Ladispoli VARIANTE GENERALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE
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1 Comune di Ladispoli VARIANTE GENERALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE Progettisti Consulenti Collaboratori ing. G. Castelli (capogruppo) arch.f. Rinaldi arch. S. De Santis arch. M. Ambrogio arch. C. Pimpini arch. M. Cuneo arch. A. Marotta arch. S. Moretti arch. F. Scuteri arch. M. Serra elaborato Relazione tecnica e illustrativa Numero Scala data Febbraio 2010 D1
2 Comune di Ladispoli RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA Febbraio 2010
3 Si ringrazia l'ufficio tecnico per la costruttiva collaborazione, efficienza e disponibilità con cui ci ha supportato nelle diversi fasi di elaborazione del piano, e in particolare il geom. A. Lancianese e l arch. Carlo Passerini.
4 INDICE 1 IL QUADRO CONOSCITIVO LADISPOLI E IL SISTEMA D AREA VASTA Il contesto territoriale Una città multietnica L ANALISI PER SISTEMI Il sistema naturalistico, i boschi e le aree protette Il sistema agricolo e i casali della bonifica Il sistema storico archeologico e il patrimonio architettonico Il sistema dei luoghi centrali e gli spazi di aggregazione Il sistema della mobilità Il sistema della residenza LA STRUMENTAZIONE URBANISTICA Il prg del 1978 e la variante denominata La variante per il recupero urbanistico dell abusivismo Le due varianti di salvaguardia GLI INPUT DI PROGETTO INDIVIDUAZIONE DEI PROBLEMI LE RICHIESTE DELL AMMINISTRAZIONE Criteri orientativi ed indirizzi espressi nell atto fondamentale LE RISORSE DEL TERRITORIO LA SFIDA PER LA CITTÀ IL PIANO LE FASI DI COSTRUZIONE DELLA VARIANTE OBIETTIVI E FINALITÀ DEL NUOVO PRG LE AZIONI DI PROGETTO Riqualificare il sistema insediativo e renderlo sostenibile Valorizzare e incentivare la risorsa turismo connessa all artigianato e alla produzione RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 5
5 Migliorare l accessibilità al centro urbano Dare identità e fornire una nuova immagine di città Garantire il reperimento delle aree pubbliche IL DIMENSIONAMENTO DEL PIANO GLI STANDARD E LE AREE PUBBLICHE RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 6
6 PREMESSA La presente relazione costituisce uno degli elaborati fondamentali della Variante generale al PRG e serve per meglio chiarire gli obiettivi e le finalità dello strumento pianificatorio. E articolata in quattro parti: - Il quadro conoscitivo, inerente le analisi e le interpretazioni dello stato di fatto, all interno del quale si descrive e si valuta lo stato del territorio e i processi evolutivi che lo caratterizzano, costituendo il riferimento necessario per la definizione degli obiettivi e dei contenuti dello strumento di pianificazione comunale; - L analisi delle criticità, riguardante la valutazione delle problematiche riscontrate nel corso dell elaborazione dello stato di fatto; le criticità individuate hanno offerto lo spunto per definire, insieme all Amministrazione Comunale, gli obiettivi da raggiungere e le scelte alla base della pianificazione; - Gli input di progetto, che consistono nella messa in campo delle risorse/opportunità che il territorio di Ladispoli offre; si tratta sia di fattori già di per sè positivi che il piano intende valorizzare sia di fattori negativi che, però, rappresentano spunti di progettazione; - Il piano, concernente l elaborazione vera e propria del progetto di variante. Il gruppo di lavoro nell elaborazione della Variante ha cercato di costruire, o in alcuni casi, di ricostruire un immagine unitaria del territorio comunale all interno del quale sono presenti realtà che isolatamente sono di rilevanza comunale, regionale, e, in alcuni casi, anche nazionale (basti pensare alle aree delle Oasi di Torre Flavia e al Bosco protetto di Palo Laziale ) ma che non sono mai riuscite, per diversi motivi, a integrarsi tra loro producendo, da un lato, possibili sinergie e, dall altro, definendo un identità del comune di Ladispoli. Costruire un identità è forse uno degli obiettivi più difficili da