UNA RETE NAZIONALE PER COORDINARE LA CONSERVAZIONE DEL GERMOPLASMA DELLE PIANTE A RISCHIO ( RIBES ) C. BONOMI 1 *, G. ROSSI 2, G.

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1 SESSIONE III UNA RETE NAZIONALE PER COORDINARE LA CONSERVAZIONE DEL GERMOPLASMA DELLE PIANTE A RISCHIO ( RIBES ) C. BONOMI 1 *, G. ROSSI 2, G. BEDINI 3 1 Giardino Botanico Alpino Viotte, Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento, Italy 2 Dipartimento di Ecologia del Territorio, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Italy 3 Orto Botanico di Pisa, Dipartimento di Scienze Botaniche, Università degli Studi di Pisa, Pisa, Italy * dell autore: bonomi@mtsn.tn.it RIASSUNTO In aprile 2004 un gruppo di circa 20 istituzioni italiane interessate alla conservazione dei semi delle specie spontanee si è riunita a Trento per discutere la proposta di creare una rete nazionale allo scopo di gestire in maniera più efficiente a livello nazionale la conservazione del germoplasma vegetale spontaneo. Da allora numeri incontri si sono susseguiti a Roma, Milano e Pavia dando la possibilità ai partecipanti di dibattere e approvare democraticamente un protocollo d intesa per la costituzione della Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione Ex Situ della flora spontanea italiana RIBES in acronimo. La rete si occuperà di conservazione del germoplasma di piante spontanee minacciate di estinzione per sperimentarne la reintroduzione e di piante utili per la rinaturalizzazione. I nodi della rete sono principalmente giardini botanici universitari ma anche enti locali, parchi naturali, musei, società private e ONLUS provenienti da quasi tutte le regioni italiane. Alcuni nodi sono parte di reti europee come ENSCONET e GEN- MEDOC e in grado quindi di fornire un collegamento con il contesto europeo. RIBES si può quindi considerare un importante contributo all applicazione nazionale e locale della Strategia Globale per la conservazione delle piante promulgata da CBD (Convenzione sulla Diversità Biologica) e UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite). PREMESSA:IL CONTESTO EUROPEO. La necessità di affiancare strumenti di conservazione ex situ a quelli in situ per attuare una strategia integrata di conservazione della flora e della vegetazione a rischio di estinzione è stata sancita da vari documenti e accordi programmatici sottoscritti in diverse sedi internazionali. Tra gli altri vogliamo ricordare qui la Convenzione sulla Diversità Biologica - CBD (CBD SECRETARIAT, 1994) adottata a Rio nel 1992 e ratificata in Italia nel 1994 con legge 124 del , la Strategia Globale per la Conservazione delle Piante (GSPC) adottata dalla COP VI della CBD con decisione VI/9 del (CBD 252

