Conegliano ai tempi della Serenissima

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1 Conegliano ai tempi della Serenissima Progetto a cura di Alessandra Renna Campo dei Gesuiti, Cannaregio Venezia Cell alessandra.renna.a@gmail.com

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3 Indice Introduzione Analisi dell attuale percorso di visita Conegliano ai tempi della Serenissima Organizzazione dello spazio e dell allestimento La biglietteria Il percorso di visita L illuminazione Proposte per la riduzione del rumore Le sale: denominazioni, contenuti e motivazione delle scelte Modalità di allestimento e contenitori espositivi Strumenti di comunicazione Stima dei costi di adeguamento Le opere I materiali selezionati dai Depositi Comunali Le opere scelte e la nuova ricollocazione Appendice A Appendice B Bibliografia Sitografia... 39

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5 Introduzione Il seguente elaborato è stato redatto ai fini della partecipazione al Concorso di idee per la riprogettazione del percorso espositivo del Museo Civico del Castello di Conegliano. L obiettivo è fornire alcune soluzioni alle problematiche riscontrate durante la visita, in termini di percorso espositivo e di organizzazione degli spazi e dell allestimento. L analisi è stata condotta tramite la visita al Museo, lo studio della documentazione fornita (elenchi opere, schede catalografiche, planimetrie), la visione del materiale conservato presso i Depositi Comunali, le ricerche bibliografiche riguardanti la storia del Museo, la città di Conegliano e i territori vicini. Individuato il taglio storico-artistico, le successive ricerche si sono focalizzate sull arco di tempo prescelto, individuato nei secoli compresi tra il XIV ed il XVIII, periodo in cui Conegliano è stata dedita alla Serenissima Repubblica di Venezia. Il primo capitolo è dedicato all analisi dell attuale percorso di visita, che ha permesso di individuare alcune problematiche classificate in relazione alla loro natura. Il capitolo successivo presenta il taglio storico che si è voluto dare alle collezioni. Il terzo capitolo costituisce il cuore della proposta, focalizzandosi su aspetti quali il percorso di visita, l illuminazione, la riduzione del rumore di calpestio, la ricollocazione della biglietteria, le modalità di allestimento e gli strumenti di comunicazione. Il capitolo che segue propone una sintetica stima dei costi di adeguamento. Infine l ultimo capitolo, corredato da due appendici, riporta l elenco delle opere inserite nel percorso di visita, con relativa collocazione in pianta, l elenco di quelle rimosse e i materiali inseriti provenienti dai Depositi Comunali. L elaborato testuale è stato integrato con la componente grafica, attraverso l ausilio del software Google SketchUp, che ha permesso di ricreare gli ambienti espositivi, utilizzando la grafica 3D. 5

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7 1 Analisi dell attuale percorso di visita Visitando il Museo Civico di Conegliano, allestito all interno della torre del Castello, sono emerse problematiche di diverse tipologie. Al fine di comprendere al meglio la situazione attuale ed individuare delle soluzioni plausibili, sono state classificate e analizzate le criticità riscontrate come segue: problemi strutturali: a partire dal piano primo il pavimento della struttura è costituito da assi in legno che, usurate dal tempo, presentano fessure in prossimità dei punti di giunzione, anche di una certa entità, come ad esempio accade nell attuale Sala del Teatro e della Musica (piano terzo). L attrito tra un asse e l altra provoca un forte rumore di calpestio e le vibrazioni prodotte dai passi, in particolare nella Sala archeologica, portano ad una consistente oscillazione delle vetrine ed al conseguente spostamento dei reperti in esse conservate; problemi di accessibilità: la torre del Castello, non essendo dotata né di ascensori, né di rampe, né di montascale, risulta totalmente inaccessibile ad un potenziale visitatore che abbia ridotte o impedite capacità motorie. Adeguare l intera struttura agli standard previsti dalla legge è certamente un operazione onerosa, ma non vi è dubbio che si tratti di un intervento necessario e doveroso, al fine di permettere a chiunque di visitare il Museo. Oltre alla questione etica, certamente non trascurabile, si dovrebbe pensare al caso in cui un gruppo di persone, che conta al suo interno un disabile, decidesse di visitare la struttura. Cosa accadrebbe? Nella migliore delle ipotesi solo una parte del gruppo visiterebbe il Museo, mentre nella peggiore e forse più verosimile, l intero gruppo potrebbe decidere di rinunciarvi, proprio a causa delle barriere architettoniche; assenza di servizi igienici: dalla pianta dell edificio fornita è possibile notare la presenza di un bagno che ad oggi risulta inaccessibile ai visitatori. Come accade per altre strutture pubbliche tale servizio dovrebbe essere garantito; problemi relativi ai criteri di allestimento: verranno ora analizzate le problematiche più inerenti il percorso di visita e la sua attuale organizzazione. A tal proposito è necessario evidenziare che non risulta chiaro il criterio espositivo utilizzato. Le opere, nell attuale collocazione, non seguono una logica tematica, né cronologica, né orientata verso un particolare artista o scuola. Un ulteriore considerazione è data dal fatto che, ogni sala della torre ha una sua denominazione, la quale rimanda o a caratteristiche specifiche, legate alla sua architettura (pensiamo alla Sala del camino, piano primo), o alle raccolte in esse conservate (come nel caso della Sala archeologica, piano secondo). La visita ha permesso di riscontrare che in diversi casi risulta mancante una netta corrispondenza tra il nome della sala e ciò che vi è esposto al suo interno. Un caso fra tutti. Si pensi alla sala chiamata Lapidario, che per definizione dovrebbe essere una raccolta di 7

