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1 FORUM P.A Convegno Lavoratrici private nella rete dei servizi per anziani Mara Mattesini, dirigente Area Servizi sociali ed educativi del Comune di Arezzo: Progetto 24 ore su 24 Con te giorno e notte Il Progetto che presento ha preso avvio nel 2001, si chiama Con te giorno e notte ed è un servizio di accudimento in famiglia di anziani non autosufficienti da parte di persone straniere, per lo più donne, di norma con coabitazione nella casa dell anziano. Il rapporto di lavoro non è tra il Comune e la donna immigrata o tra Comune e una cooperativa, ma fra la donna e la famiglia e la natura del rapporto è quella del contratto di lavoro domestico. Il costo del servizio per le famiglie è mediamente di 700 al mese (ca delle vecchie lire) + i contributi. Il Comune garantisce: - una formazione di base delle donne straniere - la costituzione di una lista consultabile delle donne via via formate - l erogazione di un voucher da un minimo di 130 euro (ca lire) a un massimo di 260 euro (ca lire) al mese per famiglie con reddito ISEE da euro a annui (da ca 11 milioni a 40 milioni annui)

2 - attività di supervisione e di messa in rete tramite il servizio sociale e la figura di un tutor territoriale (custode sociale). Si tratta di un Progetto che nel nostro Comune abbiamo attivato contemporaneamente ad altri in campo sociale ed educativo, che hanno queste caratteristiche: HANNO UN COSTO CONTENUTO NON SONO GESTITI DAL COMUNE, però sono connotati da una serie di REGOLE E CARATTERISTICHE di cui IL COMUNE SI FA GARANTE. Ma l aspetto più eclatante è la natura generativa di questi Progetti. Il Progetto 24 ore su 24 Con te giorno e notte è partito nel 2001 con l obbiettivo di formare 25 donne, ha dovuto attivare una modalità di formazione permanente perché la disponibilità è già tutta esaurita e c è una domanda fortissima da parte delle famiglie. Siamo ad oggi a 100 donne formate, che hanno già tutte trovato occupazione, e un altro corso per ulteriori 20 donne sta già partendo. Ma sono alcuni dati comparativi di tipo finanziario, che di per sé costituiscono la forma di rappresentazione più forte della generatività a cui faccio riferimento: L assistenza domiciliare tradizionale ad anziani che forniamo come Comune, tramite appalto a cooperativa sociale, comporta una spesa di

3 (pari a milioni di vecchie lire) per la fornitura di ore di assistenza. Il numero degli operatori/trici occupati per questa fornitura è di 15. L assistenza familiare che abbiamo attivato con il nostro Progetto 24 ore su 24 Con te giorno e notte comporta una spesa annua per il Comune di ca (72 milioni di vecchie lire) per formazione e costi amministrativi. Il numero delle nuove operatrici straniere che hanno trovato occupazione nel 2003 è di 75 unità, per una erogazione di prestazioni complessiva pari a ore. La movimentazione di risorse economiche provenienti dalle famiglie che si è generata sempre nell ultimo anno per queste 75 donne che hanno trovato occupazione è di ca ( di vecchie lire). Non solo, ma la buona riuscita della formula sperimentata -contratto di lavoro domestico, formazione, supervisione e attività di rete da parte del Comune- ci spinge quest anno a destinare con la stessa modalità un pacchetto di risorse aggiuntive alla erogazione di servizi di assistenza domiciliare a ore per loro natura leggeri, di semplice accudimento domestico, pulizia della persona, alimentazione, a supporto dei familiari, distinguendo queste prestazioni da quelle di assistenza domiciliare specialistica, che continueranno ad essere svolte da cooperative specializzate. Vediamo adesso quali sono i problemi di fronte ai quali ci pone questo tipo di servizio: Il primo che abbiamo avuto è quello della messa in contatto tra operatori e utenti.

