Anno XXXVI n. 244 Maggio 2014 NOTIZIARIO. Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori
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1 Anno XXXVI n. 244 Maggio 2014 NOTIZIARIO Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori
2 Colombe, tempera su cartone, (Collezione privata) La colomba, per la sua semplicità e la sua profonda valenza simbolica, fu uno dei soggetti preferiti da Padre Costantino. Egli raccoglieva in un grande quaderno tutte le immagini di questo soggetto che lo colpivano, creando così una grande collezione che affiancava, fotografie e ritagli di giornale, opere di artisti famosi e di sconosciuti, insieme a suoi disegni ed elaborazioni. Indagherà questo soggetto con diverse tecniche, e apparirà spesso nelle vetrate di chiese e spazi mistici. Fr. Carlo Cavallari Anno XXXVI n. 244 Maggio
3 Indice Dall Ordine Omelia del Ministro generale al funerale di fr. Giacomo Bini 5 Mons. Sigalini ricorda di fr. Giacomo Bini 10 Il saluto a frate Giacomo 11 Consiglio di Cooperazione Provincie Nord Italia 15 Dal Definitorio Milano Curia provinciale 6 maggio Vita Consacrata e formazione permanente II Parte Mons. Giafranco Agostino Gardin ofm conv. 21 Testimonianze di Vita Fraterna Esercizi spirituali del Definitorio nella Terra dei Fioretti 28 Omelia funerale di fr. Nazareno Panzeri 32 Poesia per fr. Nazareno Panzeri 35 FilmiAmo 36 Notizie di Casa 39 Anno XXXVI n. 244 Maggio
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5 Dall Ordine Omelia del Ministro generale fr. Michael Perry OFM per il Funerale di Fr. Giacomo Bini «Un antico proverbio cinese dice: Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Il nostro compito sarebbe quello di indicare la luna, di indicare la direzione; al centro sta la luna, non il nostro dito. Non siamo in grado di ribaltare il mondo subito, qui e ora; ma nonostante l apparente lentezza la nostra vita parla. Siamo seminatori instancabili di semi d eternità, di amore, di carità: se abbiamo questa passione, sappiamo che l essenziale è seminare... è la nostra vita che deve essere significativa». (Giacomo Bini, Ritorno alla intuizione evangelica francescana, Milano, 2010, p. 36) Grottaferrata Roma 5 maggio 2014 Chiesa Suore Francescane Missionarie di Maria Oggi, nel Vangelo abbiamo sentito il Signore che ci ha ricordato: «Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 15, 9-12). Ci siamo radunati qui, oggi, in questa chiesa delle Suore Francescane Missionarie di Maria, ben conosciuta da Giacomo, da suo fratello Carlo, da tutta la sua famiglia e anche da parecchi frati. Siamo qui come popolo di Dio per celebrare la vita, la fede e la rinascita del nostro fratello e amico Fra Giacomo Bini. Giacomo ha cercato per tutta la sua vita di rimanere nell amore e nella misericordia di Dio, di osservare il comandamento dell amore e di gustare la gioia e la libertà che provengono solo dall essere radicati in Dio. Nella sua relazione al Capitolo generale 2003 Giacomo parlava di Utopia francescana, motivata dalla speranza. E continuava dicendo che un frate e credo che intendesse comprendere anche ogni discepolo di Gesù Cristo deve nutrire una profonda passione per Cristo, cercando di mettere Dio al centro di tutta la sua vita. Se centriamo la nostra vita in Dio, ci ritroviamo su un cammino di fede e di scoperta che offre possibilità sempre nuove e inedite per la nostra vita, per la vita dei fratelli e delle sorelle e per la vita del mondo. Anno XXXVI n. 244 Maggio
6 Per Giacomo il contesto specifico in cui noi Frati Minori possiamo scoprire la volontà e la strada che Dio ha pensato per la nostra esistenza è proprio l esperienza intensa della fraternità. «La fraternità è la condizione e il dovere fondamentale che definisce la nostra identità e la nostra missione». E per promuovere la comunione fraterna, una comunione che è radicata nella relazione con Dio, siamo chiamati a diventare esperti delle nuove forme di relazione evangelica e interpersonale con tutti. L esperienza profonda e continua che godiamo con Dio diventa la sorgente della speranza e delle possibilità inedite per la nostra vita in fraternità come Fratelli del Vangelo, una fraternità che si apre verso l esterno e si rivolge al mondo e a tutto il creato. Se coltiviamo e facciamo crescere la nostra consapevolezza e il nostro impegno rispetto a relazioni evangelicamente fondate, scopriremo in noi una passione per il popolo di Dio, per l umanità in crisi e bisognosa dell amore e della misericordia di Dio che tutti abbraccia. Giacomo era convinto che l «itineranza, la volontà e il senso di minorità che sgorgano da una passione per l umanità ci aprono all altro, chiunque esso sia». Era anche convinto che il nostro impegno alla conversione permanente, ossia la conformazione al cammino di Gesù Cristo, ci offre gli strumenti per approfondire la nostra fede, la nostra vocazione e la nostra passione per impegnarci nella missione di Dio per il bene del mondo. «Rimanete nel mio amore». L invito che Gesù nel Vangelo secondo Giovanni rivolge ai suoi discepoli riflette l esperienza che Gesù stesso ha sperimentato e goduto con il Suo e nostro Padre. Tutto il Vangelo secondo Giovanni ci mostra che Gesù è costantemente in contatto col Padre Suo. In nessuna azione, in nessun incontro di Gesù, narrati da Giovanni, Dio Padre è assente. Gesù gode di una ininterrotta comunione di mente, di cuore e di spirito col Padre. Attraverso questa intensa relazione Gesù si fa mediatore della misericordia di Dio, rendendola disponibile