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2 Copyright 2008 CLEAN via Diodato Lioy 19, Napoli Con il contributo di Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Napoli Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato nell impostazione, nello svolgimento e nella cura di Indice telefax Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, questo lavoro. In particolare Fabio Mangone e Maria Conservatori di Napoli e Provincia Luisa Scalvini, che mi hanno sempre seguito con info@cleanedizioni.it Istituto di Norvegia, Roma scrupolosa attenzione, orientandomi nelle attività di Associazione Costruttori Edili Napoli ricerca e fornendomi preziosi suggerimenti per la Tutti i diritti riservati Associazione Termalisti Isola d Ischia redazione di questo testo. È vietata ogni riproduzione Villa Savoia, Casamicciola Terme Vorrei poi ringraziare Ismail Serageldin, ISBN Editing Anna Maria Cafiero Cosenza Dicohotels, Ischia Lombardi srl, Ischia Associazione culturale Terra e cantine di Pietratorcia, Forio Direttore della Biblioteca di Alessandria d Egitto, per l intervista concessami e per avermi fornito molti utili documenti; Mohamed Awad e Yasser Aref, rispettivamente Direttore e Responsabile dell Unità d Architettura dell AlexMed (Alexandria and 6 Prefazione Fabio Mangone 9 Introduzione Grafica Costanzo Marciano Referenze fotografiche A. De Poli, Biblioteche. Architetture , p Byggekunst, n. 5, 2001 pp. 144, 145, 148, 149, 151d, 152s, 160, 161, 165s, 166bd, 169d, 171, 172s, 174, 178, 180, 182, 184. Per gentile concessione della Bibliotheca Alexandrina, pp. 141, , 147b, , 154, 158, 170, copertina. Sito ufficiale Snøhetta, pp. 136bs, 137. The Architectural Review, settembre 2001, pp. 152d, 168, 169s. Le altre fotografie della Biblioteca sono dell autore e degli architetti Mediterranean Research Center), per avermi consentito la riproduzione di pregevoli fotografie; Jacques Tocatlian, Mahmoud Ghander e Petra Van Den Born, per l accesso ai documenti dell Unesco sul concorso; Germana Graziosi dell Istituto di Norvegia in Roma, per l aiuto competente, generoso e cortese nel reperimento di importante materiale bibliografico; Cristina Pallini, per i suoi interessantissimi lavori su Alessandria; Francesca Verde, per la collaborazione tecnica; Paolo Baiocco e ancora Cristina Pallini, per la documentazione fotografica messami a disposizione. Ringrazio naturalmente quanti mi hanno offerto il loro contributo, incoraggiandomi ulteriormente a pubblicare questo lavoro. Il ringraziamento più affettuoso, infine, va alla mia famiglia, e a tutti coloro che mi hanno dimostrato e continuano a dimostrarmi amicizia e stima. 12 Regionalismo e internazionalismo nell architettura norvegese del XX secolo Il periodo nazional-romantico La stagione del classicismo nordico Il funzionalismo Il dopoguerra Dagli anni Sessanta agli anni Ottanta 48 Il gruppo Snøhetta nel contesto contemporaneo Orientamenti recenti nei paesi nordici Snøhetta: una breve presentazione La dimensione teorica e l approccio progettuale Opere e progetti principali 70 Il concorso per la nuova Biblioteca di Alessandria Dall idea iniziale al bando Lo svolgimento del concorso e gli esiti Alcune considerazioni critiche I progetti premiati Una riflessione a margine Paolo Baiocco e Cristina Pallini. 122 La Biblioteca degli Snøhetta L architettura delle biblioteche: alcune interpretazioni del Novecento Alessandria: i temi del progetto L opera realizzata L articolazione funzionale Alcuni aspetti tecnologici Una nota conclusiva in copertina La Biblioteca di Alessandria vista da mare. 188 Apparati Bibliografia cronologica degli scritti citati nel testo e nelle note Indice dei nomi citati nel testo e nelle note

