SPECIALE AZALEA DELLA RICERCA. La ricerca nel fiore degli anni. Come trent anni di scienza hanno cambiato la cura dei tumori femminili

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1 SPECIALE AZALEA DELLA RICERCA La ricerca nel fiore degli anni Come trent anni di scienza hanno cambiato la cura dei tumori femminili

2 ANCHE IL TUO 5X1000 METTE IL CANCRO ALL ANGOLO. PROGRAMMI SPECIALI 5X1000. I PRIMI RISULTATI PORTANO LA VOSTRA FIRMA. Grazie alla fi rma di oltre un milione e mezzo di italiani, dal 2010 AIRC ha potuto fi nanziare 14 programmi speciali di ricerca, alcuni dei quali hanno già prodotto i primi incoraggianti risultati (approfondimenti e informazioni su Inserisci anche tu il nostro Codice Fiscale e la tua fi rma nello spazio Finanziamento della Ricerca Scientifica e delle Università della tua dichiarazione dei redditi: ci aiuterai a raggiungere i nuovi traguardi che sono già nell obiettivo dei nostri ricercatori. C.F ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO 2

3 Trent anni nelle piazze, 4 trent anni nelle case Preservare la fertilità 14 Trent anni di battaglie (e 6 vittorie) contro il cancro Quanto conta 10 comportarsi bene Seno Ovaio Cervice uterina Il peso dei fattori 12 di rischio Endometrio 28 3

4 Trent anni nelle piazze, trent anni nelle case Nel 1984, in una piazza di Milano, veniva distribuita la prima Azalea della Ricerca. Per la prima volta un associazione benefica, che raccoglie fondi per finanziare la ricerca sul cancro, importava in Italia un modello di finanziamento già diffuso nei Paesi anglosassoni. Da quel giorno sono passati trent anni, e ora come allora lo scopo dell Azalea della Ricerca non è solo di raccogliere fondi, ma anche di sensibilizzare i cittadini sull importanza della ricerca scientifica per prevenire e battere il cancro. La manifestazione si rivolge tradizionalmente al pubblico femminile nel giorno della Festa della mamma: con i fiori si regala non solo qualcosa di bello, ma anche un po più di consapevolezza su ciò che è utile fare per la propria salute. In questi trent anni molte cose sono cambiate. È cambiata innanzitutto la ricerca sul cancro che, con lo sviluppo dell oncologia molecolare, è entrata in una nuova era e ha ottenuto importanti successi. Basti 4

5 pensare alla sopravvivenza media di un malato di cancro oggi e trent anni fa: anche quando non abbiamo a disposizione una terapia definitiva, possiamo prolungare la vita del paziente per molti anni. Sono cambiate le donne, che hanno acquisito una maggiore sicurezza e insieme la conoscenza dell utilità delle misure di prevenzione e di diagnosi precoce ma, nello stesso tempo, hanno sviluppato uno stile di vita sempre più simile a quello degli uomini, anche nelle abitudini peggiori come la sedentarietà, l eccesso di cibo e soprattutto il fumo. Ecco perché sono in crescita, nel mondo femminile, anche i tumori del polmone e del colon-retto, che un tempo erano considerati esclusivamente maschili. Diminuisce, invece, la mortalità per cancro del seno, il tumore per la cura del quale si sono fatti i maggiori passi avanti grazie alla ricerca e alle campagne di screening. Attualmente oltre l 85 per cento delle donne colpite supera la soglia dei cinque anni di sopravvivenza. Per i prossimi trent anni ci auguriamo di conseguire traguardi altrettanto importanti in patologie, come il tumore ovarico, in cui vi è ancora tanta strada da fare. Con l aiuto di tutti coloro che scelgono l Azalea della Ricerca, ma soprattutto con l aiuto di tutte le donne che hanno cura della propria e dell altrui salute. Editore: Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro Sede legale: Via Corridoni 7, Milano Sede operativa: Via San Vito 7, Milano, Tel , - Numero Verde Coordinamento redazionale: Patrizia Brovelli (redazione@airc.it) Testi: Daniela Ovadia (Agenzia Zoe) Progetto grafico e impaginazione: Silvia Ruju Fotografie: Istockphoto, Corbis, Thinkstock Stampa: Rotolito Lombarda (MI) aprile

