NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE. parte 1

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1 NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE parte 1 ADOZIONE

2 Indice TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 - Contenuti del Regolamento urbanistico Art. 2 - Parco Regionale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli Art. 3 - Efficacia e Validità del Regolamento Urbanistico Norme di Salvaguardia Art. 4 - Elaborati del Regolamento urbanistico Art. 5 - Valutazione Integrata - Valutazione Ambientale Strategica - Valutazione d incidenza Art. 6 - Il Quadro Previsionale Strategico Art. 7 - Rapporto fra Regolamento Urbanistico (R.U.) e Regolamento Edilizio (R.E.) TITOLO II INVARIANTI STRUTTURALI E TUTELA SOVRAORDINATA Art. 8 - Invarianti strutturali e lo statuto dei luoghi Art. 9 - Aree protette Art Beni Paesaggistici Art Beni Culturali TITOLO III STRUMENTI E PROCEDURE CAPO I MODALITA E STRUMENTI DI ATTUAZIONE Art Strumenti di attuazione Art Piani di settore di competenza Comunale Art Piani e Politiche per l edilizia residenziale pubblica e sociale Art Piani Attuativi Art Contenuti dei piani attuativi Art Progetto unitario convenzionato Art Permesso di Costruire Convenzionato Art Interventi diretti Art Verifica dimensionale delle Schede degli interventi Art Destinazione uso degli immobili CAPO II - PEREQUAZIONE URBANISTICA ED INDICI EDIFICATORI Art La perequazione urbanistica - definizioni Art La perequazione urbanistica indici edificatori Definizione di SUL Art La perequazione urbanistica i meccanismi e le procedure Art Indici edificatori nelle aree non sottoposte a perequazione urbanistica CAPO III - CATEGORIE D INTERVENTO EDILIZIO SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE Art Categorie di intervento sul patrimonio edilizio esistente Art Classificazione del patrimonio edilizio esistente Art Interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria Art Interventi di restauro e risanamento conservativo su immobili notificati Art Interventi di restauro su edifici contrassegnati dal simbolo 1 Art Interventi di restauro tipologico e formale ammessi su edifici contrassegnati con il simbolo 2 Art Interventi di restauro tipologico ammessi su edifici contrassegnati con il simbolo 3 Art Interventi di frazionamento o fusione Art Interventi di ristrutturazione edilizia Art Sostituzione edilizia Art Sopraelevazione delle tettoie Art Ristrutturazione urbanistica 2

3 TITOLO IV DISCIPLINA PER LA GESTIONE E TRASFORMAZIONE DEGLI INSEDIAMENTI CAPO I INSEDIAMENTI ESISTENTI Art Tessuti di insediamento residenziale di impianto storico (A) Art Interventi ammessi sugli edifici esistenti Art Rilievo critico Art Tessuti di insediamento residenziale di impianto recente (B) Art Interventi di nuova edificazione e ampliamento nei tessuti di insediamento residenziale di impianto recente (B) Art Aree consolidate a prevalente destinazione artigianale ed industriale (D) Art Aree consolidate a prevalente destinazione commerciale (DN) Art Aree consolidate a prevalente destinazione turistico ricettiva (DT) CAPO II TRASFORMAZIONE URBANISTICA DEGLI INSEDIAMENTI ESISTENTI Art Aree di recupero a prevalente destinazione residenziale (TR) (PR) Art Aree di recupero a prevalente destinazione artigianale ed industriale (D1) Art Aree di recupero a prevalente destinazione commerciale-direzionale (DN1) CAPO III AREE DI NUOVO IMPIANTO Art Aree di nuovo impianto a prevalente destinazione residenziale (TN) (BC) Art Aree di nuovo impianto a prevalente destinazione commerciale-direzionale (DN2) Art Aree di nuovo impianto a prevalente destinazione turistico ricettiva (DT2) CAPO IV AREE CON ALTRE DESTINAZIONI Art Aree di servizio alla produzione e trasporti (DST) Art Distributori di carburante (DP) Art Aree campeggi esistenti (DTC) Art Zone speciali (ZS) Art Zone speciali di trasformazione urbanistica di recupero e di nuovo impianto (ZS1 ZS2) TITOLO V DISCIPLINA DELLE AREE AGRICOLE CAPO I ATTIVITA AGRICOLE Art Definizioni e caratteri delle aree agricole Art Disciplina generale delle aree agricole Art Edifici rurali ad uso abitativo Art Annessi agricoli e serre fisse Art Manufatti amatoriali, manufatti precari e serre temporanee Art Interventi sul patrimonio edilizio che comportano il mutamento delle destinazioni d'uso agricole Art Il programma aziendale pluriennale di miglioramento agricolo ambientale (P.M.A.A.) Art Classificazione delle Categorie d intervento del patrimonio edilizio rurale e interventi ammessi CAPO II - LE ATTIVITÀ EXTRA -AGRICOLE Art Attività produttive in area agricola (D*) Art Aree da recuperare (ED) Art Aree da rinaturalizzare (ER) Art Zone a servizi e attrezzature nel territorio agricolo 3

