Custodire e coltivare il creato per un futuro sostenibile

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1 UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE MONDINSIEME Rivista dell UVISP N 16 DICEMBRE 2013 Custodire e coltivare il creato per un futuro sostenibile

2 UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE L UVISP-Assisi sostiene la crescita di bambini poveri o abbandonati attraverso le adozioni a distanza Il suo futuro dipende da te! Molti bambini nei Paesi più poveri del nostro pianeta vivono ancora in condizioni di estrema povertà ed hanno urgente bisogno del tuo sostegno. Attiva un adozione a distanza tramite l UVISP-Assisi. Adottare un bambino a distanza è un grande gesto d'amore. Permette di migliorare concretamente la vita di un bambino, quella della sua famiglia e della comunità in cui vive. Potrai seguire la crescita del bambino e stringere con lui un bellissimo rapporto di amicizia attraverso le lettere che vi scambierete. È possibile scegliere tra due diverse forme di sostegno: una quota di 26 euro al mese per la rata scolastica e il materiale didattico; una quota di 52 euro al mese per la rata scolastica, il materiale didattico, vitto e alloggio. LE SOMME VERSATE SONO DEDUCIBILI. Rivolgiti con fiducia all UVISP. Vieni a trovarci presso la nostra sede, ubicata a Bastia Umbra (zona industriale ovest settore H); Tel info@uvisp.org UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE Un aiuto ai più poveri del nostro territorio I In questi ultimi anni è cresciuta la richiesta di aiuto da parte di - Alimenti: dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle e il sabato dalle 10 famiglie bisognose, italiane e straniere, residenti sul nostro alle territorio. L UVISP ha uno Sportello polivalente (aperto tutti - Mobili: tutte le mattine dalle 9.30 alle 12 (o previo appuntamento). i giorni dalle 9 alle 12 tel ) che provvede a - Indumenti: ogni martedì dalle 19 alle e ogni sabato dalle 9 alle distribuire alimenti, vestiario e mobili a persone in particolare Ricordiamo poi che a beneficio degli immigrati si offre un servizio stato di disagio socio-economico. di consulenza e/o assistenza legale con la presenza di un avvocato (il Ecco i giorni e gli orari di questo specifico servizio assolto con grande martedì dalle 19 alle 20). generosità dai volontari della nostra associazione. Va rilevato, infine, che ogni anno vengono organizzati due corsi di lingua italiana guidati da qualificati insegnanti. 2

3 UVISP-ASSISI: il ponte tra Nord e Sud del mondo UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE L UVISP-ASSISI (Unione Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e la Pace) è un Organismo non Governativo (ONG) di cooperazione e solidarietà internazionale, sorto nel 1983 per iniziativa di padre Giorgio Roussos (un frate francescano). il UVISP-ASSISI ottiene nel 1987 l idoneità dal LMinistero degli Affari Esteri con D. M. n. 1987/128/4126/3/D e dal 1988 aderisce a Volontari nel mondo UVISP FOCSIV. Il fine dell associazione è quello di collaborare alla costruzione di un mondo migliore. Ispirandosi ai valori di fratellanza e di giustizia, pone al centro del suo impegno solidale l uomo, al di là di ogni appartenenza di razza, ideologia e religione. L associazione è divisa in 6 commissioni, ciascuna con specifiche funzioni: 1. Commissione progetti 2. Commissione adozioni a distanza 3. Commissione immigrati 4. Commissione informazione ed educazione allo sviluppo 5. Commissione formazione ed invio volontari 6. Commissione raccolta fondi Rivista dell UVISP-Assisi Numero 16 Dicembre 2013 Registrazione Tribunale di Perugia N.15 del Direttore: Roldano Boccali Art Director e Grafica: Manuela Marcagnani Hanno collaborato: Franco Barigozzi, Giuseppe Lio, Elisa Santi, P. Vittorio Farronato. Fotografie: Archivio UVISP, Elisa Santi, Franco Barigozzi. Redazione e Amministrazione: c/o sede UVISP Zona industriale ovest settore H Bastia Umbra (PG) Tel. / Fax Stampa: Sito: Bastia Umbra L UVISP realizza progetti nei Paesi del Terzo Mondo, privilegiando tre settori di intervento: istruzione, sanità, creazione di posti di lavoro. L UVISP promuove e gestisce adozioni a distanza di minori in America Latina, Africa e Asia. L UVISP, presso la sua sede di Bastia Umbra, ha uno Sportello polivalente per aiutare i più bisognosi, italiani e stranieri, che risiedono sul territorio. Vengono distribuiti beni di prima necessità (alimenti, mobili, indumenti) e viene fornita anche assistenza legale. Inoltre, vengono organizzati corsi di alfabetizzazione. L UVISP, inoltre, svolge una intensa attività di informazione e educazione allo sviluppo, UVISP attraverso tavole rotonde, eventi culturali e artistici. Al tempo stesso, organizza varie iniziative (spettacoli, pesche di solidarietà, concorsi, manifestazioni varie...) il cui ricavato viene utilizzato dal UVISP per contribuire a finanziare i progetti che la stessa associazione realizza nei Paesi in via di sviluppo. L UVISP ha la sua sede a Bastia Umbra Zona industriale ovest settore H (nei pressi del centro fieristico) Tel. / Fax info@uvisp.org sito: Da rilevare inoltre che nel luglio 2012 si è costituita, secondo le finalità statutarie dell UVISP-Assisi, una sezione periferica ad Omegna (VB). La filiale, operando nella massima trasparenza e con un piano di lavoro ben definito, si impegna in molteplici attività. Si tratta di un gruppo di volontari operativo nella diocesi di Novara, gruppo che è coordinato e guidato dal Signor Franco Barigozzi e da sua moglie Carla Rita Mastinu. UVISP MONDINSIEME è una rivista realizzata dall UVISP-Assisi (Unione Volontariato Internazionale per lo Sviluppo e la Pace) con il fondamentale contributo di varie attività commerciali. Viene distribuita gratuitamente sul territorio e comunque è possibile richiederla presso la sede dell UVISP. 3

4 UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE Un nuovo progetto promosso da Una panetteria artigiana nella Repubblica Demo La testimonianza di Elisa Santi, responsabile d che ha curato l elaborazione e la realizzazi La stretta collaborazione tra UVISP-ASSISI e OPHDI, associazione locale molto attiva nel territorio, ha dato ancora una volta i suoi frutti: dopo la microimpresa di sartoria per ragazze madri, realizzata anni fa e tutt ora in piena attività, ecco un nuovo microprogetto di sviluppo realizzato con successo a Gombe-Matadi, cittadina situata nella regione del Bas-Congo, all'estremità Sud-Ovest del Paese. Un mondo senza fame è il titolo di questa piccola impresa, promossa da noi e finanziata dalla Caritas italiana. Titolo più che mai appropriato all attività avviata, trattandosi di una panetteria artigianale che, pur essendo una piccola realtà come tutte quelle previste dai microprogetti, contribuisce fortemente alla crescita del contesto in cui è inserita: Gombe- Matadi infatti, per via della sua posizione geografica, dipende strettamente da rifornimenti di ogni genere di beni dai villaggi più centrali e vicini alla capitale, e questo, unitamente alla mancanza di acqua corrente e spesso anche di elettricità, influisce pesantemente sulle condizioni di vita dei suoi abitanti, buona parte dei quali una volta cresciuti abbandonano il villaggio in cerca di maggiori opportunità altrove. Realizzata lo scorso settembre, la panetteria dà lavoro a 6 ragazzi e 3 ragazze di Gombe-Matadi di età compresa tra i 16 e i 25 anni, e rifornendo il villaggio del pane quotidiano a prezzi accessibili offre un beneficio importante all intera cittadinanza. I giovani beneficiari del progetto hanno ricevuto una formazione approfondita e puntuale in ambito non solo tecnico e amministrativo, ma anche umano, in quanto ciò che preme fortemente sia all UVISP-ASSISI che all OPHDI è creare nuove mentalità attive e dinamiche, servirsi del lavoro come mezzo per rendere le persone forti e fiduciose in se stesse, con prospettive ed obiettivi che vadano ben al di là del giorno presente. Per la formazione tecnica è stato selezionato Mr Alphonse Pambu, fornaio esperto e conosciuto nei dintorni per la sua competenza ed affidabilità, della parte amministrativa si è occupato l Abbé Basile Crispin Mvuanga, rappresentante OPHDI e collaboratore per il progetto, che ha anche collaborato con me alla parte umana, ovviando così alla difficoltà della lingua in quanto alcuni dei ragazzi coinvolti non parlano Francese.