ad ogni persona. «Misericordia io voglio, non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori», sentiamo anche nel Vangelo secondo Matteo (Mt 9,13). E nel capitolo terzo di Giovanni Gesù afferma: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3,16-17). Dio, attraverso Gesù, cerca di attirare nuovamente il mondo a sé, affinché il mondo e tutti coloro che vi abitano sperimentino il suo perdono, la sua misericordia, il suo amore e la sua vicinanza. In tutta la sua vita Giacomo ha testimoniato l amore e la misericordia di Dio, all opera nella sua vita e nel suo cammino di risposta vocazionale. Come ci ha detto fra Paul sabato sera, Giacomo non si stancava mai di aprire il suo cuore per ricevere, benedire e ascoltare un fratello o una sorella che a lui si rivolgevano in cerca di qualcuno che ascoltasse attentamente, in cerca di una parola saggia di conforto, in cerca di un abbraccio amorevole. Anno XXXVI n. 244 Maggio
7 Ma in Giacomo c era anche qualcosa in più, qualcosa di contagioso, che riusciva a toccare il cuore e l anima di ogni persona che lo incontrava. Giacomo era un autentico credente. Credeva fermamente che Dio credeva in lui e in tutta l umanità. Proprio per questo, cioè credendo che la sua persona aveva la sua origine solo nell amore e nella misericordia di Dio, Giacomo è stato in grado di credere con tutto il suo cuore nella possibilità di vivere la vita evangelica proposta da Francesco d Assisi, un autentica utopia. Credeva possibile vivere dipendendo solamente da Dio, la sorgente di tutto ciò che esiste, la sorgente dell amore e della speranza per il futuro del mondo. Credeva possibile vivere in libertà, una libertà che ci permette di andare per il mondo a due a due come fratelli, condividendo tra noi l amore e la libertà che vengono da Dio, condividendo con tutte le persone che si incontrano lungo il cammino questa stessa verità. Ancora, come abbiamo sentito da Fr. Paul, Giacomo credeva possibile vivere la radicalità del Vangelo, fare esperienza della grazia radicale di Dio che è all opera nella fraternità, una fraternità infiammata dall amore di Dio, sperimentato attraverso semplici atti di gentilezza e di premurosa attenzione. Giacomo credeva che il Vangelo ci rende liberi da ogni sentimento di possessività e di ossessione nei confronti delle strutture e del possesso delle cose materiali, e ci rende capaci di intraprendere il viaggio che ci conduce all autentica libertà evangelica. Giacomo credeva! Si fidava e confidava in Dio e nella bontà insita in ogni persona, a cominciare dai frati della sua fraternità. E siccome osava credere in modo semplice ma totale, era capace di muoversi con assoluta libertà, cercando di trovare e di coltivare un autentico incontro con Dio e un autentico incontro con i fratelli e le sorelle, che sono figli amati di un Dio tenero e misericordioso. Come Giacomo stesso ha scritto: «La vita francescana è vita evangelica quando nella nostra vita quotidiana siamo in grado di incarnare lo stile di vita di Cristo: vita in fraternità, annuncio al mondo, minorità, servizio, dono di sé» (G. Bini, Ritorno alla intuizione evangelica francescana, Milano, 2010, p. 39). Poche ore prima del suo ritorno alla casa del Padre, alcuni frati di Palestrina, alcuni parenti di Giacomo e alcuni di noi frati della Curia abbiamo avuto la grazia di trascorrere alcuni brevi momenti con lui. Anche nell ora della morte Giacomo annunciava la vita! Ci ha parlato della misericordia di Dio e del suo personale e intenso desiderio di dissetarsi ancora di più alla sorgente di questa misericordia, per la sua vita, per la sua famiglia, per la fraternità francescana universale e per tutta l umanità. Nonostante la stretta della morte, Giacomo proclamava la bontà di Dio, rendendo grazie per tutto quello che Dio aveva compiuto nella sua vita e per tutto quello che Dio continuava a fare nella e per la vita dei fratelli dell Ordine. Anno XXXVI n. 244 Maggio
8 Parlava con tenera gratitudine del dono della sua famiglia, che egli amava e curava con profondo affetto. Parlava della sua gratitudine per aver potuto sperimentare l energia e la passione per il Vangelo tra i fratelli e le sorelle in Africa, dove è stato come missionario. Parlava di altri religiosi, in particolare delle Clarisse, delle Suore Francescane di Maria e di altre congregazioni femminili francescane. E parlava del futuro, della speranza che Dio nutre per il mondo, tendendo in alto il suo braccio destro, verso il soffitto, verso il paradiso, e ripetendo: «La vita continua!». Non posso farmi interprete del significato di queste parole, «La vita continua!», a nome del fratello Carlo o degli gli altri membri della sua famiglia, o dei Frati di Palestrina. Ripensando, però, a queste parole, che Giacomo ripeteva ad ogni persona che entrava nella sua stanza, per godere ancora di qualche momento benedetto con lui, mi si è chiarito il messaggio che Giacomo stava dicendo a me, Michael, e che stava dicendo anche ad ognuno di quelli che hanno potuto incontrarlo in quel momento. Giacomo mi e ci stava dicendo che lui aveva fatto tutto quello il possibile per rispondere con libertà e gioia a quello che spettava a lui fare. E questo messaggio è come quello il serafico padre san Francesco ha detto ai suoi fratelli quando si preparava ad accogliere sorella morte. Sono convinto che Giacomo stesse dicendo a ciascuno, a tutti noi presenti qui oggi, ai suoi amati parenti, a tutti Frati dell Ordine dei Frati Minori, dei Conventuali, dei Cappuccini, a