Eisenman su Rossi e Berlino

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1 omnibus Eisenman su Rossi e Berlino Venerdì 27 gennaio, Giornata della Memoria. Nella giornata del ricordo l Accademia di Brera di Milano e il Dottorato di Progettazione architettonica del Consorzio delle Facoltà di Architettura Napoli, Palermo, Parma, Reggio Calabria, ha conferito, honoris causa, il diploma di formazione alla ricerca artistica in arti visive, all architetto americano Peter Eisenman per il suo contributo al dialogo arte-architettura e in particolare all originale opera di costruzione della memoria rappresentata dal Monumento all Olocausto di Berlino, inaugurato nel 2004 e tema della lectio magistralis dal titolo Architecture and Art. The Holocaust Memorial in Berlin. Può un monumento l etimologia, va ricordato, fa riferimento al verbo greco ricordare e al latino moneo, ammonire ma anche, per esteso, ricordare essere architettura, si è domandato Eisenman. E nello specifico dell Olocausto è possibile rappresentare un punto di vista politico e sociale e allo stesso tempo non tradire la ragion d essere dell architettura? La descrizione del progetto ha permesso di chiarire come ad entrambe le domande si possa dare una risposta affermativa. Il memoriale evoca la solitudine e il senso di perdita dell uomo di fronte a quello spazio costruito, così diverso dal quotidiano cui si è abituati. Eisenman ha ricordato che, all epoca dell inaugurazione, il filosofo Giorgio Agamben aveva pubblicato sul settimanale tedesco Die Zeit un articolo in cui esaminava due tipi di memoriali possibili: quelli non memorilizzabili e quelli, invece, definiti dalla memoria propria dell archiviazione. Agamben sosteneva allora che il Memoriale di Berlino aveva la forza di conseguire entrambi gli obiettivi: la distesa dei parallelepipedi simbolo della tomba evoca, infatti, l immemorabile mentre, al piano interrato, il museo rappresenta la memoria dell archiviazione. Terminata la lectio magistralis, Gregorio Carboni Maestri insieme ad Emanuela Nolfo, hanno illustrato il progetto di conservazione e valorizzazione del Memoriale Italiano di Auschwitz, progettato dallo studio BBPR nel 1979 con il contributo di Pupino Samonà, Luigi Nono, Primo Levi e Nelo Risi, attualmente sigillato e quindi non visitabile, e oggetto di una mostra aperta presso la chiesa sconsacrata di San Carpoforo. La venuta di Peter Eisenman a Milano è stata anche l occasione per presentare la nuova edizione de L architettura della città di Aldo Rossi, edita da Quodlibet e da Abitare. Moderato e introdotto da Manuel Orazi della casa editrice Quodlibet, Eisenman, il 26 gennaio, ha amabilmente dialogato con il pubblico. Le sue parole, che hanno ripercorso da un lato l esperienza americana di Aldo Rossi e dall altra la sua, quella di architetto americano venuto in Italia per partecipare ad alcune mostre Triennale e Biennale curate da Rossi stesso, hanno reso evidente il grande rapporto di amicizia e di stima che ha legato i due maestri. Il risultato di queste frequentazioni è stata la pubblicazione negli USA di alcuni scritti di Rossi sulla rivista Oppositions, di cui Eisenman, negli anni Settanta, era direttore e, successivamente, la traduzione e pubblicazione dei due più importanti libri del Maestro italiano, L autobiografia scientifica che uscirà prima in inglese negli USA, e che sarà tradotta in Italia qualche anno dopo e, successivamente, L architettura della città, giudicata da Eisenman uno dei libri più importanti della cultura architettonica contemporanea. Martina Landsberger