raggiungere per un territorio e per un piano urbanistico poiché se da una parte può apparire minimale mettere in valore le risorse esistenti dall altro esistono accertate difficoltà di integrazione tra le diverse attività antropiche e naturali di un territorio, per cui si è obbligati a far prevalere alcune attività a discapito di altre. In quest ottica di lavoro la variante generale non prevede trasformazioni urbane isolate bensì individua un insieme di interventi, articolati per sistemi, che permettono la costruzione di una identità composta di diversi temi in cui il disegno unitario prevale e rende riconoscibile dall esterno il territorio del Comune di Ladispoli. RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 7
7 RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 8
8 1 IL QUADRO CONOSCITIVO RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 9
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10 1.1 LADISPOLI E IL SISTEMA D AREA VASTA IL CONTESTO TERRITORIALE Situata sulla Via Aurelia, a 38 km da Roma, Ladispoli è una cittadina prevalentemente balneare voluta e costruita dal Principe Ladislao Odescalchi alla fine del secolo scorso. Anche se le origini del territorio di Ladispoli (l antica spiaggia di Caere) risalgono a circa duemila anni fa, fu proprio il principe Ladislao alla fine dell ottocento a fondare la nuova località balneare che si sviluppò negli anni a seguire crescendo ed espandendosi fino a diventare una città. Il territorio di Ladispoli è oggi caratterizzato da diverse realtà: si tratta di una cittadina giovane, i primi manufatti edilizi nascono, agli inizi del Novecento, a ridosso della spiaggia, tra il fosso di Vaccina e il Sanguinaro; lo sviluppo demografico e topografico della cittadina, molto lento nei primi anni, quando il centro aveva una esclusiva funzione balneare, si velocizza in seguito con le varie lottizzazioni Marescotti, Odescalchi e Ruspoli. Nel corso degli anni si è verificato un notevole incremento demografico: oggi, infatti, gli abitanti residenti sono circa contro i 653 del 1921; questo è dovuto al fatto che l originario centro balneare si è trasformato in un centro turistico-residenziale a soli 35 Km da Roma, ben collegato con essa tramite la via Aurelia e la linea ferroviaria Roma-Pisa. Questo fattore, insieme al minor costo degli affitti e delle vendite rispetto a Roma, ha comportato un continuo aumento della domanda di alloggi a cui è seguita la speculazione delle aree fabbricabili con la costruzione di edifici multipiano che sono andati nel tempo ad occupare il posto di vecchi edifici del primo nucleo urbano; le stesse ragioni hanno portato alla nascita di zone ad alta densità edilizia, come nei pressi dell attuale stazione ferroviaria. Il nucleo urbano, compreso nel quadrante formato a est e ovest dai due fossi e a nord e sud dalla Via Aurelia e dalla linea di costa, si presenta quindi abbastanza denso e compatto. Al contrario dell area urbana il territorio agricolo ha mantenuto un carattere rurale, fortemente legato alla produttività del terreno, ancora lontano, salvo alcuni casi, da logiche di speculazione edilizia tanto che tutto il territorio dell entroterra è punteggiato dei caratteristici casali della bonifica dell Ente Maremma ancora produttivi e le estensioni agricole rappresentano circa l ottanta percento dell intero territorio. Il territorio di Ladispoli è anche piuttosto interessante dal punto di vista storico archeologico in quanto sono presenti diversi reperti sparsi nell area comunale: gli antichi RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 11