2 SECRETARIAT, 2002); e la Strategia Europea per la conservazione delle Piante (EPCS) emanata nello stesso anno dal Consiglio d Europa (PLANTA EUROPA & COUNCIL OF EUROPE, 2002, 2004). La GSPC richiama i soggetti contraenti della CBD (tra cui l Italia e l Unione Europea) ad intraprendere azioni concrete per documentare la diversità vegetale, conservarla, garantirne l uso sostenibile e promuovere l educazione ambientale ad essa connessa, assegnando risorse, predisponendo strutture dedicate, condividendo conoscenze ed esperienze, costituendo reti a livello nazionale, transnazionale e globale su questi temi. La GSPC si compone di 16 obiettivi specifici da attuare entro il Tra quelli rilevanti per la nostra azione ricordiamo l obiettivo 8 che prescrive di conservare ex situ il 60% delle piante minacciate possibilmente nel paese di origine ed attivare progetti di propagazione e reintroduzione sul 10% di queste specie entro Per l Europa l EPCS alza questo obietto all 80% delle specie a rischio. Per dare attuazione a questi intenti ogni nazione viene chiamata a predisporre un piano nazionale per la biodiversità. In Italia questo documento non ha mai superato la fase istruttoria preliminare e non è ancora stato approvato e attuato. L unico documento ufficiale prodotto sono le Linee strategiche e programma preliminare per l attuazione della Convenzione della Biodiversità in Italia - Delibera CIPE 16/04/1994. Sono comunque in atto da tempo le consolidate azioni di conservazione in situ per la protezione di specie e ambienti naturali tramite la rete nazionale delle aree protette che copre circa il 10% del territorio nazionale (L. n. 394/1991). In attuazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE sono stati individuati i Siti di Importanza Comunitaria (SIC), nell ambito della rete europea Natura 2000; inoltre sono in via di individuazione diversi centri nazionali per la conservazione della biodiversità forestale. Tuttavia, molto resta ancora da realizzare per giungere all effettiva conservazione in situ ed ex situ della flora spontanea italiana nel suo complesso, che permane largamente minacciata (CONTI et al., 1992; 1997; WALTER,GILLET, 1998; SCOPPOLA et al., 2003; APAT, 2003; SCOPPOLA & CAPORALI, 2005). Riguardo alla conservazione ex situ, nel 2001 il II rapporto nazionale sull attuazione della CBD (MATT, 2001) riportava che la tutela della flora spontanea è condotta autonomamente da alcuni Orti botanici, con specifico riferimento alla conservazione di singole specie quali, ad esempio, Zelkova sicula e Abies nebrodensis in Sicilia oppure Marsilea quadrifolia in Emilia Romagna. Questa attività degli Orti botanici è in sintonia con quanto riportato nel Piano d azione per i Giardini botanici dell Unione Europea che, all obiettivo C2, dà indicazione di sviluppare e gestire adeguatamente le collezioni ex situ, per consentirne l utilizzo ai fini della conservazione (CHENEY et al., 2000, 2001). Per raggiungere gli obiettivi di conservazione ex situ delle piante minacciate, tuttavia, da più parti viene suggerito di creare reti di coordinamento regionali, SESSIONE III 253

3 SESSIONE III nazionali e internazionali, per scambiare conoscenze e tecnologie, sviluppare sinergicamente azioni su priorità fissate di comune accordo, per evitare sprechi o duplicazioni (GSPC, obiettivo 16). In quest ottica, in Europa, recentemente sono sorte strutture nazionali di coordinamento (reti): in Spagna si è costituita l associazione REDBAG (RED de BAncos de Germoplasma), che coordina la conservazione ex situ degli Orti botanici; in Francia opera la rete governativa dei Conservatoires botaniques. A livello sovranazionale si registrano importanti iniziative comunitarie: il progetto GEN-MEDOC (Création d un réseau de centres de conservation du matériel génétique de la flore des régions méditerranéennes de l espace MEDOCC, FESR-Interreg III B, E-060) per il Mediterraneo occidentale, a cui partecipano anche partner italiani (Università di Catania e di Cagliari); il progetto ENSCONET (the European Native Seed CONservation NETwork, VI Progr. Quadro UE, RICA-CT ) che coinvolge 19 paesi europei, tra cui l Italia, la quale partecipa tramite tre partner (Museo Tridentino di Scienze Naturali, Università di Pisa e di Pavia). Fig. 1 La copertina del programma del convegno Banche del Germoplasma: uno strumento per la conservazione. Verso una rete nazionale in prospettiva Europea tenutosi l 1 e 2 aprile 2004 a Trento presso il Museo di Scienze Naturali. (Raffigurati fiori e semi di Silene elisabethae, endemismo trentino e lombardo) LA PROSPETTIVA ITALIANA: UNA RETE NAZIONALE PER LA CONSERVAZIONE DEL GERMOPLASMA In Italia, in assenza di un quadro normativo nazionale, alcune Regioni ed altri Enti territoriali hanno promosso la costituzione di centri per la conservazione ex situ della flora spontanea a livello locale: tra le altre ricordiamo il Piemonte (LR 22/83), la Lombardia (DGR VII/ ); la Provincia Autonoma di Trento (delibera PAT ); la Toscana (LR 56/2000 e delibera ); la Provincia di Livorno (decisione 106 del ); la Provincia di Cagliari (LP n ); la Sicilia (POR Sicilia Fig. 2 La copertina della guida dell incontro di Roma Fondazione della rete tenutosi l 1 ottobre 2004 presso l Orto Botanico. (Raffigurati fiori di Telekia speciosissima, endemismo trentino e lombardo) 254

