La Sperimentazione della Metodologia Product Environmental Footprint per Valorizzare la Sostenibilità Ambientale

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1 La Sperimentazione della Metodologia Product Environmental Footprint per Valorizzare la Sostenibilità Ambientale Stefano Alini Direttore QHSE Radici Chimica S.p.A. 2 Workshop sulla Gestione Responsabile del Prodotto MILANO, 25 MARZO 2014

2 PROFILO RADICIGROUP RadiciGroup è oggi una tra le realtà chimiche italiane più attive a livello internazionale. Le attività di RadiciGroup, strutturate a livello globale, si diversificano e si focalizzano sulla Chimica, sulle Materie Plastiche e sulla filiera delle Fibre sintetiche. L'integrazione sinergica e verticale, in particolar modo nella filiera della poliammide, costituisce uno dei punti di forza del Gruppo. RadiciGroup ha infatti il controllo della sua catena produttiva, dagli intermedi chimici come l'acido adipico sino alla poliammide 6 e 6.6, ai tecnopolimeri e ai filati sintetici milioni di euro Radici Partecipazioni Bilancio Consolidato dipendenti

3 LA FILIERA La strategia di RadiciGroup si basa anche sull indipendenza produttiva, resa possibile dall integrazione verticale che caratterizza il Gruppo: dalla chimica, al tessile, ai tecnopolimeri dagli intermedi chimici come l'acido adipico sino alla poliammide 6 e 6.6, ai tecnopolimeri e ai filati sintetici. PA66 Ed altro ancora: il poliestere, l acrilico, le poliolefine.

4 RADICIGROUP: DENTRO IL TUO MONDO PRODOTTI PER ARREDAMENTO Filati per tende, rivestimenti, tappeti, moquettes. PRODOTTI PER ABBIGLIAMENTO Filati per abiti, intimo, calzetteria, costumi da bagno. PRODOTTI PER IL SETTORE AUTO ED ELETTRICO Materie Plastiche per interni auto e componenti del motore, filati per interni e per airbag. Materie plastiche per elettrodomestici e e per il settore elettrico-elettronico

5 RADICIGROUP FOR SUSTAINABILITY 1. ISO 9001, ISO 14001, OHSAS 18001, SA 8000, ISO e ISO diventano i modelli organizzativi per RadiciGroup; 2. Ricerca & Sviluppo, Reach, LCA, misurazioni di prodotto, Eco-Profiles, EPD, Ecolabel, Oekotex; 3. I Principi del protocollo di Kyoto e la strategia denominata 20/20/20: risparmio energetico, uso di fonti rinnovabili e biopolimeri, riduzione delle emissioni ed utilizzo di un 20% di prodotto riciclato; 4. Sostenibilità intesa come approccio nella gestione aziendale, una metodologia applicata secondo il protocollo GRI : Global Reporting Initiative. INDICATORI LEGATI AI DIRITTI UMANI, ALLE CONDIZIONI DI LAVORO, ALLA GESTIONE ECONOMICA E SOCIALE, ALL AMBIENTE.

6 QUANTE CERTIFICAZIONI SONO DISPONIBILI? Nel mondo esistono più di 400 etichette ambientali Solo per i GHG esistono 80 metodi di reporting.che VALORE HANNO??!.QUALE SCELGO???!.COS È «SOSTENIBILE»?

7 COS È SOSTENIBILE? Come dimostro che il mio prodotto o la mia società è «sostenibile»? Se scelgo un approccio, sarà accettato da tutti? Devo dimostrare di essere sostenibile in modo differente per i le varie tipologie di cliente? I clienti capiscono le mie rivendicazioni? Sostenibile, significa più costoso?

