SCUSI, DOV È LA PARROCCHIA?
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- Tito Fadda
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1 114 marzo-aprile 2013 (xxiii) La parrocchia nel vento nuovo del Concilio SCUSI, DOV È LA PARROCCHIA? Una sera, con un gruppo di quando non è amabile: in me, con il sacerdote che vi amici a rispolverare - è che misura ci rapporta con risiedeva in modo stabile. proprio il caso di dirlo dopo il mondo? Testimonianze di questa cinquant anni - i grandi documenti C era una volta la par- epoca sono le pievi, luoghi del Concilio, mi colpivarocchia... dove la gente si radunava no le parole che introducono Il cristianesimo si era sviluppato nei giorni di festa, vendeva il documento sulla chiesa, definendo nelle città dove il e scambiava i prodotti della questa sacramento o vescovo e i sacerdoti vivevano terra, perché lì si custodivano segno e strumento dell intima insieme. Successivamente l attenzione campioni di pesi e misure, unione con Dio e dell unità di delle comunità cri- si intessevano relazioni e ci si tutto il genere umano. stiane si era rivolta alla gente riuniva in assemblea. La chiesa segno e mezzo che viveva nelle campagne. Presso la pieve si faceva per vivere l unione con Dio Per molto tempo il missionario scuola e nell Hospitale si e con gli uomini! andava nei villaggi, offriva accoglienza al pelle- Impossibile non chiedersi: ma faceva ritorno in città a grino e allo straniero. è segno la nostra comunità? vivere insieme al vescovo e Alla domenica, la plebs, Come vive essa questa capacità? al presbiterio, perché era im- cioè il popolo (da qui, appun- Quale preoccupazione pensabile che la chiesa non to, pieve) vi si recava per c è per gli altri? Se la chiesa vivesse la comunione di vita. la messa; qui si riceveva il è segno dell amore di Dio, Col tempo, queste succursali battesimo, ci si sposava e, egli ama il mondo anche divennero autono- nell attiguo cimitero, si era Pieve Romanica in Garfagnana Gita Parrocchiale, aprile 2009 informazioni della comunità parrocchiale di san martino d albaro via lagustena 33 tel genova Tanto più si è vicini a Dio, quanto più si è gratuitamente per il mondo. Vito Mancuso sepolti, perché la pieve era lo spazio della vita. Anche in città le cattedrali occupavano spesso gli spazi centrali, influenzando la vita sociale. Intorno alla chiesa ruotava la vita. Essa era il segno della sua attenzione all uomo. Con il tempo, la realtà ha iniziato a cambiare per le immigrazioni interne, per la mobilità sociale, per il pendolarismo e la parrocchia non è più stata capace del primitivo slancio missionario, riducendosi a struttura di conservazione. Con il vento nuovo del Concilio, infatti, si cominciò a parlare della necessità di passare da una pastorale di conservazione a una pastorale di evangelizzazione. Lo testimoniano tutti i documenti dei vescovi, che hanno accompagnato in questi decenni il cammino delle comunità cristiane. Con un mondo sempre più lontano (il Decimonono ricordava qualche tempo fa che, nel 2011, pur in un mare di convivenze, i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi; qualche bambino incomincia a non essere più battezzato...) la parrocchia ha perso il suo ruolo primordiale, anche se continua a essere insostituibile. Come, in quegli anni lontani, sarebbe difficile pensare a percorsi per chi non crede o fa fatica a credere? 1
2 Come sarebbe nuova una pastorale che, senza dimenticare i vicini, spendesse molte energie verso coloro che non frequentano i nostri circuiti ecclesiali! Perché non attingere in ogni parrocchia a quella grande intuizione del Card. Martini con la Cattedra dei non credenti? Si parla di vicini e lontani. Da chi? È istintivo affermare che gran parte della gente è indifferente e lontana rispetto a Gesù... ma quale Gesù? Quello che ha percorso le strade della Palestina, oppure quello che testimoniamo oggi? Per Gesù sempre in cammino, esistevano i lontani? Non posso allora non pensare a un ritorno ai primi tempi, a un esperienza di chiesa in cui si dia grande importanza alle persone, soprattutto a chi è fuori, non per fare proseliti, ma per condividere la