10 giorni di carcere nell inchiesta condotta da Carlo Nordio sull accordo spartitorio a colpi di tangenti tra il Psi di De Michelis e la Dc di Carlo Bernini a rivelare, pur non facendo nomi e non accusando nessuno, la differenza tra le tangenti «per abbonamento», che venivano pagate dalle imprese sulla base delle percentuali degli appalti (facevi lavori per il 30%? Pagavi 30), e quelle «a spot», il cui scopo era invece quello di ungere chi frenava l accordo o di premiare chi lo favoriva. Baita all epoca era un rampante quarantenne, direttore del Consorzio Venezia Disinquinamento che si era aggiudicato i lavori della pulizia della laguna. Uscì pulito da quella storia e, per nulla intimorito dalla sgradevole esperienza, si buttò anima e corpo nel business del mattone. Il grande salto lo fece quando diventò top manager della «Mantovani». A quel punto, non ce ne fu per nessuno. Non c era opera pubblica o cordata in cui Baita non comparisse: dal Passante all ospedale di Mestre, dall A4 Brescia- Padova alla Pedemontana, passando per il Mose e gli appalti di Expo. Un ascesa che ha coinciso con i 15 anni di regno del governatore Galan con il quale Baita vantava ottimi rapporti al punto da essere citato nel libro-biografia, «Io sono il Nordest», dell ex presidente veneto. Un avventura finita nel 2013 quando, per una storia di fatture false legate a San Marino, Baita, finito in carcere, decise di collaborare con gli inquirenti, patteggiando un anno e 10 mesi e il pagamento di 400 mila euro. Ora è un uomo libero, ma stavolta rialzarsi sarà terribilmente duro. Francesco Alberti Il personaggio / 2 I dissidi con lo zio per le proteste Cacciari jr, l anti Mose «Visto? Avevo ragione» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA «Cacciari il giovane» ha ormai qualche capello bianco. «Siccome non sono un manettaro e certo non amo le patrie galere...». Esaurita la consueta premessa, questi sono giorni lieti per Tommaso, figlio di Paolo ex deputato di Rifondazione comunista e nipote del più celebre Massimo, filosofo, ex sindaco di Venezia, spesso in televisione. Tommaso era il lato debole del triangolo di famiglia, attivista no global dall impegno politico spesso considerato velleitario rispetto a quello di padre e zio importante, che spesso si dissociò dalle sue pratiche Tommaso Cacciari, attivista no global, è figlio di Paolo (ex deputato di Rifondazione comunista) e nipote del più celebre Massimo, filosofo ed ex sindaco di Venezia contro il Mose, e furono conflitti generazionali, aspri e soprattutto pubblici. La sprezzante definizione di cui sopra fu coniata da Giancarlo Galan in persona. «Cacciari il giovane» aveva questa fissa del Mose, l ha sempre avuta fin dall inizio del nuovo secolo. «Non eravamo in tanti, questo va detto. Quando sento parlare di mobilitazione dei cittadini mi viene da ridere. Siamo sempre stati un manipolo di attivisti, centri sociali, associazione ambientaliste. La mitica società civile non c era, mai vista, non pervenuta». L allora presidente forzista del Veneto non gradiva comunque la sua insistenza, le sue denunce e le azioni eclatanti, come l occupazione degli uffici del Magistrato delle acque, che gli valsero una condanna penale e l anatema di Massimo, «Non si fa così!», all epoca appena rieletto sindaco. «Abbiamo passato dieci anni a gridare quel che ora è su tutti i giornali. Non ci ha mai ascoltato nessuno. Neppure in procura. Anzi. Mi sono preso otto mesi di reclusione per quella storia del Aspetto che qualche magistrato mi faccia le scuse». La vendetta è un piatto che può anche risultare indigesto. «Non mi aspettavo il coinvolgimento del sindaco Orsoni. Mi amareggia sapere che le sue timidezze nei confronti del Consorzio Venezia Nuova non sono di natura politica ma economica. Confesso di averlo anche votato, ma solo per via del suo avversario, Brunetta: pur di non averlo avrei votato anche Paperino». Tommaso non lavora più come portiere di notte, circostanza che unita alle cronache di famiglia adornava sempre la sua biografia pubblica. La laurea ha finalmente fruttato un progetto europeo di ricerca sul diritto di cittadinanza. «Ancora per poco, poi anche a 36 anni suonati torno a essere precario, precarissimo». La vecchia assemblea permanente No Mose si è sciolta nel comitato No Grandi navi, la sua nuova lotta permanente. «Lo scavo del canale Contorta- Sant Angelo è la prossima grade opera inutile e costosa. Permetterà il passaggio di questi bestioni del mare, darà il colpo di grazia alla laguna e farà ricchi i soliti noti. Scommettiamo che tra dieci anni siamo qui a parlarne?» Cacciari il giovane non è ancora invecchiato a sufficienza per vestire i panni del profeta. Ma con il Mose ci ha preso, eccome. Marco Imarisio

12 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 12 Primo Piano L inchiesta di Milano Lo scontro L ordine di Bruti ai pm «A me tutte le inchieste che riguardano Expo» Svolta dopo un altra lite con Robledo MILANO Alla vigilia di un interrogatorio l altro ieri dell arrestato direttore generale di «Infrastrutture Lombarde» Antonio Rognoni, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo chiede al pm Antonio D Alessio (del suo pool) di avere copia di un interrogatorio dell arrestato Angelo Paris, general manager di «Expo 2015» nell altra inchiesta condotta da D Alessio e dal pm Gittardi sotto l egida dell aggiunto Ilda Boccassini. Bruti Liberati risponde di no perché argomenta che Robledo, non avendo apposto il 6 marzo il proprio visto alla richiesta di arresto di Paris nell indagine Expo che all epoca coordinava insieme alla collega Boccassini, da quel momento «è cessato» dal ruolo di coordinatore di quel singolo fascicolo. Robledo contesta che il mancato visto alla richiesta di arresto possa determinare la sua «cessazione» da coordinatore del fascicolo, e domanda gli venga formalizzata. E intanto il suo pool interroga Rognoni senza sapere cosa Paris abbia detto agli altri pm. Questo nuovo «incidente», La proposta Il Csm: gli atti a Pg e ministro Una «presa d atto» e carte ai titolari (il ministro e il Pg della Cassazione) dell azione disciplinare: lo propone la commissione Csm, spaccatasi in 3 sì, 2 astenuti e 1 no. Il plenum deciderà forse il 18 giugno. pur dopo le misure «già adottate» dal capo con un «provvedimento del 3 giugno», fa ieri precipitare la situazione nella Procura di Milano e induce Bruti Liberati a diramare un tranciante ordine di servizio: «È istituita con effetto immediato» una nuova unità organizzativa (diversa dai normali pool per materia di reati) denominata «Area Omogenea Expo 2015», nella quale Bruti si assegna l esclusivo e diretto «coordinamento» di tutte «le indagini che, direttamente o indirettamente, possano riguardare sotto qualunque titolo l evento Expo 2015». Da ora «su tutti i procedimenti» (noti, ignoti, atti non costituenti notizia di reato) «i procuratori aggiunti» a capo dei vari pool (come Robledo in contrasto con Bruti, e come Boccassini invece in sintonia con Bruti al pari del collega Greco), «riferiranno prontamente» solo a Bruti, che «è opportuno» sia anche «il punto di riferimento per i contatti con altre Autorità che possano intervenire nella vicenda Expo 2015» (tipo l Autorità anticorruzione di Cantone). La circolare è generale, ma è evidente che in pratica investa soprattutto il responsabile (Robledo) del pool reati contro la pubblica amministrazione, di norma competente sul genere di reati su un opera pubblica come Expo (tangenti, turbative d asta, truffe allo Stato, falsi). Messa in termini così omnicomprensivi, in teoria anche il furto di un Tir in un cantiere Expo o una violenza sessuale nel sito Expo parrebbero rientrare nella circolare. Ma, fuori Contro i canali La protesta di ieri a Expo gate a Milano (Fotogramma) dai paradossi, la volontà di Bruti è chiara: il «rilievo anche internazionale» e «la speciale rilevanza» di Expo 2015 «fanno apparire opportuno e urgente assicurare il corretto, puntuale e uniforme esercizio dell azione penale» attraverso «il coordinamento pieno ed efficace dei vari procedimenti» in «un quadro generale e con speditezza». Tecnicamente non è una avocazione dei processi in mano a Robledo, e nemmeno è l istituzione di un nuovo pool, anzi Bruti ritiene «non opportuno Il decreto indichi un organismo con un ruolo di controllo sulle commissioni di gara ed esamini i bandi Giuliano Pisapia sindaco di Milano prevedere un organico proprio per l Area Omogenea Expo»: la non istituzionalizzazione di un nuovo pool gli consente anche di stabilire che «le notizie di reato saranno trasmesse direttamente al procuratore», il quale (e non l aggiunto) «provvederà all assegnazione dei procedimenti ai sostituti» pubblici ministeri dei vari pool, «tenendo conto delle specializzazioni e dei collegamenti investigativi». Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it L interrogatorio Paris: «Dissi a Sala di denunciare i problemi Mi rispose di farlo io» MILANO Chiama in causa il commissario di Expo Sala accusandolo di non aver denunciato alla magistratura le irregolarità del direttore generale di Infrastrutture Antonio Rognoni nel più importante appalto per l esposizione il manager Angelo Paris. Interrogato dopo l arresto, in una confessione piena fa il mea culpa e si dà anche del «cretino» per aver fornito informazioni segrete sugli appalti alla «cupola» di Frigerio, Cattozzo, Greganti e Grillo che gli garantiva «le coperture politiche» per il progresso della carriera. Rispondendo al gip Antezza, l ex direttore costruzioni dichiara che quando partì l appalto per la «piastra», la base dei padiglioni, resistette alle pressioni di Rognoni che non voleva che la Mantovani si aggiudicasse la gara. Dopo che l impresa ottenne l appalto e le spinte ripresero, Paris Martina Greganti lo definisce «buon amico». Il ministro: mai conosciuto invitò il commissario ad «andare in Procura a denunciare al dottor Robledo», titolare dell inchiesta su Infrastrutture che porterà all arresto di Rognoni, ma la risposta fu «che dovevo essere io a denunciare». «La Procura ha lavorato mesi ed ha stabilito che una persona, Paris, non ha rispettato le regole. Se avessimo commesso illeciti, sarebbe venuto fuori», risponde Sala. Paris dichiara anche che il commissario gli disse di «seguire le iniziative» di Rognoni e che, «se non lo avessi fatto, mi sarei dovuto dimettere». «Pura fantasia» ribatte Sala. Il dg in una memoria scrive di non aver mai preso soldi, di non sapere di tangenti e che fu Frigerio, l ex parlamentare FI arrestato, ad avvicinarlo promettendogli aiuto facendo «riferimento a Silvio Berlusconi». Greganti, anche lui arrestato, invece parlava solo di «aree politiche della sinistra» e del «Pd», anche se una volta accennò al «ministro Martina, suo buon amico». «Mai conosciuto Greganti», replica il titolare delle Politiche agricole. Giuseppe Guastella

