Corso di vela base 1
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- Lamberto Gildo Carnevale
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1 Corso di vela base 1
2 Dispense Corso Base In queste pagine vengono riportate alcune nozioni sulla conduzione di un'imbarcazione a vela a deriva mobile o, pi semplicemente, deriva. Oltre alla pratica in mare e' necessario anche qualche concetto. In questo documento sono riportati i principali. L'imbarcazione La parte anteriore della barca si chiama prua, la parte posteriore poppa, la destra si dice dritta, la sinistra si dice sinistra. La parte dell'imbarcazione rivolta al vento e' detta sopravento, la parte opposta sottovento. La parte immersa dello scafo e' chiamata opera viva, la parte emersa opera morta. La deriva e' la pinna che evita lo scarroccio all'imbarcazione. La deriva e' di legno o materiale plastico ed e' mobile: può essere sollevata o inclinata per diminuire la resistenza all'avanzamento nelle andature portanti. Anche la pala del timone presenta una resistenza allo scarroccio oltre a consentire la direzione dell'imbarcazione. La pala e' fissata allo scafo con gli agugliotti che debbono essere inseriti nelle femminelle. Il timone e' governato con un barra spesso prolungata con uno stick. La distribuzione del peso sull'imbarcazione ha molta importanza. L'equipaggio si tiene generalmente sopravento per contrastare l'azione del vento. In condizioni di vento scarso l'equipaggio si distribuisce per mantenere in assetto l'imbarcazione. In ogni caso il timoniere resta sopravento mentre il prodiere ha il compito di far mantenere l'assetto all'imbarcazione. 2
3 Le vele L'albero ha la funzione di sostenere le vele. L'albero e' sostenuto dalle manovre fisse o dormienti che sono generalmente cavi metallici. L'albero e' sostenuto anteriormente dallo strallo. Lateralmente l'albero e' sostenuto dalle sartie. Le sartie per offrire maggior stabilità sono appoggiate sulle crocette. L'albero attraversa la coperta in un buco detto scassa e si appoggia allo scafo sulla mastra in un punto che spesso, per la forma, prende il nome di bicchiere. Sull'albero e' fissato un braccio orizzontale detto boma. Non tutti gli elementi descritti sono presenti su tutte le derive. Nel caso in cui l albero poggia in coperta e non è passante, al di sotto di esso è sistemato un puntale di acciaio con lo scopo di scaricare le forze in gioco. All'albero sono issate le vele. La vela anteriore e' detta fiocco, la vela posteriore e' detta randa. Gli angoli ed i lati delle vele hanno nomi precisi. L'angolo superiore e' detto penna, l'angolo a pruavia e' detto mura, l'angolo a poppavia e' detto bugna. Il lato tra la mura e la penna e' detto inferitura, il lato tra la penna e la bugna e' detto balumina o caduta, il lato tra la bugna e la mura e' detto base. Le vele hanno una forma tridimensionale che viene realizzata cucendo assieme i ferzi. Le vele sono issate e regolate con le manovre mobili. La drizza e' utilizzata per issare la vela all'albero. La scotta e' utilizzata per la regolazione della vela. Per aiutare le manovre vi sono bozzelli, stopper, strozzascotte e winch (arganelli). 3
4 Il fiocco ha il punto di mura a prua ed e' generalmente murato su un anello a prua da un grillo. Il fiocco e' inferito direttamente nello strallo. La penna e' issata sull'albero dalla drizza. Sulla bugna del fiocco si incocciano le due scotte del fiocco per la sua regolazione. La randa ha il punto di mura nell'angolo tra l'albero ed il boma. Le ralinghe lungo l'inferitura della randa si infilano in una canaletta sull'albero. La drizza della randa issa la penna in testa all'albero. La scotta della randa viene fissata sul boma ed attraversa generalmente diversi bozzelli che hanno lo scopo di demoltiplicare la forza da impegnare sulla scotta. La randa e' irrigidita sulla balumina da una serie di stecche. Il boma e' sostenuto superiormente dalla vela e viene spinto verso il basso dal caricabasso o dal vang. Simile al fiocco ma non inferito sullo strallo