Bisogni educativi speciali: I incontro: I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l inclusione

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1 Bisogni educativi speciali: I incontro: I presupposti teorici e la normativa di riferimento per l inclusione

2 La sfida delle diversità non c è peggiore ingiustizia che far parti eguali tra diversi (Don Milani, Lettera a una professoressa,1967) 2 USR Lombardia Formazione BES

3 La via italiana all inclusione: le tracce 1967 : Don Milani, la Scuola di Barbiana e Lettera a una professoressa non c è peggiore ingiustizia che far parti eguali tra diversi 1977 : Legge : Legge 180 ( Legge Basaglia) 1992 : Legge : Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità 2009: Linee guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) 2010: L. 170/ USR Lombardia Formazione BES

4 Aver cura Costruire identità a partire dalle fragilità (la fragilità al centro e non al limite) la centralità della fragilità all interno della convivenza. Insegnare che le fragilità sono sopportabili Costruire politiche a partire dal diritto del fragile Evitare la trappola degli specialismi che ci fanno prendere le distanze attraverso la separazione (c è un dovere del sapere) Coltivare i legami tra le parti Il merito è un debito nei confronti degli altri (se sei più bravo hai la fortuna di poter fare qualcosa di più per gli altri ) (Ivo Lizzola) 4 USR Lombardia Formazione BES

5 5 USR Lombardia Formazione BES

6 Alcuni elementi per comprendere 6 USR Lombardia Formazione BES

7 Il sistema organizzativo inclusivo 7 USR Lombardia Formazione BES

8 E nel sistema-scuola? Le differenze ( anche i nonapprendimenti) sono distanze dalla norma, scarti da riempire/ recuperare Processo di ins/appr = standardizzazione Organizzazione scuola = contesto organizzativo omologante, statico, non inclusivo Processo di ins/appr = co-evoluzione, co-costruzione Processo di ins/appr = adattamento ai bisogni degli alunni Le abilità differenti degli alunni offerte ai docenti e alla scuola Cambio di direzione 8 USR Lombardia Formazione BES

9 Le buone pratiche inclusive Soluzione documentata e trasferibile di un problema Pratiche con principi attivi che funzionano in diverse situazioni (Canevaro, Ianes) Pratiche che raggiungono i risultati attesi Pratiche trasgressive orientate al Progetto di Vita (Canevaro) Pratiche viabili, co-adattive, utili ( Fornasa) Pratiche orientate alla speciale-normalità (Ianes) Pratiche normali orientate a mantenere le differenze (Booth e Ainscow) 9 USR Lombardia Formazione BES

10 Le buone pratiche inclusive Soluzione documentata e trasferibile di un problema Pratiche con principi attivi che funzionano in diverse situazioni (Canevaro, Ianes) Pratiche che raggiungono i risultati attesi Pratiche trasgressive orientate al Progetto di Vita (Canevaro) Pratiche viabili, co-adattive, utili ( Fornasa) Pratiche orientate alla speciale-normalità (Ianes) Pratiche normali orientate a mantenere le differenze (Booth e Ainscow) 10 USR Lombardia Formazione BES

11 Caratteristiche delle buone pratiche Capacità di far evolvere il sistema Il livello di percorribilità anche fuori dal sistema ( finalizzazione al proprio mondo possibile) Utilità (a chi?) L orientamento al Progetto di Vita Destinatari : tutti 11 USR Lombardia Formazione BES

12 in particolare nei sistemi educativi e formativi includere significa rimuovere ogni barriera agli apprendimenti e alla partecipazione superando la logica e la pratica dei bisogni educativi speciali (Booth T., Ainscow M.,2004) 12 USR Lombardia Formazione BES

13 Principi dell inclusione( C. De Vecchi, 2013) 13 USR Lombardia Formazione BES

14 Fatica della «Speciale normalità» specialismo normalizzazione Risposte speciali Risposte uguali.terapie Laboratori speciali Rappr teatrali Gite/uscite Esplorazioni Solo per lui 14 Per tutti ma NON in risposta al suo bisogno 14 USR Lombardia Formazione BES