vita bella del vangelo. Non posso non ricordare il momento in cui Pietro (non uno qualunque!) si accorge che il vangelo può essere offerto non solo agli ebrei, ma anche ai pagani; e con gioia dice:... sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi teme e pratica la giustizia... è a Lui accetto. Potrebbe diventare questa la nostra esperienza, rendendo lode a Dio per il dono di essere suoi messaggeri, offrendo la gioia di credere, di cui abbiamo tutti bisogno? Don Adriano Pieve San Lorenzo in Toscana PARLIAMONE UNA MAMMA COME TE Avevo chiesto ad un amica se si sentiva di rispondere alla lettera che le avevo inviato, era quella di una mamma, malata come lei, di sclerosi multipla in stato avanzato. Qui sotto la risposta della mamma all altra mamma. La propongo per questa Quaresima al fine di fermarci un momento a riflettere. 27 marzo Domenica delle Palme Cara mamma, ho saputo da Carla, nostra comune amica, che la tua lunga malattia è, ogni giorno, più pesante da sopportare. E la quaresima che vi vi insieme al Signore, ogni giorno richiede uno sforzo... ma c è Lui vicino a te, come compagno di cammino. Anch io sono una mamma come te e non ho parole da dirti, posso solo prenderti per mano e accompagnarti nella piccola chiesetta davanti a casa mia, metterci spiritualmente davanti a Gesù in Sacramento, perché solo Lui può parlare al tuo cuore e dirti le parole che non passano mai. Ecco, Signore, siamo qui, davanti a Te, noi due mamme, ci teniamo per mano e non abbiamo più niente da chiederti e da dirti, ormai ci sembra che tutte le parole le abbiamo usate, che tutti i perché te li abbiamo chie sti. Siamo qua, in silenzio, solo per ringraziarti di tutto quello che ci hai dato e ci hai tolto e per quello che an cora ci chiederai, anche se non sappiamo che cosa sarà. La nostra vita, la no stra famiglia, i nostri figli, la nostra sofferenza, tutto appartiene a Te e sappiamo che attraverso loro abbiamo imparato a credere, ad amare e perdonare, abbiamo scoperto che questo è lo scopo della nostra vita. Proteggi i nostri figli che sono la cosa più importante che Tu ci hai affidato, sono il motivo della nostra vita, sono la nostra vita stessa! È per questo che oggi, siamo qui davanti a Te per ringraziarti. Grazie, Signore, perché questa malattia ha colpito noi e non i nostri figli. Signore, preservali da ogni male! Noi te li affidiamo e ti offriamo con gioia la nostra sofferenza. Ti preghiamo: illumina le menti di chi studia per vincere queste malattie così invalidanti, affinché le prossime generazioni non le contraggano più. A noi, Signore, concedi che possiamo stare con i nostri figli ancora un po, fino a quando avranno bisogno di noi. Grazie, Signore!. Cara mamma, io so che per i tuoi figli sei molto importante, perché fai loro anche da papà; il Signore ascolterà questa nostra preghiera. In questa ultima settimana di Quaresima, facendo la Via Crucis ci teniamo per mano e lo accompagniamo come le donne di Gerusalemme. Lui accoglierà la nostra offerta e quella di ogni mamma, perché Maria madre di tutti i bambini del mondo, intercederà per il bene dei nostri figli. Ti auguro una Pasqua di gioia, insieme a loro, e ti abbraccio. ROSANNA, 2 una mamma come te, di Mantova. Non posso fare a meno di terminare questa briciola di Quaresima riportando la breve meditazione che fu letta nel 1988 all VIII stazione della Via Crucis al Colosseo. LE DONNE DI GERUSALEMME PIANGONO CON GESÙ Gesù non ha avuto nemici fra le donne. Una sconosciuta versa sulla tua testa un prezioso profumo: consacrazione messianica; una prostituta bagna con le sue lacrime i tuoi piedi e li asciuga con i suoi capelli, per il suo amore e con la tua morte, tu la benedici ( ) Ora le donne ti accompagnano e piangono, ma tu dici loro: Piangete piuttosto su di voi e sui vostri figli. Il mondo è pieno delle lacrime delle madri, le donne folli della piazza di Maggio e quella poetessa russa che per diciassette mesi aspettò davanti alle prigioni. Il mondo è pieno delle lacrime delle madri alle quali la droga, i soldi o la fame hanno rubato i figli. Rachele non vuole essere consolata, continua il massacro degli innocenti, di quelli che non si vogliono far nascere. Risuscita, risuscita, risuscita tutti i nostri figli. Donaci la tua linfa, legno verde, affinché la Donna vestita di sole e tutte le donne, partoriscano una terra sulla quale possa scendere la nuova Gerusalemme. (testo di Olivier Clement) Con questo: RISUSCITA - RISU- SCITA auguro BUONA PASQUA 2013 IN PACE CON TUTTI. Carla Zichetti Via Lagustena 146 / Genova tel