4 TITOLO VI ATTREZZATURE E SERVIZI DI INTERESSE COLLETTIVO OPERE DI URBANIZZAZIONE Art Norme comuni per le attrezzature e servizi di interesse collettivo Art Strade e Viabilità Art Fasce di rispetto Art Percorsi pedonali e ciclabili di connessione Art Parcheggi Art Attrezzature pubbliche, di interesse collettivo e di servizio Art Aree a Verde Urbano e a Verde Attrezzato (VU-VA) Art Aree a Verde Sportivo (VS) Art Pinete di Levante e di Ponente (FP) Art Aree private di tutela (VR-EF) Art Opere di urbanizzazione Art Esecuzione delle opere di urbanizzazione da parte di privati Art Criteri relativi agli spazi pubblici e ai servizi di interesse collettivo Art Spazi per opere di urbanizzazione secondaria - Standard urbanistici Art Cessione delle aree fondiarie di cui agli art. 77 e 78 del Piano Strutturale Art Cessione delle aree fondiarie nelle aree di perequazione interna Art Cessione delle aree individuate nella Tav. B5 (Quadro previsionale strategico) nell ambito delle aree di perequazione TITOLO VII DISPOSIZIONI PARTICOLARI Art Disposizioni sulla dimensione minima delle unità abitative Art Tessuti edilizi derivati da previgenti strumenti urbanistici Art Efficacia dei Piani Urbanistici previgenti Art Poteri di deroga Art Varianti al Regolamento urbanistico Art Misure di salvaguardia e transitorie Art Aree non pianificate TITOLO VIII CONDIZIONI DI FRAGILITA AMBIENTALE E CONSEGUENTI LIMITAZIONI CAPO I - INTERVENTI PER LA MITIGAZIONE DEL CONSUMO IDRICO Art Prescrizioni comuni Art Limitazioni temporanee alle derivazioni da acque superficiali e sotterranee del bacino del Lago di Massaciuccoli - (Norma derivante dal Piano di Gestione delle Acque adottato dal Comitato Istituzionale dell'autorità di Bacino Pilota del fiume Serchio nella seduta del 24 Febbraio 2010 con delibera n. 164) CAPO II DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE CARATTERISTICHE GEOLOGICHE, SISMICHE E IDRAULICHE DEL TERRITORIO Art. 95 Disposizioni generali relative alle condizioni di fattibilita Art Le condizioni di fattibilità rispetto agli aspetti idraulici Art Le prescrizioni rispetto agli aspetti idraulici Art Norme di carattere generale per il miglioramento dell assetto idrografico Art Le condizioni di fattibilità rispetto agli aspetti geomorfologici/geotecnici Art Le prescrizioni rispetto agli aspetti geomorfologici/geotecnici Art Le condizioni di fattibilità rispetto agli aspetti sismici Art Le condizioni di fattibilità rispetto agli aspetti sismici 4

5 TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI Art. 1 - Contenuti del Regolamento urbanistico 1. Il Regolamento urbanistico (R.U.), redatto ai sensi della L.R. n. 1/2005, disciplina l'attività urbanistica ed edilizia per il territorio comunale, attuando e precisando la strategia dello sviluppo sostenibile delineata nel Piano Strutturale (P.S.). 2. Il Regolamento urbanistico attua le disposizioni del vigente P.S. ed ha per oggetto il territorio comunale di Viareggio ad esclusione delle aree ricomprese all interno del Parco Regionale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli. 3. Il Regolamento urbanistico disciplina ai sensi dell art. 55 della L.R. n.1/2005: a) la gestione degli insediamenti esistenti; b) le trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio. 4. Durante il processo di formazione del Regolamento urbanistico il Comune di Viareggio ha emanato apposito avviso pubblico per mezzo del quale i soggetti interessati sono stati invitati a presentare proposte o progetti per la redazione del R.U. nel rispetto degli obiettivi ed indirizzi derivanti dal Piano Strutturale. Art. 2 - Parco Regionale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli 1. I territori rientranti nella perimetrazione del Parco Regionale sono sottoposti al regime del Piano del Parco e dei Piani di Gestione. 2. I piani attuativi relativi alle aree esterne sono redatti d intesa tra il Comune e l Ente Parco ai sensi della vigente legislazione. 3. Il Regolamento urbanistico precisa inoltre i criteri e gli indirizzi dei piani attuativi delle aree esterne al Parco regionale di Migliarino S. Rossore Massaciuccoli per quanto di competenza del Comune. 4. Ai fini della determinazione delle fasce di rispetto stradale le zone di recupero edilizio- urbanistico funzionale sono assimilate ai centri abitati. Art. 3 Efficacia e Validità del Regolamento Urbanistico Norme di Salvaguardia 1. Le prescrizioni ed i vincoli contenuti nel Regolamento urbanistico hanno efficacia nei confronti dei soggetti privati e delle Amministrazioni pubbliche, nei limiti previsti dalla Legislazione Comunitaria, nazionale e regionale in materia. 2. Le previsioni e i contenuti vincoli preordinati all esproprio sono dimensionati sulla base del Quadro previsionale strategico (tav. B5) per i cinque anni successivi alla loro approvazione; perdono efficacia nel caso in cui, alla scadenza del quinquennio dall approvazione del regolamento, non siano stati approvati i conseguenti piani attuativi o progetti esecutivi. 3. I piani attuativi di iniziativa privata perdono efficacia allorché entro cinque anni non sia stata stipulata la relativa convenzione ovvero i proponenti non abbiano formato un valido atto unilaterale d obbligo, regolarmente registrato e trascritto, a favore del comune. 5

6 4. Tutti gli interventi realizzati o in corso di realizzazione alla data di adozione del presente atto e che rientrano nel dimensionamento complessivo del R.U. (ovvero interventi previsti in piani adottati dopo la data del ) sono indicati con la sigla anteriore O. Il riferimento a tali interventi è indicato nella tavola denominata A1 Strumenti attuativi in corso. 5. Nelle tav. B1 Destinazione d uso del suolo e modalità d intervento le zone individuate con sigle contraddistinte dall apice P ricadenti all interno del perimetro del P.R.P. sono soggette alla normativa del Piano Regolatore Portuale la cui disciplina costituisce parte integrante del presente R.U.. Art. 4 - Elaborati del Regolamento urbanistico 1. Il Regolamento urbanistico è costituito dai seguenti elaborati: A) Quadro conoscitivo urbanistico 1. Strumenti attuativi in corso, planimetria 1/ n. tav.1 2. Uso e disegno del suolo - n. tav.1 3. Tipologie edilizie, planimetria 1/ n. tav Aree di compromissione, planimetria 1/ n. tav.1 5. Sistema dei servizi e sistema insediativo, planimetria (fuori scala) n. tav.1 6. Censimento fotografico delle aree urbane di impianto storico (Consultabile su DVD) 7. Schedatura del patrimonio edilizio extraurbano (Consultabile su DVD). B) Progetto 1. Destinazione d uso del suolo e modalità d intervento, planimetria 1/ n. tav Limite urbano e fasce di rispetto, planimetria 1/ n. tav.1 3. Schema della circolazione, planimetria 1/ n. tav.1 4. Schema dei percorsi ciclabili e pedonali, planimetria 1/ n. tav.1 5. Quadro previsionale strategico, planimetria 1/ n. tav.2 6. Relazione tecnica 7. Norme tecniche di attuazione: o Parte 1 o Parte 2 o Allegato - Piano Regolatore del Porto: Tav. B.2.a - Norme tecniche di attuazione. C) Studi geologici idraulici 1. Carta della Pericolosità geologica 1/ n. tav.1 2. Carta delle ZM PLS 1/ n. tav.1 3. Carta della Pericolosità sismica 1/ n. tav.1 4. Carta della Pericolosità idraulica 1/ n. tav.1 5. Carta di riferimento delle norme di Piano nel settore rischio idraulico Variante al Piano di Bacino Stralcio Assetto idrogeologico Primo Aggiornamento Dicembre n. tav.1 6. Relazione geologica di fattibilità. D) Programma di intervento per abbattimento barriere architettoniche e urbanistiche E) Valutazione integrata / Valutazione Ambientale Strategia VAS /Valutazione d incidenza Ambientale 1. Relazione di sintesi 2. Rapporto ambientale Relazione di sintesi non tecnica (Art. 24 L.R. 10/2010) 3. Relazione di incidenza ambientale. 6

