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1 Assicurazioni giornale delle N.9 SETTEMBRE Mario Greco L amministratore delegato Mario Greco procede a grandi passi sulla strada della ristrutturazione del gruppo triestino con l obiettivo di rafforzare il patrimonio. Pronta la vendita della controllata svizzera Bsi e la revisione delle partecipazioni strategiche. Ma anche...

2 XL Group Insurance Per progredire bisogna rischiare, XL è al vostro fianco. Gestire i rischi è il nostro mestiere, da quelli che appartengono al tuo quotidiano a quelli più complessi. Ci rivolgiamo alle medie aziende così come alle grandi multinazionali e siamo presenti in più di 140 paesi in tutto il mondo. Al momento partecipiamo a circa programmi internazionali e siamo leader per il 75 % di questi. Casualty Property Professional Specialty Siamo su misura per te, grandi abbastanza per proteggerti e su cientemente piccoli per rimanere essibili. Contatta il tuo broker o visita il nostro sito, scopri come possiamo aiutarti a sviluppare il tuo business. xlgroup.com/insurance Visitate il nostro stand al Forum FERMA. e MAKE YOUR WORLD GO sono marchi regolarmente depositati appartenenti a XL Group plc. Alcuni prodotti potrebbero non essere disponibili in tutti i Paesi. In ormazioni accertate no al 1 icembre MAKE YOUR WORLD GO

3 no dei temi più soventemente dibattuti e sul quale non esiste ancora una risposta univoca, riguarda il fatto che le quotazioni di Borsa riflettano o meno lo stato di salute di un azienda quotata o di un intero comparto. C è chi sostiene che solitamente gli analisti finanziari sanno anticipare gli andamenti di un settore. E quindi alla crescita di valore borsistico, dovrebbe corrispondere, in un momento successivo, un miglioramento reddituale e patrimoniale delle aziende. Di converso altri ritengono che gli incrementi del valore di Borsa riflettano tardivamente i miglioramenti già realizzati dalla società quotata, pur essendo influenzati dalla visione prospettica dell analista. Se analizziamo l andamento del comparto assicurativo italiano, anche se differente tra le varie società quotate, rileviamo comunque dei messaggi contraddittori. Partendo da un esame storico possiamo constatare che negli esercizi 2004, 2005, 2006 e 2007 i bilanci delle società assicurative operanti in Italia avevano evidenziato utili netti superiori ai 5 miliardi con una punta di milioni nel Nel quadriennio successivo, a eccezione del 2009, i bilanci si sono chiusi per tre volte in perdita con il record negativo di milioni del Gli andamenti borsistici del settore, nel loro complesso, riflettevano questo trend senza particolari anticipazioni o ritardi. La base statistica su cui fare queste considerazioni non è certamente ampia, stante il numero esiguo di società quotate, e gli andamenti sono stati particolarmente ondivaghi per i Gruppi Fonsai e Unipol coinvolti nella grande fusione progettata alla fine del Solo Vittoria Assicurazioni ha manifestato una notevole continuità mettendo a segno costanti progressi sia negli utili di bilancio sia nella capitalizzazione di Borsa. Se esaminiamo l andamento dell ultimo anno, comunque positivo, non si può sicuramente parlare di un significativo balzo delle quotazioni, particolarmente sacrificate negli esercizi successivi al Se fosse vero che gli analisti finanziari sanno anticipare i risultati futuri, alla luce delle quotazioni di Borsa ci si doveva attendere un 2012 con risultati positivi di modesta entità. La realtà invece è stata ben diversa. Nel corso dell assemblea annuale dell Ania, tenutasi a Roma il 2 luglio, il presidente Aldo Minucci ha comunicato alla gremita platea dell Auditorium della musica che le società assicurative operanti in Italia avevano conseguito un utile netto di milioni, distante solo 103 milioni dal record storico del In soldoni una differenza di circa 9 miliardi rispetto al Le quotazioni dei titoli assicurativi, in Piazza Affari, non hanno registrato sensibili variazioni e la notizia di questa svolta è passata quasi inosservata rispetto alle baruffe sulla vice presidenza della Camera e alle esternazioni di Beppe Grillo. Ma cosa ha determinato una così repentina e importante variazione nei bilanci delle imprese assicurative? Non certo lo sviluppo dei premi che, al contrario, hanno palesato una contrazione del 4% rispetto all anno precedente, che già registrava una diminuzione del fatturato complessivo delle imprese. Bensì il ritorno all utile netto di ben milioni nel Vita e di 622 milioni nei Danni. Risultati che per il Vita sono dovuti essenzialmente al riequilibrio dei mercati finanziari, in gravissima difficoltà alla fine del 2011 con lo spread tra titoli di stato italiani e bund che aveva sfiorato a novembre i 600 punti. Nei Danni invece il miglioramento più significativo si è registrato nella Rc auto il cui saldo tecnico migliora di milioni rispetto al Con questi presupposti si apre uno scenario rassicurante per l esercizio in corso. Se è vero infatti che la crescita dell economia reale è ancora negativa, per il settimo trimestre consecutivo, è altrettanto vero che la nuova produzione nel ramo Vita sta evidenziando interessanti tassi di sviluppo. Mentre per i Danni, malgrado la diminuzione delle tariffe Rc auto, determinata da una concorrenza stimolata dai buoni risultati del 2012, i livelli di sinistrosità appaiono ancora tranquillizzanti per le imprese assicuratrici. Bisogna inoltre considerare che Generali hanno avviato una decisa ristrutturazione della propria attività dalla quale dovrebbero derivare significativi miglioramenti rispetto ai risultati del 2012; così come se non si verificheranno interventi delle Authority, la fusione Fonsai-Unipol dovrebbe consentire l evidenziazione di risultati assai migliori di quelli del Questo potrebbe portare alla conclusione che il valore delle aziende assicurative quotate in Borsa non è sovrastimato. l