tutte le Clarisse, a tutti le Suore francescane, ai tutti i fratelli e le Sorelle dell Ordine Francescano Secolare e ad ogni discepolo del Signore Gesù: «Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!» (2Cor 6,2). Questo è il momento in cui ciascuno di noi deve accogliere il Vangelo senza condizioni, in libertà e gioia. Questo è il momento in cui noi come Giacomo dobbiamo amare «il Signore nostro Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra mente e con tutte le nostre forze» (Dt 6,5). Voglio concludere con le parole della preghiera di san Francesco d Assisi, Alto e glorioso Dio, parole che colgono ed esprimono il cuore e l anima della nostra vocazione evangelica, che ci invitano a riporre ancora più radicalmente la nostra fiducia in Dio e ad abbracciare la nostra vocazione evangelica con tutte le sue esigenze di radicalità. Attraverso queste parole possiamo comprendere meglio le parole di Giacomo: «La vita continua!». Le preghiamo assieme: Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati, e accesi dal fuoco dello Spirito santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e con l aiuto della tua sola grazia, giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nella Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen. Anno XXXVI n. 244 Maggio
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10 Mons. Sigalini ricorda fr. Giacomo Bini Omelia IV Domenica di Pasqua La vita è quella parola magica che ci riempie sempre di mistero. È la somma di tutti i beni che desideriamo e nello stesso tempo è vita tutto ciò che li rende possibili. È un insieme di promesse affascinanti e di incognite oscure. È tutto quel che possiamo avere e nello stesso tempo amare; tutto da riempire e godere. Il mondo, l universo è il regno della vita. È il bene massimo per me, ma nello stesso tempo è il bene massimo per tutti. Ebbene, dice il Vangelo, la vita è popolata di ladri che non vengono se non per rubare uccidere, distruggere. C è tanta gente che vuole solo succhiarti e rubarti la vita. È il potente che ti avvelena anche l aria che respiri, è l ingannatore che a poco a poco, te la sottrae fino a farti schiavo, è chi te la usa per i suoi vantaggi e crede di pagartela con qualche spicciolo; è chi la uccide per mestiere perché fabbrica solo armi: ha già deciso che qualcuno dovrà togliere la vita a qualcun altro; ma ci siamo anche noi che la buttiamo per leggerezza, la soffochiamo in noi e negli altri per egoismo, per vizio; la facciamo nascere senza saperlo e la rinneghiamo e cancelliamo come se fosse un pezzo delle cose che abbiamo. Però c è anche chi la dona, chi la cura, chi la fa crescere. L umanità è la culla della vita. Accanto a tanti che la rubano uccidono e distruggono ci sono molti papà e mamme che la coltivano con assoluta dedizione, che non calcolano sacrifici per farla crescere. Dove trovano questa forza questa convinzione, questa decisione che non ha bisogno di tante prove razionali? Dice Gesù: Io sono venuto perché abbiano la vita e l abbiano in abbondanza. È la pienezza della vita scritta dentro i nostri giorni. Hanno tentato in tutti i modi di ucciderla, rubarla, distruggerla ma Lui, la vita, non l hanno potuta scalfire. Ci avevano messo una pietra credendo di averla cancellata ma la pietra è saltata. La vita è Lui; l universo è imparentato con Lui, dove c è vita, c è invocazione e segno della sua presenza. E Lui ha il segreto della pienezza per ogni vita. E lo è stato e oggi lo è ancora di più per la vita di padre Giacomo, una vita piena di donazione, di pazienza, di bontà, di serenità, di fede, di tenerezza. Perdiamo un consolatore qui in terra, perdiamo una guida spirituale serena. Non posso più dire a qualche anima di prete, di suora, di papà e mamma di famiglia, a qualche giovane in cerca di chiarezza per la sua vocazione: vai da padre Giacomo Bini, vai su dai frati e cerca di lui. Se c è e ha tempo, ti aiuterà, ti darà serenità, ti accoglierà e ti fascerà le ferite dell anima. Per noi non era il ministro generale, non era il responsabile del personale, che è un lavoro delicato, impegnativo e molto esigente, come tocca essere ad ogni autorità ecclesiale; per noi prenestini era una presenza e una compagnia, il volto della tenerezza di Dio. Quando papa Francesco ci entusiasmava e ci toccava il cuore parlando della tenerezza di Dio, io pensavo a lui che ne era il volto più vicino; quando ci parlava di uscire, sapevano di incontrare nei progetti e nelle scelte di padre Giacomo la concretezza di una missione nelle periferie esistenziali. Oggi lo piangiamo assente nel suo corpo,sentite ancora di più la sua mancanza al convento, la sento perché sono terziario francescano o almeno tento di essere, ma lo sentiamo presente nello Spirito, lo pensiamo nelle braccia del Padre a intercedere per noi, a ridarci tenerezza e il coraggio della missione. Anno XXXVI n. 244 Maggio
