Il Pinot nero. di Diego Tomasi, di Emanuele Tosi, di Paolo Bolla, Ricercatore presso il CRA-VIT Centro di Ricerca per la Viticoltura (Conegliano)
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- Ottaviana Daniela Campana
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2 Il Pinot nero di Diego Tomasi, Ricercatore presso il CRA-VIT Centro di Ricerca per la Viticoltura (Conegliano) di Emanuele Tosi, Responsabile Tecnico Centro di Sperimentazione per la Vitivinicoltura della Provincia di Verona di Paolo Bolla, Agronomo-Collaboratore Consorzio Tutela Vino Lessini Durello DOC
3 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. Sinonimi Borgogna nero, Borgogna rosso, Pinot noir, Pinot fin, Franc noirien, Plant Dorè, Morillon noir, Auvernat noir (in Francia), Blauburgunder, Spatburgunder (in Austria, Germania), Schurzir Riesling (in Svizzera). Origine (cenni storici) Grappolo di Pinot nero. Vitigno originario della Francia. In letteratura si parla della Borgogna come sua probabile culla di origine. Il primo autore che cita il nome di Pynos è il poeta Eustache Deschamps nella sua ballade de la verdure des vines (fine XIV sec), come pure nella stessa epoca (1394) troviamo il nome di Pinoz, plurale di Pinot, in uno scritto di Lacurne de Sainte-Palaye, ma il Columella parla di una varietà fine della Borgogna con le caratteristiche del Pinot, già a partire dal I sec. della nostra era. È il capostipite della famiglia dei Pinots dal quale, per mutazione, hanno preso origine il Pinot bianco, il grigio, il Meunier e molti altri biotipi diversificatisi principalmente per il colore della bacca, la morfologia della foglia e la fenologia. Si riconoscono principalmente due biotipi di Pinot nero: quello fine, dal quale si sono ottenuti molti cloni per vini rossi e quello più produttivo, dal di maggiori dimensioni, diffuso soprattutto in Champagne, in Germania e in Svizzera. Oggi viene coltivato principalmente nelle zone di antica tradizione viticola della Borgogna e dello Champagne, ma è comunque presente in tutte le regioni viticole del mondo ad eccezione delle più calde. 334 Le prime foglie.
4 Il Pinot nero unità di misura: cm Caratteri ampelografici (morfologici) Apice del germoglio mediamente espanso, cotonoso, biancastro con orlo leggermente violaceo. Foglia media, cordiforme, trilobata. Seno peziolare a U, seni laterali superiori a U - V poco profondi, seni laterali inferiori assenti o appena accennati. Lembo bolloso, spesso, leggermente a coppa, con lobi leggermente a gronda. Pagina inferiore aracnoidea. Grappolo: piccolo, cilindrico, spesso alato (1 ala), compatto, peso g ma con grande variabilità tra cloni. Acino: medio-piccolo, rotondo o leggermente ovale. Buccia pruinosa, di colore nero-violacea; polpa succosa, dolce di sapore semplice. Caratteri vegetativi: media vigoria e portamento poco eretto tendente a ricadere (procombente); alcune selezioni (es clone A 583) hanno un portamento più eretto e appartenenti al tipo Pinot droit. L estrema variabilità presente nel Pinot nero, si evidenzia soprattutto dalla differente conformazione e dimensione del a cui fanno riscontro anche diversi caratteri compositivi della buccia e della polpa. 335