4 ORGANIZZAZIONE Lavori in corso e vita, dovrebbe attestarsi a 114 miliardi. Il che significa un aumento dell 8,8% rispetto al 2012, quando ci fu un calo del 4,6%, e un incremento dell incidenza sul Pil dal 6,8 al 7,3%. «Le stime per il 2013», si legge nella relazione annuale dell associazione guidata da Aldo Minucci, «indicano che la fase recessiva si protrarrà almeno per tutto il resto dell anno; tuttavia, grazie al miglioramento dei mercati finanziari e borsistici iniziato nella seconda metà del 2012, poi continuato a fasi alterne nei primi sei mesi dell anno corrente, si stima che nel 2013 la raccolta premi complessiva risulterà in crescita dopo due anni consecutivi di calo». Il risultato sarà il frutto principalmente di una ripresa nel settore vita, per cui si prevede una raccolta in aumento del 15%, dopo la Unipol e Generali dovranno completare percorsi di riassetto e ristrutturazioni iniziati da molti mesi ma ancora non giunti a conclusione. La scadenza annunciata è per la fine dell anno, il che significa che nei mesi autunnali i due gruppi dovranno premere con decisione sull acceleratore per evitare di scavallare sul Da sinistra a destra, Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, e Mario Greco, group ceo di Generali. l brusca frenata del 2011 (-18%) e la diminuzione meno sensibile del 2012 (-5,5%). Pro- conclusione. La scadenza annunciata è per ziati da molti mesi ma ancora non giunti a seguirà ancora, invece, la contrazione dei la fine dell anno, il che significa che nei mesi autunnali i due gruppi dovranno preme- rami danni (-3,5%). re con decisione sull acceleratore per evitare di scavallare sul Malgrado i lievi segnali di ripresa, l autunno delle La missione che, sulla carta, sembra presentare più insidie è quella relativa alla fu- compagnie sarà comunque caldo. In particolare per i due big del settore, Unipol e sione Unipol-Fonsai. Il progetto, che ha Generali, che devono entrambi completare mosso i suoi primi passi nel 2011, doveva percorsi di riassetto e ristrutturazioni ini- inizialmente essere chiuso entro il Poi la data, complice anche lo stop dell Ivass, è stata spostata all estate di quest anno, per poi scivolare nuovamente a dicembre Ma per l amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, tutto fila liscio come l olio. La fusione tra Unipol, Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni sta procedendo «sul piano industriale secondo il programma», ha assicurato. Spiegando che dopo il lavoro dell autorità di vigilanza sarà il momento della componente societaria. E a quel punto non dovranno più esserci intoppi, perché «con i mercati che ci sono nel 2013 aspettare oltre un anno per arrivare a una fusione societaria sembra un po anacronistico». Eppure, c è chi è ancora convinto che le nozze, alla fine, non si celebreranno. Secondo Giulia Ligresti, «Mediobanca e Unicredit, così come il management interno di FondiariaSai, guidato e diretto da Mediobanca, erano perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol, mai sanate, e questo ha portato a uno sproporzionato e non giustificato aumento di capitale, funzionale a un operazione di integrazione che con grande probabilità è destinata a naufragare». Affermazioni dure, quelle dell ex presidente di Premafin, che prima dell estate hanno fatto precipitare i titoli delle due società in Borsa e sono immediatamente finite nel mirino della Consob per accertare se ci siano gli estremi dell aggiotaggio. Poco dopo, però, si è mossa anche la procura di Torino, che sta indagando sugli ex vertici di Fonsai, per manipolazione del mercato, falso in prospetto, falso in bilancio e responsabilità amministrativa degli enti. Per tutti a metà luglio sono scattate le manette. I magistrati hanno emesso sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Ligresti, dei suoi tre figli Ionella, Paolo Gioacchino, dei manager Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e di Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. I fatti contestati dagli investigatori riguarderebbero, nello specifico, l occultamento al mercato di un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato danni ad almeno 12 mila risparmiatori. Le misure cautelari, a giudizio dei Pm, si sono rese necessarie sia per le concrete possibilità di fuga, sia per il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. A metà luglio, i magistrati hanno emesso sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Ligresti, dei suoi tre figli Ionella, Paolo Gioacchino, dei manager Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e di Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. I fatti contestati dagli investigatori riguarderebbero, nello specifico, l occultamento al mercato di un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato danni ad almeno 12 mila risparmiatori. È basato esclusivamente sui numeri, invece, lo scetticismo della Cgil, che in un dettagliato studio realizzato dalla Fisac in collaborazione con Isrf Lab ha analizzato tutti gli indicatori economici dei principali gruppi assicurativi quotati in Borsa. Dal lavoro emerge con chiarezza la forte polarizzazione tra Fondiaria Sai (e la controllata Milano assicurazioni) e le altre compagnie. Il sindacato ha preso in esame quattro voci chiave del bilancio: utile ante imposte, utile consolidato, Roe e combined ratio dei rami danni. Su tutti i fronti, il dislivello che separa l ex polo assicurativo della famiglia Ligresti e il resto del settore, compresa Unipol, è impressionante. A fronte di un utile prima delle imposte di 754 milioni registrato nel 2012 dalla compagnia guidata da Cimbri, Fonsai ha chiuso l esercizio con una perdita di 933 milioni e Milano assicurazioni con un buco di 281 milioni. Stesso discorso per l utile consolidato: 469 milioni quello di Unipol, -800 milioni e -216 milioni rispettivamente quelli di Fondiaria e Milano. Risultati che si confrontano anche con una performance del settore, anche per le società dove le cose sono andate meno bene, tutta in crescita. Ma è sulla redditività che la forbice si allarga a dismisura. Il Roe di tutti i gruppi quotati nel 2012 è risultato positivo. Si va dall 1,9% delle Generali, al 13% di Vittoria assicurazioni, al 9,6% di Unipol, fino al 6,3% di Cattolica e al 39,8% di Mediolanum. Passando a Fonsai e Milano le percentuali vanno a picco. La prima ha chiuso l esercizio 2012 con un Roe in calo del 27,5%. Ancora peggio ha fatto Milano assicurazioni, che ha archiviato l anno con una percentuale negativa del 32,6%. Le cose non vanno meglio nel settore danni. Dopo le difficoltà degli anni passati, tutti i gruppi sono riusciti a far scendere il rapporto tra premi e costo dei sinistri ben al di sotto della soglia critica del 100%. Si va dal 93,2% di Vittoria e il 94,2% di Unipol fino al 95,2% di Generali Italia e il 95,7% di Cattolica assicurazioni. Malgrado una lieve discesa rispetto al 2011, reste invece ben ancorato al di sopra della soglia il combined ratio di FondiariaSai, che nel 2012 si è attestato a quota 105,4%, e quello di Milano, che ha chiuso a 107,1%. Secondo il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, «nell operazione Fonsai non c è solo l idea di aumentare l influenza sul mercato, diventando più grandi e più efficienti, ma anche di creare le condizioni perché l attività possa ampliare i suoi contributi di sostenibilità, per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza ma anche di maggiore efficacia sociale». l giornale delle Assicurazioni DIRETTORE RESPONSABILE scullica@newspapermilano.it Andrea Tomistico Franco Leone Fabio Sgroi Sergio Cuti Matteo De Angelis Roberto Amaglio Roberto Bagnoli Matteo Stelvio Luca Silvestrini Franco Marelli Mentre si aprono spiragli di ripresa per il settore, i principali gruppi assicurativi italiani nei prossimi mesi saranno impegnati a chiudere importanti processi di ristrutturazione e consolidamento. Per il Leone di Trieste parte la riorganizzazione interna. Mentre la compagnia bolognese dovrà concludere il lungo percorso della fusione con Fonsai che la trasformerà nel secondo player nazionale. è chi guarda con ottimismo ai prossimi mesi. Secondo l Ania la raccolta complessiva premi nel 2013, considerando l aggregato di danni Roberto Bagnoli Luciano Fumagalli Luciano Fumagalli Luca Silvestrini Luciano Fumagalli Matteo De Angelis l Compagnie nel mondo Agenti Broker Aiba Aipai Il punto COORDINAMENTO REDAZIONALE montagna@newspapermilano.it GRAFICA (Caposervizio) assi@newspapermilano.it belgiovine@newspapermilano.it pentrelli@newspapermilano.it SEGRETERIA DI REDAZIONE assicurazioni@newspapermilano.it Fax HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Mario Lombardo (lombmario@gmail.com), Roberto Amaglio, Roberto Bagnoli, Filippo Cucuccio, Sergio Cuti, Matteo De Angelis, Alfonso Del Sorbo,, Martino S. Duane, Hans Feyen, Luciano Fumagalli, Franco Leone, Franco Marelli, Carlo Marietti, Alberto Mazza, Luca Silvestrini, Fabio Sgroi, Matteo Stelvio, Carlo Storchi, Andrea Tomistico, Paolo Vinci. REDAZIONE: via G. Negri 4, Milano Tel Fax AMMINISTRAZIONE E SEDE LEGALE: via G. Negri 4, Milano. CONCESSIONARIA ESCLUSIVA ARCUS MULTIMEDIA: Milano: tel , fax DISTRIBUZIONE PER L ITALIA: PRESS-DI s.r.l. - Via Trentacoste Milano. NUMERI ARRETRATI: Il triplo del prezzo di copertina attuale al momento dell ordine. Modalità di pagamento: bonifico bancario ricevimento fattura. Inviare l ordine via fax al n. 02/ oppure inviando una mail all indirizzo: collez@newspapermilano.it specificando il proprio nome, indirizzo e i numeri richiesti. Non si effettuano spedizioni in contrassegno. 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6 ORGANIZZAZIONE Lavori in corso Mentre si aprono spiragli di ripresa per il settore, i principali gruppi assicurativi italiani nei prossimi mesi saranno impegnati a chiudere importanti processi di ristrutturazione e consolidamento. Per il Leone di Trieste parte la riorganizzazione interna. Mentre la compagnia bolognese dovrà concludere il lungo percorso della fusione con Fonsai che la trasformerà nel secondo player nazionale. è chi guarda con ottimismo ai prossimi mesi. Secondo l Ania la raccolta complessiva premi nel 2013, considerando l aggregato di danni e vita, dovrebbe attestarsi a 114 miliardi. Il che significa un aumento dell 8,8% rispetto al 2012, quando ci fu un calo del 4,6%, e un incremento dell incidenza sul Pil dal 6,8 al 7,3%. «Le stime per il 2013», si legge nella relazione annuale dell associazione guidata da Aldo Minucci, «indicano che la fase recessiva si protrarrà almeno per tutto il resto dell anno; tuttavia, grazie al miglioramento dei mercati finanziari e borsistici iniziato nella seconda metà del 2012, poi continuato a fasi alterne nei primi sei mesi dell anno corrente, si stima che nel 2013 la raccolta premi complessiva risulterà in crescita dopo due anni consecutivi di calo». Il risultato sarà il frutto principalmente di una ripresa nel settore vita, per cui si prevede una raccolta in aumento del 15%, dopo la brusca frenata del 2011 (-18%) e la diminuzione meno sensibile del 2012 (-5,5%). Proseguirà ancora, invece, la contrazione dei rami danni (-3,5%). Malgrado i lievi segnali di ripresa, l autunno delle compagnie sarà comunque caldo. In particolare per i due big del settore, Unipol e Generali, che devono entrambi completare percorsi di riassetto e ristrutturazioni iniziati da molti mesi ma ancora non giunti a conclusione. La scadenza annunciata è per la fine dell anno, il che significa che nei mesi autunnali i due gruppi dovranno premere con decisione sull acceleratore per evitare di scavallare sul La missione che, sulla carta, sembra presentare più insidie è quella relativa alla fusione Unipol-Fonsai. Il progetto, che ha mosso i suoi primi passi nel 2011, doveva inizialmente essere chiuso entro il Unipol e Generali dovranno completare percorsi di riassetto e ristrutturazioni iniziati da molti mesi ma ancora non giunti a conclusione. La scadenza annunciata è per la fine dell anno, il che significa che nei mesi autunnali i due gruppi dovranno premere con decisione sull acceleratore per evitare di scavallare sul Da sinistra a destra, Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, e Mario Greco, group ceo di Generali. l