4 Decisione C (2000) 2348 del ); la Provincia di Palermo (delibera 0207/ ). In seguito a tali misure, varie istituzioni pubbliche e private hanno allestito banche del germoplasma, beneficiando talora di significativi investimenti diretti alla installazione di strutture laboratoristiche specializzate. Ben consci delle limitazioni e dell inefficacia che le azioni locali possono avere a scala nazionale, alcuni gruppi si sono adoperati per cercare di contattare altri colleghi impegnati in attività simili per coordinare le azioni svolte su scala nazionale, lanciando l idea di creare una Rete Italiana di Banche del Germoplasma. La prima opportunità per discutere questa proposta si è avuta l 1 e 2 aprile 2004 a Trento, in occasione del convegno Banche del Germoplasma: uno strumento per la conservazione. Verso una rete nazionale in prospettiva Europea svoltosi presso il Museo Tridentino di Scienze Naturali (Fig. 1) (BONOMI et al., in pubbl.). SESSIONE III In questa riunione 8 ospiti stranieri provenienti da Regno Unito, Spagna, Francia e Polonia hanno portato esempi di strutture e reti operative in vari paesi Europei. La discussione che ne è seguita è stata animata da 14 istituzioni italiane impegnate a vario titolo nella conservazione del germoplasma. Sono poi seguiti ulteriori incontri a Roma (Ottobre 2004, Fig. 2), Milano (Dicembre 2004, Fig. 3) e Pavia (Febbraio 2005, Fig. 4) che hanno permesso di discutere e approvare gli scopi generali e gli obiettivi specifici della rete, il suo ambito di azione, una forma organizzativa e funzionale, abbozzare uno statuto e un regolamento interno. Raccogliendo il consenso di quasi tutti i gruppi è stato deciso che la rete deve concentrare la propria azione sulla flora spontanea minacciata, per garantirne la conservazione a lungo termine, e su altre specie spontanee di Fig. 3 La copertina della guida dell incontro di Milano Discussione e approvazione del protocollo d intesa tenutosi l 17 dicembre 2004 presso la Regione Lombardia. (Raffigurati fiori e semi di Dracocephalum austriacum, rara specie steppico-pannonica) Fig. 4 La copertina della guida dell incontro di Pavia Discussione dello statuto tenutosi l 8 febbraio 2005 presso il Dipartimento di Ecologia dell Università. (Raffigurati fiori e semi di Linaria tonzigii, endemismo lombardo) 255

5 SESSIONE III Fig. 5 Localizzazione geografica dei potenziali nodi di RIBES Fig. 6 Copertina della pubblicazione che descrive sinteticamente le strutture e le attività dei potenziali nodi di RIBES (Raffigurati fiori e semi di Dianthus glacialis, rara specie artico-alpina) Fig. 7 Copertina del protocollo d intesa per la costituzione di RIBES (Raffigurati fiori, frutti e semi di Dianthus glacialis, rara specie articoalpina) 256

6 potenziale interesse per i progetti di rinaturalizzazione. Da un punto di vista formale è stato deciso che la rete prenda la forma giuridica di un associazione scientifica legalmente riconosciuta e basata su principi di democraticità e partecipazione. Il nome scelto è RIBES e sta per Rete Italiana Banche del germoplasma per la con- SESSIONE III Fig. 8 Un estratto della pagina delle firme del protocollo d intesa RIBES Fig. 9 Un momento della cerimonia della firma del protocollo d intesa RIBES. Foto di C. Bonomi 257

7 SESSIONE III Fig. 10 Una prima bozza del piano d azione di RIBES servazione Ex Situ della flora spontanea italiana. I potenziali nodi della futura rete (Fig. 5, 6) si sono formalmente impegnati per la sua costituzione firmando un protocollo d intesa a Pavia il 9 febbraio 2005 (Fig. 7, 8, 9), in occasione dell inaugurazione della Banca del germoplasma della Lombardia insediata dal Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia presso il Dipartimento di Ecologia del Territorio dell Università di Pavia, alla presenza di rappresentati del punto focale nazionale per la biodiversità (Dipartimento Protezione della Natura, Ministero dell Ambiente), dell APAT, della Società Botanica Italiana, della Federparchi, delle Amministrazioni regionali di Lombardia e Toscana, dei Royal Botanic Gardens Kew. 258

