ATTIVITÁ GLACIOLOGICA

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1 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO DIPARTIMENTO PROTEZIONE CIVILE E INFRASTRUTTURE Meteotrentino Comitato Glaciologico Trentino della SAT Museo Tridentino di Scienze Naturali Università degli Studi di Trento ATTIVITÁ GLACIOLOGICA

2 Provincia Autonoma di Trento Dipartimento Protezione Civile e Infrastrutture Ufficio Previsioni e Organizzazione Sede: via Vannetti, 41 Trento tel: fax: Responsabile: Alberto Trenti Autori: Luca Carturan Christian Casarotto Elvio Panettieri Roberto Seppi Comitato Glaciologico Trentino della SAT & Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell Università di Padova Museo Tridentino di Scienze Naturali & Comitato Glaciologico Trentino della SAT Ufficio Previsioni e Organizzazione della Provincia Autonoma di Trento Dipartimento di Scienze della Terra dell Università di Pavia & Comitato Glaciologico Trentino della SAT

3 SOMMARIO CLIMATOLOGIA Inquadramento climatico dell anno idrologico Considerazioni sull andamento climatico dell annata in chiave glaciologica BILANCIO DI MASSA Inquadramento metodologico Misure di bilancio di massa sui ghiacciai trentini nell anno Ghiacciaio d Agola Descrizione del ghiacciaio Misurazione del bilancio Ghiacciaio del Careser Descrizione del ghiacciaio Misurazione del bilancio Sintesi e confronto dei risultati Misure di bilancio di massa sul Ghiacciaio de La Mare VARIAZIONI FRONTALI Inquadramento metodologico Sintesi dei risultati Gruppo Adamello-Presanella Gruppo di Brenta Gruppo Ortles Cevedale Variazione lineare cumulata per i ghiacciai principali GALLERIA FOTOGRAFICA I

4 CLIMATOLOGIA Inquadramento climatico dell anno idrologico La stagione invernale è stata caratterizzata da scarse precipitazioni nevose a tal punto che in molti dei campi di rilevamento nivometrici della Provincia di Trento l inverno è risultato uno dei meno nevosi. In tal senso risulta evidente come la scarsità delle precipitazioni abbia interessato anche le quote più elevate ed i siti particolarmente nevosi. Tale scarsità di innevamento è stata causata sia da precipitazioni sotto le medie di riferimento, sia da temperature medie eccezionalmente elevate, che hanno contribuito a fondere il manto nevoso in maniera precoce. I mesi autunnali di settembre, ottobre e novembre 2006 sono stati caratterizzati da tempo prevalentemente bello con piogge scarse e poco frequenti e con temperature decisamente sopra sia la media del periodo di riferimento più recente ( ) sia la media stagionale di riferimento per la climatologia ( ). Nel mese di dicembre è proseguita la fase di caldo anomalo con temperature sempre superiori alla media, specie in montagna, mentre le precipitazioni, seppur concentrate in poche giornate, sono risultate perlopiù superiori alla media del periodo. Le prime nevicate significative in montagna al di sopra dei 1500 m si sono registrate nella giornata del 9 dicembre con spessori di neve variabili tra 20 e 40 cm. Il mese di gennaio 2007 è stato caratterizzato da clima estremamente mite con temperature sopra la media e tempo molto variabile seppur con precipitazioni poco abbondanti. Solo nella parte finale del mese sono stati registrati nel territorio provinciale apporti di neve con spessori tra 20 e 50 cm. Il mese di febbraio è stato caratterizzato ancora da clima molto mite con temperature sopra la media. Il tempo è stato variabile ma con poche giornate di pioggia e con quantitativi inferiori alla media del periodo. Anche il mese di marzo è risultato caldo, solo nell ultima parte del mese c è stato tempo perturbato e freddo con piogge e nevicate più frequenti. Il mese di aprile è stato molto caldo con temperature decisamente sopra la media e precipitazioni scarse, facendo così cominciare la stagione di fusione con più di un mese di anticipo. Tempo piuttosto variabile ha caratterizzato il mese di maggio con frequenti giornate di pioggia e apporti localmente anche superiori alla media del periodo. Nei primi giorni del mese alcune precipitazioni nevose hanno interessato il territorio provinciale con spessori intorno ai 50 cm complessivi concentrati per lo più nel settore occidentale intorno ai 2500 m di quota. Anche a fine mese nel settore occidentale si sono registrati eventi nevosi con cm di neve fresca sopra i 2500 m. Nel corso dell estate 2007 le temperature si sono mantenute sopra le medie di riferimento nei mesi di giugno e luglio, mentre agosto e settembre hanno fatto registrare valori termici normali. L estate è stata caratterizzata da alcuni episodi di tempo instabile che hanno portato nevicate in quota, anche se gli apporti non sono stati né abbondanti, né duraturi. Le precipitazioni sono state - 1 -