2 Idee di un architetto danese Utzon è architetto danese conosciuto dai più forse, si potrebbe dire, riconosciuto per il progetto dell Opera House di Sidney, la grande struttura costruita, nella seconda metà degli anni Cinquanta, direttamente sul mare, orientata verso la baia, e costituita da una serie di coperture, legate l una all altra, che ricordano le vele di una nave, appoggiate su un grande basamento in cui trovano posto tutti i servizi: così scrive Rafael Moneo nel saggio, inedito, che conclude il volume. Meno conosciuto di certo Utzon lo è per i suoi scritti, come pure meno noti sono i pochi edifici che, nell arco di una lunga vita dedicata all architettura ( ), è riuscito a realizzare. Il piccolo libro, uscito qualche mese fa per merito della casa editrice Marinotti, propone, o meglio chiarisce, l idea di architettura che sta alla base di ognuno dei progetti dell architetto danese, il suo punto di vista sull architettura, sul modo di rapportarsi alle esigenze della contemporaneità da un lato e sulla necessità di trovare sempre, e continuamente, una relazione con quanto nell architettura della storia si è dato. Su questo tema il libro raccoglie sette scritti due di essi sono conversazioni - elaborati nell arco di circa cinquant anni. Un linguaggio semplice, a volte fatto di pensieri che all apparenza paiono ingenui, ripercorre le questioni affrontate ogni volta nel progetto. E la chiarezza e la semplicità sono tali da non rendere necessaria la pubblicazione parallela di immagini disegni e fotografie, materiali rispetto cui verificare ogni singola affermazione. In questo modo una serie di temi questioni classiche, ricorrenti nella cultura architettonica si rincorrono con l obiettivo di rendere evidente quanto l architettura sia un fatto razionale in cui ogni scelta deriva dalla necessità di costruire un ragionamento coerente con l enunciazione dell idea su cui il progetto si fonda. In questo senso, ciò che appare con evidenza, è quanto la formulazione dell idea risulti determinante per la definizione del progetto. Questa, l idea alla base del progetto, deriva sempre dalla capacità di conoscere, e riconoscere, nella realtà i temi con cui confrontarsi: è necessario essere in sintonia con il proprio tempo e con il proprio contesto, e trovare ispirazione nelle sfide che ci si presentano, affinché i dati e i diversi fattori in questione trovino un unità e si traducano in linguaggio architettonico. Allo stesso tempo l architetto deve possedere la capacità di immaginare e di creare, una capacità che a volte prende il nome di fantasia, altre volte di sogno, scrive Utzon. Sognare, e realizzare, una casa che sappia difendersi dal clima della Danimarca e allo stesso tempo che ne sappia sfruttare ed esaltare gli elementi positivi. Sognare e realizzare un insediamento residenziale ad alta densità collocato in un area di ridotte dimensioni, in cui sia garantita a ogni famiglia la possibilità di vivere liberamente lo spazio della propria casa: L esterno della casa è semplice ed esprime un idea di comunità scrive Utzon -. All interno invece le case sono molto diverse l una dall altra ( ). O ancora, sognare una grande strada centrale coperta, luogo della rappresentazione della funzione più importante svolta nel Parlamento: l incontro dell emiro siamo nel Kuwait con il suo popolo. In Utzon ognuno di questi sogni prende forma dalla consapevolezza che, prima di affrontare un progetto, è necessario sempre essere capaci di immaginare la vita della gente. M.L. Jørn Utzon Idee di architettura. Scritti e conversazioni Marinotti, Milano, 2011 pp. 106, 13,

