STAMPA 3D Una rivoluzione che cambierà il mondo?
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- Mariana Perini
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2 CONFRONTI
3 STAMPA 3D Una rivoluzione che cambierà il mondo? a cura di Cesare Galli e Antonio Zama
4 Questa pubblicazione è stata realizzata con il significativo contributo del Consorzio ecor it, sistema collettivo per la gestione dei RAEE di utenti domestici e professionali Collegati per scoprire tutti i titoli del nostro catalogo Segui Filodiritto Editore su Facebook per conoscere le nostre novità ISBN Prima edizione novembre 2014 Copyright 2014 Filodiritto Editore filodirittoeditore.com Inforomatica S.r.l., Via Castiglione, 81, Bologna inforomatica.it tel fax commerciale@filodiritto.com In copertina elaborazione di immagine tratta da istockphoto.com Stampato da Rabbi S.r.l., Via del Chiù, 74, Bologna La traduzione, l adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i film, i microfilm, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15 % di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n Le fotocopie utilizzate per finalità di carattere professioniale, economico o commerciale, o comunque per esigenze diverse da quella personale, potranno essere effettuate solo a seguito di espressa autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazione per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana, Milano. autorizzazioni@clearedi.org, sito web:
5 SOMMARIO PREFAZIONE Cesare Galli e Antonio Zama 9 PRECISAZIONI REDAZIONALI 11 INTRODUZIONE Francesco Pignatelli 12 PARTE PRIMA TEMI Distruzione creativa? Stampanti 3D, nuovi metodi di produzione e vecchie paure Alberto Mingardi 20 Le società attive nella stampa in 3D: quotazione sui mercati, andamento e prospettive Francesco Carlà 33
6 Sommario 6 L avvento della manifattura additiva: sviluppi tecnologici e modelli di business Maurizio Sobrero 39 stampanti 3D e proprietà intellettuale: opportunità e problemi di una possibile rivoluzione tecnologica Cesare Galli e Alberto Contini 47 Le stampanti in 3D, scenari futuri anche di tutela IP Daniela Mainini 84 IT: misure di sicurezza per la tutela del patrimonio e per evitare le frodi aziendali Gabriele Amato e Michele Amato 90 Accordi di riservatezza e contrattualistica Antonio Zama 107 I profili ambientali di una tecnologia rivoluzionaria Mara Chilosi e Andrea Martelli 119 PARTE SECONDA SCENARI La stampa 3D nei Fab Lab: presente e futuro Andrea Danielli 128 Nuove tecnologie 3D nello studio e nel trattamento delle patologie Maxillo-Facciali Claudio Marchetti, Alberto Bianchi, Luigi Piersanti e Giovanni Badiali 137
7 Sommario 7 3D: dalla fictio alla fusion Gian Luca Tusini 151 La tomografia tridimensionale a supporto della conservazione e valorizzazione dei nostri Beni Culturali Franco Casali, Matteo Bettuzzi, Rosa Brancaccio, Maria Pia Morigi e Eva Peccenini 165 Restaurare il cielo e rifare la terra. I globi di Vincenzo Coronelli alla Biblioteca Comunale di Faenza Nicolangelo Scianna 185 PARTE TERZA ESPERIENZE Le stampanti 3D italiane. L esperienza di Digital Wax Systems (DWS S.r.l.) Maurizio Costabeber 202 L esperienza di MakeTank S.r.l. Laura De Benedetto 209 L esperienza di Eliofossolo S.r.l. Enrico De Guglielmo 218 3dmakers@School. L esperienza del Liceo Malpighi di Bologna Andrea Zanellati 223 RIFLESSIONI CONCLUSIVE Cesare Galli e Antonio Zama 232
8 3D printing has the potential to revolutionize the way we make almost everything. The next industrial revolution in manufacturing will happen in America. We can get that done Barack Obama
9 PREFAZIONE Se ogni lavoro sulle nuove tecnologie nasce necessariamente con il peccato originale della obsolescenza istantanea, anche se programmato per essere in costante divenire (e in questo la pubblicazione on line è insostituibile strumento di aggiornamento), allora ciò è ancora più vero per quest opera, che nasce con la vocazione quasi provocatoria di trattare da diversi punti di vista il tema della stampa 3D, sul quale ormai più che quotidianamente si leggono novità davvero straordinarie (anche nel senso strettamente etimologico del termine!), in relazione ad utilizzi immaginati qualche tempo fa solo dalla narrativa giudicata di fantascienza. La