5 prossime alla media o leggermente inferiori tra giugno e luglio, mentre ad agosto esse sono state particolarmente abbondanti. A settembre le precipitazioni sono state inferiori al normale, ma a fine mese un abbondante nevicata ha interessato l intero territorio provinciale, con limite della neve sceso fino a m. Alla stazione nivo-meteorologica di Careser Diga le precipitazioni invernali sono state tra le più scarse dell intero periodo di osservazione ( ), con un valore cumulato da ottobre 2006 a maggio 2007 pari a 410 mm, inferiore del 26% rispetto alla media di riferimento. Gli ultimi anni sembrano indicare un accentuazione del trend al ribasso delle precipitazioni invernali, che fino al 2001 non era così evidente. Va inoltre ricordato che, nel caso del 2007, parte delle precipitazioni invernali sono state piovose fino ad alta quota a causa delle alte temperature. Le temperature medie estive sono state superiori alla media di riferimento ( ) di soli 0.2 C, tuttavia è utile osservare che l anomalia cresce a +1.2 C rispetto al periodo , in cui i ghiacciai trentini si trovavano in condizioni di equilibrio o di bilancio positivo. Figura 1: localizzazione geografica della stazione nivo-meteorologica di Careser Diga (2605 m s.l.m.) - 2 -

6 Temperatura media della stagione di ablazione (giugno-settembre) 10,0 9,0 8,0 temperatura media [ C] 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0, anno 1200 Precipitazioni cumulate nella stagione di accumulo (ottobre-maggio) 1000 precipitazioni cumulate [mm] anno Figura 2: serie storiche di temperatura media estiva (grafico in alto) e precipitazione cumulata invernale (grafico in basso) alla stazione nivo-meteorologica di Careser Diga - 3 -

7 Considerazioni sull andamento climatico dell annata in chiave glaciologica Le condizioni climatiche che hanno contraddistinto l annata (scarse precipitazioni e temperature elevate) sono state marcatamente sfavorevoli alla conservazione degli apparati glaciali del Trentino. In particolare, sono stati soprattutto i ghiacciai a bassa quota e posti in aree che normalmente ricevono precipitazioni abbondanti (anche per redistribuzione valanghiva) a risentire di questa congiuntura climatica. Meno penalizzanti, anche se pur sempre sfavorevoli, sono state invece le condizioni climatiche per i ghiacciai collocati alle quote più elevate (ad esempio i settori sommitali dei ghiacciai del Gruppo del Cevedale), dove parte delle precipitazioni durante l estate sono state nevose. Del tutto eccezionale si è rivelato l andamento della stagione di accumulo, che ha visto interi ghiacciai privi di innevamento fino al tardo autunno (ad esempio il Ghiacciaio d Agola, che a novembre era interamente scoperto) e cospicue aree interessate da ablazione netta (a carico di ghiaccio) già ad aprile. Queste perdite hanno localmente superato il mm di equivalente in acqua (spessori fino a 80 cm) sui settori frontali e più soleggiati, tra l inizio di ottobre 2006 e metà maggio Le scarse precipitazioni invernali e le temperature superiori alla norma dei mesi di maggio, giugno e luglio hanno portato ad una precoce scopertura di tutti i ghiacciai, fin dal mese di giugno, e ad un prolungato periodo di ablazione a carico di ghiaccio e firn. Normalmente infatti i settori inferiori dei ghiacciai si dovrebbero scoprire dalla neve invernale verso metà-fine luglio ed al termine dell estate (tra fine agosto e metà settembre) si dovrebbe conservare un innevamento residuo esteso almeno al 50-60% della superficie. Nel 2007 su molti ghiacciai l innevamento residuo al termine dell estate è stato assente e nei casi più favorevoli sui ghiacciai che raggiungono le quote più elevate esso si è conservato su meno del 30% della superficie