11 casali medioevali delle tenute dei principi Ruspoli, Odescalchi e Torlonia e le tipiche case coloniche dell Ente Maremma conferiscono a questo territorio un notevole fascino. In generale, quindi, il contesto paesaggistico di Ladispoli si presenta piuttosto vario e complesso, ricco di risorse, di tipo antropico e di tipo naturale, che rappresentano delle enormi potenzialità. UNA CITTÀ MULTIETNICA Ladispoli è un comune con uno dei più alti tassi d immigrazione della Provincia di Roma e ne rappresenta la città multietnica per eccellenza. Il distretto F2, che rappresenta il distretto provinciale di riferimento del Comune di Ladispoli e ne è il capofila, si conferma come meta di immigrazione delle comunità provenienti dall Est dell Europa. La comunità più grande è quella rumena (1.685 residenti a Ladispoli e 547 a Cerveteri, su un totale di residenti nel distretto), cresciuta soprattutto negli ultimi anni, seguita da quella polacca (591 residenti a Ladispoli e 220 a Cerveteri, con un incidenza sul totale pari al 15%), quest ultima di più antico insediamento e numericamente stabile. Ladispoli è uno dei comuni del nord di Roma con un alto tasso di presenze straniere 1. Anche se la comunità più numerosa è quella dei rumeni, le diversità etniche presenti sul territorio fanno di Ladispoli una città cosmopolita; gli immigrati provengono da circa 30 paesi diversi di 5 continenti: Europa, Africa, Asia, Nord America e America Latina. Tuttavia in questo distretto, come pure negli altri, si conferma la frammentazione delle nazionalità tipica dell immigrazione italiana: la comunità rumena raggiunge il 42% delle presenze, il restante 58% dei residenti stranieri è suddiviso fra più di dieci comunità in cui prevalgono quelle dell Est Europa. La popolazione straniera di Ladispoli è rappresentata oggi soprattutto dai giovani e dalle donne che riescono ad inserirsi con più facilità nel mercato del lavoro. Circa il 40% del totale degli stranieri (regolari e non) lavora a Roma in quanto Ladispoli non offre grosse opportunità di lavoro ma preferisce abitare a Ladispoli perché è più facile trovare case in affitto ed a prezzi più bassi. A Ladispoli i lavori svolti dagli immigrati sono nell ambito domestico, in edilizia, nel commercio e in alcuni servizi; non tutti lavorano in regola e, spesso, sono sottopagati. Una piccola percentuale di loro ha un attività propria (phone-center, centro internet e send-money, negozi etnici, alimentari e di abbigliamento,ristoranti, pizzerie ecc.) mentre 1 Relazione Rete Provinciale delle Comunità Straniere a cura di Provincia di Roma (Assessorato politiche sociali) e Archivio dell Immigrazione RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 12
12 la maggior parte possiede come titolo di studio un diploma o una laurea quasi mai riconosciute in Italia. Il percorso burocratico per il riconoscimento dei titoli di studio è talmente difficile e lungo che gran parte della popolazione immigrata rinuncia adattandosi a svolgere mansioni di tutti i tipi e solo una piccola percentuale continua a studiare. Le famiglie (escluse le badanti che convivono con i loro datori di lavoro) sono composte in gran parte di due membri ma ultimamente si è verificato un aumento dei ricongiungimenti con i figli (anche irregolari) e un aumento delle nascite; le difficoltà economiche e il costo alto degli affitti costringono molti di loro a una convivenza plurifamiliare. Ultimamente si è verificata una leggera crescita negli acquisti di appartamenti. La vita sociale degli immigrati di Ladispoli è abbastanza scarsa soprattutto perché mancano i luoghi e i momenti di aggregazione. La carenza di spazi adeguatamente progettati per il tempo libero dove sarebbe possibile la condivisione e l integrazione rappresenta il principale fattore di isolamento sociale per le minoranze. Gli unici poli di aggregazione e di incontro per gli immigrati sono i luoghi di culto e le associazioni. A Ladispoli ci sono 4 chiese cattoliche (romeni, bulgari, nigeriani, polacchi), 1 ortodossa rumena, una moschea e una sala anglicana e le associazioni sono una decina. Tuttavia queste istituzioni, poiché settoriali, non contribuiscono ad un integrazione della popolazione straniera all interno della cittadinanza di Ladispoli, che è senz altro una città dai colori etnici vivaci in cui le diversità s incontrano e si scontrano nella ricerca di una culturalità dai valori comuni. Alla luce di quanto detto sarebbe importante individuare e caratterizzare quegli spazi, all interno della città, che potrebbero rappresentare i luoghi dell integrazione e dello scambio culturale. La storia ci insegna che vi sono risposte spaziali a tutti i mutamenti sociali. Gli aeroporti, le stazioni ferroviarie, le stazioni metropolitane, le scuole, gli stadi, le discoteche, le sale da concerto, i musei, le fiere, i centri commerciali, i parchi rappresentano gli spazi pubblici in cui la gente viene accolta in una città, si incontra e si integra. Da uno spazio urbano all altro, studia e/o lavora, si informa, occupa il tempo libero. RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 13
