L INIZIAZIONE CRISTIANA IN DIOCESI Orientamenti e indicazioni operative

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1 ARCIDIOCESI DI TRENTO L INIZIAZIONE CRISTIANA IN DIOCESI Orientamenti e indicazioni operative Festa dell Esaltazione della Santa Croce Trento, 14 settembre 2007

2 In copertina: Battistero degli Ariani, Ravenna. 2

3 ARCIDIOCESI DI TRENTO L INIZIAZIONE CRISTIANA IN DIOCESI L Iniziazione cristiana è definita un invito alla speranza dai Vescovi del Triveneto: ora, per attualizzare le varie proposte nel cammino specifico della nostra Diocesi, vi sono stati vari incontri, soprattutto due dei Consigli diocesani, costituendo di fatto un syn-odos (cammino insieme) e in seguito ad essi, con lo sguardo rivolto al futuro con fiducia, propongo alcune considerazioni, orientamenti e indicazioni operative. 0. INTRODUZIONE I. L INIZIAZIONE CRISTIANA II. IL CONTESTO III. PRINCIPI ISPIRATORI IV. I SOGGETTI DELL INIZIAZIONE CRISTIANA a) La Comunità cristiana b) I Servitori del Vangelo c) I Genitori e Accompagnatori d) Altri Operatori pastorali V. I DESTINATARI A. Percorsi prevalenti nella prassi diocesana 1. Genitori che chiedono il Battesimo per i propri bambini 2. Fanciulli e ragazzi che completano il cammino di Iniziazione cristiana 3. Iniziazione cristiana per ragazzi diversamente abili B. Situazioni specifiche 1. Giovani e adulti che chiedono il Battesimo 2. Fanciulli e ragazzi che chiedono il Battesimo VI. ITINERARI DELL INIZIAZIONE CRISTIANA VII. PROGRESSIONE E ACCOMPAGNAMENTO 3

4 Nel citare i documenti magisteriali e autoritativi ricorro alle seguenti abbreviazioni: CCC = Catechismo della Chiesa Cattolica, CIC = Codice di Diritto Canonico, FC = GIOVANNI PAOLO II, Esortazione Apostolica Familiaris Consortio, RICA = CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Rito dell iniziazione cristiana degli adulti, RBB = CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Rito del Battesimo dei bambini, CVMC = CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Orientamenti pastorali dell Episcopato italiano per il primo decennio del 2000, 29 giugno VMPMC = CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Nota pastorale, 30 maggio IC Nota sul catechismo = UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Il catechismo per l iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Nota per l accoglienza e l utilizzazione del Catechismo della CEI, 15 giugno IC Nota 1 IC Nota 2 IC Nota 3 = CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE DELLA CEI, L iniziazione cristiana. 1. Orientamenti per il catecumenato degli adulti, 30 marzo = CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE DELLA CEI, L iniziazione cristiana. 2. Orientamenti per l iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni, 23 maggio = CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE DELLA CEI, L iniziazione cristiana. 3. Orientamenti per il risveglio della fede e il completamento dell iniziazione cristiana, 8 giugno UCN = Ufficio Catechistico Nazionale (della CEI). CET- IC = CONFERENZA EPISCOPALE TRIVENETO, Iniziazione cristiana: un invito alla speranza,

5 0. INTRODUZIONE Dio, Padre di misericordia, vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità (cfr. 1 Tim 2,4). Nella luce splendente del Mistero rivelato in Cristo (cfr. Rom 16,25), la Chiesa tridentina, forte della testimonianza del vescovo Vigilio che fece risuonare nelle sue valli il Nome divino, quando esso era ancora forestiero, e il canto del Vangelo, fecondata dal sangue dei Martiri d Anaunia, che hanno reso fruttuosa la parola della fede seminata tra noi, per essere degna di tali Testimoni, prosegue gioiosa e fedele a trasmettere, nelle nostre valli concave e forse nuovamente sorde, come le definiva il santo pastore Vigilio, l Evangelo della pace. Ci sostengono la comunione di tanti santi vissuti tra noi lungo il corso dei secoli e la solidarietà cristiana viva ancora oggi, ma soprattutto lo Spirito Santo che ci rivela quell amore di Cristo che ci sospinge a portare a tutti il lieto annuncio (cfr. 2 Cor 5,14; 1 Cor 9,16). Anche per noi evangelizzare è una necessità di fede, consci del premio ma anche della fatica di realizzare processi di metanoia nella complessità del mondo odierno, della prospettiva della gradualità e nello stesso tempo della certezza che Cristo è vivo in mezzo a noi. In giorni di rapido cambiamento, per guidare e sostenere il cammino comune, sono qui offerti alcuni orientamenti per la Chiesa diocesana nel primario compito della trasmissione della fede alle nuove generazioni e agli uomini del nostro tempo. Tali orientamenti, emanati per l autorità dell Arcivescovo, ma cercando l ispirazione dai documenti della Chiesa universale e di quella d Italia, e dopo lungo discernimento comunitario, non sono immutabili nel tempo, ma appaiono i più adeguati nelle attuali circostanze e vanno accolti con saggezza e con spirito di comunione gerarchica. 5

6 I. L INIZIAZIONE CRISTIANA Per Iniziazione cristiana si intende il processo globale mediante il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall ascolto della Parola, dalla celebrazione dei Sacramenti di Dio, dall esercizio di carità e dalla testimonianza dei discepoli del Signore mediante il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna a vivere come figlio di Dio, ed è assimilato, con il Battesimo, la Confermazione e l Eucaristia, al Mistero pasquale di Cristo nella Chiesa 1. L Iniziazione cristiana è un cammino che si configura come: percorso di grazia, che va visto quindi con gioia e riconoscenza a Dio che chiama alla fede; ma è anche un cammino esigente, che perciò suppone un primo annuncio di fede, richiede un adeguato periodo di crescita e di formazione, che comprende la catechesi, momenti celebrativi, l educazione alla liturgia e alla preghiera, la conversione del cuore e l impegno di vita morale quale espressione della nuova appartenenza a Cristo; evento sacramentale: introducendo nella Grazia divina, trova il suo culmine e slancio con la celebrazione dei tre sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell Eucaristia, i quali costituiscono un unica realtà. Per mezzo di essi gli uomini, uniti a Cristo con la sua morte e risurrezione, vengono liberati dal potere delle tenebre, ricevono lo Spirito di adozione a figli e celebrano, con tutto il popolo di Dio, il memoriale della morte e risurrezione del Signore 2, evento ecclesiale: mediante il quale la Comunità cristiana aggrega a sé nuovi credenti, generandoli a Dio nella fede e accompagnandoli sulla via della salvezza; cammino che si realizza con e nella Comunità per la vita. Esso si fonda sulla meditazione dell Evangelo, sulla partecipazione all Eucaristia e sull esercizio della carità, affinché il Mistero di Cristo Morto e Risorto nel quale i Sacramenti hanno inserito il credente, possa essere sempre più tradotto nella pratica della vita 3. 1 IC Nota sul catechismo, n RBB, n cfr. RICA, n

