NEOPLASIE DELL OVAIO
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- Carlotta Giuliana Bianchi
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1 NEOPLASIE DELL OVAIO
2 NEOPLASIE DELL OVAIO ISTOGENESI GRUPPO ETEROGENEO DI NEOPLASIE PER EPIDEMIOLOGIA CLINICA
3 NEOPLASIE DELL OVAIO CLASSIFICAZIONE ISTOGENETICA TUMORI EPITELIALI TUMORI GERMINALI TUMORI STROMALI
4 NEOPLASIE DELL OVAIO CLASSIFICAZIONE ISTOGENETICA
5 NEOPLASIE DELL OVAIO CLASSIFICAZIONE ISTOGENETICA TUMORI EPITELIALI originano dall epitelio celomatico di rivestimento 75% di tutte le neoplasie ovariche > 90% delle neoplasie ovariche maligne
6 NEOPLASIE DELL OVAIO CLASSIFICAZIONE ISTOGENETICA originano dalle cellule germinali, dai tessuti embrionali o extraembrionali TUMORI GERMINALI differenziabili in base alla determinazione dell α-fetoproteina (AFP) e della gonadotropina corionica (HCG) tipici dell infanzia e dell adolescenza 5% delle neoplasie ovariche
7 NEOPLASIE DELL OVAIO CLASSIFICAZIONE ISTOGENETICA TUMORI STROMALI originano dallo stroma gonadico specializzato e non specializzato ± associati con effetti ormonali 4% delle neoplasie ovariche
8 NEOPLASIE DELL OVAIO Classificazione istologica dei tumori dell ovaio Cistoadenocarcinoma mucinoso: aspetto macroscopico Tumori epiteliali Tumori sierosi Tumori mucinosi Tumori endometriali Tumori a cellule chiare Tumori di Brenner Tumori indifferenziati Tumori misti Cistoadenocarcinoma sieroso: aspetto macroscopico
9 NEOPLASIE DELL OVAIO Classificazione istologica dei tumori dell ovaio Tumore a cellule della granulosa: aspetto macroscopico Fibroma : aspetto macroscopico Tumori dello stroma gonadico Tumori a cellule della granulosa Tecomi Fibromi Androblastomi Tumori mesenchimali Fibromi Linfomi Sarcomi
10 NEOPLASIE DELL OVAIO Classificazione istologica dei tumori dell ovaio Teratoma maturo: aspetto macroscopico Tumori germinali Disgerminoma Carcinoma embrionale Tumori del seno endodermico Coriocarcinomi Teratomi Disgerminoma: Aspetto macroscopico
11 EPIDEMIOLOGIA: il carcinoma dell ovaio è una neoplasia a bassa prevalenza ma ad elevata mortalità
12 NEOPLASIE DELL OVAIO NEOPLASIE EPITELIALI: CARCINOMA EPIDEMIOLOGIA: - 1^ causa di morte per neoplasie ginecologiche - massima incidenza V-VI decade - incidenza diversa per aree geografiche: > incidenza nella razza caucasica, Europa nord occidentale, USA (10/100000) < incidenza Asia, Africa, America Latina, Giappone (3-4/100000)
13 NEOPLASIE DELL OVAIO NEOPLASIE EPITELIALI: CARCINOMA TRAUMI RIPARAZIONE GONADOTROPINE FATTORI ENDOCRINI E RIPRODUTIVI CR OVARICO FATTORI GENETICI FATTORI DIETETICI
14 NEOPLASIE DELL OVAIO NEOPLASIE EPITELIALI: CARCINOMA TRAUMI RIPARAZIONE GONADOTROPINE FATTORI ENDOCRINI E RIPRODUTIVI CR OVARICO FATTORI GENETICI FATTORI DIETETICI
15 EZIOLOGIA 3 POSSIBILI EVENTI SCATENANTI 1. traumi ripetuti dell epitelio di superficie durante le varie fasi del ciclo ovarico 2. invaginazione dell epitelio epitelio di superficie, nel periodo di riparazione che segue l ovulazione, con formazione di cisti inclusionali 3. stimolazione dell epitelio epitelio incluso da parte delle gonadotropine (LH-FSH)