7 Poi la data, complice anche lo stop dell Ivass, è stata spostata all estate di quest anno, per poi scivolare nuovamente a dicembre Ma per l amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, tutto fila liscio come l olio. La fusione tra Unipol, Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni sta procedendo «sul piano industriale secondo il programma», ha assicurato. Spiegando che dopo il lavoro dell autorità di vigilanza sarà il momento della componente societaria. E a quel punto non dovranno più esserci intoppi, perché «con i mercati che ci sono nel 2013 aspettare oltre un anno per arrivare a una fusione societaria sembra un po anacronistico». Eppure, c è chi è ancora convinto che le nozze, alla fine, non si celebreranno. Secondo Giulia Ligresti, «Mediobanca e Unicredit, così come il management interno di FondiariaSai, guidato e diretto da Mediobanca, erano perfettamente a conoscenza delle criticità patrimoniali di Unipol, mai sanate, e questo ha portato a uno sproporzionato e non giustificato aumento di capitale, funzionale a un operazione di integrazione che con grande probabilità è destinata a naufragare». Affermazioni dure, quelle dell ex presidente di Premafin, che prima dell estate hanno fatto precipitare i titoli delle due società in Borsa e sono immediatamente finite nel mirino della Consob per accertare se ci siano gli estremi dell aggiotaggio. Poco dopo, però, si è mossa anche la procura di Torino, che sta indagando sugli ex vertici di Fonsai, per manipolazione del mercato, falso in prospetto, falso in bilancio e responsabilità amministrativa degli enti. Per tutti a metà luglio sono scattate le manette. I magistrati hanno emesso sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Ligresti, dei suoi tre figli Ionella, Giulia, Paolo Gioacchino, dei manager Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e di Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. I fatti contestati dagli investigatori riguarderebbero, nello specifico, l occultamento al mercato di un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato danni ad almeno 12 mila risparmiatori. Le misure cautelari, a giudizio dei Pm, si sono rese necessarie sia per le concrete possibilità di fuga, sia per il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio. A metà luglio, i magistrati hanno emesso sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Salvatore Ligresti, dei suoi tre figli Ionella, Giulia, Paolo Gioacchino, dei manager Emanuele Erbetta e Fausto Marchionni, ex amministratori delegati di Fonsai, e di Antonio Talarico, ex vicepresidente della società. I fatti contestati dagli investigatori riguarderebbero, nello specifico, l occultamento al mercato di un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni, la cui mancata comunicazione avrebbe provocato danni ad almeno 12 mila risparmiatori. È basato esclusivamente sui numeri, invece, lo scetticismo della Cgil, che in un dettagliato studio realizzato dalla Fisac in collaborazione con Isrf Lab ha analizzato tutti gli indicatori economici dei principali gruppi assicurativi quotati in Borsa. Dal lavoro emerge con chiarezza la forte polarizzazione tra Fondiaria Sai (e la controllata Milano assicurazioni) e le altre compagnie. Il sindacato ha preso in esame quattro voci chiave del bilancio: utile ante imposte, utile consolidato, Roe e combined ratio dei rami danni. Su tutti i fronti, il dislivello che separa l ex polo assicurativo della famiglia Ligresti e il resto del settore, compresa Unipol, è impressionante. A fronte di un utile prima delle imposte di 754 milioni registrato nel 2012 dalla compagnia guidata da Cimbri, Fonsai ha chiuso l esercizio con una perdita di 933 milioni e Milano assicurazioni con un buco di 281 milioni. Stesso discorso per l utile consolidato: 469 milioni quello di Unipol, -800 milioni e -216 milioni rispettivamente quelli di Fondiaria e Milano. Risultati che si confrontano anche con una performance del settore, anche per le società dove le cose sono andate meno bene, tutta in crescita. Ma è sulla redditività che la forbice si allarga a dismisura. Il Roe di tutti i gruppi quotati nel 2012 è risultato positivo. Si va dall 1,9% delle Generali, al 13% di Vittoria assicurazioni, al 9,6% di Unipol, fino al 6,3% di Cattolica e al 39,8% di Mediolanum. Passando a Fonsai e Milano le percentuali vanno a picco. La prima ha chiuso l esercizio 2012 con un Roe in calo del 27,5%. Ancora peggio ha fatto Milano assicurazioni, che ha archiviato l anno con una percentuale negativa del 32,6%. Le cose non vanno meglio nel settore danni. Dopo le difficoltà degli anni passati, tutti i gruppi sono riusciti a far scendere il rapporto tra premi e costo dei sinistri ben al di sotto della soglia critica del 100%. Si va dal 93,2% di Vittoria e il 94,2% di Unipol fino al 95,2% di Generali Italia e il 95,7% di Cattolica assicurazioni. Malgrado una lieve discesa rispetto al 2011, reste invece ben ancorato al di sopra della soglia il combined ratio di FondiariaSai, che nel 2012 si è attestato a quota 105,4%, e quello di Milano, che ha chiuso a 107,1%. Secondo il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, «nell operazione Fonsai non c è solo l idea di aumentare l influenza sul mercato, diventando più grandi e più efficienti, ma anche di creare le condizioni perché l attività possa ampliare i suoi contributi di sostenibilità, per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza ma anche di maggiore efficacia sociale». l