7 2. Gli elaborati del quadro conoscitivo, gli studi geologici-idraulici, la relazione generale, la relazione di fattibilità e le tavole B.3, B.4 hanno valore di riferimento obbligatorio per gli strumenti attuativi e gli altri strumenti previsti dal Regolamento urbanistico. Ogni strumento urbanistico dovrà pertanto confrontarsi con detti elaborati e giustificare con approfondimenti adeguati eventuali discordanze. 3. Hanno valore prescrittivo i seguenti elaborati di progetto: - B1 - Destinazioni d uso del suolo e modalità di intervento, planimetria 1/ B2 - Limite urbano e fasce di rispetto, planimetria 1/ B5 Quadro Previsionale strategico - Norme tecniche di attuazione (Parte 1, Parte 2, Allegato Piano Regolatore del Porto Tav. B.2.a Norme tecniche di attuazione ). Art. 5 - Valutazione Integrata - Valutazione Ambientale Strategica Valutazione d incidenza 1. La Valutazione integrata rappresenta lo strumento necessario per effettuare una valutazione complessiva degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e della salute umana per i piani ed i programmi di competenza comunale. 2. La Valutazione integrata comprende la verifica tecnica di compatibilità all uso delle risorse essenziali del territorio. 3. La Valutazione integrata rappresenta il quadro di riferimento a cui ogni azione di pianificazione dovrà tendere e più precisamente: - lo sviluppo sostenibile delle attività pubbliche e private che incidono sul territorio medesimo; - lo svolgimento di tali attività e l'utilizzazione delle risorse territoriali ed ambientali deve avvenire garantendo la salvaguardia e il mantenimento dei beni comuni e l'uguaglianza di diritti all'uso e al godimento dei beni comuni, nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future. 4. Gli obiettivi della Valutazione integrata prescrivono: - la conservazione, la valorizzazione e la gestione delle risorse territoriali ed ambientali, promovendo, al contempo, la valorizzazione delle potenzialità e delle tendenze locali allo sviluppo; - lo sviluppo di un sistema di città equilibrato e policentrico, promovendo altresì la massima integrazione tra i diversi territori della Regione; - lo sviluppo delle potenzialità della fascia costiera e delle aree agricole nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale ad esse peculiari; - l'efficacia dei sistemi dei servizi pubblici e lo sviluppo delle prestazioni da essi derivanti; - la maggiore sicurezza possibile delle persone e dei beni rispetto ai fattori di rischio connessi all'utilizzazione del territorio. 5. La Valutazione integrata è effettuata in più momenti procedurali, a partire dalla prima fase utile delle elaborazioni. Essa deve intervenire, in ogni caso, preliminarmente alla definizione di qualunque determinazione impegnativa, anche al fine di consentire la scelta motivata tra possibili alternative, oltre che per individuare aspetti che richiedano ulteriori integrazioni o approfondimenti. 6. La Valutazione integrata si compone di: - Valutazione iniziale - Relazione di sintesi. 7

8 7. Il Regolamento Urbanistico contiene il Rapporto Ambientale Relazione di sintesi non tecnica elaborato ai sensi dell art. 24 della L.R. n. 10/2010, Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza. 8. Il Regolamento Urbanistico contiene la Valutazione d incidenza ambientale elaborata ai sensi della L.R. n. 10/2010, Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA) e di valutazione di incidenza. Art. 6 - Il Quadro Previsionale Strategico 1. Il Quadro Previsionale Strategico (Q.P.S.) è l insieme delle previsioni urbanistiche contenute nel R.U. che prevedono l attuazione da parte di Amministrazioni Pubbliche. 2. Il Q.P.S. contiene tutti gli interventi urbanistici pubblici con l apposizione dei vincoli preordinati all espropriazione ed ha una durata di cinque anni dall approvazione del R.U.. 3. Tali previsioni perdono efficacia nel caso in cui alla scadenza del quinquennio dall approvazione del regolamento o dalla modifica che li contempla, non siano stati approvati i conseguenti piani attuativi o progetti esecutivi. 4. Il vincolo può essere reiterano con delibera di consiglio motivata per ulteriori cinque anni. 5. Le previsioni del Quadro Previsionale Strategico potranno essere attuate attraverso la cessione di aree realizzata tramite i procedimenti espropriativi come disciplinati dal D.P.R. 8 giugno 2001, n 327 o attuata tramite il meccanismo perequativo di cui al Titolo III Capo 2 delle presenti norme. Art. 7 - Rapporto fra Regolamento Urbanistico (R.U.) e Regolamento Edilizio (R.E.) 1. Entro un anno dall adozione del presente R.U., l amministrazione provvederà a coordinare ed adeguare il Regolamento Edilizio, con particolare riguardo per le definizioni di parametri e indici urbanistici. 2. In caso di contrasto delle norme del Regolamento Edilizio prevalgono le indicazioni del Regolamento Urbanistico. 8