7 II. IL CONTESTO Oggi l Iniziazione cristiana incontra nuove prospettive, ma anche non poche difficoltà e nuove sfide; richiede quindi un ripensamento e la ricerca di strade attuali nella fedeltà al Vangelo e all uomo. Tra i fattori che orientano al cambiamento vanno richiamati: la serie di novità di natura socio-culturale e religiosa a cui corrisponde una sempre maggiore eterogeneità dei richiedenti i Sacramenti dell Iniziazione cristiana (non viviamo più in un ambiente di cristianità, la comunicazione della fede non va da sé, la vita cristiana non è sorretta e garantita dal contesto sociale); tra i fattori nuovi vanno ricordate la maggior diffusione della cultura e delle dinamiche relazionali, la possibilità di vari mezzi di comunicazione oltre quello orale, la riscoperta del valore della comunità e del cammino catecumenale, sia attraverso lo studio dei Padri, sia valorizzando le esperienze delle Missioni, le molte indicazioni dell episcopato italiano e la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica; insoddisfazione e disagio che si avvertono riguardo al processo di Iniziazione cristiana in atto: le trasformazioni culturali hanno provocato uno scarto evidente tra le mete ideali dell Iniziazione cristiana e i risultati conseguiti; è difficile disporre di più risorse; non è percepito lo stretto legame tra Battesimo, Confermazione ed Eucaristia; la Riconciliazione è ignorata; la domanda dei Sacramenti, dono gratuito di Dio, non è associata all adesione della persona al cammino di fede e di vita (si richiedono i Sacramenti e non un cammino di fede e per la vita cristiana); si pensa che la proposta della Comunità possa ridursi ad una serie di incontri di catechesi di un ora alla settimana; spesso la famiglia, o non è considerata una risorsa, o delega e non si lascia coinvolgere; la Cresima è vissuta più come Sacramento dell addio piuttosto che dell invio ad essere testimoni della fede; la domanda generalizzata dei genitori per l ammissione dei figli ai Sacramenti è certamente uno dei fattori incoraggianti nella nostra società trentina, come pure lo è una crescente sensibilità al mondo religioso. La constatazione del dono che la Chiesa possiede, quello di poter generare i suoi figli e rigenerare se stessa e, nello stesso tempo, la consapevolezza dei problemi pastorali che al riguardo incontra, richiedono alla Chiesa tridentina di impostare la pastorale di Iniziazione cristiana in riferimento a principi generali e orientamenti più dinamici che siano assunti, sia pur gradualmente, dalle comunità cristiane della Diocesi in spirito di servizio, come il Vangelo domanda di fare (cfr. Mt 20,28; Mc 10,45). Sappiamo che non bastano le norme per la soluzione dei problemi della vita, ma ad essa queste scelte qualificanti intendono contribuire, nella coscienza che la comunione anche nel percorso non è soltanto strumentale nella mobilità odierna, ma fine verso quella unità alla quale il Signore ci chiama (cfr. Gv 17,11-22). 7

8 III. PRINCIPI ISPIRATORI Quando si parla di Iniziazione cristiana il riferimento normativo, ossia il modello tipico, è il percorso catecumenale classico, come ci è espresso dal Rito di Iniziazione cristiana degli adulti (RICA). Il carattere paradigmatico del catecumenato degli adulti è stato riconosciuto dalla CEI nelle Note pastorali del 1997, 1999 e anche per quanto concerne la stretta e organica connessione tra i tre sacramenti d Iniziazione cristiana e la vita. I principi che ispirano il cammino di Iniziazione cristiana e la qualificano trovano poi nei documenti del Magistero e della Conferenza Episcopale la loro espressione: a) il primato dell evangelizzazione da parte di una Chiesa che assume una chiara connotazione missionaria, tenendo conto dei molti non-credenti, del fatto che nelle famiglie il riferimento alla vita cristiana si è indebolito e che la richiesta dei Sacramenti va accolta e accompagnata con l obiettivo che sorga o riemerga la fede 5 ; b) l ispirazione al paradigma catecumenale che dà spazio all obiettivo di far germinare la fede; comporta un integrazione tra catechesi (conoscenza), celebrazione (preghiera) ed esperienza di vita cristiana (carità e comunità); predispone le tappe nell educazione globale alla fede; si preoccupa della costante collocazione comunitaria del cammino 6 ; c) la promozione di una comunità adulta, capace di fede pensata, celebrata e vissuta, coinvolta e disponibile a comunicare la fede e a trasmetterla alle nuove generazioni e, in particolare, di genitori partecipanti da protagonisti alle proposte della Parrocchia e accompagnati nella responsabilità di educare i figli alla fede, poiché nel matrimonio il compito educativo riceve la dignità e la vocazione di essere un vero e proprio «ministero» della Chiesa al servizio dell edificazione dei suoi membri 7 ; d) un rinnovato impegno nel sostegno e nella formazione dei catechisti dei fanciulli e dei ragazzi e quindi di accompagnatori dei genitori, chiamati a motivare le famiglie nel cogliere la bellezza del Vangelo, facendo loro incontrare con Gesù 8, assieme ad altre figure ministeriali della Comunità che costituiscono il Gruppo degli Operatori della pastorale di Iniziazione cristiana, nel quale sarebbe opportuno associare tutti gli educatori, gli insegnanti, primi tra i quali quelli della religione cattolica. 4 Mi riferisco alle tre Note pastorali sull IC citate all inizio del presente documento. 5 cfr. CVMC, n. 57; IC Nota n. 1, n cfr. IC Nota n. 1, n. 41; RICA, Premesse, n FC, n cfr. FC, n