nostra non è una variazione sul tema abusato della captatio benevolentiae, piuttosto una costatazione e, meglio, la spiegazione della natura dell opera. Archiviate ansie di esaustività analitica abbiamo pensato di coltivare il terreno della interdisciplinarietà sintetica, che ci è parso essere ancora sperimentale con riferimento alla stampa 3D, innovazione suscettibile di costituire la summa delle opportunità e insieme delle criticità delle nuove tecnologie. Abbiamo, così, coinvolto studiosi, appassionati ed esperti di diversa estrazione e competenza e chiesto loro non tanto di spiegare la realtà, quanto di proporre temi e scenari in grado di aiutare il lettore a com-
10 prendere il fenomeno, facendo leva sulla complementarietà dei punti di vista differenti e sulla curiosità stimolata dal disporre di molteplici chiavi di lettura. Il tentativo di fotografare la realtà proviene invece dai contributi della sezione esperienze, nella quale abbiamo dato la parola alle imprese, con l obiettivo di descrivere la propria storia e di suggerire alcune fra le infinite applicazioni della tecnologia della stampa 3D. Quello che si dice per le enciclopedie si può dire, mutatis mutandis e ben più modestamente (e, prima ancora, diversamente), anche per quest opera, il cui piano ambizioso contempla un lavoro in divenire con l aggiornamento costante dei contributi esistenti e l inserimento di nuovi, con l obiettivo di ampliare lo spettro della ricerca ad altri ambiti (ad esempio, tra i tanti, la filosofia del diritto, il diritto del lavoro, la sociologia, sia economica che del lavoro, la chimica dei materiali). Non deve stupire che l idea dell opera provenga da giuristi; ci pare anzi che la curiosità di conoscere fenomeni e di individuarne le implicazioni sulla persona, sulla società e sui relativi rapporti, sia un indispensabile spunto non tanto per discutere sul governo dei medesimi (come il giurista normalmente pretende di fare), quanto per cercare di scoprirli nella realtà (come ci ha insegnato e raccomandato Bruno Leoni), per quanto assurdo questo verbo possa suonare se associato alle nuove tecnologie. A maggior ragione non possiamo concludere questa breve prefazione senza ringraziare con convinzione gli autori degli interventi, che hanno aderito all iniziativa lasciando i lidi della ricerca più sicura e tranquilla per addentrarsi in terreni parzialmente inesplorati, e ai quali abbiamo lasciato ampia libertà di utilizzare forme e strumenti di indagine ritenuti più appropriati o comunque più conformi al proprio spirito. 10 Milano-Bologna, 7 ottobre 2014 Cesare Galli e Antonio Zama
11 Precisazioni redazionali Trattandosi di una collettanea di contributi, provenienti da Autori che operano in settori disciplinari differenti, si è ritenuto di non svolgere l usuale editing che tende a uniformare e omologare il più possibile i testi, ma di lasciare libertà redazionale agli Autori medesimi, con la conseguenza che certe espressioni vengono utilizzate da taluni in maniera difforme (si veda, per tutti, la sigla relativa alla stampa, da qualcuno indicata con 3d, da altri con 3D, da altri ancora anteponendo alla sigla la preposizione in ). Stesso dicasi per le citazioni, da alcuni indicate col corsivo, da altri con le virgolette alte o caporali, da altri ancora con un uso difforme dei margini (in questo caso ridotti). Si è anche scelto di non utilizzare il corsivo per le parole straniere, tenuto conto della grande quantità di termini presenti nel testo in lingue differenti dall italiano, al fine di non appesantire la forma e rendere il tutto più fruibile. In corsivo si sono lasciati, pertanto, solo termini in latino e parole in italiano che, per significato e pregnanza, gli Autori hanno deciso di sottolineare con tale forma. I siti Internet si è scelto di indicarli omettendo lasciando la sola sigla www per indirizzi lunghi, articolati e complessi. Il tutto, si rimarca ancora, non nasce da incuria o disattenzione dei redattori, ma prende vita da una discussione di redazione, che ha pensato di privilegiare l autenticità e l originalità dei contributi, al fine di esaltare l individualità e l interdisciplinarietà di questo volume, che vorrebbe essere, anche per questi motivi, un unicum in Italia.