11 Il saluto a frate Giacomo Bini Una volta superati il dolore e la sorpresa provocati dalla notizia che frate Giacomo era partito, questa volta in modo definitivo e senza lasciare molto preavviso, mi è sembrato di sentire che in qualche modo per me si trattava di una convocazione. Fra Giovanni Rinaldi mi ha assicurato la possibilità di essere accolto in Curia generale, così nel pomeriggio di sabato 10 maggio sono partito per Roma; masticavo tra me una sensazione amara, il presentimento che mi aspettava una lotta feroce, la stessa sensazione di quando, bambino, sognavo di dover combattere contro un drago spaventoso. Giacomo, il nostro fratello e ministro, era morto la mattina di venerdì 9: mercoledì mattina (7 maggio) aveva un ultima volta condiviso la sua esperienza e i suoi sogni con i frati (questa volta erano quelli della Provincia romana riuniti per un incontro in preparazione al Capitolo provinciale); in serata era stato ricoverato al Policlinico Tor Vergata; giovedì 8 gli era stata diagnosticata una forma di leucemia particolarmente aggressiva che alle prime luci del venerdì l ha riportato al Signore. Per tutti la notizia della morte è stata un fulmine a ciel sereno: per i suoi fratelli di Palestrina, che aveva salutato normalmente mercoledì mattina, e per le tante persone che gli volevano bene in tutto il mondo (praticamente tutti quelli che hanno avuto la fortuna di incontrarlo e conoscerlo di persona). Ritrovarsi per condividere l incredulità e il ricordo è sembrato a tanti un buon modo per non lasciare al dolore l ultima parola. Già sabato sera la piccola chiesa di Palestrina si è riempita di gente per salutare il corpo di fra Giacomo, racchiuso nella bara appoggiata sul pavimento ai piedi dell altare, sovrastata da un imponente icona della resurrezione e affiancata da una bella immagine di Giacomo sorridente. C è stata tanta gente, si è pianto molto e si è pregato altrettanto, in modo semplice e spontaneo come sono abituati da quelle parti: tanti hanno preso la parola per ricordare gli incontri con Giacomo significativi per la loro vita e per ringraziare il Signore. Un frate che ho incontrato in Curia la mattina seguente mi confidava di essere rimasto stupito: per il clima certamente segnato dalla sofferenza, ma insieme anche pieno di grande fede e di serenità che si poteva respirare. Per tutta la domenica è continuata la processione di persone provenienti da tante parti del mondo per dare un ultimo saluto a fra Giacomo. Alle il vescovo di Palestrina ha voluto che la celebrazione domenicale d orario in cattedrale assumesse anche il carattere di ricordo e di ringraziamento per il bene svolto dal nostro fratello nei sette anni della sua presenza in quella comunità cristiana. Tra le altre cose mons. Sigalini ha detto con semplicità quanto era stata importante la presenza di questo frate semplice e sereno a cui aveva indirizzato molte persone sfiduciate o in ricerca. Anche in cattedrale tanta gente, tante lacrime, tanta fede e riconoscenza. Alla messa erano presenti i fratelli di Palestrina, il Ministro generale e altri frati provenienti soprattutto da conventi della Provincia romana. Tornati in convento, abbiamo condiviso una cena un po improvvisata, mentre la chiesa rimaneva aperta per consentire a chi voleva di dare un saluto tranquillo a Giacomo. Anno XXXVI n. 244 Maggio
12 Abbiamo sperimentato la generosità degli abitanti di Palestrina; secondo la tradizione nelle case segnate dal lutto non ci si deve preoccupare per le faccende quotidiane, come cucinare: così in tanti si sono presentati al convento portando da mangiare in quantità... Abbiamo poi scoperto che proprio quel giorno era anche il compleanno di frate Jacopo, il guardiano della fraternità. Ho potuto respirare, quasi incredulo, un clima di serenità, di gioia del ritrovarsi insieme, di sofferenza reale ma resa sopportabile dalla consapevolezza che è condivisa, che non pesa solo sulle tue spalle. È stata una serata che mi ha davvero fatto bene: quasi un invito a lasciar da parte il mio star male e a tenere gli occhi aperti sul tanto bene costruito da Giacomo, bene che niente e nessuno può cancellare, anzi, che rimane come base solida su cui provare a costruire una vita degna lì dove siamo. Dopo la compieta, celebrata insieme alla gente, che composta e silenziosa continuava ad affollare la chiesa, ho passato una notte tranquilla, come se vedere quel luogo, quella fraternità e quella comunità cristiana così unite e solidali mi avesse aperto il cuore ad una speranza, come se si trattasse di un invito a non pretendere di capire tutto subito, ad aspettare, ad avere fiducia nel Signore che, in modo misterioso, anche attraverso quel dolore si stava facendo presente... Il lunedì siamo partiti dopo aver celebrato le lodi in chiesa insieme a Giacomo, per l ultima volta tra la sua gente. Siamo arrivati a Grottaferrata, nella casa delle Suore FMM, immersa in un grande parco, con la possibilità di accogliere le numerose persone aspettate. E davvero sono stati tanti a voler dare un ultimo saluto al nostro fratello: i frati, anzitutto, venuti non solo dell Italia; una rappresentanza significativa di sorelle Clarisse di diversi monasteri, a ricordare un legame speciale con il Ministro generale che nel 2002 aveva scritto la lettera «Chiara d Assisi un inno di lode» e con il fratello che da sempre ha vissuto la convinzione del legame inscindibile tra vocazione francescana e dimensione clariana; i familiari, sorella, fratelli, e nipoti che hanno testimoniato la cura discreta ma fedele di Giacomo per le relazioni di famiglia; e tante donne e uomini, anziani e giovani, riconoscenti e addolorati per questo lutto che sembrava toccare ciascuno in modo particolare. Anche durante la messa, inevitabilmente lunga (quasi due ore), l impressione è stata quella di trovarsi in una cerchia familiare, nonostante il numero imponente delle presenze. Il Ministro generale presiedendo la celebrazione ha tratteggiato la figura del suo predecessore facendosi aiutare da parole prese dagli scritti di Giacomo, oltre che dalla parola di Dio proclamata. Ci sono stati momenti di emozione profonda