16 NEOPLASIE DELL OVAIO NEOPLASIE EPITELIALI: CARCINOMA TRAUMI RIPARAZIONE GONADOTROPINE FATTORI ENDOCRINI E RIPRODUTIVI CR OVARICO FATTORI GENETICI FATTORI DIETETICI
17 EZIOLOGIA ORMONOTERAPIA I farmaci che inducono l ovulazione possono aumentare il rischio di CR dell ovaio a causa della continua stimolazione gonadotropinica
18 EZIOLOGIA - FATTORI ENDOCRINI E RIPRODUTTIVI MENARCA MENOPAUSA menarca precoce e menopausa tardiva sono associati ad un rischio aumentato
19 EZIOLOGIA RELAZIONE TRA OVULAZIONE E CANCEROGENESI il rischio di CR ovarico è DIRETTAMENTE correlato al PERIODO OVULATORIO ( n cicli ovulatori dal menarca alla menopausa) il rischio di CR ovarico è INVERSAMENTE correlato ai PERIODI ANOVULATORI (n gravidanze, allattamento, assunzione di estroprogestinici)
20 EZIOLOGIA PARITA la nulliparità si associa ad un rischio aumentato il n delle gravidanze è inversamente correlato al rischio di ammalare di CR ovarico
21 EZIOLOGIA La correlazione tra OVULAZIONE e CARCINOMA è confermata da una serie di considerazioni: NON ESISTONO T.OVARICI EPITELIALI PRIMA DEL MENARCA LA FREQUENZA DEL CR OVARICO DIMINUISCE CON L AUMENTARE DEL NUMERO DELLE GRAVIDANZE SPERIMENTALMENTE L AUMENTO DELL ATTIVITA OVULATORIA, ARTIFICIALMENTE INDOTTO, COMPORTA UN AUMENTO DELL INCIDENZA DI CR OVARICO
22 NEOPLASIE DELL OVAIO NEOPLASIE EPITELIALI: CARCINOMA TRAUMI RIPARAZIONE GONADOTROPINE FATTORI ENDOCRINI E RIPRODUTIVI CR OVARICO FATTORI GENETICI FATTORI DIETETICI
23 EZIOLOGIA DIETA una dieta ricca di grassi e alcool e povera di frutta e verdura si associerebbe ad un rischio aumentato di ammalare di CR ovarico
24 NEOPLASIE DELL OVAIO NEOPLASIE EPITELIALI: CARCINOMA TRAUMI RIPARAZIONE GONADOTROPINE FATTORI ENDOCRINI E RIPRODUTIVI CR OVARICO FATTORI GENETICI FATTORI DIETETICI
25 EZIOLOGIA - FATTORI GENETICI 5-13%dei casi viene riconosciuta una predisposizione genetica storia familiare positiva per CR ovarico correlata ad un rischio di ammalare aumentato di 3,6 volte rischio pari al 2% nelle donne che hanno già sviluppato un CR mammario
26 EZIOLOGIA - FATTORI GENETICI rischio pari al 6% nelle donne con familiari di 1 gradoche hanno sviluppato un CR mammario o del colon rischio pari al 50% nelle donne con due familiari di 1 grado con CR ovarico
27 EZIOLOGIA - FATTORI GENETICI ESISTONO TRE SINDROMI DI CR OVARICO EREDITARIO
28 breast and ovarian cancer syndrome entrambe le neoplasie hanno incidenza maggiore che nella popolazione generale presente nel 65-75% dei casi di CR ovarico ereditario
29 hereditary non polyposis colorectal cancer syndrome associata ad una maggiore frequenza di neoplasie colorettali ed endometriali costituitsce il 10-15% dei casi di CR ovarico ereditario
30 site-specific specific ovarian cancer syndrome costituitsce il 10-15% dei casi di CR ovarico ereditario
31 I geni le cui mutazioni predispongono al CR ovarico ereditario sono: BRCA1 90% dei casi BRCA2 10% dei casi
32 nelle famiglie che esprimono BRCA1 e BRCA2 esiste un rischio del 50% e del 26 % rispettivamente di sviluppare cancro ovarico entro l età di 70 anni. Nella popolazione generale tale rischio è del 1,8%