5 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. Fenologia Germogliamento : medio-precoce Fioritura: medio-precoce Invaiatura: leggermente precoce Maturazione: precoce, ma in alcuni ambienti matura dopo alcune varietà bianche Esigenze ambientali e colturali Allevamento a Guyot modificato con sesto di impianto 2.7 x 0.9, si noti lo sviluppo omogeneo dei germogli e l uniformità di maturazione. Queste condizioni sono spesso ottenute con interventi di sfoltimento della vegetazione (sfogliatura) e riduzione in verde del numero dei germogli. È particolarmente adatto agli ambienti temperato-caldi e teme le temperature troppo elevate in fase di maturazione in quanto accelerano eccessivamente la sua maturazione creando inoltre problemi di scottature e rapidi appassimenti ai grappoli. Predilige terreni collinari, freschi, di media/bassa fertilità, non calcarei perchè sensibile alla clorosi ferrica. Consigliate le forme di allevamento mediamente espanse a sviluppo controllato tipo Guyot e cordone speronato con potatura corta e basse produzioni per ceppo. In primavere piovose può avere problemi di colatura. Il Pinot nero ha un buon potenziale di accumulo zuccherino, ma a volte la carica antocianica non è soddisfacente anche se il colore è solitamente stabile nel tempo, anche per questo motivo, ambienti e tecniche di conduzione, devono essere attentamente valutate. Produttività: discreta, costante e direttamente legata alle dimensioni del. Il germoglio porta mediamente uno o due grappoli (fertilità potenziale). Anche le gemme basali sono fertili. Sensibilità alle malattie ed avversità 336 È una varietà delicata, molto sensibile alla botrytis, marciume acido, escoriosi e cicaline; sensibile all Oidio, meno alla peronospora. Molto sensibile alla flavescenza dorata. Nei riguardi della Botrite sono molto utili interventi di sfogliatura e di corretta gestione della parete vegetativa; altrettanto importanti sono i trattamenti antibotritici di post fioritura e di prechiusura. Dove la tecnica si è fatta più fine, al momento dell invaiatura, si interviene con l asportazione di metà allo scopo di migliorare la qualità e la sanità della parte rimanente. Sopporta bene le gelate primaverili e il vento, ma è discretamente sensibile alla siccità.
6 Il Pinot nero. Caratteristiche del vino Viene utilizzato esclusivamente per la vinificazione, sia in purezza che come uvaggio con altre uve rosse per ottenere dei vini tranquilli oppure vinificato in bianco come base spumante. Dà un vino di colore rosso rubino chiaro, con tipico profumo di frutta e di fiori, abbastanza alcolico, amarognolo, armonico dopo moderato. Quando il vino proviene da uve maturate in annate o ambienti favorevoli, unisce a una buona potenza, un alta finezza, intensità e complessità aromatica. Entra in numerose DOC delle regioni dell Italia settentrionale. Cloni disponibili È sicuramente la varietà che presenta in assoluto il maggior numero di selezioni clonali, ciò è legato alla estrema variabilità genetica del vitigno. In Francia il programma di selezione clonale è iniziato parecchio tempo fa, portando all omologazione di 50 cloni dei quali però solo una quindicina sono comunemente moltiplicati e utilizzati in modo significativo. In Italia si sono dedicati a questo vitigno diverse Istituzioni tra le quali: Vivai Cooperativi di Rauscedo, Centro Sperimentazione Agraria e Forestale di Laimbug, Istituto S. Michele all Adige, Università Milano-Istituto Patologia Vegetale; Università Milano-Istituto Coltivazioni Arboree, Centro Vitivinicolo di Brescia, Istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano. Clone Produttività Potenziale qualitativo Utilizzazione (destinazione) Sensibilità alla botrite Note R 4 Novello, Medio-lungo Spumante vigoria, semicompatto LB 4 Ridotta Medio Medio-lungo Bassa vigoria, acino piccolo LB 9 Medio Novello Breve Sensibile Bassa vigoria, chiuso 5V-17 Medio Breve-medio Spumante Sensibile Medio-alta vigoria, chiuso SMA 185 Ridotta Medio Breve Spumante bassa Alta vigoria, medio, cilindrico, acino con buccia spessa SMA 191 Alta Medio invecciamento Spumante Sensibile Alta vigoria, grande, alato, acino con buccia sottile SMA 201 Alta Medio- lungo Spumannte Medio-alta vigoria, piccolo, alato, chiuso, acino con buccia medio spessa VCR 18 Medio Novello Medio-lungo Spumante Alta vigoria, piccolo, chiuso, buona struttura e dotazione in colore del vino MIRA Ridotta Medio-lungo Spumante Bassa vigoria, precoce, medio MIRA MI-MIRA MIRA Ridotta Ridotta Ridotta Medio Medio Breve Spumante Medio-lungo Medio-lungo Bassa vigoria, chiuso Grappolo piccolo, precoce, adatto per vini strutturati Buon contenuto in antociani 337