8 Il primo cda di Generalitalia ha nominato la squadra di comando e assegnato le prime cariche direttive. La presidenza è stata assegnata a Sergio Balbinot (a fianco), coadiuvato dal vicepresidente Alberto Minali (il cfo di Generali). Numeri che la dicono lunga sulle difficoltà che la compagnia bolognese avrà nel riuscire a produrre valore dall integrazione. Ma che non trovano invece riscontro negli obiettivi fissati dal piano industriale di Unipol, che al 2015 vede un utile post fusione a 970 milioni, premi diretti danni a circa 10,5 miliardi (in calo del 2%), premi diretti vita a 7,1 miliardi (in aumento del 3,3%) e, soprattutto un combined ratio al 93% e un margine di solvibilità al 150%. Unipol prevede che nel medio termine le nozze potranno generare sinergie per 335 milioni, derivanti principalmente da un recupero di redditività. Non solo. Secondo il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, «nell operazione Fonsai non c è solo l idea di aumentare l influenza sul mercato, diventando più grandi e più efficienti, ma anche di creare le condizioni perché l attività possa ampliare i suoi contributi di sostenibilità, per raggiungere obiettivi di maggiore efficienza ma anche di maggiore efficacia sociale». Tra i tasselli che saranno necessari per chiudere la partita c è anche la cessione degli asset prevista dalle condizioni imposte dall Antitrust per il via libera. Il termine ultimo è il Ma il gruppo conta di risolvere la questione con un po di anticipo. «Contiamo di chiudere entro l autunno», ha detto Cimbri. La vendita riguarda una quota di premi di 1,7 miliardi in gran parte riferibili a Milano assicurazioni. Secondo alcune stime riportate dal Sole 24 Ore, considerando un valore di 0,3-0,5 volte la raccolta, si dovrebbe arrivare a un incasso tra i 500 e gli 800 milioni. Prima dell estate la compagnia ha anche sgombrato il campo da ulteriori intoppi, decidendo di rinunciare all annunciato ricorso al Tar contro la delibera dell Antitrust. L autunno si preannuncia focoso anche per le Generali, che entro l anno dovranno portare a termine il grande progetto di riassetto messo in campo dall amministratore delegato Mario Greco. I riflettori sono puntati innanzitutto su Generalitalia, la subholding in cui sono confluite tutte le attività italiane del gruppo. Il colosso da oltre 13 miliardi di premi a regime e 100 miliardi di attivi ha già iniziato la fase di rodaggio prima dell estate. A luglio si è infatti tenuto il prima cda della compagnia che ha nominato la squadra di comando e assegnato le prime direttive. Sotto la presidenza di Sergio Balbinot e la vicepresidenza di Alberto Minali (il cfo di Generali) il consiglio di amministrazione ha conferito le deleghe a Raffaele Agrusti, che probabilmente resterà in sella fino al termine dell operazione, per completare l aggregazione dei marchi attraverso il conferimento nella controllata Ina Assitalia del ramo d azienda direzione per l Italia, che comprende le compagnie Alleanza, Genertel, Fata, Genertellife, Banca Generali, Generali Properties e Genagricola. Alla guida operativa del progetto è stato chiamato un giovane manager di McKinsey, Marco Sesana. Mentre alla direzione finanziaria andrà Stefano Meroi. Il nuovo colosso assicurativo, su cui il Leone ha investito 300 milioni, avrà A luglio si è tenuto il primo cda di Generalitalia che ha nominato la squadra di comando e assegnato le prime direttive. Sotto la presidenza di Sergio Balbinot e la vicepresidenza del il cfo di Generali Alberto Minali (a fianco) il cda ha conferito le deleghe a Raffaele Agrusti, che probabilmente resterà in sella fino al termine dell operazione, per completare l aggregazione dei marchi attraverso il conferimento nella controllata Ina Assitalia del ramo d azienda direzione per l Italia. una base di 10 milioni di clienti, 9 mila dipendenti e una rete di vendita sul territorio di circa 3 mila agenti. Si tratta, in sostanza, del 36% del risultato operativo dell intero gruppo e del 25% dei premi totali. Dopo la prima fase, nell ultimo trimestre del 2013 l aggregazione proseguirà con l incorporazione delle attività che fanno capo ai marchi Toro, Lloyd Italico e Augusta. Non appena l integrazione diverrà pienamente operativa, Generalitalia finirà subito sotto la lente dell Ivass, che non vuole sorprese. Ma l attenzione del mercato è puntata anche sul corposo programma di dismissioni avviato da Greco per ridefinire il perimetro del gruppo attraverso una focalizzazione sulle attività core del gruppo. L ottica è quella su cui si sta muovendo anche Mediobanca. Ovvero lasciarsi alle spalle la logica della società di partecipazioni e concentrare tutte le risorse sugli asset strategici, con l obiettivo di ridurre i costi e aumentare la redditività. Risponde allo stesso principio la volontà di accorciare la catena di comando, accentrando tutto il potere nel group management committee creato lo scorso autunno. Sul programma di cessioni, che complessivamente vale 4 miliardi e in teoria dovrebbe essere completato entro il 2015, Greco si è mosso a testa bassa. Lo scorso settembre è stata ceduta l israeliana Migdal per 705 milioni, praticamente senza plusvalenza; poi è stata la volta della quota del 12% in Banca Generali (mantenendo il controllo del 51%), con un incasso di 185 milioni di cui 145 di guadagno. A giugno (ma il closing dell operazione è previsto per il 30 settembre) sono state vendute tutte le attività negli Usa, per un valore di circa 700 milioni (150 di plusvalenza). L ultima mossa riguarda le partecipazioni di minoranza in Messico, da cui Greco ha ricavato 650 milioni di incasso e una super plusvalenza di 500 milioni. Al momento il programma di cessioni è già a quota 2,2 miliardi. Un bottino che ha permesso alle Generali di migliorare di 4 punti percentuali (al 145%) l indice Solvency 1. La prossima tappa riguarda la controllata luganese Bsi, nata come banca della svizzera italiana e poi diventata col tempo un gruppo internazionale conosciuto anche in estremo Oriente. Al punto che tra i candidati all acquisto ci sarebbe anche il colosso bancario cinese Icbc. L impatto della cessione, il valore della controllata iscritto a bilancio è di 1,8 miliardi, dovrebbe permettere al gruppo di far balzare il solvency ratio ancora più in alto, di punti. l