33 EZIOLOGIA FATTORI DI RISCHIO E FATTORI PROTETTIVI PER IL CR OVARICO FATTORI DI RISCHIO razza caucasica menarca precoce menopausa tardiva nulliparità farmaci pro-ovulatori età > 40 anni familiarità per CR ovarico familiarità per CR mammario mutazioni BRCA endometriosi ovarica FATTORI PROTETTIVI multiparità allattamento contraccettivi orali
34 PATOGENESI: LE NEOPLASIE DELL OVAIO VEDONO COINVOLTE NELLA LORO PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE MUTAZIONI GERMINALI ONCOGENI ONCOSOPPRESSORI
35 PATOGENESI:
36 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE ONCOGENI ALTERAZIONI DI HER2 NEL CR DELL OVAIO HER 2 protoncogene (HER2/neu) localizzato sul cromosoma 17 (17q21) Codifica una proteina transmembrana ad attività TK ( p185) membrana cellulare p185 è una TK transmembrana
37 PATOGENESI: ALTERAZIONI GENETICHE p185 recettore dei fattori di crescita epiteliali, svolge un ruolo chiave in termini di: DIFFERENZIAZIONE ADESIONE MOTILITA CELLULARE IPERESPRESSA nel 25-30% dei CR ovarico AMPLIFICAZIONE del gene HER-2
38 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE L iperespressione di Her-2/ neu DETERMINA un fenotipo neoplastico mediante 2 principali meccanismi: 1. INDUZIONE RESISTENZA AL TNFα importante per la morte delle cellule tumorali sia in vitro che in vivo 2. ATTIVAZIONE GENICA PROLIFERAZIONE CELLULA NEOPLASTICA
39 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE ALTERAZIONI DI HER2 NEL CR DELL OVAIO l attivazione costitutiva del recettore Her-2 2 segue alla sua dimerizzazione,, evento mediato da??????????
40 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE ALTERAZIONI DI HER2 NEL CR DELL OVAIO Nelle cellule tumorali l iperespressione di Her-2 causa, per l eccessivo numero di molecole presenti, la DIMERIZZAZIONE SPONTANEA del RECETTORE
41 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE condizione fondamentale per l attivazione del recettore è la fosforilazione dei residui tirosinici in sede C- terminale nelle cellule tumorali, l iperespressione di Her-2 aumenta la fosforilazione della tirosina a livelli superiori a quelli osservati nelle cellule non neoplastiche
42 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE condizione fondamentale per l attivazione del recettore è la fosforilazione dei residui tirosinici in sede C- terminale mutazioni dei residui tirosinici in sede C-terminale si riscontrano nelle cellule tumorali
43 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE 1.La fosforilazione dei recettori determina l attivazione di molecole di adattamento quali GRB2/SHC 2.Le molecole di adattamento GRB2/SHC legano il recettore attraverso il dominio SH2 3.SOS (guanine-nucleotide exchange factor) interagisce con GRB2/SHC mediante il dominio SH3 di GRB2
44 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE 4.Il complesso è portato verso la faccia citoplasmatica del recettore 5.SOS catalizza la dissociazione di GDP da ras con formazione del complesso attivato GTP-ras 6.Il complesso GTP-ras attiva raf-1 che fosforila e attiva MEK 7. MEK a sua volta attiva MAP con il risultato di attivazione della trascrizione genica.