13 1.2 L ANALISI PER SISTEMI Pensare la città per sistemi significa studiare le regole della loro compatibilità e componibilità, immaginare insiemi di spazi, luoghi ed edifici riconoscibili, dotati di uno specifico statuto e tra loro integrati. I diversi sistemi si articolano funzionalmente e morfologicamente dando luogo a parti di città e di territorio ad insiemi tra loro correlati e dotati di una propria identità. Ciascun sistema è costituito da un insieme di materiali puntuali e/o areali (residenze, industrie, edifici commerciali, piazze). Ogni materiale ed ogni insieme di materiali, ogni luogo ed ogni sistema sono dotati, in maggiore o minore misura, di una propria trasformabilità; sono capaci di ospitare persone ed attività diverse da quelle per le quali sono stati originariamente pensati e costruiti. Il territorio può essere ri-progettato partendo dall analisi dei seguenti sistemi, e dall individuazione delle carenze e/o mancanze strutturali, e infine, dalla ricomposizione delle parti: Il sistema naturalistico, i boschi e le aree protette Il sistema agricolo e i casali della bonifica Il sistema archeologico e il patrimonio storico architettonico Il sistema dei luoghi centrali e gli spazi di aggregazione Il sistema della mobilità Il sistema della residenza Il sistema degli spazi turistico ricettivi RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 14
14 IL SISTEMA NATURALISTICO, I BOSCHI E LE AREE PROTETTE Il paesaggio naturale risulta nel suo complesso privo di zone collinari con un andamento orografico appena mosso, pressoché pianeggiante, con un acclività praticamente nulla. L area presenta numerosi ambienti naturali, molto diversi tra loro seppur limitrofi che caratterizzano il territorio di Ladispoli, rendendolo un unicum rispetto ai contesti territoriali circostanti. La molteplicità delle componenti ambientali conferisce al territorio l aspetto di un articolato sistema, entro cui coesistono significativi sistemi di tipo naturalistico, paesaggistico, idrografico, di grande valore in cui nonostante le profonde azioni di antropizzazione abbiano modificato il territorio, ognuna di queste zone accoglie un patrimonio faunistico e floreale ricco e vario. Le formazioni vegetali naturali presenti sul territorio di Ladispoli sono caratterizzate da due grandi riserve naturali: il bosco di Palo e la Palude di Torre Flavia collocate lungo la costa e delle aree verdi dell entroterra suddivise tra i giardini pubblici, la vegetazione ripariale, e la vegetazione nelle proprietà private. L inquadramento della situazione sotto il profilo normativo e vincolistico è stato effettuato con l esame del P.T.P. regionale e della legislazione vigente in materia di tutela dei beni ambientali e culturali. Le componenti morfologico funzionali, che si sono analizzate attraverso l analisi dei sistemi concentrandosi su una lettura decodifica dei palinsesti del paesaggio coincidono con i materiali di questo sistema, e sono: i boschi i rimboschimenti le alberature i corsi d acqua la vegetazione naturale dei fossi il litorale La parte del territorio di Ladispoli non occupata da infrastrutture urbane e territoriali è costituita da coltivi, aree prative a pascolo ed incolti. MACCHIA MEDITERRANEA Si tratta di una fitocenosi arbustiva strutturalmente molto densa ed intricata che raggiunge un'altezza media di circa 2 metri. E' costituita da specie screrofille sempreverdi RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 15
