Monte Bonifato: scavi nel sito medievale (9-20 luglio 2007)
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- Sergio Gigli
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1 Monte Bonifato: scavi nel sito medievale (9-20 luglio 2007) Il castello dei Ventimiglia sul Monte Bonifato ha spesso attirato l attenzione degli studiosi a causa della sua pianta trapezoidale: ad alcuni (R. Santoro, A. Filippi) è sembrata derivare dal rimaneggiamento di un castello in origine rettangolare, con torri angolari, che avrebbe perduto una grossa parte dell angolo sud-est, sostituita dal muro diagonale attuale, certamente meno spesso e aggiunto successivamente rispetto agli altri tratti di mura dell edificio. Appunto allo scopo di verificare la possibilità che fossero ancora conservate parti relative a tale ipotetica prima fase della costruzione medievale, nel quadro del progetto Bunifat, sono stati espletati nel luglio del 2007 due brevi saggi di scavo presso il castello dei Ventimiglia: uno presso la torre angolare nord-est della cinta (definita area 5000), e un altro a sud-est delle mura del castello stesso (area 6000), in corrispondenza di alcuni tratti di fortificazione che si dispongono sul ciglio del dirupo poco sotto (Tav. 1 in appendice). La torre nord-est era stata già oggetto di scavo tra 2000 e 2001 nel quadro di un progetto della Provincia di Trapani, mentre in questa occasione si intendeva anzitutto intervenire nel settore a sud-est di essa, rimasto non scavato, per ripulirlo ed eventualmente scavarvi un saggio. Tuttavia, dopo la pulitura della superficie (fig. 1), ingombra di materiali di scarico e di erbacce, lo scavo del copioso pietrame di crollo si presentava di ardua realizzazione, con i pochi mezzi a disposizione; si è deciso allora di concentrarsi sulla vicina area Le condizioni del saggio, presso il ciglio del dirupo, non hanno facilitato le condizioni di scavo, che hanno dovuto tenere conto dello scarso spazio disponibile (fig. 2). In questa breve nota vogliamo rendere conto degli scavi effettuati e dei risultati ottenuti, che potranno servire da base per ulteriori ricerche. L area 6000 è stata scelta per lo scavo perché caratterizzata dalla presenza visibile in superficie della cresta di un muro in pietrame e malta, lungo circa m 27, che corre in senso Nord-est/Sud-ovest, seguendo il ciglio dello strapiombo che chiude a sud il pianoro del castello dei Ventimiglia. È sembrato che in tale struttura avrebbero potuto essere stati 85
2 Monte Bonifato: scavi nel sito medievale (9-20 luglio 2007) riutilizzati elementi di una possibile fondazione muraria della fase più antica del castello. Si è scelto di partire con un saggio rettangolare (saggio 1), di m 4 in senso E-O e m 3 in senso N-S, disposto circa al centro rispetto alla lunghezza del muro visibile in superficie. Dopo la pulitura dalla vegetazione, è emersa la superficie dell humus depositatosi col tempo, definito US Lo scavo della US 6000, che si è protratto per i primi due giorni, ha soprattutto restituito diversi frammenti osteologici di ovini, relativi forse a pasti effettuati durante le feste della Madonna dell Alto la cui cappella si trova alcuni metri più a monte, nella parte sud del pianoro del castello. Si è subito confermato, dopo la pulitura della cresta del lungo muro definito US 6001 (fig. 3), che si trattava di un muro a doppia cortina in blocchetti irregolari di calcare duro locale, spesso tra 80 e 90 cm, tenuto assieme da malta biancastra, simile per tecnica edilizia ai muri del castello dei Ventimiglia. Al di sotto dell humus venivano poi scavati due strati, uno definito US 6003, costituito da pietrame scheggiato proveniente dalla disgregazione del banco naturale, assieme a limo e sabbia, disposto in gran parte nel settore sud del saggio, che ricopriva un altro strato di malta biancastra