3 Ali nuove al museo di Isabella Stewart Gardner Il 19 gennaio scorso è stato inaugurato a Boston l ampliamento dell Isabella Stewart Gardner Museum, progettato da Renzo Piano. La casa-museo originaria inaugurata il 1 gennaio del 1903, fu fatta costruire dalla collezionista e filantropa americana Isabella Stewart Gardner ( ) sul modello dei palazzi rinascimentali veneziani. Questo scrigno d arte, edificato attorno a un giardino fiorito, ospita una raccolta di opere considerata a lungo la più importante collezione privata in America: oltre 2500 esemplari, tra manufatti e disegni architettonici europei e americani (spiccano i quadri di Tiziano, Giorgione, Piero della Francesca e il primo dipinto di Matisse acquisito da un museo statunitense). Le opere furono collezionate dalla mecenate nel corso di una vita costellata di viaggi e animata dall amicizia con gli intellettuali più celebri del suo tempo. Tra questi gli scrittori Edith Wharton ed Hernry James (di cui Isabella fu verosimilmente musa per Ritratto di signora), lo psicologo e filosofo William James (fratello di Henry) e il maggior conoscitore del Rinascimento italiano Bernard Berenson (che Isabella supportò a lungo negli studi e divenne poi suo consigliere per l acquisto delle opere). Isabella ebbe anche un ruolo nella scoperta del pittore John Singer Sargent a cui offrì uno studio nel museo che questi usufruì per venti anni. Isabella arrivò a Boston nel 1860 da New York - dove le donne erano maggiormente stimate - per sposare Lowell Gardner, uno dei più influenti cittadini. Esuberante, energica, anticonformista, fu oggetto di scandali e vista con diffidenza dall alta società bostoniana. Tra i primi patroni femminili delle arti, Isabella sostenne i servizi sociali della comunità. Convinta che il suo Paese avesse bisogno d arte, con l eredità del padre acquistò i tesori artistici della famiglia Medici in Europa e per custodirli edificò il palazzo veneziano dei suoi sogni, che riempì con una comunità di artisti, scrittori e musicisti. In ricordo di questo passato, oggi il Gardner Museum ospita concerti di livello internazionale e gestisce una residenza per artisti, ricercatori e scrittori. L ampliamento del Museo che sorge nel quartiere del noto Museum of Fine Arts - è stato realizzato con un budget di 118 milioni di dollari per far fronte ad un aumento di visitatori che cresce di ogni anno (contro i 2000 l anno di un secolo fa). Realizzata in vetro e rame ossidato, la nuova ala del museo sfrutta la luce naturale e raddoppia quasi la superficie originaria; un atrio di vetro con accesso e biglietteria introduce una serie di serre e viste sui giardini e sul palazzo storico; la performance hall a pianta quadrata, senza palco, si erge in verticale, col pubblico disposto a terra sui 4 lati e su 3 balconate; vi sono inoltre spazi dedicati ad attività educative, due appartamenti per gli artisti residenti, un museum shop, un caffè con cucina, una special exibition gallery e una living room con divani e tavoli da lettura, in cui viene servito il tè pomeridiano, perpetrando la tradizione di ospitalità della fondatrice. Qui il visitatore è posto a suo agio, ricordando l essenza del palazzo di Isabella dove spazi pubblici e privati si intersecano continuamente. Paradossalmente, l ampliamento del museo trasgredisce le volontà della Gardner che aveva chiesto che nulla fosse tolto, aggiunto o spostato (compresa l ubicazione delle opere, scelta per giustapposizione di forma e colore piuttosto che per provenienza e cronologia: l allestimento delle stanze

4 è un opera in se stessa). Ma ancor prima il museo era stato alterato e gravemente danneggiato: un furto da parte di ladri vestiti da poliziotti, nel 1990, ha sottratto tele di Rembrandt, Manet, Degas, per un valore di quasi 300 milioni di dollari. Altri furti si sono susseguiti negli anni, ma i quadri non sono stati assicurati perché Isabella credeva che grazie alle raffigurazioni di San Pietro e San Lorenzo il museo sarebbe stato protetto da furti e incendi. La decisione di non assicurare i tesori contenuti nel palazzo è tuttora rispettata. Irina Casali Errata corrige Pubblichiamo qui di seguito l articolo Testamenti traditi che, per un disguido tecnico, non è stato pubblicato per intero sul numero scorso di AL 486, novembre - dicembre Il volume si apre con un introduzione di Maria Antonietta Crippa, seguono i due saggi