45 PATOGENESI:
46 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE anche i geni ras sono mutati nei tumori ovarici con alterazione dei meccanismi di trascrizione genica K-ras è frequentemente mutato nei tumori borderline e le mutazioni sono tipicamente associate al tipo mucinoso
47 PATOGENESI:
48 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE ONCOSOPPRESSORI ALTERAZIONI DI TP53 NEL CR DELL OVAIO TP53 Gene onco-soppressore localizzato sul cromosoma 17 (17p13.1) che codifica per una fosfoproteina nucleare indicata come p53. RICONOSCIMENTO DEL DANNO DEL DNA RIPARAZIONE DEL DANNO BLOCCO CICLO CELLULARE INDUZIONE DELL APOPTOSI
49 ALTERAZIONI DI TP53 NEL CR DELL OVAIO CELLULA CON P53 NON MUTATO DANNO DNA attivazione p53 che si lega al DNA trascrizione geni bersaglio Radiazioni ionizzanti Sostanze mutagene Sostanze cancerogene CELLULA CON P53 MUTATO DANNO DNA MANCATA ATTIVAZIONE GENI p53 DIPENDENTI MANCATA RIPARAZIONE DNA CELLULA MUTATA p21 GADD45 bax aquisizione nuove mutazioni RIPARAZIONE APOPTOSI CELLULA NEOPLASTICA
50 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE ALTERAZIONI DI TP53 NEL CR DELL OVAIO - MUTAZIONI DI TP53 SONO L ALTERAZIONE PIU FREQUENTE NEL CR OVARICO - RISCONTRATE MUTAZIONI DI TP53 NEL 50% DEI CR OVARICI AVANZATI - ASSENZA DI ALTERAZIONI DI TP53 NELLE NEOPLASIE OVARICHE BENIGNE -MUTAZIONI DI TP53 SONO INFREQUENTI NELLE FORME BORDERLINE
51 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE ALTERAZIONI DI TP53 NEL CR DELL OVAIO -MUTAZIONI DI TP53 SONO TIPICHE DELLE FORME MALIGNE E TENDONO AD AUMENTARE ALL AUMENTARE DELLO STADIO -FREQUENZA MUTAZIONI T.SIEROSI 58% T.ENDOMETRIOIDI 28% T.MUCINOSI 16% T.A CELLULE CHIARE 10% ANCORA INCERTO IL RUOLO PROGNOSTICO DELLE MUTAZIONI DI TP53
52 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE IPOTESI PROGRESSIONE LESIONI BENIGNE - CARCINOMA UNA SERIE DI CONSIDERAZIONI HA DETERMINATO LA FORMULAZIONE DEL MODELLO RELATIVO ALLA POSSIBILE EVOLUZIONE DELLE LESIONI BENIGNE IN MALIGNE DELL EPITELIO OVARICO
53 PATOGENESI: MUTAZIONI SOMATICHE IPOTESI PROGRESSIONE LESIONI BENIGNE - CARCINOMA UNA SERIE DI CONSIDERAZIONI E A FAVORE DELLA POSSIBILE EVOLUZIONE DELLE FORME BENIGNE IN MALIGNE 1.la perdita di eterozigosi in 11p15.5, presente nelle forme istologiche ad alto grado, è stata identificata anche nelle lesioni benigne e in quelle borderline 2.mutazioni di TP53 non sono state rilevate nelle lesioni benigne, ma sono presenti nelle forme borderline adiacenti al CR invasivo e nelle cisti inclusionali a distanza
54 QUADRO CLINICO SEGNI E SINTOMI ASINTOMATICO fino alle fasi tardive KILLER SILENZIOSO 75-80% dei casi malattia avanzata alla diagnosi (III-VI stadio) 10% dei casi diagnosi allo stadio I DIAGNOSI OCCASIONALE 10% dei casi diagnosi di malattia limitata alla pelvi
55 QUADRO CLINICO SEGNI E SINTOMI sono tardivi e dovuti all aumento aumento di volume della massa ed alla presenza di ascite - aumento di volume dell addome ± dolore e meteorismo - alterazioni della digestione ( stipsi, diarrea) - anoressia e calo ponderale - sanguinamento vaginale anomalo (raro)
56 DIAGNOSI ESAME CLINICO: 1.PALPAZIONE BIMANUALE RETTO-VAGINALE la massa deve essere abbastanza grande per essere palpata NEOPLASIA BENIGNA CHE HA RAGGIUNTO GRANDI DIMENSIONI SENZA DARE SEGNI E SINTOMI NEOPLASIA MALIGNA IN FASE AVANZATA