5 UVISP-ASSISI e OPHDI le a Gombe-Martadi, cratica del Congo ell ufficio Progetti dell UVISP-ASSISI, one del microprogetto di sviluppo Dopo la bellissima notizia dell approvazione del progetto da parte della Caritas ci siamo mossi immediatamente, informando la controparte locale e dando il via alla fase operativa del progetto, che comprendeva il contatto con le autorità locali e con i fornitori e prestatori d opera coinvolti (aspetto di cui si è egregiamente occupato l Abbé Basile), oltre ai preparativi del mio viaggio nella Repubblica Democratica del Congo, che è servito ad effettuare gli acquisti necessari alla realizzazione del progetto, oltre al monitoraggio dell andamento e la conoscenza diretta della situazione locale e del modo di vivere delle persone. Il progetto si è rivelato soddisfacente e pienamente conforme agli obiettivi sotto tutti gli aspetti. Ho ricevuto un accoglienza a dir poco calorosa da parte di tutti quelli con cui sono entrata in contatto e ho potuto godere di molti momenti conviviali, di dialogo e confronto umano che hanno arricchito molto la mia conoscenza della realtà locale e delle sue possibilità. Calpestare il suolo africano, respirarne l aria, immergersi nella sua realtà così colorata, terribile e meravigliosa, produce un effetto unico, risvegliando un desiderio di appartenenza e di comunione che è parte integrante dell animo umano, ma che spesso viene nascosto dalla gran massa di occupazioni e preoccupazioni individuali quotidiane. Dietro un atteggiamento di rassegnazione, di passività, di indolenza e debolezza mentale, ciascuna delle persone che ho incontrato, conosciuto o semplicemente visto racchiude una grande forza, un energia chiaramente percepibile e che non può rimanere imprigionata a lungo. É proprio questo potenziale che cerchiamo di estrarre e liberare, perché ogni ragazzo, donna, uomo, bambino ne faccia tesoro. Il processo è lungo, faticoso, difficile, ostacolato da interessi ben più grandi, da volontà ben più potenti della nostra. Ma ogni piccola realtà creata, ogni stimolo positivo, ogni persona che si toglie dalla strada per indirizzarla a crearsi un'esistenza dignitosa, ogni buon esempio contribuiscono a quella crescita, a quella consapevolezza che piano piano scardineranno lo stagnante equilibrio esistente. Si inizia dal pane quotidiano e dal lavoro. Si può fare molto altro ancora. Elisa Santi

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7 I n questi anni l UVISP-Assisi ha realizzato in Africa, America latina e Asia vari progetti: scuole, laboratori, biblioteche, centri di recupero per i ragazzi di strada, ambulatori medici, servizi igienici, piccoli centri di salute periferici. Ha portato a termine importanti progetti di agricoltura, allevamento di animali e riforestazione. Ha organizzato anche microimprese di sartoria per ragazze madri. Per conoscere più da vicino come lavoriamo, puoi contattarci allo o venire a trovarci presso la nostra sede di Bastia Umbra, zona industriale ovest settore H. Nel sito dell UVISP c è una sezione dedicata ai progetti. Contribuisci anche tu alla realizzazione dei progetti dell UVISP iascuno può fornire un aiuto economico, anche piccolo, per contribuire alla realizzazione dei progetti promossi dall UVISP nei CPaesi in via di sviluppo. Se vuoi sostenere questi progetti, puoi effettuare un versamento secondo queste modalità: - BONIFICO / BOLLETTINO POSTALE: UVISP-Assisi zona industriale ovest settore H Bastia Umbra (PG) IBAN: IT 46 O c/c postale BONIFICO BANCARIO: UVISP-Assisi zona industriale ovest settore H Bastia Umbra (PG) - Banca di Credito Cooperativo di Spello e Bettona agenzia di Bastia Umbra (PG) - IBAN: IT 94 O c/c bancario DESTINAZIONE DEL 5 PER MILLE DELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI codice fiscale BENEFICI FISCALI Le offerte sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi Anche tramite il negozio Commercio per solidarietà in via De Gasperi 8 a S. Maria degli Angeli (dove si possono acquistare bellissimi oggetti a prezzi davvero convenienti), si può contribuire alla realizzazione dei progetti nel terzo mondo promossi dall'uvisp-assisi. 7

8 UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE L UVISP e la sua attività di informazione U na specifica commissione UVISP ha il compito di svolgere sul territorio una indispensabile attività di Uinformazione ed educazione allo sviluppo. Per questo motivo vengono promosse TAVOLE ROTONDE su vari argomenti di carattere sociale e viene realizzata la r i v i s t a M O N D I N S I E M E, p e r i o d i c o dell'associazione a distribuzione gratuita. La commissione informazione ed educazione allo sviluppo si preoccupa anche di tenere sempre aggiornato il SITO dove sono segnalate le molteplici attività dell'associazione. Vengono altresì organizzate varie attività per raccogliere fondi da destinare ai progetti dell UVISP nei Paesi in via di sviluppo. Ogni anno, nel periodo estivo, l UVISP propone delle PESCHE DI BENEFICENZA in occasione di alcune feste e sagre paesane. Nel 2013 l associazione ha organizzato la seconda edizione del CONCORSO DISEGNO E PITTURA sul tema L ACCOGLIENZA per bambini e ragazzi (con cerimonia di premiazione tenutasi il 18 maggio 2013) e la ventesima edizione del PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE UN SOLO MONDO con le sue due sezioni a tema libero: A) Poesia singola inedita; B) Narrativa per giovani premio Adriana Paulon. La cerimonia di premiazione si è svolta il 27 ottobre 2013 (vedi servizio a pagina 9). Le suddette manifestazioni culturali hanno riscosso particolare successo e naturalmente saranno riproposte anche nel Da segnalare infine che l UVISP ha promosso nel mese di dicembre 2013 un CICLO DI INCONTRI (tre conferenze) sul tema: CUSTODIRE E COLTIVARE IL CREATO PER UN FUTURO SOSTENIBILE. (vedi servizio a pagina 10). Cena di solidarietà all UVISP l 23 novembre 2013, presso la sede dell'uvisp, in un clima di grande fraternità ed amicizia, si è svolta la tradizionale CENA IDI BENEFICENZA. In tanti hanno aderito all'iniziativa promossa dall UVISP, il cui ricavato verrà utilizzato per contribuire alla realizzazione di uno specifico progetto: un allevamento di polli e maiali destinato alle donne della municipalità di Dano, nella regione sud-ovest del Burkina Faso. L associazione ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno partecipato. Un particolare ringraziamento anche ai volontari dell associazione che si sono prodigati per il buon esito della serata, al bravissimo cuoco Massimo Felici e alla sua insostituibile aiutante Rosanna Dionigi. 8

