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1 - info@patrimon.it Newsletter Patrimon Numero 4 - Marzo 2015 In questo numero: Polizze vita Unit Linked: Rinviare il pagamento delle imposte produce un grande vantaggio economico I Pilastri della Previdenza.. 6 Le Linee di Credito per le Imprese Newsletter Patrimon Marzo 2015

2 Incontro-Dibattito IL RAPPORTO AZIENDA - BANCA COME TROVARE FINANZIAMENTI E PAGARLI POCO E sempre più difficile trovare finanziamenti bancari a tassi accessibili? Certo, se non si adatta il proprio approccio alle nuove esigenze. Come impostare una buona strategia per superare gli ostacoli, ottenere le risorse necessarie e risparmiare sugli interessi. L incontro è dedicato soprattutto ad imprenditori, liberi professionisti e commercialisti. A MILANO Sabato 11 Aprile 2015 Hotel Mennini v. Napo Torriani 14 ore Relatori: Dott. Andrea Massone (Consulente creditizio) Dott. Marco Degiorgis (Patrimon- Consulenza Patrimoniale Consulenza Patrimoniale) L ingresso è GRATUITO ma i posti sono limitati. E necessaria l iscrizione al n oppure tramite a info@patrimon.it specificando la data dell incontro. AVVERTENZA Questo documento è stato redatto dai professionisti del network Patrimon per soli scopi informativi, e non costituisce in alcun modo una sollecitazione a comprare o vendere attività finanziarie, nè una sollecitazione al pubblico risparmio. Ogni notizia utilizzata per la preparazione di questo documento proviene da fonti ritenute affidabili, ma non si garantisce in alcun modo la loro esattezza. Le opinioni espresse riflettono il punto di vista personale dell autore al momento in cui viene scritto l articolo. L eventuale utilizzo delle informazioni e opinioni contenute nel documento come supporto alle scelte di investimento è a completo rischio di chi effettua tali scelte d investimento. I professionisti di Patrimon.it non possono essere ritenuti in alcun modo responsabili dell esito di tali operazioni. Questo documento non può essere riprodotto o distribuito in tutto, o in parte, senza la preventiva autorizzazione scritta di Patrimon.it. Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 2

3 Polizze vita Unit Linked: Rinviare il pagamento delle imposte produce un grande vantaggio economico Le polizze vita unit linked presentano tra i molteplici vantaggi quello di poter rinviare l imposizione fiscale al momento del riscatto. Analizziamo in questo articolo la fiscalità di questo strumento dopo l ultimo intervento legislativo di fine Autore: Fabrizio Badariotti Ufficio studi e consulenza assicurativa badariotti@patrimon.it Alla fine del 2014 la legge di stabilità è intervenuta per modificare la fiscalità delle polizze vita finanziarie. La totale esenzione prevista in caso di riscatto mortis causa è decaduta. Ciò significa che gli eredi dovranno pagare l imposta sul capital gain. Ci siamo chiesti se questo intervento faccia venire meno la convenienza fiscale nell uso di questo strumento. Per verificarlo ci siamo muniti con la mano destra dei codici di regolamentazione fiscale e con la sinistra di calcolatrice. In questo articolo presentiamo i risultati di un confronto fatto misurando le imposte pagate all interno di un deposito amministrato comparate con quelle pagate da una polizza assicurativa unit linked, entrambe riferite ad un identico portafoglio di investimento, gestito con le medesime strategie. I risultati sono stati sorprendenti. L obiettivo è quindi quello di rispondere a questa domanda: Data una tecnica di gestione in OICR (Fondi ed ETF) applicata con gli stessi strumenti e gli stessi tempi di intervento su deposito amministrato oppure all interno di una polizza assicurativa, quante imposte risparmio con la polizza? Queste imposte risparmiate possono giustificare l uso dello strumento assicurativo, che di solito presenta dei costi più alti, in alternativa all operatività tradizionale mediante il deposito amministrato? Le regole fiscali Prima di presentare i calcoli dobbiamo riepilogare quali sono le regole fiscali che intervengono in questo confronto. Coloro che hanno partecipato in passato ai nostri incontri sanno bene come la tassazione sui fondi e ETF movimentati in un deposito amministrato sia ben superiore al 26%. Questo avviene perché non è prevista la compensazione tra minusvalenze e plusvalenze realizzate su questi strumenti. Le posizioni in utile pagano imposta nel momento della vendita, mentre quelle in perdita generano minusvalenze appartenenti alla categoria dei redditi diversi e Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 3