3 122 La Biblioteca degli Snøhetta 123 nella pagina accanto G. Asplund, Biblioteca civica, Stoccolma, L. Kahn, Biblioteca della Phillips Exeter Academy, Exeter, Vista e sezione. E.L. Boullée, Progetto della Bibliothèque Royale, Parigi, H. Labrouste, Bibliothèque Nationale, Parigi, Lʼarchitettura delle biblioteche: alcune interpretazioni del Novecento Se la Biblioteca di Alessandria, per l originalità di molte soluzioni formali e funzionali, può essere considerata una nuova opera paradigmatica, è anche vero tuttavia che diversi tópoi compositivi in essa riconoscibili ricorrono frequentemente nell architettura delle biblioteche del Novecento, da quelle storiche dei maestri a quelle più recenti. Molti di essi, peraltro, sono riconducibili, ancora più indietro nel tempo, a due fondamentali esempi della Parigi di fine Settecento e del pieno Ottocento, veri e propri modelli di riferimento delle successive interpretazioni del tema: il progetto di Etienne- Louis Boullée per una Bibliothèque Royale e la Bibliothèque Nationale di Henri Labrouste. Il notissimo disegno di Boullée, espressione concreta di un idea di monumentalità dell istituzione, riunisce gli spazi di lettura sotto un unica, immensa volta a botte illuminata dall alto, con gli scaffali dei volumi disposti ai lati su più livelli: i libri sono i muri che sostengono la volta e con la loro presenza dominano l intero spazio conferendogli un inedito, particolare carattere; la sala di lettura di Labrouste comunica invece l idea di biblioteca diffusa, in cui la solennità dell unico ambiente voltato ideato da Boullée lascia il posto ad uno spazio più articolato, scandito da esili colonne in ferro e variamente illuminato dai lucernari posti sulla sommità delle volte a vela. Le interpretazioni dei maestri del Novecento, pur nella diversità delle articolazioni planivolumetriche e funzionali, dei registri formali e dei repertori linguistici, sembrano poter essere ricondotte a due approcci distinti, e in un certo qual modo contrapposti, che si riflettono nei diversi rapporti tra i due spazi fondamentali della lettura e della conservazione dei documenti. Il primo interpreta la biblioteca quale spazio collettivo e comunitario, assume come elemento di base della composizione lo spazio di lettura, disposto centralmente o comunque chiaramente riconoscibile nell insieme dell edificio, mentre assegna al deposito dei libri una posizione periferica o subordinata; l altro - che guarda alla biblioteca come a un istituzione destinata soprattutto alla raccolta del sapere, e dove il leggere diventa un atto individuale più che collettivo - tende viceversa a frammentare gli spazi di lettura in ambienti più raccolti. Esempi del primo tipo sono le biblioteche di Hans Scharoun a Berlino, di James Stirling a Cambridge e di Alvar Aalto a Viipuri, Mount-Angel, Rovaniemi e Seinäjoki; del

4 124 J. Stirling, Biblioteca della Facoltà di Storia, Cambridge, secondo quelle di Gunnar Asplund a Stoccolma e di Louis Kahn a Exeter 1. Nella Biblioteca comunale di Stoccolma (1924/28), pur riproponendo apparentemente A. Aalto, Biblioteca comunale, Rovaniemi, un articolazione planimetrica monumentale di marca ottocentesca, sull esempio della biblioteca del British Museum di Londra (1854/56), Asplund introduce in realtà una profonda modificazione dell organizzazione interna: il grande volume cilindrico centrale è occupato anche qui dal deposito dei libri e da alcuni spazi di lettura, ma la maggior parte di questi sono decentrati negli stretti corpi lineari perimetrali, per offrire ai lettori un ambiente più intimo e misurato. La stessa idea sembra riconoscibile nella biblioteca di Kahn per la Phillips Exeter Academy (1965/72), caratterizzata da una pianta quadrata con al centro un invaso a tutta altezza, su cui affacciano ai vari livelli i depositi dei libri: i posti di lettura sono raggruppati lungo i margini dell edificio, in corrispondenza delle aperture verso l esterno. Per Kahn la lettura necessita di una dimensione assolutamente personale; 125 A. Aalto, Biblioteca, Viipuri, 1935.