6 Trent anni di battaglie (e vittorie) contro il cancro 1980 PRIMI ANNI 80 Viene adottata, in Italia, la tecnica della quadrantectomia che evita alle donne malate di cancro al seno gli effetti della mastectomia radicale, ossia l asportazione completa delle mammelle e dei tessuti circostanti Viene distribuita, nelle piazze, la prima Azalea della Ricerca Nel 1986 viene approvato il tamoxifene come terapia per le donne in post-menopausa colpite da un tumore al seno: usato per cinque anni dopo la diagnosi riduce drasticamente le ricadute e aumenta la sopravvivenza. PRIMI ANNI 90 Si sviluppa la chirurgia laparoscopica dei tumori ginecologici, che consente di operare attraverso piccole incisioni, soprattutto a livello dell addome e del torace. Nello stesso periodo, grazie all integrazione dei computer con i normali apparecchi di radioterapia, si sviluppa la radioterapia 3D, che consente trattamenti più efficaci e precisi Nel 1988 Dennis Slamon scopre il ruolo del gene HER2/neu e del suo recettore nelle forme più aggressive di tumore al seno. 6

7 Mary Claire King identifica sul cromosoma 17 il gene BRCA1, responsabile della maggior parte delle forme ereditarie di cancro al seno Dati epidemiologici mostrano per la prima volta una diminuzione della mortalità per cancro. Nello stesso anno vengono introdotti nuovi farmaci antinausea, molto più potenti e precisi, che rendono le chemioterapie più tollerabili Viene pubblicato lo studio che dimostra l utilità della tecnica del linfonodo sentinella nel tumore al seno: asportando solo il linfonodo più vicino al tumore, è possibile sapere se vi sono o già metastasi oppure no Vengono pubblicate le prime linee guida sull obesità nelle quali è per la prima volta confermata la relazione tra sovrappeso e cancro. Il 1998 è anche l anno dell approvazione, negli USA, del trastuzumab (Herceptin), un farmaco che interagisce con il recettore HER2 per gli estrogeni, recettore che risulta mutato nel 25 per cento dei tumori al seno Le linee guida pubblicate nel 1999 introducono la terapia neoadiuvante del tumore del seno: somministrando la chemioterapia prima della 1994 Viene approvata una nuova classe di farmaci, i tassani, utilissima in particolare nei carcinomi ovarici e del seno. chirurgia si riesce, in alcuni casi, a evitare la mastectomia. FINE ANNI 90 Si conferma il ruolo dei geni BRCA1 e BRCA2 nella genesi dei tumori ereditari dell ovario e del seno. Nello stesso periodo viene approvato l uso del tamoxifene come terapia preventiva del tumore nelle donne geneticamente predisposte. 7

8 2003 Gli scienziati annunciano di avere letto la sequenza dell intero genoma umano, aprendo la strada allo sviluppo dell oncologia molecolare Viene lanciato il Cancer Genome Atlas Project, un progetto di ricerca internazionale che ha l obiettivo di mappare tutti i geni che sono coinvolti nel cancro 2004 Vengono approvati, per la cura del cancro al polmone che non risponde alle altre terapie, importanti farmaci a bersaglio molecolare che colpiscono il recettore per il fattore di crescita. Vede la luce il bevacizumab, il primo farmaco a bersaglio molecolare che blocca l angiogenesi, ovvero la formazione di vasi all interno del tumore, distruggendolo quindi per fame. Usato inizialmente solo per il cancro del colon, ora è impiegato anche nel cancro del rene e dell ovaio.epidermico (EGFR). 0 8

9 2010 Un grande studio statunitense dimostra che la TC spirale permette di diagnosticare precocemente il cancro al polmone nei forti fumatori. La tecnica evidenzia però, accanto ai tumori, anche troppi falsi positivi, cioè noduli che in realtà sono soltanto tumori benigni Un gruppo di ricercatori italiani identifica alcuni microrna del tumore polmonare e dimostra che affiancando alla TC spirale la ricerca di queste molecole nel sangue è possibile fare diagnosi molto precoci ma anche molto precise della malattia Arrivano in fase tre di sperimentazione (la più vicina al paziente) gli inibitori di PARP, farmaci che promettono di prolungare la sopravvivenza delle donne colpite da forme aggressive di cancro dell ovaio Lo studio EPIC, una grande ricerca internazionale, ha stimato gli effetti degli stili di vita sull incidenza dei tumori, dimostrando che in quattro casi su 10 sono provocati dal fumo, dall alcol, da una dieta sbagliata, dal sovrappeso, dalla sedentarietà, da infezioni, da esposizione a radiazioni o a sostanze cancerogene sul luogo di lavoro, dall uso della terapia ormonale sostitutiva o dal non avere allattato. 9

