I racconti dei Battuti

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1 I racconti dei Battuti LA SCUOLA INFERMIERI PROFESSIONALI DI SAN VITO nel ricordo dei suoi allievi di Giacomo Tasca a cura del CENTRONOVE Circolo Aziendale Ospedaliero di San Vito al Tagliamento n. 4 - Dicembre 2011

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3 L Ospedale Santa Maria dei Battuti di San Vito al Tagliamento ha vissuto tra il 1963 e la fine del Novecento un periodo di sviluppo eccezionale che, per importanza ed efficienza, trova forse paragone solo con l acquisto del Palazzo Heimann e dipendenze nel 1875 e con l arrivo da Padova del primo chirurgo moderno Vittorio Fiorioli della Lena. Con l anno 1963 è iniziato il potenziamento progressivo del personale medico e infermieristico, sono stati istituiti nuovi reparti di diagnosi e cura con relativi ambulatori che, in successione cronologica, sono stati quelli di ostetricia e ginecologia, centro di chirurgia della mano, pediatria; ortopedia e traumatologia; otorinolaringoiatria, oculistica e nuovi servizi diagnostico-terapeutici e tecnici: laboratorio di analisi cliniche, centro trasfusionale, centro di rianimazione e terapia intensiva con due posti letto (il primo inaugurato nella nostra regione), servizio di endoscopia digestiva, di oncologia, di fisioterapia, di emodialisi. Ovviamente anche i reparti di degenza preesistenti (chirurgia e medicina) e la radiologia usufruirono di un tempestivo e continuo potenziamento tecnico-strumentale in armonia con il rapido evolvere del progresso scientifico. Fra le nuove realizzazioni più utili rientra la istituzione nel 1979 della Scuola per Infermieri Professionali, intitolata al compianto dottor Girolamo Jacobelli, che è rimasta funzionante fino a tutto il 1997 quando l insegnamento della professione infermieristica è passato con la nuova

4 legge alle università statali nell ambito della facoltà di Medicina e Chirurgia. È ancora vivo fra i miei ricordi degli anni Sessanta il forte bisogno che l ospedale aveva di disporre di infermieri professionali, necessità che veniva soddisfatta assumendo infermiere diplomatesi dopo due anni di studio nelle scuole-convitto di Pordenone, Udine e, soprattutto, di Gorizia dove la scuola era retta dalle Suore della Provvidenza presenti nel nostro ospedale dal Per soddisfare il bisogno di infermieri generici si provvedeva con corsi di studio interni gestiti da quelle suore con diploma di infermiere professionali che potevano quindi dedicarsi all insegnamento delle tecniche infermieristiche. Per quanto riguarda le infermiere professionali l ospedale aveva cominciato ad assumere alcune neodiplomate che in quegli anni hanno portato la freschezza della giovane età e la buona volontà di lavorare. Tra queste non posso non citare con la più viva gratitudine per la loro intelligente e affettuosa collaborazione in sala operatoria due ragazze di Bagnarola: Lucia Del Frari strumentista e in seguito responsabile delle sei sale operatorie dell ospedale nuovo e Maurizia Zamparo anch essa strumentista che proveniva dalla scuola infermieri dell ospedale di Udine; ad esse seguì Egle Tommasin diplomata presso la scuola di Gorizia e destinata a reggere con grande senso di responsabilità per molti anni la segreteria e l attività ambulatoriale della divisione chirurgica. Nell autunno del 1967 Suor Gerosa Vidali, che aveva notevole esperienza didattica, diresse il primo corso per infermieri generici; durò un anno solare da marzo a marzo dell anno seguente con vacanza solo nel mese di agosto come ben ricorda un bravissimo allievo di allora, Leonardo Querin destinato a diventare un importante riferimento nella cerchia del personale di assistenza in anestesia e rianimazione. Altri corsi seguirono negli anni successivi. Nell autunno del 1971 iniziò anche nell Ospedale di San Vito il primo corso di riqualificazione istituito dal Ministero per infer-