13 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Politica 13 Le tangenti I partiti Le assemblee nelle redazioni Rai, il muro dei giornalisti contro lo sciopero. Al Tg3 un no unanime ROMA Lo sciopero della «gente Rai» proclamato per l 11 giugno dopo il taglio al bilancio di 150 milioni deciso dal governo Renzi perde, dopo la Cisl, forse il suo pezzo politicamente più significativo. L Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti Rai, ieri ha registrato un nettissimo dissenso verso lo sciopero nelle assemblee organizzate in moltissime redazioni: il Tg1, il Tg2, il Tg3, numerose sedi locali, Rainews. In particolare al Tg3 il voto è stato unanime: la discussione sull astensione dal lavoro, nei giorni scorsi, aveva portato alle dimissioni di un membro Grillo e Casaleggio: ora toni moderati Ma c è chi evoca la ghigliottina Giarrusso: va usata per i corrotti. I leader: comunicazione da cambiare La Nota di Massimo Franco I nuovi scandali mettono in ombra le novità europee L e domande piovute su Matteo Renzi sullo scandalo del Mose di Venezia, dopo la chiusura della riunione del G7 a Bruxelles, hanno messo un po in ombra i temi europei: soprattutto immigrazione e fine della fase della sola austerità economica, sui Incertezza sulle norme contro la corruzione e tensione tra Cantone e Renzi quali il presidente del Consiglio sembra convinto di poter far giocare all Italia un ruolo «da protagonista», forte del risultato elettorale del 25 maggio. La coincidenza con la decisione della Bce di Mario Draghi di abbassare il costo del denaro, oltre tutto, offre una «finestra di opportunità», così l ha chiamata il ministro dell Economia, Pier Carlo Padoan. Eppure, Renzi si è reso conto che le inchieste giudiziarie possono diventare la vera sfida per il suo governo. Sulla risposta che Palazzo Chigi riuscirà a dare si misureranno non solo la sua capacità decisionale ma i rapporti nella maggioranza. Il tentativo del Movimento 5 Stelle di raffigurare la coalizione di governo come una sorta di club di complici è insidioso. Bisogna prendere provvedimenti radicali per colpire il malaffare, ma anche evitare che si fermino le grandi opere. Il percorso parlamentare del disegno di legge contro la corruzione è destinato a rispecchiare queste difficoltà. Il suo slittamento nasce dalla volontà di migliorarlo; ma su uno sfondo infuocato. La preoccupazione è che si trasformi in un percorso a ostacoli per Palazzo Chigi; e che serva da pretesto per gli attacchi virulenti e strumentali dei grillini, rianimati da questo nuovo fronte dopo la sconfitta europea. Il presidente del Senato, Piero Grasso, si rallegra per l impegno dell esecutivo sul tema della corruzione. «Ma bisogna anche fare presto», dice a Palazzo Chigi. L impressione è che stia crescendo la confusione intorno al ruolo del commissario straordinario anticorruzione Raffaele Cantone, nominato in campagna elettorale con lo scandalo dell Expo. «Non so quali siano i suoi poteri», ha ammesso il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, bocciando l ipotesi di istituire una Procura nazionale che si occupi di questo. Lo stesso Renzi si mostra prudente. È durissimo con gli accusati. «La gente che ruba va mandata a casa», premette, pur rispettando la presunzione di innocenza. A suo avviso, più che di corruzione si dovrebbe parlare di «alto tradimento» dei politici implicati; e un Pd in imbarazzo già mostra di voler prendere le distanze dagli imputati. Allo stesso tempo, però, il premier non sembra d accordo con chi ritiene che la soluzione siano nuove regole. Non si può affrontare ogni episodio di corruzione dicendo «che il problema sono le regole», puntualizza. «Le regole ci sono: il problema sono i ladri». Ha l aria di una risposta indiretta a chi, come lo stesso Cantone, addita come possibile antidoto anche la revoca degli appalti già concessi alle imprese coinvolte: tanto che ieri sera è stato costretto a negare conflitti con Renzi. Si tratta ora di capire se quanto sta avvenendo permetterà di accelerare sulle riforme istituzionali, o le rallenterà. Il ministro Maria Elena Boschi è sicura che si faranno in tempi brevi. Ma ammette anche di essere «un inguaribile ottimista». del comitato di redazione dopo una raccolta di firme spontanea organizzata proprio per chiedere un assemblea per discutere l adesione allo sciopero proclamato dalle altre sigle sindacali. Stamattina il vertice del sindacato, guidato da Vittorio Di Trapani, dovrebbe annunciare ufficialmente la cancellazione della protesta dei giornalisti. Formalmente è stato il sindacato a proporre di riflettere sul ritiro dello sciopero. Ma nei giorni scorsi sono state tantissime le voci che si sono levate contro la protesta dell 11 giugno, soprattutto dopo il duro giudizio di MILANO Un cambio netto. Beppe Grillo nei panni di Johann Gutenberg, il tipografo che inventò la stampa a caratteri mobili: si presenta così sul blog il leader pentastellato per annunciare le novità all interno dello staff dei Cinque Stelle. «È necessario migliorare l attuale comunicazione del M5S», scrive sul blog a doppia firma con Gianroberto Casaleggio. E puntualizza: «I gruppi parlamentari di Camera e Senato devono coordinarsi maggiormente di quanto fatto finora con i gruppi di comunicazione e viceversa». Per i due leader «il M5S deve assumere una figura di forza di Primo colloquio dopo l affidamento alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone Berlusconi vede l assistente sociale: bilancio positivo MILANO L uscita dal palazzo alle sei e mezza di ieri, in via Numa Pompilio, a pochi metri dal carcere di San Vittore, è accompagnata da una smorfia di dolore e infatti il passo è zoppicante. Forse una gamba poggiata male, forse il dislivello non visto tra gradino e marciapiede. Ma dall entourage di Silvio Berlusconi, per un ora e mezza all Uepe, l ufficio per l esecuzione Matteo Renzi («uno sciopero umiliante»). L atteggiamento del governo verso la Rai continua a essere netto e privo di equivoci. «La linea del governo non cambia, non ci faremo dettare l agenda da nessuno», aveva chiarito a scanso di equivoci il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli. La linea dell esecutivo Renzi (riforma del canone, anticipazione percorso della concessione, trasformazione e innovazione della Rai) indica punti cari anche all Usigrai. E per questo il sindacato, visto il vasto dissenso governo responsabile e moderata nei toni» (ma nelle stesse ore il senatore Mario Michele Giarrusso chiede «la ghigliottina per i politici corrotti») e raccomanda di «evitare di sprecare tempo con le intermediazioni con i giornalisti». Poi annuncia le nuove nomine (effettive solo da inizio luglio). Claudio Messora andrà a coordinare la comunicazione europea, il suo posto al Senato verrà preso da Rocco Casalino. A Nicola Biondo verrà affiancata per la comunicazione alla Camera Ilaria Loquenzi, assistente di Paola Taverna: una sorta di commissariamento, quest ultimo, dopo le penale esterna, negano ogni tipo di problema fisico. L ex premier sta bene e «bene» è andato il primo colloquio per un bilancio sull affido ai servizi sociali nell istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone, hinterland di Milano, a quaranta chilometri da Arcore. Prima e dopo l incontro Berlusconi, con l ormai solito girocollo di colore blu scuro, non ha voluto parlare con i giornalisti né replicare a chi, impegnato con bimbi e nipoti nei giardinetti di fronte al palazzo, s è preso una pausa per urlargli «Buhhh». Dall Uepe filtra questo: l incontro è avvenuto secondo programma, fin qui l ex premier «non ha commesso errori» e «non ha violato le regole»; infine, subito da oggi, l esperienza di Berlusconi in Sacra Famiglia sarà sempre più operativa. La scorsa settimana il Cavaliere aveva verso lo sciopero, ha potuto parlare di «punti convergenti». Ma a tutt oggi non è arrivata né da Giacomelli né da altri esponenti del governo una qualsiasi convocazione, apertamente sollecitata ieri dall Usigrai. L 11 giugno sciopereranno comunque Slc- Cgil, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater, Libersind Conf.sal (non la Cisl né, a questo punto, l Usigrai così come non aveva aderito già l Adrai, il sindacato dei dirigenti Rai). In una nota molto polemica gli altri sindacati impegnati nello sciopero se la prendono subito con i giornalisti: «L 11 Le nomine Messora va a Bruxelles a coordinare i rapporti con i media, al suo posto in Senato Rocco Casalino Il vertice L arrivo di Gianroberto Casaleggio ieri alla sede della Casaleggio associati per la riunione con i capigruppo (Fotogramma) polemiche per la diffusione del documento riservato con le critiche alla campagna elettorale. Il post che annuncia il nuovo scacchiere strategico viene preceduto da un doppio vertice a Milano, nella sede della Casaleggio Associati. A metà mattina solcano l ingresso i capigruppo Giuseppe Brescia (Camera) e Maurizio Buccarella (Senato). Con loro anche Paola Carinelli, vice a Montecitorio. Il primo incontro si risolve in poco più di un ora e mezza. Poi, all ora di pranzo, sono proprio Biondo, Loquenzi e Casalino a vedere il cofondatore. Un passo non solo formale, ma anche necessario per definire le nuove strategie. «Meno televisione (almeno in una prima fase), più attenzione alla promozione del lavoro parlamentare, soprattutto di quanto accade nelle commissioni»: sono le prime linee guida che filtrano tra le indiscrezioni. «Un ritorno alle origini», commenta Brescia, imboccato i pazienti del reparto dov è assegnato, il San Pietro, che ha anziani, soprattutto malati di Alzheimer. Questo è il reparto con il quale Berlusconi ha cominciato ma potrebbe non essere l ultimo. In Sacra Famiglia, dove stamane si ripeterà il solito A Milano Berlusconi dopo il colloquio giugno a scioperare non saranno i mezzibusti sediziosi, guidati da un insieme variegato di sindacati corporativi, pronti a difendere privilegi mentre l Italia tutta è chiamata a fare ancora sacrifici. A scioperare saranno coloro che da sempre e prima di tutti hanno denunciato sprechi e privilegi». L 11 giugno è comunque prevedibile un giorno di blocco delle trasmissioni Rai. Una redazione che non sciopera non può certo andare in onda priva di registi, tecnici e operatori. Paolo Conti protagonista di una piccola gaffe sulle condizioni di salute di Gianroberto Casaleggio, ancora convalescente. Parlando del figlio Davide dice: «Ha sostituito suo padre, perché suo padre non sta bene». Deputati e senatori hanno fissato per lunedì una riunione congiunta, ma tra i parlamentari continua lo scontro. Giarrusso viene subito criticato oltre che dal democratico Roberto Giachetti («toni moderati?»), dai deputati pentastellati Aris Prodani e Walter Rizzetto. Anche sulle nomine di ieri (che saranno oggetto del vertice) alcuni Cinque Stelle hanno già espresso divisioni e perplessità. In discussione pure il nodo-alleanze in Europa. E proprio sul fronte europeo proseguono i contatti in vista del referendum tra gli iscritti che dovrebbe svolgersi giovedì La trattativa I Cinque Stelle hanno incontrato il gruppo europeo dei conservatori inglesi di Cameron prossimo. Emissari pentastellati hanno incontrato i rappresentanti dell Ecr, che comprende i conservatori inglesi del premier David Cameron, che secondo fonti vicine al Movimento si sono dimostrati «disponibili», anche se ci sono «divergenze su molti punti del programma». Per completezza di informazione ci saranno contatti anche con il gruppo dei liberali dell Alde. Intanto, il gruppo degli euroscettici, quello dell Ukip di Nigel Farage, «ora è molto vicino ad avere il numero di delegazioni necessario per costituirsi». Lo dichiara il portavoce, Hermann Kelly: «Siamo molto fiduciosi spiega che il numero totale dei parlamentari sarà tra 50 e 55». Emanuele Buzzi spettacolo che sta snervando lavoratori e famigliari dei malati accessi blindati, difficoltà nel muoversi liberamente negli spazi della struttura, restrizioni per medici, infermieri e operatori vari, gira voce d un cambio di location. Si dice che l ex premier potrebbe andare nel reparto San Luigi: 82 posti, destinati agli anziani non per forza in condizioni gravi, ma magari ospitati per un periodo di tempo limitato. Una soluzione «più morbida». Dalla Sacra Famiglia nessuna conferma o smentita. Confermati invece i classici orari odierni: dalle 9.30/10 alle 13.30/14. Subito dopo il Cavaliere è atteso in città nella nuova sede del Milan, per parlare di allenatore e campagna acquisti Ȧ.Ga.