5 A. Aalto, Biblioteca del Collegio dei Benedettini, Mount-Angel, l idea stessa di biblioteca comincia - egli afferma - quando «un uomo con un libro va verso la luce» 2 : è questo il principio che assume per l organizzazione della forma. La centralità dello spazio collettivo della lettura è invece il principio su cui si basa la celebre biblioteca della Facoltà di Storia di Cambridge (1964/67) di James Stirling: il grande ambiente centrale, sovrastato dalla copertura inclinata, sembra peraltro esplicitamente citato dagli Snøhetta ad Alessandria. Un idea analoga della biblioteca come luogo sociale emerge anche da alcuni esempi di Aalto, in cui l idea comunitaria del grande ambiente coesiste con quella di un spazio misurato e non dispersivo, proprio perché articolato su diversi piani sfalsati. Nella biblioteca di Viipuri (1927/35), in particolare, lo spazio per la lettura si sviluppa su tre livelli comunicanti, ottenuti con leggeri salti di quota; le biblioteche comunali di Rovaniemi (1961/66) e Seinäjoki (1960/65) e quella del Collegio dei Benedettini a Mount-Angel (1965/70), presentano invece una successione di balconate connesse tra loro, in cui - per rintracciare un ulteriore analogia con la Biblioteca di Alessandria - i posti dei lettori sono localizzati lungo i margini, affacciando sugli altri livelli, mentre gli scaffali sono disposti più all interno. Per quanto riguarda l articolazione planimetrica, se la sala di lettura di Viipuri segue il rigido schema rettangolare dell intero complesso, tutte le altre ripropongono il principio formale del ventaglio caro al maestro finlandese, che lo applicò in situazioni affatto differenti 3. Uno spazio insieme collettivo e raccolto sembra riconoscibile, ancora, nella Biblioteca Nazionale di Berlino (1964/1978) di Scharoun, in cui la sala di lettura - in analogia con gli esempi aaltiani - è organizzata in una serie di terrazze digradanti e illuminate da lucernari circolari; qui, peraltro, assume un ruolo di grande rilievo il deposito dei libri, che occupa un volume dal profilo imponente, vero e proprio segno di riconoscimento dell istituzione a livello urbano. Molti di questi temi compositivi sono riproposti e reinterpretati in alcune delle biblioteche di più recente realizzazione 4 : particolarmente significativa, in questo senso, è quella che il gruppo olandese Mecanoo progetta per la Technische Universiteit di Delft (1993/95). L edificio instaura uno strettissimo rapporto con il suolo, non H. Scharoun, Biblioteca Nazionale, Berlino, 1978.

6 N. Foster, Biblioteca della Facoltà di Legge, Cambridge, Vista e sezione. D. Perrault, Bibliothèque Nationale de France, Parigi, Mecanoo, Biblioteca della Technische Universiteit, Delft, poggiandosi semplicemente su di esso, ma modificandone la morfologia in una sorta di piega: la copertura è il parco stesso, che si eleva in un gesto sinuoso ad accogliere al di sotto gli spazi della biblioteca, ed è bucata in sommità dalla figura primaria del cono; morfologia organica e geometrica coesistono in un complesso rapporto di contrasto e di integrazione, creando una tensione dinamica dello spazio. Interessante è la scelta dei progettisti di disporre gli scaffali su più livelli lungo una delle pareti interne, che evoca il muro di libri di Boullée; una citazione illuminista che sembra essere confermata anche dalla geometria pura del cono, al cui interno sono sistemati su diversi piani gli spazi di lettura, illuminati dall alto e posti attorno a un grande vuoto centrale a tutta altezza: la soluzione richiama, palesemente, quelle aaltiane di Rovaniemi e Seinäjoki. Gli stessi Mecanoo, peraltro, con la loro sala a ventaglio della Biblioteca pubblica di Almelo (1994) rendono esplicito omaggio ad Aalto 5. Nella biblioteca della Facoltà di Legge a Cambridge (1990), posta proprio nelle vicinanze di quella di Stirling, Norman Foster ripropone il tema delle terrazze digradanti al di sotto di una copertura vetrata: i cinque piani dedicati alle sale di lettura e alle aule sono localizzati all interno di una grande serra trasparente, dall andamento in questo caso curvilineo, mentre il deposito dei libri è posto al di sotto, nel piano interrato. La nuova Bibliothèque Nationale de France (1989/95) di Dominique Perrault ripropone invece nei quattro alti volumi verticali agli angoli, che evocano l immagine di quattro libri aperti, il tema delle torri dei depositi come segno dell istituzione a livello urbano; la verticalità di questi elementi dialoga per contrasto con lo sviluppo orizzontale del corpo della biblioteca, che distribuisce gli spazi di lettura sui bordi di una corte interna. Sorprendente, infine, è il ventaglio delle associazioni individuabili nel progetto del coreano Eun Youn Yi, vincitore del concorso per la nuova