5 mieri generici che erano in possesso di certi titoli di studio, che rispondevano ad una formula concordata con i sindacati, potessero ottenere, previo esame finale tenuto presso la Scuola Infermieri Maran di Pordenone, il diploma di infermieri professionali alla fine di un anno di studio. A questo primo corso parteciparono otto infermiere generiche tra le quali ricordo Bruna Piagno, Suor Pierpaola e Graziella Falcomer e, unico infermiere, Antonio Daneluzzi che dopo la quiescenza dall Ospedale di San Vito (luglio 95), continua ad esercitare con passione e dedizione la professione d infermiere in una casa di riposo. Seguì nel 1972 un secondo corso di riqualificazione dal quale emersero tra gli altri Luisa D Italia, una struttura portante del reparto di chirurgia, apprezzata da colleghi e medici per la sua efficienza nel lavoro di corsia, Adriano Centis che diventò un elemento prezioso nel servizio di anestesia e rianimazione e Nadia Chiarotto provetta strumentista da me molto considerata per serietà, precisione e prontezza. Ho ricordato con vero piacere e con senso di riconoscenza queste persone in rappresentanza di tante altre che nella mia attività di chirurgo ho potuto conoscere molto da vicino e stimare per il loro senso di responsabilità e per il tratto pieno di riguardi verso i malati. Sono tutte persone che hanno validamente cooperato alla conservazione e alla crescita del buon nome che l ospedale di San Vito ha sempre goduto presso le popolazioni che ha servito. Nel settembre 1979 il Consiglio di amministrazione istituì la Scuola di Infermieri Professionali e ne affidò la direzione al dr. Giovanni Bassi, primario anestesista e Direttore sanitario, la direzione didattica a Suor Michelina Bettega. Ho collaborato anch io all attività di insegnamento fin dal primo anno per il quale mi fu affidata Scienza dell Alimentazione. Negli anni successivi fino al 1995 insegnai Patologia Chirurgica partecipando quasi sempre agli esami di diploma. È stata per me un esperienza piacevo-

6 le e utile che conservo tra i ricordi più belli della mia vita ospedaliera. Ho cercato qui di ricostruire una memoria di questa Scuola durata per sedici corsi di tre anni ognuno dando voce ad alcuni ex-alunni che mi hanno fatto partecipe dei loro ricordi. In sedici corsi la Scuola ha portato al diploma 266 studenti e non era materialmente possibile raccogliere i ricordi di tutti. Per questo motivo si è dovuto riservare la ripartizione delle succinte interviste a poche persone cercando però di raccogliere i ricordi di almeno una persona per ogni corso. Qualche volta si è verificata la felice occasione di incontrare qualche rappresentante in più di alcuni corsi e di raccogliere anche i ricordi di alcuni infermieri generici. Il primo corso portò al diploma 16 infermiere nell estate del Luisa Nocent che da quell anno presta servizio nella divisione di ostetricia e ginecologia dove ha dato il suo apporto nelle corsie della maternità e della ginecologia, ora da diversi anni lavora negli ambulatori. La scuola le ha lasciato il ricordo di due materie che l hanno appassionata: Scienza dell Alimentazione il primo anno e Patologia Medica il secondo anno illustrata dal primario medico dr. Alberto Rizzo. Io stesso ricordo Luisa che veniva a prendere i miei appunti di Scienza dell Alimentazione che poi copiava perché le lezioni esondavano un po dal piccolo testo dato in dotazione. Dello stesso corso ( ) è Mara Castellarin che ricorda con piacere la pratica di corsia imparata dalla caposala di chirurgia donne Suor Gemmarita e quella di strumentista appresa da Lucia del Frari. I primi due anni di lavoro li ha svolti in reparto dozzinanti ed è stato un periodo difficile che ha superato a fatica. Il lungo tirocinio fatto a strumentare in sala operatoria di ostetricia e ginecologia le ha dato sempre soddisfazione e le ha consentito di accumulare quella esperienza che oggi le è molto utile nel dirigere il personale e tutto il lavoro che avviene nel reparto operatorio recentemente ammodernato. Come altre colleghe ha