7 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. Clone Produttività Potenziale qualitativo Utilizzazione (destinazione) VCR 20 Medio ISV 15 VCR 9 INRA 113 Elevata Medio Medio Medio INRA 114 INRA 115 A 667 Medio A 777 Ridotta Breve-medio Spumante Breve Breve Medio-lungo Medio-lungo Medio lungo Medio lungo Sensibilità alla botrite bassa Bassa Resistente Note Grappolo medio-piccolo, semicompatto, adatto per vini tranquilli, fini Grappolo medio, alto contenuto in zuccheri, buona acidità, adatto per basi spumante Grappolo medio, buon contenuto zuccherino, per vini tranquilli e spumanti vigoria, per vini armonici, tannini poco marcati vigoria, piccolo, alto contenuto in zuccheri vigoria, alto contenuto in zuccheri, per vini strutturati e complessi Grappolo medio, semicompatto, buon contenuto in zuccheri, per vini fini, aromatici e strutturati Grappolo piccolo, per vini strutturati, complessi anche da taglio Altri cloni disponibili e utilizzati in Francia sono: Entav 165 / 521 / 743 / 828 / 943 / 389 / 375 / 386 / 459 / 666 / 780 / 779 / 792 / 870 / 872 a dimostrazione della grande variabilità intravarietale. I risultati della ricerca sperimentale 338 La dinamica realtà produttiva della DOC Lessini Durello, sta vivendo in questi ultimi anni una attenta evoluzione delle tecniche di campagna e di cantina con l unico obiettivo di migliorare ancor più il prodotto offerto e di valorizzare un suggestivo territorio collinare. Nell ambito della sperimentazione viticola condotta nella provincia di Verona, nell annata agraria 1999/2000, sono stati realizzati tre impianti sperimentali con il preciso scopo di valutare l adattamento e la risposta qualitativa della varietà Pinot nero e di alcuni suoi cloni all ambiente collinare veronese. Duplice è stato lo scopo che ha stimolato questa attività: da un lato verificare la possibilità di coltivare questa vitigno nelle zone di alta collina (quota media ca 500 m s.l.m.) e dall altro controllarne attentamente il risultato qualitativo in campo e in cantina. Si ricorda che il Pinot nero è presente nel disciplinare di produzione della DOC Monti Lessini Durello spumante, tranquillo, bianco, rosso, spumante metodo classico (le percentuali di Pinot nero variano a seconda dei casi dal 15 al 50%). Come risaputo infatti il Pinot nero, se opprtunamente prodotto, è in grado di combinarsi perfettamente con altri vitigni (il Durello o lo Chardonnay nel nostro caso), conferendo armonia, equilibrio, freschezza e tenuta nel tempo. Non va però sottovalutata la possibilità di ottenere un vino corposo e di struttura adatto anche ad un leggero.
8 Il Pinot nero. Il Pinot nero può costituire un interessante opportunità per le zone marginali di alta quota, dove altre colture stentano a dare soddisfazioni produttive. La tabella riporta la localizzazione degli impianti e i cloni a confronto. Vigneto n. Azienda Comune Località Altitudine (m s.l.m.) 1 Olivieri Paolo Roncà Motti Cisamolo Luigi S. G. Ilarione Bacchi Andriolo Renato S. G. Ilarione Potacci Cloni A R4 - CV 17 I vigneti n. 2 e 3 ricadono in un contesto ambientale di alta collina, mentre il n. 1 di medio-bassa collina. Il sesto di impianto è di m tra le file e di 0.9 m tra le viti (pari a ceppi ettaro), la forma di allevamento adottata è il Guyot e il portinnesto il 41B. La scelta clonale è ricaduta su un gruppo di selezioni già testate da colleghi