8 BILANCIO DI MASSA Inquadramento metodologico Lo scopo di un bilancio di massa è quello di valutare nel corso di un anno idrologico (1 ottobre - 30 settembre) se un ghiacciaio ha guadagnato o perso massa. In uno studio di questo tipo è necessario quantificare su tutto il ghiacciaio l accumulo di neve che si è verificato durante l inverno e la fusione di neve e ghiaccio che si è avuta durante la successiva stagione calda. Tutti i valori vengono trasformati in equivalenti in acqua, allo scopo di ottenere grandezze confrontabili sia per l accumulo sia per la fusione. Un bilancio di massa può essere effettuato con diverse metodologie, ma una fra le più affidabili richiede di misurare direttamente sul ghiacciaio le due grandezze da mettere a confronto (metodo glaciologico diretto). L accumulo viene determinato in tarda primavera mediante misure di spessore e di densità del manto nevoso. Lo spessore della neve viene misurato con sondaggi manuali eseguiti su tutto il ghiacciaio; la densità mediante misure effettuate in una o più trincee scavate nel manto nevoso. Con i dati di densità misurati in trincea è possibile convertire in millimetri di equivalente in acqua i valori di spessore della neve misurati con i sondaggi. La fusione viene determinata misurando l abbassamento della superficie del ghiacciaio in corrispondenza di alcune paline di alluminio, infisse nel ghiaccio mediante trivellazione manuale o meccanica. Sottraendo in ogni punto il valore di fusione misurato durante l estate al valore di accumulo misurato a tarda primavera (sempre in millimetri di equivalente in acqua) si ottiene il valore di bilancio netto per l anno in corso. I valori puntuali di accumulo, ablazione e bilancio netto sono successivamente estesi a tutta la superficie del ghiacciaio mediante tecniche di interpolazione spaziale. Figura 3: alcuni momenti durante i rilievi di bilancio di massa: a sinistra, misure di densità della neve in trincea; a destra, georeferenziazione di un punto di misura con GPS differenziale - 5 -

9 Misure di bilancio di massa sui ghiacciai trentini nell anno I ghiacciai su cui sono state eseguite le misurazioni di bilancio di massa nell anno idrologico sono il Ghiacciaio d Agola (Gruppo di Brenta) ed il Ghiacciaio del Careser (Gruppo Ortles- Cevedale). Figura 4: localizzazione geografica dei ghiacciai d Agola e Careser su cui sono state eseguite le misure di bilancio nell anno idrologico

10 Ghiacciaio d Agola Figura 5: Ghiacciaio d Agola, ripreso il 7 luglio 2007 GHIACCIAIO D AGOLA Classificazione (WGI) ghiacciaio montano di circo Alimentazione diretta e valanghe Superficie [ha] 19.2 Quota massima [m] 2873 Quota minima [m] 2601 Quota media [m] 2716 Pendenza media [ ] 21.0 Esposizione media Nord-Ovest Tabella 1: principali caratteristiche morfometriche attuali del Ghiacciaio d Agola Descrizione del ghiacciaio Il Ghiacciaio d Agola è ubicato nelle Dolomiti di Brenta - Trentino Occidentale. Occupa un circo con esposizione prevalente a NW ed è un tipico apparato dolomitico ad alimentazione mista (neve - 7 -

