Sergio Bocchini 175 SCHEDE. TEMATICHE per l insegnamento della Religione nella scuola superiore VOLUME UNICO. EDB Edizione Dehoniane Bologna

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1 Sergio Bocchini 175 SCHEDE TEMATICHE per l insegnamento della Religione nella scuola superiore VOLUME UNICO

2 Sergio Bocchini 175 SCHEDE TEMATICHE per l insegnamento della Religione nella scuola superiore VOLUME UNICO EDIZIONI DEHONIANE BOLOGNA

3 Questo volume fa parte del PROGETTO EDB SCUOLA. Coordinamento editoriale: PIERLUIGI CABRI Redazione: PIERLUIGI CABRI E GIORGIA MONTANARI Ricerca iconografica: GIORGIA MONTANARI Illustrazioni interne al volume e copertina: MIGUEL HERRANZ Per i testi biblici: 2008 Fondazione di Religione Santi Francesco D Assisi e Caterina da Siena. L editore è a disposizione degli aventi diritto che non è stato possibile contattare, nonché per eventuali involontarie inesattezze nella citazione delle fonti iconografiche riprodotte nel seguente volume. Le riproduzioni per uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe Milano, telefax , aidro@iol.it. Proprietà artistica e letteraria riservata nell impostazione, nel testo e nell impaginazione Centro editoriale dehoniano via Nosadella, Bologna EDB Progetto grafico e impaginazione: PH5, CENTO (FE) Collaborazione edizione 2009: SAETTI, BOLOGNA Coordinamento tecnico: TONINO COMMISSARI Fotolito: SAETTI, BOLOGNA

4 175 schede tematiche «Nella nostra famiglia non siamo credenti, ma desidero che mia figlia riceva una corretta informazione religiosa. Ne abbiamo discusso e sono contenta che abbia deciso di avvalersi dell insegnamento della religione a scuola. Per scegliere bisogna pur conoscere; e poi la religione nelle sue varie forme e manifestazioni ha molto da dire e da insegnare sull umanità. Momenti di riflessione e di confronto sui grandi temi esistenziali, etici e spirituali aiutano certamente i ragazzi a crescere dentro. Trovo che non sia per niente educativo chiedere a una/un ragazza/o se vuol fare un ora di scuola in più o se preferisce andare a spasso. Si dovrebbe almeno metterla/o di fronte a delle alternative serie; così si favoriscono solo il disimpegno e l ignoranza». Presentazione Penso che il ragionamento di questa mamma esprima, meglio di tanti discorsi e polemiche fatti in questi anni, le finalità e il senso dell ora di religione nella scuola italiana. Certo le modalità e le forme potranno essere riviste; si può pensare a un insegnamento che risponda maggiormente alle esigenze sempre più pluraliste della società italiana, ma è bene prendere atto che quest ora pur con tutti i limiti e le difficoltà è uno spazio significativo di confronto culturale e di crescita, in una scuola sempre più arida nel proporre valori educativi e povera in umanità. Il volume che avete in mano vuol essere, in un momento di transizione della scuola superiore, una proposta di educazione religiosa aperta a tutti. Le singole schede sono state pensate per un ora di lezione settimanale (circa 35 ore annuali), puntando su contenuti sintetici ed essenziali, con numerosi stimoli, tracce di lavoro, sussidid finalizzati a educare persone attente anche alle cose che non si vedono e a formare cittadini responsabili. Nella sua struttura generale il sussidio ripropone le 70 e 105 Schede tematiche pubblicate nel 2007, ora riunite insieme e suddivise in due parti: la prima presenta gli elementi essenziali della cultura religiosa, la seconda delle tematiche di approfondimento. Le Schede partono sempre dal vissuto del ragazzo, dalle sue domande più profonde, dai suoi sogni, paure e speranze... invitandolo a confrontarsi con la dimensione spirituale e religiosa. Ampio spazio viene dato alla conoscenza diretta delle principali religioni dell umanità, in particolare del cristianesimo, in quanto patrimonio condiviso della nostra storia e cultura. Didatticamente le schede si presentano come un testo-laboratorio: prevedono la partecipazione attiva degli alunni, ma lasciando molto spazio alla libertà dell insegnante e alla creatività dei ragazzi. Per questo ogni scheda propone un ampia scelta di spunti per la riflessione e la discussione, suggerimenti didattici, indicazioni per l approfondimento tradizionale e multimediale. Tutto il materiale offerto viene dal mondo della scuola, in cui è stato elaborato e sperimentato in molti anni di insegnamento; ma ogni scheda, perché possa lasciare un segno, dovrà essere calata nella realtà delle classi, personalizzata e in qualche modo riscritta dagli alunni, insieme al loro insegnante. Solo così l ora di religione potrà essere sempre più significativa nella scuola, perché avrà il coraggio di camminare seppur in punta di piedi sui sogni e le speranze più profonde dei ragazzi. Come è bello e logico che sia, anche dietro queste pagine ci sono la creatività, l amicizia, la collaborazione e l affetto di tante persone. Il mio grazie va a tutti, a p. Pierluigi Cabri delle EDB che fin dalle prime Schede ha creduto al valore di questo lavoro, ma soprattutto ai miei alunni, di ieri e di oggi; in particolare all attuale IIB del Liceo Classico «Newton» di Chivasso (TO), che ha rivisto e corretto parte di queste schede. 3