piemontesi in un progetto di valutazione comparata fra cloni. Più oltre si riportano i risultati di alcuni anni di indagine effettuati sulle uve provenienti dai vigneti sperimentali e di alcune vinificazioni effettuate presso il Centro di Sperimentazione per la Vitivinicoltura della Provincia di Verona (responsabile Emanuele Tosi). Si fa presente che essendo costante nei diversi impianti la distanza tra i ceppi, la forma di allevamento e la carica di gemme per pianta, il risultato produttivo (kg di uva per ceppo), è perfettamente confrontabile nelle tre diverse realtà produttive. 339
9 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. I risultati produttivi La tab. 1 riporta i risultati produttivi rilevati nei diversi impianti distinti per clone, località ed annata. Tab. 1 - Dettaglio dei risultati produttivi rilevati nel corso delle diverse annate di indagine CLONE CISAMOLO OLIVIERI ANDRIOLO CISAMOLO ANDRIOLO CISAMOLO medio Kg/ ceppo Kg/ ceppo Kg/ ceppo Kg/ ceppo R , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,93 5V , , , , , , , ,73 MEDIA , , , , CLONE ANDRIOLO CISAMOLO ANDRIOLO CISAMOLO OLIVIERI Kg/ ceppo Kg/ ceppo Kg/ ceppo Kg/ ceppo Kg/ ceppo R , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,66 5V , , , , , , , , , ,24 MEDIA 168 5, , , , , Per una più immediata comprensione dei risultati, nella tab. 2 si riportano le medie pluriennali dei pesi del e delle produzioni per ceppo; per una corretta comparazione si sono mediate le stesse annate per i dati delle Aziende Andriolo e Cisamolo (quadriennio 2003/2007), mentre per l Azienda Olivieri si è mediato il biennio 2002/2007 (i grafici danno ancor più una immediata interpretazione dei risultati medi).
10 Il Pinot nero. Tab. 2 - Medie pluriennali dei pesi delle diverse selezioni clonali e della produzione per ceppo. CLONE PESO GRAPPOLO Az. ANDRIOLO media 2003 / 2007 Az. CISAMOLO media 2003 / 2007 Az. OLIVIERI media R V CLONE PRODUZIONE PER CEPPO (Kg) Az. ANDRIOLO media 2003 / 2007 Az. CISAMOLO media 2003 / 2007 OLIVIERI 2007 R4 3,24 3,08 2, ,17 2,08 3, ,66 2,88 3, ,41 2,69 4, ,71 2,98 5, ,69 2,54 4, ,38 3,29 4,66 5V17 3,07 3,06 5, ,77 2,74 4,24 3,6 2,8 4,3 Le medie generali ci guidano verso una immediata comprensonione dell effetto ambiente con grappoli di maggior peso e produzioni superiori nel vigneto posto alla quota inferiore, più contenuti invece i pesi dei due vigneti in quota. Nell Az. Andriolo la variabilità tra cloni è abbastanza ampia variando dai 100 g dei cloni A 521 e 5V17 ai g degli altri cloni, mentre presso l Az. Cisamolo L. le differenze sono più contenute (trattandosi di annate diverse non è possibile un paragone con l Az. Olivieri). Il confronto tra i pesi del rilevati nelle due Aziende in quota (Cisamolo e Andriolo), ci porta a constatare una buona stabilità di comportamento nei diversi cloni, con forte evidenza per le due selezioni A521 e 5V17 che nei due ambienti hanno fatto registrare pressochè lo stesso peso. Per quanto concerne le rese per ceppo, queste sono state inferiori presso l Az. Cisamolo, e ciò in linea con il peso dei grappoli e con l ambiente meno vigoroso. Il confronto fra le rese unitarie delle diverse selezioni clonali ben conferma una buona stabilità di comportamento tra cloni con delle differenze che si sono mantenute co- 341