7 avvertito in questo ultimo anno un appesantimento burocratico che rende il lavoro più gravoso senza lasciar intravedere una manifesta utilità. Ancora una diplomata nel 82 è Maria Giovanna Bortolussi che racconta di aver svolto tirocinio nel reparto di chirurgia uomini diretto da Suor Angelita e in quello di chirurgia donne. Se avesse potuto scegliere liberamente dove svolgere il suo lavoro avrebbe scelto senza incertezze il reparto di ostetricia-ginecologia, fu invece assegnata subito dopo il diploma al reparto operatorio. Si adattò rapidamente strumentando nei primi anni quasi sempre nelle due sale operatorie di chirurgia generale. Si dichiara ancora contenta dell interessante lavoro che svolge con serenità e tranquillità Per il gruppo di 20 ragazze e di un ragazzo (Devi Papais) che si sono diplomati nel 83 ho potuto intervistare Lorena Bianchet che entrò in ospedale come ausiliaria per poi accedere alla scuola infermieri. Di tutte le materie del programma scolastico quella che per Lorena fu la più avvincente - e questo per la bravura e la chiarezza di esposizione dell insegnante Suor Michelina - fu Tecnica Infermieristica. Dopo il diploma lavorò fino al 1997 in Medicina Donne sotto la direzione di Sr Lia Antonia della quale conserva un ottimo ricordo. Dal 97 è in Direzione sanitaria. Mauro Leon viene a rappresentare i 17 diplomati e diplomate del 1984, quelli del terzo corso di cui hanno fatto parte anche Antonio Fregonese e Pierluigi Benvenuto. Mauro aveva superato l esame finale del corso di infermiere generico tenuto da Sr Maurizia nel Nello studio teorico della scuola per professionali ricorda le sue difficoltà nello studio della chimica (docente era il dr. Giovanni Tasca del Laboratorio di Analisi) e anche in inglese con il prof. Angelo Bertolo. Un ricordo a lui rimasto particolarmente vivo fu quello dell assistenza ad una autopsia eseguita dal professor Antoci: si trattava della salma di un uomo che era deceduto per una emorragia cere-

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9 Diploma anno 1982 Diploma anno 1983

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11 Diploma anno 1984 Diploma anno 1985

12 brale. Mauro rimase impressionato in modo violento quando l assistente settore tolse la calotta cranica che aveva segato e mise allo scoperto l encefalo ed il danno provocato dall emorragia. Dal 96, dopo 12 anni di chirurgia, è impegnato nell articolato lavoro di assistenza ai chirurghi ortopedici sia in sala operatoria che in sala gessi. Collega di Mauro Leon è Pierino Luchin che ha frequentato il corso per generici degli anni insieme a lui. Le materie di studio che più lo avevano appassionato erano state Patologia Chirurgica e Igiene, tenuta quest ultima dal dr. Sabino. Durante il corso di generico fece pratica in medicina uomini per passare poi in chirurgia dove rimase fino al 1998, anno in cui è stato trasferito in ortopedia. Tra i ricordi di lavoro più cari cita la simpatica personalità dell infermiere generico Giulio Ventoruzzo di Gleris che gli fu insegnante, ricco di esperienza e generoso elargitore di buoni consigli. Ho potuto incontrare Maria Venaruzzo nello spogliatoio della sala operatoria prima che iniziasse il suo lavoro quotidiano di strumentista. Maria è arrivata al diploma nel La parte pratica dello studio l ha svolta passando attraverso quasi tutti i reparti di degenza del nostro ospedale oltre che in sala parto dove l insegnamento le fu dato dalla caposala Edda Fabris e nel servizio domiciliare accanto a Mariarosa De Giusti. Di tutte queste persone, dalle quali ha appreso il frutto di tanta esperienza nel campo assistenziale, conserva un ricordo grato per il tratto materno e gentile con il quale l hanno trattata. Dopo il primo lavoro alla casa di Cura S.Camillo di Treviso è approdata come strumentista a San Vito. La ricordo al mio fianco tranquilla e tempestiva, esatta nello svolgere il lavoro che aveva imparato con rapidità eccezionale, tale da farmi ritenere che doveva possedere una predisposizione naturale. Nonostante i molti e importanti cambiamenti avvenuti in questo reparto dal 1997 in poi Maria continua ad essere soddisfatta del suo lavoro e del buon clima che regna nel reparto operatorio.