12 INTRODUZIONE di Francesco Pignatelli Vivere una rivoluzione Non capita tanto spesso di essere immersi in una rivoluzione dei processi produttivi e di potersene rendere conto con i propri occhi. Nei decenni recenti qualcosa del genere è accaduto solo con la diffusione progressiva dei personal computer, che a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta hanno profondamente mutato il modo di lavorare e poi di vivere specie ora che di fatto il computer davvero personal è lo smartphone che portiamo in tasca per milioni di persone. Gli anni Dieci di questo secolo sono segnati da una profonda rivoluzione nella distribuzione della capacità produttiva, che progressivamente si sposta dalla fabbrica tradizionale con le sue linee di montaggio a strutture più piccole ed elastiche, delocalizzate e addirittura talvolta virtuali, grazie alla potenza delle connessioni digitali. Il fattore scatenante di tutto questo è la diffusione delle tecniche di produzione additiva: è il cosiddetto Additive Manufacturing, che quasi sempre viene identificato con la stampa 3D. Questa diffusione, unita alla nascita di software di progettazione e design sempre più semplici da usare e persino gratuiti, sta già permettendo a piccole aziende e a singoli imprenditori di avviare processi produttivi estremamente elastici proprio perché slegati dai vincoli tradizionali della catena di montaggio e della produzione di massa. È già possibile oggi gestire produzioni
13 Francesco Pignatelli 13 di piccoli lotti di oggetti, al limite anche singoli pezzi realizzati on demand, a costi contenuti e una volta impensabili, usando stampanti 3D proprie o, più efficacemente per ora, servizi di stampa 3D conto terzi che producono gli oggetti in pochi giorni e li consegnano in tutto il mondo altrettanto velocemente. Anche negli ambiti più tradizionali l Additive Manufacturing sta trovando largo impiego uscendo da quello che negli ultimi anni è stato il suo uso più tipico, ossia la prototipazione rapida. La stampa 3D permette infatti di realizzare oggetti con forme che sarebbero impossibili da ottenere mediante il classico stampaggio a pressione di plastiche o metalli fusi, come anche consente di costruire come blocchi unici oggetti che di norma nascono dall assemblaggio di più componenti, con implicazioni ovvie e importanti per quanto riguarda la robustezza complessiva degli oggetti stessi. Per capire meglio tutte queste implicazioni, però, conviene esaminare la stampa 3D da un punto di vista più tecnico. Strato per strato La stampa 3D è una tecnica di tipo additivo perché gli oggetti vengono realizzati progressivamente strato per strato, a differenza di altre tecniche cosiddette sottrattive perché arrivano al prodotto finale eliminando materiale da un blocco di partenza, come accade ad esempio per il tornio. Sintetizzando e semplificando molto, l oggetto da stampare viene progettato con un software di CAD o modellazione tridimensionale, poi viene suddiviso virtualmente in fette orizzontali di spessore ben inferiore al millimetro. Questa scomposizione in strati sottilissimi viene opportunamente convertita in un file di dati comprensibili per una stampante 3D, che provvede a realizzare i singoli strati uno per uno. Dato che ognuno di essi è generato usando materiale plastico o metallico portato ad alta temperatura, ogni singolo strato si fonde au-
14 Francesco Pignatelli 14 tomaticamente con quelli sottostanti man mano che viene completato. Oggi questo modello generico di lavoro si declina essenzialmente in due tecniche: il SLS (Selective Laser Sintering) e il FDM (Fused Deposition Modeling). Nel primo sistema un raggio laser opportunamente pilotato colpisce uno strato di polvere, plastica o metallica, finissima: nel punto colpito dal raggio la polvere si fonde e costituisce un punto (solido) corrispondente al punto virtuale del singolo strato dell oggetto progettato. Completato uno strato dell oggetto si depone un nuovo strato di polvere e il raggio laser disegna lo strato successivo dell oggetto, e così via fino all ultimo. Liberato della polvere in eccesso, a questo punto il nostro oggetto è pronto. Il FDM è una tecnica molto più economica che ricorda il funzionamento di una classica stampante a getto d inchiostro per documenti cartacei. Stavolta a tracciare i punti degli strati di un oggetto è una testina di stampa in gergo tecnico un estrusore che deposita piccolissime gocce di materiale plastico fuso (che entra nell estrusore sotto forma di filamento proveniente da una vera e propria bobina). Anche