9 UVISP A S S I S I UNIONE VOLONTARIATO INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO E LA PACE I Una microimpresa di panetteria a Gombe-Matadi I l progetto, realizzato a Gombe-Matadi, cittadina situata all estremità sudovest della Repubblica Democratica del Congo, prevedeva l avvio di una panetteria artigianale che ha dato a tre ragazze e sei ragazzi disoccupati la possibilità di lavorare e migliorare le proprie condizioni di vita. L UVISP ha costruito un forno in mattoni, attuato la formazione umana, amministrativa e tecnica dei giovani beneficiari e acquistato tutto l occorrente per l attività produttiva e commerciale. Gli abitanti del posto hanno accolto la novità con entusiasmo, intuendone l importanza sotto l aspetto economico ed umano e riconoscendola come un'opportunità concreta di crescita e sviluppo, oltre che una dimostrazione tangibile della vicinanza e dell'impegno di enti che hanno a cuore la situazione dell Africa e degli Africani. I PREMIATI SEZIONE A POESIA SINGOLA INEDITA -1 classificato - Franco Fiorini di Veroli (FR) - Figli del vento ; - 2 classificato - Federica Cosma di Bari - Le tre età ; - 3 classificato - Daniela Gregorini di Ponte Sasso di Fano (PU) - La luce sulla porta ; - 4 classificato - Marco Lamolinara di San Lazzaro di Savena (BO) - La notte sul lago. I finalisti hanno ricevuto premi in denaro e diplomi. SEZIONE B NARRATIVA EDITA PER GIOVANI PREMIO ADRIANA PAULON -1 classificata - Elena Gaiardoni di Sommacampagna (VE) - L'eredità - 2 classificata - Chiara Covino di Cava de' Tirreni (SA) - Born to die Elena e Chiara hanno ricevuto diplomi e pregevoli opere artistiche realizzate dai pittori Carlo Fabio Petrignani e Angelo Dottori.

10 Custodire e coltivare il creato Un ciclo di incontri organizzato dall UVISP La custodia del creato in prospettiva cristiana C onoscere la questione ambientale per agire: questo lo scopo del ciclo di conferenze sulla custodia del creato proposte presso la sede UVISP di Bastia, alla presenza di un folto pubblico. Tre appuntamenti caratterizzati dagli interventi di illustri relatori e con il dott. Giuseppe Lio nella veste di moderatore. Ecco l'articolato programma che è stato predisposto dagli organizzatori: 3 dicembre 2013 (ore 21) - La questione ambientale su scala locale a globale - Dal consumo di suolo ai cambiamenti climatici, la causa antropogenica dei problemi ambientali - relatore: ing. Stefania Proietti; 11 dicembre 2013 (ore 21) - Custodire il creato per un futuro sostenibile - Dalla riflessione teologica all'educazione ambientale con la presentazione del volume Custodire il creato. Teologia, etica e pastorale - relatori: ing. Stefania Proietti; prof. Roberto Leoni (Presidente Fondazione Sorella Natura); 18 dicembre 2013 (ore 21) - Si può fare! Dalla riflessione all'azione - Con la partecipazione dei giovani che seguono il progetto Nuovi Stili di Vita nella Diocesi di Assisi- Nocera Umbra-Gualdo Tadino - relatori: ing. Stefania Proietti, Francesco Fasulo, Roberto Tomassini. Il ciclo di conferenze è stato particolarmente apprezzato. Si è trattato di un'occasione di riflessione, conoscenza e approfondimento, ma anche di discussione e di spunti concreti di azione per costruire un futuro sostenibile a partire dalle nostre mani, alla luce del luminoso magistero di papa Francesco che, a pochi giorni dalla sua elezione, così ci esortava: "Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato! La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E' il custodire l'intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco d'assisi: è l'avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l'ambiente in cui viviamo..siate custodi dei doni di Dio! (Omelia di San Giuseppe, 19 MARZO 2013) La crisi ambientale - come ha sottolineato Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale della pace del si impone nel nostro presente con tutta la sua drammatica evidenza e forza, colpendo gli Lecosistemi più fragili. Ma la triste esperienza recente della Sardegna distrutta da un ciclone mostra come anche i nostri territori locali possano essere devastati dalla violenza di fenomeni meteorologici sconosciuti sinora alle nostre latitudini, con il carico di sofferenza dovuto alle tante vittime e ai danni economici incalcolabili che avranno ripercussioni sulla vita delle persone per anni ed anni. L evidenza scientifica mostra inequivocabilmente che la mano dell'uomo non è estranea a tale devastazione. Si pensi al problema dei cambiamenti climatici: sono stati raggiunti e superati i livelli record di temperatura del pianeta nel 2011 e 2012, il 9 maggio 2013 è stato raggiunto il picco massimo di concentrazione di CO2 in atmosfera, oltre 400 parti per milione in concentrazione del principale gas che provoca l effetto serra. Solo nel Pliocene erano stati raggiunti livelli di CO2 così elevati e questo si era tradotto in un aumento delle temperature terrestri di circa 3-4 gradi, con un aumento dei livelli del mare di circa 40 metri. Questo dunque lo scenario che ci aspetta se non interveniamo al più presto. Con l inquinamento dovuto al consumo di combustibili fossili e al consumo indiscriminato di risorse stiamo ricreando un clima preistorico in cui le società umane si dovranno confrontare con enormi rischi per la sopravvivenza e che solo attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 saremo in grado di evitare queste catastrofiche conseguenze. Dal Quarto Rapporto di Valutazione di IPCC pubblicato nel 2007, uno sforzo collettivo dei migliori esperti mondiali, la cui versione aggiornata (Quinto Rapporto Quadro) è in fase di pubblicazione, emergono dati allarmanti. Nel ventesimo secolo la temperatura media del pianeta è aumentata di C, mentre l innalzamento del livello del mare, dovuto all'espansione termica degli oceani ed allo scioglimento dei ghiacci, ammonta a 17 cm. Il cambiamento climatico sta già provocando un incremento nella frequenza, intensità e durata delle alluvioni, siccità ed ondate di caldo. In Africa, a partire dal 2020, si stima che tra 75 e 250 milioni di persone saranno esposte a carenza di acqua dovuta al cambiamento climatico. Dallo stesso anno in alcuni Paesi dell Africa le produzioni dovute all agricoltura legata alle piogge diminuiranno fino al 50%.