8 iscrizioni su pietra e lapidi mentre, nell organizzazione attuale, si configura come una raccolta di lapidi, affreschi e sculture. Data la natura fortemente eterogenea delle collezioni che costituiscono il patrimonio del Museo, è essenziale trovare un filo logico che permetta di fare ordine e consentire al visitatore di non smarrirsi all interno del percorso espositivo, facilitandogli la visita; problemi relativi alla selezione delle opere da esporre: oltre ad essere eterogenei, i materiali esposti sono anche numerosi se raffrontati con la superficie espositiva disponibile. La torre infatti dispone di sale che presentano dimensioni medio-piccole, ad eccezione dell ambiente dove è ospitata l attuale Pinacoteca. Scegliere delle opere da esporre, escludendone altre dal percorso di visita, è sicuramente difficile ma necessario, in quanto il principio guida da seguire dovrebbe essere quello di esporre pochi oggetti, ma in maniera adeguata. Entra in gioco così il criterio espositivo prescelto, che permette di operare la selezione, misto ad un pizzico di logica e a qualche nozione di Museografia. Bisognerebbe evitare una sistemazione delle opere simile a quella visibile oggi sulla parete di ingresso alla Pinacoteca (immagine sottostante), caratterizzata da una sorta di affollamento delle pareti, che non fa che nuocere alla qualità della presentazione; Attuale collocazione delle opere sulla parete di ingresso alla Pinacoteca assenza di apparati illustrativi: nello stato attuale, l unico tentativo di divulgare informazioni ulteriori rispetto a ciò che è riportato nella didascalia, risulta essere quello relativo all affresco del Pordenone. Le stesse didascalie in molti casi risultano lacunose nei dati essenziali. Premesso che il Museo è, o dovrebbe essere, adatto a tutti, il suo allestimento deve tenere in considerazione la diversità dell utenza. Per questo motivo sarebbe necessario estendere per quanto possibile la fruibilità ai diversi livelli di esigenza e preparazione culturale del visitatore, diversificando le offerte di informazione. Il risultato è raggiungibile semplicemente inserendo nel percorso di visita dei pannelli esplicativi brevi e concisi, che 8

9 aiutino il visitatore che ne senta l esigenza ad orientarsi, accedendo facilmente alle informazioni; problematiche relative all illuminazione e al microclima: il sistema di illuminazione artificiale adottato presenta soluzioni molto varie: faretti disposti su binari elettrificati e lucernari per la Pinacoteca ; un lampadario con lampadine a basso consumo energetico per il Lapidario e la Sala del Camino ; illuminazione a parete per le sale del 700, del Teatro e della Musica, delle Madonne; vetrine attrezzate nella Sala archeologica. Nella maggior parte dei casi, tali tipologie di illuminazione si sono dimostrate inadeguate, a causa della creazione di riflessi che hanno impedito la corretta osservazione delle opere. Per quando riguarda la luce naturale è da sottolineare il fatto che, molte finestre non presentano una schermatura di protezione dai raggi solari, molto dannosi soprattutto per certi tipi di materiali. Nei casi in cui la schermatura è presente, la stessa risulta danneggiata in maniera evidente. Veniamo ora alle condizioni microclimatiche. Non è stata rilevata la presenza di alcuno strumento che permettesse la misurazione di temperatura e umidità relativa, fattori che se non controllati favoriscono l accelerazione del degrado delle opere. Considerazioni In breve ciò che è venuto alla luce è una certa mancanza di appeal, mentre uno degli obiettivi primari dovrebbe essere suscitare la curiosità e attrarre il visitatore. È quindi necessario svecchiare l intero Museo, rinnovandolo in un ottica più contemporanea, nel massimo rispetto della storicità dell edificio in cui è ospitato. 9