4 Noi l abbiamo risolto con la formulazione di un elenco di donne formate che le famiglie possono consultare e autonomamente mettersi in contatto con le lavoratrici. Il Comune ha inoltre stipulato un protocollo d intesa con i patronati che li impegna a dare consulenza alle famiglie e alle lavoratrici e ad assisterle in tutto il percorso concernente il contratto. La seconda problematica che si è posta fin da subito è quella della difficoltà di seguire l andamento del servizio nei suoi aspetti di qualità, garanzia e tutela, in una situazione del tutto nuova e inedita per noi, di estrema frammentazione dei punti di prestazione. Nella nostra esperienza abbiamo individuato nella figura del custode sociale lo strumento che assicura il contatto costante con le donne e la famiglia e si fa carico delle problematiche connesse alla erogazione del servizio. Terzo punto: questo non è un tipo di lavoro che una persona può fare tutta la vita: è, sì, un tipo di lavoro che risponde ad un bisogno effettivo nella società italiana. Ma va detto anche che le donne immigrate si rendono disponibili a fare un lavoro che le donne italiane non vogliono più svolgere. Questo è un dato che non può non interrogare la nostra coscienza e la nostra responsabilità di amministrazione pubblica. Dalla nostra esperienza, attraverso i contatti che continuiamo a mantenere con le donne che fanno parte del nostro progetto, emerge con sempre maggiore evidenza che presto anche le donne immigrate desiderano fare altro, avere una loro casa, un lavoro con orari e modalità di rapporti, se non meno flessibili e coinvolgenti, meno vincolanti, più definiti e soprattutto una loro famiglia, una loro vita autonoma. Vediamo da vicino che cosa emerge dalla nostra analisi.

5 Intanto va detto che il lavoro di accudimento in famiglia serve a queste donne come base di partenza, è un ponte che facilita la loro venuta, anche dal punto di vista culturale, perché in genere non fa che riproporre come attività remunerata il ruolo che la gran parte di loro svolge nel paese di provenienza, e consente di accumulare risorse perché la remunerazione che ricevono si aggiunge al vitto e all alloggio. - C è chi ha il progetto di usare queste risorse per aiutare la propria famiglia, comprarsi una casa o un attività nel proprio paese e tornare a casa dopo alcuni anni. - Chi invece vuole restare non desidera fare per sempre questo lavoro. Non appena è trascorso qualche tempo, queste donne cercano di passare ad altra attività, o anche di continuare questa attività, ma ad ore, con un a propria casa e una propria vita indipendente. Questo richiede politiche locali adeguate che accompagnino questo percorso, per due ragioni: per non sprecare l investimento formativo fatto per queste donne nel campo delle attività di cura, per governare questo processo in modo da corrispondere alle aspirazioni individuali e promuovere soluzioni utili alla comunità. Intanto, la formazione attuale va organizzata avendo presente che questo è un campo di occupazione in cui c è e ci sarà un fortissimo turn over. Perché via via che le donne avranno accumulato risorse lasceranno questo lavoro e altre appena arrivate le sostituiranno. I corsi di formazione al lavoro di cura in famiglia dovranno dunque avere caratteristiche adeguate, devono essere permanenti per consentire l ingresso a donne nuove in qualunque momento dell anno e molto flessibili, per poter essere seguiti in orari compatibili con l attività lavorativa. Poi occorre articolare la formazione avendo presente il percorso complessivo:

6 una formazione iniziale leggera, personalizzata, che consenta un ingresso rapido nel lavoro con una preparazione di base sufficiente, e con eventuali richiami periodici, rivolta a chi è appena arrivato una formazione successiva per chi desidera uno sviluppo professionale che capitalizzi e implementi la formazione avuta all inizio, finalizzata ad un impiego diverso ad esempio nel campo socio-sanitario, o sempre nel campo delle cure a domicilio ad anziani o a bambini, ma con la costituzione di associazioni e cooperative che organizzino loro stesse donne disponibili a svolgere attività di cura. Proprio per queste considerazioni trovo preoccupante il modo come ci si sta muovendo in alcune Regioni, dove sono stati previsti corsi di formazione molto pesanti, di ore, strutturati in modo rigido, di fatto impraticabili per le donne immigrate. Il senso del nostro Progetto è anche questo: di mettere a disposizione conoscenze ravvicinate che possano tornare utili per interventi regolatori che siano al contempo efficaci rispetto all obiettivo immediato, ma anche capaci di guardare più avanti e di progettare con un pensiero lungo, che si fa carico dei bisogni degli anziani e contestualmente delle persone immigrate per le persone che sono, per le loro capacità attuali, ma anche per l umanissima e legittima aspirazione di molte a progredire e inserirsi pienamente nella nostra comunità. Mara Mattesini Arezzo, 5 maggio 2004

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