11 per un futuro sostenibile in collaborazione con l ing. Stefania Proietti Chi è Stefania Proietti tefania Proietti è nata ad A s s i s i ( P G ) i l S05/01/1975, dove vive attualmente. Ha conseguito presso l'università di Perugia la Laurea magistrale in Ingegneria Meccanica, un Master II livello in Gestione dei Sistemi Energetici e il Dottorato di ricerca in Ingegneria Industriale. Autrice di oltre 40 pubblicazioni scientifiche ed inventrice di brevetti nel settore energetico, coordinatrice di progetti di ricerca e relatrice a convegni nazionali e internazionali, dal 2007 è professore ad incarico di Economia nel corso di laurea in Ingegneria Industriale dell'università degli Studi di Perugia. Nel 2010 è stata candidata come autore per la redazione del Quinto Rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici redatto per le Nazioni Unite dall'ipcc. Nel 2006, 2011 e 2012 ha relazionato per l Università di Perugia sulle tecnologie per la riduzione dei gas serra alle Conferenze delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Dal 2012 è Peer Reviewer del Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici. Dal 2012 è stata nominata Coordinatrice delle attività di Capacity Building del progetto SHARE dall'istituto di ricerca EvK2CNR. Attualmente è Carbon Trader Specialist presso la Asian Development Bank, nella task forse che sta elaborando le regole per il nascente mercato delle emissioni di Pechino. Dal 2010 è componente del Gruppo Custodia del Creato della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) e membro della Commissione Problemi Sociali Lavoro della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino con delega al settore ambiente. Ha coordinato l organizzazione della celebrazione nazionale della 8 Giornata Nazionale della Custodia del Creato indetta dalla CEI, svoltasi ad Assisi e Gubbio (1 settembre 2013). Ha partecipato alla 47 Settimana dei Cattolici Italiani (Torino, settembre 2013) in qualità di segretario dell'assemblea tematica Abitare la città. di Dopo Gli impatti del cambiamento climatico saranno sproporzionatamente violenti per alcune tra le più povere regioni e comunità del mondo. Cosa fare allora? Ci esorta efficacemente Benedetto XVI nella Caritas in Veritate [50] quando afferma: C è spazio per tutti su questa nostra terra: su di essa l intera famiglia umana deve trovare le risorse necessarie per vivere dignitosamente, con l'aiuto della natura stessa, dono di Dio ai suoi figli, e con l impegno del proprio lavoro e della propria inventiva. Dobbiamo però avvertire come dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla. Come cattolici non possiamo sottrarci da questa responsabilità oggettiva. Per contrastare i cambiamenti climatici sarà necessario limitare l incremento di temperatura globale media a 2,0-2,4 C attraverso azioni di mitigazione, limitando le concentrazioni atmosferiche di CO2 al di sotto di 450 ppm. Ciò richiederà una riduzione annuale delle emissioni globali di circa 50 miliardi di tonnellate di CO2- equivalente. I paesi in via di sviluppo avranno bisogno di un aiuto sostanziale e di sostegno da parte delle nazioni ricche, al fine di attuare i propri piani per la crescita economica a basso contenuto di carbonio, e per l'adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici che sono ormai inevitabili nei prossimi decenni. I paesi ricchi devono inoltre dimostrare che la crescita Low-Carbon è possibile investendo in nuove tecnologie, che dovrebbero essere condivise con i paesi in via di sviluppo. Così come la questione ambientale investe sia il livello globale sia il livello locale, anche le possibili soluzioni passano per quelle che possiamo fare noi, nella vita di tutti i giorni, oltre che per l'azione dei governi. Per affrontare il problema va fatta una attenta analisi, così da poter dare la diagnosi e la cura.

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14 Primo piano sull AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) Campo Scuola AIFO nazionale a Verbania Il nostro collaboratore UVISP di Omegna, Franco Barigozzi, ha un ruolo di responsabilità come animatore di eventi e di corsi di formazione all interno dell AIFO. Lo spazio che dedichiamo, oltre ad avere un prezioso taglio culturale ed informativo, ci aiuta a riflettere sul ruolo delle nuove tecnologie a sostegno delle campagne di sensibilizzazione e di sostegno ai progetti nel Terzo Mondo Una cinquantina di persone provenienti da dieci senza eredi diretti capaci di poter donare il proprio patrimonio con regioni italiane ha animato il Campo estivo AIFO un atto notarile o in forma privata ad un associazione di (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) a volontariato, per un valore stimato di 105 miliardi di euro. Verbania dal 4 all 11 agosto 2013, presenti i vertici Purtroppo il grosso è incamerato dallo Stato per mancanza di lasciti nazionali: un nutrito calendario scandito da testamentari. Tutto quanto ci fa capire come l AIFO non debba relazioni di elevato spessore, da incontri con associazioni locali e trascurare queste forme di raccolta fondi, ma agire per individuare soprattutto da suggestive escursioni in un territorio incantevole potenziali donatori e sensibilizzarli alla sua causa. Il direttore qual è il Lago Maggiore. Non è il caso di relazionare sui temi di nazionale dott. Maurizio Maldini ha tracciato il volto ogni singola giornata, anche perché non ci sarebbe lo spazio dell associazione delineando con dati precisi gli elementi che sufficiente; sicuramente ci sono argomenti che vanno posti nella contraddistinguono le forze dell AIFO e le tipologie di progetti giusta attenzione per le ricadute sulla vita associativa. Merita di avviati. Credo che sia importante indugiare su questi aspetti, perché essere citata la relazione della professoressa Gianna Terzani per un si traggono dei punti fermi sull'identità, sui fini e sulle scelte tema trattato in modo brillante: la comunicazione con le varie operative dell associazione. sfaccettature legate all arte pubblicitaria. Attualmente l AIFO, costituita da una base associativa di 877 soci Essendo la responsabile dell area comunicativa a sostegno operanti in 56 gruppi, è impegnata in 70 progetti che investono 18 dell AIFO (rinnovamento sito, grafica e spot), ha insistito molto su Paesi collocati in tre continenti: Africa, Asia e America Latina. quegli aspetti di cui fare tesoro, perché l associazione deve essere Nello specifico, 43 progetti riguardano la lebbra e la sanità di base, in linea con l evoluzione delle tecniche di comunicazione e dei 21 la riabilitazione e 6 un attività di supporto per un reinserimento sistemi per la raccolta dei fondi. Ha esordito dicendo che la sociale. In sostanza si occupa principalmente della formazione di comunicazione deve essere fatta con qualità e la pubblicità deve personale sanitario per la individuazione della lebbra, della porre al centro non il prodotto, ma la persona in grado di destare prevenzione e della riabilitazione. emozioni con le sue capacità narrative. Le tecnologie digitali Ci sono anche iniziative combinate a sostegno di altri progetti qualificano in modo nuovo il tempo delle persone che, nell attesa di (tubercolosi, Aids, salute delle donne). raggiungere il posto di lavoro fanno uso di internet, si collegano al Dal momento che la povertà predispone alla malattia, molti mondo. Pertanto la rete ha delle potenzialità infinite; il web diventa progetti orientati all autosviluppo economico, si legano alla un alleato prezioso per il terzo settore, perché donare diventa prevenzione delle malattie. Gli investimenti nella riabilitazione semplice ed immediato, consentendo di sostenere con un clic non comprendono solo le persone con disabilità fisica, ma anche piccoli e grandi progetti. La trasparenza, la scelta di un progetto, la mentale: quindi la disabilità viene vista in senso lato. condivisione ed il riconoscimento per quanto offerto, sono aspetti Vi è inoltre una priorità per i gruppi vulnerabili: donne, bambini e che trovano piena collocazione nei siti dove sono illustrate le persone disabili a causa della lebbra, con il ricorso alla iniziative umanitarie da sostenere. Il denaro gira in Rete: 17 milioni riabilitazione su base comunitaria. di persone hanno acquistato su internet negli ultimi tre mesi. Nei progetti c è attenzione ai bambini: su persone seguite, Considerando che in Italia il 75% è connesso, comprendiamo come sono bambini ai quali si vuole garantire un educazione le spese on line nel 2012 siano state di 11 miliardi di euro. inclusiva. Nel mondo abbiamo un miliardo di disabili di cui si è Si sono registrati 4 milioni di donatori che hanno inviato offerte occupato con uno studio attento l OMS (Ordine Mondiale della connettendosi in maggioranza tra le 7 e le 10 del mattino, tutti i Sanità) che ha elaborato un rapporto con un largo contributo giorni. Se si pensa che un milione di progetti circolano in internet, dell AIFO.La nostra associazione è l unica portavoce italiana a questo ci fa capire che anche l AIFO si deve attrezzare per entrare stringere rapporti di collaborazione con l OMS. Un ufficio di 3 in queste nuove dinamiche. Naturalmente rimangono altre forme di persone a Ginevra segue il destino a livello mondiale di tutti i sostegno, più tradizionali, ma non sufficientemente sfruttate, come disabili. Il dottor Enrico Pupulin, in passato presidente nazionale i lasciti testamentari di cui ci ha parlato l avvocato Francesco dell AIFO, è stato per 12 anni direttore di questo ufficio. Baldacci. Questi ha affermato che bisogna far crescere la cultura Infine il relatore Franco Barigozzi ha presentato le sue del lascito (in AIFO se ne raccolgono una decina all anno). significative esperienze frutto di un rapporto continuo ed Per una campagna a favore di questo strumento ci debbono essere appassionato con gli studenti, tra cui un lavoro di economia, etica e dei soci debitamente formati, attenti alle persone e capaci di mondo missionario in collaborazione con l UVISP-Assisi. convincerle a fare una scelta testamentaria. Tra il 2004 ed il 2020, famiglie sono state identificate come possibili soggetti Franco Barigozzi 14