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11 2 Conegliano ai tempi della Serenissima Analizzata la situazione attuale, è arrivato il momento di esporre l idea circa la nuova organizzazione degli ambienti e delle opere che faranno parte del percorso espositivo. L idea progettuale, come apparirà evidente dal titolo del presente elaborato, Conegliano ai tempi della Serenissima, è incentrata su un taglio storico ben preciso, che prende in considerazione i secoli in cui la città di Conegliano è stata dedita alla Serenissima Repubblica di Venezia. Si tratta del periodo compreso fra il 23 marzo 1337, giorno in cui Conegliano, per affrancarsi dagli Scaligeri, signori di Verona, decide spontaneamente di consacrarsi alla Repubblica Veneta, e il 12 maggio 1797, giornata passata alla storia come el tremendo zorno del dodexe 1, che segna la caduta della Serenissima e la consegna della città di Venezia nelle mani di Napoleone. La scelta di dare al Museo l impronta storica appena descritta è giustificata da diverse motivazioni. Dall analisi delle collezioni museali è infatti emerso che, buona parte delle opere possedute, sono cronologicamente attinenti al periodo in esame e sono state realizzate da artisti per lo più veneti o che hanno lavorato nei territori appartenuti alla Repubblica. Alcune opere, inoltre, richiamano in maniera diretta la dipendenza della città di Conegliano dalla Serenissima, come accade, ad esempio nel caso delle due lapidi a rilievo che rappresentano il leone di San Marco. In altri casi, invece, il periodo in esame è protagonista attraverso opere che ricordano importanti esponenti di famiglie veneziane, come accade con i ritratti dell ambasciatore Antonio Foscarini e dell ammiraglio Vittore Garzoni, o che riflettono aspetti della vita economica, come avviene per i cinque pesi-tipo della Repubblica di Venezia, così identificati per la presenza del leone marciano su ognuno di essi 2. A sostegno di tale scelta vi è inoltre la presenza, nell attuale Lapidario, di un plastico in scala 1/72, realizzato dal trevigiano Ennio Tiveron, che ricostruisce il sito del castello di Conegliano così com era ai tempi della Serenissima Repubblica 3. Infine bisogna ricordare alcune peculiarità degli ambienti in cui il Museo è ospitato. Il riferimento è alla sala che ospita il camino veneziano, composto da una grande cappa che sovrasta il focolare, la quale ricalca le forme del corno dogale 4. Tutte queste motivazioni hanno indotto ad effettuare una selezione del materiale da esporre, al fine di conciliare la tematica prescelta con l organizzazione degli spazi, e con un ordinamento il più possibile coerente, avendo come obiettivo quello di creare, come indicato nel Bando di Concorso, una connessione fra le collezioni oggetto di riorganizzazione. 1 I. Cacciavillani, Lo Stato da Terra della Serenissima, Padova, Think ADV 2007, p S. Trichies, Pesi, scheda catalografica n 85, Conegliano, ASTARTE Il plastico di Ennio Tiveron, in «La Tribuna di Treviso», 29 maggio 2004, p Il Museo Civico del Castello di Conegliano. Disponibile all indirizzo 11