degli autori, rispettivamente filosofa e architetto, che collocano la riflessione di Valéry sull architettura nel contesto culturale del suo tempo, attribuendo a questa disciplina un ruolo primario nel pensiero del poeta. In calce sono pubblicati appunti e tavole inediti tratti dai Cahiers (quasi pagine di disegni, schizzi, frammenti), diario compilato - dal 1894 al 1945 ogni giorno - nelle prime ore del mattino: quando tutto ha da venire e ogni gesto ancora possibile. La sera, viceversa, è tempo di raccolti, bilanci, esposizioni. Questo materiale, è noto, non era destinato alla pubblicazione. I diari sono un viaggio che l autore intraprende con se stesso nel bisogno di afferrarsi, sono vita che si guarda svolgere; spunti, dubbi, domande, correzioni, fragili segni di un passaggio, pura testimonianza di un esserci, senza alcuna pretesa di compiutezza. Voler tradurre tutto ciò in un pensiero organico suona come un tradimento, ed è questo forse il destino di ogni testamento, essere tradito, come direbbe Kundera, che condanna, Max Brod per aver pubblicato i diari e i manoscritti di Kafka violando le volontà dell amico che desiderava dar tutto alle fiamme. Gesto ambiguo, carico di pericoli, come ogni scelta, che da un lato consegna il pensiero alla storia e dall altra lo scardina dalla sua caducità, inscritta nella cifra stessa della vita che si dipana mutando ogni forma rigida. Nel testo compiuto, che sia saggio, poesia, letteratura, leggiamo la solidità dell edificio costruito, qualcosa che ha la volontà e la forza di perdurare. Ma cos è la parola prima del discorso? Prima del pensiero? trampolino, salto, possibilità, ma anche fosso, caduta, oscurità. Ciononostante c è qualcosa che emerge con forza dai frammenti: l architettura è primo amore, essa è metro, struttura, archetipo, origine e fine del fare dell uomo che ha nel costruire la propria vocazione....l architettura carica il nostro animo del sentimento totale delle facoltà umane. Sintesi suprema tra volere e potere, materia e forma, l architettura organizza la molteplicità dei possibili in un gesto che disciplina e supera i confini dell esistenza umana. L idea stessa di costruzione che è il passaggio dal disordine all ordine e l uso dell arbitrio per rispondere alla necessità si era fissata in me come il tipo di azione più bello e completo che l uomo possa proporsi. In mezzo al caos informe che è l esistenza, l architettura diviene sintesi dell arte, metafora del gesto poietico. Essa esprime l energia primordiale del fare. Quel fare che definisce l essenza dell uomo nella lotta per l affermazione della propria identità; una conquista dello spirito attraverso la materia della vita. Che la materia, si sa, offre resistenza ad essere plasmata secondo regole auree, perchè la perfezione non è di questo mondo: numeri, idee, modelli restano lontani, a rimarcare la distanza tra dei e mortali. In questa nostalgia irrisolta risiedono il limite e la grandezza umane. L architettura, attraverso il monumento, sembra alzare lo sguardo dell uomo, misura di tutte le cose, oltre se stesso, ponendolo, come fosse eterno, al centro dell universo. Tuttavia anche l architettura passa, e ricorda Goethe, ciò che passa non nè che un simbolo. Nulla può strappare l essere umano dalla propria condizione mortale. Ma in ciò risiede il sublime dell uomo, teso tra umiltà ed orgoglio, prigioniero del proprio limite e padrone della propria libertà, costretto dalla carne a radicarsi e spinto dallo spirito a trascendere se stesso. Il volume si muove tra due opposti, la necessità di dare coerenza al pensiero di Valéry architetto, col rischio di qualche forzatura, e l impossibilità che l opera si compia, ma è proprio questo scarto, il restare un passo indietro, e denunciare l alternarsi tra fatica e grazia, tra eroici furori e melanconici errori, che dona dignità all