14 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 14 Esteri La discussione Il premier trova il sì di Cameron e Merkel «Ci vuole una donna» Il metodo Renzi per le nomine europee «Prima i programmi, poi le persone» Commissario Londra sceglie un euroscettico Cameron scavalca Farage sulla strada dell euroscetticismo. Per la commissione Ue Downing Street indicherà Andrew Lansley. Ex ministro della Salute, 57 anni, conservatore e, soprattutto, decisamente euroscettico. Quasi sulle posizioni dello Ukip. Non a caso alcuni esponenti del partito Tory hanno espresso perplessità sulle capacità di Lansley di muoversi all interno delle istituzioni europee. Attualmente il rappresentante britannico a Strasburgo è Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES «Qui ci vuole una donna, l Italia ha dato un esempio con il suo governo». Tutti hanno continuato a negarlo, in questo vertice del G7, ma alla fine la scelta del nuovo presidente della Commissione Europea ha un po messo in sordina tutto il resto, dall Ucraina alla disoccupazione. Lo dimostra anche la battuta di Matteo Renzi, il premier italiano: «Qui ci vuole una donna», e c è chi torna a pensare a Christine Lagarde, francese, direttore generale del Fondo monetario internazionale, non sgradita neanche alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma il motivo per cui Renzi cita le «sue» ministre, sembra essere soprattutto quello di sbloccare una discussione ormai incanaglita: Jean-Claude Juncker sì, a capo della Commissione, e la Gran Bretagna fuori dalla Ue, come minaccia il suo primo ministro David Cameron? Junker no, e Angela Merkel costretta a far finta di niente, poiché l ex presidente dell Eurogruppo era ed è pur sempre il suo candidato ufficiale? Più tutti gli altri, Francia, Svezia, Olanda, Finlandia, e così via, a giocare ognuno con una o più carte coperte. Uno stallo a 28 facce, quelle dei leader Ue, che sembra dar ragione a Barack Obama quando confessa di sapersi orientare poco fra gli ingranaggi istituzionali dell Europa. Al G7 si parla molto, naturalmente, dell Ucraina, che in queste ore ha chiuso alcuni suoi posti di frontiera con la Russia; si conferma il sostegno politico ed economico al governo di Kiev e si preannuncia per luglio, a Bruxelles, una «conferenza dei donatori» disposti ad aprire la borsa. Si rinnovano anche i moniti a Vladimir Putin, Obama e i leader Ue gli chiedono di riconoscere Petro Poroshenko, il neo presidente ucraino. Ma i leader Ue sembrano Faccia a faccia Il primo ministro italiano Matteo Renzi durante l incontro bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel (Ansa) L austerità Il premier italiano ribadisce: «La politica di rigore e di austerità ha mostrato i suoi limiti» Poroshenko La richiesta a Putin dai leader Ue di riconoscere Petro Poroshenko, il neo presidente ucraino calamitati soprattutto dall altra questione, quella delle scelte per la Commissione Europea. I lunghi colloqui «amichevoli, franchi e costruttivi» (cioè accidentati, aspri e inconcludenti) fra Merkel e Cameron non hanno sbrogliato la matassa. Perciò Renzi, in fondo il premier più votato e più «nuovo» fra quelli europei, si azzarda a proporre qualche cauta parola di mediazione: «Non è il momento dei diktat e dei veto, nessun candidato ha ottenuto la maggioranza e perciò bisogna trovare un punto di intesa». E ancora: «Noi dobbiamo dare una risposta ai cittadini, non soddisfare le ambizioni dei candidati, il punto di partenza è il fatto che la politica di rigore e austerità ha mostrato i suoi limiti. Partiamo da questa constatazione per chiedere che si apra una pagina nuova». Dire però che la «politica di rigore e di austerità ha mostrato i suoi limiti» può voler dire anche che Juncker, ex patrono di tutti i «piani di risanamento», non va bene, e c è invece qualcun altro che Roma vuol sostenere. È così? Renzi glissa: non c è alcuna «candidatura nazionale» per un Paese che vuole giocare un «ruolo da protagonista» sulle idee e non «aggrapparsi a scelte di natura geografica». Traduzione: niente toto-nomine. Piuttosto, puntare sui criteri operativi prima di individuare i nomi, formare una piattaforma programmatica alla quale, secondo Renzi, potrebbero aderire «diversi Paesi Ue». Se sarà così, lo si vedrà in poche settimane. Il G7 è finito, le trattative no. Luigi Offeddu La doppia cena di François «Dîner» con il presidente Usa PARIGI Doppia cena ieri sera per il presidente francese François Hollande che ha dovuto «sdoppiarsi» per non far sedere allo stesso tavolo Barack Obama e Vladimir Putin, i cui rapporti non sono proprio amichevoli. E così alle i capi dell Eliseo e della Casa Bianca si sono incontrati vicino all Arco di Trionfo al ristorante Le Chiberta dello chef Guy Savoy (una stella Michelin) per un «dîner» a base di branzino di lenza. Per dessert una terrina d arancio e pompelmo, il tutto innaffiato da vini francesi. (Afp) E «souper» con il leader russo PARIGI Alle di ieri sera Vladimir Putin è arrivato all Eliseo, accolto da François Hollande reduce dal «dîner» con Obama. I due leader si sono stretti la mano di fronte ai fotografi e sono poi spariti nel palazzo presidenziale per un colloquio durante il «souper», o cena leggera. La stampa francese ha ironizzato sul doppio pasto di Hollande («dovrà arrivare con molto appetito», ha commentato France24). Fino a notte nessuna indiscrezione sul menu («ma di certo c era l Ucraina», ha scritto Le Parisien). Il rilascio L ostaggio in Afghanistan Quella stretta di mano con i talebani: il video su Bowe fa litigare l America WASHINGTON Barack Obama non ci pensa proprio a chiedere «scusa» per aver scambiato il sergente Bowe Bergdahl con 5 dirigenti talebani rinchiusi a Guantánamo. Il presidente lo ha dichiarato ai media auspicando che gli americani capiscano che c era una coppia di genitori in attesa del loro figlio. Ma a Washington, come nel resto del Paese, c è poca voglia di comprendere. Il controverso baratto ha provocato un onda lunga inarrestabile, estesasi dalle strade di Hailey, la località dell Idaho dove viveva Bowe ai corridoi del Congresso. La cittadina ha cancellato la festa in onore del militare prevista per il 28 giugno. Gli organizzatori e lo sceriffo erano preoccupati da questioni legate dalla sicurezza così come dalla difficoltà di gestire un grande afflusso di persone. C era il rischio di clamorose manifestazioni di protesta da parte di coloro che considerano Bowe non un prigioniero di guerra ma un disertore. Un giudizio rafforzato dai ripetuti racconti dei commilitoni. Secondo la loro versione Bergdahl, il 30 giugno 2009, ha abbandonato la sua postazione in una remota area dell Afghanistan. Inoltre un nuovo rapporto del Pentagono ha sostenuto che in almeno due occasioni prima al centro di addestramento in California, quindi nel teatro afghano Bowe se ne era andato senza alcuna autorizzazione per poi tornare. Segnali evidenti di problemi di disciplina. Altre ombre sulla figura del soldato che un giorno potrebbe essere chiamato a rispondere davanti alla Corte marziale. Ipotesi tutt altro che remota. Per questo non sono disposti a capire neppure i congressisti. E non solo quelli repubblicani. Il Pentagono ha mostrato ai senatori, in una seduta a porte chiuse, un video risalente a mesi fa dove vi appariva Bowe. Era un filmato consegnato dai talebani ai mediatori per dare «una prova di vita» dell ostaggio. Per la Casa Bianca le immagini non lasciavano dubbi sul precario stato di salute dell americano. Dunque era necessario trattare e senza perdere altro tempo. Scettici i primi commenti dei senatori, per nulla convinti che quei «frammenti» abbiamo testimoniato la gravità della situazione. I critici dell amministrazione citano poi un altro filmato, quello che mostra il rilascio. Ci sono i talebani con la bandiera bianca, membri delle forze speciali, l elicottero che atterra in un area deserta, la presa in consegna con una veloce perquisizione. Sul video, girato dai ribelli, compare la scritta-monito: «Non tornare più in Afghanistan». Una clip ma dal messaggio potente. Di nuovo: per molti è la prova che gli Usa hanno garantito al nemico un grande successo propagandi-

15 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Esteri 15 A Varsavia L intervista L ex leader di Solidarnosc: giusto stare con Kiev ma gli ucraini non hanno capito l importanza del negoziato La lezione di Lech Walesa: con Putin bisogna dialogare «Su Obama mi sono sbagliato: ha stoffa» ROMA «Gli ucraini hanno giocato male la partita. Su Barack Obama mi ero sbagliato, ha stoffa. E con Putin bisogna pur dialogare». Il mondo secondo Lech Walesa è un «puzzle meraviglioso dove puoi indovinare l incastro per fortuna o testardaggine». Lui le ha avute entrambe, in una vita da romanzo che è diventata un film, «Walesa, l uomo della speranza» di Andrzej Wajda. A Roma per l anteprima italiana, lo storico leader di Solidarnosc, ex presidente e Nobel per la pace riflette sull Europa unita che la sua Polonia ha tanto sognato e che oggi si ritrova nel 70esimo anniversario del D-Day alle prese con nuovi conflitti. «Siamo in una fase di passaggio dice Walesa in quest intervista al Corriere, in un futuro non troppo lontano parlare di frontiere sarà ridicolo, ma oggi dobbiamo fare i conti con le paure degli Stati nazionali». Presidente Walesa, nel discorso di Varsavia Barack Obama ha tracciato un parallelo tra la lotta per la libertà dei polacchi e le aspirazioni del popolo ucraino stretto tra Europa e Russia. Come può oggi Danzica ispirare Kiev? «Ci sono profonde differenze tra il presente ucraino e il passato polacco mi riferisco sia allo scoppio della Seconda guerra mondiale quando la Germania ci aggredì e nessuno ci protesse Solidarnosc L ex presidente Lech Walesa nonostante gli accordi internazionali, sia alla resistenza al comunismo che affrontammo con 200 mila soldati sovietici sul nostro territorio, un milione fuori e la minaccia degli arsenali nucleari. Oggi il mondo è al fianco di Kiev, ed è giusto, perché Vladimir Putin non può agire in modo indiscriminato. Ma finora gli ucraini si sono mossi male, non hanno capito l importanza del negoziato. Io ho guidato la rivolta in Polonia puntando sul compromesso, senza forzare la situazione ma allargando i confini della libertà passo dopo passo». Come recuperare ora? «Per cominciare, convincendo Putin a restituire la Crimea». L arrivo In un video di 17 minuti i talebani hanno registrato la liberazione di Bowe Bergdahl: qui all arrivo su un pick-up, nelle montagne di Khost L attesa Bowe Bergdhal, vestito all afghana, scortato da un talebano con il volto coperto, attende l arrivo dell elicottero delle forze speciali Usa Perquisizione I soldati stringono la mano ai nemici (uno con la bandiera bianca). Bowe viene controllato per paura di esplosivi nascosti: è libero stico. Inoltre hanno legittimato dei terroristi arrivando a trattare con loro. La pensa così anche Maulvi Mubarak, un capo locale del movimento islamista: «Abbiamo tenuto testa all America». Dichiarazioni di vittoria accompagnate dalla minaccia di effettuare nuovi rapimenti in modo da avere in mano altre pedine da scambiare con gli Stati Uniti. Un punto sul quale anche gli esperti indipendenti insistono. Dalla Casa Bianca, da giorni sulla difensiva, replicano che non c erano alternative al negoziato. Il Pentagono aveva preso in considerazione un blitz ma poi aveva accantonato l idea per i troppi rischi. Sembra che Bowe abbia tentato due volte la fuga, nel 2011 e nel 2012, però lo hanno sempre ripreso. E da allora i suoi carcerieri hanno cambiato molto spesso il luogo di detenzione rendendo complicato qualsiasi intervento. L ex prigioniero continua intanto il suo lento recupero. I medici che lo hanno in cura in un ospedale Usa in Germania hanno precisato che il paziente migliora e che si esprime con loro in