Acquisti alimentari a basso impatto ambientale: informazioni per scegliere
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- Costanza Giorgia Berti
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1 Acquisti alimentari a basso impatto ambientale: informazioni per scegliere
2 Marchio Misurazione Certificazione Buone pratiche Ha a che fare con l impatto ambientale? Agricoltura biologica Agricoltura biodinamica Produzione Integrata SI SI SI SI (verificare la filiera per il consumo) SI SI? (non europea) SI SI (verificare la filiera per il consumo) SI NO SI SI (verificare la filiera per il consumo) DOP SI SI SI In parte (prodotto e non filiera consumo) IGP SI SI SI In parte (prodotto e non filiera mat prime e consumo) Prodotto tipico a marchio privato Prodotto-filiera a Km 0 Prodotti OGM free Prodotti del commercio Equo e solidale SI In itinere SI In parte (prodotto e non filiera consumo e mat prima) SI (in itinere) NO IN itinere Si (prodotto e filiera?) SI NO Alcune Si? SI SI SI NO
3 Agricoltura biologica Sistema di Certificazione accreditato (Reg CE 834/2007) Biologico non certifica solo un prodotto (95% ingredienti se trasformato) ma un processo (ciclo chiuso) Due anni di conversione Ispezioni I termini come biologico, bio, eco ecc., inclusi i termini usati nei marchi, o le pratiche usate nell'etichettatura o nella pubblicità sospettabili di fuorviare il consumatore o suggerire all'utilizzatore che un prodotto o i suoi ingredienti soddisfano i requisiti definiti nella Regolamentazione non devono essere usati per i prodotti non biologici. Inoltre, l'etichetta biologica non può essere utilizzata per i prodotti che contengono Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Per legge tutti prodotti che portano l'etichetta biologica devono avere il nome dell'ultimo operatore che ha maneggiato il prodotto, per esempio il produttore, l'addetto alla trasformazione o il venditore e il nome o il codice dell'organismo di controllo.
4 Agricoltura biologica L'applicazione del logo biologico dell'ue è obbligatoria dal 1 luglio 2010 per i prodotti alimentari preconfezionati. Rimane volontaria invece per i prodotti importati dopo tale data. Dove è usato il logo comunitario, una volta che la nuova regolamentazione sarà applicata, dovrebbe apparire l'indicazione del luogo dove le materie prime grezze dei prodotti sono state coltivate. Questa indicazione può riportare la dicitura di 'EU', 'non-eu', o il nome di un Paese specifico, in Europa o fuori, dove sono stati coltivati il prodotto o le sue materie prime.
5 L'agricoltura biodinamica è un metodo di coltura fondato sulla visione spirituale antroposofica del mondo elaborata dal filos ed esoterista Rudolf Steiner e che comprende sistemi sostenibili per la produzione agricola, in particolare di cibo, che rispettino l'ecosistema terrestre includendo l'idea di agricoltura biologi e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso. Il termine "biodinamica" è un marchio commerciale detenuto dalla Demeter International, associazione di coltivatori che si propone, attraverso un disciplinare, di mantenere i medesimi standard tra i coltivatori sia nella fase di produzio che di trasformazione dei cibi. Ogni Stato ha la propria associazione Demeter che deve adeguarsi agli st e ai protocolli dettati dalla Demeter International. Scopo del marchio è quello di proteggere sia i consumatori sia i produttori di cibo biodinamico.
6 Prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) La DOP nasce (insieme alla IGP) nel 1992 grazie al Regolamento CEE 2081/92 della Comunità Europea, ed è valida solamente per i prodotti agroalimentari (vini e bevande alcoliche esclusi). Per poter ricevere l'appellativo devono sussistere due condizioni irrinunciabili, specificate dall'articolo 2 di tale regolamento: Le particolari qualità e caratteristiche del prodotto devono essere dovute, esclusivamente o essenzialmente, all'ambiente geografico del luogo d'origine. Per "ambiente geografico" la legge intende non solo i fattori naturali ma anche quelli umani, quindi le conoscenze e le tecniche locali. Una esemplificazione di ciò è la Mozzarella di Bufala Campana, dove gli strumenti utilizzati, l'abillità e l'esperienza dell'operatore, i tempi, le modalità operative, hanno potuto creare un prodotto davvero unico. La produzione delle materie prime e la loro trasformazione fino al prodotto finito devono essere effettuate nella regione delimitata di cui il prodotto porta il nome.