5 PRIMA PARTE Elementi di cultura religiosa di base 1. TRA PAURE E SPERANZE Accoglienza SCHEDE 1-5 Controcorrente SCHEDE 6-14 I valori dell uomo SCHEDE TU CI CREDI IN DIO? La dimensione spirituale SCHEDE Cosa vuol dire credere? SCHEDE Religione e religioni SCHEDE GESÙ E IL CRISTIANESIMO Conosci Gesù? SCHEDE Il messaggio evangelico SCHEDE La fede cristiana SCHEDE ZOOM SUL CRISTIANESIMO 2 Schede di approfondimento 16 Schede artistiche SECONDA PARTE Approfondimenti di tematiche religiose 1. GIOVANI IN RICERCA Accoglienza SCHEDE I «perché?» dei giovani SCHEDE Dio, dove sei? SCHEDE 86-90

6 2. LA RISPOSTA DELLE RELIGIONI Vivere secondo le religioni SCHEDE La sapienza cristiana SCHEDE UN TESORO CHE APPARTIENE A TUTTI Conoscere la Bibbia SCHEDE Vista da vicino SCHEDE COME VIVERE? Quale etica? SCHEDE I Comandamenti SCHEDE Approfondimenti etici SCHEDE CITTADINI DEL MONDO La terra è di tutti SCHEDE Una sola razza: l umanità SCHEDE LE RELIGIONI S INCONTRANO A dialogare s impara SCHEDE APPENDICE ZOOM SUL CRISTIANESIMO 13 Schede di approfondimento c BREVE DIZIONARIO RELIGIOSO FORMULE TRADIZIONALI DELLA DOTTRINA CATTOLICA

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8 Prima Parte Elementi di cultura religiosa di base

9 1 8 «Mi chiedi cos è l ora di religione? Ti rispondo dicendo quello che è per me: un momento di riflessione, di confronto e di crescita. Ma la riuscita dell ora dipende anche da te». (il tuo prof.) TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza perché la religione a scuola? 1 PER EDUCARCI (da educere = tirar fuori) a essere uomini e donne responsabili (di se stessi, degli altri, dell ambiente). «Una scuola senza amore della verità distrugge la persona. Studiano per il registro, per la pagella, per il diploma. E intanto si distraggono dalle cose belle che studiano. Tutto diventa voto e null altro. Considerano il gioco e le vacanze come un diritto. La scuola come un sacrificio. Non hanno mai sentito dire che a scuola si va per imparare e che andarci è un privilegio. Il maestro è per loro dall altra parte della barricata e conviene ingannarlo». (don Milani) 4 CHE TU POSSA... Questo brano è una preghiera attribuita a san Bernardo ( ). Indipendentemente dal tuo essere credente o meno, cerca di far tesoro di questa saggezza. 2 PER CONFRONTARCI con la dimensione più profonda dell uomo e delle culture: quella spirituale e religiosa. «Nessuno può pretendere di conoscere l umanità senza conoscere le sue fedi». (N. Smart) 8 «Possa ognuno di noi avere la serenità di accettare le cose che non si possono cambiare, il coraggio di cambiare le cose che si possono cambiare, e la saggezza di riconoscere le une dalle altre». Buon anno scolastico! 3 «Non si vede bene che con il cuore. L essenziale è invisibile agli occhi». (A. de Saint-Exupéry) PER COMUNICARCI le nostre paure, i sogni, le speranze (e scoprire che sono le paure, i sogni e le speranze anche degli altri). «È proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante». (P. Coelho) «Si cresce e si diventa uomini con i progetti, con le aspirazioni e con gli ideali: la scuola deve inventare, distribuire ideali, come pane per il futuro». (V. Andreoli)