13 Alessandra Santarossa è tra i 15 allievi (14 donne e un maschio, Fiorenzo Gaiatto) che hanno superato l esame di diploma insieme a lei nell estate del Riandando con la memoria alle materie studiate durante il corso ammette che l impressione generale che prova è quella di un ordinamento dello studio ancora arretrato rispetto allo sviluppo che la scienza infermieristica ha avuto negli anni che sono seguiti. La preparazione teorica era comunque all altezza dei requisiti scolastici del suo tempo. Il tirocinio pratico lo ha svolto prevalentemente nelle due sezioni di Medicina Donne ricevendo insegnamenti da Sr Alfonsina, persona ricca di umanità, e da Sr Lia Antonia, caposala rigorosa che faceva funzionare il reparto come un orologio. Alessandra è stata la prima allieva che ha svolto il tirocinio pratico presso il Centro di salute mentale. Ha lavorato per 10 anni in Terapia Intensiva e dopo altre esperienze sia in ambito ospedaliero che territoriale è occupata ora in Direzione Sanitaria, dove si interessa di incident reporting. Raggiungo al telefono Catia Cassin che, in questa serie di interviste, rappresenta il corso (12 ragazze e un maschio, Giovanni Rinaldi). Catia ricorda che l unica materia di studio che le ha presentato delle difficoltà è stato l inglese, una difficoltà però che le si è ripresentata dopo 22 anni dal diploma nel corso universitario specialistico di scienze infermieristiche e ostetriche conclusosi felicemente quest anno in febbraio. Alla Scuola retta da Suor Michelina studiò con vivo interesse anatomia e igiene, materia questa insegnata allora dal dottor Celotto. Quale esperienza più qualificante professionalmente cita quella da lei svolta presso la Casa di riposo di Azzano Decimo, come responsabile infermieristica dal 2005 al Ora lavora presso la direzione del Servizio infermieristico dell Azienda Sanitaria n.6 Friuli Occidentale. Stefania Saveri mi accoglie nella sua postazione di caposala del reparto di chirurgia. Mi rac-

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15 Diploma anno 1986 Diploma anno 1987

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17 Diploma anno 1988 Diploma anno 1989

18 conta che ha studiato nella Scuola di San Vito tra il 1984 e il 1987 e che, tra le caposala sotto la cui direzione ha fatto il tirocinio pratico prima del diploma, le personalità che più l hanno colpita per efficienza didattica e per il modo di dirigere le sezioni di degenza a loro affidate, sono state Suor Maurizia (chirurgia uomini) e Suor Lia Antonia (medicina donne). La cardiologia insegnata con grande capacità dal dottor Duchi è la materia che più ha destato il suo interesse. Nel periodo di lavoro presso l Ospedale di Udine, sezione chirurgia vascolare, ricorda con piacere i complimenti dei medici e caposala per il grado di preparazione ricevuto nella Scuola Infermieri di San Vito. Sempre del corso è Paola Tisiot appassionata alle lezioni di Tecnica Infermieristica insegnata da Suor Angelita. Il tirocinio pratico l ha svolto in tutti i reparti e servizi dell ospedale di San Vito tranne che sala operatoria. Il massimo interesse che è venuta coltivando nel corso di questa esperienza è stato per il lavoro che si svolgeva in chirurgia e soprattutto in chirurgia uomini. Tuttavia non fu affatto estranea ad interessi per due soggetti scientifici ai quali non ha potuto dedicarsi come avrebbe desiderato ma che coltiva ancora con qualche lettura: psicologia e pedagogia. Nel 1988 si è diplomata infermiera professionale Lucia Masut insieme ad altre 11 colleghe e a Luca Gri. La trovo nel reparto di pediatria dove lavora attualmente. Mi parla subito del suo interesse per lo studio e, in particolare, della Ostetricia e Ginecologia, spiegata con molta cura e passione dal dottor Linciano, docente della materia per tutti gli anni della scuola. Nell apprendimento della pratica infermieristica, dove non ha incontrato alcuna difficoltà, è rimasta impressionata dalla precisione e dalla serietà dei controlli da parte dell insegnante Suor Angelita che alle allieve ripeteva spesso: tutto ciò che non è vassoio si porta con il vassoio. Lucia prese alla lettera questa regola e un giorno, essendo