biblioteca di Stoccarda (1999). Il volume parallelepipedo - la cui iconica essenzialità, in un tessuto di edifici di varie dimensioni e di forma irregolare, conferisce riconoscibilità alla biblioteca a livello urbano - e l invaso centrale a tutta altezza in corrispondenza dei primi quattro livelli sembrano un evidente riferimento a Exeter; lo spazio del deposito ad anfiteatro dei cinque livelli superiori, dove la luce si diffonde dall alto da un lucernario a sheds, evoca invece l archetipo di Boullée, ma rivela allo stesso tempo un altra scelta à la Kahn nella sua disposizione centrale, che confina gli spazi di lettura lungo il perimetro esterno dell edificio. Se ciò non bastasse, è anche riconoscibile un analogia con la Biblioteca

7 Eun Youn Yi, Nuova Biblioteca di Stoccarda. Disegno per il Concorso del a destra R. Koolhaas, Biblioteca centrale, Seattle, 2004 di Alessandria, nello specchio d acqua esteso su tutta la superficie rimanente del lotto, che circonda l edificio isolandolo, per così dire, dal resto della città. Molte biblioteche contemporanee ripropongono dunque, anche se in modo sempre nuovo, alcuni ricorrenti approcci compositivi da secoli legati al tema specifico. Altre invece, tra cui diverse mediateche, seguono un modus progettuale completamente innovativo, interpretando la natura immateriale dei nuovi mezzi di comunicazione attraverso un architettura effimera, fatta di spazi fluidi e caratterizzata dalla mancanza di ogni rigida distinzione tra interno ed esterno. Si pensi, ad esempio, alla Biblioteca centrale di Seattle di Rem Koolhaas (2001/04) o alla Mediateca di Sendai (1995/2000) di Toyo Ito. La prima è una scultura urbana composta di volumi disarticolati, tenuti insieme da un involucro a griglia in vetro e acciaio, che media il rapporto tra gli ambienti interni, aperti e assai flessibili, e la città. Nella seconda la smaterializzazione dell involucro diventa pressoché totale: qui gli spazi, liberi ai vari livelli da ogni arredo e illuminati con diversa intensità e colore, si fondono con l esterno creando una forte ambiguità, attraverso le cortine interamente vetrate e i tubi di luce che bucano internamente i vari piani dal basamento alla copertura, in un insieme dominato, complessivamente, da un senso di leggerezza etereo e dinamico. T. Ito, Mediateca, Sendai, 2000.

8 Snøhetta A/S, Progetto per lo spazio di parcheggio del Norsk Vegmuseum a Øyer, Alessandria: i temi del progetto «Il prevedere uno spazio per una nuova Biblioteca di Alessandria automaticamente richiama innumerevoli associazioni. Queste possono avere origine nella preistoria della stessa Bibliotheca Alexandrina, o nel fascino universale della storia della cultura Egizia. Inoltre, potrebbero risiedere in quelle esperienze e successi dell umanità - così come vengono presentati dal XX secolo giunto ormai al termine - e/o percezioni di ogni sorta, connesse con il muoversi verso una nuova sequenza temporale, al volgere del millennio. Altre associazioni potrebbero poi fondarsi su ciò che una biblioteca per se stessa fornisce, serve e rappresenta» 6. Queste parole possono costituire un efficace incipit per una lettura del progetto di Snøhetta che, a partire da una immagine semanticamente forte - la forma senza tempo dell enorme cilindro inclinato che racchiude il volume principale 7 - propone una serie complessa di trame secondarie, che fanno riferimento ognuna a un particolare topos compositivo. Risulta difficile in questo senso dar credito a Dykers, quando afferma che «le richieste funzionali del programma architettonico sembrarono dare forma al progetto a prescindere dalle [loro] motivazioni personali», e che «la forma circolare e la geometria inclinata sono nate direttamente dalle direttive del programma» 8 ; la costruzione del progetto sembra in realtà sottintendere una profonda riflessione sul tema, sui diversi possibili riferimenti simbolici e, soprattutto, sulla situazione specifica in cui si colloca il progetto; nel rapporto assai stretto tra l edificio e il genius loci di Alessandria, peraltro, Thorsen individua un elemento di continuità forte con la tradizione architettonica norvegese 9. Per quanto riguarda l evoluzione dell idea progettuale, Dykers riconosce esplicitamente che, sebbene siano state considerate, discusse e portate avanti diverse alternative, «il risultato finale è maturato già nei primi giorni in cui si è cominciato a progettare» 10 ; d altra parte il principio formale del cerchio tagliato eccentricamente da un asse rettilineo 11 non è nuovo né singolare nel lavoro degli Snøhetta e, come si è già accennato in precedenza, ritorna in molti dei loro progetti, sia antecedenti sia successivi, che affrontano essenzialmente temi di architettura del paesaggio o di riorganizzazione urbana: si pensi, ad esempio, allo schema topologico dello spazio di parcheggio del Norsk Vegmuseum ad Øyer (1986), a quello adottato per il ridisegno del parco Vaterland a Oslo (1987), o a quello delle piazze Sonja Henie a Oslo (1990) e Rådhustorget a Sandvika (1991). In ogni caso, sembra di poter concordare con Kapeller quando definisce pluristratificata l architettura dell edificio, in cui «alcuni vedono la parte simbolica del contenuto, altri comprendono il volume, lo spazio e la luce, ed altri ancora apprezzano la funzionalità e il comfort: la Biblioteca di Alessandria permette di entrare in questi diversi piani e offre la possibilità di diverse interpretazioni» 12, e in ciò si afferma come oggetto dotato di un considerevole spessore semantico. Il cerchio - Tra i temi del progetto domina certamente quello del principio geometrico del cerchio che dà forma all edificio principale, e alla sfera di grande forza espressiva del planetarium. Innumerevoli sono i possibili riferimenti simbolici, anche se Thorsen - in maniera non molto convincente, per la verità - considera l ispirazione del cerchio «principalmente geografica», originata cioè dall analisi «della situazione intorno al Porto Orientale, e dello skyline di Alessandria che incontra il mare», nonché da una riflessione sul sito, «un vero e proprio nodo che avvolgeva la città intorno a sé [ ] La forma circolare è diventata ovvia, e le interpretazioni filosofiche e astronomiche sono semplicemente conseguenza di questa forma» 13. Lo smentisce lo stesso Dykers - il quale fa riferimento simbolico al senso dell universale e della continuità, autentiche costanti nella storia dell umanità - quando afferma che «occorreva stabilire un equilibrio tra la cultura egiziana e internazionale [e quindi] concepire un edificio che tenesse presente l architettura islamica ma che, allo stesso tempo, fosse comprensibile a visitatori di ogni paese [ ]: di qui la scelta della forma circolare, significativa per ogni cultura» 14. Dal canto suo, Snøhetta A/S, Planovolumetria di progetto per la Biblioteca di Alessandria, Snøhetta A/S, Ridisegno del Parco Vaterland a Oslo, Snøhetta A/S, Progetto per Piazza Sonja Henie a Oslo, Snøhetta A/S, Progetto di Piazza Rådhustorget a Sandvika, 1991.

9 134 Snøhetta A/S, Temi compositivi per il progetto 135 della Biblioteca di Alessandria, Snøhetta A/S, Schizzi per il progetto della Biblioteca di Alessandria, 1989.

10 Il porto di Alessandria d Egitto. Il tempio di Hatshepsut, Deir-el-Bahri (Egitto). Snøhetta A/S, Biblioteca di Alessandria. Il tetto. anche Kapeller insiste su questa universalità del cerchio, «che rappresenta il sapere complessivo, il mondo del libro, e dà l idea del carattere antico della Biblioteca» 15. La scelta appare dettata quindi da motivazioni diverse che, se comprendono un approfondita analisi del contesto, certamente investono anche la dimensione simbolica: la giuria nel suo commento parla di un «antico Sole Egizio che [ ] illuminerà il mondo della cultura», mentre il vicepresidente John Carl Warnecke vede nel cerchio non solo uno dei simboli più antichi della civiltà, ma anche un riferimento - oltre a quello al sole e alla luna - alla circolarità dell esistenza umana; ma la più significativa conferma sta nella serie di immagini che lo stesso gruppo invia insieme al progetto, e che esplicitano - quanto meno dal punto di vista analogico - il riferimento astronomico della forma circolare 16. E infine, anche qui entra in gioco il ricorrente principio formale del cerchio tagliato eccentricamente da un asse rettilineo. Lʼinclinazione - L altro elemento assolutamente distintivo del progetto sta nell inclinazione del corpo cilindrico principale, che bàscula rispetto alla corda in cui incontra sull orizzonte del terreno il cerchio di base, elevandosi a nord, e abbassandosi a sud 17. Anche qui i riferimenti simbolici sono diversi: l analogia fra il disco inclinato e il sole nascente è dichiarata esplicitamente dai progettisti 18, e l andamento ascensionale di alcuni templi dell antico Egitto, come quello di Hatshepsut a Deir-el-Bahri, è certamente, per ammissione dello stesso Dykers 19, un evidente debito dell idea progettuale. L inclinazione dell edificio, come conferma uno schizzo di progetto, produce anche una sospensione nella sua percezione dal mare - a seconda che ci si avvicini o ci si allontani - tra un progressivo emergere e un progressivo eclissarsi rispetto alla linea di orizzonte. Sembra essere il fotogramma istantaneo di un movimento che può leggersi nella paradossale ambivalenza dell apparire o dello sparire, sia nello spazio che nel tempo, una quarta dimensione dinamica contrapposta alla staticità della figura geometrica del cerchio: nello spazio, perché l edificio sembra quasi essere una parte