15 La Prof. Gianna Terzani Il Dott. Maurizio Maldini Il Prof. Franco Barigozzi CHE COS È L AIFO - È un organizzazione di cooperazione internazionale che si occupa della prevenzione e cura della lebbra, dell inserimento dei disabili nel tessuto sociale. Fondata nel 1961 a Bologna, si ispira al messaggio ed all opera di Raoul Follereau ( ), giornalista, poeta e scrittore cattolico francese che dedicò la sua vita a scuotere le coscienze delle persone svegliando la loro sensibilità nei confronti dei malati di lebbra e dei poveri. Dotato di un grande carisma con cui infiammare l animo dei giovani, mise il suo talento di grande comunicatore al servizio degli ultimi. Ma denunciò altre forme di lebbra che intaccano lo spirito come l egoismo, l indifferenza, l ingiustizia, il pregiudizio. Egli diceva che c è un solo cielo per tutti; nessuno può essere felice da solo, essere felici è far felici. CHE COS È LA LEBBRA - Considerata la malattia più antica del mondo (il reperto più remoto con segni di lebbra risale al VI secolo A.C. in Egitto due mummie) si diffuse in tutto il mondo con i commerci, le invasioni militari e le migrazioni. Si manifesta con macchie sulla pelle e mancanza di sensibilità causata dal bacillo di Hansen che distrugge i nervi periferici; espone le persone a ferite ed alla conseguente distruzione dei tessuti. Pertanto abbiamo lesioni ed amputazioni dovute ad infezioni. Il contagio avviene per via respiratoria e attraverso continue lesioni della cute. Ha un periodo di incubazione dai 5 ai 20 anni. Circa 10 milioni di persone subiscono le conseguenze fisiche e sociali della malattia. DA CHE COS È CAUSATA - Dalla miseria, sottoalimentazione e sporcizia. COME SI CURA - Dal 1982 con la polichemioterapia (un coktail di 3 farmaci) si guarisce del tutto, ma l'importante è rimuovere le cause, altrimenti la malattia si manifesta nuovamente. Dopo l inizio del trattamento la persona non è più contagiosa e quindi non è più necessario l isolamento. La cura dura da 6 mesi ad un anno. Il fatto che ci siano milioni di casi nel mondo è legato al marchio di infamia che spinge i malati a nascondersi con vergogna. DOVE È DIFFUSA - Ogni anno vengono scoperti circa nuovi casi individuati soprattutto in India, Brasile, Bangladesh, Indonesia, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Madagascar, Tanzania. Si tratta di una media di 700 casi al giorno; si stima che altrettanti non siano individuati e rimangano senza cura. I CASI IN ITALIA Nel nostro Paese tra il 1920 e il 1980 sono stati registrati 734 casi di lebbra (di cui 20% per contagio all'estero). Intorno agli anni '30 c'erano focolai nella Liguria di Ponente, in Puglia, in Calabria (lungo la costa ionica), in Sicilia e Sardegna. Vennero quindi istituiti 4 Centri di Riferimento per la diagnosi e la cura della lebbra: a Genova, Gioia del Colle (BA), Messina e Cagliari. Nel 1992 questi centri controllavano circa 231 casi. Dagli anni 90 al 2006 si sono ridotti i nuovi casi (in media 10 all'anno) ma con un'incidenza fino all'80% dovuta all immigrazione. CHE COSA FA L AIFO NEL MONDO - Attualmente presente nel mondo con 83 progetti, si occupa della prevenzione della lebbra e cura dei malati. Circa 5 milioni di euro all anno vengono destinati ai progetti di sviluppo e a tale scopo 110 milioni di euro sono stati investiti complessivamente dal 1961 fino ad oggi. L AIFO porta avanti progetti sanitari riconosciuti dall Organizzazione Mondiale della Sanità, occupandosi della formazione di medici, infermieri dove si avvia l'intervento. Svolge programmi di aiuto per la riabilitazione delle persone guarite dalla lebbra e per un loro reinserimento sociale. Fornisce piccoli prestiti per sostenere iniziative economiche a favore di persone in difficoltà. CHE COSA FA L'AIFO IN ITALIA - Svolge attività di educazione alla mondialità nelle scuole, iniziative per la tutela dei diritti dei disabili, attività di informazione per contribuire all affermazione di una cultura di pace e di giustizia. Celebra la Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra l ultima domenica di gennaio. 15

