LA RIPRODUZIONE SESSUALE UMANA NORMALE

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1 Note di Annarosa Luzzatto (*), con la collaborazione di Francesco Forti a cura della comunità di dicembre 2003 LA RIPRODUZIONE SESSUALE UMANA NORMALE Cos è la riproduzione sessuale? Sembra che tutti lo sappiano, ma non è così semplice come pare. Facciamo comunque un rapido ripasso. La riproduzione sessuale è l incontro e la fusione di due cellule, dette gameti. L uovo (o ovulo, ma è lo stesso) prodotto dalla donna, e lo spermatozoo, prodotto dal maschio. I gameti maturi si differenziano da tutte le altre cellule dell organismo perché hanno la metà del patrimonio genetico: ma attenzione, la metà come quantità, non come qualità, perché in tutte le altre cellule tutti i cromosomi (e quindi tutti i pezzi di cromosoma, detti geni, che portano i caratteri ereditari) sono presenti in due copie, una proveniente dalla madre (la copia presente nell uovo) ed una dal padre (la copia presente nello spermatozoo). I gameti, maschile e femminile, sono diversi e si comportano diversamente. Il gamete femminile, l uovo o ovulo appunto, è una cellula rotonda, praticamente incapace di muoversi, che contiene, oltre al nucleo con i cromosomi, tutto ciò che serve ad una cellula per vivere: mangiare, digerire, respirare e così via. Trattandosi di una cellula grossa, tonda e pigra, per proteggersi sarà ricoperta da uno strato relativamente spesso di sostanze protettive. Lo spermatozoo al contrario è un cellula leggera e mobile, contenente solo il nucleo coi cromosomi, una coda per nuotare nei fluidi delle vie genitali femminili, e ciò che gli serve per superare le protezioni dell uovo ed iniettarvi dentro il suo nucleo. Torniamo all uovo. Ma come mai nella donna, che pure ha due ovaie, in genere matura un uovo solo per volta? (*) Professore incaricato di Morfologia Sperimentale all'universià di Roma "La Sapienza" dal 1975 al 1980, dal 1981 al 1992 professore associato di Istologia ed Embriologia sempre presso "La Sapienza" di Roma. in questo periodo è stata anche professire incaricato, sempre di Istologia ed Embriologia, presso l'università della Tuscia (Viterbo). Dal 1992 al 2000 (data del pensionamento per motivi di salute) è stata professore di Biologia dello Sviluppo presso l'università Roma 3. Dal 1998 al 2000 è stata Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Scienze Biologiche sempre presso l'università Roma3. 1

2 Per prima cosa, una stranezza: nella donna, come del resto in tutte le femmine di mammifero, le uova sono già tutte pronte al momento della nascita. Anzi, sempre prima della nascita cominciano a maturare. Alla nascita si bloccano e aspettano aspettano che la bambina cresca, che diventi donna. A quel punto, la ragazza comincia ad avere il suo ciclo mestruale, che corrisponde ad una serie di eventi molto complessa: per prima cosa una ghiandola situata alla base del cervello (che coordina in realtà tutto il sistema ormonale in entrambi i sessi) invia alle ovaie l ordine di far maturare un oocita. Le ovaie sono due, ognuna contiene migliaia di ovuli pronti a maturare, ma il primo che comincia a maturare blocca la maturazione di tutti gli altri, così alla fine la donna produce un solo uovo maturo. Le cellule che circondano il piccolo uovo in crescita producono gli ormoni estrogeni, e gli estrogeni stimolano l ulteriore crescita dell ovulo e la preparazione della parete uterina. Quando l ovulo è maturo, si spinge verso la parete dell ovaio. Nel frattempo intorno all uovo si è accumulato del liquido che, gonfiandosi, produce una sorta di piccola esplosione. L uovo viene così sparato nelle tube, dove delle sottilissime ciglia lo muovono dolcemente verso l utero e poi verso l eventuale uscita. Nell ovaio resta una ferita, che si cicatrizza, e la cicatrice produce un altro ormone, il progesterone, che è detto ormone della gravidanza, perché prepara bene la parete uterina all eventuale impianto dell uovo fecondato. Se l ovulo non viene fecondato, viene espulso coi fluidi corporei dalla vagina, e la donna non se ne accorge, perché si tratta di una cellula grande circa un decimo di millimetro di diametro. L utero segnala che non c è stato impianto, il progesterone non viene più prodotto e tutto ricomincia da capo. La parete uterina, che era pronta per l eventuale impianto, si sfalda e perde il suo rivestimento. I vasi sanguigni dell utero si trovano quindi esposti all esterno e sanguinano, così si ha la mestruazione. Naturalmente col ricominciare del ciclo la parete uterina si ricostituisce, per cui, in teoria, la mestruazione dovrebbe essere breve ed indolore. Se invece nelle tube (in alto, vicino all ovaio: gli spermatozoi hanno l abitudine di nuotare controcorrente, ed i fluidi nelle tube si muovono verso il basso) l uovo incontra un numero sufficiente di spermatozoi (uno solo entrerà e feconderà l ovulo, ma ce ne vogliono molti per aiutare quell unico a superare le barriere protettive dell uovo stesso) questo uovo fecondato, o preembrione, come ha stabilito di definirlo negli anni 80 il comitato etico dell American Fertility Society, definizione poi accettata da tutta l Organizzazione Mondale della Sanità, scivolerà lentamente verso l utero, dividendosi in più cellule. Quando le cellule sono circa 16 si parla di blastocisti, perché la pallina di cellule contiene al centro del liquido, come appunto una piccola cisti. Questa blastocisti raggiunge l utero e, se è fortunata, tocca la parete uterina e comincia a scavare, sino a nascondersi sotto la mucosa, a diretto contatto coi vasi sanguigni della madre. A questo punto l utero segnala (con ormoni detti gonadotropine) che l impianto è avvenuto, il corpo cicatriziale dell ovaio che produceva progesterone continua a produrlo, e così la gravidanza, se tutto va bene, procede. 2