inglese. Precisazione non scontata: il padre ha sostenuto che Bowe lo aveva dimenticato durante la lunga detenzione. Guido Olimpio Crede sia possibile? «Ci dobbiamo provare. La mia idea è nominare un comitato di saggi indipendenti che facciano da mediatori tra gli Stati e stendano un decalogo di proposte per individuare i punti sui quali rilanciare il dialogo con Mosca». Anche l annessione della Crimea alla Russia tocca sensibilità diverse in un Europa di fatto divisa tra un Occidente più conciliante e la parte centro-orientale che ha ancora vivo il ricordo del dominio sovietico. «Ma su un punto prima o poi dovremo concordare tutti: se non puoi sollevare un peso da solo, devi chiedere aiuto. In politica come in economia abbiamo di fronte problemi più grandi di noi, è il prezzo da pagare alla globalizzazione. Per risolverli, dobbiamo riscoprire il valore della solidarietà». Jaruzelski Il generale? Io so di aver perso molte battaglie contro di lui, ma ho vinto la guerra Per solidarietà intende anche il sostegno finanziario e militare assicurato nei giorni scorsi da Obama ai Paesi del Centro-Est? Lei è stato molto critico sul ridimensionamento della leadership americana nel mondo. «Ho avuto un lungo colloquio con il presidente americano. Ammetto di aver avuto dubbi sulla sua politica estera in passato, ma mi sbagliavo. Obama è un leader di grande intelligenza, mi ha conquistato». L Europa indebolita dalle elezioni del 25 maggio saprà unire le forze contro la crisi? «Sarà costretta dalla Storia. Immaginiamo un futuro nel quale Kiev faccia parte della Ue: l agricoltura ucraina ha il potenziale per mettere in pericolo le economie di Francia e Polonia, che fare? Decidere insieme le regole di una convivenza che valorizzi le capacità di tutti ed eviti rivalità. Non abbiamo ancora trovato gli strumenti per godere appieno delle potenzialità della rivoluzione tecnologica. Anche a questo serve l Unione Europea». Lo stesso giorno del voto per l Europarlamento è morto l ultimo leader della Polonia comunista, l uomo che ai negoziati della Tavola Rotonda sedeva dall altra parte, il generale Wojciech Jaruzelski. Come lo ricorda oggi? «Faceva parte della generazione tradita, alla quale fu imposto il comunismo. Molti accettarono di entrare nelle strutture del regime, alcuni per distruggerle dall interno. Non sappiamo se Jaruzelski fu tra questi, agli uomini non è dato leggere nel cuore dei loro simili. Io so di aver perso molte battaglie contro di lui, ma ho vinto la guerra». Maria Serena Natale Pesi, tuta (e poca sicurezza) Il presidente in palestra Immagini rubate di un presidente che suda in palestra di Varsavia. E non sono mancate le critiche ad Obama. Chi l ha preso in giro per i pantaloni troppo lunghi e gli altri, più seri, preoccupati per la sicurezza. L'analisi UN PATTO CON PECHINO LA CASA BIANCA PUNTA A UN INTESA STORICA d MASSIMO GAGGI na riforma sanitaria solo parziale, criticata, con molti U problemi. Nessuna soluzione per gli immigrati clandestini. Niente limiti alla diffusione delle armi da fuoco nonostante le tante stragi di innocenti che insanguinano l America. E una politica estera zoppicante: scelte spesso ragionevoli ma che non ottengono i risultati attesi, nessun disastro, ma anche nessun successo clamoroso. Entrato nell ultimo terzo della sua era presidenziale, Barack Obama comincia a chiedersi quale patrimonio duraturo lascerà ai posteri, quale sarà la sua «legacy». Da qualche tempo ha cominciato a pensare che qualcosa di significativo potrebbe ancora costruirlo su un fronte quello della tutela dell ambiente che era scomparso dalla sua agenda dopo il fallimento della conferenza di Copenhagen del Fino a non molto tempo fa il leader democratico ha tenuto l argomento a distanza, anche perché la lotta contro il riscaldamento dell atmosfera, se fatta sul serio, costa cara. Secondo i sondaggi, poi, gli americani sono, in maggioranza, poco sensibili Smog in Asia Con le metropoli avvolte dallo smog, Pechino sarebbe pronta a negoziare al problema. Ma la questione rimane di grande rilevanza. Così, ora che non deve più affrontare il giudizio degli elettori e che ha portato alla Casa Bianca come superconsigliere un ambientalista convinto, John Podesta, Obama ha cambiato rotta. Dopo aver annunciato il più consistente taglio delle emissioni delle centrali elettriche alimentate a carbone della storia americana, il presidente ha premuto per portare i temi della tutela ambientale al centro dell agenda economica del G-7 di Bruxelles che ha preso nuovi impegni di lungo periodo: 100 miliardi di investimenti l anno (a partire dal 2020) per ridurre i gas-serra. Obama pensa di avere le carte in regola per passare dal ruolo di imputato a quello di promotore di un nuovo protocollo mondiale da siglare nel Dopo l applicazione solo parziale degli accordi di Kyoto e l inconcludenza dei negoziati degli ultimi anni, lo scetticismo è più che giustificato. Ma alla Casa Bianca ritengono che un intesa sia possibile e stanno preparando una sorta di «road map»: tappe intermedie il vertice Onu sul clima di settembre, a New York, il G-20 di novembre in Australia e il vertice dei Paesi del Pacifico che si terrà a Pechino in quegli stessi giorni. Qui il nodo centrale è quello del contributo che verrà dato dalle nuove potenze industriali, Cina in testa. Finora sono rimaste alla finestra, rivendicando il loro ruolo di economie appena emerse dalla povertà, ma l Asia ormai inquina più dell America e dell Europa. Pechino ha cominciato a prenderne atto e si è detta disposta a negoziare su nuove basi. Quello attuale non è di certo il momento più felice per le relazioni cinoamericane. Ma con le metropoli industriali cinesi sempre più avvolte dallo smog, secondo molti Pechino è ormai pronta a negoziare un trattato su nuove basi. Lo capiremo a metà novembre quando, nell arco di pochi giorni Obama si confronterà coi leader cinesi e degli altri Paesi asiatici prima al vertice Apec di Pechino e poi al G-20 di Brisbane.

16 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 16 Esteri Radicalismo Estremisti islamici ancora in azione Radunati per pregare Poi il massacro dei Boko Haram Nigeria, 500 morti nelle nuove stragi Sono entrati in azione travestiti da soldati o spacciandosi per predicatori. Con l inganno hanno attirato gli abitanti davanti alla chiesa e poi hanno sparato a raffica, crivellandoli di colpi: brutali esecuzioni di massa compiute a tradimento. Prima di andarsene, hanno appiccato il fuoco alle case, lasciandosi alle spalle una lunga scia di desolazione e cadaveri. Diverse centinaia, forse addirittura 500. Un ondata di attacchi tra i più sanguinosi, sferrati nei giorni scorsi da Boko Haram, i terroristi nigeriani che, lungi dall essere indeboliti o spaventati dalla «caccia internazionale» scattata dopo il rapimento delle quasi 300 liceali di metà aprile, sembrano più in forza che mai. I raid BENIN AFRICA Lagos Golfo di Guinea Chibok Il 15 aprile rapite 300 liceali NIGER NIGERIA Fonte: BBC, University of Sussex Kano Abuja Barderi: 45 persone uccise durante la preghiera Yobe Adamawa a a Borno o CIAD Maiduguri Gwoza I villaggi colpiti da terroristi: 500 vittime CAMERUN LEGENDA Stato di emergenza da maggio 2013 Vittime dei Boko Haram (sett. 2010/apr. 2014) C.D.S. sono avvenuti tutti nello stato roccaforte politica e base operativa del gruppo integralista: il Borno, nord est della Nigeria, dove sono state rapite le studentesse ormai oltre un mese e mezzo fa. L ultima strage è avvenuta a Barderi, villaggio alla porte di Maiduguri. Due abitanti hanno riferito alla Bbc che alcuni uomini sono arrivati sul posto presentandosi come predicatori, hanno invitato la gente a confluire davanti alla chiesa per pregare e, una volta radunata la folla, hanno sparato uccidendo 45 persone. Una tattica infame, che fa leva su un momento di massimo abbandono come la preghiera per colpire. Infame come quella utilizzata i giorni prima nel distretto di Gwoza, sempre nel Borno, dove almeno sei villaggi sono stati rasi al suolo in due giorni da terroristi islamici vestiti da soldati. Gli abitanti li aspettavano, i militari veri: avevano chiesto il loro aiuto perché temevano gli attacchi dei miliziani islamisti. Quando li hanno visti arrivare in divisa a bordo di moto e di Toyota Hilux, pick up usati dall esercito, è stato un sogno che si avverava. «Ci hanno detto siamo qui per proteggervi tutti» ha riferito il leader di un villaggio riuscito a sfuggire al massacro. La stessa tattica usata dai miliziani nel rapimento delle 300 liceali. Dopo aver radunato con l inganno tutti gli abitanti «hanno iniziato a urlare Allah Akbar e a sparare a lungo» ha raccontato un altro sopravvissuto all Ap. Tutto è partito da Attagara, villaggio con una numerosa comunità cristiana. Qui domenica scorsa un commando aveva attaccato i fedeli durante la messa, nove i morti. Il giorno dopo, come ritorsione, alcuni giovani del posto avevano cercato e ucciso una trentina di islamisti. I Boko Haram sono allora tornati nel villaggio e in quelli vicini e per rappresaglia li hanno massacrati. Attagara, Agapalwa, Aganjara, Gosh, Danjara «sono state teatro di uccisioni di massa, ma nessuno può fornire un bilancio certo», ha dichiarato Peter Biye, parlamentare di Gwoza. «Ci sono cadaveri ovunque perché nessuno li può seppellire» ha raccontato un capo di Attagara, che ha lanciato un appello per gli aiuti. Intanto continua la mobilitazione internazionale: dopo il vertice di Parigi di maggio, giovedì a Londra si terrà un nuovo summit sull emergenza Boko Haram. Alessandra Muglia India Il ministro: «Gli stupri a volte sono giusti» NEW DELHI «A volte gli stupri sono giusti, a volte sbagliati», ha dichiarato ieri il ministro degli Interni dello Stato del Madhya Pradesh, Babulal Gaur, del partito nazionalista indù Bjp del neo premier Narendra Modi. La dichiarazione choc è arrivata in un momento in cui l India è in primo piano nel mondo per la serie ininterrotta di violenze sessuali di gruppo, spesso seguite dall uccisione della vittima. Il caso più grave è stato pochi giorni fa lo stupro di gruppo e l impiccagione di due cugine adolescenti nello Stato dell Uttar Pradesh, dove sono poi avvenute altre violenze su donne e ragazze. Nel Paese le reazioni sono state accese e diffuse ma Gaur ha minimizzato sostenendo che «fino a quando non c è una rimostranza, nulla è successo». Da New Delhi il Bjp di Modi ha disconosciuto le sue affermazioni sostenendo che il suo pensiero non è condiviso dal partito. L'analisi COLONIE IN ARRIVO IL SOLCO CHE DIVIDE AMERICA E ISRAELE di DAVIDE FRATTINI Rolling Stones hanno deciso di suonare a Tel Aviv I mercoledì sera senza cedere alle pressioni di Roger Waters, tra i fondatori dei Pink Floyd, che aveva chiesto a Mick Jagger e compagni di boicottare Israele. La diplomazia del rock non basta, i decibel del concerto sono già sovrastati dalle reazioni dei palestinesi, degli europei e degli americani agli annunci del governo di Benjamin Netanyahu: abitazioni in più da costruire nelle colonie, tra progetti approvati in passato (sospesi per qualche mese) e nuovi piani edilizi. L Unione Europea lascia capire nella risposta ufficiale che le sanzioni rinviate su richiesta degli Stati Uniti durante i negoziati ormai in bancarotta potrebbero a questo punto essere approvate: etichette obbligatorie sui prodotti che vengono esportati dagli insediamenti, avvertimenti alle aziende di evitare contratti con società israeliane basate nei territori occupati. L espansione nelle colonie è la rappresaglia di Netanyahu alla nascita della coalizione di unità nazionale palestinese. Per Uri Ariel, ministro dell Edilizia, si tratta di un «governo terrorista»: «Se Israele prende una gomitata in faccia, deve reagire». Il premier è rimasto indispettito dalla scelta americana di mantenere i contatti con Abu Mazen.