11 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. stanti nei due ambienti. A questo comportamento fa difetto il clone A292 che presso l Az. Andriolo ha prodotto in modo nettamente più alto rispetto all incremento rilevato per gli altri cloni. Una spiegazione può essere ricondotta alla fertilità delle gemme che, assieme al peso del, concorre a determinare la resa. La verifica del numero di grappoli per germoglio (fertilità potenziale) ha portato a confermare che presso l Az. Andriolo sono stati contati mediamente 2.1 grappoli per germoglio contro invece 1.6 grappoli presenti nell Az. Cisamolo (dati medi 2003/2007). Il clone 5V17 non ha fatto segnare differenze tra i due siti (ciò significa stesso peso del e stesso numero di grappoli per ceppo), mentre il 386 ha modulato un maggior peso con una fertilità più bassa per portarsi sugli stessi livelli nelle due Aziende, infine il 521 pur mantenendo lo stesso peso ha incrementato la fertilità delle gemme nelle cndizioni di coltura proprie dell Az. Andriolo. Nell insieme possiamo quindi confermare un effetto ambiente che però ha mantenuto costanti le differenze genetiche tra i cloni. Solo nel caso dell A 292 e dell A 386 l effetto località ha avuto con maggior peso, esaltando o riducendo il potenziale produttivo. All opposto abbiamo invece evidenziato il clone 5V17 praticamente indifferente al sito di coltivazione. Per quanto riguarda l Az. Olivieri le diverse annate di indagine non permettono un confronto diretto con gli altri due impianti, va comunque sottolineata una attendibile prevedibilità di comportamento, alla quale si sottrae come già visto per le altre località, il clone A292. Controlli in campo. La qualità dei mosti 342 La tab. 3 riporta comparativamente quanto rilevato nel 2004 presso le Aziende Olivieri e Cisamolo. Dalla stessa è immediato rilevare ancora una volta (vedi commento ai parametri quantitativi), il netto effetto località che si evidenzia con maggiori valori zuccherini presenti nelle uve prodotte in media bassa-collina rispetto invece al vigneto più in quota, dove a minori zuccheri è corrisposto un quadro acido leggermente più sostenuto. Una differenziazione abbastanza netta che ci conduce verso due prodotti ben definiti che le successive analisi dovranno confermare. Le minori temperature presenti in quota hanno quindi sostenuto maggiormente la frazione acida cui fa riscontro una maggior propensione per una base spumante, mentre le condizioni ambientali relative al vigneto di Olivieri ci conducono verso una attitudine da vino tranquillo più strutturato. Va comunque da subito sottolineata la buona risposta qualitativa media delle uve prodotte in alta collina, a conferma della buona possibilittà di adattamento del Pinot nero a queste condizioni pedoclimatiche.
12 Il Pinot nero. Riguardo alla risposta clonale, pur nei limiti del primo anno di rilievi, si fa notare il clone 5V17 per l alto contenuto in zuccheri e la buona tenuta acida in entrambi gli ambienti pur, nel caso dell Az. Olivieri, con un peso del sopra la media. Il clone A 375 invece ha fatto segnare un basso grado zuccherino, ma una ottima tenuta acida, con un peso nella media. Il clone R4 dall analisi di queste prime osservazioni, ha reagito meglio in alta collina dove si è portato su buoni valori zuccherini, rispetto invece al confronto di media bassa collina dove si è mantenuto su valori medi di acidità e di zuccheri. Un po in difficoltà di accumulo in alta collina invece l A 521 e il 236. Alla quota più bassa ottimi i livelli brix dei due cloni A 667 e 386, con pesi dei grappoli nella media o sotto media e buone acidità. Tab. 3 - Valori compositivi del mosto rilevati alla vendemmia 2004 nel vigneto di alta collina (Az. Cisamolo) e di media collina (Az. Olivieri). Zuccheri (Brix) ph Acidità (g/l) Clone Cisamolo Olivieri Cisamolo Olivieri Cisamolo Olivieri R4 18,4 18,1 3,19 3,23 9,7 8,7 5V17 19,4 19,6 3,09 3,23 10,2 9, ,5 19,2 3,10 3,25 10,0 9, ,5 18,8 3,10 3,23 11,8 11, ,7 19,0 3,06 3,19 9,6 9, ,9 19,2 3,20 3,21 10,3 10, ,2 16,7 3,00 3,21 11,9 9, ,9 19,9 3,11 3,23 11,5 10, ,5 19,6 3,17 3,24 10,3 9,8 17,8 18,9 3,1 3,2 10,6 9,8 Dalla tab 4 si può rilevare il comportamento ambientale e