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13 3 Organizzazione dello spazio e dell allestimento 3.1 La biglietteria Rispetto all organizzazione attuale degli spazi, il cambiamento più importante che il progetto prevede è la ricollocazione della biglietteria. Lo spostamento risulta necessario per due ragioni: 1) l accesso all attuale struttura che accoglie la biglietteria non è funzionale per chi ci lavora in quanto, prima di entrare al suo interno, l impiegato dovrebbe passare per l attuale Pinacoteca e poi per il Lapidario, nel quale si trova un antiestetico pannello in legno scorrevole, che funge da porta di ingresso. È stato utilizzato il condizionale perché si è notato che l accesso non avviene sempre nel modo descritto, ma a volte si preferisce, in maniera più rapida, entrare attraverso una bassa anta che si trova esattamente al di sotto della vetrata che permettere l interfacciamento con l utenza; 2) spostare la biglietteria vorrebbe anche dire liberare un varco di accesso. Sarebbe infatti possibile sfruttare tale varco in modo da creare un nuovo percorso di visita. Lo spostamento della biglietteria pone però il problema della sua ricollocazione. La soluzione proposta è quella di trasformare il vano sottoscala, attiguo all ingresso della Pinacoteca, nella nuova biglietteria, realizzando una struttura simile a quelle visibile nel modello 3D sottostante, eseguito con l ausilio del software Google SketchUp. Svolgendo dei calcoli è risultato che tale spazio sarebbe sufficiente per ospitare la funzione in oggetto. Vano biglietteria proposto 13

14 Altra soluzione pensata è quella di collocare la biglietteria nel giardino esterno al Castello, all interno di un box in legno, simile a quello nell immagine sottostante. Esempio di box in legno in cui ospitare la biglietteria Questa soluzione potrebbe portare, come conseguenza positiva, ad una sorta di apertura del Museo verso l esterno, rendendolo più vicino alla gente, suscitando la curiosità di coloro che si trovano nel giardino o presso il ristorante che ha sede nella Torre Saracena. Ma, per contro, risulterà sicuramente più costosa. 3.2 Il percorso di visita Oggi il fruitore, dopo aver acquistato il biglietto, inizia la sua visita dirigendosi verso la Pinacoteca (primo ambiente espositivo); accede poi al Lapidario (secondo ambiente espositivo) e a questo punto è costretto a tornare indietro, attraversando nuovamente la Pinacoteca, per recarsi ai piani superiori. La ricollocazione della biglietteria, con la conseguente liberazione del varco, ha permesso una nuova ridefinizione dell ordine di accesso ai diversi ambienti. Ordine proposto: ORDINE ACCESSO AMBIENTI ATTUALE DENOMINAZIONE PIANO 1 Lapidario Terra 2 Pinacoteca Terra 3 Sala del Camino Primo 4 Sala del '700 Primo 5 Sala delle Madonne Ammezzato 6 Sala Archeologica Secondo 7 Sala del Teatro e della Musica Terzo 8 - Quarto 14

15 Questo nuovo ordinamento rende più fluido e lineare il percorso di visita. Considerata la nuova collocazione della biglietteria nel vano sottoscala, sarebbe stato più logico mantenere l attuale percorso (prima Pinacoteca, poi Lapidario ) permettendo l uscita verso i piani superiori dal varco posto esattamente davanti alle scale (ovvero dal Lapidario ), ma ciò non è stato possibile a causa della funzione che la prima sala dovrebbe assolvere. Il progetto prevede infatti che il primo ambiente sia destinato all inquadramento storico e alla presentazione delle collezioni museali al pubblico. Per tale motivo, un ambiente di grandi dimensioni come è la Pinacoteca, non risulta consono allo scopo. Anche la vagliata possibilità di suddividere la sala attraverso una parete divisoria, è risultata sconveniente, in quanto tale intervento avrebbe prodotto solo una riduzione della superficie espositiva. 3.3 L illuminazione L obiettivo principale dell illuminazione in un museo è favorire una fruizione ottimale delle opere d arte, e al tempo stesso proteggerle dai danni che le radiazioni luminose possono provocare sui materiali più sensibili. Attenendosi agli standard fissati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali 5 in materia di illuminazione, per quanto concerne la luce naturale, proveniente dalle finestre, è necessario utilizzare dei filtri anti UV, che impediscano alle radiazioni di raggiungere le opere. La soluzione elaborata per quanto riguarda la luce artificiale prevede la rimozione di tutti i lampadari e dell illuminazione a parete, sostituendo queste fonti con apparecchi illuminanti su binari elettrificati, simili a quelli presenti oggi nell ambiente che ospita la Pinacoteca, al fine di poter direzionare al meglio la fonte luminosa, evitando così fastidiosi riflessi che impediscono la corretta visione delle opere. 3.4 Proposte per la riduzione del rumore Varie ricerche hanno portato ad individuare tre diverse soluzioni per ottenere l isolamento acustico dei pavimenti dai rumori di calpestio. I tre possibili interventi sono 6 : 1. la moquette, che offre un ottima riduzione del rumore d urto unita ad un elevato assorbimento acustico; 2. il pavimento galleggiante su materiali elastici, che prevede la costruzione di un massetto isolato dalla struttura, che può essere pavimentato con qualsiasi tipo di materiale, sul quale si localizzerà e conterrà il rumore di calpestio. Questa soluzione prevede quindi di interrompere la continuità della struttura con un materiale morbido ed elastico che blocchi la vibrazione; 5 D. M , Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei. Disponibile all indirizzo 6 Isolamento acustico dei pavimenti dai rumori di calpestio, in Guida all isolamento acustico e termico dei fabbricati, p. 11. Disponibile all indirizzo 15