in questo caso ogni goccia si fonde con le sue vicine per l alta temperatura a cui è depositata. Da queste descrizioni un (bel) pò riduttive i dettagli tecnici sottostanti sono molti di più ma vanno oltre l ambito di queste pagine si cominciano a intuire le principali differenze tra i due sistemi. Il laser sintering, o sinterizzazione, garantisce un alta precisione di tracciamento e permette di utilizzare qualsiasi materiale che possa essere in qualche modo ridotto in polveri laserabili. Con la sinterizzazione si producono oggetti tanto in materiali plastici quanto in leghe metalliche, con una precisione e un efficacia tali che lo stesso ente spaziale americano, la NASA, usa questa forma di manufacturing additivo per alcuni componenti dei propulsori dei vettori spaziali di nuova generazione. In campo medicale, per fare un altro esempio immediato, si usa già da tempo la sinterizzazione di polimeri plastici sensibili fotosensibili, usando un raggio ultravioletto invece di un laser, per la produzione
15 Francesco Pignatelli 15 di protesi dentarie. Dal canto loro le stampanti a deposizione di materiale plastico fuso pagano il fatto che un estrusore non sarà mai veloce e preciso quanto un raggio laser: sono quindi molto più lente e assai meno precise. Anche la scelta dei materiali da usare è più limitata, perché quasi sempre è ridotta all ABS, una plastica molto diffusa e di derivazione petrolio, e al PLA, una plastica di derivazione vegetale e per questo biodegradabile. L asso nella manica vincente quando si tratta di applicazioni di fascia (relativamente) bassa delle stampanti a deposizione è il costo: se una unità in sintering ha un cartellino del prezzo nell ordine dei mila euro e da qui a salire una stampante FDM è un oggetto volendo anche personal, da euro per i prodotti commerciali più noti a per chi ha le competenze e la passione di assemblarne una a mano partendo dai componenti di un progetto open source. Basteranno questi prezzi a portare una stampante 3D su ogni scrivania? Probabilmente no, perché nella gran parte dei casi non ce ne sarà bisogno. Da un lato i principali servizi di stampa 3D (ad esempio, tra gli altri, Shapeways, i.materialise, Ponoko) stanno abbassando i loro costi e semplificando le loro procedure, in modo che utenti mediamente tecnici possano stampare ad alta qualità i loro oggetti senza investire in macchinari. Dall altro lato cresce costantemente il numero dei Fablab presenti sul territorio: sono centri aperti al pubblico che possono acquistare stampanti di fascia anche media e metterle a disposizione dei visitatori, in una logica di condivisione delle risorse che ben si adatta alle nuove logiche di produzione decentrata e che permette di ammortizzare i costi d acquisto delle stampanti distribuendoli nel tempo e su un gran numero di utenti. Per un verso o per un altro, quindi, man mano che il concetto stesso di stampa 3D e gli strumenti software a essa necessari raggiungeranno un pubblico più ampio, saranno anche già disponibili i centri stampa, fisicamente vicini o lontani poco importa, per produrre oggetti. Acqui-
16 Francesco Pignatelli 16 stare una stampante 3D personal sarà sempre più economico e semplice per gli appassionati, ma mai obbligatorio per il grande pubblico, così come oggi non è obbligatorio ad esempio portarsi in casa una stampante in grado di stampare le nostre fotografie in grande formato a elevata qualità: chi vuole può certamente farlo per passione, gli altri hanno a disposizione vari servizi di stampa fotografica ad hoc. Guardando al futuro La stampa 3D è un comparto tecnologico che in questa fase ha una evoluzione tecnica molto veloce e che segue strade molto diverse, a volte difficilmente immaginabili, e per questo non è semplice fare previsioni azzeccate su dove ci porterà anche solo tra uno o due anni. Solo qualche tempo fa molti pensavano che la sua applicazione di massa più evidente sarebbe stata la produzione autonoma di piccoli pezzi di ricambio per gli elettrodomestici di casa; oggi, invece, vediamo sfilare sulle passerelle delle Fashion Week di Parigi e New York abiti e accessori completamente realizzati con la stampa 3D. Nessun tecnico l avrebbe mai immaginato. Oggi è chiaro che la stampa 3D è una tecnologia abilitante e non fine a se stessa, quindi c è sempre la possibilità che qualcuno ne inventi una nuova applicazione fino a quel punto imprevista. Ciò premesso, alcune direttive di sviluppo più evidenti di altre ci sono. In primo luogo si sta lavorando assiduamente ad ampliare la gamma di materiali utilizzabili per la stampa, andando oltre le plastiche e i metalli di base. È un passo indispensabile per rendere la stampa 3D, specie quella a deposizione, più versatile e immediatamente percepibile come utile da parte del pubblico di massa. Nel segmento delle stampanti a sinterizzazione, che sono già in grado di stampare con materiali plastici diversi e in modalità multicolore, la sfida è quella dei metalli e delle leghe. Oltre ai classici acciaio, ottone e bronzo oggi è possibile