opera. Chi, conoscendo Valéry, sperasse di trovare qui raccolti pensieri nuovi in merito all architettura sarà probabilmente deluso, in primo luogo perchè l autore non esprime un idea originale di architettura (il suo pensiero rispecchia quello del proprio tempo), ma soprattutto perchè Valéry argomenta più estesamente le proprie tesi di architettura in altri scritti. Piuttosto, trarrà piacere chi, dietro lo scritto, vorrà scorgere l uomo, e dietro le idee le prime impressioni, il farsi e disfarsi del divenire prima di essere cosa, immagine, segno o parola. I.C. Giorgio Pigafetta, Patricia Signorile Paul Valéry architetto Jaca Book, Milano, 2011 pp. 214, 26,

5 13 BIENNALE di venezia Common Ground David Chipperfield, direttore della 13 Mostra Internazionale di Architettura, intitola la manifestazione: Common Ground ad esprimere la necessità di una cultura architettonica vitale e interconnessa che si interroghi sui territori condivisi, intellettuali e fisici. L architettura non dipende solo dal talento individuale, né si riduce alla celebrazione dell autore o dell edificio in sé, ma deve ripensare in maniera radicale la sua maniera di essere e di servire nella società. Chipperfield allude sia alla dimensione fisica dell architettura, alla sua capacità di creare spazi di condivisione, che alla necessità di indagare il significato degli spazi creati dagli edifici: gli ambiti politici, sociali, e pubblici di cui l architettura fa parte. Con ciò non s intende smarrire il tema dell architettura in speculazioni sociologiche, psicologiche o artistiche, ma piuttosto cercare di ampliare la comprensione del contributo specifico che l architettura può dare nella definizione del terreno comune della città. L argomento di quest anno marca una svolta rispetto alle precedenti edizioni e fa eco alla crescente richiesta di responsabilità cui obbliga la crisi globale - evidenziata dalle proteste e dall indignazione diffuse nel pianeta, che esprimono insoddisfazione per una concezione astratta e finanziaria dell idea di comunità. Il concetto di Common Ground appare correlata all idea di Bene Comune (un bene materiale o immateriale che può essere utilizzato da chiunque a titolo gratuito e che - come lo definì Tommaso d Aquino - non è solo un diritto, ma anche un fine condiviso). Ci lasciamo alle spalle un periodo caratterizzato più dall ansia di produrre che dal desiderio di discutere, e il desiderio di esprimere forti identità correlate ad un idea di architettura come brand ha finito con l eludere l altrettanto forte necessità di stabilire temi comuni in cui una società possa riconoscersi ( ) Dobbiamo mettere a fuoco i processi attraverso cui un idea individuale di architettura incontra le aspettative dei cittadini e che relazione stringe i desideri espressivi del singolo architetto con le ricadute della sua opera sulla città. Raccogliendo quest urgenza, che è insieme filosofica, economica, sociale, politica e morale, la prossima Biennale riscatta la funzione originaria dell architettura, rilanciando la sua credibilità di fronte alla collettività. La Biennale si svolgerà dal 19 agosto al 25 novembre 2012 con 41 paesi partecipanti. I.C. MOSTRE / 1 Disegni di Quaroni al MAXXI Dopo Matera e Arezzo, città simbolo dell impegno pratico e teorico di Ludovico Quaroni, a cent anni dalla nascita, il MAXXI di Roma ha ospitato una mostra che, per la prima volta, ha presentato circa trentacinque disegni e il modello originale del progetto per il quartiere di San Giuliano alle Barene a Mestre. Il progetto è stato realizzato nel 1958 in occasione di un concorso indetto dal Comitato di Coordinamento dell Edilizia Popolare (CEP). Il tema era la costruzione di un insediamento residenziale prospiciente la laguna veneta. La mostra è stata composta attraverso una selezione di disegni e schizzi articolati lungo un percorso che ha