8 Il protocollo d intesa RIBES (testo integrale riportato in appendice 1) si compone di 3 parti: un introduzione che pone i presupposti scientifici e normativi a sostegno dell azione intrapresa, facendo esplicito riferimento a tutte le principali convenzioni, e regolamenti e leggi locali, nazionali e internazionali che disciplinano la materia, segue una breve descrizione degli scopi e obiettivi della rete assieme all indicazione di un orizzonte temporale entro il quale completare l iter formale che porterà alla costituzione dell associazione. Concludono il documento le firme, i timbri e l elenco di tutti i soggetti sottoscrittori del protocollo. Questi soggetti sono principalmente giardini botanici universitari, ma anche enti locali, parchi nazionali, organizzazioni senza scopo di lucro e società private. Rappresentano quasi tutte le regioni italiane e comprendono istituzioni già impegnate in altre reti europee come Ensconet e Genmedoc, fornendo così un attivo collegamento con la realtà Europea. RIBES si è costituita formalmente a Trento il 3 dicembre 2005 con atto pubblico di fronte al notaio tramite la sottoscrizione dell atto costitutivo e la consegna dello statuto approvato da 18 soci fondatori. SESSIONE III CONCLUSIONI L obiettivo finale di RIBES è quello di migliorare la qualità e la sicurezza delle riserve di germoplasma delle specie vegetali spontanee in Italia. Questo obbiettivo verrà perseguito tramite l azione coordinata di gruppi di lavoro che saranno gestiti in maniera partecipativa e democratica e che dovranno adottare una prospettiva nazionale sui problemi di conservazione del germoplasma, fissando azioni prioritarie rilevanti per il territorio italiano nel suo insieme, esaminando i vari procedimenti tecnico operativi delle banche del germoplasma, fissando criteri minimi obbligatori e opzionali consigliati, da far adottare a livello nazionale. Questi gruppi si dedicheranno a temi specifici quali ad esempio raccolta germoplasma che dovrà stabilire i criteri per la scelta delle specie da conservare e i protocolli operativi minimi e consigliati per la loro raccolta, un gruppo trattamento germoplasma che rivaluterà criticamente le procedure da seguire dall arrivo dei semi in banca con la loro essiccazione, caratterizzazione, germinazione fino alla loro conservazione a bassa temperatura, un gruppo gestione dati che dovrà stabilire i criteri e le procedure per lo scambio delle informazioni rendendo compatibili e integrabili le banche dati dei vari nodi della rete, un gruppo divulgazione che si occuperà di far arrivare i prodotti della rete agli utenti finali siano essi tecnici delle varie banche, studiosi e ricercatori, enti gestori, referenti istituzionali, appassionati, volontari e il grande pubblico. A tale scopo è stata predisposta una bozza preliminare di un possibile piano d azione per le attività della rete. 259