15 quali Pistacia lentiscus (lentisco), Phillyrea Ialifolia. (fillirea), Ouercus iley (leccio), Rhamus alaternus (alaterno) e da lianose quali Smilax aspera (stracciabraghe), Clematis flamula (clematide), Lonicera implexa (Ionicera), Rubia-peregrina (attacca veste). Lembi ben conservati di macchia mediterranea si estendono in prossimità della costa, sulla duna sabbiosa consolidata retrostante la spiaggia il Località Il Pigneto e parzialmente in località Tumuleto della Palazzina. Tali lembi di vegetazione risultano ben conservati e meriterebbero una opportuna politica di salvaguardia con interventi mirati a favorire il naturale evolversi e la diffusione su superfici più estese. VEGETAZIONE PSAMMOFILA Una piccolissima parte della duna recente, in gran parte devastata dall'edilizia residenziale stagionale, è rimasta come ultimo baluardo (all'interno del territorio comunale) di un tipo di vegetazione tipica delle dune, ma estremamente sensibile ai disturbi esterni: la vegetazione psammofila, tipica dei litorali sabbiosi e adattata a vivere su substrati salsi (ricchi di sale). Di tale vegetazione rimangono però soltanto piccolissimi nuclei. In corrispondenza dell'antiduna si rinvengono tracce di Agropyreto, presente in forma assai impoverita cori pochi esemplari di Agropírum juniceum, Sporobolus pungens e Eryngium maritimum. Un po' più consistente è la presenza della tipica fitocenosi pionera, delle dune mobili, l'ammofileto, rappresentato, da piccole colonie di Ammofila arenaria accompagnata dall Anthemis maritima e dall'ononis. BOSCO DI SEMPREVERDI E CADUCIFOGLIE Si tratta principalmente di querceti, sempreverdi e caducifoglie; i sempreverdi sono costituiti in prevalenza da Leccio o da Sughera, mentre quelli a caducifoglie sono rappresentati da Roverella o Cerro di Gussone. Non si trovano mai in popolamenti puri, ma associati ad altre specie arboree ed arbustive definendo il cosiddetto "Bosco misto mediterraneo". QUERCETO MISTO Una buona parte del territorio comunale doveva essere un tempo ricoperta da estese foreste planiziali di querce unitamente a piccoli lembi boscati residuali, caratterizzati dalla presenza di querce caducifoglie di discreta dimensione e struttura. Questi boschi risultano costituiti nello strato arboreo da Quercus cerris e in misura minore da Ouercus pubescens, sporadicamente è presente anche Querqus pubescens. RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 16
16 Nello strato arbustivo si rilevano Citysus villosus, Phillirea latifolia, Laurus nobilis e Euonymus europaeus Spesso le due tipologie vegetazionali sopra descritte si sovrappongono, dando origine a querceti misti nei quali in alcuni casi prevale la sughera e in altri le querce caducifoglie. Si è ritenuto opportuno distinguerli da un punto di vista fisionomico in: Sughereta mista con querce caducifoglie, nel casi in cui prevale la sughera; Querceto misto con sughera, nel casi in cui prevalgono le querce caducifoglie. VEGETAZIONE RIPARIALE La vegetazione tipica degli ambienti di ripa è presente sul territorio comunale di Ladiospoli in corrispondenza di alcuni tratti dei fossi Sanguinara e Vaccina. E' costituita principalmente da Salix alba in forma arborea. ed arbustiva ed in misura minore da Salix purpurea e Arundo dorax. FORMAZIONI ERBACEE PREVALENTI Sono state così definite alcune aree molto estese con presenza di specie erbacee. Le aree prevalentemente interessate sono località campo Ascolano Ascolano, Capanna Murata, Isolottello e Bonifica campo Jemini. VEGETAZIONE LACUSTRE Raggruppa la tipica vegetazione acquatica presente nella Palude di torre Flavia. Oltre alla Cannuccia di palude Phragmites australis che vegeta sulle sponde fangose, numerose sono le varietà di ranuncoli acquatici e semi-acquatici alcune delle quali endemiche: Ranunculus aquatilis, R. peltatus, R. tricophyllus tricophyllus, R. marginatus, R. ophioglossifolius, R. lateriflorus. Altre specie erbacee sono: Lingua d'acqua Potamogeton natans, Brasca Potamogeton pectinatus, Mestolaccia comune Alisma plantago-aquatica, Pampina del paradiso Colocasia antiquorum. LE OASI NATURALISTICHE Il territorio di Ladispoli conserva due importanti, per certi versi uniche, aree di grande pregio naturalistiche: il Bosco di Palo e l area umida della Torre Flavia. RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 17