3 COSA CAMBIA, IN QUESTE FASI, NELLA RIPRODUZIONE ASSISTITA? Nella maggior parte delle forme di riproduzione assistita, la fecondazione avviene al di fuori del corpo della madre. Per poter fecondare un ovulo al di fuori del corpo materno, bisogna prima di tutto procurarsi in qualche modo ovuli e spermatozoi, da mettere nella famosa provetta. Come ci si possano procurare gli spermatozoi, non è molto difficile da immaginare, e quindi non c è bisogno di descriverlo. Difficile è invece procurarsi gli ovuli. Abbiamo detto che, in condizioni normali, matura un solo ovulo alla volta, poi cade nelle tube (anzi, nella tuba, in una sola, a caso) e quest ovulo è grande come una punta di spillo: nessuno sarà mai in grado di intercettarlo. E allora, come si procede? Si sottopone la donna ad iperstimolazione ormonale. Questo significa che, per circa quindici giorni, le si iniettano ormoni particolari che le alterano completamente il normale ciclo ormonale, e fanno sì che invece di un ovulo ne maturino contemporaneamente parecchi, anche più di una decina. Negli ultimi otto giorni circa la donna starà ricoverata in ospedale, sotto continuo controllo ecografico, perché gli ovuli, con tecniche più o meno invasive, devono essere aspirati dall ovaio prima che cadano nelle tube, dove nessuno sarebbe più in grado di trovarli. Per la donna, questa operazione non è innocua: l iperstimolazione altera tutto il suo equilibrio ormonale, il suo corpo si gonfia..e se tutto va bene, con le opportune cure la donna si rimette presto. In alcuni casi però la situazione si aggrava, le ovaie reagiscono troppo alla stimolazione gonfiandosi e diventando fragili. Questa malattia, nota come sindrome da iperstimolazione ovarica, può, a seconda della gravità, regredire rapidamente con cure. Raramente, in casi gravissimi, la donna potrebbe anche rischiare la vita, e in questo caso i medici asportano chirurgicamente entrambe le ovaie. Per fortuna, si tratta di una sindrome molto rara, ma certo, se la stimolazione ormonale deve essere ripetuta più volte PER NON RIPETERE L IPERSTIMOLAZIONE ORMONALE Essendo l iperstimolazione ormonale pericolosa per la donna, in tutti i paesi del mondo si cerca di evitare di doverla ripetere. Si fecondano quindi parecchie uova e le si fanno arrivare in provetta allo stadio di blastocisti. A questo punto si fanno tutte le indagini per riconoscere gli embrioni più sani, e di questi se ne reimpiantano uno o due, mentre gli altri si congelano. La probabilità che i preembrioni attecchiscano variano tra il 25 e il 50%. Quindi se va bene al primo tentativo, siamo a posto (naturalmente la legge deve tutelare i preembrioni rimasti) altrimenti si procede ad altri tentativi con gli embrioni congelati. Col ripetersi dei tentativi, la probabilità che alla fine un embrione attecchisca e cominci una normale gravidanza diventano molto alte. 3