clonale per l annata Le date di vendemmia ci guidano verso una miglior interpretazione; la prima raccolta è stata effettuata logicamente alla minor quota (Az. Olivieri 13/8) considerando soprattutto il calo acido in atto. La ricchezza in zuccheri è quindi contenuta, ma l acidità e il ph ancora su buoni livelli. Molto interessanti risultano anche i dati ottenuti dai due vigneti di alta collina; presso l Az. Cisamolo (data di vendemmia 4 settembre) le uve sono risultate completamente mature, accompagnate da gradazioni zuccherine molto interessanti a conferma del completo adattamento del Pinot nero alla zona, come del resto già intravvisto al primo anno di rilievi. I contenuti acidi sono sostenuti e per questo ci indirizziamo verso una maggior attitudine per base spumante. Una situazione intermedia alle due precedenti è stata riscontrata nel vigneto dell Az. Andriolo, dove ancora una volta la data di vendemmia (28/8) ha previlegiato il contenuto acido. È comunque da sottolineare che a parità di acidità, la quota più alta (Az. Cisamolo) ha dimostrato un ottimo metabolismo complessivo che ha portato i grappoli ad una piena maturazione, pur considerando la settimana di anticipo della raccolta. 343
13 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. Cloni Olivieri (13/8) Tab. 4 - Valori compositivi del mosto nei tre vigneti sperimentali nell annata 2005 (tra parentesi le date di vendemmia). Zuccheri (Brix) Acidi (g/l) ph Cisamolo (4/9) Andriolo (28/8) Olivieri Cisamolo Andriolo Olivieri Cisamolo Andriolo ,2 19,0 18,1 7,4 10,4 11,2 3,05 2,98 3, ,6 20,4 18,4 7,7 10,2 11,6 3,01 3,01 3, ,2 18,6 16,3 7,1 10,3 9,6 3,14 3,01 3, ,3 17,8 17,5 6,5 11,2 10,7 3,14 2,90 3, ,0 18,7 16,6 7,1 10,2 11,6 3,12 2,97 3, ,6 19,7 19,9 6,6 10,4 10,1 3,21 2,96 3, ,9 19,2 16,2 9,3 12,1 12,1 3,16 2,91 3,01 5V17 16,2 19,4 18,7 6,9 11,6 11,3 3,14 2,92 3,05 R4 16,3 19,3 19,3 6,5 10,9 9,8 3,23 2,94 3,13 16,0 19,1 17,9 7,2 10,8 10,9 3,13 2,96 3,08 Impianto sperimentale presso l Az. Andriolo. Suolo rosso vulcanico di antica origine e condizioni climatiche caratterizzate da basse temperature notturne, hanno favorito una completa maturazione dei grappoli con ottimi risultati qualitativi. Per quanto riguarda il confronto clonale il 5V17 si dimostra nuovamente interessante in tutti gli ambienti anche se non ha mai raggiunto i valori massimi di Brix. L R4 si conferma ottimo e stabile per l alta collina, pur con buoni risultati anche presso l Az. Olivieri. Il 375 ancora non fa segnare valori degni di nota. Il 236 contrariamente a quanto visto precedentemente (annata 2004), nel 2005 assieme al clone 292, fa segnare buoni livelli in tutti e tre gli ambienti (come visto per il 5V17), mentre il clone 521 non sembra aver raggiunto una piena maturazione. Il 386 si conferma decisamente più interessante per le medie quote, mentre il 667 ha sorpreso per la sua ottima risposta nei due vigneti in quota. Infine l 872 ha avuto un comportamento contrastante, ma con i livelli acidi in assoluto più alti in alta collina. Considerando i valori assoluti presso l Az. Olivieri il clone con la maggior ricchezza in zuccheri è stato il 236 con una forbice di
14 Il Pinot nero. Brix dal 521. Presso l Az. Cisamolo il miglior risultato zuccherino si è ottenuto con il clone 292 con un distacco di 2.6 Brix dal 386, infine nell Az. Andriolo il clone 667 con 2.6 Brix dal clone 872. A livello zuccherino non vi è quindi sempre una concordanza di risposta a conferma di un certo effetto ambientale che va attentamente interpretato. Sempre nell annata 2006 si è proceduto all analisi delle sostanze coloranti presenti nelle bucce dei diversi cloni; la tab. 5 ne riporta i risultati. Innanzitutto constatiamo che i valori sono complessivamente abbastanza