9 TITOLO II INVARIANTI STRUTTURALI E TUTELA SOVRAORDINATA Art. 8 - Invarianti strutturali e lo statuto dei luoghi 1. Le invarianti strutturali sono quel complesso di elementi fisici, puntuali, diffusi o categorie di beni insieme alle loro relazioni, la cui trasformazione rappresenta una perdita dei caratteri che determinano lo spirito e la specificità culturale e ambientale del territorio e della sua comunità che per il Comune di Viareggio sono rappresentati da: RETE D ACQUA IL LITORALE AREE VERDI, PINETATE E BOSCATE LA VIABILITA STORICA EDIFICATO DI PARTICOLARE VALORE ARCHITETTONICO, FUNZIONALE E TIPOLOGICO IL PORTO DI VIAREGGIO I BENI TERRITORIALI INTERESSATI DAL REGIME DEGLI USI CIVICI ZONE SOGGETTE ALLA CONVENZIONE DI RAMSAR E ALLE DIRETTIVE 92/43 CEE 79/409 CEE. 2. Lo Statuto dei Luoghi è uno specifico strumento che raccoglie, riconosce e definisce le risorse essenziali, culturali e naturali, al fine di garantire lo sviluppo sostenibile della comunità locale, assicurare uguali potenzialità di crescita del benessere dei cittadini e salvaguardare i diritti delle generazioni presenti e future. Lo statuto dei luoghi individua, definisce e descrive le invarianti strutturali del territorio da sottoporre a tutela. 3. Il P.S. introduce e codifica tre gradi di tutela: a. La Conservazione: ove sia necessario assicurare la permanenza dei caratteri che contraddistinguono l invariante strutturale, da conseguirsi esclusivamente con idonei interventi di manutenzione e di restauro funzionale. b. Il Recupero: ove sia necessario intervenire per ripristinare i livelli di prestazione e di funzione dell invariante strutturale, in coerenza con la specifica funzione individuata dal Piano Strutturale; criterio da conseguirsi anche con parziali interventi di modificazione e trasformazione, che comunque conservino i caratteri e la memoria dell invariante strutturale stessa. c. L Evoluzione: tipologica e funzionale ove risulti necessario prevedere interventi per realizzare, in tutto o in parte, le funzioni previste da un invariante strutturale e per aumentarne la funzionalità e il suo carattere strutturante, introducendo elementi di modificazione e di trasformazione che assicurino e comunque la conformità e la coerenza con i caratteri morfologici, tipologici e funzionali propri dell invariante strutturale. 4. La Rete dell acqua Obiettivi di tutela ed elenco dei beni soggetti a tutela. Gli obiettivi di tutela della Rete dell acqua sono: - Salvaguardia del territorio dal rischio idraulico. - Messa in sicurezza dei territorio e degli abitati dal rischio idraulico. - Efficienza e funzionalità del sistema idrico superficiale. - Valorizzazione e tutela delle caratteristiche paesaggistiche e storico-architettoniche dei corsi d acqua. - Interventi di recupero e valorizzazione favorendo, ove è possibile, interventi di ingegneria naturalistica. - Rinaturalizzazione dei tratti urbani dei canali finalizzata alla creazione di percorsi naturali lungo il corso e navigabili all interno di esso. 9

10 Elenco dei beni soggetti a tutela: - La struttura dei Canali Burlamacca, Farabola e Stiava. - La struttura idrica minore. - Efficienza e funzionalità del sistema superficiale. - Salvaguardie dell Autorità di Bacino Fiume Serchio. - Valorizzazione e tutela delle caratteristiche paesaggistiche e storico-architettoniche dei corsi d acqua. 5. Il Litorale - Obiettivi di tutela ed elenco dei beni soggetti a tutela. Gli obiettivi di tutela del Litorale sono: - Salvaguardia e tutela dell insieme dei beni della Passeggiata e dell arenile. - Conservazione della memoria storica, delle forme architettoniche di valore artistico e monumentale. - La manutenzione e il miglioramento del patrimonio arboreo. - Gli adeguamenti e il miglioramento dell offerta turistica. - Arenile: il R.U. conferma gli interventi previsti dalla strumentazione attuativa e da altri strumenti di settore comunque denominati che devono tendere alla Conservazione. - Passeggiata a mare: è costituita dall insieme degli edifici storici prospicenti, dagli spazi liberi ed a verde e dalla configurazione degli stabilimenti balneari. Il R.U. conferma che tramite specifico Piano attuativo d iniziativa pubblica o Progetto di opera pubblica viene garantita l evoluzione Tipologica e Funzionale. 6. Aree verdi e boscate - Obiettivi di tutela ed elenco dei beni soggetti a tutela. Gli obiettivi per la tutela delle Aree verdi e boscate sono: - Salvaguardia e tutela del patrimonio arboreo. - Implementazione delle aree a verde pubblico come elemento contraddistintivo dell insieme urbano. - Mantenimento e valorizzazione, nonché incremento teso alla realizzazione di percorsi privilegiati che consentano alle persone di fruire delle risorse ambientali e paesaggistiche; - Riequilibrio e riqualificazione degli usi agricoli e del quadro ambientale finalizzati alla sopravvivenza dell attività agricola, che rappresenta una realtà economica consistente e significativa. Elenco dei beni soggetti a tutela: - Pineta di levante e Pineta di ponente: tutela del patrimonio arboreo tramite interventi di recupero. - Filari di alberi: Conservazione. - Alberi Monumentali: Conservazione. - Assetto poderale d impianto storico: gli interventi di tutela vengono previsti nella normativa di settore dei sistemi agricoli tramite interventi di recupero. - Verde pubblico attrezzato e piazze e giardini pubblici: implementazione delle aree a verde pubblico come elemento contraddistintivo dell insieme urbano tramite specifici progetti di opere pubbliche teso anche all evoluzione. 7. Viabilità ed infrastrutture storiche - Obiettivi di tutela ed elenco dei beni soggetti a tutela. Gli obiettivi per la tutela della Viabilità e delle infrastrutture storiche sono: - Salvaguardia e tutela delle direttrici di costituzione degli assetti urbani ed in particolare il recupero della viabilità che dà origine all impianto urbanistico a scacchiera, attraverso la valorizzazione delle emergenze storico ambientali. - Salvaguardia delle direttrici delle mobilità e degli spostamenti. Elenco dei beni soggetti a tutela: - Griglia stradale storica. Tramite la specifica normativa di tutela delle zone A viene garantito il mantenimento e la Conservazione dell impianto storico del centro. 10