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10 STRATEGIE La cura dimagrante di Generali Dopo la cessione degli asset americani il gruppo punta a chiudere la dismissione della banca elvetica entro fine anno per anticipare il target dei 4 miliardi e rafforzare il patrimonio. arola d ordine, fare cassa. Dopo la pausa estiva, il Leone triestino è pronto a riaccendere i motori per riprendere la strada delle dismissioni, che punta a un incasso complessivo di oltre 4 miliardi entro il Archiviata la cessione delle attività americane, l obiettivo delle Generali è ora la vendita della controllata svizzera Bsi. Ma anche la diluizione di Mediobanca, che in qualità di azionista di maggioranza ha annunciato di voler ridurre del 3% la propria partecipazione nella compagnia assicurativa, potrebbe aprire diversi scenari con l ingresso di un nuovo socio. Di fatto, con la firma dell affare americano, il gruppo di Trieste ha già raggiunto quasi il 40% del proprio target: l accordo sottoscritto lo scorso giugno con Scor per la vendita del 100% di Generali Us Holdings ha infatti un valore complessivo di 920 milioni di dollari e già nei primi giorni dall annuncio del contratto ha fruttato una plusvalenza di 150 milioni di euro. Cifra che, ovviamente, ha poi scontato l andamento di Borsa del periodo estivo, e che deve ancora incorporare il closing definitivo dell operazione, previsto per fine mese. In altre parole, con la controllata Usa, il totale delle cessioni finora realizzate dall amministratore delegato della compagnia assicurativa triestina, Mario Greco, raggiunge quota 1,6 miliardi di euro. La cifra, che include la vendita dell israeliana Migdal e del 12% di Banca Generali, ha ottenuto il plauso di analisti e case d affari. A cominciare da Bank of America Merrill Lynch, che ha ribadito il suo giudizio buy sul titolo proprio grazie a «un controvalore dell operazione americana superiore alle attese». Ma ancora più importante potrebbe essere la partita svizzera, per- ché stando alla valutazione degli esperti di Trieste, la controllata elvetica Bsi varrebbe fino a 2 miliardi di euro, cifra che praticamente potrebbe consentire alle Generali di centrare il target dei 4 miliardi anche in largo anticipo rispetto al previsto. Se il buongiorno si vede dal mattino certamente l operazione americana fa sperare il gruppo triestino per l intero bottino che potrebbe arrivare dalla partita delle cessioni. Come detto, la vendita degli asset Usa ha fruttato più del previsto (la valutazione di Bank of America era intorno ai 550 milioni di dollari): il Leone incasserà quasi un miliardo di dollari grazie alla cessione in contanti del 100% di Generali Us holdings e delle sue controllate per 780 milioni - pari a 750 milioni più la variazione stimata del patrimonio netto nel periodo tra l annuncio e la chiusura dell operazione - e dall ulteriore beneficio previsto di 140 milioni per il rilascio di garanzie in seguito al ritiro del business. «Il tutto», come sottolineato da una nota ufficiale della compagnia, «si tradurrà in una plusvalenza, al netto delle tasse attesa, di circa 150 milioni di dollari a livello consolidato, rafforzando ulteriormente il profilo di liquidità con un miglioramento di circa un punto percentuale sull indice Solvency 1», vale a dire sui requisiti patrimoniali del gruppo. L obiettivo è duplice: fare cassa uscendo dal business no core e ottimizzare l allocazione del capitale. In un simile quadro, per dirla con le parole di Greco, la cessione dell asset Usa «è un ulteriore passo avanti nella trasformazione del gruppo e nella realizzazione dell obiettivo di rifocalizzarsi sul core business assicurativo». Questa decisione ricalca le strategie del principale azionista del Leone. Non è un caso, infatti, che il ritorno alle origini coincida con il piano di riassetto di Mediobanca. Proprio a fine giugno, il consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia ha infatti inserito nel piano triennale l obiettivo di scendere al 10% delle Generali al ritmo dell 1% all anno e di dismettere gran parte delle sue partecipazioni no core. Stessa strategia industriale, dunque, che mira a rafforzare il core business per arrivare ad aumentare il cosiddetto Rote (return on tangible equity: indicatore che misura la redditività operativa di una banca), portandolo dal 9% a oltre il 12%. Ovviamente, le Generali continueranno a rappresentare comunque l investimento di portafoglio più rilevante per la banca d affari milanese. Tuttavia, le regole di Basilea 3 sui rapporti tra istituti di credito e compagnie di assicurazioni stanno andando nella direzione di un ridimensionamento degli impieghi di capitale. Ecco perché Mediobanca cercherà comunque di gestire al meglio la riduzione della sua partecipazione, tentando di sfruttare il momento migliore per il realizzo, compatibilmente con l andamento del mercato. Ma che fine farà la quota di Piazzetta Cuccia? La domanda è tutt altro che irrilevante visto che quel 3% del Leone potrebbe non finire sul mercato. La vendita da parte di Medio- l

11 La resa dei conti al vertice di Generali ha visto la vittoria del group ceo Mario Greco, che ha ricevuto l incarico dal cda di trovare un sostituto del suo rivale, Mario Agrusti, anche prima della scadenza del suo mandato (primavera 2014). A fianco, una fase dell assemblea di Generali dello scorso luglio; Greco è seduto tra il presidente del gruppo, Gabriele Galateri di Genola (a sinistra) e il cfo Alberto Minali (a destra). banca non è detto che segua per forza le vie ordinarie. L amministratore delegato della banca d affari, Alberto Nagel, è stato molto chiaro: «l acquirente potrebbe essere un fondo sovrano che esprima un area ad alta crescita come l Asia». Dopo tutto, l individuazione di un nuovo socio aiuterebbe sicuramente lo sviluppo della compagnia assicurativa, e a dirla con le parole di Nagel «è una scelta che deve essere fatta per aumentare il valore e aiutare la stessa Generali». In attesa di capire se e quale sarà in futuro il nuovo socio della compagnia, la vendita della controllata Bsi sarà la priorità dei prossimi mesi. Si tratta di un dossier particolarmente caldo perché, come detto, Trieste non ha nessuna intenzione di fare sconti e per la Banca della Svizzera Italiana avrebbe chiesto una cifra intorno ai 2 miliardi di euro. Le offerte per il gruppo di Lugano non mancano: prima dell estate erano già scesi in pista il colosso bancario cinese Icbc, la brasiliana Safra e l iberica Bankinter in cordata con il fondo di private equity Apollo. E, sebbene quest ultima sia data per vincente, l ingresso in campo di un pezzo da novanta come l istituto portoghese Banco Espírito Santo ha poi riaperto la partita. Si tratta di due gruppi di primo piano, legati alle famiglie più ricche di Portogallo e Spagna ed entrambi già ben connessi con la finanza italiana. Il Banco Espirito Santo, quotato a Lisbona con una capitalizzazione di 3,2 miliardi, è controllato dalla famiglia omonima, in passato molto vicina agli Agnelli tanto che anni fa Ifil aveva una partecipazione nella holding dei banchieri portoghesi. Inoltre, il presidente Ricardo do Espírito Santo Silva Salgado ha anche una piccola banca privata a Losanna e gestisce diversi asset a livello internazionale. Il Bankinter è stato invece fondato dalla famiglia Botín, casata di banchieri che spicca per i fortissimi legami con i salotti buoni italiani Senza contare che Emilio Botín è stato l artefice della cessione di Antonveneta a Mps, mentre la figlia Ana è stata nel consiglio di amministrazione di Generali. Come detto, però, tutto si gioca sul prezzo. E la trattativa non si preannuncia facile, perché nonostante il forte interesse per l asset elvetico, le offerte dei pretendenti giunte sul tavolo degli advisor Mediobanca e Jp Morgan sarebbero nettamente inferiori. Ragion per cui i tempi dell operazione potrebbero allungarsi arrivando a fine anno. In ogni caso si tratta di un dossier strategico per le Generali, soprattutto per rafforzare i requisiti patrimoniali del gruppo: indipendentemente dal prezzo finale, infatti, secondo gli esperti la cessione dovrebbe avere un impatto positivo sul Solvency ratio fino a 12 punti base. La parte più succulenta dell asset svizzero è, comunque, quella relativa alle attività del private banking, che sono in forte crescita anche in Asia. In un simile quadro va poi tenuta in considerazione la recente resa dei conti al vertice della compagnia che ha visto uscire Greco più forte di prima. Alla fine, lo scontro tra il ceo di Trieste e l ex direttore finanziario appena nominato al vertice di Generali Italia, Raffaele Agrusti, ha portato all uscita di scena di quest ultimo. Il consiglio di amministrazione del gruppo, riunitosi lo scorso 5 luglio ha infatti ratificato la decisione già presa dal board di Generali Italia di nominare amministratore delegato l attuale country manager per l Italia. Ma allo stesso tempo ha dato mandato a Greco di trovare un sostituto di Agrusti, anche prima della scadenza del suo mandato, nella primavera del La decisione è stata presa alla fine di una lunga e complicata trattativa tra le parti nel corso della quale avrebbe prevalso il pressing a favore di Greco da parte di alcuni soci forti come Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Francesco Gaetano Caltagirone. Al posto di Agrusti, secondo le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, potrebbe arrivare Piermario Motta, attualmente amministratore delegato di Banca Generali. Proprio questo autunno, infatti, scadrà il lock up sulla quota del 51,5% ancora detenuta dal Leone dopo il collocamento del 12% dello scorso aprile. Dallo scorso gennaio, il gruppo triestino starebbe provando a cedere il controllo della banca, ma alle attuali valutazioni di mercato nessuno dei soggetti interessati sarebbe disponibile ad avanzare un offerta. Ecco perché è molto probabile che in autunno Generali collochi un altro 21%, scendendo così a quota 29,9%. l