57 DIAGNOSI ESAME CLINICO: 2.PALPAZIONE E PERCUSSIONE DELL ADDOME evidenziano la distensione addominale, la presenza di ascite e la presenza di masse omentali
58 DIAGNOSI ESAME CLINICO: 3.ESAME CLINICO GENERALE volto a ricercare la presenza di metastasi linfonodali superficiali, la presenza di versamento pleurico, l edema agli arti inferiori
59 DIAGNOSI INDAGINI STRUMENTALI ECOGRAFIA PELVICA - utile per diagnosi e follow-up - alta sensibilità, ma bassa specificità - superiore la metodica transvaginale - metodica color-doppler per identificare la vascolarizzazione delle neoformazioni
60 DIAGNOSI INDAGINI STRUMENTALI ECOGRAFIA PELVICA Caratteristiche ecografiche di malignità : - tumescenza cistica multiloculata con foci solidi - tumescenza uniloculata con vegetazioni endocistiche - tumescenza solida con spazi cistici
61 DIAGNOSI dopo la formulazione di un ipotesi diagnostica su base clinica è fondamentale la conferma istologica
62 DIAGNOSI INDAGINI STRUMENTALI - BIOPTICHE BIOPSIA CON AGO SOTTILE SOTTO GUIDA ECOGRAFICA - permette la valutazione istologica che fornisce diagnosi certa - rischio di spandimento endoperitoneale di cellule neoplastiche CITOLOGIA DEL LIQUIDO PERITONEALE - riservata a casi particolari - importante per diagnosi e follow-up
63 DIAGNOSI ESAMI DI LABORATORIO CEA - marcatore principale per neoplasie del colon, si riscontrano valori > a 5 ng/ml nel 65% delle pazienti con ADENOCARCINOMA MUCINOSO -i valori tornano nel range di normalità da 2 a 12 settimane dopo chirurgia radicale della neoplasia -una valutazione ogni 3 mesi dei valori del marcatore è raccomandabile per valutare l eventuale ripresa di malattia - utilizzare solo in caso di ADENOCARCINOMA MUCINOSO
64 DIAGNOSI ESAMI DI LABORATORIO CA 125 -elevati valori nell 80% dei CR ovarici non mucinosi - livelli correlati all andamento della malattia - non utilizzato come esame di screening - utilizzato come mezzo diagnostico complementare e nel successivo decorso clinico
65 Incidenza, istogenesi, istopatologia i tumori epiteliali derivano dall epitelio di superficie dell ovaio
66 ISTOPATOLOGIA In base al tipo cellulare di origine vengono suddivisi in SIEROSO MUCINOSO ENDOMETRIOIDE A CELLULE CHIARE ogni istotipo si può presentare in forma BENIGNA, BORDERLINE o MALIGNA T. DI BRENNER
67 CORRELAZIONI ANATOMO-CLINICHE CISTOADENOCARCINOMA SIEROSO istotipo più frequente (1/2 dei tumori epiteliali maligni) massa solida o solido-cistica aree di emorragia e necrosi istotipo più aggressivo dopo il CR indifferenziato frequentemente bilaterale elevata tendenza alla disseminazione peritoneale e retroperitoneale
68 CORRELAZIONI ANATOMO-CLINICHE CISTOADENOCARCINOMA MUCINOSO 10%tumori ovarici epiteliali maligni neoformazione cistica multilobulata grosso diametro epitelio simile a quello intestinale generalmente unilaterale disseminazione peritoneale
69 CORRELAZIONI ANATOMO-CLINICHE ADENOCARCINOMA ENDOMETRIOIDE 15% dei tumori epiteliali diametro variabile frequentemente unilaterale invasività locale, scarsa tendenza alla diffusione peritoneale ma frequente diffusione retroperitoneale aspetto papillare con abbondante secrezione di muco