11 - S.S. Aurelia: interventi di Recupero. - Via di Montramito: interventi di Recupero. - Linea Ferroviaria Viareggio-Lucca. - Ex tracciato ferrovia torbiere. 8. Edificato di particolare valore - Obiettivi di tutela ed elenco dei beni soggetti a tutela. Gli obiettivi per la tutela dell Edificato di particolare valore sono: - Recupero degli edifici e del complesso storico che compone la città a scacchiera attraverso l estensione della tutela del restauro. Elenco dei beni soggetti a tutela: - Patrimonio edilizio d interesse storico. Il patrimonio edilizio rientra nella zonizzazione urbanistica A. Per ogni singola Utoe o Sistema Territoriale, il presente R.U. individua le modalità di tutela e d intervento. - Per le Chiese e gli Edifici con vincolo monumentale è prevista la Conservazione. Per Edifici privi del vincolo la tutela prevista è il Recupero. - Edifici rurali d interesse storico. I sistemi E1 ed E2 individuano e disciplinano le modalità di tutela di questa categoria di beni. - Ville e palazzi con relative pertinenze e giardini storici. La tutela è la Conservazione tramite specifiche individuazioni. - Per gli immobili contrassegnati dal simbolo Is Invarianti strutturali alberghi (Allegato 6 del P.S.) il grado di tutela è: a. la Conservazione per le strutture soggette al vincolo monumentale e la categoria di intervento è il Restauro; b. l Evoluzione per le restanti strutture con categoria di intervento risultante dalla classificazione del patrimonio edilizio esistente. - Stazioni ferroviarie. Per gli edifici soggetti al vincolo monumentale la tutela è assicurata tramite interventi di Conservazione. 9. Il Porto di Viareggio Riguarda il sistema delle darsene e degli specchi d acqua, le aree destinate alla cantieristica, alla pesca ed alle attività collegate all economia del mare. Il porto di Viareggio è classificato come porto di II categoria, II classe, II serie. Il P.R. del Porto è stato approvato con Delibera del C.R.T. n. 26 del 14 febbraio 2007 ai sensi della L. n. 84 del Le destinazioni, le prescrizioni e le raccomandazioni contenute nella disciplina speciale del P.R.P. sono parte integrante del presente documento e vengono allegate alle presenti norme (Allegato - Piano Regolatore del Porto: Tav. B.2.a - Norme tecniche di attuazione ). 10. Beni territoriali interessati dal regime degli usi civici Per 'uso civico' si intende il diritto che gruppi di persone come una collettività di abitanti di un comune o di una sua frazione, ma anche una collettività di altro tipo come associazioni o gruppi riconosciuti, esercitano su terreni appartenenti a privati, oppure, ad enti territoriali od associativi di vario genere. Tali beni sono soggetti al vincolo paesaggistico. Fanno parte della disciplina degli usi civici i beni rientranti nella disciplina di cui alla legge n.1766 del 1927 (Usi Civici) e successive integrazioni e modifiche non rientranti nella perimetrazione del P.T.C. del Parco. In attesa di una regolamentazione legislativa regionale si rimanda alla tavola (Tavola 2.1.c) degli usi civici allegata al Piano Strutturale e all art. 20 delle Norme allegate. Art. 9 - Aree protette 1. Le Aree Protette, costituiscono una rete di zone naturali protette dell UE istituite nel quadro della Direttiva Habitat 43/92/CEE, il cui scopo è quello di garantire il mantenimento o il ripristino dei tipi di 11

12 habitat naturali e degli habitat di specie in soddisfacente stato di conservazione, come definito dall art. 3 della direttiva stessa. La rete oltre a comprendere una serie di habitat importanti e in pericolo, include anche i siti già designati ai sensi della Direttiva sugli uccelli selvatici 79/409/CEE. 2. La rete ecologica europea è costituita da: - Proposte di Siti di Importanza Comunitaria (psic) - Zone di Protezione Speciale, (ZPS) - Siti i Interesse Regionale (SIR) - Siti di Interesse Nazionale (SIN). 3. Elenco delle Aree Protette presenti nel Comune di Viareggio: Nome CodNat Tipologia Comuni interessati Estensione (ha) Macchia lucchese IT SIR - psic - ZPS LU: Viareggio Lago e Padule di IT SIR - psic - ZPS LU:Viareggio Massarosa; Massaciuccoli Dune litoranee di Torre del Lago IT SIR - psic - ZPS PI: Vecchiano LU: Viareggio. PI: Vecchiano Art Beni Paesaggistici 1. Si tratta dei beni vincolati ai sensi dell art. 136 del D. Lgs 42/2004 per i quali si applicano i disposti normativi dell art. 2 - Immobili e aree dichiarate di notevole interesse pubblico del Capo 2B del PIT. 2. I progetti di tutti gli interventi ammessi dal R.U. dovranno prendere in esame gli elementi di valore riportati nelle Schede relative a tali ambiti contenute nella Sezione 4 dell area A 21 Versilia del PIT. Art Beni Culturali 1. Sono i beni vincolati in base all art. 10 del D.lgs 42/2004 e oggetto di notifica. Per questi beni valgono le prescrizioni del presente R.U. in relazione agli interventi di conservazione come disciplinati all articolo Gli interventi ammessi sui beni di cui al presente articolo sono sottoposti al parere preventivo della Sovrintendenza competente ai sensi del D.lgs 42/

13 TITOLO III STRUMENTI E PROCEDURE CAPO I MODALITA E STRUMENTI DI ATTUAZIONE Art Strumenti di attuazione 1. Il Regolamento Urbanistico si attua tramite: - interventi diretti; - interventi diretti convenzionati; - piani attuativi; - progetto unitario convenzionato, secondo le indicazioni di cui all art. 17; - progetti di opere pubbliche e con tutti gli altri strumenti previsti dalle presenti norme, da leggi e regolamenti vigenti che concorrono a determinare l uso e l assetto dei suoli e degli edifici. 2. Le aree soggette a Piani attuativi o ad interventi diretti convenzionati sono singolarmente disciplinate nell allegato alla Parte 2 delle presenti norme denominato Schede degli interventi. 3. I piani attuativi sono: - il Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo-Ambientale di cui all art. 42 della L.R. 3/1/2005 n. 1 nei casi previsti dalle presenti norme; i piani attuativi di cui al Titolo V Capo IV della L.R. 3/1/2005 n. 1. Art Piani di settore di competenza Comunale 1. Il Regolamento urbanistico assume le indicazioni provenienti dai seguenti piani di settore vigenti: a) Piano della Sosta Controllata nel Centro Città; b) Piano di Classificazione Acustica (L.R. 89/98 e L.R. 67/2004); c) Piano e regolamento comunale per l esercizio del commercio su aree pubbliche; d) Piano forestale di gestione delle pinete comunali; e) Piano dei Cimiteri; f) Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari; g) Piano dei distributori Carburanti; h) Piano di localizzazione impianti telefonia mobile; i) Piano Abbattimento Barriere Architettoniche. Art Piani e Politiche per l edilizia residenziale pubblica e sociale 1. Il Regolamento urbanistico prescrive la dotazione obbligatoria del Piano per l Edilizia Economica e Popolare nonché delle relative opere di urbanizzazione (ai sensi della L. 18 aprile 1962, n Disposizioni per favorire l'acquisizione di aree fabbricabili per l'edilizia economica e popolare). 2. Considerato il periodo di validità del R.U., il Piano per l Edilizia Economica e Popolare sarà suddiviso in due fasi, corrispondenti a due R.U.. 3. Le aree da includere nei piani sono scelte tra quelle destinate nel Regolamento urbanistico ad edilizia residenziale con le seguenti priorità e criteri: prevalenza delle aree pubbliche e/o di enti e società pubbliche; priorità degli interventi nelle aree soggette a trasformazione urbanistica e di riqualificazione urbanistica e ambientale. 13