11 diretta e valanghe), in cui le valanghe giocano un ruolo importante nella redistribuzione degli accumuli nevosi. Le principali caratteristiche geometriche e morfometriche del ghiacciaio sono sintetizzate nella Tabella 1 ed evidenziano il suo scarso sviluppo altimetrico, la pendenza accentuata e le ridotte dimensioni. Il ghiacciaio è circondato da cime che superano di poco i 3000 m e da pareti sub-verticali che ombreggiano i settori di testata, oltre a conferire parte dell alimentazione sotto forma di valanghe. Alla base delle pareti le porzioni di testata sono conformate a falda o conoide da valanga, il profilo longitudinale è regolare e concavo, con una breve convessità in corrispondenza dell unghia frontale. Si tratta del ghiacciaio più esteso del gruppo di Brenta, anche se attualmente è soggetto ad una fase di rapida riduzione. Il Ghiacciaio d Agola presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto ad uno studio di dettaglio del bilancio di massa, visto che si tratta di un ghiacciaio relativamente piccolo e facilmente accessibile, privo di vaste aree crepacciate e rappresentativo di una tipologia di ghiacciai piuttosto comune in ambiente dolomitico, ma non solo. Misurazione del bilancio Le misure di accumulo sono state eseguite in data Lo spessore del manto nevoso è stato misurato mediante 105 sondaggi, la sua densità mediante 2 trincee, scavate nel settore inferiore e mediano centrale del ghiacciaio. L altezza media del manto nevoso è risultata pari a 172 cm, corrispondenti ad un equivalente d acqua di 840 mm. Si tratta del valore più basso misurato da quando si è cominciato a misurare il bilancio di massa su questo ghiacciaio, nel 2002, con uno scarto di -48% rispetto al valore medio (1604 mm). L ablazione è stata misurata fin dall inizio del mese di luglio, a causa del precoce esaurimento del manto nevoso invernale. Alla fine dell estate (data ) l abbassamento medio per fusione rispetto a maggio misurato sul ghiacciaio è stato pari a 455 cm, corrispondenti ad una lama d acqua di 3391 mm. Il valore di bilancio netto annuale è risultato pari a mm, corrispondenti ad una perdita media sull intero ghiacciaio di 283 cm di ghiaccio. Si tratta del valore più negativo dall inizio delle misurazioni

12 A B - 9 -

13 C Figura 6: distribuzione spaziale di accumulo (A), ablazione (B) e bilancio netto (C) per l anno idrologico sul Ghiacciaio d Agola (i punti indicano i siti di misurazione) Bilancio di massa sul ghiacciaio d'agola - Serie storica bilancio di massa [mm] Accumulo Ablazione Bilancio netto Bilancio netto cumulato / / / / / / bilancio di massa cumulato [mm] anno idrologico Figura 7: serie storica del bilancio di massa sul Ghiacciaio d Agola tra il 2002 e il

14 Ghiacciaio del Careser Figura 8: Ghiacciaio del Careser, ripreso il 14 settembre 2007 GHIACCIAIO DEL CARESER Classificazione (WGI) ghiacciaio montano Alimentazione diretta Superficie [ha] Quota massima [m] 3284 Quota minima [m] 2874 Quota media [m] 3058 Pendenza media [ ] 10.1 Esposizione media Sud Tabella 2: principali caratteristiche morfometriche attuali del Ghiacciaio del Careser Descrizione del ghiacciaio Il Ghiacciaio del Careser è attualmente ciò che resta del bacino di accumulo di un ghiacciaio ben più vasto che, durante la Piccola Età Glaciale, possedeva una possente lingua valliva, ormai da

15 tempo completamente scomparsa. E situato sul settore sud-orientale del gruppo Ortles-Cevedale e occupa un ampio circo esposto a meridione, circondato da cime che variano in quota tra i 3162 m di Cima Lagolungo e i 3386 m di Cima Venezia. E caratterizzato da una morfologia regolare e da una superficie semi-pianeggiante che, tuttavia, va gradualmente suddividendosi in unità minori, per il diffuso affioramento del substrato roccioso. Nel 2005 si è staccato il settore più occidentale, di 35 ha, che ad oggi è considerabile a tutti gli effetti come un ghiacciaio a sé stante. Le acque di fusione del ghiacciaio vengono raccolte sul sottostante bacino artificiale del Careser (2604 m) e utilizzate fin dagli anni 30 del secolo scorso per la produzione di energia elettrica. Lo sfruttamento idroelettrico del bacino del Careser ha dato impulso, fin dall inizio, a una serie di misurazioni e monitoraggi che ne fanno certamente il ghiacciaio più studiato d Italia. Le misurazioni dirette di bilancio di massa sono iniziate nel 1967 da parte dell ENEL e dell Università di Padova e proseguono tuttora senza interruzione grazie all impegno del gruppo di lavoro trentino sui ghiacciai. Il ghiacciaio fa parte del network di monitoraggio mondiale afferente al World Glacier Monitoring Service, con sede presso l Università di Zurigo, e i dati di bilancio vengono pubblicati a cadenza biennale sul Glacier Mass Bilance Bulletin. Misurazione del bilancio Le misure di accumulo sono state eseguite in data Lo spessore del manto nevoso è stato misurato mediante 152 sondaggi, la sua densità mediante 3 trincee, scavate sul bacino di accumulo orientale, sul settore centrale superiore e sul settore frontale del ghiacciaio. L altezza media del manto nevoso è risultata pari a 89 cm, corrispondenti ad un equivalente d acqua di 381 mm. Si tratta del valore più basso misurato da quando si è cominciato a misurare il bilancio di massa su questo ghiacciaio, nel 1967, con uno scarto di -59% rispetto al valore medio (952 mm). L ablazione è stata misurata fin dalla fine del mese di giugno, a causa del precoce esaurimento del manto nevoso invernale. Alla fine dell estate (data ) l abbassamento medio del ghiacciaio rispetto a maggio è stato pari a 394 cm, corrispondenti ad una lama d acqua di 3127 mm. Il valore di bilancio netto annuale è risultato pari a mm, corrispondenti ad una perdita media sull intero ghiacciaio di 305 cm di ghiaccio. Si tratta del secondo valore più negativo dall inizio delle misurazioni, nel 1967, preceduto solo da quello del 2003 (-3317 mm)