9 IV. I SOGGETTI DELL INIZIAZIONE CRISTIANA Le scelte qualificanti che devono orientare in modo nuovo il processo dell Iniziazione cristiana sono strettamente legate ai soggetti attori del cammino stesso, senza scordare che siamo collaboratori dello Spirito Santo che opera nella comunità e nelle persone. a) La Comunità cristiana Gesù Cristo, unico Maestro, effonde sulla Chiesa il suo Spirito costituendola Popolo profetico. Coloro che accolgono questo dono formano una Comunità chiamata a vivere una fede adulta, pensata e a proclamare il suo Nome, con la testimonianza della vita e con la parola, in modo adeguato ed eloquente per il mondo di oggi 9. La Chiesa che accoglie, sia la domanda del Battesimo, sia la domanda dei battezzati per diventare pienamente cristiani, è la vera madre nella cui fede i ragazzi sono iniziati. Essa deve mettere in atto tutto quanto favorisce l iniziale chiamata alla salvezza fino al suo compimento. Il contesto in cui viviamo non porta facilmente i fanciulli e i ragazzi alla fede, né li sostiene nel loro cammino; è necessario quindi creare un ambiente adatto alla loro età, capace di accompagnarli nella loro progressiva crescita nella fede, in un autentico cammino di conversione personale e di adesione a Cristo 10. L Iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazzi è parte integrante della missione della Comunità cristiana: è mediante l Iniziazione che la Comunità è generata mentre genera nella fede nuovi figli. Si intende qui la Comunità cristiana in tutte le sue componenti e modalità: quindi le famiglie, i gruppi e associazioni, le comunità religiose, conservando sempre il riferimento privilegiato alla comunità parrocchiale e, come contesto vitale, la Chiesa particolare o Diocesi. Alla luce di quanto qui affermato, questi saranno gli orientamenti: 1. L Iniziazione cristiana fa parte integrante dell intera vita della Comunità e dei suoi luoghi espressivi: l ascolto e l assimilazione della Parola, l incontro personale con Cristo, l educazione ai valori e agli atteggiamenti corrispondenti, l esperienza di relazioni fraterne, della preghiera e della celebrazione, l impegno nella carità e nel servizio. 2. L Anno liturgico e le sue principali Feste costituiscono la struttura dell Itinerario di Iniziazione cristiana. Riferimento principale è il Giorno del Signore, celebrato nel ritmo settimanale della Domenica, Giorno che rivela la Presenza del Signore, che manifesta la Chiesa dei fedeli, che spinge e guida alle opere dell amore verso il nuovo Regno. 9 cfr. CVMC, n IC Nota n. 2, n

10 3. La Comunità cristiana è associata alle tappe più significative dell Iniziazione cristiana a cui è data accoglienza nella Messa domenicale ed è coinvolta nelle esperienze di feste comunitarie ed anzitutto nella preghiera. Sono da vivere in un contesto comunitario tutte le Celebrazioni che segnano il percorso di Iniziazione cristiana a partire dalla accoglienza della richiesta del Battesimo fino alla Celebrazione solenne della Professione di fede al termine del cammino formativo, da introdursi progressivamente nelle nostre comunità. Per le Celebrazioni e Consegne nelle varie tappe dell itinerario si faccia riferimento al RICA e a quanto indicato nei Catechismi CEI. Concretamente, il cammino di Iniziazione cristiana si realizza attraverso l esperienza del piccolo gruppo (gruppo di catechesi), ambiente umano in cui si incontra e si sperimenta l essere Chiesa, ma con la coscienza di un appartenenza a tutta la Comunità locale e alla Chiesa universale. 4. L itinerario di Iniziazione cristiana trova una sua particolare manifestazione nell incontro con il Vescovo o un suo Delegato e la visita alla Cattedrale, che vanno promossi in particolare per i catecumeni adulti e per chi si prepara al sacramento della Confermazione. b) I Servitori del Vangelo La responsabilità della proclamazione della Parola è radicata nella vocazione di ogni cristiano. Incorporati a Gesù Cristo, i battezzati sono uniti a Lui e al suo sacrificio nell offerta di se stessi e di tutte le loro attività; sono chiamati a servire Cristo nei fratelli con umiltà e pazienza per condurli a Lui; partecipano all ufficio profetico di Cristo che li abilita e li impegna ad accogliere nella fede il Vangelo e ad annunciarlo con le parole e con le opere 11. Il Vescovo Il Vescovo è il primissimo responsabile della catechesi, il catechista per eccellenza 12. Egli riveste un importanza rilevante nell annuncio e nella trasmissione della fede, nonché nell assumere l alta direzione della catechesi 13, anche tramite gli Uffici pastorali diocesani. In particolare, il Vescovo ha un ruolo determinante nel cammino del Catecumenato: Nel compiere il suo cammino di iniziazione il catecumeno è accompagnato in modo particolare da alcuni adulti: il Vescovo, il sacerdote, il catechista o animatore del gruppo e i padrini. Sono persone che gli stanno accanto e interagiscono nei vari momenti dell annuncio, nell esercizio della vita cristiana, nella celebrazione, 11 cfr. Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Christifideles laici, 1988, n cfr. Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica Catechesi tradendae, 1979, n. 63 b. 13 cfr. Congregazione per il Clero, Direttorio Generale per la Catechesi, 1997, nn