70 CORRELAZIONI ANATOMO-CLINICHE CISTOADENOCARCINOMA A CELLULE CHIARE istotipo meno frequente (5%) solitamente unilaterale tendenza alla diffusione peritoneale, retroperitoneale e a distanza
71 CORRELAZIONI ANATOMO-CLINICHE CARCINOMA INDIFFERENZIATO massa solida di grosse dimensioni estese aree di emorragia e necrosi elevata aggressività prognosi infausta diffusione peritoneale, retroperitoneale ed ematica solitamente stadio avanzato alla diagnosi TUMORE DI BRENNER rarissimo frequentemente unilaterale
72 STORIA NATURALE INTRAPERITONEALE VIE DI DIFFUSIONE RETROPERITONEALE EMATICA
73 STORIA NATURALE DIFFUSIONE INTRAPERITONEALE via di diffusione principale Le cellule neoplastiche sfaldate cadono in cavità peritoneale e si impiantano su PERITONEO OMENTO SUPERFICIE PERITONEALE DEL DIAFRAMMA
74 STORIA NATURALE DIFFUSIONE RETROPERITONEALE Vengono interessati LN LATEROCAVALI LN INTRAORTICI LN PERIAORTICI LN LATEROAORTICI LN ILIACI ESTERNI E COMUNI LN PARAORTICI
75 STORIA NATURALE DIFFUSIONE EMATICA via di diffusione meno frequente -metastasi epatiche e polmonari sono presenti alla diagnosi < 5% dei casi -metastasi ossee (osteolitiche) e cerebrali sono eccezionali
76 STADIAZIONE LA DIAGNOSI DEFINITIVA E LA STADIAZIONE SONO GENERALMENTE POST-CHIRURGICHE STADIAZIONE PRECHIRURGICA: METODICHE DIAGNOSTICHE -RX TORACE E APPARATO URINARIO -CLISMA CON DOPPIO CONTRASTO - LINFOGRAFIA - TC E RMN ADDOMINO-PELVICA -CITOLOGIA PERITONEALE -LAPAROSCOPIA
77 STADIAZIONE LA DIAGNOSI DEFINITIVA E LA STADIAZIONE SONO GENERALMENTE POST-CHIRURGICHE STADIAZIONE CHIRURGICA - CITOLOGIA LIIQUIDO PERITONEALE SE PRESENTE - VALUTAZIONE SITUAZIONE OVARICA - ASPORTAZIONE TUMORE - ESPLORAZIONE CAVITA PERITONEALE - BIOPSIE RANDOM DEL PERITONEO E DI TUTTE LE AREE SOSPETTE - OMNETECTOMIA - APPENDICECTOMIA -LINFADENECTOMIA -OVOSALPINGECTOMIA E ISTERECTOMIA SE NECESSARIO
78 STADIAZIONE
79 PROGNOSI STADIO CLINICO TIPO ISTOLOGICO PROGNOSI MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURGIA ETA GRADO ISTOLOGICO
80 PROGNOSI STADIO CLINICO TIPO ISTOLOGICO PROGNOSI MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURGIA ETA GRADO ISTOLOGICO
81 PROGNOSI 1.STADIO CLINICO: Sopravvivenza a 5 anni secondo lo stadio STADIO Ia Ib Ic IIa IIb IIc IIIa IIIb IIIc IV SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI 90% 85% 80% 70% 64% 66,5% 58,5% 40% 29% 17%
82 PROGNOSI STADIO CLINICO TIPO ISTOLOGICO PROGNOSI MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURGIA ETA GRADO ISTOLOGICO
83 PROGNOSI 2.TIPO ISTOLOGICO Sopravvivenza a 5 anni secondo il tipo istologico TIPO ISTOLOGICO I-II II STADIO III-IV IV STADIO GLOBALE SIEROSO 83% 30% 40% MUCINOSO 90% 33% 68,5% ENDOMETRIOIDE 82% 35% 59,5% CELLULE CHIARE 80% 27% 59% INDIFFERENZIATO 58% 23% 33% MISTO 77% 29% 53%
84 PROGNOSI STADIO CLINICO TIPO ISTOLOGICO PROGNOSI MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURGIA ETA GRADO ISTOLOGICO
85 GRADING ISTOLOGICO GX GRADO ISTOLOGICO NON STABILITO G1 NEOPLASIA BEN DIFFERENZIATA G2 NEOPLASIA MODERATAMENTE DIFFERENZIATA G3 NEOPLASIA POCO DIFFERENZIATA/INDIFFERENZIATA
86 PROGNOSI 3.GRADING Sopravvivenza a 5 anni rispetto al grado istologico GRADO ISTLOGICO G1 G2 G3 91,8% I-II II STADIO 73,6% 66,2%