del suolo stesso di Alessandria - come si nota in altri schizzi di progetto - che si inclina in un effetto tellurico e si rivolge verso il mare in segno di apertura alle culture del Mediterraneo e del mondo intero; nel tempo, perché la nuova Biblioteca affonda le sue radici nella memoria di quella antica - e più in generale nel glorioso passato della civiltà Egizia - per protendersi poi verso il futuro quale strumento di evoluzione per la cultura contemporanea. Le superfici della piazza e della vasca d acqua rappresentano, in questo senso, l attimo sospeso del presente, il turning point in cui si incontrano passato e futuro. Il tetto e il muro - Ulteriore tema peculiare è quello del rapporto tra l elemento tecnologico della copertura inclinata e quello arcaico del muro in granito che circonda l edificio; l intento qui, come afferma Dykers, era quello di esprimere un idea di «equilibrio tra passato e futuro, [per] ricostruire un istituzione leggendaria, che tuttavia fosse proiettata nel Duemila» 20. Il tetto inclinato si mostra in una facies decisamente tecnologica, con i moduli quadrati dei suoi lucernari organizzati in uno schema a griglia che - in un analogia esplicitata dagli stessi progettisti - richiama la forma di un microchip; per la sua trasparenza svolge il ruolo di un grande dispositivo di illuminazione, che durante il giorno diffonde la luce naturale nella grande sala di lettura, mostrandone all esterno la ripartizione, e di notte affiora come un immensa insegna luminosa dallo skyline di Alessandria. Alla trasparenza e leggerezza della copertura fanno da contrappunto l opacità e il forte senso di massa del muro perimetrale in lastre di granito grezzo di Assuan, su cui sono intagliati i caratteri di tutti gli alfabeti dell umanità, ad evocare - con una progressiva accumulazione degli strati 21 - la funzione universale di raccolta del sapere della Biblioteca. Il muro si sviluppa lungo tutta la superficie del cilindro, rovesciandosi verso l interno, quasi come una striscia di Moebius, nella parte dove il cilindro sprofonda al di sotto del piano orizzontale: un vero e proprio oggetto a reazione poetica, quasi una preesistenza archeologica dell antico Egitto dissepolta dal forte movimento tellurico dell edificio inclinato, che a Dejan Sudjic sembra evocare le immagini della stele di Rosetta e della torre di Babele 22. Qui però il riferimento simbolico non è certamente al caos di Babele, ma piuttosto all evoluzione della comunicazione nei secoli, dagli antichi geroglifici (il muro) fino ai moderni sistemi informatici (il tetto). Nell accostamento della leggerezza e della pesantezza dei due elementi, peraltro, è riconoscibile anche una attenta interpretazione della specificità di un sito in cui si incontrano terra e mare: il tetto rivolto verso nord, insieme alla vasca d acqua che lo circonda, sembra estendere la superficie del mare, mentre la texture ruvida del granito verso sud radica profondamente l edificio nel terreno da cui sorge. Anche qui è in gioco un movimento ambivalente tra il lasciar andare e il trattenere. Il ponte - Altro tema che, alla lettera, incide, è quello dell asse lineare: il ponte pedonale che mette in relazione l edificio con l Università e la penisola di Selselah. L elemento della passerella, che il bando suggerisce espressamente di privilegiare per realizzare questa connessione, è comune a molte proposte in concorso; qui, però, assume più che altrove il ruolo di vero e proprio dispositivo di misura e orientamento del progetto: sia all esterno, tracciando il limite in cui si incontrano la piazza pubblica e la grande vasca d acqua 23, sia all interno, dove corrisponde alla stretta spina diametrale che divide nettamente l ampia sala di lettura dagli altri spazi funzionali 24. Lʼacqua - La vasca poco profonda intorno all edificio principale ha in primo luogo il compito di creare una continuità visiva con il mare, per esprimere una connessione simbolica tra le culture del Mediterraneo, e di riflettere il cielo per realizzare un incontro degli elementi primari aria e acqua; inoltre la superficie dell acqua stessa - che fissa in termini statici la linea di riferimento contrapponendola a quella dinamica stabilita dall inclinazione dell edificio - rappresenta, nella sua condizione di traccia sulla sezione, contrapposta a quella sulla pianta costituita dalla passerella, l orizzontale assoluta, il piano dell hic et nunc sospeso tra il passato e il futuro, condizione istantanea che ferma il movimento basculante della Biblioteca. Le terrazze - All interno la sala di lettura offre l immagine di una successione di terrazze digradanti, che affacciano l una sull altra: coesistono in tal modo il senso di Snøhetta A/S, Biblioteca di Alessandria. Il muro, il ponte, l acqua.