4 potranno essere recuperate solo con attività di investimento su azioni, derivati e certificati. Sul deposito amministrato si arriva pertanto facilmente ad una tassazione finale di almeno il 36%, dieci punti in più rispetto allo sbandierato 26%. Per contro la peculiarità delle polizze vita unit linked finanziarie è quella di offrire una perfetta compensazione fiscale tra utili e perdite realizzati all interno della gestione assicurativa. Le tasse si pagano solo nel momento del riscatto totale o parziale in vita, oppure, con le nuove disposizioni legislative di fine 2014, le pagheranno gli eredi se la polizza termina per mortis causa dell assicurato. Il fatto di rinviare la fiscalità porta quindi ad un vantaggio che si cumula nel tempo permettendo di reinvestire nella gestione le tasse che invece verrebbero pagate in un deposito amministrato al momento del realizzo di ogni operazione in utile. Il modello di calcolo Il modello di calcolo che abbiamo prodotto con un foglio Excell (tabella 1) è stato effettuato con le seguenti ipotesi: 1- Tassazione media su OICR nel deposito amministrato 36% (a causa della mancata compensazione). 2- Durata della polizza finanziaria 20 anni. 3- Imposta di bollo per semplicità non considerata. Avrebbe comunque un trattamento uguale alle imposte sul capital gain. Anch essa nelle polizze non viene pagata annualmente ma al momento del riscatto. 4- Rendimento medio della gestione in OICR pari al 5% medio lordo. Stesso modello di gestione applicato simultaneamente su deposito amministrato e polizza unit linked. Nella sezione deposito amministrato ogni anno mediamente il rendimento del 5% viene decurtato dall imposta sul capital gain che lo abbatte subito ad un 3,2%. Il montante a fine anno nel deposito amministrato è quindi inferiore rispetto a quello presente in una polizza dove invece la tassazione non esercita i suoi effetti negativi. Nella polizza le imposte non pagate subito possono quindi essere reinvestite nella stessa gestione e generare a loro volta un rendimento del 5% lordo che si cumula nel tempo. Conclusioni Le conclusioni a cui arriva questo confronto sono abbastanza eclatanti. Dopo 20 anni sul deposito amministrato si arriva ad un capitale netto di Nella polizza si arriva invece ad un montante al netto delle tasse in caso di riscatto Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 4

5 (qualunque ne sia la causa) di , con un guadagno netto di oltre euro. Il rendimento netto della polizza arriva quindi più alto di oltre 34 punti % nel periodo considerato di 20 anni rispetto all equivalente modello di gestione realizzato in un deposito amministrato. L intervento legislativo di fine 2014 è vero che ha tolto l esenzione dal capital gain per gli eredi nel caso di riscatto mortis causa, ma per fortuna ha lasciato intatti tutti gli altri vantaggi: - Capitale fuori dall asse ereditario: esente da imposte di successione - Rinvio della fiscalità: dimostrato nei numeri in questo articolo - Impignorabilità / insequestrabilità: se la polizza è costruita in tempi e modi opportuni. - Diritto proprio del terzo beneficiario: anche in caso di rinuncia all eredità il beneficiario ottiene le somme assicurate. Quota di partecipazione: Euro IVA Iscrizioni entro il 26 marzo 2015 Sede e Contatti: SAA School of Management v. Ventimiglia, 115 Torino Tel anna.flecchia@unito.it Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 5