4 COSA DICE LA NUOVA LEGGE ITALIANA Articolo 14. TRADUZIONE (Limiti all applicazione delle tecniche sugli embrioni) 1. È vietata la crioconservazione e la soppressione di embrioni, fermo restando quanto previsto dalla legge 22 maggio 1978, n Le tecniche di produzione degli embrioni, tenuto conto dell evoluzione tecnico-scientifica e di quanto previsto dall articolo 7, comma 3, non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre. Gli embrioni che si ottengono dopo ogni iperstimolazione ormonale non possono essere conservati, ma impiantati subito. Ovviamente, se non attecchiscono la prima volta, bisogna ricominciare tutto da capo, con una nuova iperstimolazione ormonale. Ribadisce la posizione del punto precedente. Pone un limite massimo di tre embrioni da impiantare. Dato che non esistono embrioni di riserva congelati, per aumentare le probabilità di successo è probabile che vengano impiantati tre embrioni. Nel caso di un parto trigemellare, la probabilità di malformazioni in uno o più dei gemelli sale al 20%. 3. Qualora il trasferimento nell utero degli embrioni non risulti possibile per grave e documentata causa di forza maggiore relativa allo stato di salute della donna non prevedibile al momento della fecondazione è consentita la crioconservazione degli embrioni stessi fino alla data del trasferimento, da realizzare non appena possibile. In questo articolo si consente il congelamento degli embrioni, ma sempre di quei tre da reimpiantare subito. Questo vale semplicemente per consentire alla donna che malauguratamente fosse stata vittima della sindrome di iperstimolazione ormonale di guarire e poi farsi reimpiantare i suoi embrioni (al più presto). 4. Ai fini della presente legge sulla procreazione medicalmente assistita è vietata la riduzione embrionaria di gravidanze plurime, salvo nei casi previsti dalla legge 22 maggio 1978, n I soggetti di cui all articolo 5 sono informati sul numero e, su loro richiesta, sullo stato di salute degli embrioni prodotti e da trasferire nell utero Se per caso la donna, cui fossero attecchiti tutti e tre gli embrioni impiantati, decidesse, per evitare la nascita di bimbi malformati, di abortirne uno per proseguire una gravidanza gemellare, molto meno pericolosa, le è vietato farlo. I soggetti, cioè i genitori, sono informati, se vogliono, sullo stato di salute dei loro preembrioni da trasferire in utero. Nel caso fossero affetti da patologie o malformazioni, non importa, saranno trasferiti ugualmente, dato che non possono in alcun caso essere soppressi. Secondo questa legge quindi gli ovuli fecondati devono essere impiantati in utero subito tutti. Se il primo tentativo fallisce si deve quindi ricominciare tutto da capo, compresa la pericolosa stimolazione ormonale della donna. L IMPIANTO Il termine preembrione, accettato a livello internazionale, non è riconosciuto in Italia, in quanto la nuova legge conferisce caratteristiche e valori di persona sin dall uovo fecondato. Va sottolineato che i sostenitori dell essere persona anche di un uovo fecondato, sostengono che lo sviluppo è un evento continuo, senza elementi netti di discontinuità. Anche se qui non vogliamo parlare di quel che succede in seguito, è evidente il salto netto che avviene nel momento dell impianto in utero: prima abbiamo un grumo di cellule più o meno uguali tra loro e assolutamente incapaci di vita autonoma (il preembrione, che è così chiamato dal momento della fecondazione sino alla blastocisti). Solo dopo l impianto (che è casuale anche in condizioni naturali), quel primo grumo di cellule (la blastocisti) è capace di proseguire il suo sviluppo prima in embrione e poi in feto. 4

5 Inoltre, se un uovo fecondato ha già diritto ad essere difeso come un essere umano, anche contro la sua stessa madre (obbligo dell impianto in ogni caso, e divieto alla donna di mutare opinione) certo questo diritto risulterà ancora più valido per un feto di 12 settimane, e quindi verrebbe a decadere la legge che autorizza l aborto, come del resto ha affermato Andreotti sul Corriere della Sera del 12 corrente mese. dl Senato Norme in materia di procreazione medicalmente assistita Capo I: PRINCÌPI GENERALI Articolo 1. (Finalità) 1. Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. Articolo 14. (Limiti all applicazione delle tecniche sugli embrioni) TRADUZIONE Precisazione che si può ricorrere alla procreazione medicalmente assistita, solo nei casi di sterilità o infertilità. Va sottolineato che si parla di diritti da assicurare a tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. Il termine soggetto può generare equivoci, ma, leggendo il testo, si comprende chiaramente che il termine soggetto indica persone umane, che hanno quindi diritti giuridici tipici delle persone. Eliminare un uovo fecondato equivarrà quindi, più o meno, all eliminazione di una persona. Questo articolo è già stato esaminato nel paragrafo precedente CHI FACEVA RICORSO ALLA PROCREAZIONE ASSISTITA E chiaro che alla procreazione assistita ricorrevano coloro che non riuscivano ad avere figli. Oltre a questa categoria di persone, ricorrevano alla procreazione assistita anche le coppie che sapevano di essere portatori di malattie genetiche, che potevano trasmettere ai loro figli. Queste coppie ricorrevano alla procreazione assistita quando la malattia genetica era diagnosticabile nel preembrione, come per esempio l anemia mediterranea endemica in Sardegna, che in tal modo era stata praticamente debellata. A queste coppie il ricorso alla procreazione assistita viene ora vietata. MISURE DI TUTELA DELL EMBRIONE Articolo 13. (Sperimentazione sugli embrioni umani) 2. La ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell embrione stesso, e qualora non siano disponibili metodologie alternative. 3. Sono, comunque, vietati: b) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell embrione o del gamete ovvero a predeterminarne caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche, di cui al comma 2 del presente articolo; TRADUZIONE La ricerca sull embrione (o preembrione) è consentita solo se serve ad assicurare la salute e la sopravvivenza di quel preciso embrione, e basta. La selezione a scopo eugenetico, intesa a produrre una specie di superuomini, va ovviamente vietata. Ma che sia anche vietata la scelta di produrre bambini sani, e debbano venir impiantati anche ovuli che certamente daranno origine a bambini anche molto gravemente malati, se non addirittura incapaci di sopravvivere, appare una aberrazione. PROBLEMI CLINICI E SCELTE SOCIALI In questa nota sono stati elencati i punti nei quali questa legge presenta degli obblighi e dei divieti che possono influenzare la salute della madre o del bambino, e cioè: 5