soprattutto nei minuti seguenti la comunione, quando sr. Anna, delle Suore Operaie di Botticino, ha cercato di dar corpo, attraverso la danza, ai sentimenti di tutti: il dolore di un distacco troppo rapido, il desiderio di trattenere con sé fra Giacomo, la certezza dell abbraccio misericordioso del Signore, la voglia di continuare a camminare sulla strada di una relazione autentica con Dio e i fratelli. Il tutto in tre minuti, segnati da un silenzio impressionante e da un attenzione spasmodica, mentre la commozione rigava di lacrime i volti di tante persone... Poi hanno preso la parola fra Jacopo e frate Paul, che sono stati accanto a Giacomo nelle ultime ore, condividendo con tutti i presenti la sofferenza bruciante di quei momenti per l evolversi incalzante del male, ma anche lo stupore e l ammirazione per l atteggiamento sereno, disponibile, da vero credente di Giacomo, che nell ultima sera ha coscientemente partecipato alla celebrazione dell unzione, arricchendo il rito con le sue riflessioni e le sue preghiere a Dio, oltre che con le esortazioni ai fratelli ( La vita continua... e Per la messa, facciamo una cosa tra noi... ). Anno XXXVI n. 244 Maggio
13 Al termine dell eucaristia si è formato un corteo che ha accompagnato il corpo di frate Giacomo al luogo della sepoltura, a Marino, dove già si trova la mamma. Infine tutti siamo tornati a Grottaferrata, dalle suore, che avevano messo a disposizione un grande salone per condividere quello che la gente di Palestrina, su invito dei frati, aveva portato da mangiare. Così il funerale si è naturalmente trasformato in un momento intenso di comunione e di fraternità, come fosse l ultimo regalo che il buon frate Giacomo avesse voluto lasciare a quanti gli erano stati vicini sino alla fine. Sono stati giorni difficili, densi di dolore e di speranza, di commozione e di memoria, di incontri e di sorprese. Sicuramente mi rimarranno impressi alcuni momenti particolari, tanti volti, qualche parola fra le tante Ma la cosa più preziosa che mi sono portato a casa, che certamente mi farà compagnia a lungo, è la sensazione di aver capito qualcosa in più del segreto di Giacomo. Ci sono persone che sembrano quasi ossessionate dal male, il male che vedono in sé (raramente), negli altri (più spesso), in tutto quello che succede nel mondo Giacomo è stato uno che ha creduto nel bene, ne ha fatto esperienza e l ha annunciato a tutti: il bene sommo che Dio è e ha nei confronti di ciascuna delle sue creature; il bene che è ogni persona, bene magari limitato, ma reale, garantito dallo stesso creatore («Dio ha un immensa fiducia in noi», gli piaceva ripetere); bene umile e nascosto compiuto da tanti anonimi sorelle e fratelli senza far rumore, che per essere visto ha bisogno di uno sguardo attento, paziente, non superficiale... Ricordo alcune sue parole, all inizio del nostro servizio, che mi avevano colpito: «Non ci vuole grande intelligenza o fantasia per vedere le cose negative; non è necessario essere dei geni per dire quello che non va, per evidenziare i problemi. Ma è più importante cercare il modo per risolverli, i problemi; è più impegnativo mettersi a lavorare perché le cose vadano per il verso giusto; è più fruttuoso non perdere l orientamento verso il bene». A me sembra che in questo atteggiamento positivo, costruttivo, ostinatamente concentrato sul bene possibile stia la caratteristica più bella di quel meraviglioso fratello che è stato Giacomo Bini. E in questo sta anche il segreto della simpatia che riusciva a suscitare in ogni persona che incontrava, frati, suore, laici, credenti o no, giovani o anziani, professori o contadini, cardinali, ambasciatori, povere vecchiette e papi: la sua fiducia profonda nel positivo presente in chi gli stava di fronte, la sua capacità di vedere il bene possibile, invece di fermarsi alla constatazione del male inevitabile. L impressione più forte di quei giorni è che Giacomo è stato un catalizzatore di bene : per me è stato evidente guardando la commozione e l affetto con cui è stato accompagnato in quei momenti. Dio solo conosce la moltitudine di legami, amicizie, rapporti cresciuti attorno a quest uomo; ma una cosa è apparsa evidente nel saluto finale, e cioè che la relazione con Giacomo è stata per tutti quelli che l hanno conosciuto l occasione per tirare fuori il meglio di sé, una chiamata a prendere sul serio il bene possibile a cui ciascuno è chiamato nel suo stato di vita e nelle sue condizioni concrete. Per questo, alla fine, il sentimento più forte non può che essere la gratitudine per il dono grande della sua presenza semplice e fraterna, del suo modo di essere, prima ancora che delle sue parole e del suo insegnamento. Anno XXXVI n. 244 Maggio
14 Riposa in pace, fratello Giacomo: la terra ti sia lieve e san Francesco ti accolga tra i suoi fratelli, accompagnandoti a gustare la bellezza e la dolcezza che sei stato capace di indicarci con la tua vita. Non dimenticarti delle tue sorelle e dei tuoi fratelli che rimangono: continua a sostenerli con il tuo sguardo attento, rasserenante e pacificante. Il Signore ti benedica, Giacomo. E tu non smettere di benedire noi. Amen! Fr. Paolo Canali Anno XXXVI n. 244 Maggio