17 Le due riserve naturali hanno mantenuto praticamente intatte le loro peculiarità naturalistiche e paesaggistiche, contribuendo di molto ad arricchire dal punto di vista ecologico il territorio. IL BOSCO DI PALO L Oasi WWF Bosco di Palo si trova, tra Marina di San Nicola e Ladispoli. Nonostante le alterazioni subite nel corso degli anni, mantiene ancora alcune caratteristiche di natura intatta in ciascuno degli habitat presenti. La data di creazione è il 1980 e l estensione è di 120 ettari. L Oasi Affiliata WWF del Bosco di Palo è uno degli ultimi residui della foresta planiziale tirrenica. I resti del porto etrusco di Alsium e della villa di Pompeo Magno a San Nicola sono testimonianze inconfutabili della presenza prima degli Etruschi e poi dei Romani. Nell alto Medioevo Palo fu quasi abbandonato: rimase una torre di avvistamento contro le incursioni dei barbari, ma la selva e le paludi ripresero il sopravvento. Il borgo di Palo, minuscolo agglomerato di case immerse nel bosco, visse in simbiosi con la torre trasformata in castello. Nel 1300, i monaci del monastero di S. Saba fecero ampliare la rocca e la vendettero alla famiglia Orsini, che nel 1367 costruirono il castello. Tra il 500 e il 600 la tenuta di Palo passò da un proprietario all altro (Orsini, Borgia, Farnese, Orsini). Il castello acquistò lentamente le caratteristiche del palazzo signorile, perdendo quelle di forte costiero. Il bosco fu utilizzato come luogo di caccia e di svago dei signori di Palo. Nel 1780 gli Orsini vendettero la Signoria di Palo alla famiglia Odescalchi. Il vero fulcro dell Oasi è il relitto bosco planiziale che un tempo occupava zone vastissime della nostra penisola. Altri ambienti sono le piscine temporanee, la macchia mediterranea e il prato. Il bosco accoglie molti passeriformi e mammiferi, in particolare quelli dalle abitudini prettamente notturne. Le pozze temporanee sono popolate da diverse specie, alcune rare. Tra le molte specie di piante e fiori presenti, é possibile imbattersi in numerose specie di orchidee selvatiche. Ultimo lembo del bosco planiziale esteso un tempo sul litorale tosco-laziale L area della riserva racchiude in sé i seguenti ambienti: Flora Bosco di sempre verdi e caducifoglie, prato (in prossimità della spiaggia),bosco con cerro, roverella, frassino, alloro, olmo. Macchia mediterranea con lentisco, fillirea, mirto, erica arborea, leccio. Specie arboree presenti: pini marittimi, cipressi, eucalipti, cerri, roverelle, lecci, aceri minori, olmi. RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 18
18 Il sottobosco è invece popolato da corbezzolo, edera, pungitopo, alloro, mirto e lentisco. Le presenze floreali più rappresentative sono: gladiolo dei campi, campanula, ranucolo, romici e orchidee. Fauna Rettili: testuggine palustre e testuggine terrestre. Uccelli: passeriformi di bosco e macchia, uccelli marini lungo la costa. Mammiferi: tasso (simbolo dell Oasi), istrice, faina, donnola, volpe e puzzola. L'oasi di Palo è anche il luogo dove molti uccelli possono fare sosta lungo le loro rotte migratorie o fermarsi per nidificare. L AREA UMIDA DI TORRE FLAVIA La torre Flavia è inserita all interno dell area protetta litorale Roma Nord, prevista dal Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve (1993), ricadente nei comuni di Ladispoli, Cerveteri e Santa Marinella. Dal punto di vista naturalistico le caratteristiche di principale interesse riguardano la vegetazione Alofila Salicorneto e la vegetazione dei prati parzialmente inondati; in questa regione i prati sono periodicamente ricoperti di acque dolci o debolmente salmastre. Sono ambienti di elevato valore naturalistico e presentano durante il corso dell anno un alternarsi di comunità vegetali e animali diverse