16 A B

17 C Figura 9: distribuzione spaziale di accumulo (A), ablazione (B) e bilancio netto (C) per l anno idrologico sul Ghiacciaio del Careser (i punti indicano i siti di misurazione) Bilancio di massa sul ghiacciaio del Careser - Serie storica bilancio di massa [mm] Accumulo Ablazione / / / / / / / / / / /07 bilancio di massa cumulato [mm] Bilancio netto Bilancio netto cumulato anno idrologico Figura 10: serie storica del bilancio di massa sul Ghiacciaio del Careser tra il 1967 e il

18 Sintesi e confronto dei risultati In Tabella 3 si riportano i valori di accumulo, ablazione e bilancio netto misurati sui ghiacciai d Agola e del Careser nel In Figura 11 si riportano invece i valori di bilancio netto annuale ed i valori di bilancio cumulato sui due ghiacciai, tra il 2002 e il Come si può osservare, il comportamento dei due ghiacciai nei tre anni più recenti e nel 2002 è molto simile. Nel 2003 e nel 2004, invece, emergono delle differenze, le cui cause sono da ricercare nella morfologia, nel tipo di alimentazione e nella collocazione geografica. Il Ghiacciaio del Careser si trova in una zona interna delle Alpi, con precipitazioni meno abbondanti del gruppo del Brenta, dove si trova l Agola. Nel 2003 e soprattutto nel 2004 le precipitazioni sono state superiori alle medie ed è stato soprattutto l Agola a beneficiarne, anche perché le valanghe concentrano la neve sulla sua superficie. Il Ghiacciaio del Careser al contrario ha avuto accumuli normali. Inoltre, il Careser si è sempre dimostrato molto più sensibile all andamento della stagione di ablazione rispetto alla stagione di accumulo. Sull andamento del bilancio annuale dell Agola, invece, accumuli invernali e temperature estive pesano in modo confrontabile. Per questo motivo le elevate temperature dell estate 2003 hanno portato effetti disastrosi sul Careser e perdite di massa più contenute sull Agola. Nel 2007, invece, entrambi i ghiacciai hanno ricevuto precipitazioni molto scarse in inverno ed in questo caso l Agola ha fatto registrare un bilancio di massa più negativo del 2003, pur con temperature estive nettamente più basse. Accumulo [mm] Ablazione [mm] Bilancio netto [mm] Ghiacciaio del Careser Ghiacciaio d Agola Tabella 3: sintesi dei risultati delle misurazioni di bilancio di massa sui ghiacciai d Agola e del Careser nell anno idrologico

19 Bilancio netto annuale bilancio netto annuale [mm] Ghiacciaio del Careser Ghiacciaio d'agola anno Bilancio netto cumulato bilancio netto cumulato [mm] Ghiacciaio del Careser Ghiacciaio d'agola anno Figura 11: confronto tra i valori di bilancio netto annuale (in alto) e tra i valori di bilancio cumulato (in basso) tra il 2002 e il 2007 sui Ghiacciai d Agola e del Careser