9 SESSIONE III Nel portare avanti queste azioni RIBES cercherà attivamente un collegamento con i soggetti che operano in campi affini ai propri interessi, ad esempio con chi cura la redazione e l aggiornamento delle liste rosse e della cartografia floristica nazionale e regionale, come ad esempio la Società Botanica Italiana e gli Orti Botanici Italiani (SCOPPOLA et al., 2003; SCOPPOLA & CAPORALI, 2005). RIBES cercherà anche di mettere in contatto studiosi e ricercatori con i gestori delle aree protette, per poter fornire loro mezzi tecnologie e opportunità per attivare progetti di reintroduzione di specie localmente estinte e rafforzamento di popolazioni in declino. RIBES si propone di operare in stretto contatto con il punto focale nazionale per la CBD, insediato presso il Ministero dell Ambiente, mettendo a disposizione un potente strumento operativo su tutto il territorio nazionale in grado di dare attuazione agli obiettivi specifici di conservazione contenuti nei documenti e accordi programmatici citati nel dettaglio nell introduzione. Se la sua azione avrà successo RIBES contribuirà concretamente a dare attuazione a livello nazionale agli obiettivi 3, 8, 14 & 16 della Strategia Globale per la Conservazione delle Piante (GSPC) (CBD SECRETARIAT, 2002). Si auspica inoltre che RIBES possa stimolare una cooperazione transfrontaliera con altre nazioni confinanti che insistono sulla stessa unità biogeografica di riferimento, come ad esempio la zona alpina e quella mediterranea. Ringraziamenti - Per il supporto ricevuto, la disponibilità al dialogo e l incoraggiamento a perseguire l obiettivo della costituzione di RIBES, gli autori desiderano ringraziare il Punto Focale Nazionale per la Biodiversità insediato presso il Ministero dell Ambiente (MATT- DCN, Roma); la dott.ssa Beti Piotto (APAT), la Regiona Lombardia; la Provincia Autonoma di Trento; la Regione Toscana; il Prof. Fabio Garbari (Pisa), il Prof. Paolo Grossoni (Firenze), il Prof. Mauro Mariotti (Milano), il dott. Simon Linington (Millennium Seed Bank, Royal Botanic Gardens, Kew). BIBLIOGRAFIA APAT, Environmental data yearbook. APAT, Agency for Environmental Protection and Technical Services, Rome ( ). BONOMI C., ROSSI G. & BEDINI G. (Eds.), in pubbl. - Atti del convegno Banche del Germoplasma: uno strumento per la conservazione. Verso una rete nazionale in prospettiva Europea. Trento, 1-2 Aprile Studi Trent. Sci. Nat., Acta Biol. Suppl. 81 (in stampa). CBD SECRETARIAT, Convention on Biological Diversity - Text and Annexes. UNEP, Châtelaine

10 CBD SECRETARIAT, Global Strategy for Plant Conservation. CBD Secretariat, Montreal. CHENEY J., NAVARRETE NAVARRO J. & WYSE JACKSON P.S., Action Plan for Botanic Gardens in the European Union. Scripta Bot. Belg. 19. CHENEY J., NAVARRETE NAVARRO J. & WYSE JACKSON P.S., Piano d azione per i giardini botanici nell unione Europea. Inform. Bot. Ital,. 33, Suppl. 2 (Traduzione italiana a cura di L. Minuto e M. Bondì). CONTI F., MANZI A. & PEDROTTI F., Libro rosso delle piante d Italia. Ministero dell Ambiente, Ass. Ital. per il WWF e SBI, Roma. CONTI F., MANZI A. & PEDROTTI F.,, Liste rosse regionali delle piante d Italia. WWF e SBI, Camerino. MATT, National report to the Convention on biological diversity. Roma ( PLANTA EUROPA & COUNCIL OF EUROPE, European Plant Conservation Strategy. Planta Europa, London. PLANTA EUROPA & COUNCIL OF EUROPE, La strategia europea per la conservazione delle piante. Inform. Bot. Ital,. 36, Suppl. 1 (Traduzione italiana a cura di A. Alessandrini, B. Foggi e C. Perini) _000.pdf. SCOPPOLA A. & CAPORALI C., Le specie vulnerabili, endemiche e rare della flora vascolare italiana. In: Blasi C. (Ed.) Sistema biodiversità Italia. SBI - Commissione per la Promozione della Ricerca Botanica, MATT, Direzione per la Conservazione della Natura.- DCN. (In stampa). SCOPPOLA A., CAPORALI C., GALLOZZI M. R. & BLASI C., Aggiornamento delle conoscenze floristiche a scala nazionale: commenti e primi risultati. Inform. Bot. Ital. 35(1): WALTER K.S. & GILLET H.J., (Eds.), IUCN Red List of Threatened Plants. IUCN, Gland. SESSIONE III APPENDICE 1 PROTOCOLLO D INTESA per il coordinamento delle azioni di conservazione ex situ di specie della flora spontanea italiana a rischio di estinzione e utili per la rinaturalizzazione tramite la costituzione di RIBES Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione Ex Situ della flora spontanea 261

