RECUPERO E DIAGNOSTICA "NON DISTRUTTIVA"
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- Graziano Raffaello Tonelli
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1 RECUPERO E DIAGNOSTICA "NON DISTRUTTIVA" Suffragato da una serie di dati ricavati dal censimento del 71, da ricerche condotte dalla Banca d Italia e da Istituti come il CRESME, il complesso problema del recupero edilizio si è imposto all attenzione di quanti operano nel settore dell edilizia residenziale e urbana 1. Dai dati 2 emerge infatti che, nelle attuali situazioni di calo dell attività edilizia - registrato soprattutto a partire dagli anni 70, ed in particolare nei comuni capoluogo 3 - è evidente un rilancio produttivo degli interventi relativi alla ristrutturazione del costruito mediante operazioni comunque tese al miglioramento delle sue capacità funzionali (relative alle prestazioni murarie, elettriche, al riscaldamento). Il fatto che tale fenomeno abbia assunto significative dimensio- 1 - La letteratura su questo tema comincia ad essere estesa anche in Italia. Mi limito a citare, a titolo di esempio, alcuni autori: -) M. DI BENEDETTI, L MARESCOTTI, G. MORBELLI, L. PADOVANI - La questione dei centri storici e del recupero del patrimonio edilizio in Europa - numero monografico dei Quaderni del centro di documentazione Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, CLUP, Milano ) P, MARTEGANI, A. MAZZOLI, R. MONTENEGRO - il riuso della città - Edizioni Kappa, Roma )M. BORIANI - Recupero e trasformazione del costruiro - CLUP, Milano )A. BAGLIONI, G. GUARNIERO - La ristrutturazione edilizia - Hoepli )L. BAZZANELLA, P.L. BRUSASCO, P. CASTELNOVI, G. LAGANA, P. MAGGI, C. RONCHETTA, G.P. ZUCCOTTI - Problemi del riuso della città - Edizioni C.E.L.I.D Torino, ) G. Fuzio - Il recupero edilizio: dalla manutenzione al completamento - in Continuità n 2/3 aprile-settembre ) T. MALDONADO - Centri urbani: conservazione e innovazione - in Casabella n 428, settembre Indicazione dell attività edilizia nel corso degli anni 70 Fonte Il Tetto n 32 luglio 1983 (elaborazione dati TECNOCASA). Impiego percentuale di prodotti e componenti edilizi per attività di nuova edificazione e recupero. Fonte Il tetto n 32 luglio Investimenti in edilizia Fonte Il tetto n 32 luglio 1983 (elaborazione dati CRESME). 3 - Localizzazione in percentuale dell attività edilizia nel decennio Fonte Il tetto n 32 luglio 1983 (elaborazione dati ISTAT). 179
2 ni, e che le operazioni di recupero siano funzionalmente connotate, genera la necessità di affrontare il problema con nuove competenze. Queste debbono tener conto della complessità dei suoi aspetti ambientali, culturali, giuridici, tecnici, non essendo più proponibili quelle competenze che hanno sorretto le strategie demolitrici della speculazione edilizia. Né solo quelle che producevano e producono il restauro del preesistente di grande testimonianza storico-culturale, né solo quelle su cui si sono basati gli interventi di ristrutturazione leggera, interna ai singoli alloggi. E vero infatti che, se sono evidenti le potenzialità produttive del recupero nel senso di un rilancio qualificato e su scala allargata dell edilizia, di un contributo al superamento della crisi abitativa che colpisce le nostre città, di uno sviluppo della ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie e prodotti tecnici, é evidente anche che solo con l attivazione ed il consolidamento di competenze specifiche, orientate dall'appropriazione critica della complessità dei problemi, si possono evitare: 1) i risultati devastatori di quelle operazioni selvagge di trasformazione di interi quartieri, tese solo alla restituzione/allargamento della fruibilità a- bitativa del preesistente, in funzione speculativa. Operazioni che, sottoponendo al maglio demolitore innumerevoli parti di edilizia insignificante, hanno eliminato sequenze di storia delle nostre città, ignorando le motivazioni culturali che dovrebbero pur sempre accompagnare interventi di recupero di un preesistente portatore di una forte identità storico-stilistica, 2) i rischi degli squilibri ambientali e culturali provocati dalle operazioni di recupero condotte da privati, al di qua di una programmazione razionale degli interventi, 3) i rischi derivanti dalle difficoltà di conciliare: a) destinazioni a riuso di edifici pregnanti dal punto di vista storicostilistico e conservazione dei loro caratteri tipologico-formali originari; tale difficoltà si risolve spesso in forme che attenuano in misura notevole, o annullano (si pensi agli impianti maggiori) potenzialità di funzionalità in vista di un acritica ed irrazionale riverenza alla memoria storica; b) restituzione conservativa del preesistente a caratteri storico-stilistici di partenza e recupero funzionale delle parti aggiunte in periodi successivi; opposizione che, traducendosi nella eliminazione di tali parti (si pensi alle superfetazioni) oltre che a ridurre la produttività funzionale dell edificio nel suo complesso, elimina parti della stessa memoria storica, leggibili negli interventi modificatori delle epoche successive; 180