10 comportarsi bene Il cancro è una malattia dei geni: perché una cellula dia origine a un tumore deve subire delle mutazioni nel corredo genetico. Non è una malattia ereditaria, se non in rari casi. Sono l ambiente in cui in cui viviamo, il cibo, le sostanze con le quali veniamo in contatto, ma anche i raggi cosmici e altri agenti naturali, a provocare mutazioni nel DNA. Accade migliaia di volte al minuto ma, per fortuna, i danni sono quasi sempre riparati e le cellule troppo danneggiate vengono eliminate prima che si riproducano. Il cancro è quindi il risultato del fallimento dei sistemi di riparazione e controllo, molti dei quali dipendono anche dai nostri stili di vita cioè, in sostanza, da come ci comportiamo. 10 Gli scienziati hanno stimato che in quattro casi su 10 i tumori sarebbero prevenibili se si rispettassero alcune semplici regole: non fumare mantenere il peso corporeo nei limiti di norma ridurre al minimo il consumo di alcol nutrirsi in modo sano e bilanciato fare attività fisica evitare le infezioni (per esempio quelle da HPV, Papilloma virus umano) proteggersi dai raggi solari controllare la salubrità dei luoghi di lavoro e le emissioni di sostanze tossiche nell ambiente

11 Queste sono certezze acquisite per lo più negli ultimi decenni, grazie a imponenti studi epidemiologici che hanno coinvolto ricercatori di tutto il mondo (alcuni dei quali, come lo studio EPIC, sono stati cofinanziati anche da AIRC). Nel 2008 proprio lo studio EPIC ha dimostrato che chi non fuma, si mantiene attivo, beve poco alcol e mangia almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno vive in media 14 anni più di chi non segue nessuna di queste raccomandazioni. Il guadagno, in termini di anni di vita, è dato dalla riduzione dell incidenza sia del cancro sia di altre malattie, in primo luogo quelle cardiovascolari. Un altro studio ha inoltre suggerito che un terzo dei casi di cancro dipenda dalla triade fumo, alcol e sovrappeso. Gli stili di vita corretti aiutano a ridurre di molto il rischio, ma non garantiscono purtroppo una vita libera da cancro: anche chi segue tutti i consigli potrebbe ammalarsi di tumore, così come un guidatore prudente riduce il rischio di fare un incidente ma non lo annulla. Ed è proprio questo margine di incertezza a fare sì, secondo gli esperti, che molte persone non seguano le semplici regole della prevenzione. Uno sguardo al futuro Proprio a causa di quello che sappiamo sugli stili di vita, gli esperti del World Oncology Forum hanno lanciato una campagna che invita tutti i centri di ricerca, gli ospedali ma anche le associazioni come AIRC a investire in educazione e informazione sugli stili di vita. Il guadagno in termini di vite risparmiate, dicono gli scienziati, supererebbe quello di qualsiasi nuova cura. Per questo la ricerca delle cause ambientali dei diversi tipi di tumore deve procedere parallelamente alla ricerca delle mutazioni nel DNA per ottenere diagnosi e cure a bersaglio molecolare. Nei prossimi trent anni, quindi, bisognerà lavorare su tre fronti: la prevenzione primaria, attraverso le modificazioni degli stili di vita e la prevenzione delle infezioni da parte di virus potenzialmente mutageni come l HPV; la diagnosi precoce dei tumori non evitabili, per poterli aggredire quando sono più facilmente eradicabili; la ricerca di nuove terapie indirizzate verso bersagli cellulari specifici, per poter distruggere quei tumori che sono riusciti a formarsi malgrado l efficacia delle misure preventive. 11