16 3. il controsoffitto, che consiste nel foderare il locale disturbato dal rumore con una superficie piana e leggera. Tale intervento però è limitato al locale in cui l opera edile viene realizzata, perciò le vibrazioni sono libere di propagarsi per tutta la struttura. Data la natura storica dell edificio e il rispetto del contenimento dei costi, la soluzione che si potrebbe adottare, se fosse possibile coprire il pavimento attuale, sarebbe la moquette del tipo agugliata, compatta, a pelo rasato e con superficie liscia 7. Tale tipologia di moquette, essendo molto resistente all usura, è particolarmente indicata per ambienti molto transitati e di frequente passaggio ed è solitamente impiegata per allestimenti fieristici, mostre, congressi ed esposizioni in generale Le sale: denominazioni, contenuti e motivazione delle scelte Il progetto prevede di rinominare gli ambienti espositivi così come viene proposto nella tabella sottostante: ORDINE ACCESSO AMBIENTI ATTUALE DENOMINAZIONE PIANO NUOVA DENOMINAZIONE 1 Lapidario Terra Conegliano tra arte e storia 2 Pinacoteca Terra L'arte locale 3 Sala del Camino Primo L'arte del sottile 4 Sala del '700 Primo Sala Cima 5 Sala delle Madonne Ammezzato L'economia 6 Sala Archeologica Secondo Lapidario 7 Sala del Teatro e della Musica Terzo Sala del '500-' Quarto Sala del '700 Le nuove denominazioni sono state scelte in riferimento a ciò che le sale espongono, come si evince dalla descrizione che segue: 1. Conegliano tra arte e storia: questo primo ambiente funge da sala introduttiva, permettendo al visitatore di orientarsi attraverso delle brevi coordinate storiche, utili per la comprensione di ciò che andrà ad osservare nelle successive sale. Un breve focus sulla storia della città di Conegliano in relazione al legame con la Serenissima, sarà accompagnato da una linea del tempo, che riporterà i fatti storici, artistici (ad es. nascita/morte di un artista, data di realizzazione di un importante opera ecc.) e sociali più rilevanti del periodo. Nella stessa sala sarà inoltre ospitato il plastico realizzato dal trevigiano Ennio Tiveron, che mostra la Rocca di Castelvecchio così com era ai tempi della Repubblica; 7 Moquette: perché e come sceglierla, in «La Stampa», 6 agosto Disponibile all indirizzo 8 Le informazioni sulla moquette agugliata sono disponibili all indirizzo 16

17 2. L arte locale: con questa sala si entra nel vivo dell esposizione. Vengono qui presentati affreschi e dipinti provenienti da chiese, conventi e palazzi situati nei dintorni di Conegliano o da territori facenti parte dei domini della Serenissima (Spilimbergo, Porcia). Si tratta di opere che abbracciano il periodo compreso tra il XV ed il XVII secolo. Inizialmente, il criterio espositivo pensato per l intero edificio si basava su una scansione cronologica: il piano terra avrebbe dovuto ospitare le opere più antiche (datate XV e XVI secolo), mentre i piani superiori quelle più recenti. In tale suddivisione è stato però riscontrato un potenziale problema logistico: al piano terra è infatti ospitata la grande tela realizzata da Palma il Giovane tra il 1614 ed il 1616, la quale misura cm 335 x 229,5, che secondo il criterio iniziale, doveva essere posizionata ai piani superiori. Considerati gli ambienti, le dimensioni dei vani scale e delle finestre (per un eventuale spostamento dall esterno) risulta difficile, se non impossibile, collocare nei piani superiori tale opera. Per questo motivo si è preferito ripensare al criterio espositivo da adottare, optando per quello sopra descritto; Sala n. 2, vista 1 Sala n. 2, vista 1 17