3 Proviamo a riflettere UN SOLO PRETE: QUANTI LAICI? Periodo di cambiamenti, questo che stiamo vivendo, a tutti i livelli. Anche la nostra comunità di San Martino ne è stata coinvolta: con la partenza di don Daniele, don Adriano è rimasto solo a fronteggiare le tante necessità quotidiane in una Parrocchia di abitanti. In realtà sapevamo bene - don Adriano più di tutti - che un fatto del genere doveva essere messo in preventivo, vista la diminuzione crescente del numero dei sacerdoti nella nostra Diocesi. Resta la speranza che uno dei giovani che nel prossimo giugno saranno ordinati preti venga assegnato alla nostra Parrocchia, ma non possiamo cullarci su questa prospettiva e aspettare tempi migliori. E allora, che cosa fare? Una prima cosa possibile a ognuno di noi è dimostrare nei fatti la nostra vicinanza a don Adriano: come tutti, deve fare i conti con le forze che con l età diminuiscono (esattamente come capita a noi), con la fatica, le preoccupazioni, la necessità di dare priorità giuste ai tanti impegni...; come tutti, può ricevere forza e incoraggiamento dalla consapevolezza che la sua fatica è compresa e condivisa. Ma non basta: i tempi ci dicono che è urgente cambiare mentalità. Quando in una parrocchia come la nostra c erano tre preti fissi e due o tre cappellani di rinforzo (mi riferisco a quando ero ragazza), ci si poteva permettere il lusso di reclamare un prete sempre a disposizione, anche se già allora era una pretesa sbagliata. Oggi dovremmo imparare a distinguere ciò che è proprio del prete e dei suoi compiti specifici e ciò che è proprio della comunità nel suo complesso, e quindi dei laici. Non è giusto che un parroco debba impiegare tanta parte del suo tempo a preoccuparsi di problemi materiali (lavori ordinari e straordinari, prati- che d ufficio ecc.) a scapito del suo ministero. Negli Atti degli Apostoli si narra che, nella Chiesa delle origini, furono istituiti i diaconi (scelti tra i laici), per far fronte alle necessità di intervento a favore dei poveri: in questo modo gli apostoli Orizzonte potevano dedicarsi a tempo pieno alla predicazione. Dovremmo tornare a quello spirito: se ognuno di noi contribuisse con le sue capacità, grandi o piccole, alla vita della Parrocchia, questa diventerebbe, più di quanto sia adesso, un luogo dove fare esperienza di comunità: con tanti limiti, certamente, ma anche con la gioia di una fede condivisa con molti e tradotta in pratica, pur nelle inevitabili manchevolezze. Forse questa è la via per superare tante difficoltà che ci tengono ai margini o in una posizione critica che, se non si traduce in proposte concrete e in vero impegno personale, non porta alcun frutto. Le circostanze attuali, in sé negative, potrebbero diventare provvidenziali se fossero occasione per una seria riflessione comune e un impegno rinnovato. Laura Consiglio Pastorale News - 15/01/2013 Il Consiglio Pastorale del 15 gennaio 2013 ha affrontato in modo particolare due ambiti, entrambi di grande importanza per la vita della nostra Parrocchia: ü Progetto per la pastorale giovanile. Don Daniele ha esposto i principi guida concordati con l équipe degli educatori, che hanno permesso a tutti di intervenire in una condivisione molto intensa. Si è deciso di continuare il lavoro con la stesura di una parte applicativa del progetto, articolata secondo i vari livelli di età. Il lavoro è stato affidato all équipe educativa e a tre membri del Consiglio, che si sono dichiarati interessati e disponibili. ü Iniziative per l Oratorio. Si sono esaminate le proposte di attività per ragazzi e adulti emerse nell incontro di martedì 8 gennaio grazie alla disponibilità di alcune persone: doposcuola per i ragazzi delle medie; giochi e tornei organizzati; attività teatrale; incontri culturali; piccola biblioteca... Si comincerà gradualmente, per misurare le forze, ma con determinazione. Da segnalare la disponibilità di tre volontari per la pulizia dell oratorio e di altri tre per le piccole manutenzioni, sempre necessarie. 3