12 Questi sono i fattori legati all ambiente e agli stili di vita che hanno un impatto sul rischio di cancro. Li indica Cancer Research UK, la charity inglese che su questo tema ha promosso una revisione della letteratura scientifica. Più grande è la dimensione del cerchio, maggiore è il rischio collegato a quel fattore. Questa rappresentazione permette quindi di pesare i diversi fattori di rischio, identificando quelli che sono più preoccupanti. TOS La terapia ormonale sostitutiva, come qualsiasi terapia ormonale, aumenta il rischio di ammalarsi di tumori ormono-dipendenti Mancato allattamento Il rischio aumenta se non si allattano i figli per almeno sei mesi Dieta a basso contenuto di fibre Bisogna consumare almeno 23 grammi di fibre al giorno Carne rossa Un consumo elevato di carne rossa è negativo TOS Sale Mancato allattamento Inattività Dieta a basso contenuto di fibre Radiazioni Carne rossa Infezioni Sale Il rischio aumenta se si superano i sei grammi al giorno 12 Inattività Mai stare sotto i 150 minuti di attività moderata alla settimana Radiazioni Qualsiasi esposizione a radiazioni, anche quelle ambientali come il radon, aumenta il rischio di cancro Infezioni Sono molti i virus oncogeni: l HPV, l HIV, i virus dell epatite B e C. Nel cancro dello stomaco è implicato anche il batterio Helicobacter pylori

13 Tabacco Qualsiasi tipo di consumo di tabacco è cancerogeno Tabacco Alcol È collegato all aumento di molti tipi di tumore, in particolare dell apparato gastroenterico, della testa e del collo Poca frutta e vegetali Sovrappeso Alcol Luce Occupazione solare e lettini abbronzanti Luce solare e lettini abbronzanti Facilitano la comparsa dei tumori della pelle Occupazione L inquinamento industriale e l esposizione sul lavoro a sostanze cancerogene sono responsabili dell aumento di alcuni tipi di tumore Poca frutta e vegetali È l errore alimentare più comune, ma anche il più pericoloso Sovrappeso Il rischio oncologico aumenta molto con l indice di massa corporea superiore a 25 13

14 Preservare Qualsiasi sia l organo colpito da un tumore in una donna giovane, è necessario pensare a una futura maternità, che può essere compromessa dalle cure. La ricerca scientifica ha fatto grandi passi avanti in anni recenti, in particolare nel campo della chirurgia. Gli interventi sull apparato ginecologico tendono a essere sempre meno demolitivi, e ogni volta che è possibile si cerca di conservare la capacità di fare un figlio. In alcuni casi, come in certi tumori dell endometrio a lenta crescita, si può addirittura posticipare l intervento fin dopo la gravidanza. Anche per le donne portatrici di geni come il BRCA1 e 2 che predispongono al tumore al seno e alle ovaie sono state messe a punto terapie ormonali che, sotto attento controllo, possono essere interrotte per dar spazio a una maternità. Se la scoperta che le cellule cancerose dell ovaio nascono all interno delle tube verrà confermata nei prossimi anni, si aprirà anche la strada per una chirurgia preventiva meno invasiva, che interessi solo le tube e consenta di mantenere l ovaio, organo prezioso per la produzione degli ovociti ma anche per gli ormoni che secerne. E se per gli uomini la conservazione del seme è ormai una prassi consolidata, stanno prendendo piede anche le tecniche analoghe rivolte alle donne: la conservazione degli ovociti può essere fatta ogni volta che il medico autorizza la somministrazione degli ormoni necessari al prelievo. E anche quando le terapie ormonali sono vietate, è possibile conservare un frammento di tessuto ovarico dal quale estrarre in seguito le cellule germinali da far maturare per un eventuale fecondazione in vitro. Il tasso di successo di questa tecnica è ancora piuttosto basso, ma aumenta di anno in anno col progredire delle conoscenze. Vi sono poi alcuni studi che puntano a proteggere l ovaio con farmaci durante la chemioterapia. È il caso della triptorelina, studiata all IRCCS San Martino di Genova da Lucia Del Mastro grazie al sostegno di AIRC. Si tratta di un analogo dell ormone che rilascia le gonadotropine e che è in grado di mettere a riposo l ovaio durante la chemioterapia. Con un organo meno attivo, anche l effetto tossico della chemio viene attutito: il primo studio, effettuato in 281 donne con cancro del seno, ha dato ottimi risultati. 14