15 Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia Presiede l incontro fr. Massimo Fusarelli. Tutti i Ministri sono presenti: fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Bravi, fr. Francesco Patton, fr. Antonio Scabio, fr. Maggiorino Stoppa, fr. Mario Vaccari. 1) Dopo aver condiviso il generoso pranzo con la fraternità di noviziato, alle ore iniziamo la prima unità di lavoro che prevede un momento di preghiera ispirato al Vangelo della unzione di Betania (che ricorre nella Messa odierna, lunedì santo), e l incontro dei Ministri con il Maestro e il Guardiano di Baccanello. Al termine della preghiera fr. Massimo introduce brevemente i lavori e accoglie fr. Marco Tomasi, Guardiano di Baccanello e fr. Lorenzo Roncareggi, Maestro dei novizi, per un incontro di verifica del cammino della fraternità e del delicato compito formativo che le è affidato. I cambiamenti che si sono verificati in questo nuovo anno sono notevoli (il trasferimento di fr. Enzo Maggioni e di fr. Andrea Nico Grossi, l inizio del servizio di Maestro di fr. Lorenzo, la morte di fr. Fortunato, l arrivo di fr. Ivan Dalpiaz e fr. Luigi Dima) ma costituiscono anche una sfida che la fraternità sta cogliendo per una ristrutturazione e una crescita nel servizio che le viene chiesto. Con il venir meno anche di fr. Fortunato, infine, la fraternità sente la mancanza di un frate anziano, come componente importante anche dal punto di vista del compito formativo. Vengono poi concordate insieme alcune date: sabato 6 settembre: ammissione all Ordine dei probandi e Professione dei novizi; Baccanello di Calusco d Adda aprile 2014 sabato 27 settembre: Ordinazioni diaconali a Chiampo; sabato 11 ottobre: Professioni solenni a Verona s. Bernardino. Si ringraziano e si congedano fr. Marco e fr. Lorenzo. 2) Dopo una breve pausa il lavoro riprende con il discernimento sulla collocazione delle Case di formazione La discussione che emerge viene collocata nel discorso globale di discernimento e di progettazione che riguarda l intera realtà del Nord Italia nella sua complessità. Si riconosce altresì alle Case di formazione un primato di importanza e di valore che rende prioritaria la loro scelta. La prospettiva che si delinea viene formulata concordemente dal Consiglio in una lettera che sarà poi inviata a tutti i frati del Nord, il cui testo viene riportato qui di seguito: Anno XXXVI n. 244 Maggio
16 Cari Fratelli, Il Signore vi dia pace! Mentre gustiamo la gioia della Pasqua di Cristo, nostra Vita, sono lieto di comunicare, a nome del Consiglio di Cooperazione, un importante decisione presa nel recente incontro tenutosi a Baccanello. Secondo il mandato dell Assemblea dei Definitori del 2013 il Consiglio era chiamato a dare corpo all impianto della formazione iniziale secondo il ripensamento di tempi e modi avviato nel Segretariato per la Formazione e gli Studi, maturato al contempo nella COMPI e fatto proprio dai diversi Definitori e Capitoli provinciali celebrati l anno scorso. Siamo voluti arrivare a questa decisione con calma, inserendola nel contesto più ampio della mappatura delle Case, ripresa in mano nel Consiglio di febbraio, e nel pensare la rete di Fraternità a più spiccata composizione interprovinciale. Nelle prossime giornate interprovinciali di formazione permanente consegneremo a voi tutti un testo che riassume questi intenti. Il confronto nel Consiglio e l ascolto delle Fraternità di formazione che ho visitato in questi mesi e del Segretariato per la Formazione e gli Studi, ci ha confermato che è prioritario curare la composizione e l accompagnamento delle fraternità di queste Case e potenziare la rete delle Fraternità dedicate alla pastorale giovanile e alla cura pastorale per le vocazioni, per una presenza sempre più incisiva di annuncio ai giovani, soprattutto nei territori del Nord Italia attualmente più poveri di presenza e di proposta a questo livello. Tale è l indicazione dei Capitoli provinciali e dell Assemblea dei Definitori del Mentre abbiamo iniziato il discernimento per giungere a questo obiettivo e nel confronto schietto e libero su possibilità e posizioni diverse, siamo giunti alla decisione di avviare dal prossimo settembre la Fraternità di Accoglienza Vocazionale stabile e di Postulato ad Arco di Trento e di continuare il Noviziato a Baccanello di Calusco d'adda, sino ad avviare da qui al 2016 il ripensamento, nei modi e negli spazi, del tempo della Professione Temporanea. Se c'era attesa per un cambiamento anche fisico di luogo, evidenzio che nella decisione abbiamo voluto tener conto responsabilmente sia del cammino già consolidato in queste due Case sia di non privare il territorio trentino di una presenza a forte progettualità, in linea con le scelte degli ultimi anni che hanno cercato di collocare sul territorio di ciascuna delle attuali Province una presenza o un progetto significativo a livello interprovinciale. La novità maggiore è l'avvio dell'unica Fraternità di Accoglienza Vocazionale stabile e di Postulato, che chiede un passo in avanti nel rivedere gli itinerari formativi e l'animazione vocazionale. Il nostro cammino continua nella gioia e nella fatica della ricerca paziente, specie quando tocchiamo con mano la sproporzione tra quanto ci è chiesto e affidato e le nostre reali possibilità. Questo divario non può che renderci umili nello scorgere anche in questo oggi i segni della presenza operante dello Spirito del Signore, che alimenta in mezzo a noi la speranza che non delude. I prossimi passi di discernimento che attendono il Consiglio saranno la delineazione dei componenti delle fraternità delle tre Case di formazione, la costituzione della Casa di Evangelizzazione e Missioni al popolo, il proseguimento del discernimento sulla mappatura delle Case, e il programma per la Visita Canonica. Viene infine stabilito che la consulenza richiesta a Diathesis non sia più continuativa ma solo su richiesta, al bisogno. Terminiamo i lavori alle per poter pregare il Vespro con la fraternità di Baccanello. Anno XXXVI n. 244 Maggio