19 stata incaricata di portare un cuscino ad una degente, pensò bene di metterlo su un vassoio e, attraversando il corridoio, andò a portarlo alla malata. Le colleghe che la videro, dopo un attimo di stupore, scoppiarono a ridere. Del primario chirurgo che amava interrogare e controllare quanto le allieve avevano capito e assimilato, Lucia ha avuto timore come molte sue compagne. Subito dopo il diploma fu assunta e assegnata alla Medicina Donne nella sezione retta da Suor Lia Antonia che le diceva spesso: nina, se te ga un can che te corre drio, varda ch el te magna. Dapprima questa esortazione a sbrigarsi, a essere svelta l aveva resa perplessa, poi si convinse che doveva dimostrare di essere più veloce nell eseguire gli ordini della caposala. Tatiana Di Fresco è oggi la caposala del reparto di ortopedia (corso ). Nel tirocinio pratico era rimasta molto coinvolta nell assistere all attività di chirurgia della mano la cui parte traumatologica è stata quella che aveva potuto apprezzare di più. Si sente realizzata nel suo lavoro e ricorda con grande piacere le lodi ricevute dagli esaminatori per la stesura del Piano assistenziale che era stata una iniziativa di Catya Zorzi, collaboratrice didattica di Sr Michelina: il tema riguardava alcuni ustionati degenti in chirurgia uomini. Claudia Hattinger si è diplomata insieme a 16 colleghe nel Un po di difficoltà ricorda di aver incontrato nello studio di Igiene Ospedaliera, che era una delle materie dell ultimo anno di corso. Della Scuola conserva un ottimo ricordo che la porta ad affermare che la rifarebbe subito essendo stata una parte molto bella e interessante della sua vita così come non dimentica gli insegnamenti ricevuti da Suor Angelita e da Suor Gemmarita. Racconta che un giorno si è accorta che in chirurgia uomini c era un degente che doveva essere operato di ernia e non aveva mai fatto la profilassi antitetanica. Essendo fresca dell impressione che le aveva lasciato la descrizione scolastica del tetano andò a riferire la cosa ad