17 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Esteri 17 La storia Il reportage tragicomico della nota opinionista ha riaperto il dibattito in America sui limiti della legalizzazione delle droghe leggere La giornalista Usa, la marijuana e quelle otto ore di allucinazioni Il «viaggio» di Maureen Dowd nel Colorado dell erba libera Nella migliore tradizione dei reporter americani, aveva pensato che una «full immersion», l immersione totale nell esperienza fosse il modo migliore di documentarsi, per raccontare la nuova rivoluzione sociale d America, quella avviata in gennaio dal Colorado con la legalizzazione delle droghe leggere per i maggiori di 21 anni. Ma per il Premio Pulitzer Maureen Dowd, la più urticante editorialista di politica e costume del New York Times, l incontro ravvicinato con la marijuana è stato un lungo incubo. È bastata una barretta di cioccolato misto a erba e la giornalista ha visto le stelle: «Dapprima ha raccontato nella sua column sul Times - per circa un ora non è successo nulla. Poi ho sentito un fremito di paura attraversarmi il corpo e il cervello, ho raggiunto a fatica il letto, dove sono rimasta in uno stato di allucinazione per le successive 8 ore. Avevo sete ma non potevo muovermi. Ero ansimante e paranoica, certa che se il cameriere avesse Effetti collaterali «Avevo sete ma non potevo muovermi. Mi sono convinta che ero morta e nessuno me lo aveva detto» bussato e io non avessi risposto, avrebbe chiamato la polizia. Mentre la mia paranoia cresceva, mi sono convinta che ero morta e nessuno me lo aveva detto». Solo il giorno dopo, durante un intervista, il consulente medico di una fabbrica alimentare che produce dolci alla cannabis, ha spiegato alla giornalista che barrette come quella che lei aveva mangiato intera, dovrebbero essere divise in 16 porzioni: «Ma questa raccomandazione ha commentato lei non c era sulla confezione». Partendo dall esperienza personale, Dowd ha rivelato il lato oscuro della liberalizzazione decisa nello Stato delle Montagne Rocciose, che sta attirando a Denver orde di turisti dello sballo di ogni età e che nei soli primi 3 mesi ha prodotto un volume d affari di 13 milioni di dollari. Negli ospedali del Colorado aumentano i ricoveri di adolescenti e adulti, annientati da potenti dosi di tetracannabinolo. I casi più I numeri La legge Si può comprare nei negozi. Il requisito? Aver compiuto 21 anni. Il limite? Se ne possono acquistare non più di 28 grammi e mezzo. Il divieto? Non si può rivendere. Dal primo gennaio 2014 comprare marijuana in Colorado è legale. Il via libera dopo un referendum nel novembre del In altri 17 Stati degli Usa era già possibile l acquisto ma solo a scopo terapeutici. In Colorado, invece, si può comprare anche per farne un «uso ricreativo». Economia L economia dello Stato ha ricevuto un incredibile boom. Nel mese di marzo si sono registrati incassi per 19 milioni di dollari, 5 in più rispetto a febbraio. Ai quali vanno aggiunti i turisti della cannabis che si sono riversati nello Stato dell Ovest. Criminalità Le statistiche registrano, sempre a Denver, un calo della criminalità (nonostante le stime pessimistiche della polizia) pari al 5,6 per cento. Ma, secondo gli esperti, per capire se c è un nesso di casualità bisognerà aspettare almeno trequattro anni. Celebrità Maureen Dowd, la nota opinionista di politica e costume del New York Times Maureen Dowd a un pranzo di beneficienza a New York. La Dowd, 62 anni, nel 1999 aveva vinto il Pulitzer per i suoi articoli sul caso Lewinsky (Getty) gravi: il suicidio in marzo di uno studente di 19 anni, gettatosi dal balcone dell albergo dopo aver mangiato un dolce con 65 milligrammi di THC. E quello di un uomo, che dopo una barretta di Karma Kandy, ha cominciato a parlare della fine del mondo, prima di prendere una pistola e uccidere la moglie che stava telefonando al pronto soccorso. Ma la botta di vita della giornalista, sia pur per ragioni professionali, ha prodotto reazioni molto diverse tra i media. Il Washington Post ne ha colto il punto di denuncia, sostenendo che occorre trovare un modello per il consumo di marijuana: «Se si è trovato un modo di regolare il consumo di alcol invece di proibirlo, dovremmo fare lo stesso per l erba». Per il bene nostro, ha aggiunto con malizia il Post, «e per la dignità di Maureen Dowd». Un ironia devastante ha in realtà dominato i commenti nei siti e sui social media. Per Dylan Byers, blogger di Politico.com, «la raison d etre dell editoriale è l ambientazione, non le conclusioni. Il messaggio è che Maureen si è stonata». Byers suggerisce «a tutti gli editorialisti del Times di fare un salto a Denver, per un fatto di equilibrio: vorrei vedere l effetto su Paul Krugman», ha scritto riferendosi all economista Premio Nobel e polemista di punta del giornale. Ma una contestazione dura a Dowd Ironie online Un ironia devastante ha in realtà dominato i commenti nei siti e sui social media è venuta da «The Cannabist», giornale online, capofila della battaglia per la legalizzazione. Secondo il reporter Ricardo Baca, la columnist, il cui viaggio in Colorado risale al gennaio scorso, era stata perfettamente informata di tutti i rischi legati all erba dal fondatore di un agenzia turistica, creata apposta per i turisti del dope. Matt Brown, questo il suo nome, ha accompagnato per oltre quattro ore Dowd in un giro di Denver, discutendo con lei dei problemi legati alla liberalizzazione, mostrandole i locali, spiegandole gli effetti possibili con ogni tipo di consumo di THC, dalle canne ai dolci. «Ma nulla di tutto questo era nell articolo ha detto. Il dibattito sulla legalizzazione è una cosa seria e non può essere liquidato con un paio di frasi ben scritte, come quelle di Maureen Dowd: non leggeremo lei quando vorremo cercare esempi di buon giornalismo sulla marijuana libera in Colorado». Paolo Valentino Nuovi lavori Una ruspa sullo sfondo di un quartiere di nuova costruzione a Har Homa, a Gerusalemme Est. Per la comunità internazionale questi edifici sono «illegittimi» John Kerry, il segretario di Stato, e Dan Shapiro, l ambasciatore a Tel Aviv, hanno spiegato che Washington ha verificato nome per nome i nuovi ministri: «Tecnocrati», né di Fatah (il partito del presidente) né di Hamas. Così l embargo applicato al movimento fondamentalista, nella lista nera del Dipartimento di Stato, non si estende al leader della Muqata. Che minaccia di portare la questione delle colonie alla Corte internazionale dell Aia. La concordia tra le due fazioni palestinesi peraltro vacilla già dopo pochi giorni. Hamas pretende che adesso Ramallah paghi gli stipendi ai 40 mila impiegati pubblici ingaggiati dal gruppo nei sette anni di dominio a Gaza. Abu Mazen vuole prima controllare chi siano e che cosa facciano. Anche per non rischiare di pagare i miliziani delle Brigate Al Aqsa, inquadrati come forze di sicurezza, e far cambiare idea agli

18 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 18 Cronache Salute Andolina in ospedale. Il Csm apre un fascicolo sul caso L uomo di Stamina indagato e nominato dal giudice «Brescia riprenda la cura» Accusato di truffa, è diventato commissario La vicenda Le sentenze È il 22 agosto del 2012 quando un giudice del lavoro di Venezia obbliga l ospedale Civile di Brescia ad eseguire le infusioni con il metodo Stamina (bloccato dall agenzia del farmaco tre mesi prima) su una bambina già in cura nell ospedale lombardo. Da quel giorno 503 malati fanno ricorso ai giudici per le cure. L inchiesta Su quella terapia, però, il pm Raffaele Guariniello di Torino ha aperto un inchiesta ritenendola truffaldina e dannosa. Sotto indagine 14 persone. BRESCIA Il caso Stamina riesplode con tutte le sue contraddizioni e la sua drammaticità. L ordinanza del giudice di Pesaro che ha nominato Marino Andolina «commissario ad acta» per la cura con il metodo Stamina all ospedale Civile di Brescia non ha sbloccato la situazione. Anzi. Nelle prossime ore non è prevista l immediata ripresa delle infusioni su Federico Mezzina, 3 anni e mezzo, affetto dal morbo di Krabbe, ricoverato ieri all ospedale bresciano, mentre la nomina di Andolina, braccio destro di Vannoni e indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, è oggetto di approfondimento alla prima commissione del Csm e alla procura generale della Cassazione. Nel frattempo l assessore alla sanità della Regione Lombardia Mario Mantovani scrive al premier perché «si faccia chiarezza su una vicenda che assume contorni paradossali». Andolina si è presentato al Civile alle 13 di ieri, ottimista e deciso a fare l infusione al piccolo Federico: «Se non trovo medici disponibili interverrò io, ho fatto migliaia di lombari anche in capanne in Africa. Domani farò l infusione, anche se dovrò farlo con un carabiniere alle spalle». Stessa granitica determinazione per la mamma di Federico, Tiziana Massaro, avvocato di Fano: «Non me ne vado finché mio figlio non riceve il Con Vannoni Marino Andolina, braccio destro di Maurizio Vannoni, è stato incaricato dal giudice di garantire l esecuzione della contestata terapia (Fotogramma) Le indagini su Avastin-Lucentis Perquisita l Agenzia del farmaco, ipotesi di corruzione ROMA Perquisiti gli uffici dell Agenzia nazionale del farmaco (Aifa). L inchiesta sul cartello fra Novartis e Roche per promuovere il più (macroscopicamente) costoso fra due farmaci per gli occhi perfettamente equivalenti - Avastin e Lucentis - è passata a Roma da Torino e ora punta ad accertare episodi di corruzione all interno dell agenzia pubblica. Secondo gli investigatori va in questo senso anche un pronunciamento recente della Corte Costituzionale, in merito alla controversia fra Emilia Romagna e Novartis: «La legge attribuisce il potere di decisione all Aifa e questa, nel caso di specie, avrebbe dovuto da tempo esercitarlo secondo le descritte modalità» scrivono i giudici in merito rafforzando l ipotesi di omissioni. Ma al momento quella della corruzione è solo un ipotesi formulata dal pm Stefano Pesci e dal procuratore aggiunto Nello Rossi. Ieri le unità speciali della Guardia di Finanza hanno portato via la documentazione sul prezzo delle due sostanze a partire dal Già iscritti per associazione a delinquere finalizzata all aggiotaggio e al disastro colposo quattro manager delle due multinazionali. Il.Sa. trattamento. Federico ha già ricevuto sette infusioni, l ultima il 23 febbraio, da allora sta peggio e soffre. Non mi importa se Andolina e Vannoni sono indagati, voglio che lui sia curato». Dopo cinque ore di confronto col direttore generale Ezio Belleri e il «no» incassato dai medici del Civile di Brescia (si astengono in attesa del giudizio della commissione di valutazione nominata dal ministro Lorenzin), aspettando di verificare l idoneità di un rianimatore disponibile di Busto Arsizio, Andolina ha perso l ottimismo. «Temo che per l infusione a Federico i tempi si dilatino, il Civile non mi ha messo nelle condizioni di ottemperare all ordinanza. Intervenire sul bambino nelle prossime ore mi pare difficile, dall ospedale chiedono un altra conferma del giudice, perché specifichi in dettaglio le funzioni che posso esercitare. Sembra che al Civile non ci sia più spazio per Stamina, in alcun modo». Belleri precisa che «già domattina si proseguirà con la ricerca di un medico disponibile. Non è escluso che le