20 Misure di bilancio di massa sul Ghiacciaio de La Mare Nel 2007 il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TeSAF Facoltà di Agraria) dell Università di Padova ha proseguito l attività di monitoraggio del bilancio di massa sul Ghiacciaio de La Mare, iniziata nel Negli ultimi anni il dipartimento TeSAF ha iniziato a collaborare nell ambito degli studi condotti dal gruppo di lavoro sui ghiacciai della Provincia di Trento. Il Ghiacciaio de La Mare è collocato in alta Val de La Mare e trae origine dalla cresta che comprende Zufall, Cevedale, Rosole e Palon de La Mare, per terminare con una lingua valliva a 2650 m, di fronte al rifugio G. Larcher. Il ghiacciaio ha una superficie di 400 ha e la sua quota massima coincide con la vetta del Cevedale (3769 m). Si trova a soli 3 km dal Ghiacciaio del Careser, ma ha caratteristiche morfologiche completamente diverse. In particolare si distingue per la quota media (3277 m, 225 m più elevata rispetto a quella del Careser) e per l esposizione, prevalentemente orientale. Le attuali condizioni climatiche si rivelano sfavorevoli anche per questo ghiacciaio e da quando sono iniziate le misurazioni, nel 2003, il bilancio di massa annuale è stato sempre negativo. Rispetto al vicino Ghiacciaio del Careser, però, le perdite sono nettamente inferiori, proprio in virtù delle differenze morfologiche accennate in precedenza. A titolo di esempio, nel 2007 il ghiacciaio ha perso mediamente 575 mm di equivalente in acqua, rispetto ai 2746 mm del Careser. Sui settori superiori, inoltre, si è potuta conservare un po di neve residua, che al termine dell estate ricopriva il 25% della superficie totale

21 VARIAZIONI FRONTALI Inquadramento metodologico Le variazioni frontali sono un dato di rilevante importanza per valutare il comportamento dei ghiacciai, in quanto sono determinate, anche se in modo indiretto, dall evoluzione delle condizioni climatiche (precipitazioni nevose invernali e andamento termico della stagione di ablazione). Questo tipo di monitoraggio consiste nel misurare annualmente la distanza del margine frontale del ghiacciaio da alcuni capisaldi fissi, detti stazioni distanziometriche (nelle tabelle seguenti sono denominati segnale ). La misura viene effettuata sempre lungo la stessa direzione, utilizzando nei casi più semplici una cordella metrica, oppure strumenti più sofisticati come distanziometri laser, teodoliti o GPS. Le attività di misura si svolgono alla fine del periodo estivo, poiché è necessario rilevare lo stato dei corpi glaciali indicativamente al termine della stagione di ablazione ed in condizioni di minimo innevamento. Il primo dato che viene ottenuto da questo tipo di misure è la variazione rispetto all anno precedente o all ultimo anno di misurazione. Questi dati sono indicati nella colonna variazioni delle tabelle seguenti (tra parentesi viene riportato l anno rispetto a cui è calcolata la variazione). Le misure da uno stesso caposaldo, sommate di anno in anno e visualizzate in un grafico, costituiscono la curva tempo-distanza della fronte del ghiacciaio, che mette in evidenza avanzamenti e arretramenti che si sono succeduti nel tempo. In alcuni casi i dati di variazione frontale proseguono serie storiche ultradecennali, come nei due esempi delle pagine seguenti, relativi al Ghiacciaio d Agola e al Ghiacciaio dell Adamello-Mandrone (Figure 14 e 15). Contemporaneamente alle misure di variazione frontale viene acquisita la documentazione fotografica del ghiacciaio, utilizzando la stazione distanziometrica o altre stazioni fotografiche appositamente istituite. Figura 12: operazioni di rilievo topografico alla fronte di un ghiacciaio; a destra, modalità di misura delle variazioni frontali

22 Figura 13: localizzazione geografica dei ghiacciai su cui sono state eseguite le misure di variazione frontale nell anno idrologico Sintesi dei risultati Gruppo Adamello-Presanella Codice CGI 625 Ghiacciaio del Cop di Breguzzo Nome Data Segnale 07/09/2007 Variazione in metri (anno) CF2' -24 (2005) CF3-4 (2005) LD2-20 (2005) 634 Ghiacciaio di Lares 08/09/2007 SAT Ghiacciaio della Lobbia 16/09/2007 SAT (2005) SAT ,5 Operatori SAT Carè Carlo Alberti Giuseppe Marchetti Franco Tutte le misure sono riferite all anno Quota minima della fronte: 2650 m. Oltre al ritiro frontale, si osserva una considerevole diminuzione di spessore. Completa assenza di neve residua. Quota minima della fronte: 2600 m. Copertura detritica assente; copertura di neve residua a chiazze sopra la quota di 3150 m. La misura dal segnale SAT 96-3 si riferisce all anno Copertura di neve residua estremamente scarsa