20 una diplomata di reparto più anziana la quale le rispose che non c era proprio nessuna necessità di fargli una vaccinazione antitetanica. Oggi Claudia presta servizio al Pronto Soccorso: era il suo obiettivo professionale da quando ascoltava con grande attenzione le lezioni tenute dal dr. Salvatore, allora dirigente del reparto. È contenta di sentirsi utile nelle più svariate emergenze alle persone che improvvisamente e inaspettatamente vengono colpite dal male e hanno bisogno di tutto. Anche Vicenzina Castellan, è infermiera professionale dal È sempre rimasta nell ambito delle degenze chirurgiche, partecipando alle continue trasformazioni dei metodi di cura e di assistenza del malato e dell organizzazione del reparto. Questi continui cambiamenti, se pur pesanti per molti aspetti, non hanno influito negativamente sullo spirito gioviale e sul modo scrupoloso di lavorare di questa ex-allieva che non risparmia un luminoso sorriso a nessuno. Alla fine del decimo corso nell estate del 1991 insieme ad altre 19 compagne si diplomò Monica Bortolussi che ricorda della Scuola l insegnamento di una materia per lei piuttosto ostica, anatomia, se pur spiegata in modo chiaro e semplice dal dottor Bellomo. La ricca e positiva esperienza del tirocinio nei reparti ospedalieri e in alcune strutture territoriali le rimane ancora viva e presente nella sua memoria. Iniziò a lavorare a Caorle nella Casa di riposo poi a San Donà di Piave nel Centro di salute mentale. Ma questi sono stati brevi periodi rispetto ai dieci anni che trascorse in Terapia intensiva a San Vito. Lì imparò molto grazie agli insegnamenti dei colleghi più anziani e in particolare da Dario Masotti che ha sempre ammirato per equilibrio, serenità e preparazione professionale. Da lui apprese, tra l altro, la tecnica di prelievo del sangue arterioso, acquisendo una manualità che gli tornò utilissima quando fu trasferita nel servizio di Emodialisi. Da due anni lavora in Pediatria, contenta di questa nuovo ambiente; il clima e i ritmi sono molto

21 diversi dai reparti precedenti; qui il lavoro si svolge in un atmosfera serena e protetta ed entrare nel Nido o assistere alla nascita di un bambino in sala parto o in sala operatoria sono esperienze che coinvolgono ed emozionano sempre. Trovo al lavoro nella Sala Gessi Alessandro Biasutti che in questa serie di interviste rappresenta le sue 14 compagne di studio diplomate nel Mi dice di non aver incontrato difficoltà nello studiare le materie curricolari salvo forse alcuni capitoli di Patologia Medica, duri da digerire. Da tirocinante il periodo trascorso nel reparto di Medicina è stato molto positivo. Nel Gruppo gessi e in Sala operatoria di Ortopedia è impegnato nel tipo di lavoro che più gli piace; è un attività che svolge agevolmente e in autonomia entro i limiti e con le caratteristiche di una assistenza infermieristica specializzata che gli consente di essere molto vicino e professionalmente utile a stretto contatto con i medici del reparto. Il 12 corso ha diplomato nel 1993 Cristina Zadro. Ricorda con piacere le lezioni di Tecnica Infermieristica spiegate in maniera tanto chiara e interessante da Suor Michelina e da Catya Zorzi. Il lavoro in Sala Operatoria è stato quello che l ha affascinata e che desiderava fare fin dal tirocinio. Accontentata! Oggi è una strumentista operativa in tutte le specialità che si praticano nel gruppo operatorio del nostro ospedale e lavora con passione e competenza a fianco dei chirurghi. È contenta e si sente realizzata, si trova bene insieme alle sue colleghe e alla caposala che conosce fin dai tempi del tirocinio. Quella del Reparto Operatorio, mi dice, è una bella famiglia che è guidata bene e va avanti tranquilla in silenzio e cercando di dare il massimo. Katia Tolfo è del corso (18 allieve e un allievo, Claudio Centis). La passione naturale istintiva di Katia per il lavoro di infermiera si è manifestata nell affrontare e studiare la materia che è stata per lei la più bella e la più importante di tutte: tecnica infermieristica. E

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23 Diploma anno 1990 Diploma anno 1991

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25 Diploma anno 1992 Diploma anno 1993