3 c) restituzione dei caratteri stilisto-formali originari e utilizzo di materiali e procedure tecniche moderni che si traduce nel tentativo di nascondere i caratteri reali di questi ultimi per un imitazione dell antico integrale, occultando così la stessa dimensione storica dell intervento di recupero e intaccando il livello della qualità edilizia nel riutilizzo dell esistente. Si intensifica così pure la ricerca non solo dei materiali di recupero ma anche di mestieri di recupero, tentando di riproporre insomma, materiali, esperienze e professionalità in via di estinzione grazie allo sviluppo tecnologico. Soprattutto tali opposizioni sono superabili a partire da un ottica di programmazione che, avvalendosi di procedure ad alto contenuto tecnologico e di competenze specifiche, non misuri né la dimensione ambientale-culturale, né quelle tecnico-operative man mano che procedono gli interventi sul cantiere, ma razionalmente, sulla base di un progetto immediatamente successivo all analisi fondamentale dei requisiti residui del presistente da cui derivino direzioni d intervento sia in senso funzionale" che in senso conservativo". Non occorre certo dimostrare che da una diagnostica accurata dipende anche la coerenza delle scelte tecniche e dalla sua precisione la qualità dei risultati. E altrettanto ovvio che è possibile pervenire ad una diagnostica esatta solo attraverso una precisa conoscenza dell oggetto edilizio, realizzabile con indagini di tipo analitico. E per ciò che ogni intervento avrà bisogno di un progetto di analisi dettagliate, opportunamente commisurate all importanza dell edificio da recuperare ed alla sua complessità per i problemi che presenterà. La ricerca storico-archivistica, la precisione dei rilevamenti, la fedeltà della restituzione grafica, la completezza della rappresentazione, il quadro statico dell edificio e del suo intorno, le tecniche costruttive originarie e le logiche delle eventuali trasformazioni, la qualità e la provenienza dei materiali impiegati, insieme con il bilancio energetico dell edificio per un controllo degli sprechi, l adeguamento degli impianti alle necessità delle utenze e alle normative, il rilevamento dei fattori che determinano il benessere ambientale, la valutazione della sicurezza dell immobile e dei suoi abitanti, sono tutti elementi di definizione del quadro diagnostico, ognuno con un suo ruolo ed una sua importanza, che devono essere scelti, programmati, coordinati in un piano sistematico di approcci conoscitivi. Anche se la diagnostica non può che precisarsi sul cantiere", solo il programma d'intervento, elaborato sulla base di analisi 181
4 approfondite, consente una più razionale organizzazione del cantiere ed una precisione più attendibile dei costi e dei tempi di realizzazione. Ora, se per quanto riguarda le indagini storiche, morfologiche, tipologiche sia su edilizia monumentale che su edilizia corrente, esiste una ricca saggistica e studi approfonditi che trovano un applicazione anche negli strumenti normativi che gli enti locali si sono dati, per quanto riguarda al contrario la patologia dei materiali e delle strutture e il quadro tecnico in genere non si trovano applicazioni concrete, bensì sommarie ricognizioni dello stato di conservazione. (Fatti salve, ovviamente, le trattazioni approfondite di questi argomenti in sede teorica). Ed è appunto da queste considerazioni che nasce la necessità di un piano per l impostazione di un quadro diagnostico complessivo che possa dare soluzione a molti problemi che sono certamente tecnici, ma che hanno chiari riflessi finanziari e organizzativi. Infatti il progetto per un intervento sull edilizia esistente subirà, nel corso dei lavori, tante più trasformazioni quanto meno accurata sarà stata la fase di analisi e di diagnosi. Dal complesso quadro degli aspetti da valutare, per effettuare le operazioni conoscitive e diagnostiche richieste dall intervento, ritengo si possano schematicamente distinguere due fasi del processo di conoscenza e