11 SESSIONE III Considerato che: i. esistono gravi problemi di conservazione della flora mondiale, europea e italiana come espresso da vari elenchi di specie minacciate presenti nelle Convenzioni internazionali di Berna e di Washington, nella Direttiva 92/43 CEE Habitat, nelle normative regionali e provinciali, nei libri e nelle liste rosse redatti secondo i criteri IUCN, negli studi prodotti dalla Società Botanica Italiana per conto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, nelle pubblicazioni dell APAT, nonché nella numerosa letteratura scientifica sull argomento; ii. le banche del germoplasma rappresentano un efficace strumento per la conservazione ex situ e, assieme alle strategie in situ, concorrono all obiettivo globale di conservare la biodiversità del pianeta, così come sancito da accordi di rilevanza internazionale quale la Convenzione per la Diversità Biologica (CBD) agli articoli 8 e 9; iii. il Consiglio d Europa, congiuntamente a Planta Europa, ha emanato nel 2002 l European Plant Conservation Strategy (EPCS) e la CBD con Decisione VI/9 ha adottato la Global Strategy for Plant Conservation (GSPC), due documenti chiave che indicano azioni specifiche da attuare per raggiungere l obiettivo globale di ridurre significativamente la perdita di biodiversità del pianeta entro il 2010; iv. lo Stato italiano ha ratificato la Convenzione per la Diversità Biologica con la legge n. 124 del 14 febbraio 1994 e attraverso la Delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) del 16 marzo 1994 ha definito le Linee strategiche per l attuazione della convenzione di Rio e per la redazione del piano nazionale sulla biodiversità; tali linee strategiche al punto 7 pongono come obiettivo la realizzazione di una rete integrata di centri per la conservazione del germoplasma; v. molte Amministrazioni locali hanno recentemente emanato norme che favoriscono la costituzione di banche del germoplasma quali centri per la conservazione ex situ della biodiversità: ad esempio, la Regione Piemonte (LR 22/83 Interventi per la salvaguardia e lo sviluppo di aree di elevato interesse botanico ), la Regione Lombardia (DGR VII/16038 del Conservazione del Germoplasma di specie rare e/o minacciate in Lombardia ), la Provincia Autonoma di Trento (delibera PAT 1159 del Progetto Seed Bank ), la Regione Toscana (LR 56/2000 Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche e delibera 1175 del della Giunta regionale), la Provincia di Livorno (decisione 106 del ), la Provincia di Cagliari (delibera n del ), la Regione Autonoma Sicilia (POR Sicilia Decisione C(2000) 2348 del ) e la Provincia di Palermo; vi. le convenzioni internazionali di cui al precedente punto iii defini- 262

12 scono obiettivi di conservazione specifici, come la prescrizione di assicurare la conservazione ex situ del 60% delle specie a rischio e di avviare programmi di moltiplicazione e reintroduzione sul 10% di queste specie entro l anno 2010 (obiettivo 8 della sopracitata GSPC) e la raccomandazione di provvedere a conservare ex situ l 80% delle specie a rischio entro il 2010 (obiettivo 2.5 della sopracitata EPCS); vii. l associazione internazionale BGCI (Botanic Gardens Conservation International) ha elaborato un Piano d Azione per i Giardini Botanici nell Unione Europea, che all obiettivo C2 dà indicazione di sviluppare e gestire adeguatamente le collezioni ex situ per consentirne l utilizzo ai fini della conservazione; viii. l esigenza di uno stretto coordinamento delle misure di conservazione ex situ per fronteggiare la perdita di germoplasma delle specie spontanee è stata riconosciuta dal Consiglio d Europa, con la costituzione del libero consorzio europeo di corpi governativi e ONG denominato PLANTA EUROPA, da nazioni europee come la Spagna, ove opera la rete REDBAG (RED de BAncos de Germoplasma), nonché dalla stessa Unione Europea, tramite i progetti ENSCONET (VI programma quadro per la ricerca RICA-CT ) e GENMEDOC (Fondo europeo per sviluppo regionale FESR - INTERREG - MEDOC E-060), ai quali collaborano istituzioni di diversi paesi; ix. l obiettivo 16 della sopracitata GSPC prevede la creazione di reti dedicate alle attività di conservazione delle piante a livello nazionale, regionale e locale; x. è necessario attuare un azione globale e coordinata per la salvaguardia delle risorse vegetali naturali che, in quanto derivate da processi di evoluzione biologica del tutto peculiari, rappresentano un patrimonio unico ed indisponibile dello Stato italiano (titolo V art. 117 della Costituzione Italiana); xi. è opportuno cogliere con tempestività l interesse mostrato dagli organi comunitari, nazionali, regionali e locali e offrire uno strumento in grado di operare in tutto il territorio nazionale al fine di garantire la conservazione ex situ per le specie spontanee, assicurando un efficiente livello di coordinamento. Tutto ciò premesso, i legali rappresentanti degli enti pubblici e soggetti privati specificati [nel testo del lavoro sopra riportato], [omissis]convengono quanto segue: SESSIONE III Articolo 1 (intenti) - ciascun firmatario del presente protocollo di intesa si impegna ad attivare, con le modalità previste dall ente o soggetto rappresentato e nei tempi previsti dal seguente articolo 6, le procedure necessarie alla costituzione di una associazione legalmente riconosciuta denominata in esteso Rete Italiana Banche del germoplasma per la conservazione Ex Situ della flora spontanea e in forma abbreviata RIBES. 263