6 1. Per la madre: iperstimolazione ormonale ripetuta (perché non si possono conservare embrioni per tentativi successivi, o per avere altri bambini) con grave danno per la salute della donna. 2. Per i nascituri: obbligo di impianto di preembrioni che già si sa che sono gravemente compromessi, e dai quali nascerà certamente un bambino malato o addirittura incapace di sopravvivere. 3. Per le coppie: divieto di ricorrere alla fecondazione assistita per evitare la nascita di bambini malati, mentre la precedente legge sull aborto consentiva, giustamente, che i bambini non vitali o portatori di gravi patologie potevano essere abortiti. Va però sottolineato che, oltre a tutto, questa legge, oltre a tutto il resto, considera la procreazione assistita un lusso, e quindi deve essere eseguita a spese dei pazienti: Capo II ACCESSO ALLE TECNICHE Articolo 4. (Accesso alle tecniche) Articolo 6. (Consenso informato) TRADUZIONE 2. Alla coppia devono essere prospettati con chiarezza i costinon viene esplicitamente detto che la coppia deve pagare. economici dell intera procedura qualora si tratti di strutture Il medico però deve fornire il preventivo: quindi la coppia private autorizzate. deve pagare tutte le spese. Con questa norma si fa una netta distinzione tra ricchi e poveri. Per i poveri, la procreazione assistita sarà in ogni caso troppo costosa, anche negli ospedali italiani. Per i ricchi, che in ogni caso dovrebbero pagare somme non indifferenti, sarà più semplice fare un viaggio all estero, in paesi in cui la procreazione assistita è regolata da leggi che garantiscono la salute della madre e dei concepiti. CONSIDERAZIONI FINALI Non riporto qui tutte le limitazioni, molte delle quali discutibili, sulle categorie di persone che possono accedere alla procreazione assistita secondo questa legge. Quello che volevo sottolineare era che si tratta di una legge che, invece di garantire la salute di madri e concepiti, la mette a rischio, e questo è inaccettabile. Qui di seguito alleghiamo l intero testo della legge, nella versione approvata al Senato, per chi volesse conoscerne in dettaglio tutti i particolari. Copyright Il copyright di questo testo è libero. Chiunque può riprodurlo. Unica condizione: mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da Condizioni per riprodurre i materiali Tutti i materiali, i dati e le informazioni pubblicati all'interno di questo sito web sono "no copyright", nel senso che possono essere riprodotti, modificati, distribuiti, trasmessi, ripubblicati o in altro modo utilizzati, in tutto o in parte, senza il preventivo consenso di perlulivo.it, a condizione che tali utilizzazioni avvengano per finalità di uso personale, studio, ricerca o comunque non commerciali e che sia citata la fonte attraverso la seguente dicitura, impressa in caratteri ben visibili: Ove i materiali, dati o informazioni siano utilizzati in forma digitale, la citazione della fonte dovrà essere effettuata in modo da consentire un collegamento ipertestuale (link) alla home page o alla pagina dalla quale i materiali, dati o informazioni sono tratti. In ogni caso, dell'avvenuta riproduzione, in forma analogica o digitale, dei materiali tratti da dovrà essere data tempestiva comunicazione al seguente indirizzo scrivi@perlulivo.it, allegando, laddove possibile, copia elettronica dell'articolo in cui i materiali sono stati riprodotti. 6

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