7 DOP (continua) Ogni prodotto DOP, per diventare tale, deve rispettare un disciplinare di produzione che vincola tutte le fasi della produzione e della trasformazione. Generalmente tutti i prodotti DOP hanno un consorzio di tutela, ovvero un organismo composti da produttori e/o trasformatori aventi come scopo la tutela, la promozione e la valorizzazione dello stesso. Essi hanno anche un ruolo di informazione al consumatore e di vigilanza sulle produzioni. Salvaguardano inoltre il prodotto da abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni ed uso improprio della denominazione.
8 Indicazione Geografica Protetta (IGP) Il termine indicazione geografica protetta, meglio noto con l'acronimo IGP, indica un marchio di origine che viene attribuito dall'unione europea a quei prodotti agricoli e alimentari per i quali una determinata qualità, la reputazione o un'altra caratteristica dipende dall'origine geografica, e la cui produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un'area geografica determinata. Per ottenere la IGP quindi, almeno una fase del processo produttivo deve avvenire in una particolare area. Chi produce IGP deve attenersi alle rigide regole produttive stabilite nel disciplinare di produzione, e il rispetto di tali regole è garantito da uno specifico organismo di controllo.
9 Prodotti tipici non DOP/IGP o DOC Marchi non accreditati di prodotto tipico (privati d impresa o collettivi d impresa): verificare disciplinare di produzione, serietà dell Ente che li promuove, artigianalità del produttore, richiedere fatture per verificare la tracciabilità di filiera (50 Km di raggio è un parametro attribuito dalla letteratura come soglia massima ragionevole di impatto per il trasporto di prodotto e/o materie prime)
10 Buone Pratiche Paniere dei prodotti tipici della provincia di Torino Piemonte Agriqualità (Agricoltura integrata PSR - misura 214) Paniere dei prodotti di pregio della provincia di Alessandria Paniere dei prodotti tipici della provincia di Biella
11 Loghi Piemonte Agriqualità
12 Prodotti a km0 Non esiste un marchio accreditato ma progetti in itinere e buone pratiche in atto: - Progetto ACTT della Provincia di Torino per identificare il prodotto e certificare la filiera (sistema LICET, impronta ecologica, indice di Pollenzo, indice Pianesiano, tracciabilità VISION 2000 su prodotti che stiano in un certo raggio..)
13 Prodotti del commercio equo e solidale Il commercio equo-solidale interviene creando canali commerciali alternativi (ma economicamente sostenibili) a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a condizioni ritenute più sostenibili per coloro che producono. I principali vincoli da osservare per entrare nel circuito del commercio equosolidale sono i seguenti: Divieto di lavoro minorile Impiego materie prime rinnovabili Spese per formazione/scuola Cooperazione tra i produttori Creazione di un mercato interno Gli acquirenti (importatori diretti o centrali di importazione) dei paesi ricchi, si assumono impegni quali: Prezzi e quantità minime garantite Contratti pluriennali Consulenza e assi-stenza tecnica Prefinanziamento
14 Commercio Equo principali Importatori italiani CTM Altro Mercato (Bolzano) Commercio Alternativo (Ferrara) Equoland (Firenze) Equomercato (Como) Libero Mondo (Bra) RAM (Genova) Robe d altro Mondo (GE)
15 Prodotti OGM free Reg CE 1830/2003 Non c è un marchio OGM free Obbligo ad evidenziare in etichetta presenza di OGM se supera la soglia di tollerabilità (contaminazione accidentale) comunitaria dello 0,9%
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