23 639 Ghiacciaio dell Adamello/Mandrone 640 Ghiacciaio Occidentale di Nardis 641 Ghiacciaio Orientale di Nardis 23/09/2007 SAT 04-3a -30 SAT 04-2a -18,5 SAT (2005) 06/09/2007 SAT /09/2007 SAT (2000) 644 Ghiacciaio d'amola 30/08/2007 SAT 99 (sf) Ghiacciaio della Presanella 682 Ghiacciaio Occidentale della Busazza Tabella 4: LC /09/ /09/ VM / / Marchetti Franco Marchetti Franco Marchetti Franco Marchetti Franco Bezzi Roberto Manini Alessandro La misura dal segnale SAT 96-4 si riferisce all anno Neve residua presente con una certa continuità sopra 3200 m di quota. Copertura di neve residua assente. Prosegue l'ampliamento delle finestre rocciose nella zona Occidentale del bacino di ablazione, dove si prefigurano ulteriori distacchi di porzioni del ghiacciaio. La misura è riferita all anno Il ghiacciaio ha un'estesa copertura detritica (circa l'80% della superficie); la riduzione di ablazione si traduce in un modesto ritiro frontale. Quota minima della fronte: 2590 m. Neve residua presente sul 20% circa della superficie e localizzata sopra 2900 m di quota, in corrispondenza dei conoidi da valanga presenti alla testata. La copertura detritica interessa quasi l'80% della superficie del ghiacciaio. Quota minima della fronte: 2455 m. Si osserva un continuo aumento dello spessore della copertura detritica nell'area di ablazione del ghiacciaio. Formazione di cavità e collasso di porzioni del ghiacciaio lungo il perimetro frontale. Continuo ampliamento delle finestre rocciose in area di ablazione. Quota minima della fronte: 2680 m. Il ghiacciaio si sta separando in due corpi distinti di estensione simile. variazioni frontali sui ghiacciai del Gruppo Adamello-Presanella nell anno idrologico (le variazioni sono riferite all anno indicato tra parentesi)

24 Gruppo di Brenta Codice CGI Nome Data Segnale Variazione in metri (anno) 657 Ghiacciaio d Agola 25/08/2007 BP86-9 SAT Ghiacciaio di Prà Fiorì 25/08/2007 AM73-5 Tabella 5: BP Operatori SAT Bombarda Roberto, Gusmerotti Luigi, Carli Ruggero Bombarda Roberto, Gusmerotti Luigi, Carli Ruggero Quota minima della fronte 2595 m. Totale assenza di neve residua. Prosegue l'abbassamento di superficie del ghiacciaio, più sensibile sulla parte centrosettentrionale e sul settore frontale, più esposti ai raggi solari e meno interessati dagli apporti valanghivi. Sul settore superiore si osservano: l'emersione di nuove finestre rocciose e l'allargamento di quelle esistenti; il progressivo accumulo di detrito proveniente dalle pareti rocciose che limitano il ghiacciaio a monte. Quota minima della fronte: 2585 m. Ghiacciaio totalmente privo di neve residua. variazioni frontali sui ghiacciai del Gruppo di Brenta nell anno idrologico (le variazioni sono riferite all anno indicato tra parentesi) Gruppo Ortles Cevedale Codice CGI Nome Data Segnale Variazione in metri (anno) 689 Ghiacciaio Cadini 22/09/2007 SAT PM Ghiacciaio del Careser 07/10/2007 SAT (2005) Tabella 6: Operatori SAT Bonomi Ivano Seppi Roberto, Fontana Stefano, Carturan Luca Quota minima della fronte: 2980 m. Ghiacciaio totalmente privo di neve residua. La copertura detritica è presente su quasi tutta la superficie con spessori variabili da pochi cm ad alcuni dm. La misura frontale è riferita all anno Quota minima della fronte: 2885 m. Ghiacciaio totalmente privo di neve residua. Si osserva la continua frammentazione del settore centro-occidentale, con emersione di nuovi affioramenti rocciosi nel settore che collega il bacino di accumulo orientale alla fronte; distacco di alcune porzioni nel settore a monte del dosso roccioso centrale; collasso di una porzione del settore occidentale a quota di circa 3000 m; forte arretramento frontale. variazioni frontali sui ghiacciai del Gruppo Ortles Cevedale nell anno idrologico (le variazioni sono riferite all anno indicato tra parentesi)