8 A WORLD OF "SIMILAR-BUT DIFFERENT" REQUIREMENTS FOR GREEN PRODUCTS

9 QUALI SONO LE CONSEGUENZE DI QUESTA CONFUSIONE? Per convincere i mercati a premiare i prodotti green, a maggior ragione nei periodi di crisi, occorrono motivazioni credibili e fondate, e molto spesso le imprese non sono in grado di fornirle. Fra i tanti indicatori che fotografano questa lacuna, ve n è uno particolarmente significativo, sviluppato da National Geographic. Il Greendex 2013 dimostra che la prima ragione in assoluto, per cui i consumatori intervistati non scelgono prodotti sostenibili, è l inaffidabilità chiaramente percepita nelle dichiarazioni dei produttori (che farebbero false claims ). Si tratta del ben noto fenomeno del greenwashing, ovvero della propensione delle strategie di marketing a valorizzare una presunta reputazione ambientale, non supportata da un impegno reale e da performance migliori rispetto ai concorrenti.

10 SVILUPPO NEL CONTESTO EUROPEO La Commissione Europea, nella tabella di marcia verso un Europa efficiente nell impiego delle risorse, propone diversi modi per incrementare la produttività e dissociare la crescita economica sia dal consumo di risorse che dagli impatti ambientali, in una prospettiva di ciclo di vita. Uno dei suoi obiettivi è quello di: «stabilire un approccio metodologico comune per consentire agli Stati membri e ai settori privati di valutare, dichiarare e commercializzare le performances ambientali di prodotti, servizi e compagnie, che sia basato sulla valutazione degli impatti ambientali lungo tutto il ciclo di vita («Environmental Footprint»)».

11 SVILUPPO NEL CONTESTO EUROPEO Le metodologie relative alla «Organisation Environmental Footprint» (OEF) e alla «Product Environmental Footprint» (PEF) nascono quindi per rispondere al bisogno di una metodologia comune che consenta agli Stati membri e ai settori privati di valutare, dichiarare e commercializzare le performances ambientali di prodotti, servizi e compagnie. RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE Del 9 aprile 2013 Relativa all uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni (2013/179/UE) Raccomandazione sviluppata nell ambito di uno degli elementi fondamentali dell iniziativa faro della strategia Europa 2020-«Un Europa efficiente nell impiego delle risorse».

12 COSA SONO LA PEF E L OEF? L impronta ambientale di un prodotto/ organizzazione è una misura, fondata su una valutazione multi-criteri, delle prestazioni ambientali di un bene o di un servizio lungo tutto il ciclo di vita ed è calcolata principalmente al fine di ridurre gli impatti ambientali di tale bene o servizio, considerando tutte le attività della catena di fornitura (supply chain): dall estrazione delle materie prime, attraverso la produzione e l uso, fino alla gestione del fine-vita.

13 DA DOVE NASCONO PEF E OEF? La metodologia PEF/OEF è stata sviluppata dal Joint Research Centre dell Unione Europea sulla base di metodi esistenti e ampiamente testati ed utilizzati con l obiettivo di definire una metodologia comune a livello europeo per il calcolo degli impatti ambientali di un prodotto, introducendo la significativa novità dell applicazione alle organizzazioni. Questa metodologia è stata sviluppata sulla base dell International Reference Life Cycle Data System (ILCD) Handbook, così come su altri standard metodologici e documenti guida quali: (ISO , PAS 2050, BP X30, WRI/WBCSD GHG protocol, etc.

14 SCHEMA DI SVILUPPO BP X ISO ISO Product Standards, Greenhouse Gas Protocol (WRI/ WBCSD) PAS 2050 ILCD Ecological footprint

15 IL GRUPPO DI LAVORO Ottobre 2012 costituito il GdL per sperimentare la metodologia sulla filiera della PA66

16 LA SCELTA DI RADICI GROUP L Impronta Ambientale di Prodotto (PEF) e di Organizzazione (OEF) è una metodologia dalla valenza soprattutto tecnica ed oggi costituisce: uno strumento di politica ambientale in cima alle agende di molti Paesi Membri dell Unione e della stessa Commissione Europea e: Dovrebbe essere «unica» e accettata da tutti; Si propone di avere poche e chiare regole di prodotto e di settore (PEFCRs/OEFSRs) Contribuisce a superare alcuni fallimenti del mercato e del regolatore Basato su multi-criteri per valutare tutti gli aspetti di impatto una leva per il miglioramento gestionale e competitivo cui molte aziende sono fortemente interessate perché: Supporta le decisioni nel breve e le strategie nel lungo periodo Migliora la comunicazione al mercato e la soddisfazione del cliente Aiuta a scovare margini di efficienza economica