10 TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza «Basta con la laicità degli incompetenti; si rischia che i ragazzi escano dalla scuola totalmente indifferenti al fatto religioso, incapaci di capire la cattedrale di Chartres o il Don Giovanni di Mozart. La conoscenza del fatto religioso è perfettamente nel quadro della scuola laica e repubblicana». (Jack Lang, ex ministro dell educazione in Francia, in La Stampa, 18 maggio 2002, p. 28) NO ALL IGNORANZA! «Se di fatto la Bibbia ha inciso nella nostra civiltà più dell Iliade e dell Odissea, perché studiare queste ultime e non il libro della tradizione ebraico-cristiana? Se il cristianesimo, in particolare il cattolicesimo, fa parte del patrimonio storico e culturale del nostro Paese, perché non approfondire a scuola anche questi aspetti? Si può essere credenti o non credenti ma, prima di tutto, non si deve essere ignoranti». (Un gruppo di laici che sostengono la cultura religiosa a scuola) a che «serve?» Prof.? «Prof., non se la prenda, ma ogni tanto ci chiediamo a che serve l ora di religione. L italiano è fondamentale perché è la nostra lingua; la matematica anche se ne faremmo volentieri a meno la dobbiamo studiare per forza, ma l ora di religione... a che serve?». (Studenti diretti e poco diplomatici) Se la questione la mettete su questo piano, vi dico subito che l ora di religione non «serve», almeno nel senso che intendete voi. Non «serve» a migliorare le vostre conoscenze di matematica o di lingua, né concorre a migliorare la vostra media in pagella. Se per voi sono importanti solo le cose che «servono», ho paura che non solo non ci capiremo, ma che non apprezzerete nemmeno un mucchio di cose belle e fondamentali nella vita. In fondo a che serve la musica? Certamente campa (e magari meglio di altri) anche chi non sa niente di musica e non conosce nemmeno una nota. Ma gli manca tutto un mondo! Allo stesso modo, che utilità c è nel leggere una poesia, parlare un ora con un amico o fermarsi a contemplare un tramonto? Quanta gente muore senza aver mai apprezzato tutto questo? Ma ha «vissuto» o si è limitata a «sopravvivere»? Credo di non essere affatto l unico a pensare che nella vita si può «sopravvivere» senza tante cose, ma non senza avere un perché. La religione sostiene di avere qualcosa di importante da dire sul senso e sul significato della vita. Non è un motivo sufficiente per darle un po di spazio e ascoltare le sue proposte? È ovvio che si tratta di «proposte», non di «imposizioni»... ^ Per la riflessione e l approfondimento «Si può essere credenti o non credenti ma, prima di tutto, non si deve essere ignoranti!». Che ne pensi? Può diventare la nostra frase di riferimento, la base di partenza comune a tutta la classe? C è un antico proverbio semitico* che dice: «Chi sa tace, chi non sa parla, chi vuol sapere domanda». Può essere un atteggiamento da tenere in classe? 9

11 TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza 3 8 «Il più grande esploratore non compie viaggi così lunghi come chi discende nel profondo del proprio cuore». ( Julien Green) aperti al mistero Un poeta persiano ha paragonato l universo a un antico manoscritto, del quale la prima e l ultima pagina sono andate perdute. Nessuno sa dire con certezza come il libro incominciasse, né sappiamo come presumibilmente finirà; ma da quando l uomo ha raggiunto la consapevolezza di se stesso, ha sempre tentato di scoprire quelle pagine perdute. Questa ricerca ha assunto molteplici forme e nomi: filosofia, astronomia, poesia, letteratura, arte, musica, religione... tanti modi diversi per trovare una risposta a quelle pagine mancanti. Una delle esperienze più profonde che hanno fatto gli esseri umani fin dall alba della loro presenza sulla terra è stata quella di osservare il cielo stellato, cogliendone la bellezza e la maestosità. Proprio sollevando la testa e scrutando le profondità del proprio cuore gli uomini hanno intuito che doveva esserci qualcosa «al di là» di quello che vedevano con gli occhi o che sperimentavano con i loro sensi. Un qualcosa o qualcuno intuito come «oltre», diverso, misterioso. Questo mistero (che riguarda l universo, la vita, l uomo, le cose) è così grande da essere indicibile, ineffabile, cioè non descrivibile con le parole. Ecco perché la storia degli uomini di tutti i tempi e di tutte le culture ci documenta questa costante preoccupazione dell uomo di andare al di là dei propri bisogni immediati e di sollevare il capo in contemplazione (dimenticando la clava e abbracciando l altro). Le religioni non sono nient altro che la testimonianza di questo «mistero»: intuito in modi e forme diverse, chiamato con una multiforme varietà di nomi e di concetti, caratterizzato da momenti di grande fraternità ma anche da odi e da incomprensioni... Sempre però recepito come un «qualcosa» o «qualcuno» che è oltre, come un «legame» re-ligio, in latino che unisce l essere umano e la creazione alla stessa fonte della vita. cc Tracce di lavoro Lavoro di gruppo: Osservate la vignetta con attenzione: quali sono gli elementi che si ricollegano al mistero? Provate a elencarli: Lavoro in classe: Dopo aver scritto alla lavagna la parola «religione» andate a segnare tutto ciò che secondo voi si ricollega a questo termine (tecnica del brainstorming). 10