26 l attrazione per il reparto di ortopedia durante il tirocinio si è rivelata determinante per la sua carriera professionale avendo trovato proprio in quel reparto la sua collocazione sentendosi tuttora soddisfatta e realizzata nelle sue aspirazioni. Lavora nel reparto di Terapia intensiva Sara Novello, infermiera professionale dall estate del 1995 (corso di 20 allievi di cui 2 maschi: Andrea Favretti e Claudio Pavan). Ricorda di aver incontrato difficoltà già nel primo anno di studio nel seguire le lezioni di patologia generale tenute dal dr. Plaino. Il tirocinio pratico è stato il più vario e completo possibile con una frequentazione anche presso l istituto La Nostra Famiglia. Oggi, nel delicato lavoro che svolge in Terapia intensiva, si sente serena e tranquilla, pienamente realizzata nel prestare il suo servizio infermieristico ai pazienti critici, molto spesso al limite tra la vita e la morte. Simona Pellarin, conclusa la scuola (corso , 12 allievi tra cui due maschi, Loris Toffolon, Cesare Manzini) la prima assunzione per lei fu presso la Casa di Riposo di Morsano al Tagliamento per arrivare poi nell ospedale di San Vito, assegnata alla divisione chirurgica. Dopo un intermezzo territoriale al Distretto sanitario di Cordenons ritorna a San Vito, in Chirurgia. Dal 2010 è in Terapia intensiva. Nella conversazione, Simona parla dei suoi primi giorni di lavoro in chirurgia uomini e di quanto rimase coinvolta emotivamente nell assistere un degente molto anziano al quale doveva tagliare le unghie dei piedi. La sera, a casa, prima di addormentarsi, ripensando alla solitudine e allo stato di totale abbandono in cui quel vecchio viveva da tempo è stata colta da una profonda tristezza e ha pianto. In seguito ha dovuto imparare a controllare questa sua naturale empatia che anche in altre occasioni l aveva portata ad immedesimarsi nelle condizioni tristi e dolorose delle persone che avvicinava per dovere di servizio. Ricorda ancora una vecchia signora che era sola e che le aveva raccontato tutte le amare vicende attraverso le quali era

27 passata. Alla fine del racconto, grata per la pazienza e l ascolto attento e partecipante di Simona, quella signora volle esprimerle la sua gratitudine offrendole del denaro che ovviamente Simona non accettò. Manuela Caravano si è diplomata nel 1997, l anno dei diplomi dell ultimo corso di sedici allievi che avevano iniziato gli studi e il tirocinio professionale nel Trovò particolarmente interessante lo studio di anatomia, patologia chirurgica e farmacologia con la dott.ssa Majeron, applicandosi con passione e senza trovare particolari difficoltà nel percorso scolastico. Del primo impiego alla Casa di Riposo di Aviano non riportò un impressione positiva a differenza di quella fatta subito dopo nella Casa di Riposo di Codroipo e poi in quella di San Vito. Assunta nel nostro ospedale nel 2002, assegnata alla divisione medica, è stata costretta a lasciare il lavoro in corsia dopo aver sofferto due episodi di shock anafilattico insorto per sensibilizzazione al lattice che le provocava accessi di forte dispnea. Ora Manuela è in Cardiologia, un servizio che definisce ben diretto e organizzato dove i buoni rapporti interpersonali raggiunti, al di là delle gerarchie e delle responsabilità, contribuiscono a migliorare la qualità delle prestazioni. Dello stesso corso è Cristian Mazzon che mi parla dell interesse nei suoi studi scolastici per l oncologia, spiegata benissimo dal caro dr. Plaino che ricorda con vivo sentimento di gratitudine e ammirazione insistendo nel far precedere il nome con l aggettivo caro ogni volta che lo nomina. Altrettanta attenzione e partecipazione Cristian ha avuto per le lezioni di tecnica infermieristica e per la geriatria spiegata in maniera superlativa dal dr. Zavaroni, preciso e puntiglioso nelle frequenti interrogazioni che rivelavano alla classe lo scrupolo, l esattezza e l impegno di quel bravissimo docente. Il primo posto di lavoro lo ha trovato alla Casa di Riposo di Caorle poi in quella di Portogruaro, di Motta di Livenza, di Oderzo e di Treviso. In questo

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29 Diploma anno 1994 Diploma anno 1995

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31 Diploma anno 1996 Diploma anno 1997