in relazione alla quantità d acqua presente. Il Bosco di Palo si estende tra la Marina di S. Nicola e la città; è un bosco misto di caducifoglie con una netta prevalenza di Querqus cerris e secondariamente da Querqus pubescens e Fraxinus ornus. Notevole nello strato arbustivo la presenza di Laurus nobilis, che costituisce la parte strutturalmente preponderante del sottobosco. Per queste peculiarità il Bosco di Palo è stato indicato come habitat prioritario nel censimento CEE dei biotipi di rilevanza naturalistica. Questo bosco è ciò che resta delle foreste planiziari che prima della bonifica si estendevano su tutta la costa dell Italia mediotirrenica e che attualmente sono rappresentate significativamente solo dal Bosco di Palo, da quello di Castel Porziano e da quello di Sabaudia. L'attuale area di Torre Flavia rappresenta l'ultimo tassello temporaneamente umido che faceva parte della più ampia palude di Campo di Mare estesa, fino ai primi anni '60 per alcune decine di ettari. Oggi il territorio si presenta come un susseguirsi di piccole depressioni che stagionalmente si riempiono d'acqua, grazie all'affioramento della falda costiera RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 19
19 sottostante, all'apporto delle acque dolci dell'entroterra e delle piogge invernali. Il variare della salinità dell'acqua ha generato una vegetazione tipica delle zone salmastre, come la salicornia, simbolo dell'oasi, l'orzo marittimo ed il limonio. Le aree verdi nel centro urbano del Comune di Ladispoli e della frazione di Marina di San Nicola si possono ricondurre principalmente in tre generi:a) giardini pubblici b) vegetazione in proprietà private, c) vegetazione ripariale nel letto dei fossi Vaccina, Sanguinara ed in quello del Quartaccio. Il verde pubblico si concentra maggiormente nella vasta zona di giardini pubblici situati tra via Ancona e via Odescalchi, lungo il loro intero percorso. Nel verde si trovano in abbondanza siepi di mortella e di oleandro, nonché numerosi esemplari di pino marittimo e di eucalipto. Sono in oltre presenti essenze quercine. Degno altresì di menzione è il bosco pubblico di Palo, situato a ridosso dell area protetta denominata Bosco di Palo. In questa area si nota una copiosa presenza di lecci e zone di macchia mediterranea. Il suolo dei giardini pubblici è ricoperto di erba e ghiaia, mentre soltanto nel bosco pubblico sopra ricordato il suolo è alla stato naturale. Complessivamente in entrambi gli ambienti, si nota un buono stato di conservazione. La vegetazione nelle proprietà private contribuisce non poco all entità ed alla fisionomia della vegetazione generalmente diffusa sul territorio: questa, all interno di pertinenze di ville e condomini, presenta caratteri di eterogeneità, ove si privilegiano palme e palmizi bassi (palme da datteri, palme di San Pietro), esemplari di cactus e di succulente genere, alloro, gelsomino, mortella, rose, bouganville, e tra gli alberi da frutto, primeggino i limoni. Le specie arboree, costituite da pini marittimi ed eucalipti, sono presenti in discreto numero anche nelle zone agricole o comunque periferiche (come nelle zone di Monterone ed Olmetto). RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 20
20 IL SISTEMA AGRICOLO E I CASALI DELLA BONIFICA Il territorio di Ladispoli ha mantenuto un carattere fortemente agricolo/produttivo tanto che tutto il territorio dell entroterra è punteggiato dei caratteristici casali della bonifica dell Ente Maremma ancora produttivi e le estensioni agricole rappresentano circa l ottanta percento dell intero territorio. I materiali di questo sistema sono: - le coltivazioni - gli impianti agricoli - i casali agricoli della bonifica - le alberature La morfologia del territorio di Ladispoli risulta nel suo intero complesso priva di zone collinari; l andamento orografico è appena mosso con presenza di un insieme pressoché pianeggiante e con un acclività praticamente nulla se riferita agli usi agricoli. In corrispondenza degli insediamenti abitativi le pendenze sono assenti; in