13 SESSIONE III Articolo 2 (soci) - Saranno soci dell associazione di cui all articolo 1 gli enti o i soggetti che sottoscrivono il presente protocollo d intesa (soci fondatori) e - a richiesta e secondo i criteri di adesione che saranno specificati nello statuto (vedi articolo 3) - gli istituti di ricerca, istituzioni pubbliche, private e ONLUS che siano impegnati, in modo attivo e continuato, in programmi di conservazione ex situ di piante spontanee della flora italiana che prevedono la raccolta di germoplasma in natura, il suo trattamento e conservazione in apposite strutture (banche del germoplasma), lo studio di protocolli di propagazione, il mantenimento di documentazione aggiornata e lo sviluppo di iniziative formative, didattiche e divulgative. Articolo 3 (adesione) - L adesione di nuovi soci sarà regolata dallo statuto dell associazione. Articolo 4 (fondo di dotazione iniziale) - Sarà costituito un fondo di dotazione iniziale dell associazione di cui all articolo 1, costituito dai versamenti effettuati dai soci. Articolo 5 (oggetto) - L associazione avrà per oggetto la conservazione delle piante spontanee minacciate di estinzione e utili per la rinaturalizzazione e promuoverà l avvio di azioni coordinate nel campo della conservazione ex situ relativamente a due principali ambiti specificati di seguito, che possono essere attuati in maniera indipendente ma coordinata: a) oggetto A - specie della flora spontanea italiana a rischio di estinzione elencate in liste di interesse mondiale, nazionale, regionale e provinciale, o in altri repertori di riconosciuta validità scientifica; b) oggetto B - specie della flora spontanea italiana di rilevante significato biogeografico-ecologico e di potenziale interesse per azioni di rinaturalizzazione quali il restauro, il recupero, il ripristino e la riqualificazione ambientale. Articolo 6 (durata) - La procedura di costituzione dell associazione di cui all articolo 1 sarà completata entro un anno dalla sottoscrizione del presente protocollo d intesa. Articolo 7 (attività) - Le iniziative coordinate dalla associazione e le azioni da essa intraprese avranno lo scopo di: a) favorire la diffusione di conoscenze sui problemi e metodi della conservazione ex situ mediante circolari, riunioni, manifestazioni di vario tipo; b) definire e aggiornare gli standard minimi per la corretta gestione di programmi di conservazione ex situ; c) assicurare la migliore conservazione ex situ possibile secondo standard riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale; 264