infusioni riprendano». A Brescia nel pomeriggio sono accorsi anche i genitori di Celeste, la bimba veneta trattata con infusioni Stamina e pure lei con un ordinanza che impone al Civile di continuare la cura. «Hanno saputo che avremmo ripreso le infusioni dice Andolina e che avrei fatto io il trattamento. Ma anche per ora è sospeso. E i bimbi provano dolore, anche Rita è morta soffrendo, me l ha detto il padre». Wilma Petenzi Seat Pagine Gialle Italia S.p.A. - Cap. Soc. Euro i.v. Sede legale Torino - Corso Mortara 22 - CAP Reg. imprese di Torino e C.F. n Società Unipersonale - Direzione e coordinamento Seat Pagine Gialle S.p.A ESTRATTO DELL AVVISO DI CONVOCAZIONE DELL ASSEMBLEA DEGLI OBBLIGAZIONISTI DEL PRESTITO 550,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE 2017 I portatori delle obbligazioni del prestito obbligazionario denominato 550,000,000 10½% SENIOR SECURED NOTES DUE ISIN XS e XS , facente capo a Seat Pagine Gialle Italia S.p.A. ed originariamente emesso da Seat Pagine Gialle S.p.A., sono convocati in Assemblea presso lo studio legale NCTM in Milano, via Agnello 12, per il giorno 7 luglio 2014 alle ore 14,30 in prima convocazione e, occorrendo, per il giorno 8 luglio 2014, medesimo luogo e medesima ora, in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO Proposta di concordato preventivo di Seat Pagine Gialle S.p.A. e di Seat Pagine Gialle Italia S.p.A.: deliberazioni inerenti e conseguenti. Le informazioni riguardanti le modalità e i termini: 1) per l intervento e il voto in Assemblea; 2) per l esercizio del diritto di porre domande prima dell Assemblea e del diritto di integrare l ordine del giorno o di presentare ulteriori proposte su materie già all ordine del giorno; 3) per l esercizio del voto per delega; e 4) di reperibilità della proposta di deliberazione, della relazione illustrativa sull unico punto all ordine del giorno e dei documenti che saranno sottoposti all Assemblea, sono riportate nell avviso di convocazione, il cui testo integrale è pubblicato in Gazzetta Ufficiale, nei termini e secondo le modalità di legge. L avviso di convocazione, unitamente alla documentazione relativa alla presente Assemblea, è altresì pubblicato sul sito internet di Seat Pagine Gialle S.p.A.all indirizzo: sezione Governance/Obbligazioni senior secured/assemblee obbligazionisti Senior Secured 2014, al quale si rimanda. Milano, 6 giugno 2014 Il Consiglio di Amministrazione Rai promuove un iniziativa di selezione per titoli e prove finalizzata ad individuare 10 risorse da impiegare nell Area Produttiva con la qualifica di Aiuto Regista - Assistente alla Regia da inserire in Azienda e nelle Società del Gruppo con contratto di apprendistato professionalizzante. Per candidature e maggiori informazioni consultare Provincia di Reggio Calabria Stazione Unica Appaltante Provinciale Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Roccella Jonica AVVISO DI GARA INFRUTTUOSA OGGETTO: Appalto per il servizio di Trasporto alla piattaforma convenzionata CONAI, stoccaggio, selezione e avvio al recupero dei rifiuti Differenziati e trasporto in discarica o in centro autorizzato della frazione Umida o dei rifiuti indifferenziati prodotti dal Comune di Roccella Jonica e conservati presso l Isola Ecologica comunale. C.I.G.: B1 - CPV: Importo complessivo dell appalto: ,00 esclusa IVA di cui 3.000,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, determinato mediante ribasso sull importo posto a base di gara ai sensi dell art. 82 comma 2 lett. b) e dell art. 86 commi 1, e4deld.lgs. 163/06 e dall art. 121 del DPR 207/2010. Imprese partecipanti: n. 1. Imprese escluse: n. 1. Esito: gara infruttuosa. Data di invio alla G.U.C.E 28/04/2014. Il Dirigente SUAP Dott.ssa Maria Teresa Scolaro CONSORZIO DI BONIFICA PIANURA DI FERRARA ESITO DI GARA PER LA FORNITURA DI GASOLIO Amministrazione appaltante: Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara - Via Borgo dei Leoni, Ferrara FE - C.F PEC posta.certificata@pec.bonificaferrara.it. Recapiti ai fini dell appalto: Sezione Appalti e Contratti - tel /2/3/4 - fax roberto.giacometti@bonificaferrara.it. Si rende noto che il Consorzio, previa procedura aperta in ambito UE, ha aggiudicato l appalto di fornitura di gasolio per autotrazione e agricolo nel triennio 01/07/ /06/2017, all Azienda A.F. Petroli S.p.a. con sede a Torreglia (PD). L importo del contratto, riferito alla durata di tre anni, ammonta complessivamente ad ,00 al netto di IVA. La gara è identificata con CIG E1. Il presente avviso è stato pubblicato in versione integrale sulla Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea S104 del 31 maggio 2014, sul sito del Servizio Contratti Pubblici del Ministero delle Infrastrutture all indirizzo sul sito web SITAR della Regione Emilia-Romagna all indirizzo sul sito web del Consorzio all indirizzo ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. il Presidente - Dott. Franco Dalle Vacche Provincia di Reggio Calabria Stazione Unica Appaltante Provinciale Amministrazione Aggiudicatrice: Comune di Siderno AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO AI SENSI DELL ART. 79, C. 5 DEL D.LGS N. 163/2006 OGGETTO: Appalto del Servizio di spazzamento strade, pulizia pozzetti e caditoie stradali. CIG: B- C.P.V Importo complessivo dell appalto: ,00 escluso IVA di cui 3.079,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso. Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara determinato ribasso sull importo del servizio ai sensi dell art. 82 comma 2 lett.b) e dell art. 86 commi 1, e 4 del D.Lgs. 163/06 e dall art. 121 del DPR 207/2010. Imprese partecipanti: n. 1. Imprese ammesse: n. 1 Impresa aggiudicataria: Locride Ambiente S.P.A che ha offerto il ribasso del -2,00%. Importo di aggiudicazione: ,58 oltre IVA. Aggiudicazione definitiva provvedimento n Reg. Gen del 16/12/2013. Pubblicazione bando di gara: Albo online dell Ente il 06/09/2013. Organo Competente per le procedure di ricorso: T.A.R. Calabria-Sez. di R.C. Data invio G.U.C.E_19/05/2014. Il Dirigente SUAP Dott.ssa Maria Teresa Scolaro Vaticano Il Papa ai rom: vi ho visti disprezzati sui bus CITTÀ DEL VATICANO «Spesso gli zingari si trovano ai margini della società, a volte sono visti con ostilità e sospetto». Francesco alza lo sguardo dai fogli: «Io ricordo tante volte, qui a Roma, salivano sul bus alcuni zingari e l autista diceva: Attenti ai portafogli!. Questo è disprezzo. Sarà forse vero, ma è disprezzo...». Il Papa ha incontrato ieri un gruppo di zingari da 26 Paesi del mondo. Ed è partito dalla sua esperienza come a replicare subito all obiezione più classica. Niente, mai, giustifica il disprezzo, tanto più verso un intero popolo perseguitato da secoli. Francesco ha chiesto «l impegno delle istituzioni locali e nazionali e il supporto della comunità internazionale», progetti concreti e «nuovi approcci in ambito civile, culturale e sociale, come pure nella Chiesa» per combattere «forme moderne di persecuzione, di oppressione e talvolta di schiavitù». Certo «il popolo zingaro è chiamato a contribuire al bene comune», ci vuole «corresponsabilità» e il riconoscimento di «diritti e doveri». Ma «tra le cause della miseria» c è «la Tra la gente Papa Francesco, allora cardinale, fotografato sul metrò di Buenos Aires (foto Ap) mancanza di strutture educative, il difficile accesso all assistenza sanitaria, la discriminazione nel mercato del lavoro, la carenza di alloggi dignitosi». Soprattutto «Gesù ha testimoniato la predilezione del Padre» per «i più deboli ed emarginati». Richiamo all autenticità evangelica, «la Chiesa non è una casa da affittare!», ripreso dal Papa a Santa Marta a proposito degli «affaristi»: «Li conosciamo bene! Dal principio approfittavano della Chiesa per il proprio profitto. E li abbiamo visti nelle comunità parrocchiali o diocesane, nelle congregazioni religiose. Alcuni benefattori della Chiesa, tanti eh!, si pavoneggiavano di essere benefattori e alla fine, dietro il tavolo, facevano i loro affari...». G. G. V. Il processo allo scrittore I pm: azioni No Tav dopo le frasi di Erri De Luca DAL NOSTRO INVIATO TORINO Fuori dal tribunale un drappello di No Tav legge le opere di Erri De Luca. Dentro, nell aula numero 85, davanti al gup, anche i pm leggono le parole di Erri De Luca. Angelo o demone, paladino o sovversivo, maestro o istigatore: De Luca a Torino non c è, ma le sue idee sì, e separano i due fronti. «La Tav va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Nessun terrorismo». Questo ha detto lo scrittore all Huffington Post lo scorso settembre e la Procura adesso chiede che venga processato per istigazione a delinquere. Lunedì nuova udienza e probabile decisione del giudice Roberto Ruscello. Ieri i pm, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, hanno fatto un lungo elenco di violenze e sabotaggi nei cantieri dell Alta velocità dopo quell intervista. «Atti concreti, ecco perché è colpevole». Lo scrittore, dal suo ritiro nella campagna romana, è come sempre morbido nei toni e tagliente con le parole. «È tutta colpa mia? Anche quello che era successo prima? Perché non mi contestano pure l istigazione retroattiva?». I sostituti hanno poca voglia di scherzare: «Al barbiere di Bussoleno possiamo perdonare se dice di tagliare le reti, a un poeta, a un intellettuale come lui, no». De Luca però non indietreggia e rivendica anche la frase incriminata: «Non considero recidere una rete un atto di violenza». I magistrati Autore Erri De Luca, nato a Napoli 64 anni fa, poeta, scrittore e traduttore. Ha fatto parte di Lotta continua vanno a ripescare altre interviste, altri giudizi. Come quelli sulle Br responsabili di azioni di lotta e non di terrorismo. De Luca replica sarcastico: «Gli sono grato per l impegno che dedicano a ricostruire le mie riflessioni sulla storia del Novecento». Uno dei suoi legali, Gianluca Vitale, contesta che è sbagliato fare una valutazione della personalità, «bisogna attenersi all oggetto del dibattimento». De Luca non sarà in aula neanche lunedì prossimo: «Non partecipo a processi a porte chiuse». E non chiede sconti: «Il diritto a esprimere le mie idee non è trattabile. Contro una piccola valle è in atto una prepotenza di Stato». Riccardo Bruno