16 La testimonianza di un missionario comboniano che l UVISP ha incontrato e aiutato: Padre Vittorio Farronato autore, oltre a descrivere la realtà ed i bisogni della sua altri membri della Rete associativa per condividere progetti a suo L missione, rivolge un ringraziamento per gli aiuti ricevuti ed sostegno. Ne vennero definiti tre: uno sulla scuola (pagamento un appello perché la scuola continui ad essere una luce di degli stipendi a 42 docenti, già realizzato e concluso) uno speranza. Vogliamo ricordare questo coraggioso missionario, sull agricoltura e l ultimo sulla costruzione di mattoni. perchè nell aprile del 2011 venne a trovarci a Bastia Umbra nella Nelle immagini che seguono documentiamo anche il momento sede dell UVISP dove la sera incontrò molti amici e simpatizzanti delineando loro la situazione dell Africa. Si trattenne con noi ed dell incontro che ci ritrae nei momenti di progettazione. jjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjjj(f.b.) La Comunità Comboniana di Bondo (Repubblica Democratica del Congo) ha accolto per alcuni giorni don Dante responsabile del CUAMM di Padova, don Davide della Caritas di Treviso, e il dott. Mario dell Ospedale di Treviso. Sono venuti a vedere se è viabile un impegno CUAMM per il nuovo piccolo ospedale diocesano di Bondo. Don Dante mi diceva: Siamo presenti in più Paesi dell Africa, dall Angola all Uganda, dalla Sierra Leone al Sud Sudan. Ma non ho mai visto un luogo così abbandonato dallo Stato, così sprovvisto di strutture e amministrazione, come questo territorio. Siamo abituati a situazioni difficili, ma non abbiamo mai visto situazioni così estreme e drammatiche. Don Dante parlava della Sanità, dove il paziente deve pagare per entrare in ospedale, deve pagare ogni aspirina e garza, è totalmente solo a pagare un intervento chirurgico: il 90% dei malati non viene a farsi curare, donne e bambini vivono le loro difficoltà restando nella capanna, e questo spiega l alta mortalità di donne e bambini. Gli Organismi come Medici Senza Frontiere spendono somme enormi per una epidemia di morbillo che tocca certo alcune centinaia di bambini sul territorio, e qualche decina è raggiunta da loro: ma il grosso del dramma sanitario non è neppure visto, quasi che la situazione riguardo al resto fosse normale. Ma noi ora parliamo della Scuola. Cosa abbiamo potuto realizzare, grazie al consistente aiuto da voi prestato? Inizio da una esperienza, quasi fosse una parabola. Quando ero ragazzo, vedevo nella Valsugana coltivazioni di mele. La primavera risveglia le gemme, il sole convince gli alberi a vestirsi di fiori, la valle è un incanto, i contadini ci sperano. Per precauzione, hanno preparato mucchi di rami tratti dal bosco o dalla predente potatura: se una notte arriva una gelata tardiva che brucia le gemme, i gruppi di sorveglianza danno fuoco alle cataste e quel fuoco alza di poco la temperatura della valle, così le coltivazioni di mele sono salve. Il vostro aiuto ha permesso alle scuole di Bambilo di vivere e continuare. In questi anni abbiamo vissuto con fatica il nostro impegno per la Scuola ma il risultato è visibile. Ne parleremo ora insieme. Ma siamo come il contadino che si domanda: se nella prossima gelata mi manca il sussidio, ce la farò? Primo dato positivo: gli scolari delle elementari (6 anni) di Bambilo sono passati da 320 a 380. In sesta hanno terminato in 22 dei quali 17 sono stati promossi agli esami di Stato. Di tutte le scuole del territorio di Bambilo, gli scolari che sono arrivati in sesta elementare sono passati da 82 a 120. In diverse scuole disperse lontano, il numero dei bambini scolarizzati sta aumentando, segno di una maggiore fiducia verso la scuola come strada che apre sul futuro. Secondo dato positivo: sono aumentati gli insegnanti preparati da noi con le scuole serali di recupero, aperte per chi aveva abbandonato gli studi negli anni passati per le troppe difficoltà. Anche quest'anno sono nove giovani, sei per il ciclo corto (D 4) e tre per il ciclo lungo (D 6). 16

17 Da aggiungere: quattro sono i maestri muratori usciti dalla nostra scuola tecnica di Bambilo. In questi anni sono aumentati gli insegnanti diplomati ma pochi di loro hanno ottenuto il salario: le pressioni fatte e i tanti passi compiuti presso le Autorità dello Stato portano qualche frutto: almeno sulla carta sono ufficialmente dichiarati abilitati al salario, di fatto sono pochi quelli che lo ricevono. Le promesse sono tante ma servono per tener buoni gli insegnanti. In un incontro informale di fine anno scolastico ci siamo domandati quali sono le previsioni per l anno che è ripreso a settembre Prima constatazione: siamo stati imbrogliati dalle promesse di salario, e poi il salario dello Stato non è arrivato: umiliazione e stanchezza hanno reso triste il volto di tanti insegnanti. Le scuole secondarie di Bambilo (tecnica - muratura, 4 anni) e di Roa (umanista, 6 anni) registrano un aumento dei giovani che entrano, ma sono estremamente fragili se lo Stato, dopo le promesse ratificate da documento scolastico, non pagherà i professori. Solo Bambilo ha registrato un miglioramento dei risultati scolastici, anche perché abbiamo costruito 7 aule nuove in tre anni, e riparato le due vecchie aule del tempo coloniale (le uniche esistenti per molti anni). Ma solo in prima elementare ci sono i banchi, e mancano tre nuove aule per dare risposta dignitosa al numero dei bambini. Abbiamo fatto le fondazioni per tre nuove aule scolastiche a Roa, ma la maggioranza delle aule resta in paglia e fango, le termiti mangiano il tetto per colazione e i temporali fanno il resto; ogni anno c è da ricominciare. Agli esami statali, solo la sesta elementare di Bambilo ha avuto un buon risultato (merito di un nuovo insegnante giovane venuto da lontano a darci una mano) ma il resto è stato una umiliazione. Troppe carenze (aule, libri, quaderni, lavagne, banchi, maestri scoraggiati) spiegano come i nodi vengano al pettine. Piccola curiosità: con l aiuto dei maestri, i bambini di Bambilo hanno estratto il caolino presso una sorgente, resta cuocerlo con olio di palma e aggiungere sale, poi imbiancare le aule di Bambilo, poi disegnare le carte geografiche, l anatomia, un pò di biologia e zoologia, insomma quei disegni che il libro del maestro contiene ma i bambini sono senza libri. Disegnatore sarà Jean Mabù, un povero di Jahvè che vive solo in una capanna a 50 km dalla missione, un pò povero Lazzaro e un pò bravo artista. Speriamo. Solo il 15 % dei bambini che entrano a scuola arrivano a finire il ciclo elementare. Caso limite: alla scuola del villaggio di Diaswe c erano 120 bambini iscritti in prima (una sola aula, un solo maestro non pagato), e 6 in sesta, dei quali 3 sono stati promossi. Il miglioramento non è vistoso. Avevamo il 60 % dei giovani del nostro territorio che hanno abbandonato i nostri villaggi del Congo inutile. Molti di loro sono andati lontano in foresta a cercare oro. Adesso questo esodo giovanile è rallentato, ci sono più giovani che accettano la sfida di Salvare Bambilo con Bambilo. Soprattutto stimolati dalla scuola per muratori, perché sono i nostri ragazzi che costruiscono le scuole, fanno i ponti in pietra ad arco romano, e ora stanno costruendo la sala parrocchiale che sarà un centro polivalente di incontri e formazione. Tutto funziona adagio e con fatica, ma Bambilo cresce, vuole crescere. Un esempio: il cemento arrivato due settimane fa, portato in bicicletta, veniva dal porto di Bumba sul fiume Congo, trasportato attraverso infami piste di foresta nella stagione delle piogge: un giovane da solo ha trasportato 4 sacchi da 50 kg sulla bicicletta cinese (spesso spinta a mano) percorrendo oltre 400 km. (di solito portano 3 sacchi, se vi pare poco). Poi il vecchio Fiat della missione, rattoppato e risuscitato tante volte, ha fatto il trasporto da Bondo a Bambilo. Davvero, non conosciamo il futuro e sappiamo che voi intendete concludere il ciclo dell'aiuto. Avete ragione, noi possiamo solo dire GRAZIE per il tanto che avete inviato. Vi scrivo da Kisangani dove sono venuto a fare dei controlli sanitari (tutto bene, grazie a Dio). Tornare a Bambilo sarà un altra avventura che richiederà più giorni. A Bambilo non esiste internet e telefono, proverò da qui Kisangani mandarvi delle foto. La tecnologia dei bianchi non è il mio forte, ma ne avete diritto e proverò, corrente elettrica permettendo. Attualmente a Bambilo siamo col nuovo confratello P. Voitek, comboniano polacco, giovane e generoso. Lui quando si dice strada pensa a una strada, quando si dice scuola pensa a una scuola. Vedendo la situazione (generale e) scolastica sbotta: Questa non è una scuola, è una merda. Rispondo: Vedi, il nostro Maestro dice di non spegnere il focherello che ancora fuma, e non tagliare la canna incrinata. Ma l ho detto sottovoce, perché so che ha quasi ragione. Io se penso alla scuola e ai nostri bambini non dormo di notte. Ho detto al Vescovo di Bondo (mons. Ung eyowun): Se vuoi che un missionario muoia, dagli l'incarico della scuola (ma queste parole non sono da riportare agli amici che ci aiutano, è solo uno sfogo che li renderebbe tristi. Da perdonare e lasciare). Comboni diceva che siamo pietre di fondazione che entrano in palude e sembrano perse, ma stiamo mettendo basi su cui domani si alzerà l edificio di una vita degna. Agli insegnanti ho detto: Avete ragione. Ma anche se la notte è lunga, il sole sorgerà. Forse sono le quattro del mattino: non è il momento di mollare. Dai che ce la facciamo. Ho provato a descrivere qualcosa che assomigli a un rapporto, ma soprattutto desidero, desideriamo dirvi il nostro GRAZIE per questi anni, nei quali... le gemme dei meli della Valsugana non sono stati bruciati dalle gelate, e molti hanno potuto gustare i frutti della vostra generosità. Con simpatia e gratitudine, P. Vittorio Farronato 17