interpretazione dall oggetto edilizio: quella relativa alla rappresentazione simbolica dell edificio, con le sue caratteristiche dimensionali, morfologiche e costruttive e quella relativa ai rilevamenti ed alle analisi necessarie per la diagnosi del degrado. Il degrado a sua volta, può essere distinto in due classi principali: -) il degrado fisico dell edificio, delle strutture, dei materiali delle finiture, delle decorazioni, di tutti quegli elementi che lo caratterizzano nella sua fisicità, -) il degrado ambientale, la perdita, cioè, o la carenza di "vivibilità" dello spazio definito dall involucro fisico. Si ritiene abbastanza scontata la prima fase della ricerca rispetto alla tecnica del rilievo e della sua rappresentazione, realizzabile con metodo diretto (misura) e indiretto (fotogrammetria) ai quali si potrebbe aggiungere l impiego dell indagine termografica. Quest ultima infatti, con i vantaggi dei metodi non distruttivi, consente di aggiungere alle informazioni ottenute con i primi due metodi tutte quelle informazioni relative ad elementi nascosti nella struttura muraria che altrimenti non potrebbero essere reperite se non con sondaggi, nel corso delle operazioni di cantiere. Possono infatti essere individuate aperture, parti architettoniche in pietra, murature differenti (lettura delle trasformazioni dell edificio), elementi strutturali etc. 182
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6 Decisamente più complessa appare la seconda fase relativa alla diagnosi del degrado. Il consolidamento dell edilizia esistente, e la trasformazione della tipologia residenziale così come si intende in maniera più organica, costituisc o- no aspetti di grande rilevanza nelle operazioni di recupero sia per l impiego economico che per i problemi tecnici che sollevano. Tuttavia è solo in epoca abbastanza recente che la tecnica delle costruzioni si é occupata di tali problemi. Probabilmente ciò é originato sia dal fatto che solo negli ultimi anni l interesse si é esteso dall edilizia monumentale a tutta l edilizia esistente, sia dalla notevole difficoltà ad inquadrare in schemi statici teorici il comportamento di un vecchio edificio e quindi l impostazione del calcolo. Tanto più che l individuazione dei parametri, per esempio di resistenza e di elasticità, relativi a murature e fondazioni esistenti, non è sempre ottenibile. D altra parte è anche molto difficile accomunare edifici che hanno caratteristiche estremamente differenziate, sia in relazione all epoca di costruzione, sia per i materiali impiegati, sia per il modo non sempre accurato con cui sono stati costruiti. E tuttavia importante definire uno schema di massima di analisi sulla struttura, che potrebbe essere il seguente: 1) Esame delle caratteristiche e dello stato delle strutture verticali 1.1) rilevamento di verticalità 1.2) rilevamento delle fessurazioni e delle deformazioni 2) Esame delle caratteristiche e dello stato delle strutture orizzontali 2.1) stato del materiale 2.2) deformazioni 2.3) segni di umidità 3) Rilevamento delle lesioni di archi, volte, architravi, parapetti, soglie di porte e finestre 4) Rilevamento delle fondazioni 5) Valutazione del terreno in relazione alle strutture portanti. Per i saggi e le prove relative si rimanda alla copiosa produzione tecnica esistente (Cestelli Guidi, Mastrodicasa, Russo, Massari, etc.). Occorre tuttavia ricordare che qualora non fosse possibile effettuare sondaggi diretti, occorre far ricorso a controlli non distruttivi, i quali in questi ultimi anni hanno trovato campi di applicazione sempre più estesi e tecniche più raffinate che consentono appunto di effettuare una serie di rilevamenti non solo per la localizzazione degli elementi nascosti (strutture, cavità, variazioni di materiali, impianti, etc.) ma anche per la valutazione qualitativa degli elementi individuati. L impiego dell indagine termografica nello studio non distruttivo di strutture murarie, ha trovato grande applicazio- 184
