Salvatore Basile Associazione Italiana per l Agricoltura Biologica Il Bio-Distretto Cilento

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1 Salvatore Basile Associazione Italiana per l Agricoltura Biologica Il Bio-Distretto Cilento Il Bio-Distretto è un area geografica, non amministrativa ma funzionale, nella quale l approccio allo sviluppo sostenibile, inclusivo e innovativo si basa sui principi e sulle pratiche biologiche di produzione e consumo. PATTO FORMALE tra: PMI agricole, zootecniche, agroforestali, agroalimentari, turistiche, industriali, artigianali, associazionismo agricolo, sociale, ambientale e culturale, amministrazioni pubbliche locali e sovralocali, Consumatori singoli e associati. Domanda in crescita (+ 9% nel 2011, fatturato globale UE 19,7 MLD); Aumento della SAU bio totale ( in media/ anno 6,7% - 9,6 mln di ettari); Sfide globali di mediolungo periodo: credibilità del sistema; valore aggiunto. Piano di azione comunitario per le produzioni biologiche (marzo 2014), contributo alle strategie Europa BIOLOGICO = sistema globale di gestione dell azienda agricola e di produzione agroalimentare (Multifunzione) basato su: migliori pratiche in materia di ambiente, alto livello di biodiversità, salvaguardia delle risorse naturali, criteri rigorosi in materia di benessere animale.

2 IL BIO-DISTRETTO CILENTO OGGI: 400 imprese agricole biologiche, che interessano una SAU di ca ettari, fortemente orientate alla multifunzionalità (fattorie sociali, attività eco-agro-turistiche, ecc.), sup. Media 5 ha; Fatturato complessivo ca. 5 ML, oltre all indotto legato alle imprese turistiche, ai 20 ristoranti bio, ai 10 stabilimenti balneari che utilizzano nei loro servizi di catering prodotti tipici e biologici del territorio. 30 comuni che hanno deliberato l adesione al bio-distretto (GPP, Eco-gestione verde pubblico, ecc.). SPIRITO DI COMUNITA COMMON Dall'esperienza del Cilento emergono alcune condizione di base per un Bio - Distretto: La prima: un territorio ha dei pattern (trame) caratteristici, è un nodo, con sinapsi «corte e lunghe». La seconda: un nodo è una rete di reti, nella quale la conoscenza aggregata viene infatti a costituire un Common come patrimonio di ogni soggetto. Nel Cilento, i riconoscimenti mondiali dell'unesco hanno ridato "FIDUCIA" e consapevolezza alla capacità di aggregazione e visione del potenziale vocazionale.

3 Dall esperienza del Cilento sono nati Bio-Distretti in altre 8 regioni 11 BIO-DISTRETTI ITALIANI 1 In rete con le altre esperienze internazionali 3 Germania Austria Tunisia Senegal Portogallo Marocco Francia (accordo Cilento/BioVallèe) (111 comuni, abitanti, aziende bio, ettari bio) 1. Bio-Distretto delle Valli Valdesi (Piemonte) 2. Bio-Distretto della Val di Vara (Regione Liguria) 3. Bio-Distretto della Val di Gresta (Trentino Alto Adige) 4. Bio-Distretto di Greve Panzano (Toscana) 5. Bio-Distretto del Chianti storico (Toscana) 6. Bio-Distretto di San Gimignano (Toscana) 7. Bio-Distretto Il Piceno (Marche) 8. Bio-Distretto Via Amerina e Forre (Lazio) 9. Bio-Distretto Molise 10. Bio-Distretto Cilento (Campania) 11. Bio-Distretto Grecanico (Calabria) Bio-Distretti: operational Groups della Piattaforma per la ricerca nel biologico promossa da IFOAM EU