87 PROGNOSI STADIO CLINICO TIPO ISTOLOGICO PROGNOSI MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURGIA ETA GRADO ISTOLOGICO
88 PROGNOSI 5.ETA La prognosi è migliore nelle donne giovani
89 PROGNOSI STADIO CLINICO TIPO ISTOLOGICO PROGNOSI MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURGIA ETA GRADO ISTOLOGICO
90 PROGNOSI 4. MALATTIA RESIDUA POST-CHIRURUGIA Sopravvivenza a 5 anni rispetto alla malattia residua MALATTIA RESIDUA non residuo microscopico non residuo macroscopico residuo < 2 cm residuo > 2 cm SOPRAVVIVENZA A 5 ANNI 59% 55% 42% 15%
91 TERAPIA CHIRURGIA il trattamento è elettivamente chirurgico Forme iniziali : solo il 23% è diagnosticabile agli stadi I e II LAPAROTOMIA ISTERECTOMIA ANNESSIECTOMIA BILATERALE OMENTECTOMIA APPENDICECTOMIA + esplorazione retroperitoneale con sampling linfonodale, lavaggio peritoneale, biopsie random della cavità peritoneale e di ogni lesione sospetta
92 TERAPIA CHIRURGIA FORME INIZIALI BASSO RISCHIO DI RECIDIVA -STADIO IA-IB -T. BEN DIFFERENZIATO - T. NON A CELLULE CHIARE CHIRURGIA RISOLUTIVA NEL 95%DEI CASI TERAPIA ADIUVANTE: NON INDICATA ALTO RISCHIO DI RECIDIVA -STADIO IC-II -MODERATAMENTE O SCARSAMENTE DIFFERENZIATO + CHEMIOTERAPIA ADIUVANTE
93 TERAPIA PAZIENTI GIOVANI - annessiectomia monolaterale - biopsia ovaio controlaterale - revisione cavità uterina - omentectomia - appendicectomia - linfadenectomia monolaterale - biopsie peritoneali multiple consente di conservare la capacità gestazionale
94 TERAPIA CHIRURGIA FORME AVANZATE CITORIDUZIONE (DEBULKY) CHIRURGIA ESTESA CHEMIOTERAPIA
95 TERAPIA RADIOTERAPIA - RT ENDOPERITONEALE - RT TRANSCUTANEA non sembra svolgere un ruolo terapeutico reale e non offre vantaggi rispetto alla chemioterapia della quale supera gli effetti tossici
96 TERAPIA CHEMIOTERAPIA CT DI PRIMA LINEA - il CR ovarico è uno dei tumori più chemiosensibili - in passato utilizzati soprattutto ALCHILANTI e ANTRACICLINE -attualmenmte si utilizzano schemi terapeutici contenenti derivati del PLATINO - buoni i risultati ottenuti con l utilizzo dei TAXANI
97 TERAPIA come per il CR della mammella anche nel CR ovarico si può parlare di TARGET THERAPY Her-2 è bersaglio della target therapy: Ab monoclonali reattivi con p185 ( TRASTUZUMAB/HERCEPTIN)
98 PREVENZIONE Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità per effettuare uno SCREENING è necessario che: 1. La malattia sia un importante problema di salute pubblica Il carcinoma ovarico è una malattia importante per la sua elevata mortalità, ma è caratterizzato da una BASSA PREVALENZA
99 PREVENZIONE Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità per effettuare uno SCREENING è necessario che: 2. La neoplasia sia di facile diagnosi La diagnosi di CR ovarico è oggi effettuata mediante ECOGRAFIA e dosaggio di CA125, ma entrambe le indagini non sono adeguate per una efficace prevenzione : - < 50% dei CR ovarici precoci è associato a livelli elevati di CA125 -in premenopausa, i livelli di CA125 subiscono variazioni con il ciclo mestruale -I livelli del marcatore possono essere elevati anche in condizioni nonneoplastiche - l ECO è caratterizzata da un alta quota di falsi positivi - l accettabilità dell eco transvaginale è alta in donne giovani,ma bassa nelle donne in menopausa.
