Sviluppo socio economico e trasformazioni: per un approccio place based delle politiche territoriali
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1 Laboratorio Regional Design PIANIFICARE L AREA VASTA UNA VISION PER L UNIONE VALDERA Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana Sviluppo socio economico e trasformazioni: per un approccio place based delle politiche territoriali Sabrina Iommi Firenze, 11 Novembre 2015
2 LA CITTÀ POLICENTRICA E ALTRE FORME INSEDIATIVE...
3 La Toscana al 2011 PRATO PISA FIRENZE LIVORNO Sezioni di censimento. Abitanti per ettaro. 2011
4 Comuni e SLL al 2011 MASSA PISA LIVORNO PISTOIA PRATO LUCCA FIRENZE SIENA GROSSETO AREZZO COMUNI SLL REGIONE I Sistemi Locali del Lavoro, bacini territoriali definiti sulla base del massimo autocontenimento del pendolarismo quotidiano casa-lavoro, sono una rappresentazione funzionale del territorio, basata sulle relazioni lavorative sul territorio. Ovviamente esistono anche altri tipi di relazioni (mobilità per il tempo libero, legami di filiera delle imprese, relazioni commerciali import-export, bacini id attrazione di alcuni servizi ad alata specializzazione ospedali, università-, rete dei contatti telefonici o via , ecc.), quelle del mercato del lavoro hanno però il vantaggio di essere sistematiche e di avere un significato economico. I SLL rappresentano in modo sufficientemente preciso le opportunità di vita delle persone, i luoghi in cui si domandano i servizi pubblici locali e si plasmano le identità locali.
5 INDIVIDUAZIONE DELLA GERARCHIA URBANA
6 La gerarchia urbana in Italia e in Toscana PI FI-PO SI
7 Un metodo multicriterio di individuazione delle città Si propone un metodo multicriterio di individuazione e delimitazione delle città che ha due vantaggi principali: a) tiene conto delle molteplici dimensioni che costituiscono una città (area di attrazione dei flussi pendolari, dimensione demografica,composizione della base produttiva, risultato economico, continuità dell urbanizzato); b) consente l ordinamento dei poli urbani e l identificazione per ciascuno di punti di forza/debolezze che possono divenire l oggetto di territory-specific policies. Nello specifico la città è definita attraverso: approccio funzionale e dimensione demografica (mappa delle FUAs) qualità e varietà delle funzioni economiche (rango urbano) performance economica (valore aggiunto e occupazione) densità dell edificazione (mappa delle UMZs) Gli aspetti citati trovano ampio riscontro nella letteratura economica (ma non solo) sulla città.
8 MANIFATTURA HT e ICT L individuazione delle funzioni urbane: la rarità Indice di specializzazione FUA /non FUA (a) Indice di concentrazione nelle FUA urbane (b) Livello di urbanità della funzione (media geometrica a*b) CF Industria chimico-farmaceutica 2,54 1,42 1,90 CI Computer, elettronica, ottica 1,91 1,23 1,53 MANIFATTURA MHT CK Meccanica 1,14 1,10 1,12 CL Mezzi di trasporto 1,29 1,16 1,22 LOGISTICA H Trasporto e magazzinaggio 1,39 1,01 1,18 SERVIZI FINANZIARI K attività finanziarie e assicurative 1,72 1,03 1,33 EDITORIA e TELECOMUNICAZIONI JA Editoria 5,18 1,31 2,61 JB Telecomunicazioni 8,05 1,33 3,27 KIBS e UNIVERSITA JC Servizi informativi 2,45 1,16 1,68 MA Attività professionali 1,32 0,97 1,13 MB Ricerca & Sviluppo 2,62 1,23 1,80 Università (MIUR) 11,10 1,37 3,90 SERVIZI SPECIALIZZATI ALLA PERSONA R Attività artistiche e ricreative 1,05 0,98 1,01 E Public Utilities 1,71 0,98 1,30 Strutture ospedaliere (Min Sal) 1,34 1,03 1,17 ALTRI SERVIZI SPECIALIZZATI ALLE IMPRESE N attività amministrative e di supporto 2,27 1,07 1,56 Misura la qualità delle funzioni urbane Definisce le funzioni urbane