11 rispettose del cammino del catecumeno e dell azione dello Spirito. È bene che il Vescovo, in alcuni momenti, si renda presente e i catecumeni lo possano incontrare 14. Per l ammissione di un adulto al Battesimo occorre il suo consenso e, possibilmente, un incontro personale. Il Parroco È mandato proprio del Parroco curare un adatta catechesi per tutto il popolo, affinché l esperienza cristiana diventi viva, esplicita e operosa. Le norme canoniche ricordano: Il parroco è tenuto a fare in modo che la Parola di Dio sia integralmente annunciata a coloro che si trovano nella parrocchia abbia cura speciale della formazione cattolica dei fanciulli e dei giovani si impegni in ogni modo, anche con la collaborazione dei fedeli, perché l annuncio evangelico giunga anche a coloro che si sono allontanati dalla pratica religiosa o non professano la vera fede 15. Egli solleciti sempre la partecipazione di altri presbiteri, diaconi, persone consacrate e laici, poiché l opera dell Iniziazione cristiana riguarda tutti i membri della Chiesa, ciascuno per la sua parte 16. I Catechisti dei fanciulli e dei ragazzi Il ruolo primario di accompagnamento compete alla Comunità cristiana, animata dal suo Pastore e dai genitori. Ma, nello stesso tempo, va sottolineato il compito determinante del catechista. Ruolo di accompagnamento, come espressione di una paternità e maternità spirituale. Al catechista, in particolare, spetta il compito specifico e delicato di trasmettere la fede e di educare alla totalità della vita cristiana. Chiamato ad operare in un contesto di evangelizzazione, il catechista deve assumere la fisionomia del testimone di Cristo e mediatore della Parola nel contesto culturale e vitale del mondo d oggi. Tra le competenze e abilità che deve acquistare il Catechista, vanno sottolineate quelle che più direttamente sono legate al processo dell'iniziazione cristiana: la competenza relazionale; la capacità di annuncio e di narrazione; la capacità di educare a leggere i segni di Dio, la capacità di introdurre nella vita della Comunità 17. Va data una grande attenzione ai Catechisti che svolgono, con generosità, un ruolo tanto importante a nome della Comunità; ogni battezzato deve sentirsi interpellato da questo servizio, ed è giusto che la Comunità esprima apprezzamento a chi lo svolge. Si dovrà provvedere al sostegno spirituale, formativo e relazionale, affinché possano meglio rispondere alla tante sfide dell oggi, ed avvertire l apprezzamento della Comunità. c) I Genitori e gli Accompagnatori 14 IC Nota n. 2, n CIC, can cfr. CIC, cann CEI-UCN, La formazione dei catechisti nella comunità cristiana: Formazione dei catechisti per l iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, ed. Milano 2006, n

12 I genitori sono i primi educatori dei figli nell ambito della stessa famiglia, avviandoli alla relazione con Dio e con i credenti, alle prime preghiere, al senso morale. La catechesi familiare non sostituisce la catechesi parrocchiale: tra l una e l altra esiste un rapporto di continuità, anche se di distinzione. È pertanto necessario che la Comunità parrocchiale definisca che cosa intende offrire e fare per l educazione alla fede dei fanciulli e dei ragazzi e arrivare ad una alleanza educativa con le famiglie, favorendo e promuovendo il coinvolgimento libero, responsabile, attivo e diversificato dei genitori nell educazione della fede dei figli. Su questo punto la Parrocchia e la famiglia possono trovare un terreno di reciproca collaborazione con il sostegno del Centro Catechistico diocesano. Un efficace accompagnamento nel cammino di fede dei figli nasce da un intelligente intreccio tra l azione della Comunità cristiana (per mezzo dei catechisti) e quella della famiglia. Se nella catechesi tradizionale la famiglia delegava questo compito esclusivamente ai catechisti, oggi non è possibile accettare un assenza dei genitori nel cammino dei figli 18. È importante che la Comunità cristiana impari a guardare i genitori con occhi di speranza perché se si danno loro fiducia e spazi per esercitare la loro ministerialità (anche quando fosse vissuta solo parzialmente), essi rivelano risorse inattese e il gruppo dei genitori che possono incontrarsi in forme varie, compresi i momenti conviviali, tipici della vita familiare diventa fermento anche per la Comunità e motore della vita parrocchiale. Si tenga conto che spesso per i genitori lontani dalla pratica religiosa e dalla vita ecclesiale l attesa del figlio e la richiesta del Battesimo sono un occasione per una riscoperta della fede cristiana, e quindi un momento di grazia che è offerto a loro e alla Comunità. Il coinvolgimento della famiglia interpella la Parrocchia a passare a una cura più diretta delle famiglie, per sostenerne la missione, offrendo ai genitori gli elementi essenziali che li aiutino a fornire ai figli l «alfabeto» cristiano 19. I genitori non vanno lasciati soli. Chi li accompagna è un evangelizzatore e catechista chiamato dal Signore Gesù ad essere, dentro la Comunità cristiana, testimone credibile e rispettoso compagno di viaggio per quei genitori che vivono e partecipano, pur nella diversità del loro stato di vita e di fede, al cammino di completamento dell Iniziazione cristiana dei loro figli. Le azioni di sostegno messe in atto dalla Comunità ecclesiale per i genitori devono essere pensate nella prospettiva di aiutarli ad esercitare il loro originale ed insostituibile ministero di evangelizzazione 20. Si prevedano anzitutto occasioni per esercitare, sperimentare ed imparare a svolgere il servizio di educazione alla fede all interno della propria famiglia, affinché i genitori siano resi capaci di annuncio e di narrazione, di leggere i segni di Dio e dei tempi nella vita quotidiana, di elaborare ed utilizzare segni e simboli per l educazione alla fede dei loro figli, di elaborare preghiere vicine al sentire della propria famiglia, di scoprire lo stile, gli strumenti e le modalità (es. gioco, festa, animazioni) più adatti alla propria famiglia per vivere la fede. 18 VMPMC, n cfr. VMPMC, n cfr. FC, n