inteso, inizialmente, introdurre il visitatore a una prima conoscenza dell opera dell architetto romano. Seguivano, oltre alla parte dedicata a Mestre, tre sezioni intitolate: Visioni urbane in cui si racconta l idea della nuova città satellite; La forma della struttura che indaga le infrastrutture della città; La struttura in cui viene approfondito il tema del tipo edilizio. Durante il periodo di apertura della mostra, il MAXXI ha anche ospitato una serie di incontri incentrati sui temi dell opera di Quaroni e sul suo ruolo svolto all interno del dibattito di architettura. In particolare una giornata è stata dedicata alla presentazione dell archivio Quaroni oggi depositato presso la Fondazione Adriano Olivetti. MOSTRE / 2 Progettare il container È nel container che è possibile identificare l andamento dell economia: container vuoti indicano un momento sfavorevole; quelli pieni, invece, sono il simbolo di un tempo migliore. Dal 1956 il container elemento di dimensioni standardizzate: 6,06 o 12,192 m di lunghezza per 2,44 m di larghezza e 2,59 m di altezza è stato il modulo di trasporto attraverso cui svolgere il commercio in tutto il mondo. Oggi il container è diventato anche tema di progetto. Il NWR-Forum di Düsseldorf ha ospitato, lo scorso autunno, una mostra di progetti di architetti e designer noti, provenienti da tutto il mondo, che si sono cimentati, appunto, con il tema

6 dell architettura del container. Più di cento progetti sono pervenuti a seguito dell invito lanciato dall organizzatore Werner Lippert. Due dozzine di essi hanno trovato realizzazione in modelli in scala 1:5 collocati al centro del museo, un infilata di moduli tipo lego a dimostrare la natura ripetitiva e modulare dei box oggetto della mostra. Per il resto, la documentazione dei progetti si è avvalsa di fotografie e disegni. MOSTRE / 3 São Paulo Calling Promosso dalla Segreteria di Habitaçao e curato da Stefano Boeri, São Paulo Calling è un progetto che, fra gennaio e giugno di quest anno, intende mettere a confronto le politiche adottate dalla Municipalità di Sãn Paulo con quelle di altre metropoli che, in Paesi molto distanti l uno dall altro, stanno affrontando il grande tema dell abitazione informale. Per sei mesi una mostra itinerante rappresenterà le caratteristiche, le differenze e le ragioni degli insediamenti informali sorti in alcune metropoli: Roma, Nairobi, Medellín, Mumbai, Mosca e Baghdad. Allo stesso tempo, nei distretti di São Francisco, Cantinho do Céu, Bamburral, Heliopolis, Paraisópolis e nel centro della città di São Paulo, saranno organizzati sei workshop in cui saranno messe in luce le politiche e le esperienze di vita degli abitanti di queste parti di città. MOSTRE / 4 Il paesaggio del mondo dei trasporti milanesi Transport è una mostra fotografica allestita presso la Galleria RBContemporary di Milano. Risultato di una ricerca sul mondo dei trasporti iniziata in collaborazione con la Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti PPC nel 2010 per la rivista AL, la personale raccoglie le fotografie del giovane Marco Dapino. Il lavoro esposto, che si articola in tre sezioni Airport Signs ritrae la zona aeroportuale di Malpensa, Suburban Streets i raccordi periferici stradali e Light on Rails gli scali ferroviari milanesi intende esplorare il paesaggio urbano, utilizzando il colore e la luce quali elementi capaci di disegnare spazio e movimento. Nella sezione Airport Signs Dapino si sofferma sulla rappresentazione dei tracciati e delle segnaletiche proprie delle piste aeroportuali, costruendo immagini definite da una sorta di paesaggio grafico. In Suburban Streets l indagine si concentra sui raccordi stradali delle circonvallazioni esterne al perimetro della città di Milano, colte nelle ore di punta, alla sera. Light on Rails, infine, propone le immagini di alcune stazioni, luoghi deserti, abitati unicamente dalle scie luminose dei treni in movimento. Transport RBcontemporary, Foro Bonaparte 46, Milano 1 marzo 6 aprile