4 Lettera a D... Persone che anche se quasi sempre vestite di nero sono simili all arcobaleno Esistono persone capaci di colorare ogni foglio... capaci di riaccenderti il sorriso anche nei giorni in cui non ti sembra di aver nulla, o quasi, per cui sia naturale sorridere. Ci sono persone che, se anche vestite quasi sempre di nero, sono simili all arcobaleno. Chiedetelo ai bambini, loro sanno di cosa sto parlando. Noi adulti spesso abbiamo perso la capacità di vedere tanti colori... non tutti dico, per fortuna... Ci sono persone differenti... nascono differenti, scelgono strade differenti... camminano sentieri meno battuti, per questo sono diversi... soffrono forse più di noi, sono sensibili forse più di noi, sanno capire più di noi. Molti li adorano, altri non li capiscono, e, purtroppo, non li capiranno mai...è un peccato, vero D.?!... Beh, sono passati veloci, velocissimi questi anni, insieme a me e ai miei amici hai camminato, cantato, pedalato, pregato e hai cercato di regalarci, a modo tuo, Speranza nel futuro e Amore per Gesù. Niente di più vero, nulla di più presente nelle tue parole: quanto volessi bene al Signore, più che a un amico, a un compagno di viaggio, a un fratello, come se fosse con noi, sul serio, seduto in cerchio. Per te era così, per te è così. Questa è la tua vera Partenza: in quegli occhi, quel giorno, dall altare, ci spiegavi che era arrivato il tempo di andare. Tutto qui. Punto, come dici tu. Il resto ora conta poco... parole, discorsi, errori, gioia, rimpianti, sorrisi, catechesi, riunioni... tutto sembra perdere significato... sembra... ma non è così... Oggi è lunedì, la tua Fiesta non c è più... e manca tanto la tua voce in piazzetta... non sei in Chiesa a pregare con il cappello di lana in testa, non sei in giro a parlare con qualcuno, non sei a prendere il cappuccino e a berlo cucchiaino dopo cucchiaino, non sei a una delle tue mille riunioni, non stai neanche andando in ritardo, come sempre, da qualcun altro mentre avevi appuntamento con me dieci minuti fa... sei con te stesso da qualche parte, ma non importa dove, l importante è che tu stia bene. Per me, per noi, conta solo questo. Altri ora devono conoscerti, apprezzarti e volerti bene. Tu devi avere altri... conoscerli e amarli... il Vangelo era cristallino domenica: niente tende sulla montagna, si va in mezzo alla gente, so- l B b d q p s e a Ragazzi per Donda L allegria e la spensieratezza che mi hai trasmesso nelle varie esperienze vissute assieme saranno dei punti fermi che arricchiranno la mia crescita e la mia vita nella comunità. Mi mancherai tanto, ma la tua amicizia rimarrà per sempre. A presto. Ti voglio bene Don Alessandra M i hanno detto di scriverti... ci ho provato ma è davvero difficile. Scrivere non mi piace, per lo stesso motivo farei a meno di parlare: le parole sono vuote. Neppure le più belle, le più profonde, le più appassionate hanno la capacità di esprimere il casino di sensazioni che proviamo quando pensiamo o ricordiamo. Nelle parole leggo il tuo sorriso e la gioia con cui affronti il mondo ogni giorno, ci leggo le emozioni che ho provato grazie a te... tu leggici quello che vuoi, se riesci, anche di me. Enrico Grazie, Don Daniele, per questi sei anni assieme! Grazie per esserti messo in gioco, fin dal principio, dedicando tempo e passione alla scoperta di questo nostro mondo. Grazie per avere aperto totalmente il tuo cuore a ogni ragazzo che te lo chiedeva, e anche a coloro che erano più restii a farlo. Grazie per aver dedicato il tuo tempo, il tuo entusiasmo e il tuo essere bambino alla comunità capi, che da te ha ricevuto moltissimo e che, spera, di averti lasciato qualcosa. Grazie davvero da tutti noi per ogni singolo pezzo di strada fatta assieme fino a qui!! Ho conosciuto don Daniele Ho conosciuto don Daniele, non ricordo come, né dove: mi capita spesso, con le persone a cui voglio bene, che l impressione