14 4. Il Piano dovrà privilegiare l edilizia sostenibile prescrivendo, fra l altro, norme per il contenimento energetico. 5. Il Piano dovrà promuovere e incentivare tipologie edilizie e forme di abitare innovative capaci di conciliare adeguate prestazioni con bassi costi di costruzione. 6. Il Piano dovrà prevedere il soddisfacimento delle diverse forme di edilizia sociale previste dalle normative vigenti. Art Piani Attuativi 1. Il Regolamento urbanistico definisce con particolare simbologia grafica e codici numerici le aree sottoposte a specifici piani attuativi ad eccezione dei Piani di recupero, laddove ammessi dalla presente normativa e quelli derivanti da Programmi Aziendali Pluriennali di Miglioramento Agricolo Ambientale. 2. I piani attuativi costituiscono strumenti urbanistici di dettaglio di attuazione del Regolamento urbanistico. 3. Il piano regolatore portuale costituisce atto di governo del territorio di competenza del comune e attua le previsioni della pianificazione territoriale approvata. 4. Il contenuto dei piani attuativi è quello stabilito dalla normativa regionale ed in specifico sono disciplinati dal Capo IV, sezione I (Norme comuni per i piani attuativi) e sezione II (Piani attuativi particolari) della L.R. 1/2005, nonché, per quanto riguarda la validità dei vincoli preordinati all espropriazione, dall art. 55, punto 6 della stessa legge. 5. I Piani attuativi possono essere di iniziativa Pubblica o di iniziativa Privata. 5.1 I Piani attuativi di iniziativa Pubblica sono: - Piano Particolareggiato - Piano di Edilizia Economica e Popolare - Piano per Insediamenti Produttivi - Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente - Programmi complessi di riqualificazione insediativi a prevalente intervento pubblico. 5.2 I Piani attuativi di iniziativa Privata sono: - Piano di Lottizzazione - Piano di Recupero del patrimonio edilizio esistente - Programmi complessi di riqualificazione insediativi. 6. I Piani Attuativi conformi alle previsioni del Regolamento urbanistico sono approvati con le seguenti procedure: a. dopo l'adozione il piano attuativo è trasmesso in copia alla provincia ed è depositato senza ritardo nella casa comunale per quarantacinque giorni, durante i quali chiunque ha facoltà di prenderne visione e presentare osservazioni; b. del deposito è data notizia mediante pubblicazione di apposito avviso sul Bollettino ufficiale della Regione; c. mediante la trasmissione dei relativi atti, alla provincia è data notizia dell'adozione del piano attuativo e del relativo deposito così come dell'atto di approvazione; d. decorsi i termini di cui al punto a), la giunta comunale approva il piano attuativo motivando le determinazioni assunte in relazione alle osservazioni presentate; e. il piano attuativo è efficace dalla pubblicazione dell'avviso di approvazione sul Bollettino 14

15 ufficiale della Regione. 4. I piani non conformi alle previsioni del Regolamento urbanistico costituiscono varianti al medesimo seguendo pertanto l iter amministrativo delle varianti al Regolamento urbanistico. Art Contenuti dei piani attuativi 1. I piani attuativi contengono: - i progetti delle opere d urbanizzazione primaria e secondaria; - l indicazione delle masse e delle altezze delle costruzioni lungo le strade e piazze; - la determinazione degli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico; - l identificazione degli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia; - l individuazione delle suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano; - il dettaglio, mediante l indicazione dei relativi dati catastali, delle eventuali proprietà da espropriare o da vincolare secondo le procedure e modalità delle leggi statali e dell articolo 66 della L.R. 1/2005; - la specificazione della profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione sia necessaria per integrare le finalità delle medesime opere e per soddisfare prevedibili esigenze future; - ogni altro elemento utile a definire adeguatamente gli interventi previsti ed il loro inserimento nel contesto di riferimento. 2. Il piano attuativo è inoltre corredato: - dal quadro conoscitivo di riferimento; - dalla normativa tecnica di attuazione; - dalla relazione illustrativa; - da una relazione di fattibilità. 3. Per la realizzazione degli interventi dei piani attuativi per i quali è ammessa l iniziativa privata, i proprietari rappresentanti la maggioranza assoluta del valore dei beni calcolata in base all imponibile catastale, ricompresi nel piano attuativo, hanno titolo a costituire il consorzio per la presentazione al comune delle proposte di realizzazione dell intervento e del conseguente schema di convenzione. 4. Il comune invita i proprietari non aderenti al consorzio di cui al comma 1 ad attuare le indicazioni del piano mediante l adesione alla convenzione, assegnando un temine non inferiore a sessanta giorni. Decorso inutilmente il termine assegnato, il comune procede a diffidare gli stessi, assegnando un termine non inferiore a trenta giorni. La procedura descritta deve essere completata entro il termine massimo di centottanta giorni. 5. Decorso senza esito il termine di cui al comma 2, rientrano tra i beni soggetti ad espropriazione di cui all articolo 65, comma 3 della L.R. 1/2005, gli immobili dei proprietari non aderenti al consorzio. Art. 17 Progetto unitario convenzionato 1. E ammessa, in alternativa ai piani attuativi di cui agli artt. 15 e 16 delle presenti NTA, la presentazione di un Progetto unitario convenzionato, riferito all intera area individuata dal R.U., da sottoporre all approvazione da parte dell Amministrazione Comunale nei seguenti casi: - nelle aree individuate nelle schede degli interventi (Parte II NTA) laddove specificatamente 15