definito US 6002 (figg. 4-5). La US 6003, interpretabile come uno strato di terra e pietrame disposto artificialmente per pareggiare il terreno a monte del muro 6001, dunque in relazione con la sua costruzione, da cui proviene anche un chiodo in ferro (fig. 6), è stata pulita e poi scavata per mettere allo scoperto del tutto la sottostante US 6002, che emergeva inizialmente nel solo settore nord del saggio. Per quanto riguarda US 6002, si deve osservare che si tratta di uno strato di malta biancastra e di pietrame minuto che è stato anch esso messo in opera artificialmente, con una parte al centro più eminente, da cui emergono tre blocchetti in calcare di maggiori dimensioni. Inoltre, rimuovendo US 6003, ci si è accorti che nella parte nord-est lo strato US 6002 era stato interessato da un taglio (US 6004) parallelo al muro 6001, da mettere in relazione con la sua fondazione, e che lo spazio tra tale taglio e la faccia interna del muro 6001 era stato riempito da un altro strato, definito US 6005 (figg. 7-8). Pertanto il muro 6001 doveva essere successivo alla gettata di malta 6002, che era stata da esso tagliata. A sud del muro 6001, verso il dirupo, ci si è limitati ad un saggio di m 86
3 Paolo Barresi 1 x 3 nel quale si è rimosso l humus (US 6000) fino ad arrivare ad uno strato di terra e poca malta, grigiastro, definito US 6006, interpretato come un battuto relativo ad un piano di calpestio a valle del muro Si è poi scavato un piccolo saggio di m 1 x 1 circa all interno di tale strato, nel settore sud, fino ad arrivare alla base di appoggio del muro 6001, che si estendeva in basso mostrando il paramento esterno per quattro filari di blocchetti, ognuno alto circa cm (figg. 9-10). Si è poi proceduto ad estendere il saggio in direzione nord-est in un rettangolo di m 1 x 6 circa nel settore adiacente a ovest alla prosecuzione verso N del muro 6001 (fig. 11), il quale incontra un nuovo tratto di muro ad esso perpendicolare, definito US 6009, spesso solo cm 64, che si estende circa m 3 verso nord-ovest fino a sparire sotto l accumulo di terra che sostiene l odierna stradina d accesso al castello. Al di sotto dell humus, in questa estensione dello scavo, è emerso un nuovo strato di terra (US 6008), formato in parte di minuti frammenti di roccia disgregata del banco naturale, da considerare uguale a US All interno dell angolo tra i muri 6001 e 6009 si è scavato nello strato 6008 un saggio di m 1 x 1, allo scopo di verificare i rapporti tra i muri e il banco di roccia. Si è così constatato che anche qui il muro 6001 è stato costruito mediante un taglio parziale (US 6010) del banco di roccia (US 6011) e il suo riempimento, che sembra ancora Lo scavo del saggio ha mostrato che il muro 6001 si appoggia in profondità per circa m 1 fino al banco di roccia, come il muro 6009, mentre il taglio risulta riempito da US 6008 (fig. 12). Nell area S del saggio 1, si è proseguito lo scavo con un saggio di m 1 x 1 circa all interno della US 6002, sotto la quale sono emersi alcuni frammenti di tegolame nello spazio compreso tra il taglio 6004 e la roccia naturale, ricoperti da uno strato di terra e pochi frammenti di tegole, che viene quotato e rimosso, e poi un vero e proprio strato di crollo composto di tegole fratte di età medievale, caratterizzate da vacuoli dovuti alla paglia contenuta nell impasto (fig. 13). Sembra dunque che prima della messa in opera del getto di malta US 6002 sul luogo si trovasse un crollo di tegole, da attribuire ad un edificio di età medievale precedente. Poiché anche US 6003 ha restituito ceramica medievale, tra cui un frammento di ceramica invetriata verde, possiamo ipotizzare che il crollo 6013 si attribuisca ad una fase dell abitato precedente alla costruzione del muro