12 BUSINESS Situazione e prospettive del settore Lo ha affermato Aldo Minucci all assemblea annuale dell Ania. Decisivo il calo dei sinistri auto, dovuto però al decremento dei veicoli circolanti. Per innescare il circolo virtuoso, ha evidenziato il presidente dell'associazione di rappresentanza delle compagnie occorrono interventi strutturali. Primo fra tutti, un efficace lotta alle frodi. opo anni di perdite, l industria italiana delle polizze è ritornata a un risultato positivo, grazie soprattutto al calo degli incidenti, tanto che le tariffe hanno cominciato a scendere. Per arrivare a una ripresa duratura, però, secondo le compagnie bisogna intervenire sui problemi strutturali del settore, a cominciare da quelli che riguardano la rc auto. All assemblea annuale dell Ania il presidente Aldo Minucci ha fatto il punto sulla situazione e le prospettive del settore. Il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha annunciato un apertura su un punto molto importante per gli assicuratori, quello della scatola nera. Anziché prevedere per le imprese assicuratrici l obbligo di offrire polizze basate su questo dispositivo, ha detto Zanonato, in prospettiva si potrebbe prevederne l installazione di serie su tutte le vetture, come sostenuto dagli assicuratori. Una scelta politica, questa, che secondo Salvatore Rossi, presidente dell Ivass, avrebbe anche «una logica economica». Secondo Minucci, nel 2012 le compagnie hanno continuato a scommettere sul sistema Italia. «A differenza di quello che hanno fatto importanti investitori esteri, non solo non hanno diminuito la quota di titoli governativi italiani nei loro portafogli, ma l hanno addirittura incrementata», sottolinea il presidente dell Ania. «Tra il 2008 e il 2012, infatti, è passata dal 33% al 50%. Attualmente, gli investimenti delle imprese assicuratrici coprono circa l 11% del debito pubblico italiano, quasi 220 miliardi di euro. Le compagnie hanno continuato a riconoscere una redditività significativa ai risparmi loro affidati, e anche per questo le gestioni separate non hanno mai registrato apprezzabili deflussi. Dopo una perdita cumulata di 4,4 miliardi di euro nel biennio , le imprese hanno registrato nello scorso esercizio un utile netto di 5,8 miliardi di euro», spiega Minucci, «al risultato complessivo ha contribuito l utile dei rami danni, pari a 600 milioni, determinato dal calo del costo dei sinistri, conseguenza soprattutto della riduzione della circolazione dei veicoli. È un consuntivo da valutare con favore, ma che è il risultato di scelte finanziarie coraggiose e di fattori congiunturali. Serve un ritorno a condizioni strutturali di redditività: la nostra operatività è appesantita da un eccesso di vincoli e adempimenti che incidono però pesantemente sui costi di gestione. È indispensabile una riflessione comune con l autorità di vigilanza per arrivare a una profonda rivisitazione del quadro regolamentare». In Italia la Rc auto riguarda oltre 41,5 milioni di veicoli. «La somma complessivamente spesa dagli assicurati nel 2012, tasse escluse, è stata pari a 18,5 miliardi di euro», dice il presidente dell Ania, «in media circa 450 euro per polizza: se si aggiungono gli oneri fiscali e parafiscali, il prezzo medio è stato pari a 560 euro. Dal 1994, cioè da quando le tariffe sono state liberalizzate, è aumentato in termini nominali del 63%, rispetto al +56% dell inflazione generale. Dal settembre 2012 al maggio scorso, il prezzo medio delle coperture, incluse le tasse, è sceso di circa il 6%, da 560 a 525 euro, che, moltiplicato per il numero dei veicoli assicurati, determina una riduzione complessiva dei premi pari a 1,5 miliardi. L andamento tecnico positivo è soprattutto l effetto della crisi economica e delle tensioni sui prezzi dei carburanti, che hanno determinato una forte riduzione della circolazione e un significativo calo nel numero dei sinistri. Sono aspetti congiunturali destinati, probabilmente, ad attenuarsi con l uscita dalla crisi, che tutti ci auguriamo. La componente fondamentale che incide sul livello dei prezzi», prosegue Minucci, «non è la presunta bassa concorrenza, ma il co- l

13 «Dopo una perdita cumulata di 4,4 miliardi di euro nel biennio , le imprese hanno registrato nello scorso esercizio un utile netto di 5,8 miliardi di euro», ha sostenuto Aldo Minucci, presidente dell'ania, all'assemblea annuale dell'associazione. L altro fenomeno che pesa sulle tariffe Rc auto è rappresentato dalle frodi. «Un azione efficace di contrasto va sviluppata su quattro linee d intervento», sostiene il presidente dell Ania: «in primo luogo l Ivass dosto dei sinistri. I diversi criteri di riconoscimento e risarcimento dei danni alla persona e l anomala diffusione delle frodi assicurative. È su queste cause strutturali, pertanto, che occorre intervenire. Basterebbero poche, mirate misure per ottenere risultati sostanziali. Alcune di esse sono realizzabili immediatamente, senza ulteriori interventi normativi». Si avvertono intanto i primi effetti positivi delle norme che nel 2012 hanno previsto l accertamento strumentale per la risarcibilità dei danni fisici lievi. Il punto critico è rappresentato invece dalla tabella, attesa da sette anni, che stabilisce i valori di risarcimento per i gravi danni alla persona, tra i dieci e i cento punti d invalidità. «L obiettivo della disposizione, giunta al vaglio definitivo del consiglio dei ministri», spiega Minucci, «è garantire certezza e uniformità valutativa al risarcimento delle vittime e contemperare l equità dei risarcimenti con costi assicurativi sostenibili per la comunità. I valori della tabella italiana, qualora approvati, continuerebbero a rimanere di gran lunga i più elevati in Europa; a parità di tipologia e grado di invalidità, inoltre, per un infortunio sul lavoro l Inail risarcisce meno della metà di quanto previsto per gli incidenti stradali. Il varo del provvedimento determinerebbe un ulteriore, immediata riduzione dei prezzi fra il 3% e il 5%; per l intero mercato assicurativo nazionale; il risparmio sarebbe dell ordine di 1 miliardo, la metà dell importo della prima rata dell Imu recentemente sospesa. Spetta al governo l approvazione della tabella: noi abbiamo il dovere di sottolineare l urgenza di questa decisione, che la politica deve prendere se vuole immediatamente incidere sui prezzi Rc auto». vrebbe svolgere un ruolo d impulso e iniziativa a supporto dell attività investigativa; va incentivato il risarcimento in forma specifica, che permetterebbe di colpire alla radice comportamenti collusivi e fraudolenti. Tutte le nuove autovetture, inoltre, dovrebbero essere dotate di serie della scatola nera che, consentendo di monitorare gli effettivi comportamenti alla guida, può determinare una significativa diminuzione dei sinistri. Non possiamo, invece, condividere l imposizione in capo alle imprese di un obbligo di avere, nella propria offerta, prodotti con scatola nera: sarebbe contrario al quadro normativo comunitario e avrebbe l effetto indesiderato di imporre costi aggiuntivi alle imprese e, indirettamente, agli assicurati. Occorrerebbe, infine, introdurre un termine di decadenza più stringente rispetto agli attuali due anni per la presentazione della richiesta di risarcimento. Tre mesi ci sembrano sufficienti per garantire un tempo congruo agli assicurati, e permettere rimborsi più solleciti». Le imprese di assicurazione rappresentano, comunque, il più importante investitore istituzionale. «Gli attivi gestiti dalle compagnie sono pari infatti a circa miliardi in Europa e a 600 in Italia», spiega Minucci. «Gli assicuratori italiani hanno esigenze di diversificare i propri attivi, data l elevata concentrazione di titoli governativi nei loro portafogli, e sono quindi pronti a contribuire per non far mancare i finanziamenti all economia reale. Con riferimento agli investimenti in infrastrutture d interesse pubblico, occorrono garanzie precise e puntuali dello stato sui tempi di esecuzione e la certezza di restituzione del capitale. Per favorire l investimento nelle l