15 3 tipi di specialità (Ianes) La specialità dei bisogni educativi in particolari condizioni di human functioning (Special Educational Needs su base antropologica ICF/OMS); La specialità delle normali differenze individuali ; La necessaria ed efficace specialità di alcuni interventi. L HOMO COMPLEXUS di E. Morin tutto ciò costituisce la stoffa propriamente umana. 15 USR Lombardia Formazione BES

16 Fatica della «Speciale normalità» 16 USR Lombardia Formazione BES

17 Fatica dell inclusione come partecipazione di tutti i membri di una comunita (non solo di quelli portatori di istanze particolari) al suo cambiamento secondo un progetto in comune in cui sono garantite le condizioni della libera espressione e il progetto di vita di ciascuno 17 USR Lombardia Formazione BES

18 La fatica dell ICF La Convenzione ONU accoglie il Modello sociale della disabilità Definisce l accomodamento ragionevole Secondo ICF la disabilità è una condizione di salute in un ambiente sfavorevole Sollecitazione delle Linee Guida del MIUR 18 USR Lombardia Formazione BES

19 Cos è l ICF? E la classificazione delle caratteristiche della salute delle persone all interno del contesto delle loro situazioni di vita individuali e degli impatti ambientali. Prima: salute = assenza di malattia Ora: salute = stato di benessere fisico, psichico e sociale L individuo non viene considerato in sé ma nel rapporto dinamico ed interattivo con il proprio ambiente di vita 19 USR Lombardia Formazione BES

20 Una nuova prospettiva OLTRE IL MODELLO MEDICO (la disabilità è un problema della persona causato direttamente da malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza specialistica. La gestione della disabilità mira alla cura o all adattamento dell individuo e a un cambiamento comportamentale) OLTRE IL MODELLO SOCIALE (la disabilità è un problema principalmente creato dalla società e va affrontato in termini di piena integrazione nella società) PROSPETTIVA BIOPSICOSOCIALE 20 USR Lombardia Formazione BES

21 Presupposti teorico / pedagogici Concezione tradizionale Menomazione: esteriorizzazione di uno stato patologico Disabilità: oggettivazione della menomazione (restrizione o carenza della capacità di compiere una attività, malattia o disturbo) Handicap: socializzazione del deficit (condizione di svantaggio conseguente alla menomazione) Secondo ICF Non più disabilità ma limitazione delle attività personali Non più handicap ma diversa partecipazione sociale Disabilità come risultante dell interazione tra funzionamento umano e fattori contestuali. Disabilità come fenomeno sociale multidimensionale 21 USR Lombardia Formazione BES

22 L ICF Condizioni fisiche (disturbo o malattia) Funzioni corporee Strutture corporee Attività personali Partecipazione sociale Fattori contestuali Fattori ambientali Fattori personali 22 USR Lombardia Formazione BES

23 Focus 23 USR Lombardia Formazione BES

24 Alcune conseguenze dell ICF Tutti possono avere difficoltà di interazione con il contesto Intervenendo sul contesto si riduce la disfunzionalità La scuola deve cominciare a tener conto di questo orientamento 24 USR Lombardia Formazione BES

25 Dove andiamo? ( L.Frattura, 2010) Superamento della disabilità come deficit Approccio alla disabilità come esperienza universale Disabilità come continuum (in una stessa persona, in una popolazione, nel tempo) Disarticolazione dell'impianto categoriale (disabile fisico, psichico, sensoriale,...) Non più tutto o nulla (disabile/non disabile; disabile grave/disabile non grave; autosufficiente/non autosufficiente) Superamento delle distinzione tra disabili e non autosufficienti, tra disabili e anziani nella strutturazione del welfare Superamento dell impostazione centrata sulla sola persona, sulle sue capacità, sulla autonomia/dipendenza 25 USR Lombardia Formazione BES

26 L inclusione nella normativa Art. 3 ed Art. 34 Costituzione Legge 118/71 Legge 517/77 Legge 104/92 DPR 24 febbraio 1994 Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità Linee guida per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009) La via italiana per la scuola interculturale e l integrazione degli alunni stranieri (2007) L. 170/2010 e Raccomandazioni per la pratica clinica definite con il metodo della Consensus Conference, 2007 Linee guida per il diritto allo studio degli alunni con disturbi specifici di apprendimento (allegato al DM 12 luglio 2011) Direttiva MIUR 27/12/2012 C.M. n 8/2013 e Nota Miur n del 27 giugno 2013 Nota MIUR Chiarimenti 26 USR Lombardia Formazione BES