12 TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza 4 8 scuola di vita Tracce di lavoro Le schede 4 e 5 fanno parte dell Accoglienza: per vivere bene la scuola. Si consiglia di integrarle con iniziative e attività didattiche che hanno lo scopo di favorire la reciproca conoscenza all interno del gruppo-classe. Queste alcune delle attività possibili: ccc l autobiografia (una breve presentazione di se stessi, senza nome e cognome, che poi i compagni dovranno indovinare); esprimere la propria personalità con un disegno; videoforum. Chi sè Milani don Lorenzo ( ): grande figura di sacerdote e maestro, profeta scomodo per molti, anche per la Chiesa, a cui però fu sempre fedele. Dedicò gran parte del suo tempo alla scuola (prima a San Donato e poi a Barbiana), per dare agli operai e ai figli dei contadini una cultura e una dignità. Tra i suoi scritti: Lettera a una professoressa; L obbedienza non è più una virtù, sull obiezione di coscienza al servizio militare; Esperienze pastorali. di religione è prima di tutto un ora di scuola che, come tutti gli altri insegnamenti, ha la finalità di «formare» e «informare» delle persone e dei L ora cittadini. «L importanza della scuola si può capire solo quando non c è», diceva un vecchio missionario che continuava a investire soldi ed energie per impiantare scuole nei villaggi più sperduti nella foresta birmana. Aveva fatto suo il proverbio: «Meglio insegnare a pescare che regalare un pesce». Quel prete credeva nell uomo, creato «a immagine di Dio»; per questo lo voleva vedere libero. Non così l «estraneo come scrive il poeta africano Ndjock Ngana Yogo era senza scrupoli/ quando faceva lavorare i figli della capanna come muli,/ con la forza della frusta,/ la promessa del paradiso,/ o per soddisfare la propria cupidigia./ Ma peggio di tutto/ non iniziava mai al sapere:/ il sapere è mio, diceva l estraneo». Lo scopo della scuola è proprio quello di iniziarti al «sapere»; ma sappi che non ci vuole molto per sciupare certe opportunità. La gran parte del lavoro da fare dipende soprattutto da te. Ecco allora alcuni punti su cui riflettere con calma: La scuola più che un dovere è un diritto. Altro che: «Uffa, mi tocca andare a scuola!» o roba simile. È la tua grande occasione per crescere di testa e di cuore; e poi, di fronte ai milioni di analfabeti che ancora ci sono nel mondo, è anche un privilegio. Cerca di non dimenticartelo! Non si studia solo per il voto. Scriveva don Lorenzo Milani, riportando le testimonianze dei suoi ragazzi di Barbiana: «Dopo un mese della vostra scuola, l infezione aveva preso anche me. A scuola durante le interrogazioni sentivo il cuore fermarsi. Auguravo agli altri quello che per me non volevo. Durante la lezione non ascoltavo più. Pensavo già all interrogazione dell ora seguente. Le materie più belle e diverse tutte finalizzate lì. Come se non appartenessero a un mondo più vasto che non quel metro quadro tra la lavagna e la cattedra... I vostri ragazzi giorno per giorno studiano per il registro, per la pagella, per il diploma. E intanto si distraggono dalle cose belle che studiano» (Lettera a una professoressa). Il problema degli altri è uguale al mio. «Poi insegnando ai più piccoli è sempre una citazione di don Milani ho imparato tante cose. Per esempio che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l avarizia». Anche questo fa parte dell insegnamento della scuola: educarti a essere e sentirti cittadino del mondo. La realtà è complessa e non bisogna fermarsi solo a quello che vediamo o sperimentiamo. Molte volte avremo modo di osservare quanto è importante nella vita imparare ad andare oltre o al di là delle cose che ci circondano. Anche questa educazione spetta alla scuola; non si può essere così miopi da pensare che ciò che è importante nella vita è solo ciò che possiamo sperimentare o vedere con i nostri occhi. 11