7 Peripheral Visions: Italian Photography in Context, 1950s Present MOSTRE / 5 La fotografia italiana vola a New York Peripheral Visions: Italian Photography in Context, 1950s Present Una selezione di opere dei più importanti fotografi italiani impegnati nella ricerca di un immagine diversa del loro Paese, sulla rappresentazione di un paesaggio segnato da netti limiti urbani, sugli elementi e caratteri marginali, sulle nuove identità del territorio che si è modificato di pari passo con la trasformazione industriale delle città italiane è visitabile a New York. Peripheral Visions: Italian Photography in Context, 1950s - Present è, infatti, la mostra aperta nella città americana presso l Hunter College Art Galleries dal 3 febbraio scorso fino al prossimo 28 aprile. Essa presenta il lavoro dei maggiori fotografi di architettura italiani: da Paolo Monti e Mario Carrieri a Franco Vaccari, Ugo Mulas e Luigi Ghirri, fra gli altri. Le fotografie selezionate rappresentano, attraverso un approccio socio-documentaristico, gli anni dal 1950 fino Gli anni 80 si contraddistinguono invece per un esplorazione più personale che conduce al modo più contemporaneo di guardare la città, spesso percepita come distante, fotografata dall alto. Questa caleidoscopica interpretazione ha l obiettivo di mettere in luce la diversità di espressione e interpretazione che caratterizza la ricerca fotografica italiana degli ultimi cinquant anni. L intera opera esposta è consultabile, anche, nel bel catalogo edito dalla casa editrice Charta di Milano a cura di Antonella Pellizzari. PREMIO PRITZKER 2012 Pritzker a Wang Shu L architetto cinese Wang Shu, 48 anni, si è aggiudicato il Pritzker 2012 (il premio conferito dalla Hyatt Foundation di Chicago, intitolato dal 1979 alla memoria di Jay Pritzker, proprietario della nota catena di alberghi, è considerato il Nobel dell Architettura). Il fatto che un architetto cinese sia stato selezionato dalla giuria rappresenta la consapevolezza del ruolo che la Cina assumerà nello sviluppo dell architettura del futuro. Inoltre, nei prossimi decenni il successo della Cina nel campo dell urbanizzazione sarà importante per la Cina stessa e per il mondo intero. Questa urbanizzazione, come l urbanizzazione mondiale, deve essere in armonia con i bisogni e la cultura locale. La Cina offre opportunità senza precedenti per la pianificazione urbana, che dovrà necessariamente essere in armonia con le sue tradizioni e con i suoi bisogni futuri per poter garantire uno sviluppo sostenibile. Così ha commentato la decisione della giuria Thomas J. Pritzker. Oggi la Cina è il mercato più esteso, contraddistinto da una costruzione selvaggia incapace di rispettare l ambiente e la tradizione. Dal canto suo Wang Shu nato e formatosi in Cina esprime il suo dissenso per la distruzione della città storiche, recuperando pietre dagli edifici distrutti per riutilizzarle nelle proprie opere. Nel mio Paese dice abbiamo distrutto più del 90% dei vecchi edifici. Questo è un vero disastro, perché se ci dimentichiamo della tradizione non avremo futuro. Wang Shu ha fondato con la moglie Lu Wenyu lo studio Amateur Architecture nel 1997; uno dei principali obiettivi dello studio è creare edifici in armonia con la natura, costruiti con tecniche tradizionali e materiali organici adattati a progetti contemporanei. Insieme hanno costruito il Museo di Storia di Ningbo, realizzato con pietre, vecchi archi e tetti. Per me sostiene Wang Shu l architettura è spontanea, per la semplice ragione che è una questione di vita quotidiana. Quando dico che costruirò una casa invece che un edificio sto pensando a qualcosa che è molto più vicino alla vita. Quando ho chiamato lo studio Amateur Architecture è stato per enfatizzare lo spontaneo e lo sperimentale del mio lavoro, come un opposizione ad essere ufficiale e monumentale. I progetti vanno da abitazioni private ad edifici culturali e scolastici, dove al calcestruzzo si associa la pietra, il legno, il vetro e il laterizio. Grazie alla ricerca in campo architettonico e sostenibile, unitamente all attenzione per le tradizioni locali e la tematica del riuso, Wang Shu ha già ottenuto il Global Award for Sustainable Architecture nel 2007 e la menzione d onore alla Biennale di Architettura di Venezia nel