che conta non sia la prima, ma quella che viene dopo. E tutte le impressioni sommate hanno formato, nel mio cuore, il ritratto di una persona che, anche se in maniera non proprio ortodossa, mi ha insegnato cosa significa seguire le orme del Vangelo, quando mi ha trascinato, più che accompagnato, nell attività di educatore. Se non fosse stato per questo piccolo, ma grande, viceparroco, avrei forse trovato un altra strada, ma non sarei circondato da amici sinceri e ragazzi motivati. In uno dei tortuosi viaggi in macchina verso Belpiano, sede del terzo campo fatto assieme, mi ha raccontato di come avesse maturato la scelta di entrare in seminario. C era una forza tale, nelle sue parole, da farmi L incertezza del futuro, a volte, ci porta a tralasciare i momenti magici. Con questo piccolo gesto... rendo vivo il tuo ricordo che sarà sempre in me. Ti voglio bene! Fabiana c d t m s n s n l s P c t l c p v m e q l p 4
5 lamente un po di tempo per riposarsi. Bisogna essere buona farina per essere buon pane per gli altri, no? Grazie D... per quello che hai fatto, detto, pensato per questa gente, per questa Parrocchia... per le preghiere, per i sorrisi, per averci saputo conoscere, capire e perdonare. Grazie per essermi stato amico, D.! Grazie per averci sposato! Buona Strada! Gugu & Silvia credere che, se avessi voluto, avrei davvero potuto smuovere le montagne, solo prendendo in mano la mia vita, come ha fatto lui, con la sua forza di volontà e il suo spirito. A volte abbiamo litigato, fino a non poterne più. Ma dalle discussioni nasceva il bisogno di riavvicinarci e chiedere perdono. Don Daniele è così: sembra che la sua anima sia troppo grande per stare in un corpicino così piccolo. Per questo continuo a pensare a come cercava di dare il meglio per tutti: Ci pensa Gesù era spesso la risposta alle richieste di noi educatori. Non so se Gesù ci abbia davvero pensato, ma so per certo che ho visto quanto cuore don Daniele mettesse in tutto ciò che faceva, e penso che, forse, lui sia una di quelle persone che, nel perseguire la loro missione, ci fanno vedere un piccolo spiraglio di Paradiso. Marco Buon viaggio hermano querido e buon cammino ovunque tu vada, forse un giorno potremo incontrarci di nuovo lungo la strada. Anna San Martino, quartiere di persone speciali, che possono rinascere prima di morire. Un giorno della vita, dopo avere già scoperto di non essere fisicamente immortali - il che è già un bel passo avanti - ci si potrebbe accorgere della vecchiaia e di appartenervi. Lo dicono gli sguardi nuovi, adattati alla circostanza, che esprimono, ora, un misto di commiserazione, di però come sei cambiato, di sarai mica rimbambito, o, quando va bene, di premurosa tenerezza. Non gli stessi sguardi, che, nel pezzo di vita precedente, erano acutamente critici e indagatori, pronti ad abbracciare, come con distratte pennellate, lo stile del portamento, l eleganza o la trascuratezza degli abiti, l assenza o il peso degli ornamenti. Erano, quelli, sguardi ironici, attenti, pungenti, ma puntualmente sostenuti e rimbalzati. Talvolta non-sguardi: unico caso in cui l indifferenza non può fare che bene, dato che le occhiate del prossimo dicono, spesso, più delle parole. Allora cominciano i sussulti emotivi, prima scacciati come si fa con le zanzare, poi sempre più numerosi e a ondate ricorrenti: sarò mica come quello lì? Sto rallentando. Divento curvo. Mi spelacchio. E se perdo improvvisamente la memoria? E se muoio? Niente panico: càpita solo agli altri. Tant è da quanto tempo esercito l automatismo di entrare in chiesa senza farmi domande? Dai tempi dell abate Cavassa? Allora sono tanti anni. E se andassi un po a vedere? Dio c è di sicuro: mi ha donato affetti e tranquillità. Se così non fosse, dovrei rivedere il contratto e dubiterei della sua esistenza. Però! Chi sono quei santi e che cosa hanno fatto? Sarà il caso che accenda qualche candelina qua e là? Come ha potuto la Madonna sopravvivere al dolore più lacerante del mondo? E cosa mi dice quell Uomo in croce? Cosa ho combinato di buono, nei miei anni, francamente non lo potrei elencare. So solo che mi sono sempre stimato una brava persona, e