17 Francesco Pignatelli 17 stampare con titanio, platino e argento, il che permette di spingere la stampa 3D in un settore fondamentale come quello dell oreficeria. Le stampanti a deposizione hanno una modalità di funzionamento più limitante ma si stanno anch esse evolvendo velocemente: in primis si progettano unità con più estrusori per usare plastiche o colori diversi durante lo stesso processo di stampa, ma soprattutto si punta su nuovi materiali da rendere disponibili sempre sotto forma di filamento. Si può ad esempio stampare in legno usando un filamento nato dalla combinazione di un materiale plastico con un particolato legnoso e anche colmare molto parzialmente il divario con le stampanti a sinterizzazione stampando in metallo, più precisamente usando un filamento in cui la plastica è combinata con una polvere metallica, di solito bronzo. Si stanno anche sviluppando nuovi polimeri plastici, studiati da zero per la stampa 3D e non, come per ABS e PLA, nati per usi diversi e riciclati all Additive Manufacturing. Trasversalmente a qualsiasi evoluzione tecnologica c è poi quella economica: man mano che la stampa 3D interessa sempre più le aziende, i professionisti e il grande pubblico, cresce il suo mercato potenziale e si abbassano i costi dell hardware e dei servizi collegati. Ancora una volta, il paragone con la diffusione del personal computing ci pare azzeccato, anche perché potenzialmente nessun settore applicativo è escluso a priori. Più avanti di tutto questo c è ciò che viene sperimentato nei laboratori e che talvolta si guadagna gli onori della cronaca. Ci sono stampanti additive che depositano cellule invece di polimeri plastici e permettono quindi di costruire componenti organici che potrebbero sostituire parti malfunzionanti del nostro corpo. Ci sono stampanti 3D capaci di operare a livello subatomico e creare in questo modo micro-componenti altrimenti inimmaginabili, tanto da far ipotizzare nano-robot con amplissimi raggi d azione in qualsiasi settore. I frutti di queste sperimentazioni, che peraltro in vari casi sono già parecchio avanzate, toccheranno il grande pubblico solo tra diverso tempo, ma le loro radici si stanno formando in questi anni, o anche mesi. Ecco per-
18 Francesco Pignatelli 18 ché affermare che stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione non è eccessivo o sensazionalistico. Anzi, a volte rischia persino di essere riduttivo. Note biografiche dell autore Francesco Pignatelli è un giornalista professionista milanese, che si occupa di digital manufacturing da alcuni anni. In precedenza ha collaborato con le principali testate italiane del settore informatico, dal 1995 in poi.
19 PARTE PRIMA TEMI
20 Distruzione creativa? Stampanti 3D, nuovi metodi di produzione e vecchie paure di Alberto Mingardi Come succede l innovazione? Siamo talmente abituati a vivere in una società nella quale nuovi prodotti appaiono a getto continuo, da considerarlo normale. Prima della rivoluzione industriale, però, le cose andavano assai diversamente. Per secoli, ad esempio, nulla è cambiato nella velocità con cui ci spostavamo nel mondo. Nel corso di neanche cento anni, invece, la gran parte dell umanità ha conosciuto il treno, le navi a vapore, l aereo. Il capitalismo moderno non soltanto non era progettabile: non era immaginabile, ha osservato Sergio Ricossa 1. Mettetevi nei panni di un giovane povero di mezzi, e ricco di fantasia, che desiderasse vedere l Europa. Nel primo Ottocento, non l avreste potuto fare che a piedi, sperando nell occasionale aiuto di qualche calesse di passaggio. Cent anni dopo, avreste potuto acquistare un biglietto di terza classe e viaggiare in treno. Oggi, non c è grande capitale europea che non sia a pochi euro di distanza, con un volo low cost. Oppure pensiamo alla scienza medica. Il modo in cui l industria della salute è diventata tale ci ha consentito di imparare a fare conto, come fosse una certezza rassicurante, su cure sempre migliori. Nel 1 Voce Capitalismo dell Enciclopedia delle scienze sociali Treccani, 1991.