15 15

16 Seno Il tumore al seno è la forma di cancro per la quale si sono ottenuti i maggiori successi negli ultimi trent anni, complice lo sviluppo di efficaci strumenti di screening per la diagnosi precoce e di una conoscenza sempre più approfondita dei meccanismi molecolari alla base della trasformazione cellulare. Oggi sono disponibili farmaci mirati per alcuni tipi di tumore mammario e anche la chirurgia è molto meno aggressiva di qualche anno fa. Il cancro della mammella colpisce una donna su otto nell arco della vita. È il tumore più frequente nel genere femminile e rappresenta il 29 per cento di tutti i tumori che colpiscono le donne. Poiché è molto frequente, è la prima causa di morte per tumore fra le donne, malgrado sia molto curabile. I sintomi di allarme Uno studio effettuato in quasi mille donne con dolore al seno ha dimostrato che solo lo 0,4 per cento di esse aveva una lesione maligna, mentre nel 12,3 per cento erano presenti lesioni benigne (come le cisti) e nel resto dei casi non vi era alcuna lesione. Il dolore non è quindi un sintomo di cancro del seno, anche se è uno di quelli che preoccupano maggiormente. Da cercare, invece, sono i noduli palpabili: la metà dei casi di tumore del seno si presenta nel quadrante superiore esterno della mammella. È importante anche segnalare al medico le alterazioni del 16

17 capezzolo (in fuori o in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d arancia localizzato) o della forma del seno. La maggior parte dei tumori mammari, però, non dà segno di sé e si vede solo con la mammografia (nella donna giovane, tra i 30 e i 45 anni, anche con l ecografia). Il ruolo degli ormoni Più del 75 per cento dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni e il 5-7 per cento delle donne con tumore al seno ha più di un familiare stretto malato (soprattutto nei casi giovanili). Le mutazioni dei geni BRCA1 e 2 sono responsabili del 50 per cento circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell ovaio. Svariati studi hanno dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni (gli ormoni femminili per eccellenza) facilita la comparsa del cancro al seno. Per questo tutti i fattori che ne aumentano la presenza hanno un effetto negativo e viceversa (per esempio, le gravidanze, che riducono la produzione degli estrogeni da parte dell organismo, hanno un effetto protettivo). Le alterazioni del seno, le cisti e i fibroadenomi non aumentano il rischio di cancro. Sono invece da tenere sotto controllo i seni che alle prime mammografie dimostrano un tessuto molto denso o addirittura una forma benigna di crescita cellulare chiamata iperplasia. Anche l obesità e il fumo hanno effetti negativi. 17

18 18 La prevenzione È bene fare esercizio fisico e alimentarsi con pochi grassi e molti vegetali. Anche allattare i figli aiuta, perché l allattamento consente alla cellula di completare la sua maturazione e quindi di essere più resistente a eventuali trasformazioni neoplastiche. La mammografia è il metodo attualmente più efficace per la diagnosi precoce. Il Ministero della salute suggerisce una mammografia ogni due anni, dai 50 ai 69 anni di età, ma la cadenza può variare a seconda delle considerazioni del medico sulla storia personale di ogni donna. Nelle donne che hanno avuto una madre o una sorella malata in genere si comincia prima, verso i anni. L ecografia è un esame molto utile per esaminare il seno giovane, dato che in questo caso la mammografia non è adatta. Si consiglia di farvi ricorso su suggerimento del medico. È buona abitudine fare una visita del seno presso