17 Martedì 15 aprile: Iniziamo i lavori alle 8.45 dopo aver pregato le Lodi con la fraternità ed aver celebrato insieme l Eucaristia del martedì santo nella cappellina adiacente alla Chiesa. Ha presieduto fr. Lorenzo, Maestro di Baccanello. 1) Fr. Massimo introduce il primo punto all OdG, cioè l aggiornamento sui primi passi della Segreteria del Nord Italia. Fr. Stefano, segretario, relaziona sul lavoro che ha cominciato a fare per raccogliere il DataBase dei frati dalle 6 Province (per ora limitato agli indirizzi e ai numeri di telefono cellulare), e dà indicazioni riguardo alla casella mail della Segreteria OFM Nord Italia da poco attivata. Si rende necessario a breve un incontro dei segretari provinciali con fr. Stefano per uniformare i criteri e impostare il lavoro di catalogazione del DataBase personale di tutti i frati. L incontro dei segretari dovrebbe anche mettere a tema una verifica sulla Newsletter dei frati del Nord, ed un confronto tra i siti Web delle varie Province al fine di pensare per tempo al nuovo sito della Provincia unitaria. 2) Si passa quindi a considerare la richiesta fatta pervenire da fr. Fabio Piasentin, Moderatore FoPe, in merito ad alcuni chiarimenti sulla conduzione delle prossime giornate di Formazione Permanente a zone e sulle giornate di formazione per i Guardiani in programma per il mese di ottobre. 3) Accogliendo la rinuncia di fr. Silvestro Arosio a far parte della commissione GPIC, vengono ipotizzati alcuni nomi per la sostituzione. La decisione viene rimandata al prossimo incontro. 4) Dopo una breve pausa riprendiamo i lavori alle con la presenza, in quest ultima parte della mattina, dei dr. Maurizio Serofilli ed Enrico Delama di Diathesis, che presentano un testo formulato con fr. Massimo e proposto al Consiglio, che delinei la prospettiva globale che non deve essere persa di vista per costruire la nuova Provincia secondo una mentalità di unione, al fine di cogliere - nel dare forma al nostro discernimento - le sfide evangeliche che ci vengono dalla realtà in cui viviamo e dalle stesse indicazioni del magistero della Chiesa, nella persona di papa Francesco. Questo testo verrà riveduto e presentato in forma sintetica ai frati nelle giornate FoPe a zone del 5-7 maggio, e sarà poi oggetto di analisi approfondita da parte dei 6 Definitòri nella Assemblea di Bardonecchia dei prossimi agosto. A questo proposito mi sembra bello e doveroso segnalare una constatazione che cordialmente ci veniva posta da Diathesis: nel loro accompagnarci in tutti questi anni hanno rilevato come dato significativo che il cammino lungo e graduale che ci sta portando verso la nuova Provincia è stato dovuto anche ad un lavoro paziente non calato dall alto e neppure dovuto solo alla buona iniziativa dei frati, ma anche e soprattutto ad un sapiente utilizzo ed intelligente trasformazione delle strutture intermedie (ad esempio il ruolo sempre più importante che hanno svolto le Assemblee dei Definitòri o le varie commissioni di lavoro) viste come risorse per poter davvero operare un cambiamento non solo amministrativo o burocratico ma soprattutto nel modo di pensare e di agire. 5) Diathesis a questo punto presenta uno schema riassuntivo del progetto che si sta delineando a Bologna in merito agli immigrati. Si tratta di un progetto organico e dettagliato che cerca di unire insieme l attenzione alla Missione ad Gentes con la pastorale ai Migrantes, per guardare agli immigrati con una prospettiva missionaria anziché semplicemente caritativo-assistenziale e con una offerta di formazione per ambedue i Anno XXXVI n. 244 Maggio
18 livelli e di integrazione dei giovani coinvolti nelle esperienze missionarie e di frati operanti nei due settori in tutto il territorio del Nord Italia. A questo punto ci fermiamo, dopo aver salutato e ringraziato Maurizio Serofilli ed Enrico Delama di Diathesis, e pranziamo con la fraternità gustando la loro squisita ospitalità. Riprendiamo alle solo come CdC. 6) Fr. Massimo Fusarelli introduce i lavori focalizzando l attenzione sul punto 4.1 del Documento Finale della Assemblea dei Definitòri 2013, che chiede al CdC - avvalendosi del lavoro del Segretariato F&S - di nominare un responsabile per la formazione ai Ministeri come indicato dalla Ratio Formationis Interprovincialis. Detto responsabile viene indicato nella persona di fr. Giampaolo Cavalli; vengono delineati i compiti specifici di questa figura e l iter che ogni frate dovrà seguire per il discernimento e la formazione necessaria in vista del conferimento dei Ministeri ordinati ed istituiti. Il tutto viene esposto in una lettera che sarà inviata ad ogni Guardiano. 7) Viene deciso all unanimità che dal prossimo Avvento i 6 Ministri scrivano per i frati una unica lettera alle 6 Province controfirmata da tutti, come segno di unità. 8) Fr. Mario Vaccari relaziona sull ultima riunione degli Economi del Nord, a Bologna, lo scorso 28 marzo. Come verbalista è stato scelto fr. Gianluigi Ameglio. E stato approntato uno schema comune per il bilancio dell economato provinciale. In riferimento al Promemoria per il lavoro del Triennio approvato dal Collegio dei Ministri ad Arco lo scorso 24 maggio 2013, che proponeva di avviare nel 2014 la sperimentazione del fondo comune, si mette a tema per il prossimo incontro CdC di giugno una riflessione sul fondo comune e sulla gestione degli immobili, che richiede una stretta interazione tra il gruppo degli Economi e il CdC. 9) Vengono messi all ODG per il prossimo incontro di maggio la formulazione dei temi per la Assemblea dei Definitòri a Bardonecchia del agosto, e un programma di massima per la Visita canonica. A questo punto i lavori sono conclusi e ci si augura Buona Pasqua per i giorni santi che ci attendono, e un arrivederci al prossimo 16 e 17 maggio ad Arco di Trento. I lavori terminano alle ore di martedì 15 aprile fr. Stefano Dallarda ofm Segretario Anno XXXVI n. 244 Maggio