6 I Pilastri della Previdenza Un Analisi del sistema pensionistico italiano. Dal sistema pubblico obbligatorio ai Fondi pensione collettivi fino alla previdenza complementare volontaria. Vantaggi fiscali e benefici per il lavoratore e l impresa. Autore: Marco Degiorgis Pianificazione finanziaria, previdenziale e successoria degiorgis@patrimon.it La previdenza in Italia sembra un argomento tabù: tutti ci pensano, prima o poi andranno in pensione, ma nessuno ne vuole parlare ed affrontare il problema, a meno che non si sia in vista del traguardo. Per farlo, è necessario capire come funzionano alcuni meccanismi previdenziali, per evitare di trovare brutte sorprese, realizzare un analisi attenta e dettagliata e valutare le diverse alternative. Abbiamo fondamentalmente tre possibili fonti di reddito pensionistico: da parte del sistema pubblico obbligatorio (cd: primo pilastro), da parte dei fondi pensione collettivi (secondo pilastro) e dalla previdenza integrativa individuale volontaria (terzo pilastro). Per quanto riguarda il sistema pensionistico pubblico, gestito dall INPS, si sta passando da un sistema retributivo (fino al 1995 era solo retributivo), in cui non vi è stretta correlazione tra contributi versati e prestazione percepita, ad un sistema contributivo (riforma Dini), in cui invece si percepirà una pensione derivante dai versamenti effettuati negli anni. Il motivo per ridurre le pensioni erogate è semplice; ci sono meno lavoratori attivi e aumentano i pensionati. Inoltre è previsto un aumento dell età media, quindi le pensioni dovranno essere pagate per più anni. Quali soluzioni sono state adottate dai governi? Ridotte le pensioni (non tutte, lo sappiamo, ci sono ancora persone che godono di anacronistici privilegi e ricevono migliaia di euro ogni mese), aumentati i contributi da versare, aumentata l età minima per accedere alla pensione. E nei prossimi anni non potranno che inasprire queste misure. Nel passaggio da sistema retributivo a sistema contributivo, ci saranno molte persone che si troveranno a cavallo dei due, rientrando quindi in un sistema misto. Pochi potranno usufruire ancora pienamente del sistema retributivo: devono avere più di 18 anni di attività prima del E importante analizzare bene la situazione e capire quali opportunità siano più convenienti. In linea di massima, il sistema contributivo è maggiormente penalizzante, riducendo di fatto il reddito da pensione e quindi potrebbe non risultare conveniente il cosiddetto ricalcolo contributivo, ma non è detto. Ci sono casi in cui aderendo al misto si va in pensione più tardi, cosa di solito non gradita! Ci sono inoltre diverse possibilità per riscattare posizioni non lavorative (esempi sono: laurea, maternità, assistenza, servizio militare) che possono tornare utili ai fini del calcolo pensionistico, alcune sono gratuite, altre a pagamento, quindi è necessario calcolare il rapporto costi/benefici. L ente pubblico erogatore per eccellenza è INPS, in cui è confluita anche l INPDAP (relativa ai dipendenti della pubblica amministrazione) ma Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 6