vorrei che apparisse chiaro, almeno al mio funerale. E lì che si celebrano, con la dovuta retorica, le qualità degli umani. Non ho rubato, almeno consapevolmente; non ho contribuito al degrado del quartiere: ho raccolto lo sporco del mio cane; rispondo quasi sempre ai saluti, però non a quelli degli antipatici; chiedo permesso prima di entrare, ma non sempre prima di parlare; faccio l elemosina ai clienti fissi. In più vado a messa, ogni tanto. Conosco le preghiere, ma mi vergogno di dirlo agli amici, che sono più importanti di tutto, perché ci raccontiamo le storielle e ridiamo; vado a trovare gli ammalati, basta che non si lamentino; ho qualche rara frequentazione persino con gli abitanti delle residenze protette, se sono parenti. Allora sono un buon cristiano o un uomo rispettabile o un uomo e basta. O un quasi-uomo? Vediamo se, oltre a non aver fatto niente di male e di aver bazzicato qua e là nelle opere buone, mi sono mai chiesto in che modo avrei praticato la mia bontà. Che dire dello stile aggressivo che abitualmente usavo nelle riunioni, solo per imporre il mio punto di vista, senza ascoltare - nè rispettare - quello altrui? E tutte le volte che ho risposto a un saluto con quell aria di sufficienza propria di chi si reputa - ma diciamolo - superiore a molta parte del prossimo? E quando, alle svariate richieste di attenzione, rispondevo con quello sguardo ipocritamente pietoso, intriso di sufficienza, o di disprezzo? E quanto - e come - e quante volte mi sono sentito potente nello sbattere in faccia agli astanti ammutoliti la mia infinita cultura e onniscienza su tutte le tematiche correnti, proprio come fanno i divi incantatori del gregge videodipendente? La cosa più sottilmente malvagia - ora che ci penso - è il rintuzzare continuamente l interlocutore per stancarlo fino a metterlo a tappeto. Mi ci sono divertito, poi ci ho preso l abitudine. Devo essere stato odioso. Quanti come me? Pochi: sono il migliore. Ma. Dovrò smetterla di confrontarmi con il mio prossimo. Andrò a trovare don Adriano con uno spirito che si vuol rinnovare. gianna 5 5
6 Storie di partecipazione attiva la carità in parrocchia Il Centro di Ascolto oggi nche la nostra parrocchia è coin- in un attività di aiuto alle Avolta persone in difficoltà, nell ambito del progetto CARITAS, attraverso il Centro di Ascolto Vicariale con sede presso la parrocchia della Risurrezione in Via Torricelli 6 A. Il lunedì e il giovedì mattina alcuni nostri fratelli, residenti nelle 11 parrocchie del Vicariato, con problematiche prevalentemente economiche, esplicitano le loro difficoltà ai volontari del Centro di Ascolto. Ascolto Inizia così un percorso di attenzioni, di raccolta dati e di verifiche, per cercare di aiutare queste persone ad affrontare le loro difficoltà. Il momento è drammatico: i licenziamenti, la mancanza di possibilità di lavoro, il mancato pagamento degli stipendi, il saldo non corrisposto dei lavori eseguiti a piccole ditte e ad artigiani finiscono per essere causa di nuove povertà, che si uniscono a quelle conseguenti le separazioni tra coniugi. In più, quando vengono a mancare gli anziani che danno lavoro a badanti stranieri, questi devono affrontare non pochi disagi per trovare nuove analoghe occupazioni. Le risorse umane ed economiche per affrontare questa emergenza, della quale non sembra vedersi una fine, non sono incoraggianti. Abbiamo famiglie con entrambi i coniugi senza lavoro, dove mancano i denari per comprare le vitamine e i fermenti lattici ai bambini che hanno preso gli antibiotici dispensati attraverso il SSN. Altre ancora che non hanno la corrente elettrica neppure per fare l aerosol alla bimba asmatica. Ci sono famiglie che debbono rimanere al freddo perché - avendo il riscaldamento autonomo - non usano la calderina per evitare di pagare salatissime bollette del gas. Il Centro Emergenza Famiglie e la stessa Caritas Diocesana ci danno la possibilità di provvedere a qualche salvataggio, a volte almeno temporaneo, ma nella marea di miseria crescente, figlia di questa situazione di deriva economica e sociale, temiamo che le condizioni, almeno per ora, non possano migliorare. Una