4 RESILIENZA Quella del Bio-Distretto è una comunità resiliente, in condizione di allargare lo sguardo in maniera intelligente per affrontare alcune sfide cruciali: rigenerazione urbana ed innovazione dei suoi processi gestionali; risparmio energetico; mobilità sostenibile; riqualificazione del patrimonio edilizio; valorizzazione delle eccellenze produttive; finanza e fiscalità; comunicazione e brand, ecc. BIO-DISTRETTO = LABORATORIO APERTO BIO-DISTRETTO -> PATRIMONIO DI RELAZIONI All interno del Bio-Distretto risultano facilitati i rapporti delle imprese delle aree rurali con il resto del Mondo. A titolo esemplificativo si riporta la rappresentazione grafica di tutte le relazioni attivate da un azienda agricola del Bio-Distretto del Cilento. Schema tratto dal recente studio condotto dall INEA volto a Misurare la sostenibilità dell agricoltura biologica (INEA. 2013). legato all esplorazione di nuovi modelli di governo del territorio, nel quale vengono messe in rete le risorse naturali, culturali e produttive.

5 BIO-DISTRETTO CILENTO: RISULTATI crescita in media del 20% del fatturato delle imprese biologiche; sperimentazione di certificazione di gruppo ed altre forme di semplificazione della certificazione del biologico (che spesso scoraggia le piccole imprese per la troppa burocrazia prevista); collegamento stabile tra aree interne e zone costiere (destagionalizzazione, migliore gestione dei flussi turistici, promozione di sinergie tra paesaggio, cultura, natura, ecc.) ; aggregazione dell offerta dei prodotti biologici del territorio, attraverso la progettazione di una piattaforma per la commercializzazione dei prodotti biologici da filiera corta; creazione del paniere dei prodotti di eccellenza del bio-distretto, recupero e coltivazione dei semi e delle antiche cultivars locali, attraverso progetti di filiera dal campo alla tavola ; sviluppo della filiera corta con creazione di gruppi di acquisto, la realizzazione di diversi biomercati, la fornitura di prodotti biologici tipici locali per ristoranti, stabilimenti balneari e pubbliche amministrazioni (mense scolastiche, ospedali e case di cura, ecc.); aumento dell attenzione della pubblica amministrazione al green procurement, alla protezione dell ambiente, all utilizzo di energie rinnovabili, alla tutela del paesaggio e delle strutture rurali tradizionali, conversione a biologico delle terre demaniali; avvio della struttura informativa, formativa e di aggregazione territoriale per il biologico presso la sede del bio-distretto, ospitata nel prestigioso Centro studi Pietro Ebner, nel Comune di Ceraso; sviluppo del marchio Bio-Distretto, regolamentato da un disciplinare AIAB.

6 BIO-DISTRETTO: STRATEGIE DI SVILUPPO Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri, produzioni ittiche); Sviluppo filiera dell energia rinnovabile (produzione e risparmio); Turismo sostenibile; Cura e tutela del paesaggio, dell uso del suolo e della biodiversità (vegetale ed animale); Valorizzazione dei beni culturali e patrimonio artistico legato al territorio; Accesso ai servizi pubblici essenziali; Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali; Legalità e promozione sociale nelle aree ad alta esclusione sociale; Riqualificazione urbana con la creazione di servizi e spazi inclusivi per la comunità; Reti e comunità intelligenti; Diversificazione economica e sociale connessa ai mutamenti del settore della pesca. BIO-DISTRETTO: GOVERNANCE I Comuni devono realizzare la gestione associata di servizi essenziali funzionali alla strategia di sviluppo nell ambito del partenariato Bio-distretto; Piano Integrato di Area con risorse finanziarie di diverse fonti (Fse e Fesr) anche FEASR e FEAMP, che può essere attuata attraverso la combinazione di risorse provenienti da PO distinti o da più assi dello stesso PO plurifondo. La Regione seleziona gli interventi previsti dal Piano e delega l attuazione all Associazione dei Comuni indicando il Piano integrato di area nell Accordo di Partenariato e nei Programmi Operativi; Il livello nazionale in collaborazione con la Regione monitora e valuta la realizzazione, promuove lo scambio di conoscenze ed esperienze.

7 Info AIAB Città dell Altra Economia Largo Dino Frisullo snc ROMA Resp. nazionale bio-distretti Dr. Salvatore Basile Brochure in 5 lingue scaricabile dal sito ideassonline.org

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