7 esistono anche le casse previdenziali dei liberi professionisti, ognuna con regole diverse. Altra cosa da sapere è a quale macro gestione INPS si appartiene; gestione fondo pensione per lavoratori dipendenti, gestioni speciali per artigiani, commercianti, coltivatori diretti, gestione separata per amministratori di società, lavoratori a progetto etc. Queste tre gestioni hanno livelli di contribuzione diverse e spesso ci sono persone che, durante la loro vita lavorativa, sono state in più di una gestione. Bisogna quindi capire quale attività è stata prevalente e se conviene l accorpamento delle posizioni. Dal lato del secondo pilastro, cioè i fondi pensione, regolamentati nel 1993 sebbene fosse possibile aderirvi già prima (cd. fondi preesistenti), non sono stati molto utilizzati fino alla riforma del 2005, attuata nel 2007, che dava la possibilità, ai dipendenti, di conferire anche il TFR in un fondo pensione, anziché lasciarlo in azienda. La riforma era sibillina, poiché il lavoratore silente si trovava a versare il proprio TFR quasi senza saperlo! Doveva, e deve tutt oggi, dare comunicazione esplicita di voler mantenere il proprio trattamento di fine rapporto presso l azienda. E evidente che per le piccole e medie aziende, ciò ha rappresentato una difficoltà, poiché spesso (sbagliando) la somma destinata a pagare il TFR dei dipendenti, viene usata per far fronte ad esigenze di liquidità e finanziamento dell impresa. Sostengo che non sia corretto, poiché è denaro destinato ad uscire dall azienda, senza grande prevedibilità dei tempi. Spesso si tratta di cifre complessive importanti, che l azienda farebbe bene a tenere disponibili. Già, ma così facendo si priva di finanziamenti, è il gatto che si morde la coda! In realtà c è una possibile via di uscita, basterebbe vincolare le somme destinate al TFR aziendale e chiedere un prestito su queste. Di solito le banche non propongono questo tipo di soluzione, purtroppo per conflitti di interesse. Per le aziende con oltre 50 dipendenti, il maturato da TFR non può essere più mantenuto in azienda ma confluisce nel fondo di Tesoreria dell INPS. Tornando ai fondi pensione, è conveniente per un dipendente versarvi il TFR? Dipende da alcuni fattori, innanzitutto dalla bontà dei gestori del fondo di ottenere rendimenti. Non brillano né per trasparenza sulle scelte di gestione (poco si sa di come venga investito, in quali strumenti, con quale movimentazione) né per adattamento a mercati finanziari sempre più ostici. Se l adesione al fondo è fatta attraverso accordi collettivi, certamente si può beneficiare di condizioni più vantaggiose rispetto a quanto si otterrebbe aderendo singolarmente. Altra componente positiva è il contributo obbligatorio del datore di lavoro, che in alcuni casi può essere interessante. Però è obbligato a versare, per lo stesso importo, anche il lavoratore. E qui bisognerebbe fare calcoli di convenienza economica. Le buone notizie sul TFR: sono state equiparate le forme pensionistiche ed è prevista la portabilità del medesimo; queste due prerogative consentono di trasferire le somme accumulate non solo tra fondi pensione ma anche verso altre forme complementari, come le Forme Individuali di Previdenza (FIP) e i Piani Individuali Previdenziali (PIP), che fanno parte del terzo pilastro. La previdenza integrativa Vorrei riprendere l argomento previdenza, da dove lo abbiamo lasciato, vale a dire dal terzo pilastro, la previdenza complementare integrativa, che si può realizzare versando in fondi pensione, FIP e PIP. C è l indiscusso beneficio della deducibilità delle somme versate ma entro il limite di 5164,57. Il limite non esiste solo per i versamenti, obbligatori e volontari, verso l ente pubblico di appartenenza (INPS o casse). In pratica si versa la somma alla previdenza integrativa, ma si recupera una parte (a seconda dell aliquota fiscale di appartenenza) deducendola dal reddito imponibile: di fatto escono di tasca circa 3000 effettivi, per un aliquota media, invece dei 5164,57. Ma basta ciò a far propendere per il terzo pilastro? Direi di no, se la gestione dei fondi non è buona o i costi sono troppo alti rischiano di consumare tutto il vantaggio fiscale. Venuto meno il vantaggio fiscale delll imposta sui rendimenti, 11% sul capital gain passata al 20% (26%per le rendite finanziarie in generale, esclusi solo i titoli di stato al 12,5%) rimane il vantaggio Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 7

8 sull erogato, pari al 15% di imposta, riducibile fino al 9%, a seconda degli anni contribuiti (- 0,30% scontato ogni anno oltre il quindicesimo). Vale la pena spiegare meglio la questione dell imposta sull erogato: in pratica è vero che si possono dedurre i contributi versati, che il datore di lavoro può contribuire con una quota e che si può conferire il tfr, ma la previdenza complementare sconta una imposta che si applica al momento della pensione, sia sulla rendita che sul capitale, in misura variabile dal 15 al 9 per cento. Il montante generato dalla somma dei versamenti più il rendimento generato dalla gestione finanziaria (se c è stato rendimento positivo), può essere erogato, al momento della pensione e a richiesta, totalmente sotto forma di capitale solo se, convertendo il 70% del montante in rendita si ottenesse una rendita annua inferiore al 50% dell assegno sociale. Altrimenti al massimo si può richiederne solo il 50% come capitale e il rimanente verrà erogato sotto forma di rendita. Il versato su una qualunque forme di previdenza complementare può essere anticipato o riscattato prima della pensione, con percentuali diverse a seconda dei casi, come illustrato in tabella. Per quanto riguarda l imprenditore, non è evento quando importo tipologia spese sanitarie per terapie o spese straordinarie, per se, coniuge e figli acquisto prima casa per se e figli, ristrutturazione e manutenzione sempre dopo 8 anni fino al 75% anticipazione fino al 75% anticipazione ulteriori esigenze dopo 8 anni fino al 30% anticipazione invalidità permanente cessazione attività lavorativa da > 48 mesi morte prematura perdita requisiti cessazione attività lavorativa da >12 mesi e <48 mesi mobilità, cassa integrazione perdita o cessazione alla partecipazione perdita o cessazione alla partecipazione perdita o cessazione alla partecipazione perdita o cessazione alla partecipazione perdita o cessazione alla partecipazione perdita o cessazione alla partecipazione 100% riscatto 100% riscatto 100% riscatto 100% riscatto 50% riscatto 50% riscatto Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 8