14 Secondo Salvatore Rossi, presidente dell Ivass, l installazione di serie delle scatole nere sulle autovetture avrebbe anche «una logica economica». piccole e medie imprese, è necessario l intervento di istituti specializzati, ed è indispensabile che la futura normativa di vigilanza non penalizzi gli investimenti a lungo termine». Forme di risparmio che, secondo Minucci, dovrebbero essere incentivate da uno specifico regime fiscale. Nel welfare, invece, sempre secondo l Ania, bisogna andare verso un sistema che, oltre alla presenza essenziale dello stato, veda un ruolo importante del settore privato. «In Italia, purtroppo, siamo ancora lontani dal raggiungimento di un simile obiettivo», sottolinea Minucci; «vi è prima di tutto la necessità di un maggiore sviluppo della previdenza complementare. In passato abbiamo più volte identificato le misure necessarie per un rilancio del settore: maggiore trasparenza sull entità della pensione pubblica che verrà percepita, più flessibilità nell esercizio dei diritti degli aderenti, ulteriori e più articolati incentivi fiscali. Occorre, poi, promuovere le coperture assicurative contro il rischio di non autosufficienza. Nella sanità, la domanda di servizi è destinata ad aumentare fortemente, a seguito dell invecchiamento della popolazione, ma la capacità di risposta dello stato troverà sempre maggiori limiti nei vincoli della finanza pubblica. È giunto il momento di una riflessione profonda sul ruolo e gli ambiti di operatività dei due pilastri di finanziamento, pubblico e privato, del nostro sistema sanitario, per garantire una migliore copertura dei bisogni dei cittadini a costi più contenuti». «Il tema della responsabilità civile dei medici e delle strutture sanitarie continua a essere di grande attualità», sostiene poi il presidente dell Ania, «a causa del numero delle denunce e dell aumento delle somme risarcite per i casi di malasanità: la situazione, per tutti i soggetti La tabella dei risarcimenti Rc auto per i danni fisici lievi, attesa da sette anni, «determinerebbe un ulteriore, immediata riduzione dei prezzi fra il 3% e il 5%; per l intero mercato assicurativo nazionale». interessati, non è più sostenibile. L inserimento del risk manager in tutte le strutture e lo sviluppo di adeguati processi di formazione per medici e operatori delimiterebbero significativamente questo rischio. Una seconda misura riguarda l eliminazione della responsabilità per colpa degli esercenti delle professioni sanitarie che provino di aver rispettato, nello svolgimento della loro attività, protocolli appropriati di comportamento medico-sanitario. In terzo luogo, occorre la previsione di tabelle di valutazione del danno biologico e l introduzione di limiti ai danni non patrimoniali». La legge 189 del 2012 prevede la costituzione di un fondo pubblico destinato a garantire la copertura per le categorie professionali particolarmente rischiose. «Per assicurare efficacia si deve innanzitutto definire chiaramente chi può beneficiarne, e a quali condizioni», dice Minucci; «è essenziale, poi, stimare l effettivo fabbisogno finanziario, che dipende dall entità dei rischi garantiti, in modo da poter quantificare il contributo da versare. Al momento, la legge prevede che il fondo sia alimentato dal contributo dei professionisti che ne richiedano l intervento e da uno ulteriore, fino al 4% dei premi incassati, a carico delle imprese assicuratrici. Questa previsione, oltre a determinare un aumento del costo delle polizze, presenta anche il problema di non garantire la congruità delle risorse del fondo rispetto ai presumibili impegni, tenuto conto della ridotta dimensione complessiva dei premi del comparto, pari a circa 600 milioni». Un altro fronte è quello delle calamità naturali. «L industria assicurativa ha offerto da tempo la propria disponibilità a cooperare nella costruzione di un sistema misto, pubblico-privato, di copertura del rischio catastrofale», sostiene Minucci, «che però deve basarsi su alcuni elementi imprescindibili: prima di tutto l esistenza di meccanismi per evitare l anti-selezione del rischio attraverso la maggior diffusione possibile delle coperture; in secondo luogo, lo stato deve assumere una parte del rischio diretto e svolgere anche la funzione di riassicuratore di ultima istanza per far fronte agli eventi di eccezionale gravità, per i quali il mercato dell assicurazione privata non disporrebbe di risorse sufficienti. Servono, infine, interventi fiscali che incentivino i cittadini alla sottoscrizione di polizze che coprono questi rischi». Secondo l Ania, il plurimandato e la libera collaborazione tra intermediari non hanno raggiunto l obiettivo di una riduzione dei prezzi della Rc auto. «Il livello tariffario, in Italia come altrove, è strettamente connesso al costo dei sinistri, e non è con misure sulla distribuzione che vi si può incidere», sottolinea Minucci. «Quello italiano è un mercato pienamente concorrenziale. I recenti interventi normativi, contrariamente a quanto speravano alcune rappresentanze degli agenti che li hanno sollecitati, non hanno portato be- l

15 A fine 2012, il numero dei dipendenti del settore assicurativo si è incrementato dello 0,6%. Aumento anche per i costi del personale. Come nel 2011, anche lo scorso anno il pianeta assicurativo italiano sembra non essere stato toccato dalla grave crisi occupazionale del paese. È quanto si può ricavare dalla relazione annuale L assicurazione italiana, presentata lo scorso luglio in occasione dell assemblea Ania. Nessun calo, dunque: anzi, la tendenza è in lieve crescita. A fine 2012, i dipendenti del settore assicurativo erano , lo 0,5% in più rispetto all'anno precedente. Il dato si somma all incremento registrato nell anno precedente (+0,6%). Nel dettaglio, gli esiti statistici mostrano una crescita dei dipendenti amministrativi, in linea con l incremento generale (+0,6%); segno opposto, invece, per il personale addetto all organizzazione produttiva (-1,3%). Un secondo aspetto legato al numero del personale assicurativo dipendente - e che vale la pena di sottolineare - è la crescita dell occupazione femminile: un fenomeno certamente non nuovo, ma le cui dimensioni possono ormai definirsi considerevoli, visto che, ormai, le donne sono il 46% delle risorse umane del settore. Passando, poi, al versante dei costi del personale, il 2012 ha segnato un deciso incremento degli oneri complessivi (+5,3%). L'aumento è legato in gran parte agli aumenti retributivi previsti per il biennio 2011/12 dal nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti non dirigenti, sottoscritto nel marzo di quell anno. In totale, il costo del personale dipendente è stato di 3,478 milioni (+5,9%), pari a un costo per addetto di 82 mila euro (+5%). Parlando di risorse umane, una tappa obbligata è quella relativa alla formazione professionale. L'Enbifa, l ente bilaterale di settore, ha organizzato tre workshop importanti, che hanno trattato i temi del diversity management, del welfare assicurativo e dello sviluppo dell assicurazione diretta. Due parole sull attività dei fondi paritetici. A partire dal Fba (Fondo banche assicurazioni), che ha finanziato percorsi formativi per 9 milioni di euro, con il coinvolgimento di oltre 10 mila dipendenti su tematiche di particolare rilievo sociale: il personale over 55, i dipendenti di piccole medie imprese, le pari opportunità e via dicendo. L altro strumento, che è denominato Fondir, ha l'obiettivo di migliorare le competenze dei dirigenti. Sono stati 30, ricorda la relazione dell Ania, i piani formativi finanziati, per un importo complessivo superiore ai 445 mila euro e con il coinvolgimento di oltre 240 persone. Inoltre, nel corso del 2012, è stato avviato un progetto «con l obiettivo di individuare le criticità che le imprese riscontrano per l accesso alle opportunità proposte dal fondo stesso». L iniziativa, i cui risultati saranno presentati in alcuni workshop a livello locale, ha lo scopo di offrire alle aziende che ne hanno fatto richiesta la preparazione di un piano di assistenza. Questo progetto prevede anche la formazione del personale interno incaricato di predisporre e attuare i piani di formazione continua. nefici significativi alla categoria. Anzi, molte delle disposizioni introdotte (per esempio, l home insurance e il contratto base) favoriscono la disintermediazione delle reti distributive tradizionali. Per contrastare questa tendenza, c è una sola strada», sostiene il presidente dell Ania: «offrire un servizio di qualità e specializzazione ancora più elevate a un numero maggiore di clienti. Le imprese hanno interesse a rafforzare il rapporto fiduciario con gli agenti, perché continuano a credere nel valore competitivo delle reti tradizionali. Per costruire legami solidi nel tempo è necessario, però, che ci sia condivisione sul significato del rapporto fiduciario, che è stato messo in discussione dalla recente istruttoria avviata dall Antitrust. Alla fine di quest ultima emergerà con chiarezza che le imprese di assicurazione hanno sempre tenuto comportamenti coerenti con il quadro normativo. Una diversa conclusione metterebbe a rischio l attuale struttura del modello distributivo e porterebbe le imprese a rivedere complessivamente gli assetti negoziali che regolano i mandati agenziali». La vicenda si colloca in un periodo caratterizzato dalla ripresa delle relazioni tra Ania e agenti. «Dopo anni d interruzione dei rapporti», spiega Minucci, «abbiamo annunciato la volontà di riavviare il dialogo, per cercare possibili convergenze sull attuazione delle norme recentemente introdotte, come quella della libera collaborazione, e studiare insieme, nel più lungo termine, la possibilità di individuare nuovi assetti negoziali». l