e' il gennaker o spinnaker asimmetrico: una vela leggera adatta ad andature con il vento in favore. Si usa in alternativa al fiocco e viene spesso murata sul bompresso. Una vela molto bella e' lo spinnaker (detto spesso anche spi). E' una vela leggera, che offre una superficie velica molto grande, da utilizzare nelle andature portanti ed e' spesso riccamente colorata. Sono necessarie diverse manovre per regolare lo spinnaker. Il tangone e' fissato anteriormente all'albero. E' sostenuto dall'alto e vincolato dal basso. Il punto di mura dello spinnaker e' sull'estremita' del tangone (varea). La regolazione laterale si effettua con il braccio (che e' il nome che prende la scotta in varea). In navigazione Poiche' l'unica forza di propulsione e' quella del vento e' molto importante la rotta che si segue rispetto alla direzione del vento: l'andatura. Quando il vento e l'imbarcazione procedono esattamente nella stessa direzione l'andatura e' detta di poppa o a fil di ruota. Le vele sono stese al massimo per raccogliere il vento. E' anche possibile disporre il fiocco e la randa sui due lati opposti: andatura a farfalla. Stringendo un poco il vento si ha l'andatura di lasco. Le vele sono molto larghe e dallo stesso lato. Quando il lasco e' vicino all'andatura di poppa viene detto gran lasco. Generalmente il lasco e' un'andatura più veloce della poppa e più sicura (non si rischiano strambate... ma lo vedremo piu' avanti!). 4
5 Quando il vento proviene dal traverso l'andatura si dice al traverso! Le vele sono maggiormente raccolte verso il centro della barca per meglio prendere il vento. Se il vento proviene dalla parte anteriore della barca si riesce comunque a procedere. L'andatura controvento e' detta bolina. A differenza delle andature portanti in cui si sfrutta direttamente la spinta del vento sulle vele, nella bolina si sfrutta un effetto aerodinamico analogo a quello delle ali. I filetti d'aria che passano sulla parte convessa esterna hanno maggior velocita' rispetto ai filetti d'aria che passano sulla parte interna della vela e creano un effetto depressivo che spinge la vela in avanti. Le vele sono molto strette e debbono essere ben regolate per ottenere la spinta nella direzione voluta. Quando si procede nella direzione piu' controvento possibile si dice che si fa una bolina stretta. L'angolo rispetto al vento della bolina stretta dipende da molteplici fattori (struttura dell'imbarcazione, qualita' delle vele, forza del vento, presenza di onde, capacita' del timoniere,...) ma generalmente si considera limite un angolo di 45 gradi. Esattamente controvento non e' possibile andare. Pertanto nel settore morto non vi sono andature possibili ed e' necessario bordeggiare di bolina per risalire il vento. Quando si avvicina la prua alla direzione del vento si orza. Quando si allontana la prua dalla direzione del vento si poggia. Per orzare bisogna allontanare il timone da se (se ci si trova sopravento). Per poggiare bisogna avvicinare il timone a se. Le manovre La variazione di andatura comporta la regolazione delle vele. Nelle andature portanti le vele debbono essere maggiormente aperte. Nelle andature controvento le vele invece debbono essere maggiormente strette. La regolazione principale si effettua con le scotte lascando le vele quando si poggia e cazzando le vele quando si orza. Quando si passa da un bordo di bolina a quello opposto si effettua una manovra che prende il nome di virata. Nella virata si parte da una bolina stretta e si orza con decisione. La prua passa nel letto del vento, le vele fileggiano e quindi si passa sul nuovo bordo cazzando la scotta sottovento del fiocco per il prodiere ed invertendo i comandi della scotta randa e del timone per il timoniere. La manovra va eseguita con coordinazione altrimenti non riesce. L'imbarcazione infatti passa nel settore morto in cui procede esattamente contro vento ed e' necessaria la giusta velocita' nell'esecuzione della manovra. Nel caso in cui la manovra non riesca e' necessario poggiare per far nuovamente prendere velocita' alla barca e riprovare. La manovra per passare da un lato all'altro del lasco prende il nome di abbattuta. Quando essa avviene in maniera involontaria, allora si parla di stramabte. Nella abbattuta si parte da un lasco e si poggia con decisione. La poppa passa nel letto del vento, il fiocco passa dolcemente sull'altro bordo ma la randa puo' passare in modo violento. Percio' spesso si aiuta la manovra abbattendo la randa con la mano. Anche al termine della abbattua vanno invertiti i comandi. La manovra va eseguita 5