19 un ginecologo o un medico esperto almeno una volta l anno, indipendentemente dall età. L autopalpazione è una tecnica che consente alla donna di individuare precocemente eventuali trasformazioni del proprio seno. La sua efficacia è però molto bassa se non si è esperti: questo significa che costituisce una precauzione in più rispetto alla sola visita e alla mammografia a partire dall età consigliata, ma non può sostituirle. Dove va la ricerca Gli studi di genetica molecolare hanno messo l accento sul fatto che il cancro al seno è in realtà un gruppo molto eterogeneo di malattie, ciascuna con la sua risposta alle cure e la sua prognosi. È quindi essenziale conoscere nel dettaglio le caratteristiche molecolari di tutti i diversi sottotipi. La ricerca sul cancro del seno si concentra quindi sulla messa a punto di farmaci sempre più mirati, in particolare per le forme che non rispondono bene alla terapia classica o per le quali ancora non è disponibile una cura personalizzata. Grazie allo sviluppo delle tecniche di microarray, sarà possibile a breve ottenere una fotografia completa dell assetto genetico del singolo tumore, per costruire la terapia su misura per ogni paziente. Terapie più leggere Nella cura del tumore al seno si possono identificare tre momenti chiave nell arco degli ultimi trent anni: la dimostrazione del fatto che la quadrantectomia, ovvero l asportazione della parte di mammella colpita invece che di tutto l organo, è spesso altrettanto sicura della mastectomia radicale; la scoperta del ruolo degli estrogeni nella malattia; l identificazione del gene BRCA 1 e 2 nelle forme ereditarie. In molti casi di mastectomia radicale, oggi è possibile salvare il capezzolo e gran parte della cute con la tecnica della mastectomia nipple sparing. La zona dell areola viene trattata con una dose di radioterapia mirata che può essere erogata direttamente in sala operatoria. Sia con la chirurgia conservativa sia nel caso di mastectomia si procede alla ricostruzione del seno nel corso dell intervento stesso: solo se la donna deve sottoporsi a radioterapia si tende ad aspettare perché i raggi possono interferire con la cicatrizzazione. La chemioterapia viene talvolta prescritta anche nelle forme iniziali a scopo precauzionale perché gli studi hanno dimostrato che aumenta la sopravvivenza. Negli ultimi anni si è diffuso anche l uso della chemioterapia neoadiuvante, ovvero somministrata prima dell intervento per ridurre la dimensione e l aggressività del tumore. Le pazienti il cui tumore è positivo per i recettori degli estrogeni possono utilizzare farmaci che bloccano gli estrogeni come il tamoxifene o gli inibitori delle aromatasi, che vengono prescritti per cinque anni dopo l intervento. Il tumore viene esaminato anche per individuare la presenza di un recettore chiamato HER-2/neu, la cui presenza aumenta il rischio di ricaduta. Da qualche anno esiste un farmaco a bersaglio molecolare, chiamato trastuzumab, che blocca questi recettori e impedisce al tumore di crescere. 19

20 Ovaio In Italia il tumore dell ovaio colpisce circa donne ogni anno, secondo le stime del Registro Tumori. È al nono posto tra le forme tumorali e costituisce il 2,9 per cento di tutte le diagnosi di tumore. In Europa rappresenta il cinque per cento di tutti i tumori femminili. Secondo la FIGO (Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia) negli stadi iniziali (stadio I) la sopravvivenza a cinque anni è pari all 85 per cento; così non è negli stadi avanzati in cui il tasso di sopravvivenza subisce un brusco calo. Negli ultimi trent anni, anche se non vi sono stati grandi cambiamenti nei tassi di mortalità, è aumentata la sopravvivenza delle donne colpite: in molti casi è possibile tenere sotto controllo la malattia per anni, con una buona qualità di vita. Un origine esterna Il cancro dell ovaio può essere di tre tipi: epiteliale (se nasce dal tessuto di rivestimento delle tube o dell ovaio), germinale (se nasce dalle cellule che danno origine agli ovuli) e stromale (se nasce dalle cellule di sostegno). Fino a poco tempo fa, gli esperti erano convinti che i tumori epiteliali dell ovaio, che costituiscono la forma più comune (oltre 9 casi su 10), originassero dalle cellule epiteliali che rivestono superficialmente le ovaie. Recenti ricerche sembrano però smentire questo fatto: le prime cellule a trasformarsi sarebbero infatti quelle delle fimbrie, la parte terminale e aperta della tuba. Da lì le cellule 20

21 maligne sgocciolerebbero sull ovaio e nella cavità addominale, dando origine al tumore vero e proprio. Ciò spiega perché è così difficile fare diagnosi precoce di questo tumore e, soprattutto, perché quando lo si vede è quasi sempre già metastatizzato, cioè diffuso a tutto l addome. I tumori germinali rappresentano il cinque per cento circa delle neoplasie ovariche maligne e colpiscono nell infanzia e adolescenza. I tumori stromali originano dal tessuto di sostegno dell ovaio e sono i più facili da individuare perché producono un eccesso di ormoni, dando disturbi che non è possibile non notare. Sono a basso grado di malignità e rappresentano un altro cinque per cento tra le neoplasie ovariche maligne. I figli proteggono Il maggiore fattore di rischio è l età: la maggior parte dei casi viene identificata dopo la menopausa, tra i 50 e i 70 anni. Altri fattori di rischio sono la lunghezza del periodo ovulatorio, ossia il menarca (prima mestruazione) precoce, la menopausa tardiva e il non aver avuto figli. L aver avuto più figli, l allattamento al seno e l uso della pillola contraccettiva a base di estroprogestinici sono invece fattori protettivi. 21