13 L animatore di pastorale familiare si pone come collaboratore dei genitori nella esigente missione di primi responsabili dell educazione alla fede dei propri figli. Sa ascoltare, accogliere e valorizzare il vissuto, le domande, i bisogni, le attese di cui i genitori sono portatori, in questo nuovo contesto socio-culturale, offrendo spazi di riflessione, di confronto e di incontro con la Parola che salva. Sa tessere e favorisce le relazioni, è abile nel condurre ed animare il gruppo con creatività e fantasia, assumendo una metodologia che garantisca la partecipazione attiva nel processo autoformativo dell adulto 21. d) Altri Operatori pastorali Riconoscere la Comunità cristiana luogo primario di Iniziazione significa valorizzare l impegno di tutti i fedeli laici alla testimonianza evangelica e all assunzione di forme varie di ministerialità: padrini e madrine, animatori di Movimenti ecclesiali e di Oratori giovanili, educatori ed insegnanti, amici di percorso e di Associazione, ecc. La Comunità cristiana ha bisogno di persone che si pongano a servizio del Vangelo in modo esplicito, diretto e riconoscibile. Aprire gli spazi della pastorale catechistica a nuove figure ministeriali diventa fondamentale affinché si possa parlare di Comunità tutta chiamata all opera di evangelizzazione ed edificazione del Regno 22. Va ricordato che i padrini e le madrine sono i collaboratori dei genitori nell educazione cristiana dei bambini e rappresentanti della Chiesa nel suo ruolo materno, da scegliersi quindi tra le persone di fede effettivamente capaci di adempiere la loro missione. Nella Comunità parrocchiale è fondamentale, accanto ai catechisti dell Iniziazione cristiana, la presenza di operatori pastorali che si dedicano al ministero della Parola, in particolare nella catechesi per le varie fasce di età, nell animazione e formazione dei catechisti, nell Apostolato biblico, nei Gruppi di ascolto, nelle Scuole della Parola, nell esercizio della Lectio divina, in esperienze di nuova evangelizzazione per i lontani, in forme di primo Annuncio per i non credenti. Per promuovere e favorire il ministero della Liturgia, e soprattutto per garantire la qualità di ogni azione celebrativa e per educare alla preghiera, si promuova la presenza sia di quei ministeri che riguardano le Celebrazioni liturgiche (lettori, animatori liturgici, animatori del canto, ministri straordinari della Comunione ), sia di operatori pastorali addetti all animazione di momenti e gruppi di preghiera. Mediante il ministero della Carità la Chiesa, sull esempio del suo Signore e Maestro, si fa serva di ogni uomo. Sarà quindi opportuno impegnare i ragazzi a praticare forme di solidarietà reale, a conoscere le espressioni di dono gratuito, di inserirsi nel volontariato, prevedendo anche delle celebrazioni che manifestino la fraternità anche con chi soffre, per sentire la vita come missione. 21 cfr. CEI-UCN, La catechesi con la famiglia, 1994, n cfr. VMPMC, n

14 L esercizio della carità è lieta notizia, luogo e strumento di evangelizzazione, in quanto rivelazione dell Amore stesso di Dio; e questo avviene in tutte le forme con cui la carità si esprime, alle quali corrispondono anche diverse figure di operatori pastorali. Sarà compito del parroco, ma anche del catechista, valorizzare la testimonianza e la collaborazione, coinvolgendo tali ministeri nel cammino di fede dei fanciulli e dei ragazzi. Di conseguenza: 5. Si costituisca, a livello decanale o interdecanale (v. Zona pastorale) una Commissione catechistica o un Gruppo progetto dell Iniziazione cristiana, con lo scopo di sostenere e promuovere la responsabilità dell evangelizzazione e per progettare l insieme delle iniziative di Iniziazione cristiana, dando unitarietà alle scelte. La Commissione catechistica è luogo di condivisione di esperienze comunitarie e di formazione, ed avrà cura di sostenere con pazienza e costanza il processo di Iniziazione cristiana sul territorio e di operare in comune accordo con quella liturgica e della carità. Quando e se necessario assicurerà accanto al percorso comune esperienze differenziate e complementari. 6. Il Gruppo o Commissione è composto, indicativamente, da qualche parroco, catechisti e animatori dei catechisti, animatori dei ragazzi, animatori dei genitori, alcuni genitori e padrini, animatori della liturgia e della carità. 7. Ogni Comunità parrocchiale abbia cura di individuare, formare e sostenere gli operatori dell Iniziazione cristiana; potrà farlo tramite il Decanato. La chiamata al servizio catechistico e di animazione dei genitori sia rivolta a persone che diano buona testimonianza di fede e di vita cristiana, di amore alla Chiesa, dotate di capacità educative e relazionali, disposte anche a seguire gli appositi corsi di formazione. Non si può pretendere la perfezione, ma occorre tendere ad essa. 8. In tutti i Decanati o a livello interdecanale si realizzi periodicamente un Corso di formazione base per tutti gli Operatori pastorali, caratterizzato da proposte comuni circa i contenuti e da esperienze di laboratorio specifiche per i tre ambiti della pastorale: annunciocatechesi, liturgia, carità. Periodicamente, si realizzi anche un Corso di approfondimento, sia tematico, sia di abilitazione alle metodologie di animazione. 14

15 9. Le persone coinvolte nel servizio relativo all Iniziazione cristiana siano accompagnate e aiutate, a livello decanale o di insieme di parrocchie, a conoscere e utilizzare i Catechismi CEI e le relative sussidiazioni diocesane, come pure le metodologie catechistiche; sarà molto utile poter introdurre a tal fine il servizio di un animatore o animatrice decanale o zonale dei catechisti. 10. I responsabili della pastorale giovanile siano attenti ai ragazzi dell Iniziazione cristiana della parrocchia o del decanato, stabilendo contatti con coloro che stanno completando il cammino di Iniziazione, in vista di un loro accompagnamento nel tempo della mistagogia. Sia valutata la possibilità che qualche giovane animatore possa essere padrino o madrina dei ragazzi. 11. I genitori siano resi partecipi e coinvolti in vario modo nell Iniziazione cristiana dei figli: momento di accoglienza cordiale, partecipazione alla progettazione delle iniziative formative, celebrazione delle tappe importanti del cammino, occasioni di formazione per adulti, cioè di accompagnamento alla scoperta della loro fede, catechesi e celebrazione insieme ai loro figli nel Giorno del Signore, momenti di scambio sul compito educativo, valorizzando la sussidiazione diocesana. 12. Negli incontri con i genitori si valorizzino le loro domande e si tenga conto dei loro bisogni: il metodo da preferire non è quello delle conferenze, ma di laboratori, dialoghi, lavori di gruppo, dove si prevedano l intervento e l interazione dei genitori stessi. Si curino in particolare il clima di accoglienza e le relazioni interpersonali nel gruppo dei genitori, in modo che l avventura di accompagnare nel cammino della fede i loro figli li aiuti a superare l isolamento in cui spesso vivono le famiglie e a scoprire la ricchezza di essere comunità. 13. Ogni tappa annuale dell Iniziazione cristiana preveda per i genitori più appuntamenti, che promuovano crescita nella fede, disponibilità educativa e costruzione di rapporti con altri genitori. Le modalità, i tempi e i luoghi degli incontri siano concordati con gli stessi genitori. 14. La conduzione e l animazione degli incontri con i genitori sia affidata, preferibilmente, a una coppia di sposi. Le Comunità, a livello interparrocchiale o decanale, avranno cura di incoraggiare e accompagnare questa nuova figura ministeriale. 15. Anche ai padrini/madrine dei cresimandi sia proposta la presenza agli incontri formativi offerti dalla Parrocchia, oltre che la partecipazione al Sacramento della Riconciliazione e dell Eucaristia insieme ai figliocci. 15

16 Siano proposti dalla Parrocchia, come padrini e madrine del Battezzando, le persone coinvolte come educatori e testimoni della fede, in particolare là dove si verifichi la difficoltà della famiglia ad accompagnare nella fede i propri ragazzi. Per la Confermazione si valuti la possibilità che siano scelti dei Catechisti, come padrini o madrine, secondo il suggerimento dei Vescovi della Conferenza Episcopale del Triveneto.