6 correttamente altrimenti c'e' il rischio che il boma si abbatta violentemente sul lato sottovento colpendo l'equipaggio o causando danni all'imbarcazione.. I nodi Poiche' la regolazione delle vele, l'ormeggio e la maggior parte delle attivita' svolte sulla barca a vela coinvolgono cime e' naturalmente molto importante conoscere bene i principali nodi. Ciascun nodo ha la sua funzione e caratteristica. Un nodo errato rischia di sciogliersi o, peggio, non sciogliersi piu', rendendo pericolosa la manovra. I nodi principali sono: Nodo savoia Nodo parlato Gassa d'amante Nodo piano Nodo cappuccino In realta' i nodi sono moltissimi ed alcuni sono veramente artistici. L'unico modo per imparare a fare i nodi e'... farli! Quindi buon divertimento! I venti I venti prendono un nome diverso a secondo della direzione da cui provengono: la rosa dei venti: Nord: Tramontana Nord-Est: Grecale Est: Levante Sud-Est: Scirocco Sud: Mezzogiorno Sud-Ovest: Libeccio Ovest: Ponente 6
7 Nord-Ovest: Maestrale Ogni zona del mondo ha i propri "venti". Il maestrale in Costa Azzurra prende il nome di Mistral. La tramontana in Adriatico e' nota come Bora.... La velocita' del vento viene misurata in nodi con una scala numerica da 0 a 12: la scala Beaufort. Forza Velocita' Descrizione Calma Bava di vento Brezza leggera Brezza tesa Vento moderato Vento teso Vento fresco Vento forte Burrasca Burrasca forte Tempesta Tempesta violenta 12 >=64 Uragano Il "codice del mare" In mare non vi sono cartelli stradali o semafori. Tuttavia vi sono regole e segnali ben precisi da conoscere e rispettare. La trattazione di tutti questi elementi sarebbe molto lunga e vi sono parecchi libri che la contengono. Alcune norme sono antichissime (l'uomo naviga da millenni e guida solo da un centinaio di anni). Le norme principali sono universalmente accettate ed applicate in tutte le situazioni. Naturalmente qui diamo solo qualche accenno. Una barca che procede a motore deve dare la precedenza, lasciando libera la rotta, ad una barca che procede a vela. Una barca che procede a vela deve dare la precedenza ad una barca che procede a remi. Qualsiasi barca deve dare precedenza ad imbarcazioni che hanno difficolta' di manovra. In porto e dove le acque sono limitate si tiene la destra. Tra due imbarcazioni che procedono a vela ha precedenza quella con le mure a dritta (il vento che proviene da destra). Tra due imbarcazioni che procedono sulle stesse mura, quella sottovento ha la precedenza. La manovra di lasciare libera la rotta deve essere tempestiva e precisa per non lasciare dubbi sulla sua esecuzione. 7
8 Sicurezza Da ultimo un argomento importantissimo: la sicurezza. La sicurezza in mare e' fondamentale. Oltre a dover avere sulla barca tutte le dotazioni di sicurezza (cosa per altro obbligatoria per legge) e' necessario mantenere sempre un comportamento prudente. La pratica della deriva e' sicura se si seguono alcune semplici regole. Indossare sempre il giubbotto salvagente Seguire le indicazioni dell istruttore Navigare in gruppo Rimanere calmi in tutte le circostanze Non abbandonare la barca, neanche in caso di scuffia Verificare il meteo e controllare l'evoluzione del tempo Rispettare le leggi e le regole del mare Non urtare le altre barche, attenti alle dita! Imparare i segnali di pericolo e di allarme Imparare a nuotare bene e non superare i propri limiti Quando pensi che sia il momento di ridurre le vele, non esitare! 8
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