21 Alberto Mingardi 21 nostro Paese, nel 1861 ogni 1000 bambini ne morivano 250 nel primo anno di vita. Negli anni Sessanta, 47. Ancora a inizio anni Cinquanta malattie infettive, dell apparato respiratorio e gastroenteriche erano fra le principali cause di morte 2. L innovazione, il continuo miglioramento delle tecnologie ma anche delle tecniche di gestione e dei modi di organizzazione del lavoro è quindi una costante del mondo moderno. Ogni innovazione, è il caso di dirlo, fa storia a sé. È senz altro vero che gli investimenti in ricerca e sviluppo contano ma se bastasse spendere tanti soldi, per raccogliere idee innovative, lo Stato sarebbe sempre l innovatore di maggior successo (tesi cara a Mariana Mazzucato 3 ). Ma non basta accumulare quattrini per realizzare prodotti sempre diversi e migliori. È il capitale umano a fare la differenza? Certamente non c è innovazione che possa prescindere dalla presenza di persone creative, e tuttavia, come ha osservato in un libro recente Edmund Phelps 4, la macchina a vapore è arrivata prima della termodinamica. Le ricerche sul tema occupano intere biblioteche. Joel Mokyr ha sostenuto che la rivoluzione industriale ha inizio in conseguenza di un autentico illuminismo industriale 5. Per la prima volta, cioè, tutta una serie di competenze tecnico-scientifiche viene attivata a vantaggio della produzione. Il mondo degli scienziati e quello degli artigiani non restano radicalmente separati, come era stato fino ad allora, quando 2 Cfr. Vincenzo Atella, Silvia Francisci e Giovanni Vecchi, Salute, in Giovanni Vecchi (a cura di), In ricchezza e in povertà. Il benessere degli italiani dall Unità a oggi, Bologna, Il Mulino, 2011, Cfr, Mariana Mazzucato, Lo Stato innovatore. Sfatare il mito del pubblico contro il privato, Bari, Laterza, 2014 (2013). 4 Edmund Phelps, Mass Flourishing. How Grassroots Innovation Created Jobs, Challenge, and Change, Princeton, Princeton University Press, 2013, Cfr. Joel Mokyr, I doni di Atena. Le origini storiche dell economia della conoscenza, Bologna, Il Mulino, 2004 (2003) e Id, The Enlightened Economy. An Economic History of Britain , New Haven, Yale University Press, 2010.
22 Alberto Mingardi 22 conoscenze teoriche e sapere utile non avevano nulla da dirsi. Gli abitanti della repubblica delle lettere cominciano a parlarsi con i cittadini del Paese del fare. Ciò è possibile anche in virtù del fatto che proprio il progresso tecnico è un formidabile vettore di diffusione della conoscenza: il costo dell accesso al sapere si riduce notevolmente. Lo dimostrano talune riviste che cominciano ad avere diffusione nell Inghilterra di inizio Ottocento: giornali rivolti alla parte produttiva della popolazione, che raccontano nuovi prodotti e nuove tecniche produttive in un linguaggio semplice, perfettamente comprensibile da chi vorrebbe poterli imitare. Deirdre McCloskey ritiene che a fare la differenza è il nuovo apprezzamento sociale di certe figure e di certe professioni. Perché si possa discutere delle conoscenze rilevanti per fare cose nuove, è necessario che quanti sono impegnati, quotidianamente, nello svilupparle, possano guardarsi allo specchio e sapere che stanno facendo qualcosa d importante. Per McCloskey, a segnare la nascita del capitalismo è una rivoluzione del vocabolario sociale: essa precede e non segue l epoca delle prime grandi innovazioni. L abbassamento dei costi delle transazioni grazie ai nuovi mezzi di trasporto e comunicazione, l affinamento delle conoscenze tecniche, l ampia disponibilità di carbone, gli scambi internazionali, la stabilità politica e la tutela dei diritti di proprietà, le enclosures e la formazione di classi sociali in grado di finanziare lo sviluppo: nulla di tutto ciò basta, secondo McCloskey, a spiegare la grande discontinuità della rivoluzione industriale. Servono tutte queste cose assieme, e un discorso pubblico che comincia a riconoscere dignità alla figura dell imprenditore e ai bisogni del consumatore 6. Nella prospettiva della storica americana, Hume e Smith, Locke e Montesquieu, ovvero i padri fondatori del liberalismo, sono coloro che hanno articolato un vocabolario etico e politico 6 Cfr. Deirdre McCloskey, Bourgeois Dignity. Why Economics Can t Explain the Modern World, Chicago, University of Chicago Press, 2011.