17 V. I DESTINATARI DELL INIZIAZIONE CRISTIANA I più recenti Documenti della CEI propongono di ispirarsi al paradigma catecumenale anche per realizzare itinerari di Iniziazione cristiana che tengono conto della nuova situazione, sia della società, sia della famiglia, e di prevedere un cammino a tappe, con corrispondenti verifiche. Al centro di tale rinnovamento [pastorale] va collocata la scelta di configurare la pastorale secondo il modello della Iniziazione cristiana, che intessendo tra loro testimonianza e annuncio, itinerario catecumenale, sostegno permanente della fede mediante la catechesi, vita sacramentale, mistagogia e testimonianza della carità permette di dare unità alla vita della Comunità e di aprirsi alle diverse situazioni spirituali dei non credenti, degli indifferenti, di quanti si accostano o si riaccostano al Vangelo, di coloro che cercano alimento per il loro impegno cristiano 23. Si tratta di un processo formativo all esperienza di vita cristiana che abbraccia quattro aspetti e momenti 24, strettamente legati tra loro e interdipendenti: il primo annuncio di Cristo, Morto e Risorto, per suscitare la fede, quale adesione a Lui e al suo Messaggio di salvezza nella sua globalità; è fondamentale che si stabilisca un rapporto con Lui! la catechesi propriamente detta, finalizzata all approfondimento in forma organica del Messaggio stesso in vista della conversione, cioè del progressivo cambiamento di mentalità e di stile di vita; in questo entrano anche la formazione morale e il sacramento della Riconciliazione, come dono da sperimentare; l esperienza liturgico-sacramentale, per educare alla preghiera e realizzare il pieno inserimento nel Mistero pasquale di Cristo e nella vita della Chiesa, anzitutto attraverso la partecipazione attiva all Eucaristia domenicale; l impegno della testimonianza e del servizio, per una partecipazione corresponsabile nella vita della Comunità ecclesiale e nella missione. A. Percorsi prevalenti nella prassi diocesana 1. Genitori che chiedono il Battesimo per i propri bambini La Chiesa, che ha ricevuto la missione di annunciare il Vangelo e di battezzare, fin dai primi secoli ha conferito il Battesimo non solo agli adulti, ma anche ai bambini. In forza della Parola del Signore: Se uno non rinasce dall acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio (Gv 3,5), la Chiesa ha sempre ritenuto che i bambini non debbano essere privati del Battesimo. Essi, infatti, sono battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori, dai padrini e dagli altri presenti al rito: 23 CVMC, n cfr. IC Nota n. 1, Premessa; cfr. anche IC Nota n. 2, nn. 30;

18 questi rappresentano sia la Chiesa locale sia la società universale dei Santi e dei fedeli, la Chiesa Madre che tutta intera genera tutti e ciascuno 25. È un grande dono quello di permettere ai bambini di partecipare alla vita della Trinità (v. Grazia santificante) ed essere pienamente figli di Dio, partecipi della comunione ecclesiale fin dai primi mesi di vita; la bellezza di questa possibilità va spiegata ai genitori negli incontri di catechesi per loro predisposti, che, come si suggerisce poi, si sviluppa attorno al Battesimo (cfr. anche Mc 16,16; 1Pt 3,21; At 2,38; 22,16; Rm 6,3-4; Col 2, 11-12; 26 ). Accanto alla conferma di conferire il Battesimo ai bambini, vi è, da parte del Magistero, la preoccupazione che la celebrazione del Sacramento sia accompagnata dalla fondata speranza che il bambino sarà educato nella religione cattolica 27. La prassi diffusa di battezzare i bambini chiede un attenzione specifica da parte della Comunità cristiana. Tale evento è positiva opportunità di aiuto alla famiglia nella riscoperta della fede e avvio di un cammino che senza interruzioni giunga fino al termine del percorso di Iniziazione cristiana dei figli. 2. Fanciulli e ragazzi che completano il cammino di Iniziazione cristiana La fanciullezza e la preadolescenza costituiscono il momento di un primo sviluppo consapevole e organico della vita cristiana, fondata sul Battesimo ricevuto. Tale sviluppo, soprattutto nel contesto socio-culturale attuale necessita sempre più di una prima evangelizzazione. Inoltre, vanno perseguite sempre la crescita nella conversione personale, che include anche l esperienza del sacramento della Riconciliazione e una proposta di fede che tenda a fare dei fanciulli e dei ragazzi, anche attraverso i Sacramenti, dei veri credenti, nel rispetto della loro età. La stessa catechesi di Iniziazione cristiana deve essere orientata alla vita, e non solo alla celebrazione dei Sacramenti; si qualifica come processo globale di apprendistato della vita cristiana che esige pluralità di elementi ed esperienze organicamente unificate: l annuncio della Parola, la celebrazione liturgica e la preghiera, l esperienza della carità, la vita comunitaria. Centro della proposta di fede è l'incontro con Gesù Signore, che invita a seguirlo come discepoli nella Comunità cristiana; a riconoscerlo nella fede come il Maestro e il Salvatore; a entrare in comunione con Lui nella Parola e nei Sacramenti; a imparare a vivere e ad amare come Lui. 3. Iniziazione cristiana per ragazzi diversamente abili Particolare delicatezza e sensibilità esige la situazione dei fanciulli e dei ragazzi con difficoltà di apprendimento, di comportamento e di comunicazione. Al riguardo si terrà conto del dovere della Chiesa circa l accoglienza, sull esempio di Cristo, dei piccoli, dei poveri e dei sofferenti ai quali è promesso in primo luogo il Regno di Dio (Mt 11,25-26; Mc 9,36); la responsabilità di educare con pazienza le Comunità 25 RBB, n CCC, n cfr. CIC, can