25 Variazione lineare cumulata per i ghiacciai principali I grafici di Figura 14 e 15 mostrano il ritiro cumulativo della fronte di due ghiacciai rappresentativi rispettivamente del Gruppo di Brenta (Ghiacciaio d Agola) e del Gruppo dell Adamello (Ghiacciaio dell Adamello-Mandrone). La variazione della fronte è stata misurata sullo stesso periodo di tempo. La fronte del Ghiacciaio d Agola si è ritirata complessivamente di poco più di 80 m nel periodo considerato ( ), con una evidente tendenza a ritiri più accentuati negli ultimi anni, specialmente tra il 2004 e il La fronte del Ghiaccio dell Adamello-Mandrone si è ritirata di più di 170 m dal 1989 al 2007, con un andamento che ha mostrato fasi di ritiro più accentuate (ad esempio tra il 2001 e il 2003 e dopo il 2005) alternate a fasi meno accentuate (ad esempio tra 1989 e 1997 e tra 1999 e 2001). I due ghiacciai mostrati negli esempi sono estremamente diversi per dimensioni e caratteristiche, ma mostrano un comportamento comune per quanto riguarda la variazione della fronte. Il Ghiacciaio d Agola è un piccolo apparato di circo, situato ad una quota relativamente bassa, ma in una posizione topograficamente protetta dall irraggiamento solare. È in buona parte alimentato dalle valanghe ed è quindi relativamente meno sensibile alle variazioni di accumulo nevoso dovuto alle precipitazioni nevose dirette. Il Ghiacciaio dell Adamello-Mandrone è un ghiacciaio di altopiano ed è alimentato quasi esclusivamente dalle precipitazioni nevose dirette. È quindi molto sensibile alle variazioni di accumulo diretto, anche se, a causa delle sue considerevoli dimensioni (più di 17 km 2 ), la sua fronte reagisce dinamicamente alle variazioni climatiche con tempi di risposta di molti anni

26 Ghiacciaio d'agola (Gruppo di Brenta) Ritiro cumulativo della fronte dal 1990 al 2007 anno variazione [m] Figura 14: ritiro cumulato della fronte del Ghiacciaio d Agola Ghiacciaio dell'adamello-mandrone Ritiro cumulativo della fronte dal 1989 al 2007 anno variazione [m] Figura 15: ritiro cumulato della fronte del Ghiacciaio dell Adamello-Mandrone

27 GALLERIA FOTOGRAFICA Ghiacciaio del Cop di Breguzzo Ghiacciaio della Lobbia : vista generale : panorama del settore settentrionale Stazione fotografica: SF2 Stazione fotografica: Passo del Maroccaro Autore: Carlo Carè Autore: Roberto Seppi Ghiacciaio dell Adamello (Mandrone) Ghiacciaio del Crozzon : vista generale : vista generale Stazione fotografica: Passo del Maroccaro Stazione fotografica: BP85 Autore: Roberto Seppi Autore: Marco Salvaterra

28 657.0 Ghiacciaio d Agola : panorama Stazione fotografica: SAT90 Autore: Roberto Seppi Ghiacciaio della Presanella : settore frontale Stazione fotografica: SAT 90/5 Autore: Roberto Bezzi Ghiacciaio Occidentale della Busazza : vista generale Stazione fotografica: non documentata Autore: Roberto Seppi Ghiacciaio Cadini : vista generale Stazione fotografica: SF2 Autore: Ivano Bonomi Vedretta Rossa : vista generale Stazione fotografica: non documentata Autore: Roberto Seppi Vedretta de La Mare : panorama Stazione fotografica: SAT04 SF3 Autore: Luca Carturan

29 701.0 Ghiacciaio del Careser : vista generale Stazione fotografica: SAT04 SF3 Autore: Luca Carturan Ghiacciaio di Sternai : vista generale Stazione fotografica: SAT91 SF1 Autore: Tiziano Ruatti Ghiacciaio Occidentale della Marmolada : vista generale Stazione fotografica: SF2 91 Autore: Andrea Paoli

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