9 La gerarchia urbana e le sue componenti Tipologia città Città/Area Pres. funzioni urbane GRANDI SISTEMI METROPOLITANI (pop.>1 mil.) Risultato economico Specializ. produttiva Specializ. culturale Indice rango urbano (>0) Area milanese ALTA ALTO 1,2 1,3 2,95 Roma ALTA ALTO 1,0 1,7 2,78 Torino ALTA ALTO 1,4 1,3 2,37 Area napoletana ALTA BASSO 0,9 1,0 0,78 MEDI SISTEMI Bologna ALTA ALTO 1,3 1,2 3,34 METROPOLITANI Genova ALTA ALTO 0,9 1,3 2,41 (pop 500mila-1 mil.) Area Firenze-Prato ALTA ALTO 0,8 1,0 2,10 Città metropolitane delle regioni ordinarie (+Reggio Calabria) Padova ALTA ALTO 1,0 1,2 1,86 Venezia ALTA ALTO 0,9 0,8 1,51 Verona ALTA ALTO 0,8 0,9 1,46 Bari ALTA MEDIO 1,2 1,2 1,41 Area Brescia-Lumezzane MEDIA ALTO 1,2 0,9 1,39 Area Catania-Acireale ALTA MEDIO 1,0 1,0 1,01 Area Bergamo-Albino MEDIA ALTO 1,2 0,7 0,97 Area Palermo-Bagheria ALTA MEDIO 0,8 1,2 0,61 Area Versiliese MEDIA MEDIO 0,9 0,7 0,19 CITTÀ MEDIE Parma ALTA ALTO 1,3 1,0 1,74 (pop mila) Modena ALTA ALTO 1,4 0,8 1,40 CITTÀ PICCOLE (pop mila) Reggio Emilia ALTA ALTO 1,5 0,8 1,36 Vicenza ALTA ALTO 1,2 0,8 1,26 Udine ALTA ALTO 1,1 1,0 1,22 Cagliari ALTA ALTO 1,0 1,2 1,13 Trento ALTA ALTO 0,8 1,3 2,25 Bolzano ALTA ALTO 0,7 1,2 2,16 Pisa ALTA ALTO 0,9 1,9 1,91 Siena ALTA ALTO 0,8 1,5 1,86 Trieste ALTA MEDIO 1,0 1,2 1,76 Ancona ALTA MEDIO 1,0 1,1 1,64
10 Gerarchie urbane nelle regioni policentriche Veneto Emilia-Romagna TOSCANA Marche 0, ,5 1, >3 0, ,5 1, >3 0, ,5 1, >3 0, ,5 1, >3 > XXX X X X X XX X XXXXX XX XX X X Rango urbano alto Rango urbano molto alto L Emilia-Romagna è la regione con la gerarchia urbana più completa. La Toscana presenta un polo principale un po più debole (per debolezza manifatturiera), ma soprattutto non ha città di medie dimensioni, anche se ne ha alcune piccole e molto eccellenti.
11 INDIVIDUAZIONE DELLE CITTÀ MEDIE A DISAGIO
12 La selezione delle città medie: i criteri 1 Mentre le 14 CITTÀ METROPOLITANE del PON sono state individuate per legge (L.56/2014 Delrio e normativa regionale per le Regioni a Statuto Speciale), per le CITTÀ MEDIE la selezione è di competenza delle Regioni, anche se nell AdP si suggeriscono i seguenti criteri: l adozione di una soglia demografica fissata a 45mila abitanti; l adozione di un indicatore di offerta di servizi, sull esempio di quello usato per selezionare i poli nel caso delle aree interne (istruzione superiore, servizi sanitari di emergenza, trasporto ferroviario); l adozione di un criterio di capacità istituzionale, legato all effettiva possibilità di svolgere il ruolo di autorità urbana per la gestione dei progetti. Guardando alla ormai nutrita letteratura sulle aree urbane di fonte europea (Progetto Espon, studi OCSE-UE), l IRPET ha proposto l adozione del metodo FUA (Functional Urban Areas), secondo il quale le città vengono individuate, non in base ai loro confini amministrativi (in gran parte superati), bensì in base ai bacini di gravitazione dei pendolari per motivi di lavoro (Sistemi Locali del Lavoro). Quando tali bacini superano i 50mila abitanti (e il Comune centroide supera i 15mila) l area assume il rango di FUA. La selezione delle FUA è stata poi affinata con la costruzione di un indicatore di disagio socio-economico e di criticità ambientale.