32 peregrinare dall una all altra casa per anziani ha più volto riconosciuto la fortuna di aver avuto come insegnante di geriatria il dr. Zavaroni. Un periodo in Chirurgia a San Vito e, dal 2006, è coordinatore infermieristico della RSA di Azzano Decimo, struttura di 27 posti-letto. È contento dell ambito in cui presta il suo servizio avendo la possibilità di applicare tutta la esperienza maturata durante e dopo la scuola infermieri di San Vito della quale conserva un ottimo ricordo. Nelle mie visite all Ospedale di San Vito per incontrare e intervistare le persone che fin qui ho ricordato mi è anche capitato di parlare con alcune infermiere generiche tuttora in attività, che mi hanno narrato particolari della loro vita di allieve nei corsi per Infermieri generici. Mi limito a citare Diana Paron che ha frequentato il corso per generici degli anni e che ricorda di essere rimasta molto colpita dalle bellissime ed esaurienti lezioni tenute dal patologo dr. Muretto sulla vita delle cellule e Franca Spagnol, oggi attiva negli ambulatori del reparto di ostetricia e ginecologia, che mi raccontava di essere rimasta incantata dalle spiegazioni del dr. Gasparet sul mondo fantastico e complesso dell ematologia. Un difficile percorso ad ostacoli è stato quello superato brillantemente per la sua tenacia incredibile e la grande forza di volontà, da Antonio Fregonese diplomatosi nell estate del 1984: assunto nel nostro ospedale come ausiliario dopo un lungo periodo di lavoro in Australia, ha saputo sfruttare le possibilità offerte dai contratti di lavoro di quegli anni per poter studiare e acquisire in tempi brevi i titoli di studio necessari all ammissione e alla frequenza come allievo-lavoratore della scuola infermieri. Toni è già da qualche anno in pensione, ma nei reparti in cui ha prestato servizio, la chirurgia e la terapia intensiva, e in tutto l ambiente ospedaliero è ancora apprezzato per le sue doti umane: sempre disponibile, simpatico e gentile con pazienti e colleghi. Il giudizio retrospettivo formulato dalle persone che hanno partecipato a questa iniziativa del

33 Centronove sulla Scuola Infermieri Professionali dell Ospedale di San Vito e sulle persone che l hanno diretta, Suor Michelina Bettega dapprima e Rosanna Finos poi, coadiuvate dal 1988 in poi da Catya Zorzi, Maria Grazia Moro e Donatella Piazza, è un giudizio altamente positivo a conferma dell ottimo risultato ottenuto con la fusione di insegnamento e tirocinio della preparazione infermieristica all interno di una unica struttura che offriva - non va dimenticato - anche la possibilità del convitto per gli allievi che venivano da lontano. Per tutti i docenti l impegno di insegnare le materie corrispondenti al proprio lavoro professionale è stato uno stimolo aggiuntivo allo studio e all aggiornamento scientifico, sicuramente a loro utile nell espletamento dell impegnativo lavoro quotidiano. Ho documentato in questa piccola pubblicazione che il Centronove ha voluto offrire ai suoi soci e a tutti gli ex-allievi e insegnanti della Scuola Infermieri Professionali dell Ospedale di San Vito quanto é ancora vivo nel ricordo degli allievi il clima familiare, caloroso, ricco di attenzioni che gli amministratori dell Ospedale hanno saputo creare e conservare nei riguardi della Scuola e della sua complessa attività intra moenia. Non vi sono state in quegli anni domande o richieste motivate da parte della direzione didattica che non siano state immediatamente esaminate con viva attenzione e subito soddisfatte. Non fu certo impegno da poco istituire dal nulla una scuola con relativo convitto in un ospedale dove si svolgeva allora una attività assistenziale e diagnostico-curativa caratterizzata da un ritmo tanto veloce ed intenso. I resoconti annuali dell Assessorato Regionale alla Sanità segnalavano infatti in quegli anni l Ospedale di San Vito sempre in testa a tutti gli altri ospedali della regione per i dati numerici riguardanti ricoveri, cure, durate di degenza e prestazioni ambulatoriali. Il Centronove che ha promosso questa piccola memoria della Scuola sente il dovere di ricor-

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