13 TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza 5 8 star bene a scuola 4Il decalogo di classe 1. Nel gruppo nessuno può dare o portare quello che devi dare o portare tu. 2. Non devi mai aspettare che parlino gli altri al tuo posto. 3. Rifletti prima di parlare; è vietato pensare a voce alta. 4. Accorgiti, con la tua sensibilità, se c è qualcuno che si trova male o non riesce a esprimere se stesso nel migliore dei modi... puoi aiutarlo. 5. Ogni essere umano non ha solo bisogno di amare, ma anche che lo si ami, che si creda in lui, nelle sue possibilità, che non lo si metta da parte, in solitudine... Non dire mai: «Con quello/a non c è più nulla da fare! Ho tentato tutto...». 6. Poiché anche tu puoi sbagliare, non si deve ridere o scherzare su quello che dicono gli altri. 7. Sappi ascoltare. Non etichettare i tuoi compagni in base ai loro successi o insuccessi. Tutti, ma proprio tutti, hanno qualcosa da insegnarti. 8. Nessuno è perfetto; ma devi volere che l altro si perfezioni e, soprattutto, aiutarlo a farlo. 9. Non potrai far vincere la tua squadra se tieni il pallone per te. Così non potrai migliorare la tua classe se pensi solo a te stesso, anzi, la renderai peggiore. 10. Ci vuole più di un giorno per conoscere un compagno di classe, e una buona amicizia non si costruisce in un momento. Va vissuta ogni giorno e dura solo se è vera. 12 La classe, a differenza del gruppo di amici, non si sceglie quasi mai, ma viene semplicemente estratta a sorte o imposta dall alto. Per questo è importante lavorare bene, fin dai primi giorni di scuola, perché la «classe» si trasformi in un gruppo di «buoni compagni di classe», se non di amici veri e propri. Ma tutto questo non si improvvisa e bisogna impegnarsi Per la riflessione e l approfondimento ^ «L altro non deve mai essere considerato un antagonista, un nemico, ma un compagno di squadra. Per stare bene a scuola bisogna saper giocare insieme, imparare a essere buoni compagni di classe». Sei d accordo con quanto afferma questo prof.? Perché, invece, a volte non è così? Quali sono le cause? Tra i vari punti del Decalogo di classe quali sono quelli che giudichi più difficili da mettere in pratica? seriamente, con l aiuto dei professori. Qui accanto troverete una proposta di «Decalogo di classe»: si tratta di un punto di partenza, di una traccia da modificare e da adattare alle esigenze del vostro gruppo-classe. Non posso studiare a stomaco vuoto «Ogni mattina, prima di andare a scuola devo andare ad attingere acqua a vari chilometri di distanza e spessissimo arrivo tardi a scuola. Quando ritorno a casa, ci sono sempre tanti lavori ad aspettarmi. Sono la più grande di cinque fratelli e mia madre ha sempre tanto da fare. Non ho mai abbastanza tempo per i compiti. I miei insegnanti mi puniscono, mi sgridano. Sembra che non capiscano il mio destino. Alla fine dell anno scolastico sono l ultima della classe. Mia madre dice che le dispiace molto continuare a pagare le tasse scolastiche, dal momento che non riesco mai a superare gli esami. Ma lei non sa che non riesco a concentrarmi a stomaco vuoto. Ho tanta fame e sono talmente stanca che non riesco a seguire ciò che l insegnante spiega...». (Una studentessa del Kenya)