contenuti, a conferma delle basse capacità di sintesi e di accumulo in sostanze coloranti del Pinot nero (per un metro di paragone si può ricordare che il Merlot può raggiungere e superare valori di mg/kg di antociani totali). Ad ogni modo emerge con interesse la maggior potenzialità nell intensità colorante del vigneto dell Az. Andriolo, posto in un area ventilata e dai bassi valori termici notturni (l impianto si trova infatti alla sommità del rilievo). Altre esperienze hanno confermato che la sintesi antocianica è favorita dalle basse temperature notturne e questi dati ne sono una conferma (ulteriori approfondimenti vorrebbero rilevare puntualmente i dati termici). Gli altri due impianti pur su quote altimetriche differenti hanno fatto registrare valori medi molto simili. Tab. 5 - Valori di antociani e di polifenoli totali riscontrati nelle bacche delle uve provenienti dai diversi cloni presenti nei tre vigneti sperimentali (annata 2006). Cloni Antociani (mg/kg) Polifenoli (mg/kg) Olivieri Cisamolo Andriolo Olivieri Cisamolo Andriolo V R A livello di singolo clone il 236 e il 292 hanno dato uve ben colorate in tutti e tre gli ambienti e questo in accordo con i valori in zuccheri già commentati. L R4, anche da questo punto di vista, si conferma un ottimo clone per l alta collina e altrettanto si potrebbe intravvedere per l 872. Comportamento costante e uniforme per il 667, mentre il 5V17 e il 386 hanno dato valori più interessanti nel vigneto dell Az. Andriolo, come detto più esposto alle basse temperature. Da approfondire quanto emerso per il 375 e il 521 con comportamento non differenziato tra alta e bassa collina. I valori dei polifenoli totali sono discretamente in linea con i commenti fatti per il contenuto in antociani. 345
15 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. La tab. 6 riporta i valori di antociani e flavonoidi (complesso di tutte le sostanze coloranti presenti nella buccia), rilevati nell annata 2005 presso l Az. Andriolo. Purtroppo per questa annata non è possibile un confronto tra ambienti, ma l analisi va limitata al confronto tra selezioni clonali. I cloni 236, R4, 5V17 e 667 si confermano interessanti con buoni livelli di antociani totali, il 386 e il 292 non hanno confermato i dati dell annata 2006, il 521 si è portato su buoni livelli, mentre infine i due cloni 375 e 872 hanno avuto un comportamento intermedio. Tab. 6 - Sostanze coloranti presenti nelle bacche delle uve prodotte nel 2005 presso l Az. Andriolo. Clone acino Antociani (mg/kg) Flavonoidi (mg/kg) 389 1, SV17 1, , , R4 1, , , , , I vini Venendo ora al risultato enologico, si riportano in sintesi i commenti e le osservazioni espresse dalla commissione di assaggio. I vini si riferiscono alle annate 2004 e 2005 ottenuti da una unica vinificazione per vigneto, nella quale erano presenti tutti i cloni nelle stesse medesime quantità. Annata 2004 (degustazione del luglio 2005) 346 Sono stati vinificati i vigneti Andriolo e Cisamolo. I degustatori così si sono espressi (fig. 1): Az. Cisamolo colore non molto intenso, ma vivo e brillante, buona intensità olfattiva nella quale prevalgono nettamente le note speziate e a seguire la frutta matura. Vino equilibrato, di buona acidità, con corpo ben evidente assieme ad una tannicità ancora in via di evoluzione. Retrogusto persistente. Az. Andriolo colore intenso molto attraente, intensità olfattiva molto complessa nella quale si evidenziano distintamente il floreale, i frutti di bosco e lievi note di marasca. In bocca acido, equilibrato ed elegante, di corpo snello, leggermente corto nel finale. Questo stesso vino è stato riassaggiato nell ottobre del 2006, confermando nuovamente i positivi caratteri riscontrati alla precedente degustazione del 2005.