17 OBIETTIVI DELLO STUDIO Gli obiettivi specifici dello studio OEF/PEF in Radici Group sono: Fare chiarezza, nell ambito del settore intermedi PA6 e PA66, dei valori di impatto ambientale, delle metodologie di valutazione, delle etichette ambientali. Ottenere un indicazione precisa dell impatto ambientale legato alle attività produttive dell azienda. Fornire le basi per individuare eventuali aree di miglioramento all interno dello stabilimento e nella catena di fornitura delle materie prime a monte. Fornire all azienda uno strumento robusto e condiviso a livello europeo per comunicare le proprie performance ambientali.

18 AMBITO DELLO STUDIO: Unità di analisi e portafoglio aziendale Definizione dell organizzazione (Unità di analisi nello studio OEF): Organizzazione: Radici Chimica S.p.A. Settore: Manufacture of plastics in primary forms. NACE code: Locazione: Novara, IT Product/service Portfolio: Prodotto Anno di riferimento Poliammide Esametilendiammina 2011 Acido adipico 2011 Acido nitrico 2011 MAB (Miscela acidi bicarbossilici) 2011 Teste e code diammina 2011 CO L unità di analisi dello studio PEF è rappresentata da 1 kg di ciascun singolo prodotto.

19 AMBITO DELLO STUDIO: Definizione dei confini

20 AMBITO DELLO STUDIO: Categorie di impatto e metodi di valutazione Nello studio sono state prese in considerazione tutte le categorie di impatto previste dalla Raccomandazione della Commissione 2013/179/UE, con i rispettivi metodi di calcolo e gli indicatori di categoria. Categorie di impatto: 1. Cambiamenti climatici Tutto è 2. Riduzione dello strato di ozono 3. Ecotossicità per ambiente acquatico di acqua dolce 4. Tossicità per gli esseri umani effetti cancerogeni 5. Tossicità per gli esseri umani effetti non cancerogeni 6. Particolato/smog standardizzato provocato dalle emissioni di sostanze inorganiche 7. Radiazione ionizzante effetti sulla salute umana 8. Formazione di ozono fotochimico 9. Acidificazione 10. Eutrofizzazione terrestre 11. Eutrofizzazione acquatica 12. Impoverimento delle risorse acqua 13. Impoverimento delle risorse minerali, fossili 14. Trasformazione del terreno Come ulteriore informazione ambientale sono stati calcolati i consumi lordi di energia lungo tutto il ciclo di vita utilizzando come indicatore il Global Energy Requirement (GER).

21 RACCOLTA ED ELABORAZIONE DATI

22 VERIFICA DEI REQUISITI DI QUALITÀ DEI DATI Per avere una prima stima in merito alla qualità dei dati utilizzati è stata effettuata una valutazione semiquantitativa secondo le specifiche riportate nella Raccomandazione 2013/179/UE. Confrontando il valore complessivo ottenuto con le categorie riportato nella 179/2013, risulta che il livello complessivo di qualità dei dati utilizzati è molto buono. Elaborazioni più approfondite per capire l incidenza della qualità dei dati sui risultati finali sono state effettuate in fase di interpretazione.

23 LIVELLO DI QUALITÀ DEI DATI Ottima qualità circa 27% Qualità molto buona circa 71% Totale 98%

24 VALUTAZIONE DI IMPATTO DELL IMPRONTA AMBIENTALE In questa fase sono state calcolate le prestazioni ambientali associate all azienda nel suo complesso (OEF) e ai singoli prodotti (PEF), associando a ciascuna voce di consumo e di emissione inserita nei profili input/output gli opportuni fattori di caratterizzazione a seconda che esse contribuiscano o meno al valore della specifica categoria di impatto considerata.