7 ne quale mezzo per approfondire la conoscenza dell immobile oltre l esame visivo diretto e dimensionale. I principali vantaggi derivanti dall impiego di questa metodica son: -) possibilità di effettuare gli esami a distanza, senza ausilio di ponteggi, -) lettura in tempo reale dei dati ottenuti e loro documentazione e riproducibilità, -) possibilità di operare senza dover interrompere le attività lavorative esercitate negli immobili e senza bisogno di allontanare gli abitanti durante le fasi dell indagine in loco, -) abolizione di tutte le spese rilevanti dall effettuazione della ri messa in pristino di lavori in muratura, con i saggi. L indagine termografica può essere eseguita su ogni tipo di superficie e muratura; va tenuto presente però che a seconda del tipo di rivestimento della stessa si ottengono risposte differenziate. In presenza di un rivestimento in pietra a faccia-vista, per esempio non è possibile effettuare la lettura della tessitura muraria retrostante. I dati che è possibile ottenere con questa metodica, riguardanti le strutture murarie e quanto in esse inglobato, consentono di individuare: -) tamponamenti di aperture presenti all interno e all esterno degli immobili, -) elementi litoidi (quali colonne, architravi, frammenti di modanature, etc.) inglobati nelle pareti e presenti a livello superficiale, -) cavità e canne fumarie anche accecate, non più individuabili dopo la soppressione dei camini, -) ammorsature tra tessiture murarie diverse, con conseguente lettura dei corpi di fabbrica aggiunti, -) facciate di edifici inglobate in costruzioni di maggiori dimen sioni, -) elementi strutturali (anche dello stesso materiale presente nel la compagine muraria che li accoglie) quali archi di scarico, pi lastri, piattabande, dei quali è possibile ottenere il posizionamento e le due dimensioni a livello di proiezione verticale, -) centinature di coperture voltate, -) strutture di solai moderni e tradizionali, -) telai in c.a. presenti in facciata o all interno degli edifici, -) canalizzazioni di impianti idrosanitari, -) rete di distribuzione di impianti termici. Ancora fra le prove non distruttive della diagnosi delle condizioni statiche e della patologia dei minerali si annovera l ascultazione dinamica che consente di conoscere, con buona precisione, la qualità e l eterogeneità dei materiali da costruzione. 185
8 Il metodo si basa sulla determinazione della velocità di propagazione delle onde sonore attraverso un elemento, nonché sull esame del segnale ricevuto, opportunamente visualizzato. Le misure si effettuano per mezzo di strumentazioni elettroniche che consistono essenzialmente di un cronometro di grande precisione che permette di misurare intervalli di tempo dell ordine del decimo di milionesimo di secondo, e in un oscilloscopio che visualizza il segnale acustico che ha attraversato il materiale in esame. Questa forma di diagnostica é utilizzabile sia per il controllo delle strutture di fondazione che per quelle di elevazione. Con alcune delle prove elencate, come la tecnica termografica, é possibile compiere altri tipi di indagini come quella relativa all isolamento termico dell edificio, attraverso l individuazione di ponti termici, pareti fredde, umidità etc., indagine che viene definita come la valutazione del comfort ambientale. Infatti se la corretta e razionale diagnosi sulle condizioni fisiche di un edificio é fondamentale per una più appropriata azione di recupero, sia dal punto di vista della prassi conservativa che da quello del più adeguato investimento economico, altrettanto fondamentale é la diagnostica preventiva circa i requisiti funzionali e d uso che detto edificio deve offrire. Non é cioè sufficiente accertare lo stato di salute di una struttura se non si esaminano contestualmente le capacità di comfort che vi possono esistere. Questo del comfort è un momento importante del discorso riguardante il recupero edilizio. Momento che non può essere considerato né secondario né a se stante, se non per comodità di analisi e di esposizione. Su di esso come sulle altre importanti questioni riguardanti i costi del recupero urbano 4 e l adeguamento al rischio sismico 5 non è tuttavia possibile dilungarci in questa occasione per ovvie esigenze di economia espositiva. MICHELE STELLA 4 - Anche a questo proposito la letteratura è copiosa; a titolo di esempio mi limito a citare: -) A. REALFONZO - Alcuni appunti sul tema: Principi di economia applicati alla conservazione in "Restauro" n 53-54, ) ESTELLE BALESDENT, MALTESE E MAURIZIO DALLASTA - Diagnosi e stima rapida per il riuso del patrimonio edilizio - in "Riuso e riqualificazione edilizia negli anni 80" F. Angeli, Milano ) A. REALFONZO - Introduzione all'analisi dei costi del recupero urbano - in "Il recupero del patrimonio edilizio esistente. Metodologie di analisi e di progettazione" C.N.R.-I.R.I.S. Bari, G. TORTORICI - Adeguamento al rischio sismico: elementi di tecnologie d'intervento sull'edilizia esistente - in "Il recupero del patrimonio edilizio esistente. Metodologie di analisi e di progettazione" C.N.R.-I.R.I.S. Bari,
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