4 Monte Bonifato: scavi nel sito medievale (9-20 luglio 2007) CONCLUSIONI Dal matrix delle unità stratigrafiche scavate nel saggio 1 (fig. 14) si può notare come l area scavata sia stata interessata da almeno due fasi cronologiche: una più antica che coinvolgeva il crollo di tegole US 6013, conclusa con la ricopertura mediante una gettata di malta, e un altra successiva che, tagliando tale strato di malta, ha visto la costruzione di una lunga terrazza (di cui sono noti finora solo i muri sud ed est, 6001 e 6009, mentre il muro ovest risulta quasi parallelo allo strapiombo e non agevole da scavare o pulire). La circostanza che lo strato US 6005 (riempimento della fossa di fondazione del muro di terrazzamento 6001) era composto, almeno nella parte più alta, da blocchetti simili a quelli di cui è composto lo stesso muro 6001, ancora con tracce di malta attaccata, fa pensare che tali blocchetti che non risultano in posizione di crollo, ma appositamente adattati nello spazio tra il muro e la roccia naturale derivino da costruzioni precedenti crollate, forse anche da un più antico muro di terrazzamento (coevo al crollo di tegole?) che si trovava nella stessa posizione. I reperti recuperati provengono solo dagli strati relativi alla terrazza, mentre lo strato riconducibile al crollo più antico è stato solo localizzato e non scavato. I frammenti ceramici di ambedue le fasi sono comunque medievali, ma mentre la terrazza potrebbe riferirsi allo stesso periodo del castello dei Ventimiglia, il crollo di tegole andrebbe assegnato a un periodo precedente, dunque normanno o svevo; solo la prosecuzione dello scavo potrebbe però dare una risposta definitiva. Se si tenta di collegare questi ritrovamenti con l ipotesi iniziale, occorre certo ammettere di non aver trovato alcuna traccia di fondazioni pertinenti ad un eventuale angolo sud-est del castello, crollato prima del XIV secolo; tuttavia si è anche chiarita l origine del muro lungo il ciglio del dirupo, che appare successivo ad un primo intervento nell area, costituito da un completo livellamento delle fasi di vita anteriori, l ultima delle quali sembra certamente medievale, anche se non possiamo chiarire fino a quando possa risalire. In questa luce, ci si può chiedere cosa abbia motivato tale intervento precedente: e non si può escludere che sia stato proprio il crollo dell angolo sud-est del castello. Le curve di livello (tav. 8 in appendice) mostrano in questo settore un brusco cambiamento, rispetto al lato sud adiacente, ossia un pendio meno ripido e più digra- 88
5 Paolo Barresi dante: se questo mutamento sia stato causato da una frana che fece crollare tutto l angolo mancante del castello, non possiamo dirlo; tuttavia in tal caso si potrebbe comprendere come, all atto della ricostruzione, si sia cercato in una prima fase di spianare l area, coprendola di malta per evitare ulteriori movimenti del terreno superficiale; e in seguito si sia costruita una terrazza, con il doppio scopo di controllare le strade al di sotto, e di rendere più saldo il costone da questo lato, indebolito dopo la frana e il crollo del castello antico. Paolo Barresi Bibliografia A. FILIPPI, Ricerche archeologiche sul monte Bonifato (Alcamo TP). Le testimonianze medioevali, Archeologia Medievale 29, 2002, pp
6 Fig. 1. L area 5000 dopo la pulitura. Fig. 2. Scavo nell area
7 Fig. 3. Muro US Fig. 4. US 6003 in corso di scavo. 91
8 Fig. 5. US 6002 dopo lo scavo di 6003, da sud. Fig. 6. Chiodo da US
9 Fig. 7. Il taglio US Fig. 8. US 6005: parte alta del riempimento di Fig. 9. Lo strato US 6006 e il paramento esterno del muro
10 Fig. 10. Ancora il paramento esterno visto da Est. Fig. 11. Prosecuzione del muro US 6001 verso nord e muro angolare
11 Fig. 12. Saggio nell angolo N tra i muri 6001 e Fig. 13. US 6014 (crollo di tegole). 95
12 Fig. 14. Matrix con fasi di vita nel saggio 1. 96
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