considerazione finale: cerchiamo di capire chi è in difficoltà e si vergogna di palesarlo apertamente! A volte, tra queste persone, ci sono, coloro che hanno più necessità di aiuto... Mario Il nostro Oratorio In oratorio Dico nostro perché appartiene a tutta la comunità di San Martino. Vorrebbe essere un luogo dove potersi incontrare per stare insieme. I principali fruitori di questo spazio sono i nostri ragazzi con attività formative: la domenica sera i giovanissimi (13/17 anni), il lunedì sera i giovani (dai 19 in su) e il venerdì pomeriggio la fascia elementare; per momenti più ludici e aggregativi abbiamo il mercoledì pomeriggio con spazio libero e l organizzazione di tre eventi specifici il sabato pomeriggio: uno già svolto con successo il 16 di febbraio, i prossimi previsti il 20 di aprile e l 11 di maggio. Attraverso il gioco vorremmo coinvolgere i ragazzi nella gestione degli eventi per aiutarli a crescere in determinazione e responsabilità. Grazie alla disponibilità di un gruppo di amiche, in collaborazione con la scuola media inferiore Boccanegra, sarà attivato un doposcuola per ragazzi con importanti difficoltà nell apprendimento. Anche questo ci permette di entrare in rete con le strutture educative del quartiere, per contribuire, come valido supporto, alla crescita della persona. Tutto ciò non è lontano dall essere cristiano, anzi diventa occasione per poter testimoniare ciò in cui crediamo. I ragazzi ci osservano e sanno vedere quanto, di quello che affermiamo, si trasformi in vita. La disponibilità e la gratuità degli adulti che ruotano intorno all oratorio, dalla pulizia alla sorveglianza, al doposcuola, all organizzazione di eventi e di incontri, è la testimonianza di quanto si tenga ai nostri ragazzi, alla loro felicità e realizzazione come persone. Anche i grandi hanno voglia di vedersi per stare bene insieme e non solo per parlare di cose serie. Quindi, oltre alle cene, via con il teatro... Ogni settimana, il giovedì o in alternativa il lunedì, s incontrano i probabili attori e 6 Cena di Carnevale chissà se per giugno ci faranno vedere qualcosa!!! Lo spazio è bello, piacevole, accogliente, ma ha dei costi di manutenzione piuttosto consistenti: luce, acqua e metano gravano molto sull economia della parrocchia e incidenti, come infiltrazioni o guasti alla caldaia, contribuiscono ulteriormente ad appesantire i bilanci. Quindi l appello: chi crede - come noi - che l oratorio sia uno spazio importante per la comunità, se non può aiutarci con il suo tempo ci aiuti con una sottoscrizione minima, ma costante, che ci permetta di rendere l oratorio economicamente indipendente. Laura B.
7 Visita pastorale del Cardinale Arcivescovo vicariato S. Martino - Valle Sturla dal 21 al 28 aprile Il Vescovo va a trovare la sua diocesi. A ispezionare si diceva una volta. In aprile verrà da noi, per incontrare una parte della chiesa che gli è stata affidata. Anche se ci vorrebbe ben altro, per un rapporto familiare e profondo, siamo contenti di questa occasione per condividere con lui come vanno le cose, nella certezza che, come padre, sappia comprendere e attendere, con l affetto e la carità di sempre. Programma di un evento atteso Presentiamo il programma della visita pastorale vicariale, che si svolgerà dal 21 al 28 aprile. Dal prospetto che segue, potete conoscere i momenti degli incontri vicariali e parrocchiali Domenica 21 aprile Parrocchia della Risurrezione Ore 17.00: concelebrazione di apertura della Visita pastorale e incontro con la comunità parrocchiale Ore 18.30: incontro vicariale dei Consigli pastorali parrocchiali, vicariale e per gli affari economici. Lunedì 22 aprile Parrocchia di Gesù Adolescente Ore 9.00: incontro alunni e insegnanti dell Istituto dell Immacolata Ore 10.00: incontro con tutti i sacerdoti e i religiosi del Vicariato Ore 17.00: Santa Messa e incontro con la comunità parrocchiale. Ore 19.00: incontro vicariale con gli educatori e i catechisti. Martedi 23 aprile Nella mattinata: incontro con docenti e studenti dell istituto Giorgi e Montale e con insegnanti e alunni della scuola di San Desiderio. Ore 18.00: Santa Messa nella parrocchia di