ambito della fascia coltivata più esterna il profilo del terreno è dolcemente ondulato, non si notano pendii, scarpate o altri rilievi. Sono presenti sul territorio le seguenti associazioni: Depositi superficiali incoerenti Si tratta di coperture colluviali residuali, formate da detriti che hanno subito un trasporto sia da acque ruscellanti che dalla forza di gravità. I suoli sono mediamente ben dotati, discretamente profondi, piuttosto sciolti e permeabili, mediamente forniti di macroelementi nutritivi. Su tali tipi di copertura trovano sede le più disparate associazioni vegetali o colture agrarie, la vegetazione vi cresce rigogliosa a causa della relativa fertilità del suolo e delle pendenze pressoché assenti. L ambiente è favorevole per una vegetazione più esigente, arbustiva. L utilizzo agricolo può risultare redditizio e si possono realizzare colture estese. Depositi litoranei e sublitoranei Sono depositi costituenti cordoni dunali sabbiosi pressoché paralleli alle rive; con il tempo gli agenti esogeni hanno in parte spianato le primitive dune, per cui il profilo attuale è quello di una pianura costiera blandamente ondulata. Si tratta di suoli in cui i pregi sono comunque superiori agli inconvenienti, limitati alla necessità di apporti irrigui ed alla occorrenza di disponibilità di abbondanti concimazioni. In questo paesaggio litoraneo la vegetazione naturale sarebbe appannaggio della foresta climax costituita di leccio e la lecceta sarebbe preceduta, verso il mare, dalla macchia mediterranea; in effetti RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 21
21 la flora spontanea è stata gradualmente sostituita da colture specializzate a carattere per lo più intensivo. Argille plioceniche Le argille azzurre, o grigio azzurre, danno luogo ad un paesaggio moderatamente ondulato, con ampi dossi quasi pianeggianti, senza brusche interruzioni o ripidi pendii. Su tale formazione si trovano terreni impervi all aria ed all acqua, a causa della loro tessitura; essi hanno reazione alcalina o subalcalina e, per l elevata coesione, presentano qualche difficoltà in più ad essere lavorati; la capacità produttiva può essere aumentata migliorando le caratteristiche chimiche del substrato, ma soprattutto quelle fisiche e biologiche. Devono pertanto essere sistemati, lavorati e concimati: solo a tale condizione possono ospitare convenientemente colture ortive, industriali ed arboree. L utilizzazione migliore di tali terreni sarebbe quella agro-silvo-pastorale. Alluvioni Si tratta di formazioni strettamente confinate a ridosso dell alveo dei fossi e delle loro diramazioni; la loro distribuzione ed entità superficiale complessiva è pertanto non significativa ai fini della loro partecipazione alla quantità che si prende in considerazione perché ad uso agricolo. Questi terreni esprimono comunque caratteristiche assolutamente favorevoli, per il loro elevato spessore, per la ricchezza di elementi nutritivi, per il sufficiente contenuto in humus; inoltre sono nel complesso molto fertili. Composizioni arenarie calcaree Sono rocce di origine organogena, anche se vi si è sovrapposto il fenomeno chimico della incrostazione; si sono formate per l accumulo di spoglie o detriti di organismi animali, principalmente conchiglie marine. Complessivamente, a causa di importanti difetti che sono il limitato spessore, la povertà di principi nutritivi, la ricchezza di scheletro e l eccesso di materiali colloidali, tali suoli possono essere asserviti a colture di un certo reddito, quali la cerealicoltura, in seguito ad interventi migliorativi generali. Terreni palustri Sono suoli a profilo poco differenziato, difficili da classificare a motivo della loro eterogeneità di composizione mineralogica e di tessitura e per essere stati profondamente rimaneggiati dall uomo. Nel complesso si tratta di terreni a potenzialità produttiva da buona ad ottima, specialmente se migliorati con interventi che ne assicurino un buon drenaggio. RELAZIONE TECNICA E ILLUSTRATIVA 22
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