27 Convenzione ONU Ratificata dal Parlamento Italiano in data 24 febbraio 2009 (Legge 3 marzo 2009, n. 18) Ratificata dall Unione Europea in data 23 dicembre 2010 Diritto alla vita indipendente e all inclusione nella società Diritto a un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l arco della vita Diritto al lavoro e all occupazione ( a potersi mantenere con un lavoro scelto o accettato liberamente) Diritto alla partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport 27 USR Lombardia Formazione BES

28 I diritti delle persone con disabilità ( Convenzione ONU) Articolo 9 Accessibilità Articolo 10 Diritto alla vita Articolo 11 situazioni di rischio ed emergenze umanitarie Articolo 12 uguale riconoscimento davanti alla legge Articolo 13 Accesso alla giustizia articolo 14 Libertà e sicurezza Articolo 15 non essere sottoposto a tortura... Articolo 16 non essere sottoposto a sfruttamento, violenza e maltrattamenti Articolo 17 protezione dell'integrità della persona Articolo 18 libertà di movimento e di cittadinanza Articolo 19 vita indipendente e inclusione nella società Articolo 20 mobilità personale Articolo 21 libertà di espressione e opinione e accesso all'informazione Articolo 22 rispetto della vita privata Articolo 23 rispetto del domicilio e della famiglia Articolo 24 Educazione Articolo 25 Salute Articolo 26 abilitazione e riabilitazione Articolo 27 lavoro e occupazione Articolo 28 adeguati livelli di vita e di protezione sociale Articolo 29 partecipazione alla vita politica e pubblica Articolo 30 partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi e allo sport 28 USR Lombardia Formazione BES

29 Linee Guida MIUR ( 2009) Riconoscimento L. 517/77 e L. 104/92 Riconoscimento della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (Legge 18/2009) Riconoscimento/ assunzione del modello bio-psicosociale della disabilità : Il modello ICF prende in considerazione i molteplici aspetti della persona, correlando la condizione di salute e il suo contesto, pervenendo così ad una definizione di disabilità come ad una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. 29 USR Lombardia Formazione BES

30 Alcune conseguenze (dalle Linee Guida Miur) Tutti possono avere difficoltà di interazione con il contesto Intervenendo sul contesto riduco la disfunzionalità (esempio) La scuola deve cominciare a tener conto di questo orientamento ( e la sanità?) 30 USR Lombardia Formazione BES

31 Programmazione scolastica (dalle Linee Guida Miur) Costruzione condivisa del PEI Vietati i laboratori che accolgono più alunni con disabilità Gruppi di lavoro orientati al Progetto di vita Partecipazione di tutti i docenti curricolari Cura della documentazione Cura della continuità 31 USR Lombardia Formazione BES

32 La tutela del diritto alla salute e del diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disabilità 12 luglio 2012 Garantire l integrazione degli interventi per l affermazione del diritto alla salute e all istruzione Applicare progressivamente il modello ICF adeguato alla realtà italiana Favorire iniziative di formazione comune e congiunta per operatori di scuola e sanità 32 USR Lombardia Formazione BES

33 La via italiana all inclusione scolastica (Convegno, Roma 6 dicembre 2012) Il modello italiano di inclusione scolastica è assunto a punto di riferimento in Europa e non solo. L Italia è stata tra i primi paesi a scegliere la via dell integrazione degli alunni con disabilità in scuole e classi regolari Pre anni 60: dall esclusione alla medicalizzazione Anni 60 metà anni 70: dalla medicalizzazione all inserimento Metà anni 70 anni 90: dall inserimento all integrazione Post anni 90: dall integrazione all inclusione Il nostro Paese è ora in grado di considerare le criticità emerse e di valutare la necessità di ripensare alcuni aspetti dell intero sistema. 33 USR Lombardia Formazione BES