11 Snøhetta A/S, Biblioteca di Alessandria. Le terrazze e la sala ipostila. ampiezza dell enorme sala e quello di raccoglimento delle singole balze, che offrono al lettore uno spazio più misurato. Pur nelle loro forme contemporanee i gradoni evocano l archetipo dei terrazzamenti agricoli - come mostrano ancora una volta le immagini scelte dai progettisti - e rivelano l intenzione di affidare all analogia con un segno geografico la scrittura del suolo della biblioteca; peraltro essi si riallacciano alla migliore tradizione delle biblioteche del Novecento: si pensi, ad esempio, ai piani sfalsati in quella di Scharoun a Berlino, e tanto ricorrenti in quelle di Aalto, in cui ritorna anche l illuminazione dall alto dei lucernari. La sala ipostila - L altro tema progettuale riconoscibile all interno è quello della sala ipostila: per le snelle colonne che scandiscono in maniera regolare lo spazio, essa richiama quella del Tempio di Karnak a Tebe. Si tratta di un ambiente che nel suo complesso - in una interpretazione di Richard Ingersoll - evoca il laboratorio per la Johnson Wax di Wright a Racine o il General Assembly Building di Le Corbusier a Chandigarh e, in misura ancora maggiore, alcune atmosfere dell architettura sacra araba, come quelle della Moschea di Cordova 25 ; un ambiente carico di un aura in cui si respira misteriosamente la memoria del luogo. Lʼopera realizzata L edificio della Biblioteca di Alessandria mantiene le promesse del progetto, testimoniandone pienamente la credibilità costruttiva: pochissime sono le variazioni rispetto alla proposta esplicitata nei disegni di concorso, e tutte tali da non inficiare né l idea formale di base - il forte segno del cilindro inclinato tagliato dal tetto trasparente - né l articolazione degli elementi compositivi secondari. Il rapporto tra l edificio e il sito è molto complesso: esso non si limita infatti alla semplice considerazione della realtà urbana specifica, ma assume l idea - cara agli Snøhetta così come, in generale, alla tradizione architettonica norvegese - di un contesto che si dilata nella latitudine geografica e nella profondità della storia, comprendendo elementi legati alla morfologia e alla natura del territorio e alle peculiarità del landscape, ma anche riferimenti all architettura dell antico Egitto. La Biblioteca è un enorme monolite senza tempo, un segno unico che non cerca di stabilire relazioni di continuità o analogie formali con il suo contesto urbano più prossimo, ma interrompe anzi il lungo fronte a mare degli edifici di inizio Novecento sulla Corniche con la bassa cortina inclinata della copertura; la forte discontinuità si manifesta anche a livello planimetrico, nell articolazione diagonale del complesso e dei suoi percorsi, che rompono la rigida ortogonalità del tracciato ippodameo di Alessandria; in questo senso, sembra che i progettisti «abbiano assunto il nuovo edificio non come espressione di una realtà locale talmente dinamica da cercare un nuovo centro irradiante, ma piuttosto come elemento propulsore esterno» 26, un grande attrattore capace di avviarne lo sviluppo, come il Guggenheim Museum a Bilbao 27. A differenza di quest ultimo, però, la facies architettonica non scaturisce dall applicazione di un linguaggio griffato del tutto indifferente alla specificità del contesto, ma piuttosto da un attenta riflessione - oltre che sulle possibili implicazioni simboliche - sulla geografia del sito: la forma circolare, come già detto, evoca quella del Porto Orientale, e la dialettica tra leggerezza del tetto e pesantezza del muro mostra una profonda, empatica comprensione della realtà del luogo quale confine tra terra e mare e tra terra e cielo. La Biblioteca - parafrasando Dykers - non poggia semplicemente sul sito, ma è parte di esso 28 : il processo associativo che il gruppo assume come una delle invarianti del proprio approccio progettuale emerge qui in tutta la sua evidenza. Un ulteriore importante osservazione riguarda la questione del legame con la penisola di Selselah: alcuni anni dopo il concorso gli stessi progettisti, avvertendo la necessità di stabilire con essa un rapporto più stretto di quanto la sola passerella pedonale fosse in grado di realizzare, avanzano la proposta - in pratica la stessa che contemporaneamente giunge da parte di Colin Rowe 29 - di canalizzare la Corniche in un tunnel sotterraneo, per creare, al di sopra di essa, un grande parco urbano esteso fino al mare 30. Di questa proposta però non si sa che ne sia stato; né, d altra parte, la passerella è stata prolungata fino alla linea di costa. Pur in assenza di questa connessione, il complesso rimane saldo nella sua striscia di terreno, circondato per tre