8 NIL28 Creative District Quando le amministrazioni non rispondono ai bisogni dei cittadini questi scendono, in cortile, in piazza, per la strada e si riappropriano dello spazio urbano assieme ai propri diritti. Il cambiamento parte dal basso, nasce silenzioso, ma si estende a macchia di leopardo. I NIL sono Nuclei di Identità Locale, Milano ne conosce 88. Questa suddivisione risponde ad aree culturalmente e storicamente vicine e tiene anche conto delle aspirazioni dei territori, sostituendo l arbitraria e burocratica divisione in zone. Il NIL 28 si estende da viale Umbria a viale Molise, conta circa 30 membri che, oltre al cap di casa e/o lavoro, condividono la creatività come professione facendone un motore di cambiamento e partecipazione urbana. Andrea Boschetti - architetto e urbanista, associato dello studio Metrogramma - presiede l Associazione Culturale Distretto Creativo NIL 28; insieme agli altri membri, tra cui i 5+1 AA, dotdotdot, blob creative group, aspira a da vita ad un quartiere modello dove, anche in prospettiva dell Expo, si arrivi al 2015 non avendo costruito ma riutilizzato in modo intelligente quanto già esiste. Dove gli spazi di mezzo, da non-luoghi, si siano trasformati in una versione laica e contemporanea di quello che, per secoli, è stato il sagrato della chiesa. I.C. Cambiamento spirituale ed ecologico Guido Viale La Conversione Ecologica. There is no alternative NdA Press, Rimini, 2011 pp. 184, 10,00 La crisi economica, energetica e ambientale che ha investito la società contemporanea non è di tipo congiunturale ma di sistema. Le soluzioni richiedono un cambiamento di atteggiamento che impegni non solo i governi ma ciascuno di noi in prima persona. Guido Viale indica la via della conversione ecologica, su ispirazione del dettato morale ed intellettuale di Alex Langer, tra i fondatori del Movimento dei Verdi, e invita ad un cambiamento spirituale del nostro stile di vita, dei nostri consumi, del modo in cui lavoriamo e del fine per cui lavoriamo o vorremmo lavorare, del nostro rapporto con gli altri e con l ambiente. Si tratta di riflettere sulle modalità di uno sviluppo che deve diventare sostenibile, studiato cioè in funzione di garantire alle generazioni future la disponibilità delle risorse naturali e la conservazione dell ambiente in cui vivere e lavorare. Questa attenzione deve essere massima e condivisa dalla società e portare a comportamenti più sobri. Viale individua cinque settori cruciali che dovrebbero essere oggetto di una riconversione: energetico, agricolo, gestione dei rifiuti, consumo del territorio e mobilità. È possibile intraprendere grandi trasformazioni in questi campi se le scelte da individuali e consapevoli diventano collettive e, per esempio, si attuano strategie alternative di consumo condiviso, come insegnano le esperienze diffuse dei Gruppi di acquisto solidale (Gas) oppure della rete dei Nuovi Municipi, associazioni di enti locali la cui politica è improntata alla democrazia partecipativa. Le ipotesi prospettate includono l uso delle fonti di energia rinnovabili, la crescita dei saperi ambientali, il contenimento dell uso dei suoli, la promozione di modalità di trasporto pubblico e flessibile (car pooling e car sharing). M.O

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