9 obbligato a versare il TFR pregresso e neppure è obbligato a contribuire alle forme di previdenza complementare diverse da quelle contrattuali, come ad esempio i PIP o i FIP. Potrebbero tuttavia essere concesse sotto forma di agevolazioni per il dipendente. Le imprese sono altresì obbligate ad informare per iscritto e correttamente i dipendenti circa le alternative a disposizione, non solo fornendo informazioni generiche ma che consentano una valutazione completa delle possibili opzioni. Per le aziende attente a fornire un buon servizio ai dipendenti, anche sotto forma di beneficio, potrebbe essere interessante ad utilizzare la consulenza di chi non deve vendere fondi o prodotti assicurativi o finanziari. Le aziende possono dedurre il TFR conferito alla previdenza complementare, nella misura del 4% se hanno più di 50 dipendenti, mentre sale al 6% se ne hanno meno. In pratica, rispetto al costo del lavoro, il beneficio fiscale varia da 0,08% al 0,15%. Inoltre le imprese sono esonerate dal versare al fondo di garanzia TFR nella stessa percentuale conferita alla previdenza complementare, con una ulteriore riduzione del costo del lavoro pari allo 0,20%. Anche gli oneri impropri che gravano sul lavoro dipendente, sono ridotti in proporzione alla percentuale di TFR maturato, versato alla previdenza complementare, che comporta una riduzione del costo del lavoro dallo 0,19% allo 0,28% Quindi le aziende potrebbero trarre concreti vantaggi dal conferimento alla previdenza integrativa e migliorare qualitativamente il rapporto con i dipendenti, a condizione che: si facciano le dovute valutazioni sulla gestione finanziaria dell impresa; si consideri l impatto del TFR sui conti aziendali; si attui una corretta strategia di comunicazione con i dipendenti; si analizzino in maniera esaustiva ed indipendente sia il fondo di categoria sia le alternative, per poter fornire la migliore scelta possibile ed avviare eventualmente trattative con i gestori del fondo per il contenimento dei costi. Una cosa è certa: le pensioni pubbliche verranno sempre più ridotte nel futuro e aumenterà l età pensionabile. Quindi, per mantenere un tenore di vita decoroso, sarà indispensabile costruire una rendita supplementare. Il processo di pianificazione previdenziale, per essere efficace, richiede alcuni accorgimenti essenziali: analisi completa e monitoraggio della pensione pubblica; analisi prodotti previdenziali già stipulati; stima del rapporto di copertura netto; stima del tenore di vita desiderato; previsione dell andamento dei redditi futuri e dell inflazione; stima del fabbisogno integrativo; scelta delle modalità di copertura del differenziale tra pensione pubblica e tenore di vita desiderato; monitoraggio nel tempo del piano previdenziale così costruito, al fine di riequilibrare gli accantonamenti integrativi e verificarne la qualità. La copertura del gap tra pensione pubblica e reali necessità finanziarie, può essere realizzata non solo con con prodotti pensionistici (fondi pensione e forme individuali di previdenza) ma anche con investimenti diretti nei mercati finanziari (azioni, obbligazioni, ETF, fondi comuni) o in beni reali (immobili, oggetti d arte, metalli e pietre preziose, antiquariato), potendo realizzare le più svariate combinazioni tra vari strumenti. Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 9

10 Incontro-Dibattito I NUOVI SCENARI DELL ECONOMIA E LE NECESSITA DI FINANZIAMENTO DELLE IMPRESE Le Banche Centrali iniettano liquidità, ma il sistema bancario fatica a trasferirla alle imprese a costi accessibili. Come impostare una buona strategia per ottenere le risorse finanziarie e risparmiare sugli interessi. A TORINO Sabato 9 Maggio 2015 c. Massimo D Azeglio 8 ore 9,45 12,30 Relatori: Dott. Pierluigi Gerbino (Patrimon- Uff. Analisi e Comunicazione Dott. Andrea Massone (Consulente creditizio) Uff. Analisi e Comunicazione) L ingresso è GRATUITO ma i posti sono limitati. E necessaria l iscrizione al n oppure tramite a info@patrimon.it specificando la data dell incontro. Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 10