18 3. L arte del sottile: il nome di questa sala rimanda alla raffinata arte della diplomazia, chiamata dai veneziani l arte del sottile. 9 In questo ambiente infatti sono ospitati i ritratti dell ammiraglio Vittore Garzoni e dell ambasciatore Antonio Foscarini, insieme a degli esempi di equipaggiamento per la difesa del corpo durante uno scontro; L arte del sottile. Vista n.1 L arte del sottile. Vista n.2 4. Sala Cima: questo ambiente, che vuole richiamare nel nome la vicina Piazza Cima, si configura come un omaggio al più grande artista coneglianese che la storia abbia finora conosciuto: Giovan Battista Cima. Sono qui ospitate quattro portelle probabilmente di uno stesso organo, che rappresentano il tema dell Annunciazione e i Santi Giuda Taddeo e Giovanni Battista. La sala ospiterà anche uno schermo che trasmetterà un video sulla storia dell artista. Le opere qui esposte, essendo originariamente collocate nella chiesa del convento di San Francesco a Conegliano, erano state inizialmente collocate al piano terra, nella sala che 9 Espressione utilizzata dal professor Marco Zanetto in occasione di una conferenza sulla storia della Repubblica veneziana, tenutasi presso il Circolo Unificato del Presidio Militare di Venezia. In Diplomazia Serenissima, articolo pubblicato il 22 febbraio 2012 sul sito internet dell Esercito italiano. Disponibile all indirizzo 18

19 ospita L arte locale. Trattandosi però di opere del Cima, si è in seguito deciso di conferire maggior rilievo, dedicandogli un intera sala; Sala Cima Vista panoramica delle Sale n. 3 e 4 5. L economia: lo spazio disponibile nel piano ammezzato è stato sfruttato per mostrare, all interno di una teca, la serie di monete della Serenissima, oggi custodite nei Depositi Comunali, insieme ai cinque pesi-tipo della Repubblica di Venezia, idonei al controllo di granaglie e liquidi, o al loro utilizzo su una bilancia, e una misura di capacità per aridi (cereali, legumi ecc.), utilizzata per gli scambi e il pagamento dei tributi; 6. Lapidario: la sala ospita, all interno di tre teche, le lapidi che fanno parte della collezione del Museo. Particolare rilievo espositivo sarà dato a quelle che più risultano legate alla città di Conegliano e alla sua storia. 19

20 La sistemazione delle lapidi ha avuto un iter abbastanza complesso. Inizialmente il progetto prevedeva di ospitarle nella sala n. 4, poi dedicata al Cima, perché le dimensioni dell ambiente sembravano opportune al caso. Successivamente, per le vicende storiche ad esse collegate, si è pensato di collocarle all interno della sala n. 3, ma non essendoci sufficiente superficie espositiva, si rendeva necessaria la creazione di apposite teche con almeno due ripiani, da collocare al centro della sala. L altezza delle teche avrebbe però compromesso la visione d insieme dell ambiente e per questo motivo si è preferito optare per la collocazione nella ex Sala archeologica ; Lapidario 7. Sala del : sono qui esposte opere pittoriche e scultoree realizzate da artisti che hanno lavorato nella Repubblica, datate XVI e XVII secolo. Assume particolare rilievo in questa sala il Cristo crocifisso tra la Madonna, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena, una tavola di piccole dimensioni che presenta le caratteristiche della scuola veneto-cretese, opera che costituisce l unica testimonianza presente nelle collezioni museali dell arte dello Stato da Mar della Serenissima; 8. Sala del 700: a conclusione della visita è posta la sala del 700, che ospita una serie di sei dipinti realizzati nel corso dell ultimo secolo di vita della Serenissima. Da questo ambiente si accede infine al Belvedere, che regala al visitatore un panorama che si estende dalla pianura veneta alla laguna di Venezia, fino alle Prealpi bellunesi. Tale uscita verso l esterno si pone come una sorta di emblema tra quello che è stato il passato, visibile nelle collezioni esposte, e quello che è il presente, simboleggiato dal panorama circostante. 20