19 Dal Definitorio Alle ore 9.15, si iniziano i lavori recitando una preghiera a Maria, composta da papa Francesco. I lavori proseguono con l approvazione unanime del verbale dell VIII Congresso definitoriale. Il Ministro ricorda la visita di sorella morte alla fraternità provinciale. Oltre ai frati defunti si ricorda il transito al cielo della mamma di fr. Aristide Cabassi e del papà di fr. Stefano Recchia. Si ricorda in particolare fr. Nazareno Panzeri, i cui funerali saranno celebrati il 7 maggio nella chiesa di s. Gaetano. Il Ministro chiede la verifica della settimana di esercizi spirituali vissuta insieme nella Terra dei Fioretti, dal 22 al 27 aprile 2014, sotto la guida di fr. Ferdinando Campana, Ministro provinciale delle Marche. E stato molto apprezzato il clima fraterno e di condivisione all interno del Definitorio. Tutti si sono detti favorevolmente stupiti dell accoglienza e dell ospitalità dei frati e delle sorelle clarisse delle Marche, per molti è stata anche un occasione per riflettere sul modo che hanno i frati lombardi di accogliere i frati ospiti. Il Ministro comunica di aver partecipato, il 30 aprile u.s., all Assemblea CISM della Lombardia. Nel corso dei lavori si è sviluppato un interessante confronto sul cammino di ridimensionamento in atto in tutti gli Istituti religiosi lombardi. Interessante anche il confronto sulla gestione delle infermerie provinciali. Il 1 maggio u.s., in occasione della festa con le famiglie dei professi temporanei, fr. Almiro Modonesi, Delegato del Ministro provinciale, ha conferito a fr. Cristiano Castegnaro il Ministero istituito dell Accolitato. Il Ministro consegna la Carta di Intenti del Consiglio di Cooperazione sulle linee di lavoro del triennio e sul loro significato. Chiede ai definitori di prenderne visione, specificando che questo testo sarà la base del lavoro della prossima Assemblea dei Definitòri. Una versione abbreviata dello stesso documento verrà presentata e consegnata a tutti i frati in occasione della partecipazione alle giornate interprovinciali di Fo.Pe. Il Ministro presenta alcune questioni emerse nel corso dell ultimo Consiglio di Cooperazione che richiedono la collaborazione dei Definitòri provinciali: composizione della Fraternità Arco di Trento, di Baccanello e di Verona; riflessioni sulla collocazione e composizione della Fraternità per l evangelizzazione. Milano Curia Provinciale 6 maggio 2014 Anno XXXVI n. 244 Maggio
20 Il 16 maggio 2014 si terrà un incontro tra la Provincia e la Fondazione che rileverà il ramo d azienda del Liceo Luzzago per sottoscrivere un accordo relativo al passaggio dei dipendenti. All incontro saranno presenti anche i rappresentanti dei sindacati. Il Definitorio incarica fr. Michele Cafagna, Procuratore del Legale rappresentante, a rappresentare la Provincia. Vengono designati come referenti per la chiusura del Franciscanum fr. Paolo Dozio e fr. Michele Cafagna. I conventi che desiderano ricevere mobili, attrezzature dovranno fare riferimento esclusivamente ad uno dei due frati indicati. Si stabilisce inoltre che fr. Michele Cafagna, attuale Economo del Franciscanum, sia il referente per tale struttura per ogni problematica amministrativa e gestionale anche per il periodo successivo a settembre Fr. Marco Fossati, Economo provinciale, presenta al Definitorio le riflessioni del CAE sui bilanci delle fraternità e delle amministrazioni personali autorizzate. Dopo un breve confronto si incarica l Economo provinciale di predisporre una lettera con le osservazioni esposte, tale lettera sarà inviata alle fraternità a firma del Ministro provinciale insieme all approvazione del contributo e degli eventuali lavori richiesti. Il Ministro ammette fr. Enrico Russotto al Ministero del diaconato. L ordinazione si terrà il 27 settembre 2014 a Chiampo (VI). Fr. Paolo Guzzi è rientrato da Gibuti e verrà assegnato Paolo alla fraternità di Sabbioncello, dove aveva vissuto fino a qualche mese fa, prima di partire per il breve soggiorno a Gibuti. Vengono presentati alcuni suggerimenti per la redazione del Libro della storia recente della Provincia dei frati minori di Lombardia, da pubblicare in occasione dell unione del Si suggerisce di inserire anche le riflessioni dei quattro Ministri provinciali viventi, come lettura della storia della Provincia dalla prospettiva del loro ministero. Tutti i suggerimenti vengono accolti e verranno inviati a fr. Francesco Metelli perché continui il lavoro di redazione, tenendone conto. Si fissa il prossimo incontro del Definitorio per il 9 giugno 2014 presso il Convento di Cermenate. Il Ministro comunica che il 6 settembre 2014, nel Convento di Baccanello si terranno le vestizioni e le prime professioni. I lavori del Congresso definitoriale si concludono alle ore circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen! Anno XXXVI n. 244 Maggio
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