14 TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza Laboratorio Nome Cognome per conoscerci Prova a presentarti. Scrivi tutto ciò che ritieni opportuno per farti conoscere. sez. Perché hai scelto di frequentare l'ora di religione? (indica al massimo due risposte) Mi è stato imposto Penso che la religione sia Sono credente una componente importante Ho avuto una buona esperienza della nostra cultura nella scuola precedente Mi piacerebbe conoscere meglio La frequentano la maggior parte la Bibbia dei miei amici Altro Vorrei conoscere meglio il cristianesimo e anche le altre religioni Che ricordo hai dell ora di religione, così come l hai vissuta fino a oggi? ottimo buono discreto pessimo Perché? Quali sono stati gli argomenti di religione che ti hanno coinvolto/a di più nei precedenti anni scolastici? Si garantisce un uso strettamente personale e riservato delle informazioni raccolte in questa scheda secondo le normative vigenti sulla privacy. Hai qualche tema che ti sta particolarmente a cuore e che vorresti fosse trattato in classe? Quale? 13

15 TRA PAURE E SPERANZE/Accoglienza Laboratorio «Se cerchi un confronto ai tuoi perché scegli l ora di religione». per riflettere Alla luce di quanto abbiamo detto nelle schede precedenti, commenta brevemente la vignetta qui sotto. Sei d accordo con quanto afferma Ball? Su quali «perché» vorresti confrontarti durante l ora di religione? Mettili in ordine di importanza Vi aiuterà «Una preparazione religiosa è importante, anche se dovesse avviare a una concezione della vita non religiosa. È importante perché: stabilisce l esistenza di problemi centrali, metafisici e morali; esige una sistematica introspezione, una continua resa dei conti delle proprie idee e delle proprie azioni; richiede un concetto sociale della propria vita, un intuizione organica di essa e del mondo. Una religione così intesa, potrà fare di vostro figlio un credente oppure no, indubbiamente vi aiuterà a farne un uomo». (Bruno Ball, Il mestiere di padre, La Nuova Italia) 14

16 6 8 TRA PAURE E SPERANZE/Controcorrente ragazzi allo specchio Dicono gli esperti «È finita l epoca delle mammeamiche: il tentativo di superare le generazioni si è rivelato un errore. Che affinità ci può essere tra una mamma di 40 anni e una figlia di 15? Gli adulti hanno perso autorevolezza, la stima dei genitori è in caduta libera. Perché i ragazzini oggi sono straordinariamente diversi: più liberi, meno ideologici, sessualmente più tranquilli, più intelligenti. Il risultato? Un grande silenzio reciproco. Restano solo i coetanei. Ma il gruppo, l amico del cuore, non sempre funzionano: l autarchia giovanile, il fai-da-te del tutti insieme alla fine si trasforma nel faccio da solo. Perché la comunicazione tra adolescenti è carente, hanno i nostri stessi difetti: gli abbiamo insegnato che non si deve essere solidali. E loro hanno imparato prestissimo a essere egoisti. In discoteca c è una vicinanza solo fisica, poi, quando si passa all aiuto concreto, i mille amici del sabato sera spariscono». (Paolo Crepet, psicologo dell età evolutiva) «Anche se un ragazzo stima i genitori e magari li ammira, fa fatica a rivolgersi a loro per avere rassicurazione e appoggio: può sembrargli un cedimento, una regressione alla dipendenza infantile, oppure l infrangersi della propria sfera di privacy e autonomia, tanto faticosamente conquistate. E così, spesso anche il più aperto e illuminato dei genitori rimane nell angolo». (Irene Bernardini, psicoterapeuta) BACIO «Si dice che il primo bacio non si scorda mai. Il mio risale a 14 mesi e sei giorni fa: è successo nelle ultime file del Ritz, durante un film dell orrore che faceva una paura blu. È stato con Simon, alto, bruno e bello, un tipo che mi ispirava una libidine senza fine. Ma poi ha detto a tutti i suoi compari che io sono una che ci sta e che saremmo arrivati al dunque all uscita successiva. Invece, io sono arrivata alla fermata dell autobus e l ho salutato. Tié». GENITORI «Fonte di costanti preoccupazioni e paure per qualunque adolescente, che in genere non ha abbastanza genitori (vedi orfani, famiglie con un solo genitore ecc.) o ne ha troppi (vedi secondi o terzi matrimoni, patrigni cattivi, ecc.)». IDOLI «I miei sono Marilyn Monroe e James Dean. Trattasi, pare, di un esempio classico di necrofilia culturale. In parole povere, noi amiamo tutti gente morta. Una cosa molto, molto preoccupante». LLLOOOVVVEEE «(Amore all ennesima potenza): Io passo la maggior parte delle mie giornate altalenando tra gioia (aaahh) e terrore (aaarrgg), specialmente se rileggo la lettera di Daniel. Sto scoprendo che la combinazione looove e scuola non è delle più felici. Non combino quasi un tubo». FEDE «Credo in Dio. Penso che ci deve essere qualcuno che ha creato il mondo, anche se sono molto confusa e non so». ^Per la riflessione e l approfondimento Ti riconosci nelle frasi prese dal diario di Letty, Come sopravvivere agli anni migliori della nostra vita? Cosa ne pensi di ciò che affermano gli esperti? C è qualcosa che vorresti dire ai tuoi genitori (o insegnanti)? Prova a scriverlo su un bigliettino. 15