16 previsto; - nelle aree, non individuate nelle schede di cui sopra, per le quali è ammessa la ristrutturazione urbanistica. 2. Il progetto unitario convenzionato consente il rilascio dei relativi permessi di costruire o altri titoli abilitativi comunque denominati, previa approvazione in sede di Consiglio Comunale del progetto e successiva stipula della relativa convenzione che disciplina i rapporti tra i soggetti attuatori e l Amministrazione Comunale, convenzione che deve prevedere: - l impegno alla cessione gratuita delle aree necessarie alla viabilità pubblica ed agli spazi pubblici in misura prevista dal presente piano; - altri impegni contrattuali che il soggetto attuatore assume verso l amministrazione comunale; - alla realizzazione diretta delle opere di urbanizzazioni necessarie a rendere agibile l intervento edilizio. 3. Il procedimento di approvazione e realizzazione delle opere di urbanizzazione è disciplinato dall art. 80 delle presenti norme di attuazione. 4. Il contenuto del Progetto unitario convenzionato dovrà rispettare le indicazioni relative ai piani attuativi di cui all art. 16 delle presenti NTA. Art Permesso di Costruire Convenzionato 1. Il Permesso di Costruire Convenzionato è lo strumento d intervento diretto con il quale il soggetto attuatore sottoscrive una convenzione urbanistica con l amministrazione Comunale in cui si impegna: - alla cessione gratuita delle aree necessarie alla viabilità pubblica ed agli spazi pubblici in misura prevista dal presente piano; - altri impegni contrattuali che il soggetto attuatore assume verso l amministrazione comunale; - alla realizzazione diretta delle opere di urbanizzazioni necessarie a rendere agibile l intervento edilizio. 2. Il procedimento di approvazione e realizzazione delle opere di urbanizzazione è disciplinato dall art. 80 delle presenti norme di attuazione. Art Interventi diretti 1. Sono gli interventi previsti dalla vigente normativa in materia di edilizia che non necessitano di approvazione di piani e programmi. 2. Gli interventi diretti sono soggetti: - Permesso di Costuire - P.d.C. ai sensi dell art. 78 della L.R. 1/ Denuncia Inizio attività - D.I.A. ai sensi dell art. 79 comma 1 lettera a) della L.R. 1/2005 (c.d. superdia) - Segnalazione certificata di inizio attività - S.C.I.A. ai sensi art.79 L.R.1/2005 ad esclusione degli interventi di cui al punto precedente - Attività edilizia libera ai sensi dell art.6 del DLgs n. 380/2001 e successive integrazioni. Art. 20 Verifica dimensionale delle Schede degli interventi 1. La delimitazione delle aree da sottoporre a Piano attuativo, Progetto Unitario Convenzionato o 16

17 P.d.c. Convenzionato potrà subire una variazione, in termini di superficie, fino al 5% rispetto a quella individuata negli elaborati grafici e nelle normativa NTA Parte 2 - Schede degli interventi del Regolamento urbanistico per l adeguamento alla configurazione reale dei luoghi o ai confini catastali senza che ciò comporti variante al regolamento stesso. 2. La Sul derivante dalla superficie territoriale dell area in applicazione degli indici previsti per l area stessa non potrà subire variazioni in seguito alla diversa delimitazione dell area come sopra descritto. 3. In sede di presentazione di Piano attuativo dovrà essere verificata l eventuale Sul esistente assentita ai fini dell applicazione del cosiddetto credito edilizio di cui al successivo art. 24 delle presenti N.t.a.. 4. In caso di contrasto tra Sul esistente assentita e Sul esistente indicata nelle Schede degli interventi sono specificate le seguenti condizioni: 4.1 comparti di perequazione urbanistica: potrà subire variazione la ripartizione tra Sul di spettanza del soggetto privato e del soggetto pubblico; nel caso di aree di perequazione urbanistica extracomparto questa variazione potrà modificare l eventuale superficie di cessione di aree esterne al comparto; 4.2. comparti edificatori non perequativi: la Sul massima potrà subire variazioni esclusivamente in ragione della Sul derivante dal credito edilizio. 5. In sede di presentazione di Piano attuativo o Progetto Unitario Convenzionato l operatore dovrà, oltre a documentare la Sul esistente assentita, indicare, in relazione all area interessata, le nuove ripartizioni tra Sul di spettanza del soggetto privato e del soggetto pubblico, l eventuale modifica della cessione di aree esterne al comparto o, nel caso di piani non perequativi, la variazione della Sul massima prevista. Art Destinazione uso degli immobili 1. Le destinazioni d uso del Regolamento urbanistico in riferimento a quanto definito dalla normativa regionale per i beni immobili sono: a) residenziale; b) industriale e artigianale; c) commerciale; d) turistico-ricettiva; e) direzionale; f) di servizio; g) commerciale all ingrosso e depositi; h) agricola e funzioni connesse ai sensi di legge. 2. Sono stabilite, le corrispondenze tra le seguenti categorie di utilizzazioni e/o ad esse assimilabili e le destinazioni d uso di cui all art. 59 della L.R. 1/05. Residenziale Industriale e artigianale Abitazioni ordinarie. Abitazioni specialistiche. Abitazioni collettive. Artigianato di produzione di beni artistici o connessi con le persone e le abitazioni. Artigianato di servizio. Artigianato e industria di produzione di beni vari. Ricovero, manutenzione, riparazione e noleggio di veicoli 17