13 La selezione delle città medie: i criteri 2 Al fine di indirizzare la strategia urbana verso gli obiettivi di inclusione sociale e sostenibilità (OT9 e OT4), l indicatore di disagio socio-economico e di criticità ambientale è la sintesi delle seguenti dimensioni: l indice di vecchiaia della popolazione (rapporto tra la popolazione 65 anni + e quella 0-14) (Demo-Istat, 2011); la quota di popolazione con età compresa tra 0 e 3 anni (Demo-Istat, 2011); la quota di stranieri residenti, provenienti da paesi ad elevata pressione migratoria (Demo- Istat, 2011); la quota di famiglie che ha ottenuto un integrazione economica per il pagamento del canone di locazione dell abitazione di residenza ex L.431/1998 (Regione Toscana, 2010); il tasso di disoccupazione della popolazione con età anni (Istat, Censimento 2011); la quota di popolazione iscritta a una scuola secondaria di secondo grado che ha ottenuto un esito scolastico negativo (Regione Toscana, 2011); la presenza di almeno 1 Comune in cui sia stato superato il limite di PM 10 e/o NO 2 (emissioni da traffico e riscaldamento), così come stabilito dalla DGR 1025/2010. LE FUA CON INDICATORE DI DISAGIO SOCIOECONOMICO SUPERIORE ALLA MEDIA REGIONALE E CON AREE INTERESSATE DA SUPERAMENTO DEI LIMITI DI EMISSIONI SONO LE AREE ELIGIBILI PER LA STRATEGIA URBANA REGIONALE. IN TALI FUA SONO ESCLUSI I COMUNI CON MENO DI 10MILA ABITANTI, QUELLI CLASSIFICATI AREE INTERNE E QUELLI INTERESSATI DAL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE.
14 La selezione delle città medie: i risultati COMUNI ELIGIBILI AGGREGATI PER FUA CARRARA MASSA PISTOIA MONTECATINI LUCCA PRATO PISA LIVORNO S. CROCE EMPOLI PONTEDERA CECINA POGGIBONSI PIOMBINO LA SELEZIONE DELLE AREE ELIGIBILI CON IL CRITERIO DELLE FUA CONSENTE UN INDIVIDUAZIONE PIÙ REALISTICA DELLE AREE URBANE, ALLARGA LA ROSA DEI TERRITORI CANDIDABILI, PRESERVANDO COMUNQUE IL CRITERIO DELLA CONCENTRAZIONE TERRITORIALE.
15 INDIVIDUAZIONE DELLE AREE INTERNE (RISPETTO AI POLI DEI SERVIZI)
16 Fonte: DPS-IRPET Le aree interne nella strategia nazionale e regionale POLI CINTURE AREE INTERNE INTERMEDIE AREE INTERNE PERIFERICHE Le aree interne sono definite rispetto alla loro distanza in tempo di percorrenza dai centri di offerta di servizi alla popolazione, considerati indispensabili per il pieno godimento dei diritti di cittadinanza, quindi: 1) le scuole secondarie superiori (nelle tre categorie di licei, ITC e professionali), 2) gli ospedali sede di DEA di I livello (Dipartimento Emergenza e Accettazione), 3) le stazioni ferroviarie di rango almeno Silver, secondo la classificazione fatta da RFI. Le classi di distanza dai poli di attrazione sono state individuate sulla base di valori caratteristici della distribuzione (terzili e 95esimo percentile), per cui si ottengono: aree di cintura (<20 ), aree intermedie (20-40 ), aree periferiche (40-75 ) e aree ultraperif. (>75 ). IRPET per la Toscana ha introdotto alcuni correttivi: - per i poli intercomunali si è tenuto conto della contiguità territoriale del tessuto urbanizzato, introducendo la maglia delle Urban Morphological Zones (UMZ); - si è proposta una più stringente classificazione delle stazioni ferroviarie, più connessa al numero di treni giornalieri; - si è reso meno stringente il criterio legato all offerta scolastica, richiedendo la presenza di almeno due tipologie di scuole, invece di tre, per ottenere il rango di polo. AREE INTERNE ULTRAPERIFERICHE OSPEDALE DEA II OSPEDALE DEA I SCUOLE SECONDARIE SUPERIORI STAZIONI ALMENO SILVER
