Pianta dell Aquila con le piazze di quartiere e di Terranuova Bracciolini con le quattro chiese.

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1 FORMIA di Ludovico Milesi Se consideriamo vero il fatto che la forma delle città riflette le ambizioni, i sogni, le aspirazioni dei cittadini che si concretizzano nella scelta dei temi collettivi, nella loro posizione nella città e nel loro aspetto, e se è vero che i sogni dell uomo sono a volte incerti e ambigui, avremo a Formia conferma di tutto questo. La stessa fondazione di una città porta con sé delle ragioni che si sedimentano e possono essere ricostruite leggendone la forma. Così all Aquila le moltissime piazze distribuite uniformemente nei quartieri sono la memoria degli abitanti dei novantanove villaggi che alla metà del Duecento si sono riuniti per fondare una nuova città dove da un lato la sua autonomia e concordia è ora rappresentata nella grande piazza principale e nella cattedrale, dall altro gli abitanti hanno a lungo mantenuto rapporti con i loro villaggi d origine replicando nella nuova città una piazza in ogni quartiere che simboleggi ancora adesso quel lontano legame. Troviamo una situazione simile a Salamanca, mentre in una città più piccola come Terranuova Bracciolini, fondata nel 1337 dai fiorentini, gli abitanti dei villaggi convenuti si sono accontentati di una chiesa in ciascuno dei quadranti in cui è divisa la città. Pianta dell Aquila con le piazze di quartiere e di Terranuova Bracciolini con le quattro chiese. Formia presenta invece una forma del tutto diversa: arrivando da Napoli si incontra la strada principale, degna di una grande città, con i suoi negozi di lusso, un centro commerciale, una galleria coperta, il giardino pubblico, e che termina nella piazza principale con la modesta facciata del palazzo comunale. Da qui la strada verso Roma è però un altra strada principale con negozi più ordinari ma sottolineata dal caffè e arredata da un filare di alberi. Se poi percorriamo la strada parallela verso la montagna troveremo un altra strada principale più modesta ma che attraversa l abitato da capo a capo legando in sequenza la piazza del mercato e la piazza della chiesa di Santa Teresa lungo il percorso dell antica via Appia. Infine verso Napoli, oltrepassata la piazza del mercato, una stretta strada principale con qualche ristorante era l antica strada del borgo marinaro di Mola. 1

2 La strada principale più importante e, a destra, il centro commerciale. La strada principale verso Roma, la strada principale della via Appia e la strada principale di Mola. Nelle grandi città, per loro natura suddivise in quartieri, è consueto avere molte strade principali distribuite in ciascuno di essi, ognuno con la strada dedicata ai negozi per i beni di consumo quotidiani, mentre la strada principale di tutta la città è sempre riconoscibile, solitamente legata alla piazza principale. Ma qui a Formia le strade principali si concentrano tutte nel breve spazio della zona centrale così che il loro grande numero e la loro lunghezza sono una palese trasgressione alla consuetudine delle città europee. Il fatto è che Formia nasce come città vera e propria nel corso dell Ottocento dall unione di due antichi borghi, quello di Castellone in alto sulle alture e quello di Mola disposto sul mare. Il primo prende il nome dall antico aspetto fortificato ed è ancora oggi riconoscibile dalle due porte-torri disposte agli ingressi. Mola è una doppia schiera di case lungo la via Appia con un castello turrito all estremità orientale, un tempo un avamposto militare di Gaeta con un castellano e una piccola guarnigione militare a sorvegliare la strada per Napoli. 2

3 Stampa del In primo piano Mola con la porta per Napoli e il castello. In alto a destra il borgo di Castellone con le mura. Certo il nome di Formia richiama ricordi mitici ma le tante antichità romane che ancora oggi affiorano dalla terra poco hanno a che vedere con la vita della città del presente. Esattamente come le rovine di Roma erano percepite dai viaggiatori medievali come mirabilia ma non rivestivano nessun significato per i cittadini tanto che le aree dei fori imperiali erano utilizzate per far pascolare le vacche. I fori di Roma con le vacche che pascolano. In realtà l antica Formia scompare quasi completamente dalla memoria nel tardo medioevo e i suoi territori sono popolati da borghi senza autonomia amministrativa dipendenti dal ducato di Gaeta. Al contrario la forma della città attuale è l esito della volontà di una società dinamica e intraprendente che nel 1862, all indomani dell unità d Italia, rivendica l antico nome della città romana per sottolineare con forza la propria stessa esistenza, ma allo stesso tempo, e questa è la prima ambiguità che notiamo, è una società che ha memoria di quell origine frammentata e incerta in borghi dispersi che riemerge ancora oggi nelle tante strade principali, come se tutte le antiche comunità finalmente riunite abbiano mantenuto un segno della loro antica esistenza in un tratto della città attuale. L invenzione di una città nuova comporta un progetto e la previsione dei temi collettivi che da quel momento rappresenteranno l esistenza e il rango sperato della nuova città: a Formia la prima operazione è stata infatti la costruzione di via Vitruvio, proprio la strada principale più ricca che accoglie chi arrivi da Napoli, inaugurata nel 3

4 1888, costruita con palazzi di notevole architettura ma che si conclude nella piazza principale davanti alla spoglia facciata del palazzo comunale. E se volessimo trovare gli altri temi collettivi di cui tutte le città sono dotate in realtà faremmo una certa fatica perché non sono mai stati costruiti: non il teatro, non la piazza monumentale, la chiesa cattedrale è solo la settecentesca chiesa conventuale di Santa Teresa e lo stesso palazzo comunale ha trovato posto nel convento carmelitano opportunamente rivolto verso la nuova strada principale ma senza alcuna cura di rinnovarne la facciata. Il palazzo comunale e la piazza antistante con il monumento ai caduti. Si evidenzia qui la seconda ambiguità di Formia. Da un lato la notevole cura della sfera individuale dei cittadini emerge nell exploit della strada principale con palazzi degni di una strada monumentale, ma anche nel quartiere occidentale delle ville più belle immerse nel verde tra la strada per Gaeta e la spiaggia che sembra replicare la disposizione di Posillipo a Napoli, sottolineato da una passeggiata sul mare come se fosse quella di Chiaia. Le ville affacciate sulla spiaggia e la passeggiata. Al contrario la sfera collettiva della città appare trascurata e rappresentata in modo incerto nella scarsità di temi collettivi consoni a una grande città come ora Formia è diventata. Certo le strade principali schierano palazzi anche di notevole ricchezza e i centri antichi di Mola e Castellone sono stati con il tempo restaurati perché inclusi nel programma dei centri storici, ma se i singoli edifici rappresentano nella loro qualità una società intraprendente e ambiziosa occorre rilevare che la città nel suo insieme non si è ancora dotata di temi adeguati al recente rango di città inventata solo centocinquant anni fa. 4

5 Pianta tematizzata. 5