18 Francesco ha incontrato Francesco Il 4 ottobre 2013 Papa Bergoglio è venuto ad Assisi per onorare il Cuore del culto cristiano, ove dormono le spoglie di uno dei pochissimi Uomini che, dopo Gesù, ha davvero cambiato il corso della storia La visita di Papa Francesco ad Assisi in occasione della ricorrenza della festività di San Francesco, il Santo di cui egli segue le orme e di cui, da Pontefice, ha voluto prender il nome, è nel ricordo di quanti hanno assistito Lall evento, scorgendovi un occasione per il risveglio della fede. La società è purtroppo inquinata dalla cultura dello scarto, che è opposta alla cultura dell'accoglienza. Le vittime di questa cultura sono le persone più fragili ha detto Papa Bergoglio, in risposta al saluto della Presidente della Regione Umbria Marini. Non abbiate paura di andare incontro a queste persone... Ma si può andare alle periferie solo se si porta la Parola di Dio nel cuore continua il Papa. Parola di Dio e carità verso il prossimo, soprattutto il più debole: il messaggio del Vangelo, filo conduttore della sua visita pastorale. La lunga giornata assisana del Papa è stata scandita da visite programmate, spesso accompagnate da gesti estemporanei come nel suo stile. Ogni tappa segnata da incontri significativi, diversi per modalità e tipologia: una testimonianza simbolica, aperta non solo alle comunità locali, ma anche all intera comunità ecclesiale. Dal toccante abbraccio con ciascuno dei ragazzi disabili dell Istituto Serafico - primo incontro - alla sosta nella Sala della Spoliazione in Vescovado, dove Francesco circa 800 anni or sono abbandonò i suoi abiti iniziando il cammino radicale di fede (un invito alla Chiesa e ad ogni cristiano a spogliarsi dello spirito del mondo, la mondanità e ad uscire verso tutti ha detto Papa Francesco incontrando anche i poveri assistiti dalla Caritas), alla Messa da lui celebrata all aperto nella piazza adiacente alla basilica inferiore di S. Francesco (in cui, nell omelia, ha illustrato il fondamento del suo magistero sociale); al pranzo condiviso con i poveri alla mensa della Caritas. Dalla successiva visita all Eremo delle Carceri - raggiunto con un utilitaria - alla tappa alla Cattedrale di S. Rufino (dove, incontrando le varie realtà della Chiesa diocesana, ha definito i compiti pastorali dei presbiteri: camminare con il popolo, a volte davanti, a volte in mezzo, a volte dietro ) ed a quella alla basilica di Santa Chiara, per l incontro con le monache di clausura (che ha esortato ad avere una grande umanità. Perdonate, sopportatevi. Il monastero non sia un purgatorio, sia una famiglia ) sino alla tappa alla basilica di Santa Maria degli Angeli, nella quale il Papa ha sostato in 18

19 preghiera presso la Porziuncola, prima del festoso incontro nella prima ricordato al Serafico) sia alle piaghe che vanno ascoltate, la piazza antistante, con giovani e famiglie - categoria di persone verso sofferenza dei ragazzi disabili che aveva appena accarezzato nella cui egli, come uomo e come pastore, mostra una particolare sensibilità citata visita al Serafico. L essenza del magistero sociale dell'omelia va - esortandoli a non esser schiavi della cultura del provvisorio che colta nella testimonianza di Francesco, che ancora una volta Bergoglio impedisce di fare passi definitivi come quello del matrimonio e, ci propone: In tutta la vita di S. Francesco l amore per i poveri e nell'occasione, intrattenendoli con arguti consigli utili nella l imitazione di Cristo sono due elementi uniti in modo inscindibile, le quotidianità: il suggerimento alle madri preoccupate perché i propri due facce di una stessa medaglia. Qual è la pace che Francesco ha figli trentenni non si sposano, di non stirare più loro le camicie, accolto e vissuto e ci trasmette? Quella di Cristo, passata attraverso nell'intento di spingerli a prender il volo verso un assunzione di l amore più grande, quello della Croce. La pace francescana non è un responsabilità cosciente del proprio futuro; oppure, nell'intento di sentimento sdolcinato, neppure una specie di armonia panteistica con raccomandare agli sposi a non mettere in crisi il matrimonio, il le energie del cosmo, ma è quella di Cristo. In varie occasioni la conceder loro la possibilità di sbattere i piatti per terra nel litigare per Chiesa ha trattato il tema della pace, in particolare questo Papa che, nel divergenze d'opinione, purché tutto si ricomponga alla fine della suo ancor breve pontificato, si era così già espresso: È un bene che giornata in un abbraccio di pace. La pace: uno dei temi toccati, nel suo supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l umanità. Non quello pellegrinaggio assisano, dal Papa che ne ha parlato durante l omelia scontato sentimento di pacifismo da bandiere multicolori nato per della Messa, unico evento del 4 Ottobre 2013 cui ho partecipato e che quieto vivere e paura del peggio da una convivenza tra popoli che si posso descrivere. In una mattina graziata dalla pioggia sotto un cielo ignorano nelle reciproche esigenze e difficoltà. Non quel naturismo costantemente minaccioso, in un atmosfera partecipe della fede dei superficiale ad oltranza, divinizzato, pronto ad esaltare ogni minimo singoli e dell ufficialità dell evento testimoniata dalla presenza delle fenomeno naturale, anteponendolo talvolta come priorità alla più alte cariche istituzionali di governo e regione, a me e ad altri salvaguardia ed alla sicurezza di un essere umano. Ma quella ponderata presenti è parso che il Papa durante la celebrazione avesse custodia del creato che nasce dal sentimento dell'amore totale di Cristo un'espressione intristita, che non possiamo non associare sia al dolore che S. Francesco riesce a trasmettere. Un monito a non sicuramente suscitato nel suo cuore dalla notizia dell immane tragedia strumentalizzare la vera pace con le mode effimere del momento, ed avvenuta il giorno prima nel mare di Lampedusa (la morte di 366 insieme una speranza che trascende limiti e dolori del mondo. migranti, compresi minori, annegati nel percorso di ricerca di un esistenza migliore: Oggi è un giorno di pianto egli aveva poco Giuseppe Lio I luoghi visitati da Papa Bergoglio Basilica di Santa Chiara Assisi stituto Serafico - Non un luogo di sofferenza, ma di Grazia. IChiesa di San Damiano - Dove F r a n c e s c o v i s s e u n a f o r t e esperienza interiore nei primi tempi della sua conversione. Chiesa di S. Maria Maggiore - Dove Francesco rinunciò all'eredità paterna restituendo anche abiti che indossava. Tomba di San Francesco - Dal 1230 custodisce le sue spoglie traslate nella nuova basilica voluta da Gregorio IX. Eremo delle Carceri - Dove la tradizione vuole si recasse Francesco per colloquiare con Dio. Duomo di San Rufino - Dove F r a n c e s c o v i s s e u n a f o r t e esperienza interiore nei primi tempi della sua conversione. Basilica di S. Chiara - Dove F r a n c e s c o f u s e p o l t o provvisoriamente nel Porziuncola, S. Maria degli Angeli - Francesco amò quella piccola chiesa preferendola a tutte le altre Tugurio, Santuario di Rivotorto - Prima dimora di Francesco, dove a fatica si poteva stare seduti o stesi per terra. 19 Eremo delle Carceri Assisi