11 Le Linee di Credito Bancarie per le imprese Analisi delle principali forme di finanziamento a cui può attingere l impresa. Costi e caratteristiche non sono da trascurare. Autore: Andrea Massone Consulenza creditizia a.massone@amstudionovi.it L impresa, la società, la cooperativa, la ditta individuale, ecc. hanno molti modi per finanziare le proprie attività, ma la più frequente nel tessuto economico (italiano) è il ricorso al capitale di terzi, cioè il credito bancario. Sono molte le linee di credito utilizzabili dalle imprese, ognuna con proprie caratteristiche per soddisfare le diverse esigenze imprenditoriali: aperture di credito in conto corrente, anticipi commerciali (fatture e ricevute bancarie), factoring, finanziamenti, leasing, mutui, ecc. Tutte queste tipologie di credito bancario un ben preciso utilizzo e un relativo, o meglio, relativi costi. L apertura di credito in conto corrente è attualmente la più diffusa forma tecnica dei prestiti per cassa delle banche. Si caratterizza per il fatto che l affidato ha la facoltà di utilizzare una linea di credito, secondo le regole che disciplinano il conto corrente bancario, in relazione alle proprie esigenze, nei tempi e per gli importi di volta in volta occorrenti, anche mediante l emissione di assegni bancari. Il fido può essere utilizzato in tutto o in parte e ripristinato con successivi versamenti o accreditamenti sul conto corrente. L affidamento viene revisionato generalmente una volta all anno (con dati di bilancio aggiornati) ed è regolato da un rapporto di fiducia tra banca e cliente per cui può essere rinnovato, ampliato, revocato, ecc. L utilizzo come detto prima è, entro i limiti concessi, di libero arbitrio da parte del cliente, senza l esibizione di alcun documento attestante un credito o altro. Naturalmente questo tipo di affidamento ha un costo o forse è meglio dire più costi: TASSO (è il costo % su base annua che viene applicato sulle somme dell affidamento effettivamente utilizzate per il periodo in cui vengono utilizzate con capitalizzazione e addebito trimestrale); CMDF, DIF, ecc. (è la commissione di messa a disposizione fondi che nel 2009 ha sostituito la commissione di massimo scoperto; è una % che non può per legge eccedere lo 0,5% trimestrale Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 11

12 dell affidamento concesso indipendentemente dall utilizzo o meno dello stesso); GESTIONE CONTO CORRENTE (avendo un conto corrente si va incontro a tutti i costi connessi: spese per scrittura, valuta assegni, costi bonifici, ecc.); CIV (è la commissione di istruttoria veloce che si applica in caso di sconfinamento sul conto corrente; di norma è una cifra fissa che varia da banca a banca calcolata per il numero di giorni di sconfinamento); ISTRUTTORIA REVISIONE AFFIDAMENTI ( dovendo revisionare annualmente o con altre scadenze gli affidamenti, la banca mi fa pagare un costo di istruttoria, di solito variabile in base al taglio dell affidamento stesso). Il portafoglio salvo buon fine o castelletto ricevute è una linea di smobilizzo di crediti commerciali con scadenze a breve termine (di norma max 5 mesi) attraverso la quale la banca accredita al cliente l importo del portafoglio commerciale (comprensivo di IVA se prevista) ed emette le ricevute bancarie al debitore coi riferimenti del credito per il pagamento alla scadenza. L operazione è definita autoliquidabile perché si estingue con il pagamento, da parte del debitore principale, degli effetti accreditati in conto; qualora gli effetti non siano onorati, l affidato rimane obbligato alla restituzione del prestito (si genera il c.d. insoluto, immediatamente addebitato in conto corrente). Le aperture di credito per portafoglio s.b.f. possono essere accordate secondo due procedure fondamentali: utilizzo con disponibilità immediata (il credito viene messo immediatamente a disposizione sul conto corrente dell azienda come liquidità) oppure utilizzo a valuta maturata (non rappresenta una reale concessione di credito, tenuto conto che la banca accredita l importo degli effetti alla scadenza adeguata e, pertanto, non si assume il rischio di insolvenza, eccetto i casi in cui non riesce a conoscere tempestivamente l esito degli effetti). I costi di queste tipologie di linee di credito sono generalmente più bassi di quelli dell affidamento in conto corrente anche se ha quasi tutti i costi tipici degli affidamenti bancari: tasso, cmdf, insoluti, ritiro ri.ba., ecc. A questa semplice e comoda forma di smobilizzo crediti al giorno d oggi purtroppo, con le scadenze dei pagamenti da parte dei clienti sempre meno rispettate, si tende a sostituire l anticipo fatture, non essendo così tassativo l incasso e non generando alcun insoluto (almeno nell immediato). L anticipo fatture è molto più diffuso come linea di smobilizzo dei crediti commerciali in quanto le aziende non vogliono figurare come debitrici su ricevute di incasso, ma anche perché molte imprese hanno organizzato la propria tesoreria in modo da poter prendere l iniziativa del pagamento mediante bonifico o giroconto. Gli anticipi fatture sono aperture di credito caratterizzate dalla cessione di crediti di natura commerciale documentati dalla copia delle fatture e l elemento qualificante dell operazione è la cessione del credito. Si ricorda che la fattura non è un titolo di credito, ma solo un documento che prova l esistenza di un credito commerciale; dal punto di vista giuridico la cessione del credito è una garanzia atipica ed ha soltanto lo scopo di rendere la linea autoliquidabile. Ai costi già citati per il portafoglio salvo buon fine (tasso, cmdf, ecc.), la linea per anticipo fatture, oltre ad essere burocraticamente più farraginosa (moduli cartacei da compilare e firmare in originale, domiciliazione bancaria delle fatture, eventuali notifiche al cliente, ecc.), aggiunge costi di anticipo, scarico, proroga, applicati su ogni documento che spesso e volentieri incidono in maniera importante. Inoltre di norma l importo accreditato a fronte dell anticipo di una fattura rappresenta l 80% del credito stesso e questo è Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 12