19 cristiane a superare pregiudizi e resistenze, per essere case aperte a tutti, e così manifestare il Volto paterno e materno di Dio; l attenzione e la premura verso le famiglie; il rispetto per la natura dei Sacramenti 28. In questa prospettiva: 17. Nell attuale contesto culturale e data la situazione di molti fanciulli e delle loro famiglie, la catechesi si orienti ad assumere anzitutto le caratteristiche di primo annuncio e un taglio evangelizzante: attenzione alla vita dei destinatari, centralità di Gesù Cristo, essenzialità dei contenuti. 18. È da considerarsi orientamento ispiratore e scelta qualificante per l Iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazzi il modello del catecumenato diffuso nella Chiesa antica ed anche oggi in molte terre di missione ; esso è quanto mai significativo anche per il nostro tempo (cf. RICA). La prassi seguita attualmente non è priva di valori e non è da abbandonare senza proporre qualcosa di meglio: dal modello catecumenale essa riceve grande stimolo e indicazioni preziose per una riformulazione in vista di una maggiore efficacia. 19. Ogni Decanato (o a livello interdecanale) promuova la catechesi pre e post-battesimale. La catechesi pre-battesimale proponga il Vangelo dell Amore di Dio in relazione alle esperienze della maternità e paternità. Si realizza con alcuni incontri (almeno tre incontri per l accoglienza e la catechesi, e un quarto incontro di preparazione alla Celebrazione liturgica del Battesimo); gli incontri si realizzano con la coppia singola o/e in piccolo gruppo, da parte di Animatori della pastorale battesimale, e almeno uno con il Parroco o con un Presbitero collaboratore o con un Diacono. 20. Grande importanza si dia alla Celebrazione comunitaria del Battesimo nella Veglia Pasquale e in altre date significative dell Anno liturgico, quali la Veglia di Pentecoste e la Domenica del Battesimo del Signore. Si eviti, salvo casi di necessità, la celebrazione del Battesimo nel Tempo quaresimale. 21. La catechesi post-battesimale coinvolga e renda progressivamente protagonisti degli incontri la famiglia e i bambini; valorizzi la vita familiare come luogo di educazione alla fede; si configuri variamente come incontri di riflessione, festivo-celebrativo e inter-attivo. Opportunamente, le tematiche degli incontri siano attinte dal Catechismo dei bambini Lasciate che i fanciulli vengano a me. 28 IC Nota 2, n. 58; CIC, can. 777, n

20 In ogni tipo di itinerario di Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi si curi un periodo di almeno un anno di prima evangelizzazione che introduce all'esperienza di fede. Sia annunciato il Mistero centrale della fede: la Morte e la Risurrezione di Cristo e la rivelazione piena dell'amore di Dio come apertura alla fiducia dei figli che sanno di essere chiamati per nome e amati da Dio. 23. Tenendo conto della specificità dell età e del cammino formativo, si esige anche del tempo per maturare nella fede: secondo le indicazioni dei Catechismi CEI, si devono prevedere almeno due anni di catechesi culminanti nella Celebrazione della prima Eucaristia e due per la Confermazione. Ovviamente, queste indicazioni vanno prese con saggezza, ma propongono un tempo minimo, che potrà essere prolungato qualora ciò si rendesse necessario. 24. Senza modificare, almeno per ora, la prassi circa l ordine dei Sacramenti, si prevede quindi la celebrazione della Messa di Prima Comunione verso i nove-dieci anni, e la celebrazione della Cresima verso gli undici-tredici anni 29. La prima Celebrazione del sacramento della Riconciliazione trova posto nell Itinerario biennale in preparazione all Eucaristia, ma distanziato da Essa. 25. Nella predisposizione degli itinerari, in conformità ai Catechismi della CEI e con il supporto della sussidiazione diocesana, sia sempre tenuta presente l unità dei tre Sacramenti dell Iniziazione cristiana, Evento unico che celebra il Mistero di Morte e Risurrezione di Cristo. Il fatto che il sacramento della Cresima possa essere celebrato qualche anno dopo l ammissione alla Comunione non deve far pensare che esso sia slegato dal ritmo teologico dei sacramenti di Iniziazione cristiana: il Sacramento della maturità cristiana è l Eucaristia, a cui gli altri conducono. 26. Dopo la celebrazione della Cresima va previsto un tempo di mistagogia, ossia di inserimento nella vita ordinaria della Comunità parrocchiale: uno o due anni di esperienza volti a promuovere una sempre più convinta personalizzazione dell'esperienza di fede, che nell approfondimento dei Sacramenti celebrati guidi allo sviluppo della coscienza morale, a un più organico orientamento vocazionale, a un'educazione alla missionarietà e al servizio. Il tempo della mistagogia potrà avere il suo punto di arrivo nella solenne Celebrazione dell anniversario del Battesimo o, se prolungato, della Professione solenne di Fede. 27. La distribuzione degli incontri di catechesi di Iniziazione cristiana assuma il ritmo settimanale, o almeno quindicinale. Sono da cogliere le 29 cfr. anche CEI, Delibera del