34 Direttiva ministeriale sui BES (Dir.M. 27/12/2012) Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Oggi lo scenario è cambiato: bisogna rafforzare il paradigma inclusivo E cambiata anche la definizione di benessere 34 USR Lombardia Formazione BES

35 Conseguenze (D.M. 27/12/2012) La scuola si assume la responsabilità della lettura dei reali bisogni di inclusione La scuola attiva le risorse per l inclusione secondo l approccio della speciale normalità La scuola elabora modelli di inclusione e fa cultura COME? 35 USR Lombardia Formazione BES

36 C.M Ridefinizione dell approccio : dalla certificazione delle disabilità alla inclusione delle diversità Quali sono i BES: aree di svantaggio Il Piano Didattico Personalizzato Azioni a livello di singole Istituzione scolastica Azioni a livello territoriale 36 USR Lombardia Formazione BES

37 Compito dei Consigli di classe o dei teams dei docenti indicare in quali casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni. 37 USR Lombardia Formazione BES

38 Azioni a livello di singola scuola GLH di Istituto = G.L.I. ( Gruppo di lavoro per l inclusione) costituito da: funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, assistenti alla comunicazione e all autonomia, docenti disciplinari con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola 38 USR Lombardia Formazione BES

39 Compiti del G.L.I. 1. rilevazione dei BES presenti nella scuola (tramite i Consigli di classe/ equipe); 2. raccolta e documentazione degli interventi didattico-educativi 3. focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; 4. rilevazione, monitoraggio e VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI INCLUSIVITÀ DELLA SCUOLA; 5. elaborazione di una proposta di PIANO ANNUALE PER L INCLUSIVITÀ riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno). Inserimento nel P.O.F. 39 USR Lombardia Formazione BES

40 Azioni a Livello Territoriale Centri Territoriali di Inclusione La Direttiva e la C.M. affidano un ruolo fondamentale ai Centri Territoriali di Supporto( CTS) = CTI, quali interfaccia fra l Amministrazione e le scuole, e tra le scuole stesse nonché, quali reti di supporto al processo di integrazione, allo sviluppo professionale dei docenti e alla diffusione delle migliori pratiche. Un CTI per ogni provincia (scelta dell USR Lombardia) 40 USR Lombardia Formazione BES

41 Certificazione di Disturbo Specifico di apprendimento (DSA): Nota regionale Nota Regionale Dir. Gen. Sanità del E introdotta una nuova modulistica Dispense, strumenti e flessibilità didattica sono solo suggeriti Si invita chiaramente ad indicare i codici dell ICD10 Si pone una significativa attenzione all area emotivo-relazionale 41 USR Lombardia Formazione BES

42 Documento 42 USR Lombardia Formazione BES

43 43 USR Lombardia Formazione BES

44 44 USR Lombardia Formazione BES

45 Certificazione Istituzione presso le ASL degli elenchi dei soggetti autorizzati a effettuare attività di prima certificazione diagnostica valida ai fini scolastici enti privati devono essere inseriti in elenchi ASL che vengono aggiornati e resi disponibili sul sito ASL entro il 30 settembre di ogni anno l elenco ha valore su tutto il territorio regionale da settembre del 2013 basta un unica firma per la certificazione di un processo diagnostico che è comunque multiprofessionale 45 USR Lombardia Formazione BES

46 Chi fa cosa, come, quando SCUOLA FAMIGLIA SERVIZI Interventi precoci identificazione Attività recupero mirato Persistenti difficoltà Comunicazione della scuola alla famiglia Richiesta di valutazione Iter diagnostico Flessibilità didattica misure dispensative strumenti compensativi > PDP Comunicazione alla famiglia che decide Diagnosi 46 USR Lombardia Formazione BES

47 Tempistica 3 mesi dalla consegna della diagnosi con protocollo della scuola non più tardi del 31 marzo consegna della diagnosi in terza media e in quinta liceo diagnosi da consegnare entro 6 mesi dalla richiesta 47 USR Lombardia Formazione BES

L inclusione nella normativa

L inclusione nella normativa L inclusione nella normativa Art. 3 ed Art. 34 Costituzione Legge 118/71 Legge 517/77 Legge 104/92 DPR 24 febbraio 1994 Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità Linee guida per l integrazione

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