16 FOCUS FOCUS US FOCUS FOCUS US AIG

17 FOCUS FOCUS US

18 A cura di CARLO STORCHI COFACE Il gruppo francese punta sulla nazione da poco entrata nell Unione europea, proseguendo l espansione in Europa Centrale, dove i premi sono aumentati nel 2012 del 14,9%. oface ha lanciato la sua offerta di assicurazione dei crediti in Croazia, proprio il primo luglio scorso, giorno dell ingresso del paese ex-jugoslavo nell Unione europea. Il gruppo francese era già presente a Zagabria dal 1998, con un offerta di informazione alle imprese e di recupero dei crediti. Il nuovo servizio sarà gestito da un team locale che lavorerà a stretto contatto con i debitori e i clienti croati. Le polizze credito saranno invece emesse da Coface Austria. «Per garantire ai nostri clienti il miglior sostegno possibile, abbiamo scelto di dare priorità al servizio locale. Fino ad oggi, Coface è l unico attore privato che si occupa di soluzioni di assicurazione dei crediti in Croazia», ha detto Jean-Marc Pillu, direttore generale del gruppo Coface. La Croazia è diventata il dodicesimo paese dell Europa Centrale in cui è presente Coface. Si tratta di una zona giudicata interessante per le grandi potenzialità, nella quale i premi sono aumentati del +14,9% nel «L Europa Centrale è una zona dinamica con un forte sviluppo. La nostra presenza nella regione è un vantaggio per i nostri clienti visto che le transazioni tra imprese est-europee rappresentano circa un terzo delle esportazioni», ha dichiarato Jean- Marc Pillu. Jean-Marc Pillu GROUPAMA l gruppo Groupama, guidato dal direttore generale Thierry Martel, ha collocato un emissione di cat bond da 280 milioni di euro, destinata a coprire i rischi di tempeste in Francia, operazione record per questo tipo di intemperie in Europa. L emissione è stata realizzata attraverso Swiss Re e prevede un coupon del 2,75%, il più basso nella storia dei cat bond. La copertura è valida dal 2 luglio 2013 al 31 dicembre Il collaterale dell emissione è un'obbligazione strutturata dedicata emessa dalla Bers (rating Thierry Martel AAA). La transazione va a completare l emissione da 75 milioni di euro della durata di quattro anni emessa nel GERMANIA Per gli assicuratori tedeschi cresce il costo delle alluvioni di primavera che hanno interessato la zona sud-orientale del paese. Le nuove stime della Gdv (l associazione delle assicurazioni tedesche) porta il totale a 2 miliardi di euro. Sarebbero circa 180 mila i sinistri assicurati, 30 mila in più rispetto alle inondazioni del Il numero maggiore dei sinistri si spiega anche con l aumento dei fabbricati assicurati: in Germania nel 2002 rappresentavano il 19% del totale, oggi la percentuale è salita al 32%. Il costo medio per sinistro è, invece, diminuito anche perché la Germania, dopo l esperienza del 2002 ha investito nella prevenzione. AON on global risk consulting ha acquisito le attività di Dempsey partners, società di valutazione di attività e relativi servizi contabili per il settore della gestione del rischio. I professionisti di Dempsey si uniranno ai membri dell advocacy, interruzione di business e l l valutazione del risparmio di Aon per creare una unità di consulenza con una vasta gamma di competenze tecniche e servizi. Il gruppo fornirà anche l accesso alle competenze contabili forensi per supportare le linee di servizi finanziari, frodi e cyber risk. «I grandi eventi di perdite di questi ultimi anni dimostrano la necessità di avere servizi per i sinistri di elevata qualità in particolare nella proprietà, nelle potenziali interruzioni di business», ha dichiarato Neil Harrison, amministratore delegato di risk control, claims and engineering di Aon global risk consulting. Aon-Center di Chicago

19 Innovazione e metodo nella valutazione dei danni Ogni traguardo e una nuova partenza Con la partecipazione di: Irene - supporto clienti Le grandi performance sono lo stimolo più forte per ripartire verso nuovi obiettivi, per rinnovare e migliorare continuamente servizi, qualità ed efficienza. Una filosofia innovativa che da subito abbiamo fatto nostra, una strategia vincente per restare sempre un passo avanti. - info@aeaitalia.com

20 IVASS La relazione annuale del presidente L authority ha diffuso il primo bilancio della propria attività. Che, secondo Salvatore Rossi, si è svolta all insegna di una maggior vitalità sul fronte della vigilanza prudenziale in chiave Solvency 2. Con questa organizzazione, strategie e obiettivi. afforzamento della vigilanza prudenziale sulla solidità delle compagnie e tutela del consumatore: sono i due pilastri su cui si impernia l attività dell Ivass, come emerge dalla sua relazione annuale. «L Ivass è nato per volontà di governo e parlamento per riformare la vigilanza nel settore assicurativo e realizzare un più stretto collegamento con quella bancaria», ha detto Salvatore Rossi, presidente dell autorità di vigilanza del settore assicurativo, oltre che direttore generale della Banca d Italia, «il compito non era facile, perché si trattava di analizzare comparativamente due mondi tradizionalmente separati. Una banca e una compagnia assicuratrice sono soggetti diversi, nella natura, negli scopi e negli effetti economici che producono: e tuttavia presentano analogie e similarità che non possono non riflettersi sui rispettivi assetti di regolazione e supervisione. È stato disegnato il nuovo regolamento di organizzazione dell istituto, entrato in vigore lo scorso 10 giugno. Prevede un autonomo servizio ispettorato, uno nuovo per normativa e politiche di vigilanza, un rinnovato servizio studi e gestione dati, uno integrato per la gestione risorse e, infine, uno rafforzato per la tutela del consumatore. Per rendere le ispezioni più efficaci, inoltre, è stato emanato un primo insieme di linee guida ispettive ispirate a criteri di proporzionalità, oggettività e attenzione ai rischi». «Il nostro obiettivo è rafforzare la vigilanza prudenziale e la tutela del consumatore», ha sottolineato Rossi, «in modo da garantire stabilità al mercato e protezione al cittadino nel suo rapporto con le imprese e gli intermediari. Il controllo dell Ivass si esercita su 137 imprese assicurative, molte delle quali appartengono a uno dei 33 gruppi presenti, i primi dieci dei quali detengono i tre quarti del mercato, e su circa 250 mila intermediari iscritti al registro unico, un numero molto più alto di quello Il nuovo regolamento di organizzazione dell Ivass, ha detto il suo presidente Salvatore Rossi all assemblea annuale dell authority, è entrato in vigore lo scorso 10 giugno. «Prevede un autonomo servizio ispettorato, uno nuovo per normativa e politiche di vigilanza, un rinnovato servizio studi e gestione dati, uno integrato per la gestione risorse e, infine, uno rafforzato per la tutela del consumatore, ha sottolineato Rossi. A fianco, Salvatore Rossi mentre parla all assemblea Ivass. l

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