19 Corriere della Sera Venerdì 6 Giugno 2014 italia: Cronache 19 L intercettazione Alberto Berneschi, durante un colloquio, aggrava involontariamente la posizione del padre L ex capo di Carige scaricato dal figlio «È un pazzo, ha rubato di sicuro» E dal carcere la nuora cerca di mettere in salvo altri milioni GENOVA In autentico stile genovese lo scandalo finanziario che ha travolto il settantasettenne ex presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi finito nel carcere di Pontedecimo,dove impassibile si cucina gli spaghetti, con l accusa di aver truffato la «sua» banca si sta trasformando in una saga familiare. E il Magro, soprannome di Berneschi, rischia di trovarsi sempre più solo. Ieri il commercialista Andrea Vallebuona, assistito dall avvocato Romano Raimondo, ha difeso con i pubblici ministeri la sua posizione di professionista al limite troppo disponibile a trovare scorciatoie fiscali ma nulla più. Ha ammesso di aver portato vent anni fa nelle immancabili mutande dalla Germania alla Svizzera duecento milioni di lire, eredità del nonno, la «c...atina» di cui parlava nelle intercettazioni, ha ammesso la falsificazione di un atto notarile e qui si è fermato; degli affari del «Magro», non sapeva di più. Quanto alla nuora di Berneschi, Francesca Amisano, collaboratrice stretta del banchiere che nelle intercettazioni chiama amabilmente «nonno», il suo affetto è esploso come una bolla di sapone al contatto dell indagine della Procura di Genova. «Stiamo Il bilancio Già bloccati 25 milioni, la caccia al tesoro nascosto ora può riprendere pagando la deficienza di quell uomo coglione» si sfoga Alberto, il figlio di Berneschi, il 29 maggio durante la visita in carcere alla moglie. Che concorda: «È un disastro... è una testa di c... allucinante, è un pazzo, è un pazzo». Berneschi junior: «Lo so, però l ho sempre detto che è un pazzo». Amisano: «È un pazzo totale, mettere in questa situazione...». E si rallegra, Francesca Amisano, che nelle intercettazioni emerga il cattivo rapporto tra padre e figlio: «Io sono tanto contenta quando ho letto quelle cose, tutti dicono che sei una testa matta, che quando senti parlare tuo padre ti Roma Il restauro della Fontana di Trevi Svuotata dalle monetine e circondata da una rete metallica, la Fontana di Trevi è pronta per tornare agli antichi splendori. È partito ieri il cantiere per il restauro del monumento, gioiello del barocco romano. Finanziato da Fendi, durerà circa un anno: tutto sotto gli occhi dei turisti che potranno seguire i lavori attraverso la rete e passeggiare sulla vasca grazie a una passerella (Benvegnù-Guaitoli). incazzi, guarda è la cosa migliore, mi ha reso più orgogliosa». E Alberto riferendosi ai 13 milioni di euro rientrati dalla Svizzera: «ma il problema è, tu lo vedi, di sto cretino qua, che questi soldi che sicuramente ha rubato... perché ha rubato... no, non sono due milioni di euro, se fossero stati due milioni di euro nessuno diceva niente... ma sto qua è un pazzo, un folle...». A Giovanni Berneschi per il momento la Procura ha sequestrato 25 milioni di euro. Ma la caccia al tesoretto non è finita. E proprio questo ha messo nei guai Francesca e il marito Alberto. In carcere hanno cercato di mettersi d accordo per «salvare» un po di soldi. La Amisano: «La MB di contanti in cassa ha un milione e 8... Facciamo quello che vogliamo fare. Non ce li tocca più nessuno quei soldi là. Perché tu almeno sei rimasto vergine». Berneschi junior: «Io dovrei essere rimasto vergine perché non c è nessuna comunicazione...». E conclude: «Guarda se non ci fossi tu qua dentro ci sarebbe quasi da ridere». Quando i pm hanno chiesto alla Amisano conto delle sue parole lei ha risposto che «è comprensibile e umano» aver tentato di evitare che i quasi due milioni venissero sequestrati ma che non era sua intenzione «sottrarli». Il gip le ha negato gli arresti domiciliari «per la tendenza dell indagata a manomettere le prove e per l assenza di qualsiasi remora morale ad operare in maniera illegale per mero profitto dimostrata nel corso delle indagini e reiterata perfino durante la carcerazione». In questa vicenda dove i soldi sono al centro di tutto Francesca Amisano non si è comportata diversamente dal «nonno» che ha tentato dagli arresti domiciliari di mettere soldi al sicuro e per questo è finito dritto in carcere. Oggi Berneschi sarà interrogato dai pm. Erika Dellacasa L emergenza La lettera d impegno inviata dal sottosegretario alla presidenza Delrio convince il Consiglio d Europa Otto euro al giorno ai detenuti in meno di tre metri Pronto il decreto del governo per risarcire i danni da affollamento E Strasburgo rinvia le sanzioni ROMA Con i provvedimenti già adottati e la promessa di nuovi interventi a cominciare da un decreto legge da varare nei prossimi giorni l Italia evita l annunciata condanna europea a risarcimenti milionari per i detenuti che hanno subito «trattamenti disumani e degradanti». Il governo ha superato Il Guardasigilli Andrea Orlando, 45 anni, ministro della Giustizia, avverte: «Resta ancora molto da fare per avere un sistema penitenziario all altezza» l esame davanti al comitato ministeriale del Consiglio d Europa e guadagna un altro anno di tempo per mettere a posto la situazione delle carceri sovraffollate, che sarà rivalutata entro il giugno Cioè fra un anno. Con comprensibile, seppure contenuta, soddisfazione del Guardasigilli Andrea Orlando: «È il riconoscimento del lavoro svolto, ma si tratta di un punto di partenza. C è ancora molto da fare. Aver risolto le urgenze non significa avere un sistema penitenziario all altezza della civiltà del nostro Paese». In effetti, più che risolto il problema è stato nuovamente spostato in avanti, grazie ai numeri che si è riusciti a ridurre e al decreto annunciato con la lettera d impegno inviata a Strasburgo dal sottosegretario di Palazzo Chigi Graziano Delrio: al primo Consiglio dei ministri utile se non oggi, com era inizialmente previsto, appena saranno definiti testo e coperture finanziarie sarà approvato un testo che introdurrà il «ricorso risarcitorio richiesto dalla Corte europea dei diritti dell uomo», per chi è stato ristretto al di sotto della soglia di spazio minima considerata non «disumana e degradante», cioè tre metri quadrati. Con la nuova norma chi ha L iniziativa Le cifre Oltre sedicimila persone hanno a disposizione tra i 3 e i 4 metri quadrati presentato ricorso alla corte di Strasburgo (oltre seimila persone) potrà ora farlo in Italia, ottenendo un «rimedio compensativo»: uno sconto di pena se è ancora detenuto (si pensa a un giorno in meno di carcere per ogni dieci trascorsi nelle condizioni sanzionate dai giudici europei), oppure soldi se è già uscito di prigione (l ipotesi è di 8 euro per ogni giorno trascorsi in spazi troppo ridotti). Una spesa considerevole per l erario, ma inferiore di almeno la metà di quanto bisognerebbe pagare se i risarcimenti fossero stabiliti a Strasburgo. Con notevole risparmio per le casse dello Stato. La moglie di Vallanzasca contro l ergastolo Anche la moglie di Renato Vallanzasca, Antonella D Agostino, parteciperà oggi a Padova alla Giornata nazionale di studi «Senza ergastoli», promossa da Ristretti Orizzonti, Centro di documentazione Due Palazzi, dalla Casa di Reclusione di Padova e dall Università di Padova nel carcere della città veneta. Antonella D Agostino, moglie dell ex capo della mala milanese, condannato a quattro ergastoli e 260 anni di Il calo dei detenuti Popolazione carceraria negli ultimi 5 anni le persone che stanno scontando la pena con affidamento ai servizi sociali ( nel 2009) o i detenuti in attesa di primo giudizio ( nel 2009) dic 30 giu 31 dic 30 giu 31 dic 30 giu 31 dic 30 giu 31 dic 21 mar 19 mag reclusione, è da tempo attiva nel volontariato nelle carceri italiane.«in Italia gli ergastolani condannati in via definitiva al 31 dicembre del 2013 erano spiegano i promotori del convegno. Circa la metà si trova nei circuiti differenziati, ad esempio il 41 bis. Questo significa che una buona parte di loro è esclusa dalle misure alternative» D ARCO L adozione di questo provvedimento è essenziale per ottenere il lasciapassare dell Unione a un sistema carcerario che nel messaggio alle Camere dell ottobre scorso il presidente della Repubblica definì «questione drammatica» da affrontare con urgenza, secondo «un imperativo giuridico e politico, e in pari tempo morale». In assenza dell amnistia e dell indulto suggeriti da Napolitano, il Parlamento ha varato altre leggi di minore portata che hanno consentito al governo di presentare a Strasburgo, lo scorso 27 maggio, una relazione nella quale è scritto, fra l altro, che «attualmente, nessun detenuto è allocato in una cella con spazio vitale inferiore a 3 metri quadrati». Alla riga successiva, però, emerge un dato preoccupante: « detenuti hanno uno spazio vitale compreso fra 3 e 4 metri quadrati», cioè appena al di sopra dell asticella fissata dalla Corte europea dei diritti umani. Secondo l ultimo aggiornamento, al 4 giugno quella cifra s è ridotta a , ma resta comunque alta. Quasi il 30 per cento dei detenuti italiani ha a disposizione un ambiente che più o meno corrisponde a un letto a due piazze, e se la popolazione carceraria dovesse tornare a crescere rischia di scendere al di sotto degli standard considerati accettabili; con tutto quel che ne conseguirebbe per loro e per lo Stato che si troverebbe di nuovo ad essere condannato. Ecco perché nella relazione che fotografa la realtà attuale, il ministero della Giustizia mette in evidenza altri dati. A parte il costante decremento del numero dei reclusi (dai del 30 giugno 2010 siamo arrivati ai del 19 maggio scorso, grazie soprattutto a alla «liberazione anticipata speciale» e all allargamento della possibilità di ottenere arresti domiciliari e affidamento ai servizi sociali per i condannati) vengono sottolineati gli effetti di altri interventi. Per esempio l esperimento delle celle aperte di giorno per chi non rientra nei circuiti dell Alta sicurezza o del «41 bis», grazie al quale oggi «i detenuti che usufruiscono di 8 ore di permanenza fuori dalle camere di detenzione sono , pari al 83,13 per cento del totale dei potenziali beneficiari (47.171). A essi vanno aggiunti gli 806 in semilibertà e i che lavorano all esterno del carcere». Come dire che laddove gli spazi sono ai limiti delle ristrettezze consentite, i detenuti hanno maggiore libertà di movimento, in modo da ridurre al minimo gli effetti negativi del sovraffollamento. Giovanni Bianconi Milano «Il professore pedofilo protetto dai colleghi» MILANO È un esercizio. Tema: l aggressività, il disagio. Compito: «Scrivete una lettera alla persona che più vi ha fatto arrabbiare». Dopo aver ritirato i fogli, un educatrice scorre le righe scritte da una ragazzina. Ha 13 anni. E dice: «Fai sempre il gentile però poi mi tocchi... Questa cosa mi fa arrabbiare perché sei vecchio... Voglio che tu la smetta e mi rispetti... Ti lascio nella tua merda di perversione». È la fine dello scorso marzo. La lettera viene portata alla preside, che allerta i dirigenti del settore scuola del Comune di Milano. Nel giro di poche ore gli investigatori dell Unità tutela donne e minori della Polizia locale aprono un inchiesta. Passano due mesi. Ieri mattina è lo stesso comandante, Tullio Mastrangelo, che bussa alla porta di un insegnante, 60 anni, docente di una scuola del centro della città. L uomo viene arrestato per violenza sessuale. Molestava le sue allieve: sono tre i casi accertati nell inchiesta guidata dal pubblico ministero Gianluca Prisco. Il professore approfittava dei momenti in cui le ragazzine (tredicenni) si avvicinavano alla cattedra per consegnare o ritirare dei compiti; succedeva anche In una scuola media Un docente arrestato, altri denunciati perché non avevano segnalato gli abusi quando andavano a prendere qualcosa dagli armadietti; o all uscita: lui accarezzava. Toccava. Di continuo. Tanto che molti sapevano: alcuni allievi, che cercavano però di proteggere le compagne, erano i soli a reagire. Perché in questa storia è il mondo degli adulti a mostrare il suo aspetto peggiore. L indifferenza di altri insegnanti, che erano al corrente e minimizzavano. Per quieto vivere, o chissà perché. La squadra di investigatori guidata dal commissario aggiunto Francesco Podini ha ascoltato parole miserabili pronunciate tra i telefoni intercettati: un professore parla con un suo collega e dice che «regolarmente, tutti gli anni, c è sempre almeno una ragazza che mi viene a dire... soprattutto quando cominciano le terze». E poi, ancora più esplicito, ricorda di un alunno «che ogni tanto salta fuori con delle cose tipo quel prof è un pedofilo, io dico perché, ci ha provato con te? No, ci prova con le ragazze». Per questo, oltre al professore arrestato, altri due (più l ex preside) sono stati indagati per omessa denuncia. Avevano il compito di vigilare, di proteggere quelle ragazze. E invece si giravano dall altra parte. L attuale preside invece ha raccontato ad alcune persone nella scuola che c era un inchiesta in corso. È stata anche lei denunciata: per rivelazione del segreto, un reato ancor peggiore. Gianni Santucci