21 opportunità che offre la giornata del sabato, soprattutto là dove fosse libera da impegni scolastici; sia valorizzato come luogo della catechesi la Domenica, in cui è possibile vivere una pluralità di esperienze: incontro di catechesi, celebrazione Eucaristica, momento di comunione e di fraternità. Altre eventuali scansioni, dovute a particolari situazioni, sono da valutare di concerto con l Arcivescovo o con l Ufficio catechistico diocesano. 28. Si offra ai ragazzi la possibilità di continuare il cammino di fede anche durante i tempi di vacanza; a tale proposito esperienze significative quali i campi scuola, il grest o fine settimana siano pensati come momenti di crescita nella fede personale e di gruppo. 29. I passaggi e le consegne tipiche dell Iniziazione cristiana (che trovano spazio in un contesto celebrativo), siano occasione per il parroco con i genitori e i catechisti per compiere un discernimento riguardo alla crescita nella fede del catecumeno, ai segni della sua appartenenza alla Comunità attraverso il gruppo, all adeguatezza della proposta fattagli, alla risposta che egli sta dando. 30. Ai fanciulli e i ragazzi diversamente abili sia data la possibilità di percorrere il cammino di Iniziazione cristiana, adattato e personalizzato, per quanto possibile, inseriti nel gruppo che frequenta la catechesi parrocchiale; siano sostenuti dalla famiglia e accompagnati e seguiti da un catechista sensibile e preparato. B. Situazioni specifiche Anche nella nostra Diocesi si manifesta in modo crescente la presenza di adulti, giovani e fanciulli non battezzati che intendono compiere un cammino di crescita nella fede verso la piena appartenenza alla Comunità cristiana mediante i Sacramenti dell Iniziazione cristiana. Queste persone richiedono una particolare attenzione da parte delle nostre Comunità. Di conseguenza, sia per i fanciulli, sia per i giovani e adulti, si preveda e si attui il catecumenato, previo il consenso dell Arcivescovo, 1. Giovani e adulti che chiedono il Battesimo Si assiste oggi anche in Italia, come in altri Paesi del mondo, alla conversione di adulti che si avvicinano alla Chiesa e chiedono il Battesimo. Si tratta, in genere, di persone che non furono battezzate nella prima infanzia pur provenendo magari da famiglie tradizionalmente cristiane: per motivi vari, i genitori hanno rifiutato il Battesimo ai figli o ritenuto dover lasciare a loro di decidere, in età giovanile o adulta, la scelta religiosa. 21

22 Rilevante è poi il caso di giovani o adulti stranieri, europei ed extraeuropei, che chiedono il Battesimo. Si tratta spesso di immigrati o rifugiati stranieri, che scoprono la bellezza della fede cristiana in Italia. Il percorso è quello classico del catecumenato, esperienza di rinnovamento nella fede anche per la Comunità dei credenti. Al riguardo è in preparazione la pubblicazione di un apposita Guida da parte della Conferenza Episcopale Italiana. Un cammino simile si prospetta per chi riscopre la fede, mentre frequente è il caso di giovani non-cresimati che intendono incontrare il Signore anche tramite la Confermazione: ovviamente non si può non rendere lode a Dio per questi loro passi ed accogliere tali fratelli e sorelle con attenzione. 2. Fanciulli e ragazzi che chiedono il Battesimo Nelle nostre Comunità sta crescendo, inoltre, la presenza di fanciulli e ragazzi che tra i 7 e i 14 anni sapendo, di non essere battezzati, chiedono di compiere il cammino di Iniziazione cristiana insieme ai loro coetanei. Il RICA, al capitolo V, prevede anche per questi il cammino catecumenale ispirandosi a quello degli adulti. Secondo la Nota 2: Adottando questa modalità, la Chiesa fa appello all esigenza del tutto tradizionale di non dare i sacramenti, e il Battesimo in specie, in modo indiscriminato. La richiesta dei genitori o il desiderio del fanciullo, unito al consenso dei genitori, sono la condizione necessaria ma non sufficiente per accedere ai Sacramenti. Da lì dovrebbe iniziare un itinerario progressivo e disteso nel tempo, grazie al quale si consolida nella vita del fanciullo, con la partecipazione dei genitori, la conoscenza dei misteri della fede e la pratica delle virtù cristiane, per un apertura incondizionata alla grazia sacramentale 30. La Nota pastorale della CEI circa l Iniziazione cristiana dei fanciulli e ragazzi dai 7 ai 14 anni non battezzati dà queste indicazioni: L itinerario di Iniziazione cristiana, della durata di circa quattro anni, può opportunamente attuarsi insieme a un gruppo di coetanei già battezzati che, d accordo con i loro genitori, accettano di celebrare al termine di esso il completamento della propria Iniziazione cristiana. Intorno agli undici anni, possibilmente nella Veglia pasquale, i catecumeni celebrano i tre Sacramenti dell Iniziazione cristiana, mentre i coetanei già battezzati celebrano la Confermazione e la prima Eucaristia. L itinerario di iniziazione cristiana può assumere anche un altra forma, in linea con la prassi pastorale attualmente in uso in Italia. I fanciulli catecumeni, dopo circa due anni di cammino, ricevono il Battesimo e l Eucaristia (RICA, 344), quando i loro coetanei sono ammessi alla Prima Comunione, e ciò preferibilmente in una domenica del tempo pasquale. Quindi, insieme, almeno per altri due anni, proseguono il cammino di preparazione per ricevere la Confermazione (n ). Ovviamente, si tratterà di un impegno più approfondito rispetto a quello proposto ai ragazzi che già vivono un esperienza cristiana, con un percorso più intenso o più lungo, dopo il quale sarà da prevedere necessariamente anche un tempo per preparare al sacramento della Riconciliazione, durante il tempo della mistagogia. 30 cfr. IC nota 2, n

23 Di conseguenza: 31. A livello di Zona pastorale - almeno inizialmente nella città di Trento - si costituisca il Catecumenato degli Adulti, incaricando dell esperienza una parrocchia, in accordo con gli Uffici Catechistico e Liturgico diocesani, e con un gruppo di adulti disponibile a questo servizio. 32. In una delle Parrocchie di ogni Decanato vi sia anche un percorso di fede e vita cristiana per giovani e adulti che chiedono di poter proseguire o riprendere il cammino della loro Iniziazione cristiana, con la Celebrazione del sacramento della Cresima. 33. Quando si presenta la richiesta del Battesimo di fanciulli e di ragazzi, si predisponga e si realizzi il cammino catecumenale secondo gli orientamenti e gli strumenti messi a disposizione dall Ufficio catechistico nazionale e l esperienza realizzata in Diocesi. 34. La scelta impegnativa del catecumenato dei ragazzi è percorso obbligatorio per chi chiede di celebrare il Battesimo dopo i sette anni. Il ragazzo/i possono essere inseriti nel gruppo dei coetanei già battezzati, che percorreranno il medesimo itinerario, che per sua natura deve essere più esigente di quello tradizionale. Il candidato potrà essere ammesso al Battesimo, e insieme con i compagni, alla Cresima e all Eucaristia in un'unica Celebrazione, dopo almeno quattro anni di cammino, tenuto conto della maturità di fede raggiunta (cfr. IC Nota 2, n. 47). Si preveda poi il Sacramento della Riconciliazione in un periodo successivo. Nel cammino catecumenale è particolarmente importante il ruolo della famiglia. 23

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