17 Aree interne: una classificazione per potenzialità di sviluppo Introducendo criteri quali dinamica demografica di lungo e breve periodo, rapporto addetti/occupati, presenza di case vuote, valori immobiliari, presenze turistiche, composizione settoriale degli addetti, ecc. si ottiene una classificazione più fine che tiene conto anche delle potenzialità di sviluppo presenti. Aree interne fragili Aree interne turistiche con bassa potenzialità Aree interne con potenzialità Aree interne residenziali Poli e cinture Ospedale DEA II Ospedale DEA I Scuole secondarie superiori Stazioni almeno Silver plus
18 ALTRI CRITERI DI MAPPATURA
19 L evoluzione demografica di lungo periodo MS PT LU PO FI PI LI AR SI GR
20 La mappatura dei valori immobiliari Toscana =100 Da 30 a 60 Da 60 a80 Da 80 a 95 Da 95 a 105 Da 105 a 115 Da 115 a 135 Oltre 135
21 Cluster di sistemi locali per vocazione produttiva
22 Attrattività delle strutture sanitarie e universitarie INDICE DI ATTRAZIONE OSPEDALIERA INDICE DI ATTRAZIONE UNIVERSITARIA
23 Il benessere a scala locale: urbano vs non urbano S. AMBIENTALE 0,0 1,0 2,0 3,0 S. ECONOMICA -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 S. SOCIALE 0,5 1,0 1,5 % Superficie urb. Mq urbanizzati pc Nuove abit./nuove fam. % Raccolta diff. Nr. fermate bus per mq urb. Addetti/ab. % Add. MHTech Biglietti cinema per 100 ab. Spesa amenities per ab. Saldo migr anni Distanza punti di accessibilità esterna Reddito lordo pc P. immob. /Reddito I Gini redditi % Stranieri età scolare % Anziani servizi sociali % Bambini nido % Votanti elezioni com. URBANO NON URBANO Gli indicatori sono espressi come rapporto sulla media regionale
24 Il benessere nelle città toscane Grosseto Prato MQ URBANIZZATO PC Massa Carrara Lucca Pistoia Grosseto % ADDETTI SETTORI M e H TECH Prato Massa Carrara 25% 20% 15% 10% 5% Lucca Pistoia Prato Grosseto RAPPORTO PREZZI IMM. E REDDITI Massa Carrara 140% 120% 100% 80% 60% 40% 20% Lucca Pistoia 0 0% 0% Siena Firenze Siena Firenze Siena Firenze Arezzo Livorno Arezzo Livorno Arezzo Livorno Pisa Pisa Pisa Grosseto % RACCOLTA DIFFERENZIATA Prato Massa Carrara 60% 50% 40% 30% Lucca 20% Pistoia 10% 0% DISTANZA DAI PUNTI DI ACCESSIBILITA' ESTERNA Prato Grosseto Massa Carrara Lucca 40 Pistoia 20 0 Grosseto % VOTANTI ELEZIONI LOCALI Prato Massa Carrara 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Lucca Pistoia Siena Firenze Siena Firenze Siena Firenze Arezzo Livorno Arezzo Livorno Arezzo Livorno Pisa Pisa Pisa
25 Quali suggerimenti per le politiche? La persistenza della crisi economica e i crescenti vincoli alle risorse pubbliche impongono alcuni criteri generali nel disegno delle politiche pubbliche territoriali: - concentrazione tematica e territoriale delle risorse, al fine di creare una massa critica degli interventi; - introduzione di logiche di sistema socioeconomico: quindi, assumere possibilmente i Sistemi Locali del Lavoro come unità territoriale minima per la programmazione degli interventi e valorizzare le relazioni territoriali (ad esempio, la vicinanza ai principali poli urbani, alle maggiori infrastrutture, ai luoghi della produzione manifatturiera, ai mercati di sbocco più ampi, ecc.) più che puntare ad una replicazione delle stesse funzioni su più territori; - investire sui temi ritenuti più urgenti e più strategici per i contesti a economia matura, come ad esempio la ricerca e l innovazione applicati a problemi ambientali e connessi alla qualità della vita (rifiuti, mobilità, consumo energetico e di suolo, qualità edilizia, offerta di servizi specializzati in campo sanitario, educativo, culturale, ecc.); - ripensare e valorizzare in chiave moderna alcune attività tradizionali (produzioni agricole, ma anche manifattura: non si vive di solo turismo!)
26 Laboratorio Regional Design PIANIFICARE L AREA VASTA UNA VISION PER L UNIONE VALDERA Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana Sviluppo socio economico e trasformazioni: per un approccio place based delle politiche territoriali sabrina.iommi@irpet.it
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