20 italia: Venerdì 6 Giugno 2014 Corriere della Sera 20 Cronache I 14 anni dell Osservatorio Giovani-editori e il fondatore Ceccherini «I quotidiani in classe, così formiamo cittadini più critici e liberi» MILANO I numeri non mentono mai. Sono oltre due milioni gli studenti italiani delle scuole superiori (il 78% del totale) che leggono 17 quotidiani nelle aule. Grazie a 44 mila insegnanti che, in modo volontario, aiutano a guardare il mondo intorno a loro con spirito critico. Senza considerare che 317 mila alunni seguono anche corsi di educazione finanziaria e che questo percorso di lettura continua poi in 77 atenei del nostro Paese. Con buona pace di quanti sostengono che gli studenti non consultano più l informazione di qualità. Questi in sintesi sono i traguardi raggiunti, quest anno, dai progetti «Quotidiano in classe» e «Giornale in ateneo» promossi dell Osservatorio permanente Giovani-editori, presieduto da Andrea Ceccherini. «La sfida che a tutti noi stava e sta a cuore spiega Ceccherini, ideatore dell iniziativa 14 anni fa a Firenze è contribuire a fare dei giovani di oggi i lettori critici di domani, per renderli così cittadini più liberi». Lo scopo è mettere al primo posto i giovani e il loro futuro. «Vogliamo accendere la curiosità dei ragazzi sui fatti che accadono nel mondo dice il presidente alimentare la loro sete di sapere, insegnando l importanza di non restare in superficie rispetto agli avvenimenti intorno a loro e di andare in profondità. Nella vita solo chi andrà più a fondo rispetto ai fatti, sarà destinato ad andare più lontano». Per ottenere questi risultati la risorsa chiave del progetto sono gli insegnanti. «Dimostrano da anni continua di voler essere non solo formatori di studenti ma anche educatori di cittadini perché questo progetto è anche educazione civile». Far vedere le notizie da più angolazioni e discuterne senza preconcetti è l obiettivo finale. «Vogliamo insegnare ai ragazzi ad affidarsi al proprio spirito critico che assicura libertà e indipendenza analizza e così essere padroni di sé stessi e del proprio futuro che non può più essere limitato a uno sguardo al nostro Paese». L iniziativa, in questi anni, non è passata inosservata e ha ricevuto tanti apprezzamenti fra cui quelli degli ultimi due presidenti della La vicenda L organizzazione L Osservatorio permanente Giovani-editori è nato nel giugno del 2000 a Firenze Il fondatore È stato fondato da Andrea Ceccherini (in alto), 40 anni, che ne è anche il presidente. Da 14 anni l Osservatorio organizza «Il quotidiano in classe» a cui partecipano oltre 2 milioni di studenti (il 78% del totale) e 44 mila docenti Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. In più, ha raccolto oltre al sostegno degli editori anche quello di 28 fondazioni di origine bancaria e colossi come Unicredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi di Siena. L Osservatorio ha incuriosito anche Google tanto da invogliare il suo presidente mondiale, Eric Schmidt, a raccogliere la sfida italiana. «È la fase 2.0 del nostro progetto continua Ceccherini perché quando un ragazzo, va su Google si trova in un mare magnum d informazioni e non conosce porti sicuri dove poter gettare l ancora. Allora il nostro compito sta tutto nel tentare di dargli qualche punto di riferimento in più, affinché quel mare tempestoso della Rete non lo travolga e non lo faccia naufragare, insegnandogli a distinguere le fonti più credibili e autorevoli di altre: quelle garantite dai marchi del giornalismo di qualità dal resto della comunicazione disponibile su Internet». Alessio Ribaudo AlessioRib La storia L imprenditore: «Voglio ricreare l atmosfera di Milano. Un omaggio all Italia e alla sua cultura» L uomo che imita nel deserto la Galleria Vittorio Emanuele In Qatar 45 mila tonnellate di marmo di Carrara A qualcuno il dubbio verrà: «Milano o deserto del Qatar?». Qui e là: Galleria Vittorio Emanuele, 150 anni dopo, a Doha, Golfo Persico. Fatta e finita in due anni, coincidenza vuole come l originale ( ), per volere, sogno e business di Muhammed Al Emadi, cinquantenne imprenditore del Qatar che ne farà una piazza tra il Foro e l Agorà, Al Hazm, l Altipiano: shopping, benessere, cultura, cibo. Dai ristoranti all asilo, dalle palestre alle librerie alle boutique. Per ora però è «solo» un opera da Guinness. Quarantacinque mila tonnellate di marmo Il progetto Muhammed Al Emadi, 50 anni, sta realizzando il progetto in Qatar (a destra): boutique, ristoranti e giardini bianco di Carrara, per esempio: fra i più grandi ordini mai registrati nella storia. Un impresa che sa di favola romantica più che folle da Mille e una Notte. «Ero seduto da Biffi a cenare, come sempre quando sono a Milano racconta Al Emadi che non vuole essere chiamato né emiro, perché in Qatar ce n è solo uno ed è a capo del Paese, né sceicco perché non lo è, e sono rimasto colpito dalla bellezza architettonica di Galleria Vittorio Emanuele II. Ho deciso allora di portare quell atmosfera da noi». Ma perché in un Paese moderno, la riproduzione di Comunicato sindacale semplice venditore di tappetti, niente petrolio». E il racconto sul personaggio è sorprendente: una moglie, otto figli, ha cominciato ad amare l Italia prima per il cibo e poi la cultura e la moda. A Milano da una decina di anni alloggia sempre al Seven Stars, un hotel lussuosissimo ma defilato in Galleria Vittorio Emanuele, appunto. «Conosce veramente metro per metro e volti di quel crocevia continua Donata Sartorio a conferma delle parole dell imprenditore. I ristoratori quando lo vedono sanno che devono preparagli il suo filetto al pepe verun opera di 150 anni fa? «Al Hazm è la tradizione proiettata nel futuro. E benché nel tempo le cose invecchino questo progetto è stato pensato, come tutta la visione del Qatar, perché nel tempo si rinnovi costantemente». «Un avventura rinascimentale, grandiosa: ecco cosa racconta Donata Sartorio, giornalista di moda, e che si occuperà di selezionare il made in Italy per gli spazi. Che è nata sinceramente dal grande amore per la cultura italiana di questo imprenditore che si è fatto da solo, costruendo e investendo: suo padre era solo un Care lettrici e cari lettori, ieri la rivista specializzata Wired ha pubblicato un articolo, che suscita sconcerto e indignazione, in cui si sostiene che la nostra azienda avrebbe gonfiato i contatti di Corriere.it. Nel servizio online viene addirittura mostrato un video che documenterebbe l acquisizione fraudolenta di contatti. Oltre alla ricostruzione giornalistica preoccupano soprattutto le dichiarazioni attribuite a Rcs Mediagroup. In particolare la nostra azienda ha dichiarato che «quanto accaduto è una pratica molto poco pertinente ed estranea alla nostra cultura». Nel merito, però, il non meglio precisato interlocutore di Rcs ha aggiunto che «non c è stato nulla di fraudolento da parte nostra. Abbiamo comprato traffico in modo trasparente per far conoscere il prodotto. Il fornitore Tradedoubler ha deciso a nostra insaputa di accelerare l erogazione nei giorni di Pasqua. Quando ci siamo resi conto che non si trattava di quel che avevamo concordato abbiamo interrotto la fornitura». Rcs aggiunge inoltre che «la quantità di impression (cioè di volumi aggiuntivi di traffico generati da pubblicità su altri siti ndr) è stata comunque minima, inferiore al 3 per cento del totale. Numerosi altri editori», si precisa infine, «si affidano a questi strumenti». L amministratore delegato di Rcs Mediagroup, Pietro Scott Jovane, da parte sua ha precisato: «Trattandosi di un tema di marketing non ero a conoscenza dell accaduto». Il Cdr è pienamente consapevole delle dinamiche e delle logiche, spesso poco note ai non addetti ai lavori, che governano il traffico dati sui siti web di tutto il mondo. È noto che pratiche di cosiddetto «web marketing», cioè di promozione e acquisizione di volumi aggiuntivi di traffico, siano correnti anche in Italia. Ma un conto è intercettare contatti aggiuntivi ed effettivi, un conto è gonfiare fraudolentemente i volumi di traffico. Il Cdr chiede dunque all azienda un chiarimento formale individuando eventuali responsabilità e si riserva di assumere ulteriori iniziative di protesta. Al di là delle spiegazioni tecniche, c è un punto che è assolutamente vitale: il buon nome, la reputazione, il lavoro, lo spirito di sacrificio dei giornalisti del Corriere della Sera non possono essere assolutamente associati o anche solo sfiorati dal sospetto di frode. Né il Corriere può diventare, come purtroppo sta avvenendo in queste ore, il bersaglio del de». La sua passione per il marmo, è maniacale: ogni volta che passa vicino a un edificio «bussa» per capire di che materiale è fatto. Ecco spiegato l ordine record; fra l altro, per questo, la segreteria del premier Matteo Renzi ha chiesto di incontrarlo e Muhammed Al Emadi ha accettato l invito. Non l unica cifra stellare, comunque: tonnellate di onice e giallo di Siena e 45 mila di travertino. E (ovviamente) quaranta milioni di euro, parte di un investimento complessivo che si aggira sui 500 milioni. Ufficialmente in novembre apriranno ristoranti, giardino, asilo e Spa mentre le boutique e la libreria da 800 metri quadrati saranno inaugurate nel Ci sarà un impianto di aria condizionata in esterno «rivoluzionario»: manterrà la temperatura a 30 gradi quando stagionalmente arriverà a 50. «L ambizione è quella di una piazza dove oriente e occidente si incontrino senza pregiudizi e limiti. E dove sia raccontata con grande semplicità la storia di una tradizione continua Donata Sartorio : per quell uomo la discriminante non è che un oggetto costi molto, ma che sia ben fatto». E lui, ancora: «Al Hazm rappresenta un valore aggiunto per il paese e in quest ottica, credo che Mecenate può essere il termine giusto per descrivere lo spirito col quale contribuisco a questa filosofia di sviluppo». Paola Pollo web e dei Social Network. Se i vertici aziendali non avvertono l importanza di questo principio non hanno capito fino in fondo dove si trovano. Del resto stupiscono i continui errori di comunicazione dell amministratore delegato Pietro Scott Jovane. In una recente intervista ha sostenuto, sempre per restare in tema di online e dintorni, che Repubblica.it sarebbe il «benchmark», cioè il modello di riferimento del Corriere. Come può l amministratore delegato di una delle più grandi aziende editoriali europee coltivare questa sudditanza culturale nei confronti del proprio diretto concorrente? Il Comitato di redazione

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

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