20 Le piaghe che vanno ascoltate... L emozionante incontro di Papa Francesco con i ragazzi dell'istituto Serafico di Assisi. Nostra intervista alla presidente avv. Francesca Di Maolo Vivere la carità verso il prossimo non per una sorta di dovere sociale, ma partendo dall amore di Dio. Carità che insegna ad andare incontro ad ogni persona, non per profitto ma per amore. L essenza del magistero sociale espresso dalle parole di Papa Francesco - da lui vissuta in prima persona con stile non formale e gesti fuori dagli schemi, e trasmessa a tutti - ha trovato conferma il 4 ottobre 2013, in occasione della sua visita pastorale ad Assisi, nel suo incontro con gli ospiti dell'istituto Serafico, ragazzi pluriminorati che il Papa stesso ha voluto abbracciare, uno per uno, iniziando da loro la sua lunga giornata assisana. Di questi ragazzi parliamo, dell'amore profuso da chi li circonda considerandoli una risorsa e non un problema, nell'istituto che li accoglie, il Serafico: uno dei più apprezzati centri italiani per la riabilitazione, l educazione e l inserimento sociale di bambini, ragazzi, giovani con gravi disabilità fisiche e mentali, ai quali sono offerti, con professionalità ed amore, programmi educativo- riabilitativi personalizzati. Così viene descritto il Serafico odierno da mons. Peri nella sua monografia sul Beato padre Ludovico da Casoria, dinamico frate francescano definito dai contemporanei ciclone di carità, fondatore nel 1871 del convitto dallo stesso voluto in Assisi - la città del Santo apostolo della carità - per accoglienza e riscatto sociale di sordomuti e ciechi (inizialmente 3 sordomuti e 2 ciechi); per decenni, ragazzi che altrimenti avrebbero conosciuto dolorosa emarginazione, sono stati educati ed inseriti nel contesto sociale, molti sordomuti divennero bravi artigiani, molti ciechi apprezzati organisti. Superate nel corso di questi 142 anni traversie di vario genere (eventi bellici, scarsa attenzione sociale, crisi economiche, incomprensioni interne ed esterne), cresciuto nel tempo grazie al supporto di tanti benefattori ed al decisivo apporto innovatore offerto da padre Giovanni Principe - un illuminato successore di padre Ludovico - il Serafico, come già detto, rappresenta un modello di riferimento nel campo della solidarietà, in un'ottica di aggiornamento continuo rivolta a garantire un impegno sempre più adeguato alle esigenze dei tempi. Del passato, del presente, delle prospettive future del Serafico abbiamo parlato con la presidente attuale, la giovane e cordiale avv. Francesca Di Maolo, che ha esposto un quadro aggiornato: programmi in atto, in fieri e progetti in itinere. Ma soprattutto dalle sue parole emerge un valore aggiunto: l'entusiasmo per la realtà ed il contesto in cui svolge le proprie mansioni, da lei vissute non soltanto come un lavoro di responsabilità, ma come un compito più alto, che permea, sublima e dà un senso ad un impegno quotidiano condiviso, il suo e quello di molte persone, i collaboratori. Una missione, che arriva al cuore dell'esperienza umana. Afferma la presidente: Chi lavora qui non lo fa come gesto di mera umanità, ma sa di incontrare Cristo. Alla radice, l amore per i più deboli, in sintonia ideale con S. Francesco, con il fondatore Ludovico da Casoria, con Padre Principe, con Papa Francesco, il quale ci ha consentito di riscoprire il carisma del fondatore: non solo assistere i ragazzi nelle disabilità, ma aiutarli a vivere. Quella che segue è l'intervista con Francesca Di Maolo. Le piaghe che vanno ascoltate : il messaggio di condivisione insito nelle parole di Papa Francesco ci introduce alla visita al Serafico durante la sua giornata ad Assisi il 4 ottobre Vuol parlarne? - È stata una giornata eccezionale. Invitando il Papa (Francesca gli aveva scritto a giugno) non immaginavo che quella presso di noi sarebbe stata la prima tappa del suo pellegrinaggio ad Assisi: un significato simbolico, poiché S. Francesco inizia il suo percorso di fede abbracciando il lebbroso. La mia commozione è stata simile a quella del Papa che ripeteva: Io sono commosso nello stringere a sé ogni ragazzo; per ogni abbraccio era come se si fosse fermato il tempo. Oggi il tempo è tutto loro ha detto il Papa, che ha voluto sentir cantare una bambina; al ragazzino che gli chiedeva di pregare per lui, ha risposto: Prega tu per me ; ad un ragazzino cieco con tenerezza ha detto: Tu vedi già con gli occhi del cuore. Un ragazzo, stringendogli la croce che porta sul petto, non voleva lasciarla. Papa Francesco, come sei bello diceva. Ad una madre che lo ringraziava, ha risposto: Sono io che la ringrazio.. Io oggi ho ricevuto il bacio di Dio. Mi son sentita di dire che abbiamo il privilegio di vivere tra le piaghe di Gesù. Quando Cristo è risorto, era bellissimo ma ha voluto lasciare i segni della Croce, le piaghe, attraverso cui gli Apostoli lo hanno riconosciuto dice il Papa. 20

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