16 Il Pinot nero. Fig. 1 - Giudizio espresso dalla commissione di assaggio sui vini Pinot nero dell annata Annata 2005 (degustazione dell ottobre 2006) In questo caso i vini a confronto comprendevano anche il vigneto dell Az. Olivieri di bassa-media collina, questi i giudizi espressi (fig. 2): Az. Cisamolo colore non molto intenso, ma sostenuto da una discreta brillantezza, buona intensità olfattiva nella quale sono evidenti le note floreali, di frutta matura con un finire leggermente vegetale. In bocca un po scarico di corpo e di struttura (contrariamente alle attese viste le buone gradazioni zuccherine delle uve), con una acidità poco evidente. Corto nel finale e nel retrogusto Az. Andriolo colore scarico, buona intensità olfattiva dove però non prevalgono le note floreali, ma si avvertono netti sentori speziati complessati da note dolci. Buona acidità, povero di corpo, buona tenuta nel finale. Az. Olivieri colore discretamente intenso e vivo. Al naso netti sentori di frutta dolce matura, ciliegia e leggero floreale. In bocca non equilibrato per una carenza acida, povero di corpo, lunga la persistenza al retrogusto. Le foglie. 347
17 Il Durello. Le terre, le vigne, gli uomini. Fig. 2 - Giudizio espresso dalla commissione di assaggio sui vini Pinot nero dell annata Conclusioni Innanzitutto le prove hanno confermato l ottimale adattamento del Pinot nero anche in situazioni termiche limitanti come quelle dell alta collina veronese. I risultati sono stati più che incoraggianti, portando l attenzione sulla possibilità di ottenere non solo vini per basi spumante, ma anche prodotti di maggior struttura e intensità colorante. La differenziazione tra ambienti è stata abbastanza netta, con vini più delicati in alta quota e più maturi in medio-bassa collina. Per quanto riguarda la risposta clonale i dati raccolti sembrano abbastanza coerenti e ci permettono queste considerazioni: selezioni 5V17 / A 236 e 292 hanno dimostrato una ottima adattabilità ai diversi ambienti fornendo risultati sempre molto interessanti anche per quanto riguarda la ricchezza in sostanze coloranti. In particolare il clone 5V17 è risultato sorprendentemente stabile, al contrario invece dell A 292 che esalta, da un punto di vista produttivo, l effetto sito; selezioni R4 / A 667 e 872 hanno fornito i migliori risultati nelle condizioni di alta collina dove l equilibrio zuccheri/acidi si è sempre mantenuto su ottimi livelli, con un comportamento leggermente discordante per l 872 che sembra mantenere sempre un livello acido più sostenuto e questo a tutto vantaggio per una netta destinazione base spumante; 348 il clone A 386 si è distinto alle medio-basse quote e per una fertilità delle gemme condizionata dal sito di coltura;
18 Il Pinot nero. le selezioni A 375 e 521 meritano un ulteriore approfondimento in quanto i loro risultati sono stati in alcuni casi sotto-media, ma questo può forse essere imputato ad un loro comportamento più tardivo in fase di maturazione. Il clone 521 ha inoltre dimostrato una perfetta stabilità nel peso del. Si vuole concludere questo capitolo, che ci ha portato a considerare ambienti di alta collina, spesso estremamente interessanti da un punto di vista paesaggistico, ricordando il forte potere suggestivo che il paesaggio trasmette alle produzioni locali. Quando il paesaggio è in grado di trasmettere segnali e sentimenti di naturalità, impegno e fatica produttiva, anche i suoi prodotti, e il vino in primis, saranno considerati ricchi di ruralità e artigianalità, due elementi fondamentali nella competizione con prodotti anonimi. La collina va quindi difesa e tutelata e i suoi vini meritano una piena valorizzazione legandoli alla bellezza del paesaggio e alle emozioni da esso trasmesse all osservatore prima e al futuro consumatore poi. Purtroppo il paesaggio mostra sempre più i segni della sua fragilità, per questo la sua tutela va da tutti sostenuta e premiata. 349
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Sangiovese Vitigno di origine toscana secondo tutti gli autori o comunque dell Appennino tosco-emiliano. Ha trovato ampia diffusione in tutta l Italia centrale distinguendosi in biotipi diversi. Più recente
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