lati dalla bassa vasca d acqua, che insieme agli alberi di papiro posti al margine dell area, crea una sorta di cesura percettiva tra l edificio e l ambiente circostante, più specificamente con la Corniche e l edificio dell Ospedale; dall altro lato, e limitata dal ponte, una piazza in solide lastre di pietra, punteggiata in parte da ordinate file di alberi d ulivo, relaziona tra loro gli eventi architettonici del cilindro principale, avvolto dalla massiccia fascia muraria in lastre di granito 31, del planetarium in acciaio, cemento e fibra di vetro, e del preesistente Centro Conferenze di marca brutalista. Di fronte a quest ultimo, sulla piazza, si apre l accesso principale alla Biblioteca. All interno lo sbalzo triangolare dello Spazio Callimaco segna un repentino passaggio emozionale - frequente nelle opere degli Snøhetta - dal freddo dell ingresso rivestito in pannelli di alluminio e del foyer a tutta altezza, all atmosfera magica e paradossalmente raccolta, nonostante l enorme dimensione, della sala ipostila dalle sette terrazze digradanti, in cui si avverte il calore del parquet in legno di quercia americana e della luce, diffusa uniformemente dai lucernari e trafitta qua e là da raggi colorati che attraversano i blocchetti di vetro verde e blu posti al di sotto delle travi del soffitto: i giochi della luce - che filtra dal tetto tra i fusti delle alte colonne in diverse sfumature di colore e di intensità - sembrano richiamare, oltre alle atmosfere dell architettura sacra araba, evocate peraltro dalla caratteristica forma svasata dei capitelli, l ancestrale immagine nordica di un fitta foresta. I lucernari, la cui forma è generata dal taglio diagonale dei moduli rettangolari in alluminio del tetto e dall abbassamento di una delle due porzioni triangolari ottenute, sono degli oculi dal disegno assai elegante e raffinato: rivolti verso nord e protetti da piccole schermature curve che completano il pattern della superficie del tetto, lasciano filtrare all interno solo una luce indiretta, «con un effetto simile a quello delle persiane a mashrabiyya tipiche delle vecchie case marocchine, con viste diverse a ogni livello e 139

12 140 Una vista della Biblioteca dall alto. nella pagina accanto Il waterfront della Biblioteca. una distribuzione uniforme della luce» 32 ; l illuminazione artificiale che proviene dai faretti incassati nel soffitto ha una direzione e un effetto analoghi a quella della luce solare che penetra nelle ore diurne, per creare una continuità nella percezione dello spazio durante tutto l arco della giornata. Nella sala, alle balconate in legno fa da contrappunto il muro perimetrale circolare in pannelli di calcestruzzo, mentre la grande quinta muraria al di là della spina diametrale di collegamento è completamente rivestita con lastre levigate di granito nero dello Zimbabwe, e dalle bucature lascia trasparire i pannelli in bronzo acidato che rivestono la superficie dell altro muro interno, parallelo. Anche gli elementi di arredo, parte integrante del Gesamtkunstwerk degli Snøhetta, dialogano delicatamente con l insieme della sala di lettura, per la gamma dei materiali utilizzati, che comprende vari tipi di legno e di pelle oltre ad alcuni elementi in acciaio; per quanto riguarda le forme, ai volumi netti e alle linee dritte degli scaffali e dei tavoli, su cui sono montate delle lampade dal sottile ed elegantissimo profilo orizzontale in acciaio, fa da contrappunto la curva sinuosa degli alti schienali delle sedie in legno. Anche per quanto riguarda la questione del comfort microclimatico, infine, la prova della costruzione fornisce risposte del tutto soddisfacenti. Nonostante l assai estesa copertura vetrata utilizzata ad una latitudine così bassa, l edificio può essere considerato una sorta di modello di risparmio energetico, in cui la parete sud funziona come riserva di calore, mentre il fresco dei livelli interrati raffredda in modo naturale le parti superiori dell edificio, tanto che gli impianti di condizionamento sembrano risultare addirittura superflui 33 : la Biblioteca ha vinto un ulteriore, difficile scommessa.

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14 Una vista laterale della Biblioteca sullo sfondo della Corniche. nella pagina accanto Dal tetto della Biblioteca: il Planetarium, la Corniche, la penisola di Selselah. nelle pagine precedenti Una spettacolare vista dall alto.

15 146 L ingresso da via Port Said. nella pagina accanto La copertura inclinata e il rapporto con la vasca d acqua. nelle pagine successive Immagini notturne, una laterale ed una frontale, della grande copertura inclinata e della passerella.

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