18 Commerciale Commercio all ingrosso e depositi Turistico-ricettive Direzionali Di Servizio terrestri su gomma. Cantieristica minore ricovero, manutenzione, riparazione rimessaggio e noleggio di piccole imbarcazioni. Cantieristica maggiore. Cantieristica con produzioni ad alto contenuto tecnologico. Zootecnia di carattere industriale. Acquacoltura di carattere industriale. Attività produttive agro-industriali. Attività estrattive: attività estrattive di combustibili solidi, liquidi e gassosi. Attività estrattive di altri minerali. Attrezzature tecnologiche a scopo produttivo-commerciale Raccolta, depurazione e distribuzione d acqua: captazione, adduzione e distribuzione d acqua potabile; captazione, adduzione e distribuzione d acqua non potabile. Esercizi di vicinato e servizi di pertinenza degli esercizi. Medie e grandi strutture di vendita, centri commerciali. Esercizi di somministrazione alimenti e bevande e servizi di pertinenza. Commercio al dettaglio carburanti. Strutture ricreative: teatri, cinematografi, locali di spettacolo, sale di ritrovo e da gioco, locali da ballo, grandi strutture di intrattenimento. Impianti scoperti e coperti per la pratica sportiva a scopo e commerciale. Mobilità meccanizzata: spazi di sosta, autorimesse, a scopo commerciale. Commercio al dettaglio ambulante in aree pubbliche. Commercio all ingrosso: esercizi commerciali all ingrosso; centri commerciali all ingrosso; mercati all ingrosso, Magazzini. Depositi a cielo aperto, esposizioni merceologiche. Alberghi, villaggi albergo, Residenze turistico-albergbiere. Campeggi e villaggi turistici. Aree di sosta attrezzate per roulotte e caravan. Parchi di vacanza. Case per ferie, ostelli. Esercizi di affittacamere, case e appartamenti per vacanze, Stabilimenti balneari e spiagge attrezzate. Attività direzionali. Uffici aperti al pubblico. Uffici privati e studi professionali. Poliambulatori. Ambulatori e centri di primo soccorso. Cliniche e ambulatori veterinari; ricoveri per animali. Centri di calcolo. Uffici giudiziari. Servizi educativi per la prima infanzia, scuole materne. Scuole primarie, scuole secondarie inferiori. Scuole secondarie superiori, scuole di formazione e di 18

19 perfezionamento professionale. Università. Centri di ricerca. Musei, sedi espositive. Biblioteche, archivi. Centri congressuali polivalenti. Strutture associative. Impianti scoperti e coperti per la pratica sportiva non a scopo commerciale, maneggi. Impianti per lo spettacolo sportivo. Impianti per attività ricreative ed espositive temporanee. Parchi urbani. Strutture religiose. Ospedali, cliniche, case di cura. Ospedali diurni ed altre strutture diurne. Attrezzature cimiteriali. Attrezzature militari. Caserme. Sedi carcerarie ed assimilabili. Mobilità pedonale: percorsi pedonali; percorsi ciclabili. Mobilità meccanizzata: parcheggi di scambio e di relazione, spazi di sostai autorimesse, non a scopo commerciale, percorsi carrabili. Mobilità meccanizzata: autostazioni. Mobilità ferroviaria: percorsi ferroviari. Stazioni e fermate ferroviarie, scali e attrezzature ferroviarie Mobilità tramviaria: percorsi tramviari; fermate. Mobilità acquea: percorsi acquei; spazi d ormeggio; spazi d ormeggio attrezzati, impianti portuali marittimi. Mobilità aerea: aeroporti; altre attrezzature aeroportuali. Attrezzature tecnologiche non a scopo produttivocommerciale. Agricola e attività ad essa connesse Ordinaria coltivazione del suolo. Attività selvicolturali. Attività di pascolo. Zootecnia: zootecnia di carattere familiare; zootecnia di carattere aziendale od interaziendale. Acquacoltura di carattere aziendale od interaziendale. Attività connesse con l agricoltura e/o l acquacoltura aziendali od interaziendali. Abitazioni rurali. Agriturismo. 19

20 CAPO II - PEREQUAZIONE URBANISTICA ED INDICI EDIFICATORI Art La perequazione urbanistica - definizioni 1. Il R.U. di Viareggio, in determinate aree, attua la perequazione urbanistica, ossia l equa distribuzione, fra i proprietari dei terreni e degli immobili interessati dalle trasformazioni urbane, dei vantaggi delle trasformazioni stesse in forma di diritti edificatori, e degli oneri correlati derivanti dalla realizzazione della parte pubblica della città e delle relative dotazioni territoriali. 2. L applicazione della perequazione urbanistica non riguarda tutto il territorio comunale, ma soltanto le aree così identificate: - TR (Aree di trasformazione urbanistica da recupero a prevalente destinazione residenziale art. 46 del R.U.). - TN (Aree di nuovo impianto a prevalente destinazione residenziale art. 49 del R.U.). La perequazione urbanistica non si applica nei seguenti casi: a. Dimensione del lotto, al momento dell adozione del R.U., inferiore a mq 5.000; b. Aree oggetto di avvio del procedimento, relativo a piani o a varianti al P.R.G. vigente. 3. Il R.U. riconosce, nelle aree di Perequazione urbanistica, il Credito Edilizio ovvero la quantificazione delle volumetrie assentite da demolire. 4. Il R.U. individua nella tav. B5 (Quadro previsionale strategico), come disciplinato dall art. 6, le zone da cedere al Comune di Viareggio esterne all area edificatoria. Art La perequazione urbanistica indici edificatori Definizione di SUL 1. Il R.U. stabilisce, per ogni UTOE ed in base agli indici di Piano Strutturale, le quantità massime di edificazione spettanti ai terreni sottoposti al regime di Perequazione urbanistica. 2. Gli indici edificatori sono stabiliti in Sul/St (Superficie utile lorda/superficie territoriale) in base ai seguenti indici prescritti nelle UTOE dal Piano strutturale: UTOE indice Territoriale (IT) > 1,8 mq/ mc corrisponde a Iut = 0,45 mq/ mq UTOE indice Territoriale (IT) = 1,5 mq/ mc corrisponde a Iut = 0,40 mq/ mq UTOE indice Territoriale (IT) < 1,5 mq/ mc corrisponde a Iut = 0,35 mq/ mq 3. L Indice di utilizzazione territoriale (Iut) indica la Sul (Superficie utile lorda) massima realizzabile per ogni mq di Superficie territoriale (St). 4. L indice territoriale privato (Ip) è misurato nella quota pari al 60% dell indice di utilizzazione territoriale (Iut). Art La perequazione urbanistica i meccanismi e le procedure 1. Le aree soggette a perequazione urbanistica sono suddivise in aree a perequazione intracomparto e aree a perequazione extracomparto (a distanza). 2. Il Credito edilizio (Ce) viene riconosciuto in entrambe le tipologie di perequazione ed è calcolato come quota pari al 20% della Sul assentita esistente sull area oggetto dell intervento di trasformazione. 2.1 Il Credito edilizio viene misurato in mq di Sul. 20

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