17 7 8 «Affrontare la realtà, ma non accettare le cose come stanno; sognare come dovrebbero essere». 4 (J. Jackson, leader statunitense nero) REALIZZARE LA PROPRIA LEGGENDA PERSONALE tra sogni e speranze Anche se non sempre è facile intuirlo, nella vita di ognuno di noi c è un «progetto» divino che occorre portare a compimento, contribuendo a realizzarlo con la nostra piena partecipazione, con gioia e senza paura dei rischi che potrà comportare (vedi sotto il brano di P. Coelho). Sempre nel romanzo citato c è questo dialogo tra il ragazzo protagonista e l Alchimista: «Ma il mio cuore ha paura di soffrire, disse il ragazzo mentre guardavano il cielo senza luna. Digli che la paura di soffrire è assai peggiore della stessa sofferenza. E che nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni, perché ogni momento di ricerca è un momento di incontro con Dio e con l eternità. (...) È proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante, ripeté il ragazzo al proprio cuore». Sì, i sogni si possono e si devono realizzare, anche se è ovvio che non basta volerlo. Crescere significa anche comprendere che non tutto è nelle nostre mani e sono molte le componenti (spesso anche fortuite) che concorrono al nostro successo. ^ Per la riflessione e l approfondimento «Devi realizzare la tua Leggenda personale disse il vecchio re cioè tutto quello che hai sempre desiderato fare. Tutti, all inizio della gioventù, sanno qual è la propria Leggenda personale. In quel periodo della vita tutto è chiaro, tutto è possibile, e gli uomini non hanno paura di sognare e di desiderare tutto quello che vorrebbero fare nella vita. Ma poi, a mano a mano che il tempo passa, una misteriosa forza comincia a tentare di dimostrare come sia impossibile realizzare la Leggenda personale. Le parole del vecchio non avevano molto senso per il ragazzo, che tuttavia voleva sapere quali fossero quelle forze misteriose : la figlia del commerciante sarebbe rimasta a bocca aperta. Sono le forze che sembrano negative, ma che in realtà ti insegnano a realizzare la tua Leggenda personale. Perché esiste una grande verità su questo pianeta: chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato nell anima dell Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla terra (...). Realizzare la propria Leggenda personale continua il vecchio è il solo dovere degli uomini. Tutto è una cosa sola. E quando tu desideri qualcosa, tutto l universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio». (P. Coelho, L Alchimista, Bompiani, Milano 1995) Cosa pensi della metafora della Leggenda personale? Esiste una missione per ognuno di noi? Qual è la tua opinione? Basta veramente desiderare una cosa perché si realizzi? «Tutti, all inizio della gioventù, sanno qual è la propria Leggenda personale». Condividi? SCHEDA TRA PAURE E SPERANZE/Controcorrente 16