San Martino d Albaro e incontro con la comunità parrocchiale. Mercoledi 24 aprile Ore 9.00: incontro con docenti e alunni scuola media Boccanegra Ore 10.30: incontro con scuole medie di Borgoratti Ore 12.00: incontro con insegnanti e alunni della scuola della Purificazione. Parrocchia di San Rocco Ore 17.00: incontro vicariale con gli Operatori della carità. Ore 18.00: Santa Messa e incontro con la comunità parrocchiale. Ore 21.00: incontro vicariale con i giovani. Giovedi 25 aprile il Cardinale è fuori sede. Venerdi 26 aprile Ore 9.00: visita all istituto ospedaliero del Chiappeto (ex Seminario Minore). Ore 10.00: visita all opera diocesana della Caritas per malati sieropositivi Casa Nostra, in via al Forte di San Martino. Ore 11.00: visita all Hospice Gigi Ghirotti. Ore 15.30: incontro vicariale con la Terza Età presso l oratorio Fra le case. Ore 18.00: Santa Messa nella parrocchia del Chiappeto e incontro con la comunità parrocchiale. Ore 21.00: incontro vicariale con i Gruppi Famiglia e C.P.M. al Tabernacolo. Sabato 27 aprile Ore 10.00: visita all istituto per anziani Le Clarisse. Ore 11.00: visita all Opera Benedetto XV di suor Lucia. Ore 15.30: incontro vicariale con i genitori e bambini presso la CITTA DEI RAGAZZI di Gesù Adolescente. Domenica 28 aprile Ore 10.00: Santa Messa ad Apparizione e incontro con la comunità parrocchiale. Ore 11.15: incontro vicariale con le Confraternite. Parrocchia del Tabernacolo Ore 16.00: incontro con la comunità parrocchiale. Ore 17.00: incontro vicariale con i ministranti. Ore 17.30: solenne concelebrazione di chiusura della visita pastorale. 7 LA CARITà SI AGGIORNA Un piccolo libro sul tuo scaffale Viene da lontano l impegno alla Carità nella parrocchia di San Martino. Le Dame della Carità della San Vincenzo erano presenti in località Puggia dal 1656 e vi sono rimaste fino alla metà degli anni Settanta del secolo scorso. Oggi, con i nuovi tempi, l attività caritativa si evolve e coinvolge più di qualche gruppo parrocchiale, come il gruppo Rete, dedito all assistenza degli anziani e degli ammalati, come i volontari per i senza fissa dimora e come la Caritas nel suo doppio ruolo di presenza nel vicariato e di sensibilizzazione in parrocchia. L auspicio è quello che tutta la comunità cristiana diventi operatrice di carità, con spirito e strumenti nuovi. Intanto oggi abbiamo da noi, a riproporre lo spirito vincenziano in continuità con il passato, Padre Luigi, prete della Missione di San Vincenzo. E suo l interessante libretto che tratta del beato Antonio Federico Ozanam, laico sposato e padre di due figli, vissuto in Francia dal 1813 al 1853, del quale, quest anno, si celebra il bicentenario della nascita. Ozanam fu promotore delle Conferenze della Carità vincenziane e fu beatificato da Giovanni Paolo II nel Cosa faceva? Visitava a casa i poveri, avvicinava gli operai malati e afflitti dalle innumerevoli ingiustizie dell epoca. Usava le Conferenze della Carità e la cattedra dell università nella quale insegnava, e invitava i giovani al servizio della carità, per denunciare i soprusi del sistema sociale, che, in quegli anni, vedeva nascere l industria, gli opifici e le filande. Sapeva aiutare gli infelici, ma sapeva anche denunciare le cause della loro sofferenza: Vi è sfruttamento quando il padrone considera l operaio non come un collaboratore e un suo ausiliario, ma come uno strumento, dal quale bisogna trarre il maggior utile possibile, con la minore spesa. Il metodo della sua protesta esplicitava, con chiarezza, la sua formazione umana e cristiana: La questione del bene sociale e delle riforme benefiche si impara meno curvi sui libri e seduti ai piedi della tribuna politica, che non salendo alla stamberga del povero, sedendo al suo capezzale, soffrendo il suo medesimo freddo, penetrando nel segreto del suo cuore esacerbato Mirio Il libretto è disponibile, oltre che in libreria, nella sacrestia della nostra parrocchia. Luigi Nuovo Il Beato Antonio Federico Ozanam Testimone della fede educatore alla carità (Tau editrice, )
Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla!
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