25 RISULTATI OEF Categoria d'impatto Unità Totale azienda GER (Totale) TJ ,03 Nell OEF oltre agli Climatechange t CO 2 impatti eq Ozone depletion kg CFC-11 eq 37,02 dovuti alla produzione Human toxicity, cancer effects CTUh 9,54 Human toxicity, non-cancer effects CTUh 6,84 vengono presi in Particulate matter kg PM2.5 eq Ionizing radiation HH t U235 eq 8.004,00 considerazione Ionizing radiation E (interim) CTUe ad esempio 24,68 Photochemical ozone formation kg NMVOC eq anche Acidification gli impatti molc H+ dei eq servizi Terrestrial eutrophication molc N eq Fresh water eutrophication kg P eq (uffici) e manutenzioni degli Marine eutrophication kg N eq Fresh water ecotoxicity CTUe impianti e delle strutture. Land use t C deficit ,08 Water resource depletion m 3 water eq

26 RISULTATI PEF Di seguito sono riportati i valori relativi a 1 kg di ciascun singolo prodotto(risultati PEF). Categoria d'impatto Unità PA 66 GER (Totale) MJ 128,18 GER (fonti non rinnovabili) MJ 127,17 GER (fonti rinnovabili) MJ 1,00 Climate change kg CO2 eq 6,94 Ozone depletion kg CFC-11 eq 3,48E-07 Human toxicity, cancer effects CTUh 1,02E-07 Human toxicity, non-cancer effects CTUh 6,25E-08 Particulate matter kg PM2.5 eq 1,64E-03 Ionizing radiation HH kg U235 eq 7,99E-02 Ionizing radiation E (interim) CTUe 2,46E-07 Photochemical ozone formation kg NMVOC eq 1,36E-02 Acidification molc H+ eq 2,34E-02 Terrestrial eutrophication molc N eq 4,06E-02 Freshwater eutrophication kg P eq 1,80E-04 Marine eutrophication kg N eq 4,34E-03 Freshwater ecotoxicity CTUe 3,92 Land use kg C deficit 2,84 Water resource depletion m3 water eq 5,04E-01 Mineral, fossil & ren resource depletion kg Sb eq 6,88E-06

27 STIMA DELL INCERTEZZA Al fine di valutare la fondatezza e l applicabilità dei risultati dello studio è stata condotta una stima dell incertezza attraverso l Analisi Montecarlo. Di seguito sono mostrati i risultati per il PA 6.6, assunti come rappresentativi in quanto trattasi del prodotto situato più a valle nella filiera produttiva. I risultati sono particolarmente positivi per lo studio, visto che i parametri più significativi sono anche quelli che presentano il minore valore dell incertezza.

28 INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO Gli interventi di miglioramento sono volti alla riduzione delle emissioni di protossido di azoto e NOx generati dalle fasi produttive dell acido nitrico e dell acido adipico. Una serie di interventi di natura gestionale a livello di reparto produttivo dell acido adipico, già intrapresi dall azienda nell anno 2010, hanno permesso nel 2011 una riduzione delle emissioni di N 2 O, ottenendo per la produzione di 1 kg di Poliammide 6.6 un valore associato di GWP 100 pari a 6,94 kg di CO 2 eq, inferiore rispetto alle attuali medie europee. L implementazione in progetto di un nuovo sistema di abbattimento del protossido di azoto e degli NOx, per il reparto produttivo dell acido nitrico, consentirà all azienda di ridurre ulteriormente il suo impatto in termini di cambiamento climatico, acidificazione e eutrofizzazione.

29 CRITICAL REVIEW INDIPENDENTE

30 OPPORTUNITA DI VALORIZZAZIONE Strumento per dimostrare, con una metodologia riconosciuta e con valori oggettivi, il raggiungimento dei progetti di miglioramento ambientale (ISO 14001). Progetti finanziati di R&D Fondo Rotativo Protocollo di Kyoto

31 OPPORTUNITA DI COMUNICAZIONE: ACCORDO VOLONTARIO

32

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