14 d) diffondere, per quanto possibile, l informazione sull accesso a programmi comunitari e statali per l attivazione o il potenziamento di iniziative che rientrano nel presente protocollo d intesa; e) istituire un registro nazionale delle specie sottoposte a programmi di conservazione ex situ; f ) contribuire a iniziative più generali di conservazione integrata della biodiversità; g) attivare ricerche per ottenere una migliore conoscenza delle tecniche di conservazione e propagazione, anche ai fini di eventuali interventi di restituzione in ambienti naturali; h) definire e utilizzare specifici sistemi di documentazione per la conservazione di germoplasma di specie selvatiche al fine di assicurarne la tracciabilità dalla fase di prelievo in poi; i) attuare programmi di divulgazione, rivolti alle scuole e al pubblico in genere, sulla urgenza della conservazione ex situ e sul significato della diversità biologica; j) attuare specifici programmi formativi e di aggiornamento. SESSIONE III Articolo 8 (bioetica) - I programmi oggetto del presente protocollo d intesa saranno svolti nel rispetto della normativa in materia di bioetica. Articolo 9 (Convenzioni in materia di biodiversità) - I programmi del presente protocollo d intesa saranno svolti nel rispetto delle normative CITES, relativamente alla detenzione e al commercio di specie vegetali e loro parti o derivati, nonchè delle altre norme internazionali, nazionali e locali vigenti in materia di conservazione della biodiversità. Articolo 10 (accesso alle risorse genetiche vegetali e condivisione dei benefici) - L associazione di cui all articolo 1 dovrà assicurare che la disponibilità delle risorse genetiche vegetali e la condivisione dei benefici, monetari e non, derivanti dal loro uso, di cui al presente accordo, avvengano nel rispetto dell art. 15 della CBD, secondo le modalità contenute nelle linee guida di Bonn (Bonn Guidelines on Access to Genetic Resources and Fair and Equitable Sharing of the Benefits Arising out of their Utilization), adottate dalla CBD con la decisione VI/24. In particolare, per garantire che i benefici derivati dall uso del germoplasma siano condivisi equamente, tutti i soci si impegneranno ad attivare apposite convenzioni e accordi bilaterali (fra singoli soci e amministrazioni territoriali competenti) per specificare la proprietà del germoplasma raccolto e conservato e regolamentare i diritti di raccolta, di accesso, d uso e di disposizione (procedura definita dalle linee guida di Bonn come MTA - Material Transfer Agreement). 265

15 SESSIONE III Articolo 11 (segreteria ad interim) - Svolgono funzione di segreteria ad interim del gruppo promotore della costituenda associazione le persone nominate il 2 aprile 2004 a Trento in occasione del workshop, Banche del Germoplasma: uno strumento per la conservazione. Verso una rete nazionale in prospettiva Europea : Costantino Bonomi, Museo Tridentino di Scienze Naturali; Graziano Rossi, [per conto del] Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia; Gianni Bedini, Orto Botanico dell Università di Pisa. Pavia, 9 febbraio 2005 [Seguono nel documento originale, depositato in copia presso tutti i sottoscrittori, la firma dei delegati delle 18 istituzioni aderenti] ALLEGATO 1 Elenco dei soggetti aderenti alla data di sottoscrizione del presente protocollo Elenco redatto in ordine geografico regione per regione da Nord a Sud e isole 1 - Piemonte - Banca Alpi sud occidentali (Ente di Gestione dei Parchi e delle Riserve Naturali Cuneesi) 2 - Lombardia - Lombardy Seed Bank LSB (Consorzio Parco Monte Barro) 3 - Trentino - Alto Adige - Trentino Seed Bank TSB (Museo tridentino di scienze naturali) 4 - Veneto - Banca del germoplasma dell Orto Botanico di Padova (Università degli studi di Padova) 5 - Liguria - Laboratorio per la conservazione della diversità vegetale ligure (Università degli studi di Genova) 6 - Toscana - Banca del germoplasma dell Orto Botanico di Pisa (Università degli studi di Pisa) 7 - Toscana - Banche del Germoplasma Livornesi (Provincia di Livorno) 8 - Marche - Banca del germoplasma per la conservazione delle specie anfiadriatiche (Università politecnica delle Marche) 9 - Lazio - Banca del germoplasma dell Orto Botanico di Viterbo (Università degli studi della Tuscia) 10 - Abruzzo - Banca del Germoplasma dell Appennino Centrale (Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) 11 - Abruzzo - Banca del germoplasma della Majella (Parco Nazionale della Majella) 12 - Molise - Banca del germoplasma del Molise (Università degli studi del Molise) 13 - Puglia - Banca del germoplasma del CNR di Bari (Consiglio Nazionale delle Ricerche) 266

16 14 - Basilicata - Banca del Germoplasma CODRA Mediterranea S.r.l. (CODRA Mediterranea S.r.l.) 15 - Sardegna - Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR) (Università degli studi di Cagliari) 16 - Sicilia - Banca del germoplasma dell Orto Botanico di Palermo (Università degli studi di Palermo) 17 - Sicilia - Banca del germoplasma dell Orto Botanico di Catania (Università degli studi di Catania) 18 - Sicilia - Banca di germoplasma del Mediterraneo, Onlus SESSIONE III 267

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