21 Sala del Modalità di allestimento e contenitori espositivi Si è deciso di collocare le opere pittoriche sulle pareti, come avviene attualmente, lasciando inalterata la colorazione. Nel precedente allestimento la sala che ospitava la Pinacoteca conteneva un tavolo con varie sedie, utilizzato in occasione di cerimonie. Con la nuova disposizione è stato deciso di ruotarlo nel senso della lunghezza e di diminuire il numero di sedie, le quali potranno essere immagazzinate e recuperate all occorrenza. Solo in due casi, ovvero per la parete posta di fronte all attuale ingresso alla Pinacoteca e per la sala posta all ultimo piano, 10 è stato previsto l inserimento di opere in cartongesso. Nel primo caso si tratta di una parete piana, da addossare davanti alle due piccole finestre, in modo da recuperare superficie espositiva e movimentare lo spazio con uno stacco di colore. Nel secondo caso si tratta invece di una struttura a base quadrata di cm 202 x 260 x 202, sulla quale verranno ospitate tre opere di grandi dimensioni, altrimenti di difficile collocazione, a causa della presenza di tre finestre che limitano lo spazio. Per quanto riguarda il colore di tali pareti è stato scelto il rosso, che richiama il colore della bandiera della Repubblica di Venezia, visibile nell immagine sottostante. Bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia 10 Tale sala, caratterizzata dalla presenza di tre grandi finestre su tre lati (il quarto è occupato dalla scala di accesso), attualmente ospita una struttura metallica in cui sono inseriti quattro pannelli esplicativi, che raccontano la storia della città di Conegliano. 21

22 Per esigenze allestitive, è stato inoltre previsto il prolungamento di una parete. Seguono due immagini che ricostruiscono graficamente le scelte appena descritte. Collocazione della tela realizzata da Palma il Giovane Struttura in cartongesso presente nell attuale Sala del 700 Nella sala dedicata al Cima sarà inserito uno schermo che trasmetterà un video sulla storia dell artista. 22

23 Collocazione dello schermo nella Sala Cima Per ciò che concerne l esposizione della collezione numismatica, si è scelto di riutilizzare la teca vuota, attualmente presente nella Sala del 700, mentre per l esposizione dei pesi in bronzo e della misura di capacità si è optato per l inserimento di una mensola. Per l esposizione delle due piccole opere scultoree, collocate nella sala al terzo piano, è stato deciso di utilizzare due delle strutture che attualmente accolgono i busti di Ferruccio Benini, Arturo Toscanini, Marco Casagrande e Lorenzo Da Ponte. Il riutilizzo è possibile con un intervento di adeguamento, che prevede di dipingere la struttura portante di colore rosso e di ridurre, dal punto di vista dimensionale, la parte soprastante in plexiglass. Infine, per l allestimento delle lapidi si è deciso di creare tre apposite vetrine orizzontali da dislocare in maniera perpendicolare rispetto alla scala di accesso al piano superiore: una sarà sospesa e addossata alla parete di fondo, mentre le altre due saranno disposte nella superficie restante. Le vetrine dovranno essere trasparenti, in modo da permettere l osservazione dell oggetto da ogni lato, e attrezzate, ovvero contenenti al loro interno dei sistemi di illuminazione Caratteristiche attualmente già presenti nelle vetrine che accolgono i reperti archeologici. 23

24 Le teche realizzate per il Lapidario Si è cercato di adattare quelle che attualmente ospitano i reperti archeologici, ma non possedendo le caratteristiche dimensionali delle stesse, non è stato possibile stimare se potessero essere sfruttate in questo senso. Nel caso in cui le dimensioni dovessero risultare idonee, l allestimento potrebbe essere eseguito con tali vetrine. 3.7 Strumenti di comunicazione La segnaletica interna ed esterna Per permettere al visitatore di orientarsi al meglio all interno del percorso di visita, si propone di affiggere, all inizio di ogni piano, una pianta con la numerazione e la denominazione delle sale, e che indichi sinteticamente le opere esposte. All ingresso di ogni sala sarà collocata una targhetta che ne indicherà il nome. Per quanto riguarda la segnaletica esterna, si propone di collocare su una o più facce della torre, uno stendardo leggibile anche a distanza, che riporti il nome del Museo e gli orari di apertura. 24

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