23 Alberto Mingardi 23 per la società commerciale 7. Se capitale e capitale umano non bastano per spiegare la rivoluzione industriale, nemmeno sono sufficienti per spiegare il modo in cui, ai nostri giorni, l innovazione continua ad accadere. Risorse economiche e persone di qualità erano abbondantemente presenti nei Paesi dell ex blocco di Varsavia, che dirigeva le une e le altre verso quelle tecnologie che la leadership politica riteneva più promettenti, ai fini di conseguire scopi socialmente utili. E ciononostante, per quanto brillanti siano stati i grandi scienziati sovietici, la capacità d innovare non è fra le caratteristiche più comunemente ascritte alle economie di piano. Tutt oggi, la Cina sembra avere un problema proprio sotto quel profilo. Secondo Ronald Coase e Ning Wang, la mancanza di innovazione nella scienza e nella tecnologia è il tallone d Achille del settore manifatturiero della Cina. La scarsità di innovazione e i rimanenti monopoli di Stato riducono gravemente la gamma di opportunità d investimento che gli imprenditori cinesi ritengono proficue. Prendere commesse manifatturiere da altri piuttosto che inventare i propri prodotti diviene la strategia dominante degli imprenditori della Cina. Senza un libero e aperto mercato delle idee, la Cina non può sostenere la propria crescita economica, né riuscire a essere un centro globale dell innovazione tecnologica e della scoperta scientifica 8. Coase e Wang sottolineano come un libero mercato delle idee (flussi di informazione non controllati, una discussione pubblica aperta) sia necessario per una ricerca scientifica davvero fruttuosa, che può combinarsi con l attività imprenditoriale. Istituzioni che consentono 7 Deirdre McCloskey, Bourgeois Virtue and the History of P and S, Journal of Economic History, vol. 58, n. 2 (giugno 1998), Ronald Coase, Ning Wang, Come la Cina è diventata un Paese capitalista, Torino, IBL Libri, 2014 (2012), 342.
24 Alberto Mingardi 24 di provare ad essere diversi dagli altri rivestono grande importanza per l imprenditore stesso Vale la pena ricordare il ritratto dell innovatore che fece Joseph Schumpeter: Nel cuore di colui che vuole introdurre il nuovo si sollevano gli elementi dell abitudine a testimoniare contro il progetto ancora in embrione. Diventa così necessaria una nuova e diversa applicazione della volontà, oltre a quella che c è già nel lottare all interno del lavoro e della cura delle cose di ogni giorno, per conquistare tempo e spazio al fine di concepire ed elaborare le nuove combinazioni, e nel pervenire a vedere in esse una possibilità reale e non semplicemente un sogno o un passatempo. Questa libertà intellettuale presuppone una grande eccedenza di energia al di là delle esigenze di tutti i giorni, è per sua natura qualcosa di peculiare e di raro 9. L innovazione è un prodotto dell economia di mercato. Non è un piatto cucinato dai decisori politici: non appare, ad esempio, in corrispondenza con un certo mix di istituzioni politiche. E sarebbe parimenti sbagliato considerarla esclusivamente come il risultato della fame di conoscenza di scienziati e ricercatori. Essa dipende dall iniziativa degli imprenditori, e ambisce a rispondere ai bisogni dei consumatori: parola, questa, che con la sua comparsa segna il trionfo della società di mercato. Le domande degli individui, in quanto consumatori, acquistano un importanza che mai avevano avuto in un mondo dominato da élites per cui le attività commerciali erano occupazioni volgari. Una società innovativa non potrebbe esistere, e di fatto non esiste, finché il consumatore non occupa il centro della scena, finché cioè non sono i suoi bisogni, le sue necessità, il suo stile di vita a diventare il termine ultimo di paragone. In una società basata sulla libera impresa esistono figure (gli 9 Joseph Schumpeter, Teoria dello sviluppo economico, Firenze, Sansoni, 1977 (1911), 96.
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