22 Nel 10 per cento circa dei casi il tumore alle ovaie è legato a una forma ereditaria di mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2. Di recente si è però scoperto che, indipendentemente dall ereditarietà, il 18 per cento dei tumori ovarici, se esaminato, presenta una forma mutata del gene BRCA. Ciò significa che la mutazione può presentarsi spontaneamente nel tessuto malato senza necessariamente essere stata trasmessa da un genitore. Poiché oggi vi sono farmaci in grado di agire specificamente sulle cellule portatrici della mutazione, è molto importante che il tessuto tumorale venga sempre esaminato da questo punto di vista. Alla ricerca del marcatore Da tempo gli scienziati stanno cercando un metodo per anticipare la diagnosi di tumore ovarico, ma la ricerca è molto difficile. La speranza per il futuro è di riuscire a identificare dei marcatori circolanti nel sangue (per esempio dei microrna, piccoli frammenti di materiale genetico prodotto dalle cellule maligne), in modo da poter scoprire tumori piccolissimi con un semplice prelievo. Nuovi farmaci in arrivo Le donne colpite da un cancro dell ovaio vengono sottoposte a intervento chirurgico più o meno invasivo a seconda dello stadio raggiunto dalla malattia. Negli ultimi anni, se il tumore si presenta con caratteristiche molecolari di bassa aggressività, si tende a limitare al massimo l estensione della chirurgia e, in alcuni casi, si possono anche risparmiare le ovaie, specie nelle donne più giovani. La chemioterapia è lo strumento più efficace per prolungare la vita della donna colpita da questo tumore. È proprio nell ambito della farmacologia che si stanno facendo i maggiori progressi. 22

23 Dove va la ricerca Sono allo studio diversi farmaci a bersaglio molecolare per la terapia del cancro dell ovaio in fase avanzata: si tratta per lo più di sostanze ancora in sperimentazione sulle quali si ripongono molte speranze per il futuro. Fra i farmaci più studiati c è il cetuximab, che potrebbe rallentare la progressione di alcune forme positive per il recettore dell EGFR, il fattore di crescita epiteliale. Sono in fase tre di sperimentazione anche gli inibitori di PARP, una nuova categoria di farmaci in grado di bloccare selettivamente la crescita delle cellule portatrici di una mutazione del gene BRCA. Gli studi finora condotti hanno mostrato un aumento importante della sopravvivenza nelle donne che rispondono al trattamento. A causa dell alto numero di mutazioni presenti nelle cellule di carcinoma ovarico, la messa a punto di farmaci mirati è particolarmente complessa. Molti gruppi di ricerca stanno cercando di identificare le cellule staminali del tumore ovarico, cioè quelle che danno origine alla malattia: in esse dovrebbero essere presenti solo le mutazioni davvero importanti, contro le quali è utile creare farmaci mirati. Ma anche fra i farmaci tradizionali ci sono stati sviluppi positivi per il tumore dell ovaio: la trabectedina, per esempio, è un composto estratto da un organismo marino che si è rivelato efficace contro alcune forme di questo tumore. 23

24 Cervice uterina Per molto tempo il tumore della cervice uterina è stato la forma più frequente di cancro tra le donne, e ancora lo è nei Paesi in via di sviluppo, dove è la seconda causa di morte per cancro. In Occidente, però, il quadro è profondamente cambiato negli ultimi trent anni: il numero dei casi e quello dei decessi diminuisce soprattutto grazie alla diffusione del Pap-test. L incidenza di cancro invasivo della cervice uterina in Italia è in calo, passando da 9,2 a 7,7 casi per donne in 10 anni. Le probabilità di morire a causa di questa malattia sono inferiori all uno per Il ruolo dell HPV Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della cervice è l infezione da HPV, il Papilloma virus umano, che si trasmette per via sessuale. Ecco perché l uso del profilattico o la vaccinazione sono una protezione essenziale, pur non essendo efficaci al 100 per cento: il preservativo, per esempio, non protegge completamente dall infezione dal momento che il virus può essere trasmesso anche attraverso il contatto di regioni della pelle non coperte. Un inizio precoce dell attività sessuale e partner sessuali multipli possono aumentare il rischio di infezione. È stato ormai accertato che solo alcuni degli oltre 100 ceppi di HPV sono pericolosi dal punto di vista oncologico, mentre la maggior parte rimane silente o dà origine a piccoli tumori benigni detti papillomi o condilomi. Il vaccino protegge dai ceppi virali più aggressivi, all origine del 70 per cento dei tumori della cervice. Ma la buona notizia è anche che non 24

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