13 da tenere ben presente nella gestione della tesoreria. Il factoring è un contratto tra l impresa e il cosiddetto factor, in virtù del quale la prima cede al secondo dei crediti nati dalla vendita di beni o servizi.il presupposto fondamentale per l esistenza del contratto di factoring è l accettazione della cessione del credito da parte del debitore (è buona regola avvisare preventivamente il proprio cliente della volontà di voler utilizzare lo strumento poiché non tutte le aziende accettano la formalizzazione della cessione del credito o addirittura il riconoscimento dello stesso).il factor smobilizza i crediti esistenti (non scaduti) e quelli futuri. Vi sono due tipologie di factoring: pro soluto in cui il rischio di credito si sposta completamente e definitivamente dall azienda alla Società di factoring e la quotazione di solito è piuttosto costosa e pro solvendo in cui il rischio di credito resta in capo all azienda cedente (forma più usata molto simile all anticipo fatture). Essendo uno strumento di matrice anglosassone ha fatto e fa fatica a trovare spazio di utilizzo nel nostro sistema imprenditoriale ma forse più per aspetti culturali che per altro. I finanziamenti, i leasing e i mutui sono forme di finanziamento finalizzate ad investimenti a medio-lungo termine ( anni e oltre) e sono caratterizzati da rimborsi costanti (rate) che possono essere con cadenza mensile, trimestrale o semestrale. Il costo del finanziamento è di solito parametrato ad un tasso interbancario di riferimento (Euribor per il tasso variabile, IRS per il tasso fisso) con l aggiunta del cosiddetto spread, ossia il guadagno dell Istituto bancario. Trimestralmente la Banca d Italia pubblica i TASSI EFFETTIVI GLOBALI MEDI delle varie tipologie di linee di credito in vigore nel trimestre di riferimento sulla base delle rilevazioni effettuate presso i vari intermediari. Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 13

14 Incontro-Dibattito I NUOVI SCENARI DELL ECONOMIA COME COSTRUIRSI UNA PENSIONE Siamo entrati in un territorio inesplorato di repressione finanziaria. Quanto può durare e che cosa può succedere? Le tasse sul risparmio sono sempre più voraci ed i sistemi pensionistici pubblici sempre meno affidabili. Come difendersi e riuscire comunque a costruirsi un futuro sereno, accantonando un capitale crescente nel tempo in grado di consentire una tranquilla anzianità. A TORINO Sabato 6 Giugno 2015 c. Massimo D Azeglio 8 ore 9,45 12,30 Relatori: Dott. Pierluigi Gerbino (Uff. Analisi e Comunicazione Dott. Fabrizio Badariotti (Uff. Studi, Metodologie, Prodotti) Uff. Analisi e Comunicazione) L ingresso è GRATUITO ma i posti sono limitati. E necessaria l iscrizione al n oppure tramite a info@patrimon.it specificando la data dell incontro. Newsletter Patrimon Marzo 2015 Pag. 14

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