100 PREVENZIONE Secondo l Organizzazione Mondiale della Sanità per effettuare uno SCREENING è necessario che: 3. La storia naturale della malattia sia ben nota per permettere di stabilire i tempi di esecuzione dello screening Nel carcinoma ovarico la storia naturale non è nota così come non è noto il tempo di progressione da uno stadio iniziale ad uno stadio avanzato
101 PREVENZIONE Attualmente non è possibile effettuare screening per il CR ovarico ma. ESAME CLINICO DOSAGGIO CA125 ECO PELVICA Eseguiti ogni 6 mesi dall età di 40 anni offrono > possibilità di diagnosi precoci. Nelle donne con familiarità per CR ovarico, tali indagini vanno eseguite a partire dall età anni
102 BIBLIOGRAFIA - M.D. Abeloff, J.O. Armitage, J.E. Niederhuber, M.B. Kastan, W.G. McKenna. Clinical Oncology 3 edition. 2004: Bonadonna G, Robustelli Della Cuna G, Valagussa P. Medicina oncologica. Ed. Masson Ovarian Cancer: Epidemiology, Biology, and Prognostic Factors. Christine h. Holschneider, Jonathan s. Berek Seminars in Surgical Oncology 2000; 19:3 10, - Estrogen receptors and theirdownstream targets in cancer. K.Ikeda,S.Inoue. Arch Istol Cytol (2004), 67(5): Estrogen, Progesterone and Epithelial Ovarian Cancer. SM HoReproductive Biology and Endocrinology 2003, 1:73 - Loss of ERb expression as a common step in estrogen-dependent tumor progression. A Bardin, N Boulle, G Lazennec, F Vignon and P Pujol Endocrine-Related Cancer (2004), 11: Molecular genetics of gynecologic cancer. JD Whang, JH Lee. JKMS 1997,12, The genetics of ovarian cancer. PDP Pharoah, BAJ Ponder. Best practice& Research ClinicalObstetrics and Gynaecology Vol 16, n 4, Some genetics aspects of ovarian cancer. H Van den Berghe, P Dal Cin. European Journal of Ostetrics & Gynecology and Reproductive Biology. 81 (1998).
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104 BIBLIOGRAFIA - Cytogenetics and Molecular Genetics of Ovarian Cancer N. Wang. American Journal of Medical Genetics (Semin. Med. Genet.) 115: (2002) -LE IMMAGINI UTILIZZATE IN QUESTA PRESENTAZIONE SONO TRATTE DALLE SEGUENTI FONTI: - M.D. Abeloff, J.O. Armitage, J.E. Niederhuber, M.B. Kastan, W.G. McKenna. Clinical Oncology 3 edition. 2004: Bonadonna G, Robustelli Della Cuna G, Valagussa P. Medicina oncologica. Ed. Masson alcune delle immagini sono state tratte dagli articoli riportati in bibliografia.
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