18 TRA PAURE E SPERANZE/Controcorrente 8 8 quale vita? L aquila che si credeva un pollo «Un uomo trovò un uovo d aquila e lo mise nel nido di una gallina. L aquilotto nacque insieme alla covata di pulcini e crebbe con loro. Per tutta la sua vita l aquila fece ciò che facevano i polli, credendo di essere un pollo. Razzolava in cerca di vermi e insetti. Chiocciava e faceva coccodè. E agitava le ali alzandosi di poco da terra come i polli. Dopo tutto è così che vola una gallina, no? Gli anni passarono e l aquila divenne molto vecchia. Un giorno vide molto alto sopra di lei nel cielo limpido un magnifico uccello, che fluttuava maestoso e pieno di grazia, tra le forti correnti dei venti, e che batteva solo di tanto in tanto le sue possenti ali dorate. La vecchia aquila lo osservò piena di reverenziale timore. Chi è quello?, chiese al suo vicino. È l aquila, la regina degli uccelli, rispose il vicino. Ma non ci pensare. Tu ed io siamo diversi da lei. Così l aquila non ci pensò più. Morì pensando di essere una gallina». (A. De Mello, Il canto degli uccelli, Paoline, Milano 1986) Può capitare che la favola rispecchi, più di quanto si pensi, la vita di molti di noi. Ci si abitua talmente tanto a vivere come polli che ci si dimentica dell aquila che c è in ognuno. A forza di nascondersi nel gruppo, di essere gregge, di far quello che fanno tutti, si finisce per soffocare la nostra parte migliore, adattandoci a razzolare per terra come tanti polli, invece che volare alti. Ma c è anche il rovescio della medaglia. Può capitare che dei polli si credano aquile, sopravvalutando se stessi e il proprio operato, dando così ugualmente il peggio di sé. Sono entrambi atteggiamenti molto deleteri, che non ci fanno crescere. Tra le cose più difficili da imparare nella vita c è infatti proprio quella di essere semplicemente se stessi, dando il meglio di ciò che si è capaci, senza sottovalutarsi o sopravvalutarsi. ^Per la riflessione e l approfondimento Qual è la morale della favola dell aquila e del pollo? Cosa s intende con la frase «liberare l aquila che c è in ognuno di noi»? 17

19 TRA PAURE E SPERANZE/Controcorrente Laboratorio Nome Cognome riuscire o fallire? Presenta a grandi linee secondo la tua opinione il ritratto della donna o dell uomo «riuscita/o»: sez. Quali sono le qualità più importanti della persona riuscita? Riuscire o fallire nella vita da che cosa dipende? Qualcuno ha detto che per «riuscire» nella vita bisogna credere in almeno tre cose. Quali? Secondo te quali sono gli ostacoli più grandi da affrontare? 18

20 TRA PAURE E SPERANZE/Controcorrente 9 8 la favola di Plato Questa favola l ha scritta Marina, una ragazza di 16 anni, che si considerava ed era considerata «diversa». «C era una volta... una talpa. Sì, esatto: una talpa. Si chiamava Plato, perché in realtà era un talpo e sua madre, che non aveva molta fantasia, si era limitata a un semplice anagramma per dargli un nome. Plato non era un talpo come tutti gli altri: quando gli altri talpini, che erano nati insieme a lui, divennero abbastanza grandi, i genitori insegnarono loro a scavare le tane. Invece Plato, con molto dispiacere dei suoi genitori, non volle imparare a scavare buche : lui, diceva, era nato per pensare, e trascorreva le sue intere giornate accovacciato sul suo giaciglio di foglie secche. E quando gli altri talpini gli domandavano che cosa facesse tutto il giorno dentro quella tana buia da solo, Plato rispondeva che inventava. Il guaio di Plato era che nessuno aveva mai visto le sue invenzioni, e così tutti lo prendevano in giro credendo che fosse matto. In effetti le invenzioni di Plato non si potevano toccare con mano, perché non esistevano concretamente. Plato aveva inventato un luogo in cui prendevano posto tutte le sue invenzioni: l aveva chiamato nuvola della felicità. Naturalmente quando Plato parlava agli altri talpini della nuvola della felicità essi ridevano a più non posso. Ma Plato non si offendeva per questo: egli riteneva che gli altri fossero stupidi e anche lui rideva alle loro spalle. La nuvola della felicità era un luogo straordinariamente bello: una nuvola candida, soffice soffice, sulla quale Plato andava ogni volta che ne aveva voglia. Lassù Plato poteva fare ciò che voleva perché rimaneva solo con le sue invenzioni, le quali non erano macchinari stranissimi, come qualcuno potrebbe pensare, ma due piccoli buffissimi personaggi che lui animava per mezzo della sua fantasia. Plato li aveva battezzati Knighi. E con gli Knighi lui trascorreva moltissimo tempo a giocare; non litigava mai con loro perché essi erano fatti a suo piacimento e quindi sarebbe stato come litigare con se stesso, il che era praticamente impossibile. Insieme agli Knighi, Plato creava i giochi più divertenti, e siccome aveva molta fantasia trovava sempre qualcosa di nuovo da fare. Così la sera, quando tutti i talpini tornavano a casa dopo il lavoro e si riunivano per giocare, c era sempre qualcuno di loro che proponeva di chiamare anche Plato, ma lui puntualmente ripeteva che preferiva andare sulla nuvola della felicità, e così gli altri si allontanavano parlottando e 19

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